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Vittorio Giovanni Rossi

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Disambiguazione – Se stai cercando il letterato del XVII secolo noto anche con lo pseudonimo di Giano Nicio Eritreo, vedi Gian Vittorio Rossi.

«Si può amare una nave come si ama una donna, anche di più. Certo, una nave non si ama tutti i giorni, tutt'altro: vengono giornate in cui si maledice lei e chi l'ha fatta [...]. Ma neanche una donna amata si ama tutti i giorni.»

Vittorio Giovanni Rossi nel 1965

Vittorio Giovanni Rossi (Santa Margherita Ligure, 8 gennaio 1898Roma, 4 gennaio 1978) è stato un giornalista e scrittore italiano.

Targa a Vittorio Giovanni Rossi in un palazzo di Santa Margherita Ligure

Nato da padre lombardo e madre ligure, dopo il diploma di capitano di lungo corso venne ammesso all'Accademia navale di Livorno come allievo ufficiale di complemento. Subito dopo la prima guerra mondiale fu inviato a Trieste con il compito di riorganizzare la flotta abbandonata della Guardia di Finanza austroungarica; promosso comandante e docente della scuola nautica da lui fondata per la Guardia di Finanza italiana in Istria, vi rimase otto anni. Nel 1925 firmò il Manifesto degli intellettuali fascisti.

Trascorse lunghe licenze viaggiando per tutto il mondo su navi mercantili, e scrivendo instancabilmente. Dal 1936 al 1938 ebbe una relazione extraconiugale con una giovane collega al Messaggero, Alba de Céspedes, la futura scrittrice, poetessa e partigiana italiana allora autrice in erba. La relazione divenne di dominio pubblico negli anni '80 del ventesimo secolo, quando si aprì un carteggio consegnato dallo stesso nel 1939 al suo attendente di allora, Giovanni Puledda, con la consegna di non aprirlo sino al 1980.

È stato inviato speciale del Corriere della Sera e di Epoca, ma nel corso di quel viaggio raramente interrotto che fu la sua vita fu anche occasionalmente marinaio e timoniere, palombaro e pescatore, carovaniere e minatore. Nel 1944 gli fu assegnato il premio Mussolini dall'Accademia d'Italia, ma il Ministro della Cultura popolare della Repubblica Sociale Italiana, Ferdinando Mezzasoma d'imperio lo cancellò per fregiarne l'antifascista Marino Moretti[1].

È stato anche il primo giornalista italiano non comunista a viaggiare in Unione Sovietica dopo la seconda guerra mondiale. Fu lo stesso governo italiano dell'epoca a mediare per l'ottenimento del visto. Di questo viaggio è testimone il libro Soviet, del 1952.

Di lui, un collega giornalista di Epoca, scrisse che "viaggiava in corriera e scriveva nei bar". Lui stesso amava definirsi uno "stradale", visto che letteralmente amava trovarsi per strada, in mezzo alle persone, vivendo prima sulla sua pelle le cose che poi avrebbe messo su carta. Durante i mesi estivi, nella sua Santa Margherita Ligure, trascorreva le mattinate a scrivere e incontrare persone presso il bar Vittoria sul lungo mare, immerso nel rumore, nella gente, nella vita che scorreva.

È sepolto nel cimitero di Santa Margherita Ligure, città dove ha sede anche il museo a lui dedicato, all'interno di villa Durazzo-Centurione. Sulla sua lapide c'è scritto "poca terra, molto mondo".

  • Le streghe di mare, Alpes 1930, rist. Il Castello 2003, ISBN 88-8039-314-6
  • Tassoni, Alpes 1931
  • Tropici, Bompiani 1934
  • Via degli spagnoli, Bompiani 1936
  • Oceano, Bompiani 1938, rist. De Ferrari e Devega 2001, ISBN 88-7172-341-4
  • Sabbia, Bompiani 1940
  • La guerra dei marinai, Bompiani 1941
  • Cobra, Bompiani 1941
  • Pelle d'uomo, Bompiani 1943
  • Alga, Bompiani 1945
  • Preludio alla notte, Bompiani 1948
  • Soviet, Garzanti 1952
  • Fauna, Bompiani 1953
  • Il granchio gioca col mare, Mondadori 1957
  • Cristina e lo Spirito Santo, Mondadori 1958
  • Festa delle lanterne, Mondadori 1960
  • La Terra è un'arancia dolce, Mondadori 1961
  • Nudi o vestiti, Mondadori 1963
  • Miserere coi fichi, Mondadori 1963
  • Il silenzio di Cassiopea, Mondadori 1965
  • Però il mare è ancora quello, Mondadori 1966
  • Terra e acqua, Mursia, 1966
  • Gli Eroi Polari, Epoca, 1966
  • Teschio e tibie, Mondadori 1968
  • L'orso sogna le pere, Mondadori 1971
  • Calme di luglio, Mondadori 1973
  • Il cane abbaia alla luna, Mondadori 1975
  • Maestrale, Mondadori 1976
  • Terra e acqua, Mursia 1988, ISBN 88-425-0306-1

Riconoscimenti

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  1. ^ Copia archiviata, su lelettere.it. URL consultato il 10 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2017).
  2. ^ Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci.it. URL consultato il 9 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2019).

I contributi critici riferiti all'opera di Vittorio Giovanni Rossi consistono, per la massima parte, nelle numerose recensioni pubblicate su periodici e quotidiani dell'epoca. È possibile peraltro citare i seguenti saggi in volumi:

  • Pietro Pancrazi, Vittorio Giovanni Rossi: un colorista, in Scrittori d'oggi, Serie terza, Bari, Laterza, 1946.
  • Pietro Pancrazi, L'inviato speciale, in Della tolleranza, Firenze, Le Monnier, 1955.
  • Alfredo Gargiulo, A proposito di letteratura di viaggi, in Letteratura italiana del Novecento, Firenze, Le Monnier, 1958.
  • Enrico Falqui, Viaggiatori ed inviati, in Novecento letterario, Serie terza, Firenze, Vallecchi, 1961.
  • Domenico Galati Ventura, Vittorio Giovanni Rossi (saggio), Ravenna, Longo, 1967.
  • Enrico Falqui, Giornalismo e letteratura, Milano, Mursia, 1969.
  • Guido Sommavilla, Vittorio Giovanni Rossi, in Letture n.12, dicembre 1973.
  • Ada Ruschioni, Vittorio Giovanni Rossi, in Letteratura italiana - I Contemporanei, volume quarto, Milano, Marzorati, 1974. (Questo profilo della Ruschioni contiene anche un'ampia rassegna delle recensioni e degli articoli dedicati alla figura o alle singole opere di questo scrittore).
  • Alberto Frasson, Vittorio G. Rossi, Edizioni del Noce 1983, ISBN 88-86115-16-4.
  • Alberto Broglia, Rossi Vivo, Editrice Ipotesi 1986.
  • Decio Lucano, Marrubbio (Colloqui con Vittorio Giovanni Rossi), volume allegato a Tecnologie Trasporti Mare - L'Automazione Navale/ nº 6 Novembre-Dicembre 2006.

Altri progetti

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