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La casa di Jack

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La casa di Jack
Matt Dillon in una scena del film
Titolo originaleThe House That Jack Built
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneDanimarca, Svezia, Francia, Germania
Anno2018
Durata155 min
Rapporto2,39:1
Generethriller, orrore, drammatico
RegiaLars von Trier
SoggettoLars von Trier, Jenle Hallund
SceneggiaturaLars von Trier
ProduttoreLouise Vesth
Produttore esecutivoTomas Eskilsson, Thomas Gammeltoft, Leonid Ogarev, Peter Aalbæk Jensen, Charlotte Pedersen
Casa di produzioneZentropa
Distribuzione in italianoVidea
FotografiaManuel Alberto Claro
MontaggioMolly Marlene Stensgaard
Effetti specialiPeter Hjorth
MusicheVíctor Reyes
ScenografiaSimone Grau Roney
CostumiManon Rasmussen
TruccoDennis Knudsen
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Logo ufficiale del film

La casa di Jack (The House That Jack Built) è un film del 2018 scritto e diretto da Lars von Trier.

La pellicola, con protagonista Matt Dillon, segue le vicende di Jack, un serial killer con velleità artistiche e filosofiche, il quale commette omicidi nel corso di dodici anni nello stato di Washington.[1]. Il regista l'ha definito come «il film più brutale che abbia mai realizzato»,[2] che celebra l'idea «che la vita sia crudele e spietata».[3]

Stati Uniti d'America, 1970. Jack, un serial killer psicopatico affetto da tendenze ossessivo-compulsive, si trova a raccontare, ad un uomo la cui identità è ignota, cinque dei suoi crimini, definiti come "incidenti", che lui vede come ricerca della perfezione in altrettante opere d'arte.

Nel primo incidente Jack incontra su una strada rurale una donna che gli chiede aiuto per sostituire uno pneumatico forato. Il cric si è rotto e lo portano dal fabbro locale che lo ripara, ma l'utensile si rompe di nuovo. La donna chiede a Jack di riportarla dal fabbro ma lui, irritato dalla sua logorrea e dalle sue richieste insistenti, la uccide a colpi di cric. Conserva poi il suo corpo in un congelatore industriale all'interno di una fabbrica che ha acquistato da una pizzeria.

Nel secondo incidente, Jack si fa strada nella casa di una vedova, Claire, che strangola e accoltella. Dopo aver pulito e rimesso in ordine la casa, mette il suo corpo nel retro del suo furgone, ma il suo disturbo ossessivo-compulsivo lo spinge a tornare nella casa più volte per ripulire la scena del crimine, rischiando di essere smascherato da un agente di polizia in perlustrazione. Jack tuttavia riesce a superare in astuzia l'ufficiale, fingendo di essere un conoscente di Claire. Quindi lega il corpo della donna al retro del suo veicolo e se ne va lasciando una scia di sangue compromettente che verrà, per sua fortuna, cancellata da una pioggia improvvisa. Jack mette il cadavere nel congelatore industriale e, dopo aver ucciso altre due donne, si dichiara "Mr. Sophistication", iniziando a mandare foto delle sue vittime in posa e a firmare lettere anonime ai media con questo pseudonimo.

Nel terzo incidente, Jack porta la sua ragazza e i suoi due figli, "Brontolo" e George, ad una battuta di caccia. Uccide entrambi i figli con un fucile prima di costringere la donna a fare un picnic con i loro cadaveri. Alla fine uccide anche lei. Jack aspetta che insorga il rigor mortis sul cadavere di "Brontolo" e procede quindi a modellarlo in una scultura agghiacciante dal sorriso macabro.

Nel quarto incidente, Jack ha una relazione disfunzionale con una donna di nome Jacqueline Simple. Quando lui le confessa di aver ucciso 60 persone, lei non gli crede. Dopo che Jack disegna dei cerchi rossi tratteggiati intorno al suo seno con un pennarello, lei inizia a spaventarsi e si avvicina preoccupata a un poliziotto, che la respinge perché ubriaca. Nel suo appartamento, Jack la lega e procede a tagliarle i seni con un coltello. Appunta uno dei due all'auto del poliziotto e crea con l'altro un portafoglio.

