Helmut Rosenbaum
Helmut Rosenbaum | |
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Nascita | Döbeln, 11 maggio 1913 |
Morte | Costanza, 10 maggio 1944 |
Cause della morte | incidente aereo |
Dati militari | |
Paese servito | Repubblica di Weimar Germania |
Forza armata | Reichsmarine Kriegsmarine |
Specialità | sommergibilista |
Anni di servizio | 1932-1944 |
Grado | Korvettenkapitän |
Guerre | Guerra civile spagnola Seconda guerra mondiale |
Battaglie | Battaglia dell'Atlantico (1939-1945) Battaglia di mezzo agosto |
Comandante di | sommergibili U-2 U-73 |
Decorazioni | vedi qui |
Dati tratti da U-Boote in Mediterraneo. Parte 1ª[1] | |
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Helmut Rosenbaum (Döbeln, 11 maggio 1913 – Costanza, 10 maggio 1944) è stato un militare tedesco. Ufficiale della Marina tedesca imbarcato sui sommergibili, prese parte alla guerra civile spagnola imbarcato sui sommeregibili U-27 e U-26. Comandante di U-boot durante la seconda guerra mondiale, fu insignito della Croce di Cavaliere della Croce di Ferro per aver affondato nel Mediterraneo la portaerei inglese HMS Eagle[2] e citato personalmente due volte nei Wehrmachtbericht. Nel corso della sua carriera di sommergibilista ha affondato nove navi, tre militari e sei civili, per un totale di 57.837 tonnellate.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Döbeln, nelle vicinanze di Lipsia, il 6 marzo 1915,[1] ed entrò nella Reichsmarine il 15 agosto 1932, effettuando l'addestramento basico presso il 2° Dipartimento della divisione navi scuola del Mare Baltico a Stralsund tra il 15 agosto e il 7 ottobre dello stesso anno. Il 14 ottobre successivo si imbarcò sulla nave scuola Edith rimanendovi fino al 21 dello stesso mese, e venendo promosso Seekadett il 4 novembre successivo. Due giorni dopo si imbarcò sull'incrociatore leggero Köln, venendo promosso Allievo Ufficiale (Fähnrich zur See) il 1 gennaio 1934 e sbarcando dalla neve il giorno successivo per entrare nell'Accademia Militare di Mürwik. Presso l'Accademia seguì alcuni corsi di formazione, frequentandone altri anche presso quella di Kiel-Wilk, che includevano periodi di navigazione sui tender Weser e Nordsee. Il 19 aprile 1935 si imbarcò sull'incrociatore leggero Königsberg,[1] venendo promosso Oberfähnrich zur See il 1 settembre dello stesso anno, e sbarcando dalla nave il 26 dello stesso mese per frequentare, in successione, un corso di artiglieria navale (27 settembre-3 dicembre 1935) e uno di difesa antisommergibile (4 dicembre-14 dicembre 1935). Il 15 dicembre 1935 si imbarcò sull'incrociatore leggero Nürnberg,[1] venendo promosso Leutnant zur See il 1 gennaio 1936, e sbarcando dalla nave l'11 ottobre dello stesso anno. La sua presenza a bordo del Nürnberg si interruppe tra i mesi di febbraio e marzo quando seguì ulteriori corsi presso l'Accademia di Kiel-Wilk.[3]
Tra l'ottobre 1936 e il gennaio 1937 prese parte ad alcuni corsi per l'impiego dei siluri presso la Scuola torpedinieri di Flensburg, venendo quindi assegnato come Ufficiale di guardia, a partire dal 3 aprile, al sommergibile U-35 allora al comando di Hermann Michahelles,[N 1] che aveva da poco sostituito Hans Rudolf Rösing.[4] Tale sommergibile era allora inquadrato nella Saltzwedel Flotilla. Nel febbraio 1939 gli fu assegnato il comando del sommergibile U-2[4] con cui, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, eseguì due missioni di pattugliamento operativo.[1] A partire dal 6 agosto 1940, e fino al 30 settembre dello stesso anno, seguì la costruzione e il collaudo del nuovo sommergibile U-73, di cui assunse il comando. Dopo una prima, infruttuosa, crociera operativa,[5] durante la seconda (25 marzo-24 aprile 1941) partì da Lorient per ritornare a Saint-Nazaire quattro settimane dopo avendo affondato cinque navi, di cui tre appartenenti al convoglio SC 26. questo risultato fece sì che il 4 aprile 1942 fosse citato nominalmente sul Wehrmachtbericht, il bollettino d'informazione rilasciato dal Quartier generale della Wehrmacht.
