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Yahya ibn al-Hakam al-Bakri al-Jayyani

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Disambiguazione – Se stai cercando il poeta e storico, attivo nella corte califfale andalusa di al-Ḥakam II al-Mustanṣir, vedi Ibn Faraj al-Jayyani.

Yaḥyā ibn al-Ḥakam al-Bakrī al-Jayyānī (in arabo يحيى ﺑﻦ ﺍﻟﺤﻜﻢ ﺍﻟﺒﻜﺮﻱ ﺍﻟﺠﻴﺎﻧﻲ?; Jaén, prima del 790 – ...) è stato un poeta e diplomatico arabo di al-Andalus.

Yaḥyā b. al-Ḥakam al-Bakrī al-Jayyānī,[1] soprannominato al-Ghazāl (in arabo الغزال?, "Gazzella") per la sua avvenenza, fu un poeta e un diplomatico al servizio dell'Emiro omayyade di Cordova ʿAbd al-Raḥmān II (788 – 852), per conto del quale avrebbe effettuato un avventuroso viaggio verso i Paesi scandinavi per trattare con i Vichinghi che avevano invaso al-Andalus nell'844, risalendo il Guadalquivir, sottoponendo a duro saccheggio Lisbona, Cadice, Medina-Sidonia e la stessa città di Siviglia.

Diplomatico e viaggiatore

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Vichinghi in armi su un drakkar. 1100 ca.

Nell'845, ʿAbd al-Raḥmān II avrebbe inviato una sua ambasceria presso "il re dei Majūs".[2] Non si è certi se l'episodio sia storicamente fondato o se, come pensa A. Huici Miranda nel lemma a lui dedicato sulla Encyclopaedia of Islam, si tratti di un'invenzione del cronista musulmano Ibn Diḥya. Non si sa neppure, dando per veritiero il racconto, di quale sovrano si trattasse, perché potrebbe essersi trattato di re Horik II,[3] che regnò in Danimarca nella sua corte di Hleiðra tra l'854 e l'860 circa[4] o, forse, di Turgeis di Dublino (Irlanda).

A guidare la delegazione sarebbe stato chiamato il cinquantenne poeta Yaḥyā b. al-Ḥakam al-Bakrī, che aveva già condotto un'ambasceria (questa senz'altro documentata) non meno importante presso la corte bizantina a Costantinopoli nell'840, per rinsaldare i legami reciproci in funzione anti-abbaside e anti-carolingia.[5]

Il viaggio, effettuato via mare, di conserva con un knarr (o knörr),[6] a bordo del quale si trovava il rappresentante del re dei Vichinghi, durò nove mesi. Yaḥyā al-Ghazāl fece vela verso una vasta isola "a tre giorni di distanza dalla terraferma" (la Britannia, o Brittania): dunque a circa 300 miglia nautiche.
Al-Ghazāl ne descrisse sommariamente commerci, agricoltura e usi e rimase assai colpito dal fatto che la moglie del sovrano, Nūd, che aveva ricevuto dal musulmano grandi galanterie per la sua bellezza senza pari, gli rivelasse di essere attirata sessualmente da lui e che al re suo marito la questione non provocasse alcuna gelosia.
A completare la meraviglia di al-Ghazāl si aggiunse il fatto che le donne dei Majūs erano libere di cambiare marito a loro piacimento, quando se ne fossero stancate.

Complessivamente la missione di al-Ghazāl durò, secondo il racconto di Ibn Diḥya, venti mesi circa. Un'esperienza che raramente fu fatta nei "Paesi degli Ifranj[7]" dai musulmani del periodo alto-medievale e persino moderno, condannando a un'approssimativa conoscenza dell'Europa non-bizantina la cultura islamica fino all'età contemporanea.

  1. ^ Nisba che significa "di Jaén".
  2. ^ Termine con cui i musulmani andalusi si riferivano ai Vichinghi, malgrado il sostantivo si riferisse di norma ai Zoroastriani, o Magi.
  3. ^ Detto anche Erik Barn (in lingua danese: "Erik il Ragazzo").
  4. ^ Ibn Diḥya (Abū l-Khaṭṭāb ʿUmar ibn al-Ḥasan ibn Diḥya al-Kalbī) (1150-1235), tradotto da Jon Stefansson nel suo “The Vikings in Spain. From Arabic (Moorish) and Spanish Sources”, in Saga-Book of the Viking Club, Vol. VI Proceedings. University of London King's College, 1909, pp. 37-40.
  5. ^ La fonte originaria circa la missione presso i Vichinghi non ci è pervenuta, anche se conosciamo il nome del suo autore (o inventore), che era un contemporaneo di al-Ghazāl: Tammām ibn ʿAlqama, dal quale attingerà 4 secoli dopo Ibn Diḥya.
  6. ^ Imbarcazione del dislocamento di 50 tonnellate all'incirca, che i Vichinghi usavano per le spedizioni in cui vi era necessità di spazio per uomini e merci, scambiate o razziate.
  7. ^ Termine con cui, dall'XI secolo, i musulmani si riferirono ai cristiani del mondo latino-germanico, laddove quelli di cultura bizantina erano chiamati "Rūm" (Romei).
  • (AR) Ibn Diḥya, al-Muṭrib min ashʿār ahl al-Maghrib (Il libro dilettevole sulle poesie della gente del Maghreb (in arabo الـمـطـرب من أشـعـار أهـل الـمـغـرب?).
  • (LA) A. Seippel, Rerum normannicarum fontes arabici, Oslo, 1896, pp. 13–20.
  • (EN) Jon Stefansson, “The Vikings in Spain. From Arabic (Moorish) and Spanish Sources”, in Saga-Book of the Viking Club, Vol. VI Proceedings, University of London King's College, 1909.
  • (EN) John Haywood, “The Vikings in the Mediterranean”, in The Penguin Historical Atlas of the Vikings, Penguin Group, New York, NY. 1995, pp. 59–61, ISBN 978-0-14-051328-8.
  • (FR) Évariste Lévi-Provençal, Histoire de l'Espagne musulmane, Parigi-Leida, G.-P. Maisonneuve–E.J. Brill, 1950, 3 voll.
  • (FR) Reinhart Dozy, Histoire des musulmans d'Espagne, Leyda, E.J. Brill, 1932, 3 voll.
  • (FR) Idem, Recherches sur l'histoire et la littérature de l'Espagne pendant le moyen âge (Leiden, 2 voll., 1849) 3ª ed., completamente riveduta 1881), II, appendix, LXXXI-LXXXVIII.
  • (EN) W.E.D. Allen, The poet and the spae-wife. An attempt to reconstruct al-Ghazal's embassy to the Vikings, Kendal, Titus Wilson and Son Ltd., 1960 (stampato in tiratura limitata anche da Alien Figgis and Co. Ltd. di Dublino, in association with the Viking Society for Northern Research).
  • (DE) G. Jacob, Arabische Berichte von Gesandten an germanischen Fürstenhöfe aus dem 9. und 10. Jahrhundert, Berlino e Lipsia, 1927.

Voci correlate

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Controllo di autoritàVIAF (EN22529649 · ISNI (EN0000 0000 7146 3361 · CERL cnp00290204 · LCCN (ENnr93008312 · GND (DE102470162 · BNF (FRcb14494434n (data) · J9U (ENHE987007331518005171
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