Nel quinto incidente, Jack detiene sei uomini nel suo congelatore, con l'intenzione di ucciderli tutti tramite l'utilizzo di un solo proiettile. Dopo aver realizzato che le sue munizioni sono state etichettate male, se ne va e rimprovera il proprietario del negozio di armi prima di andare a visitare un amico, SP. SP telefona a un agente di polizia, denunciandolo per aver compiuto "un furto", ma Jack lo colpisce alla gola per poi uccidere l'agente venuto ad arrestarlo. Ritorna al suo congelatore e, avendo bisogno di più spazio, apre la porta che, negli ultimi vent'anni di omicidi, non era mai riuscito a forzare, rivelando una seconda camera. All'interno, incontra l'uomo con cui stava conversando che si rivela trattarsi di Virgilio. Egli confessa di averlo osservato per tutta la vita e gli ricorda che, alla fine, non aveva mai più realizzato la casa dei suoi sogni, la stessa di cui gli aveva parlato tra un omicidio e l'altro. Allora nel congelatore Jack dispone i cadaveri congelati che ha raccolto nel corso degli anni per formare una casa. Mentre la polizia irrompe, Jack entra nella sua "dimora" e segue Virgilio in un buco nel pavimento, entrando nell'Inferno. È durante la traversata che si svolge la conversazione che ha fatto da sfondo all'intero film.

I due raggiungono una fossa che conduce al girone più basso, nel centro dell'Inferno. Un ponte rotto l'attraversa. Jack nota una scala dall'altra parte del ponte che, secondo Virgilio, conduce all'uscita dall'Inferno. Virgilio spiega a Jack che sconterà la sua condanna alcuni gironi più in alto e di averlo portato al centro dell'Inferno solo per soddisfare la sua curiosità. Andando contro il consiglio di Virgilio, che gli aveva detto che nessuno era mai riuscito a compiere l'impresa, Jack tenta di aggirare la fossa, scalando il muro di roccia circostante per accedere alla scala. Arrivato a metà percorso, Jack perde la presa, cadendo nell'abisso sottostante.

Il titolo inglese (The House That Jack Built) fa riferimento a una filastrocca popolare inglese a struttura cumulativa, che a sua volta deriva da un canto ebraico dal titolo Chad Gadya.[4]

Inizialmente von Trier voleva sviluppare il progetto sotto forma di serie televisiva, ma nel febbraio 2016 ha annunciato che si sarebbe trattato di un unico lungometraggio.[5] La sceneggiatura è stata completata nel maggio dello stesso anno, dopo molte ricerche su vari serial killer effettuate da von Trier.[3][6] A novembre Bruno Ganz e Matt Dillon sono entrati a far parte del cast, con quest'ultimo nel ruolo del protagonista.[7] Nel febbraio del 2017 Riley Keough e Sofie Gråbøl si sono aggiunte al cast,[8] mentre il mese seguente è stata annunciata la partecipazione di Uma Thurman.[9]

Il film è stato il risultato di una co-produzione tra Danimarca, Svezia, Francia e Germania,[5] con un budget di 8,7 milioni di euro.[6][10][11]

Le riprese del film, iniziate nel marzo del 2017 a Bengtsfors, in Svezia,[2][10] sono terminate nel maggio seguente in Danimarca, e si sono svolte tra Copenaghen, Gribskov, Trollhättan, Peak District e Montemerano.[5][6]

Per la prima volta nella sua carriera, von Trier ha diviso il periodo di lavorazione in due parti, così da avere la possibilità di apportare modifiche nella seconda tranche di riprese, dopo aver già iniziato il montaggio del film.[6]

Post-produzione

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La post-produzione del film ha richiesto quasi un anno; in particolare gli effetti visivi si sono rivelati complicati, poiché il regista voleva paragonare l'omicidio ad un'opera d'arte e di architettura.[12][13]

Il primo teaser trailer del film viene diffuso il 20 aprile 2018,[14] mentre il primo poster viene diffuso il 4 maggio.[15] Il 14 maggio viene diffuso il primo trailer esteso.[16] Il 31 ottobre viene diffuso il trailer statunitense della versione integrale del film.[17]

Distribuzione

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Il film è stato presentato in anteprima mondiale fuori concorso al Festival di Cannes 2018 il 14 maggio,[14] in seguito a una lunga negoziazione avvenuta dopo che von Trier era stato bandito dal festival nel 2011 in seguito ad alcune dichiarazioni interpretate come filonaziste.[12][18]

Il film è stato distribuito in Francia a partire dal 17 ottobre 2018 da Les Films du Losange;[19][20] in Danimarca e Germania è uscito nelle sale cinematografiche a partire dal 29 novembre 2018, distribuito rispettivamente da TrustNordisk e Concorde Filmverleih;[11][21] in Italia la pellicola esce nelle sale cinematografiche dal 28 febbraio 2019, distribuita da Videa.[22]

Il film ha incassato oltre 2 milioni di dollari in tutto il mondo.[23][24]

Fin dalla sua prima proiezione al Festival di Cannes, la pellicola ha diviso la critica, con alcuni che l'hanno criticata duramente e accolta con freddezza, mentre altri hanno applaudito l'opera.[25][26]