Al comando dell'U-73 penetrò nel Mediterraneo il 14 gennaio 1942, ma nel mese successivo il sommergibile fui gravemente danneggiato da un attacco aereo, riuscendo comunque a raggiungere la base navale di La Spezia dove effettò le necessarie riparazioni. Il 4 agosto partì per la sua ottava missione di pattugliamento, e il giorno 11, durante il corso della Battaglia di mezzo agosto, affondò la portaerei britannica HMS Eagle, venendo decorato con la Croce di Cavaliere della Croce di Ferro, e nuovamente citato sul Wehrmachtbericht il 12 agosto.[6]
Il 10 settembre 1942 lasciò il comando dell'unità per assumere, con la qualifica di Admiralstabsoffizier, quello della 30. Unterseebootsflottille[7] una flottiglia sommergibili semi autonoma operante nel Mar Nero ed equipaggiata con sei battelli tipo IIB.[7]
Rimase ucciso in un incidente aereo il 10 maggio 1944 a Costanza,[1] in Romania, venendo promosso postumo al grado di Korvettenkapitän il 3 agosto successivo, con data effettiva retroattiva al 1 maggio.[4]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze estere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Hermann Michahelles nacque il 11 gennaio 1909, e si arruolò nella Reichsmarine nel corso del 1927, divenendo Seekadett (Guardiamarina) l'11 ottobre dello stesso anno. Tra il 25 luglio 1935 e il 30 settembre 1936 fu comandante del sommergibile U-2, venendo promosso Kapitänleutnant il 1 ottobre 1936. Il 6 dicembre dello stesso anno assunse il comando della 2. Unterseebootsflottille "Saltzwedel" alzando la sua insegna sul nuovo sommergibile U-36 che il giorno successivo fu affidato al comando di Klaus Ewerth, mentre Hans-Rudolf Rösing assunse quello dell'U-35. Quando l'U-35 ritornò dalla prima missione di pattugliamento, in cui aveva toccato le isole Azzorre, egli ne assunse il comando il 3 febbraio 1937. Il 1 giugno successivo salpò da Wilhelmshaven con l'U-35 per una missione di pattugliamento in acque territoriali spagnole durante il corso della guerra civile, toccando i porti di El Ferrol, Tangeri, Cadice e Huelva, per rientrare a Wilhelmshaven il 25 luglio. Morì il 30 dello stesso mese in un incidente stradale avvenuto ad Aystetten, nei pressi di Augusta.
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g Brescia 2000, p. 10.
- ^ Rosenbaum's career at Uboat.net
- ^ Busch, Röll 2003, p. 137.
- ^ a b c d e f g Busch, Röll 2003, p. 238.
- ^ Blair 2010, p. 269.
- ^ Blair 2010, p. 650.
- ^ a b Paterson 2009, p. 99.
- ^ Scherzer 2007, p. 639.
- ^ Fellgiebel 2000, p. 364.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Clay Blair, Hitler's U-Boat War: The Hunters, 1939-1942, New York, Random House, 2010, ISBN 978-0-307-87437-5.
- (DE) Rainer Busch e Hans-Joachim Röll, Der U-Boot-Krieg 1939–1945 — Die Ritterkreuzträger der U-Boot-Waffe von September 1939 bis Mai 1945, Hamburg, Verlag E.S. Mittler & Sohn, 2003, ISBN 978-3-8132-0515-2.
- (DE) Walther-Peer Fellgiebel, Die Träger des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939–1945 – Die Inhaber der höchsten Auszeichnung des Zweiten Weltkrieges aller Wehrmachtteile, Friedberg, Podzun-Pallas, 2000, ISBN 978-3-7909-0284-6.
- (EN) Lawrence Paterson, Black Flag: The Surrender of Germany's U-Boat Forces on Land and at Sea, Barnsley, Seaforth Publishing, 2009, ISBN 1-78346-913-7.
- (DE) Veit Scherzer, Die Ritterkreuzträger 1939–1945 Die Inhaber des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939 von Heer, Luftwaffe, Kriegsmarine, Waffen-SS, Volkssturm sowie mit Deutschland verbündeter Streitkräfte nach den Unterlagen des Bundesarchives, Jena, Scherzers Militaer-Verlag, 2000, ISBN 978-3-938845-17-2.
- (DE) Die Wehrmachtberichte 1939–1945 Band 1, 1. September 1939 bis 31. Dezember 1941, München, Deutscher Taschenbuch Verlag GmbH & Co. KG, 1985, ISBN 978-3-423-05944-2.
- (DE) Die Wehrmachtberichte 1939–1945 Band 2, 1. Januar 1942 bis 31. Dezember 1943, München, Deutscher Taschenbuch Verlag GmbH & Co. KG, 1985, ISBN 3-423-05944-3.
Periodici
[modifica | modifica wikitesto]- Maurizio Brescia, U-boote in Mediterraneo. Parte 1ª, in Storia Militare, n. 84, Parma, Ermanno Albertelli Editore, settembre 2000, pp. 4-21, ISSN 1122-5289.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Guðmundur Helgason, Helmut Rosenbaum, su German U-boats of WWII - uboat.net. URL consultato il 31 ottobre 2016.