Natale Iamonte
Natale Iamonte (Melito di Porto Salvo, 7 maggio 1927 – Melito di Porto Salvo, 2 febbraio 2015[1]) è stato un mafioso italiano.
Storico criminale della cosca Iamonte della 'ndrangheta calabrese. Fu anche membro della Santa.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Iamonte salì al potere uccidendo il boss locale di Melito Porto Salvo Giuseppe Trimarchi negli anni sessanta[2][3]. In origine come lavoro faceva il macellaio. Inizia a fare soldi con appalti pubblici destinati allo sviluppo della Calabria. La costruzione della Liquichimica a Saline Joniche, un progetto da 300 miliardi di lire. Ma la struttura non divenne mai operativa perché fu costruito su un terreno non idoneo, soggetto a smottamenti, malgrado le attenzioni dell'ingegnere civile locale che morì in un incidente d'auto.[4]
Secondo diversi pentiti, Giacomo Mancini, due volte segretario del PSI e 2 volte ministro del governo fu supportato da Iamonte che indirizzò i voti elettorali per eleggerlo in parlamento[5]. Mancini presumibilmente provò a regolare la sentenza del figlio Vincenzo Iamonte e lo aiutò negli appalti della Liquichimica. Mancini negò ogni coinvolgimento con il capobastone calabrese[6]. Fu assolto successivamente dalle accuse[7].
Avrebbe fatto parte del Crimine, l'organo apicale dell'associazione criminale.
Arresto e morte
[modifica | modifica wikitesto]Natale Iamonte fu mandato in esilio interno nel 1988 nel nord Italia[8]. La misura, in quel periodo veniva attuata per rimuovere i criminali dal contesto criminale in cui si trovavano. Fu trasferito a Desio con il suo parente Natale Moscato[8].
Anche qua però incominciano attività illegali investendo i profitti illeciti nell'area brianzola. Nel dicembre 1995 la polizia sequestra beni del valore di 50 miliardi di lire nella Brianza.[9]
Iamonte fu arrestato nel novembre del 1993, scontando 21 anni di carcere sotto il regime del 41bis, inoltre venne condannato a 4 ergastoli.[1][10]
Il 21 novembre 2014 viene scarcerato dal Tribunale di Sorveglianza di Milano per problemi di salute legati ad una malattia degenerativa[11]. Morirà a Melito Porto Salvo l'anno dopo il 2 febbraio 2015[1].
I suoi figli Vincenzo e Giuseppe Iamonte gli succedettero alla guida della 'ndrina.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Melito Porto Salvo (Rc), morto l'anziano boss Iamonte, NtaCalabria.it, 3 febbraio 2015
- ^ In mare il tritolo mafioso, La Repubblica, 30 aprile, 1995
- ^ https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/05/01/fa-paura-la-nave-al-tritolo.html
- ^ La pax della 'ndrangheta soffoca Reggio Calabria, La Repubblica, 25 aprile, 2007
- ^ https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/10/07/voti-mafia-arrestate-mancini.html
- ^ Mancini, il giudice nega l'arresto Corriere della Sera, 7 ottobre 1993
- ^ 'Ndrangheta, assolto Mancini, Corriere della Sera, 20 novembre, 1999
- ^ a b https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/09/15/ndranghetaarrestato-consigliere.html
- ^ Caccia al tesoro del boss, Corriere della Sera, 23 dicembre, 1995
- ^ Maxisequestro di esplosivo, Corriere della Sera, 6 giugno, 2004
- ^ Scarcerato il boss Natale Iamonte: dopo 21 anni fa ritorno a Melito Porto Salvo, in strill.it, 21 novembre 2014. URL consultato il 5 aprile 2019.