La rivista Cahiers du cinéma l'ha inserito nella propria classifica dei migliori film dell'anno, posizionandolo all'ottavo posto.[27]

Versioni alternative

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Nella distribuzione del film in diversi paesi, tra cui gli Stati Uniti, sono stati operati dei tagli ad alcuni particolari delle scene più cruente, andando ad accorciare di circa 4 minuti la versione del film mostrata a Cannes, che von Trier ha definito «la director's cut» della pellicola.[25][28]

Anche in Italia il film ha ricevuto tagli, ed è stata distribuita in due versioni, entrambe vietate ai minori di 18 anni: la versione doppiata con il taglio delle scene più cruente, non riconosciuta dall'autore, e la versione sottotitolata che invece non ha ricevuto alcun taglio.[29]

Casi mediatici

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Durante la proiezione del film al Festival di Cannes, circa un centinaio di spettatori hanno abbandonato la sala a causa della violenza mostrata, nonostante poi il film sia stato accolto da una standing ovation.[30][31]

Negli Stati Uniti la Motion Picture Association of America ha intentato una causa contro la IFC Films, rea di aver distribuito per un'unica giornata la versione integrale del film senza alcun tipo di divieto, non avendo prima sottoposto la questione alle linee guida della MPAA.[32] La questione si è risolta posponendo la distribuzione digitale del film dal 14 dicembre 2018, data in cui la versione tagliata del film sarebbe stata distribuita in sala, a un periodo indefinito del 2019.[33] Tuttavia a dicembre si è verificato un altro incidente, quando la versione integrale del film è rimasta disponibile per l'acquisto su YouTube per alcune ore prima di essere rimossa.[34]

