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Roberto Carifi

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Roberto Carifi (Pistoia, 11 settembre 1948) è un poeta, traduttore, filosofo, critico letterario e scrittore italiano.

Allievo di Piero Bigongiari, tra i maggiori esponenti dell'ermetismo fiorentino, conosciuto nel 1982, profondamente influenzato dalle voci liriche di Rainer Maria Rilke e Georg Trakl, su cui si è esercitato anche come traduttore,[1] oltre a essere poeta, svolge l'attività di critico letterario.[2] Attratto sin dagli anni degli studi universitari dalla filosofia francese e tedesca, nell'età matura ha incrociato il pensiero buddhista, attorno al quale si focalizzano le sue raccolte più recenti, come Tibet e Il segreto. Al fianco degli studi filosofici, vi sono quelli di psicoanalisi, compiuti dapprima presso L'École Freudienne di Parigi, come auditore alle lezioni tenute da Jacques Lacan, e proseguiti a Milano. Mentre nelle liriche giovanili si risente la dizione rilkiana e emerge il debito verso la filosofia di Martin Heidegger, nei componimenti successivi questi motivi vengono amalgamati a nuove istanze della sensibilità di Carifi. In particolare dopo la dura prova della malattia, "l'incidente" come lui chiama l'ictus da cui è stato colpito nel 2004, i suoi versi abbracciano una nuova forma di rarefazione dissolvente in cui l'essere, attraversato dal dolore, cerca una via estrema di comunicazione per ricongiungersi al mondo.[3]

Luoghi e figure dell'anima

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Due sono i temi che incardinano la poetica di Roberto Carifi, la madre e il legame con la città natale, Pistoia, che di quel rapporto affettivo è l'emanazione, entrambi raccolti filosoficamente nel rimando all'infanzia, epoca originaria dei sensi, periodo d'elezione per l'anima ma anche ingrato, di cui si fatica a cogliere l'essenza se non a patto di una discesa spossante: «Ora è l'attimo che attende,/ è l'istante che prepara i tempi/ a un altro istante dove si deve attendere l'infanzia,/ quella bastarda che era là, tragico volto dei bambini».[4] La madre, dolorosa musa, abbandonata dal marito quando il bambino aveva appena tre anni, ha lungamente accompagnato e sorretto la voce del figlio. La sua scomparsa è una perdita incolmabile nella vita e nell'immaginario di Carifi. La città rappresenta un caldo grembo, dove tutto rimanda a quel legame dissolto ma anche alle tante amicizie giovanili, e perfino a quegli spiriti gentili di artisti e letterati che continuano ad aggirarsi, figure di sogno, nelle strette strade del centro: «Piero Bigongiari era di Pistoia. Era figlio del capostazione e abitava in Via del Vento, accanto a Gianna Manzini. [...] Nei miei viaggi onirici li vedo tutti e due, Bigongiari e la Manzini, camminare tra Via del Vento e Via Verdi, in silenzio perché parlano una lingua muta, una lingua del deserto che solo i poeti e i mistici capiscono».[5] Nei suoi versi rivive di continuo la devozione spirituale per il luogo, la cui essenza poetica sta nell'intreccio di memorie che lo abitano, un passato con cui Carifi si misura in uno stato di incerta beatitudine tra sogno e veglia.

<<...nasco filosofo con una grande tensione verso la poesia. Una tensione, la mia, che si è poi sviluppata fino a rendermi filosofo, ma soprattutto poeta. La filosofia arriva fino ad un certo punto, da quel punto in poi c’è la poesia. La poesia parla del cielo, delle foreste degli uomini, fa un salto verso la verità. Abbandona il linguaggio su cui, bene o male, la filosofia regge e sceglie un linguaggio ''presentativo'', il linguaggio della presenza.

La ricerca di Carifi è la risposta alle varie vicende dell’uomo. L’uomo colma e coglie sé stesso attraverso il percorso del lume, l’apertura alla conoscenza. L’uomo mite che miete la luce, capace di cuore della verità, che non rinuncia al pensiero della responsabilità e della parola, è l’uomo Carifi. Non bisogna accostarsi a lui con il timore di leggere un incomprensibile tomo di filosofia, sia pur condividendo con Carifi che non esistono concetti semplici, né concetti già pronti, perché la filosofia è in divenire, è in movimento. Un sottile ma preciso filo conduttore che caratterizza la raccolta delle sue lunghe e silenziose riflessioni è la pratica dell’intensità, destini che si rivelano fino in fondo. Egli esercita la bellezza della profondità portandola, a tutti, sul piano conoscitivo della scrittura. Le sue opere sono cammini culturali e spirituali dove l’uomo ed il valore sono all’unisono un giro concentrico di piaceri.

