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Yoram Gutgeld

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Itzhak Yoram Gutgeld

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaXVII
Gruppo
parlamentare
Partito Democratico
CircoscrizioneAbruzzo
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico
Titolo di studioMBA
ProfessioneDirigente d'Azienda

Itzhak Yoram Gutgeld (Tel Aviv, 14 dicembre 1959) è un dirigente d'azienda e politico israeliano naturalizzato italiano.

Di famiglia polacca di origine ebraica, trasferitasi nel Mandato britannico della Palestina alla vigilia della Seconda guerra mondiale, Gutgeld è nato e cresciuto a Tel Aviv; oggi vive a Milano.[1][2]

Nel 1984 si laurea in matematica e filosofia (Bachelor of Science e Master of Arts) all'Università Ebraica di Gerusalemme. Svolge il servizio militare nell'Israel Defense Forces: dapprima selezionato nella Unit 8200, sceglie poi di entrare in un reparto normale. Nel 1989 ottiene un Master in business administration e Ph.D presso l'Università della California a Los Angeles[3] e nello stesso anno arriva in Italia per uno stage estivo nella sede milanese di McKinsey & Company, insieme, fra gli altri, a Vittorio Colao[2]. In quel contesto conosce la futura moglie e decide perciò di stabilirsi in Italia. Diventa quindi cittadino italiano e fa carriera in McKinsey diventandone senior partner e direttore, nonché responsabile della grande distribuzione a livello europeo e aprendo e dirigendo gli uffici di McKinsey in Israele.[2]

Impegno politico

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Gutgeld presiede la prima riunione delle 35 centrali acquisti il 4 giugno 2015 presso la "sala azzurra" del Ministero dell'economia e delle finanze.

Nel luglio 2012 conosce Matteo Renzi del quale diventa in breve tempo il principale consigliere economico[1][2][4].

Alle elezioni politiche del 2013 viene eletto deputato, nelle liste del Partito Democratico nella circoscrizione Abruzzo.[2]

Nel febbraio del 2014 Renzi diventa capo del governo e in settembre Gutgeld diventa consigliere del presidente[5][6] e, da marzo 2015, commissario alla revisione della spesa.[7]

Gutgeld è l'ideatore del programma di riduzione delle tasse compresa la misura degli 80 euro. Gutgeld avvia il programma del governo Renzi di riduzione di costi generando un risparmio strutturale di 33 miliardi di euro attraverso riforme quali la concentrazione degli acquisti pubblici in 35 centrali acquisti il numero di stazioni appaltanti deputate a gestire le grandi gare.[8] Viene rimosso dall'incarico nel 2018 dal governo Conte I.

Gutgeld è membro della Commissione Trilaterale.[9]

Alle elezioni politiche del 2018 non è più ricandidato in parlamento, in quanto escluso dalle liste del Partito Democratico.[10]

  1. ^ a b (EN) Ariel David, Meet the Israeli economics expert who could become Italy’s Stanley Fischer, in Haaretz, Tel Aviv, 17 febbraio 2014. URL consultato il 10 gennaio 2015.
  2. ^ a b c d e Marco Panara, Gutgeld, da Israele a Montecitorio “Ecco le ricette della Renzinomics”, in La Repubblica, Roma, 23 settembre 2013. URL consultato il 15 gennaio 2015.
  3. ^ Pagina personale camera dei deputati, su camera.it. URL consultato il 15 maggio 2014.
  4. ^ Giuliano Ferraino, Gutgeld, il consigliere-matematico, in Corriere della Sera, Milano, 7 ottobre 2014. URL consultato il 15 gennaio 2015.
  5. ^ Renzi, nominati 7 consiglieri economici: ci sono Gutgeld, Perotti e Luna, su ilfattoquotidiano.it, Il Fatto Quotidiano, 19 settembre 2014. URL consultato il 15 ottobre 2015.
  6. ^ Ufficio del Presidente, su governo.it, Governo Italiano. URL consultato il 15 ottobre 2015.
  7. ^ Federico Fubini, Gutgeld: "Alla spending review risanerò sanità e trasporti con i costi standard. Troppi 5 corpi di polizia", su repubblica.it, la Repubblica, 28 marzo 2015. URL consultato il 15 ottobre 2015.
  8. ^ http://www.corriere.it/economia/16_gennaio_20/italia-ue-parla-gutgeldl-europa-ci-tratti-come-altri-avanti-la-spending-riforme-marciano-226cb460-bf47-11e5-b186-10a49a435f1d.shtml?refresh_ce-cp
  9. ^ http://www.trilaterale.it/Elenco_Soci_TC_Gruppo_Italiano.pdf
  10. ^ Claudio Bozza, Renzi taglia l’inventore degli 80 euro: Gutgeld non sarà ricandidato, in Corriere della Sera. URL consultato il 31 agosto 2018.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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