Riconoscimenti

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  1. ^ (EN) Catherine Shoard, Lars von Trier inspired by Donald Trump for new serial-killer film, su theguardian.com, The Guardian, 14 febbraio 2017. URL consultato il 20 aprile 2018.
  2. ^ a b (EN) Zack Sharf, Lars von Trier Wants You to Know ‘The House That Jack Built’ Will Be His Most Brutal Film Ever, su indiewire.com, 8 marzo 2017. URL consultato il 20 aprile 2018.
  3. ^ a b (EN) Catherine Shoard, Lars von Trier inspired by Donald Trump for new serial-killer film, in The Guardian, 14 febbraio 2017. URL consultato il 20 aprile 2018.
  4. ^ A questo canto ebraico si è ispirato anche Angelo Branduardi per comporre il testo di Alla fiera dell'est.
  5. ^ a b c (EN) Elsa Keslassy, Lars Von Trier’s ‘The House That Jack Built’: New Details Emerge, in Variety, 14 maggio 2016. URL consultato il 20 aprile 2018.
  6. ^ a b c d (EN) Wendy Mitchell, Lars Von Trier’s 'The House That Jack Built' cuts early deals, su screendaily.com, 17 maggio 2016. URL consultato il 20 aprile 2018.
  7. ^ (EN) Mike Fleming Jr., Lars Von Trier Sets Matt Dillon, Bruno Ganz For ‘The House That Jack Built’, su Deadline Hollywood, 2 novembre 2016. URL consultato il 10 marzo 2017.
  8. ^ (EN) Scott Roxborough, Berlin: Lars von Trier's 'The House That Jack Built' Adds Riley Keough, Sofie Gråbøl (Exclusive), in The Hollywood Reporter, 11 febbraio 2017. URL consultato il 9 marzo 2017.
  9. ^ (EN) Elsa Keslassy, Uma Thurman Joins Cast of Lars von Trier’s ‘The House That Jack Built’, in Variety, 7 marzo 2017. URL consultato il 9 marzo 2017.
  10. ^ a b (EN) Christian Monggaard, Lars von Trier talks Uma Thurman, serial killers and Cannes at first press conference since Nazi row, su screendaily.com, 8 marzo 2017. URL consultato il 20 aprile 2018.
  11. ^ a b (EN) The House That Jack Built, su trustnordisk.com, TrustNordisk. URL consultato il 1º febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2019).
  12. ^ a b (EN) Ryan Gilbey, Lars von Trier negotiating for Cannes return after 2011 Nazi comments ban, in The Guardian, 9 marzo 2017. URL consultato il 20 aprile 2018.
  13. ^ (EN) Cinematographer Manuel Alberto Claro, DFF, discusses Lars Von Trier's “The House That Jack Built”, su AFCinema.com, 17 maggio 2018. URL consultato il 15 dicembre 2018.
  14. ^ a b Filmato audio Videa, THE HOUSE THAT JACK BUILT, su YouTube, 20 aprile 2018. URL consultato il 20 aprile 2018.
  15. ^ Matteo Tosini, Cannes 71: The House that Jack Built, ecco il primo poster del nuovo film di Lars von Trier, su badtaste.it, 4 maggio 2018. URL consultato il 4 maggio 2018.
  16. ^ Andrea Bedeschi, Cannes 71: The House that Jack Built, ecco il nuovo trailer del film di Lars von Trier, su badtaste.it, 14 maggio 2018. URL consultato il 14 maggio 2018.
  17. ^ Filmato audio IFC Films, The House That Jack Built - Director's Cut Announcement ONE NIGHT ONLY Nov 28th, su YouTube, 31 ottobre 2018. URL consultato il 31 ottobre 2018.
  18. ^ (EN) Cannes Adds Lars von Trier's 'The House That Jack Built,' Sets Terry Gilliam's 'Don Quixote' as Closer, in Variety. URL consultato il 19 aprile 2018.
  19. ^ (FR) Jean-François Rauger, «The House That Jack Built»: portrait de l’artiste en psychopathe, in Le Monde, 16 ottobre 2018. URL consultato il 1º febbraio 2019.
  20. ^ (FR) Oliver Père, 'The House That Jack Built' de Lars von Trier, su Arte.tv, 7 ottobre 2018. URL consultato il 1º febbraio 2019.
  21. ^ (DE) Review: 'The House That Jack Built' (Film Festival Cologne), su Leinwandreporter.com, 29 novembre 2018. URL consultato il 1º febbraio 2019.
  22. ^ Andrea Francesco Berni, EXCL – La Casa di Jack: il teaser poster e la data d’uscita italiana del film di Lars Von Trier!, su badtaste.it, 31 gennaio 2019. URL consultato il 1º febbraio 2019.
  23. ^ (EN) The House That Jack Built (2018) - Financial Information, su The Numbers. URL consultato il 31 gennaio 2019.
  24. ^ (EN) Lars Von Trier’s ‘The House That Jack Built’ Scores $172,000 in One Night – More Than Half of Total ‘Nymphomaniac’ Gross, su The Wrap, 29 novembre 2018. URL consultato il 15 dicembre 2018.
  25. ^ a b (EN) Alissa Wilkinson, Critics called Lars von Trier’s new movie “repulsive.” It’s being released twice., su Vox, 14 dicembre 2018. URL consultato il 1º febbraio 2019.
  26. ^ (EN) Polarizing 'The House That Jack Built' Reviews Suggest It's This Year's Most Extreme and Controversial Horror Movie!, su Bloody Disgusting, 15 maggio 2018. URL consultato il 30 novembre 2018.
  27. ^ Pierre Hombrebueno, I 10 migliori film del 2018 secondo i Cahiers du Cinéma, su bestmovie.it, Best Movie, 4 dicembre 2018. URL consultato il 4 dicembre 2018.
  28. ^ (EN) Jason Bailey, The Director’s Cut: A Label Often Redefined, Now by Lars von Trier, in The New York Times, 26 novembre 2018. URL consultato il 1º febbraio 2019.
  29. ^ Marita Toniolo, La casa di Jack: il film di Lars von Trier esce in due versioni entrambe V.M.18, su Best Movie, 26 febbraio 2019. URL consultato il 27 febbraio 2019.
  30. ^ (EN) Gwilym Mumford, 'Vomitive. Pathetic': Lars Von Trier film prompts mass walkouts at Cannes, su the Guardian, 15 maggio 2018. URL consultato il 15 maggio 2018.
  31. ^ (EN) Jenna Marotta, ‘The House That Jack Built’ First Reactions: ‘Lars Has Gone Too Far This Time’ As 100 People Walk Out — Cannes, su indiewire.com, 14 maggio 2018.
  32. ^ (EN) Erik Pedersen, ‘The House That Jack Built’: MPAA Says Unrated Screenings Of Lars von Trier’s Gorefest Break CARA Rules; IFC Films Disagrees – Update, su Deadline, 30 novembre 2018. URL consultato l'11 dicembre 2018.
  33. ^ (EN) Sam Adams, Director’s Cut of Lars von Trier’s Serial-Killer Drama The House That Jack Built Delayed After Ratings Board Controversy, su Slate, 5 dicembre 2018. URL consultato l'11 dicembre 2018.
  34. ^ (EN) The Director’s Cut of ‘The House That Jack Built’ Popped Up for Purchase on YouTube… and Then Vanished, su Bloody Disgusting, 7 dicembre 2018. URL consultato il 14 dicembre 2018.

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