La scrittura è un abisso che, in un’intima solidarietà, unisce il moto interiore all’estetica dell’espressione, e la parola diviene il veicolo principale dove il silenzio meditativo e contemplativo si colora di una dimensione oggettiva.

-Fiorella Antonella Scorrano, La conoscenza dell'altro. - L'uomo del pensiero: Roberto Edizione Polistampa, Firenze 2006>>

«Poesia e filosofia convivono e si alternano nella vasta produzione letteraria di Roberto Carifi, tra i maggiori autori contemporanei. Nato nel 1948 a Pistoia, dove risiede ancora oggi, Carifi è conosciuto per i testi filosofici e per l’intensa attività poetica, influenzata, a partire dagli anni Ottanta, dall’amicizia con Piero Bigongiari; ma anche per le traduzioni in italiano di Hermann Hesse, Jean-Jacques Rousseau, Jean Racine, Georges Bataille, Georg Trakl e Simone Weil.
Giulia Gonfiantini, Roberto Carifi: la poesia è una stretta di mano su «Naturart», rivista di cultura, Giorgio Tesi Editrice»

«Roberto scopre il dolore con la perdita della madre [...] che diventa la sua «ossessione poetica», descritta come un pozzo in cui scendere. Le sue due antologie poetiche (Infanzia; Nel ferro dei balocchi), pur seguendo percorsi diversi, si ergono entrambe su due abissi: l'infanzia personale, ma al contempo quella di intere generazioni europee, segnate da un legame indissolubile.
Archivio Festival Letteratura, Palazzo Ducale, Mantova, 2009»

«È una poesia in cui la forte componente autobiografica trasfigura il vissuto, in quanto ciò che si racconta assume valore paradigmatico: situazioni ed episodi emblematici in cui l’uomo incontra l’assoluto.
Sabina Candela, Incontro col poeta Roberto Carifi su «VIinforma», rivista culturale della Banca di credito cooperativo di S. Pietro in Vincio, ottobre-dicembre 2013, pp.12-14»

«La raccolta Madre, proprio perché torna su un tema già fortemente praticato, consente di guardare al complessivo percorso poetico di Carifi potendo distinguere in esso un momento di passaggio e di mutamento, determinato prima dall’avvicinamento al buddismo, poi dalla malattia.
Giuseppe Grattacaso, Supplica alla madre su «Succedeoggi» Cultura nell’informazione quotidiana»

