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Trastuzumab

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Trastuzumab
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC6470H10012N1726O2013S42
Massa molecolare (u)145531.5 g/mol
Numero CAS180288-69-1
Numero EINECS695-702-2
Codice ATCL01XC03
DrugBankDBDB00072
Dati farmacologici
Modalità di
somministrazione
Intravenosa
Dati farmacocinetici
Emivita2-12 giorni
Indicazioni di sicurezza

Il trastuzumab (venduto dalla Roche con il nome commerciale Herceptin) è un anticorpo monoclonale umanizzato, utilizzato per trattare alcuni tipi di carcinoma mammario, anche avanzato, recidivante o diffuso ad altri organi (carcinoma mammario secondario), specificamente nei carcinomi mammari in cui la proteina HER2/neu sia sovra-espressa[1]. Il farmaco può essere prescritto anche per il carcinoma gastrico metastatico con iperespressione di HER2[2].

Il trastuzumab è stato sviluppato dalla Genentech Inc.

Meccanismo di azione

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Il bersaglio molecolare del farmaco è una proteina transmembrana, l'HER2/neu, che risulta patologicamente iperespressa (per esempio, per amplificazione del gene codificante) in alcuni tipi di tumore (alcuni istotipi di tumore della mammella o dello stomaco). La particolarità di HER2/neu risiede nel fatto che non ha un dominio in grado di legare una molecola (non ha quindi un sito recettoriale), pur essendo provvisto di un dominio tirosin-chinasico (intracellulare), che è in grado di trasmettere un segnale di attivazione a valle. In altre parole, l'HER2/neu è un recettore orfano perché sprovvisto di un sito di legame recettoriale, ma può trasmettere un segnale di attivazione a valle dopo aver arruolato un'altra proteina HER (dimerizzazione) che svolga la funzione recettoriale. HER3, per esempio, con cui HER2 dimerizza, è al contrario provvisto di sito recettoriale ma privo di dominio tirosin-chinasico.

Trastuzumab si lega ad HER2/neu ed attirerà le cellule Natural Killer verso le cellule che iperesprimono HER2. In questo modo la proteina viene "spenta" e il tumore privato di un importante fattore di crescita[3].

Pratica clinica

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Il trastuzumab ha dimostrato di migliorare considerevolmente il tasso di sopravvivenza per tumori della mammella in stato avanzato e metastatici. I tumori della mammella con HER2 iperespresso, che una volta avevano una prognosi severa, hanno oggi una prognosi migliore, anche rispetto ad alcuni istotipi HER2-negativi (il luminale A ha comunque prognosi migliore)[4].

Una studio clinico di fase 3 presentato nel 2024 alla Società Americana di Oncologia Clinica ha mostrato una riduzione del 38% del rischio di progressione o di morte nel caso di tumore alla mammella metastatico trattato con trastuzumab deruxtecan (anticorpo che veicola un potente chemioterapico) diretto contro la proteina Her2-low o Her2-ultralow.[5]

A causa del suo costo elevato (fino a $100,000 all'anno) ha però causato diverse controversie, e correntemente viene utilizzato in modo limitato.

Sperimentazioni

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Il farmaco è stato inizialmente sviluppato nei topi, e successivamente umanizzato per evitare reazione immunitarie del corpo contro proteine estranee. L'utilizzo del trastuzumab per combattere altri tipi di cancro, come quello uterino, è in fase di studio[6].

  1. ^ "Trastuzumab". The American Society of Health-System Pharmacists. Retrieved 8 December 2016.
  2. ^ https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_000796_034949_FI.pdf&retry=0&sys=m0b1l3
  3. ^ CA Hudis, Trastuzumab--mechanism of action and use in clinical practice, in N Engl J Med., vol. 357, n. 1, 2007, pp. 39–51, DOI:10.1056/NEJMra043186, PMID 17611206. Jul 5;357(1):39-51. Review /article Archiviato il 15 agosto 2009 in Internet Archive.
  4. ^ https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28616827
  5. ^ (IT) Tumore al seno avanzato, una cura riduce il rischio di morte - Salute e Benessere | l'Adige.it, su l'Adige, 2 giugno 2024. URL consultato il 3 giugno 2024.
  6. ^ (EN) Santin AD, Bellone S, Roman JJ, McKenney JK, Pecorelli S., Trastuzumab treatment in patients with advanced or recurrent endometrial carcinoma overexpressing HER2/neu, in Int J Gynaecol Obstet, vol. 102, n. 2, 2008, pp. 128–31, DOI:10.1016/j.ijgo.2008.04.008, 18555254.

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Collegamenti esterni

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