Lajos Keresztes-Fischer
Lajos Keresztes-Fischer | |
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Il generale d'artiglieria Keresztes-Fischer | |
Nascita | Pécs, 8 gennaio 1884 |
Morte | Vöcklabruck, 29 aprile 1948 |
Dati militari | |
Paese servito | Impero austro-ungarico Regno d'Ungheria |
Forza armata | Imperiale e regio esercito Regio esercito ungherese |
Arma | Artiglieria |
Anni di servizio | 1905-1943 |
Grado | Tenente generale |
Guerre | Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale |
Comandante di | Capo di stato maggiore del Regio esercito ungherese |
Studi militari | Imperiale e reale Accademia militare di Mödling |
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Lajos Keresztes-Fischer (Pécs, 8 gennaio 1884 – Vöcklabruck, 29 aprile 1948) è stato un generale ungherese, che ricoprì alti incarichi tra le due guerre mondiali. Tra i primi sostenitori della Reggenza dell'ammiraglio Miklós Horthy di cui fu Aiutante di campo dal 1933 al 1941, fu Capo della Cancelleria Militare (1935-1938), Capo di stato maggiore dell'esercito (1938-1940) e aiutante generale della Cancelleria Militare (1940-1942). Membro della Camera alta del Parlamento fino all’ottobre 1944, durante il colpo dei stato effettuato dal Partito delle Croci Frecciate fu arrestato e imprigionato nel campo di concentramento di Dachau dalla Gestapo. Qui venne liberato dalla truppe americane nell'aprile 1945. Non rientrò più in Ungheria, vivendo in esilio in Austria fino alla sua morte.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Pécs l’8 gennaio 1884,[1] all’interno di un'antica famiglia di religione cattolica originaria della Baranya, figlio dell’avvocato Ferenc Fischer (1852-1940) e della nobildonna Margit Krasznay (1863-1945). Tra il 1895 e il 1905 frequentò le Imperiali e reali Accademie militari di Kőszeg (1895-1899), della Moravia (1899-1902), e di Mödling (1902-1905). Tra il 1909 e il 1912 frequentò l’Accademia militare Teresiana a Wiener Neustadt, partecipando alla prima guerra mondiale dove ricoprì svariati incarichi di Stato maggiore, dapprima presso quello centrale (1914-1917) e poi sul fronte italiano (1917-1918). Nel 1919 aderì alla Repubblica Sovietica di Ungheria, ma fu poi sostenitore del colpo di Stato che portò al potere come reggente l'ammiraglio Miklós Horthy, fu assegnato allo Stato maggiore della difesa, dove prestò servizio dal giugno al 1 dicembre 1920. Tra il dicembre 1920 e il 15 gennaio 1925 ricoprì l’incarico di Vice Direttore della Cancelleria Militare del Reggente, assumendo quindi l’incarico di Direttore della 4ª Sezione del VI Ufficio del Ministero della guerra, dove rimase fino al 1929, quando assunse l'incarico di comandante della 6ª Brigata mista di fanteria. Dal 19 gennaio 1931 al 1 maggio 1933 fu comandante della 1ª Brigata di cavalleria, assumendo quindi l'incarico di Vicecapo de Stato maggiore dell’esercito, ricoprendo tale incarico fino al 1935. Dal 1933 al 1941 ricoprì l’incarico di Aiutante di campo del Reggente, venendo nel frattempo promosso maggior generale il 1 maggio 1935.[1] Dal 1935 al 1938 fu Capo della Cancelleria Militare,[2] e in quell’anno fu nominato Capo di stato maggiore[2] dell'esercito in sostituzione del tenente generale Jenő Rátz[2] divenuto Ministro della Difesa del governo presieduto da Béla Imrédy.[2] Durante la Crisi di Monaco il 6 settembre 1938[3] volò a Berlino dove ebbe colloqui con il suo omologo tedesco Franz Halder,[3] ma non si arrivò alla firma di un accordo segreto in cui, in caso di attacco tedesco alla Cecoslovacchia, l’esercito ungherese sarebbe intervenuto a sostegno della Wehrmacht per l’opposizione dello stesso Hitler.[3]
Il 3 gennaio 1940 cedette l’incarico di Capo di stato maggiore al generale Henrik Werth,[4] e fu poi promosso generale d’artiglieria (tüzérségi tabornok) nel maggio 1940.[5] Nei primi anni della seconda guerra mondiale prestò servizio come Aiutante generale della Cancelleria Militare,[6] fino al 1 novembre 1942, e ritirandosi a vita privata il 1 febbraio 1943,[6] divenendo membro della Camera alta del Parlamento fino all’ottobre 1944. Durante il colpo di Stato effettuato dal Partito delle Croci Frecciate (15-16 ottobre 1944) fu arrestato e imprigionato nel campo di concentramento di Dachau dalla Gestapo insieme a suo fratello Ferenc Keresztes-Fischer. Liberato dalla truppe americane nell’aprile 1945, dopo la fine della guerra visse all’estero, e si spense a Vöcklabruck, Austria, il 29 aprile 1948,[1] appena due mesi dopo la morte del fratello Ferenc.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Tibor 2013, p. 155.
- ^ a b c d Renner 2016, p. 208.
- ^ a b c Goldstein, Lukes 2012, p. 208.
- ^ Pettibone 2012, p. 115.
- ^ Pettibone 2012, p. 178.
- ^ a b Pettibone 2012, p. 113.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Erik Goldstein e Igor Lukes, The Munich Crisis, 1938: Prelude to World War II, London, Frank Cass, 2012, ISBN 1-13632-839-4.
- (EN) Moshe Y. Herczl, Christianity and the Holocaust of Hungarian Jewry, New York, NYU Press, 1993, ISBN 978-081473-520-6.
- (EN) Anthony Tihamer Komjathy, A Thousand Years of the Hungarian Art of War, Toronto, Rakoczi Foundation, 1982, ISBN 0-81916-524-7.
- (EN) Charles D. Pettibone, The Organization and Order of Battle of Militaries in World War II Volume VII Germany’s and Imperial Japan’s Allies e Puppet States, Trafford Publishing, 2012, ISBN 1-46690-351-1.
- (EN) Stephen L. Renner, Broken Wings: The Hungarian Air Force, 1918-45, Bloomington, Indiana University Press, 2016, ISBN 0-25302-339-4.
- (EN) Frank Tibor, Discussing Hitler: Advisers of U.S. Diplomacy in Central Europe, 1934-1941, Budapest, Central European University Press, 2003, ISBN 9-63924-156-3.
- (EN) Spencer C. Tucker, Who's Who in Twentieth Century Warfare, London, Routledge, 1982, ISBN 0-41523-497-2.
Periodici
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Andris Kursietis, Colonel-General Gusztáv Jány, in Magyar Front, n. 3, Vancouver, International Hungarian Military History Preservation Society, estate 2013, p. 5-11.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lajos Keresztes-Fischer
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Lajos Keresztes-Fischer, su generals.dk, http://www.generals.dk/. URL consultato il 24 maggio 2017.