Raccolte poetiche

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  • Simulacri (Forum/Quinta Generazione, Forlì 1979);
  • Infanzia (Società di Poesia, Milano 1984 - rist. Raffaelli, Rimini 2012);
  • L'obbedienza (Crocetti, Milano 1986);
  • Occidente (Crocetti, Milano 1990);
  • Amore e destino (Crocetti, Milano 1993);
  • Poesie (I Quaderni del Battello Ebbro, Porretta Terme 1993);
  • Casa nell'ombra (Almanacco Mondadori, Milano 1993);
  • Il Figlio (Jaca Book, Milano 1985);
  • Amore d'autunno (Guanda, Parma-Milano 1998);
  • Europa (Jaca Book, Milano 1999);
  • Il gelo e la luce (Le Lettere, Firenze 2003);
  • La pietà e la memoria (Edizioni ETS, Pisa 2003) ISBN 88-467-0782-6;
  • D'improvviso e altre poesie scelte (Via del Vento edizioni 2006);
  • Nel ferro dei balocchi (Crocetti, Milano 2008);
  • Tibet (Le Lettere, Firenze 2011);
  • Madre (Le Lettere, Firenze 2014);
  • Il Segreto (Le Lettere, Firenze 2015);
  • Victor e la bestia (Via del Vento edizioni, Pistoia 1996);
  • Lettera sugli angeli e altri racconti (Via del Vento edizioni, Pistoia 2001);
  • Destini (Libreria dell'Orso editrice, Pistoia 2002);
  • Il gesto di Callicle (Società di Poesia, Milano 1982);
  • Il segreto e il dono (EGEA, Milano 1994);
  • Le parole del pensiero (Le Lettere, Firenze 1995);
  • Il male e la luce (I Quaderni del Battello Ebbro, Porretta Terme 1997);
  • L'essere e l'abbandono (Il Ramo d'Oro, Firenze 1997);
  • Nomi del Novecento (Le Lettere, Firenze 2000);
  • Nome di donna (Raffaelli, Rimini 2010).
  1. ^ Rainer Maria Rilke, L'angelo e altre poesie, Via del Vento edizioni, 2008; Georg Trakl, La notte e altre poesie, traduzione di Massimo Baldi e Roberto Carifi, Postfazione di Roberto Carifi, Via del Vento edizioni, 2008.
  2. ^ Tiene la rubrica mensile "Per competenza" sulla rivista «Poesia» diretta da Nicola Crocetti.
  3. ^ Per ulteriori notizie si veda la sezione dedicata ai cenni biografici del poeta nel volume Roberto Carifi, D'improvviso e altre poesie scelte, Via del Vento edizioni, 2006.
  4. ^ Da Roberto Carifi, Tibet, Le Lettere, 2011.
  5. ^ Da Pistoia in parole. Passeggiate con gli scrittori in città e dintorni, a cura di Alba Andreini, introduzione di Roberto Carifi, Edizioni ETS, 2012.
  • M. Baudino, Nel mitico mondo di Carifi, «Gazzetta del Popolo», 19 settembre 1979;
  • C. Viviani, Il mito e il nuovo inquilino, «Il Giorno», 7 ottobre 1979;
  • F. Ermini, Il mito per relazionarsi al reale, «Il quotidiano dei lavoratori», 13 marzo 1982;
  • G. Giudici, Il gesto di Callicle, «L'Espresso», n. 40-41, ottobre 1982;
  • A. Porta, Il gesto di Callicle, «Alfabeta», n. 41, ottobre 1982;
  • M. Spinella, La microfisica del significante poetico, «Rinascita», n. 32, 1982;
  • G. Raboni, Qui sento odor di buoni versi, «Il Messaggero», 20 giugno 1984;
  • T. Kemeny, Infanzia, «Il piccolo Hans», n. 46, 1985;
  • M. Baudino, Al fuoco di un altro amore, Jaca Book, 1986;
  • F. Masini, L'anima e la forma nei versi di Carifi, «Avvenire», 1º novembre 1986;
  • P.F.Iacuzzi, Il paradosso della poesia italiana degli anni Ottanta, «Paradigma», n. 7, 1986;
  • B. Frabotta, Utopisti e menestrelli, «L'indice», n. 7, luglio 1987;
  • R. Mussapi, Nostalgia del tragico, «Corriere del Ticino», 14 novembre 1987;
  • I Quaderni del Battello Ebbro, n. 5, aprile 1990 (con saggi di V. Giuliani, P.F. Iacuzzi, F. Sessi, L. Tassoni, I. Vincentini);
  • T. Di Francesco, Basso continuo del rumore bellico per litanie epiche sull'occidente, «Il Manifesto», 9 novembre 1990;
  • M. Cucchi, Il filo del tramonto e del rimpianto, «Il Giornale», 9 dicembre 1990;
  • P. Bigongiari, La poesia, il luogo del ritorno a casa, «La Nazione», 29 marzo 1991;
  • A. Mazzarella, La lingua continua a battere dove la carità duole, «Il Mattino», 1º maggio 1991;
  • F. Loi, Il buio mondo che ci avvolge, «Il Sole 24 ore», 10 marzo 1991;
  • F. Rella, Il lato oscuro delle cose, «La Repubblica», 16 marzo 1991;
  • E. Gatta, Sul vuoto appesi alla parola, «La Nazione», 11 febbraio 1992;
  • S. Crespi, Amore senza tempo, «Il Sole 24 ore», 3 ottobre 1993;
  • R. Copioli, E per musa ispiratrice la nostalgia, «Avvenire», 16 dicembre 1993;
  • L. Carra, Classici pensosi versi, «Gazzetta di Parma», 31 dicembre 1993;
  • A. Donati, Amore per una donna e per il nulla, «Il Giorno», 24 ottobre 1993;
  • E. Gatta, Gli amori di Carifi, «La Nazione», 10 novembre 1993;
  • B. Manetti, Carifi il poeta errante, «La Repubblica», 8 novembre 1993;
  • D. Attanasio, Amore e morte trascendenti segreti, «Il Manifesto», 9 giugno 1994;
  • R. Copioli, Carifi: il desiderio è mitico, «Avvenire», 14 maggio 1994;
  • E. Grasso, L'amore quando il lume si spegne, «L'Unità», 24 gennaio 1994;
  • A. Donati, Intervista a Roberto Carifi, «Il Giorno», 24 aprile 1994;
  • S. Crespi, Doni al confine del tempo, «Il Sole 24 ore», maggio 1994;
  • A. Donati, L'angelo poetico della solitudine, «Il Giorno», 26 gennaio 1994;
  • R. Copioli, Figli innamorati del proprio destino, «Avvenire», 28 ottobre 1995;
  • M. Liberatore, Il male, una provocazione estetica nei racconti di Roberto Carifi, «La Clessidra», n. 1, 1995;
  • S. Crespi, Chiaroscuro con lampada e scialle, «Il Sole 24 ore», 15 ottobre 1995;
  • G. Conte, Chi son? Sono un poeta, «Il Giornale», 16 ottobre 1995;
  • A. Ugolotti, Il dolore nelle sillabe, «La Gazzetta di Parma», 10 gennaio 1996;
  • A. Donati, Roberto Carifi: un angelo in esilio, «Avvenimenti», 28 agosto 1996;
  • U. Piersanti, Il figlio, «Tutto Libri», 25 novembre 1996;
  • P. Bigongiari, Carifi: parole e voce di Figlio, «La Nazione», 5 gennaio 1996;
  • A. Torno, Quel contratto da verificare, «Il Sole 24 ore», 6 aprile 1997;
  • R. Copioli, Carifi: angeli sospesi tra essere e abbandono, «Avvenire», 12 dicembre 1997;
  • G. Tesio, Un neoromantico invoca il cuore, i sogni, l'addio, «Tutto Libri», 19 novembre 1998;
  • M. Fortunato, Amore d'autunno, «L'Espresso», n. 43, 29 ottobre 1998;
  • P.F. Iacuzzi, Morte di madre. Quando la poesia "riversa la vita", «Il Giornale», 5 ottobre 1998;
  • R. Copioli, Carifi e l'elegia di uno stile semplice, «Avvenire», 24 ottobre 1998;
  • U. Cecchi, Quei legami vitali tra figlio e madre, «La Nazione», 6 ottobre 1998;
  • S. Crespi, Carifi: tra infelicità e silenzio, «Il Sole 24 ore», 27 settembre 1998;
  • S. Ramat, Un dolcissimo amore d'autunno, «Il Giornale», 18 settembre 1998;
  • D. Fiesoli, Carifi e l'estetica dell'amore, «Il Tirreno», 18 ottobre 1998;
  • E. Zucchi, Dalla parte del cuore, «Gazzetta di Parma», 19 novembre 1998;
  • E. Coco, Roberto Carifi, Rivista de Literatura del centro cultural, n. 3, Malaga, junio 1998;
  • F. Desideri, Un dialogo a distanza sull'alterità del figlio, introduzione a R. Carifi e U. Buscioni, Figure dell'abbandono, maschiettoemusolino, Siena 1998;
  • M. Merlin, Il pathos del sublime: la poesia di Carifi, «Atelier», n. 15, settembre 1999;
  • D. Fiesoli, Europa, «Il Tirreno», 15 dicembre 1999;
  • B. Garavelli, Addio alla madre, «Avvenire», 8 gennaio 2000;
  • G. Colotti, Europa, «Il Manifesto», 8 gennaio 2000;
  • R. Bartoli, La religiosa tragicità di Carifi, «Poesia», n. 137, marzo 2000;
  • F. A. Scorrano, La conoscenza dell'altro. - L'uomo del pensiero: Roberto Carifi, Edizione Polistampa, Firenze 2006
  • S. Ramat, Roberto Carifi nel nome della madre, «Il Giornale», 01 settembre 2007;

Per la sezione bibliografica questa voce trae informazioni dalla Wikipedia inglese.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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