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32 dicembre

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32 dicembre

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Titolo originale

32 dicembre

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1988
Genere commedia a episodi
Regia Luciano De Crescenzo
Soggetto Lidia Ravera, Luciano De Crescenzo
Sceneggiatura Lidia Ravera, Luciano De Crescenzo
Produttore Mario Orfini, Emilio Bolles
Episodi
  1. Ypocrites
  2. La gialla farfalla
  3. I penultimi fuochi
Interpreti e personaggi

Ypocrites:

La gialla farfalla:

I penultimi fuochi:

32 dicembre, film italiano del 1988 diretto e interpretato da Luciano De Crescenzo.

Ypocrites

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  • Il passato... non è più. Il futuro... non è ancora. Il presente, come separazione fra due cose che non esistono, come fa a esistere? (Psichiatra)
  • È un guaio che non esiste il presente... per essere felici, bisogna saper vivere il presente. Quando il presente non c'è, non si è felici. Tutti sono capaci di dire "Come ero felice a vent'anni!" Che poi non è vero, non si era felici a vent'anni. Tutti sono capaci di vivere proiettandosi nel futuro: "Farò... dirò..." Il saggio, invece, è colui che realizza il presente. Il saggio è colui che quando ha sete e beve, sente l'acqua fresca che gli scende per la gola e pensa: "Oh com'è bello bere!" (Psichiatra)
  • Se il tempo non esiste... Noi come facciamo a sapere quando sono le sette e ce ne dobbiamo andare? (Aristippo)
  • Notizie di Diogene? (Socrate)
  • Sì... Ora che mi ricordo... Ha detto proprio così: "Salutami a Socrate!" (Aristippo)
  • Dire pazzo è esagerato... Diciamo piuttosto che vive il tempo con intensità. (Psichiatra)
  • Il tempo è un'emozione, ed è una grandezza bidimensionale, nel senso che lo puoi vivere in due dimensioni diverse: in lunghezza e in larghezza. Se lo vivete in lunghezza, in modo monotono, sempre uguale, dopo sessant'anni, voi avete sessant'anni. Se invece lo vivi in larghezza, con alti e bassi, innamorandoti, magari facendo pure qualche sciocchezza, allora dopo sessant'anni avrai solo trent'anni. Il guaio è che gli uomini studiano come allungare la vita, quando invece bisognerebbe allargarla... (Psichiatra)
  • Signora Sanfilippo : Un tempo non era così, mi ricordo quando mi componeva poesie "Ed io che intesi ciò che non dicevi, | mi innamorai di tè perché tacevi!"
    Psichiatra: La conosco questa è di Lorenzo Stecchetti! [Olindo Guerrini]

I penultimi fuochi

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  • Ma voi lo sapete, in tutto il mondo, quanti popoli sparano [i fuochi d'artificio a Capodanno]? Ci sono tre popoli che sparano: il popolo cinese, il popolo messicano e il popolo napoletano. Però con questa differenza: che il cinese, un cinese spara per un cinese solo, il messicano spara per un messicano, invece il napoletano spara per tre cinesi, tre messicani e per dodici napoletani più uno che è lui che spara, no? (Un cliente del bar)
  • Merciaio: Perché non ti rivolgi a tuo fratello, quello ti vuole tanto bene lo sai, quello le centomila lire te le regala.
    Alfonso: Ma voi lo sapete quello da me che pretende...
    Merciaio: E che add' 'a essere si tratta solo di mezz'ora! Tu fa' accussì: stringi i denti e aspetta! La mezz'ora passa e tu ti si fatte 'e centomila lire!
  • Alfonso ti devo dare una brutta notizia, non esiste il tempo! (Astronomo)
  • Mio padre prima di morire mi disse: "Statte accorto ad Alfonso!" (Peppe 'o criminale)
  • Ma che dovete festeggiare? Voi siete disoccupato e volete festeggiare! (Il cliente al bar)
  • Sig. Caputo: Signore e Signori, questo è mio fratello Alfonso. È venuto da me perché ha bisogno di 100mila Lire. Eccole qua: queste sono le 100mila Lire, e io le metto qua sul tavolo a sua disposizione. 15 anni fa, nostro padre - che Dio lo abbia in gloria - ci lasciò in eredità due terreni, a Soccavo. Allora, a quell'epoca, la zona non era valutata, però io dissi a mio fratello: "Alfonsi': non te lo vendere questo terreno, perché questo terreno fra poco diventerà suolo edificatorio (sic) e solo un imbecille se lo venderebbe". E lui invece che ha fatto? Eh: che ha fatto?
    Alfonso: Me lo sono venduto.
    Sig. Caputo: E allora che cosa sei?
    Alfonso: Un imbecille.
    Sig. Caputo: No: devi dire "sono un imbecille"
    Alfonso: Sono un imbecille.
    Sig. Caputo: E andiamo avanti. Con la vendita di Soccavo, mio fratello ricavò 36 milioni. Oggi, a 15 anni di distanza, non ha più una lira. La prima cosa che si comprò, con i soldi di Soccavo, fu un abbonamento al calcio Napoli. Domanda: che tipo di abbonamento si fece, eh? Curva? Distinti?
    Alfonso: Tribuna.
    Sig. Caputo: Tribuna numerata, vuoi dire! E uno che è un disoccupato e si compra una tribuna numerata, è, o non è, un imbecille?
    Alfonso: Lo è!
    Sig. Caputo: Quindi tu che cosa sei?
    Alfonso: Sono un imbecille.
    Sig. Caputo: Poi, si comprò una 124 Spider; si nun era Spider nun era bbona. Poi, tra una cosa e l'altra, nel giro di 3 anni, se mangiaje tutte 'e 36 milioni. Ma non basta: io gli avevo procurato pure un posto di fattorino nell'osservatorio astronomico di Capodimonte, dove c'era il Professor Carotenuto, il direttore dell'osservatorio, grande amico mio, che lo aveva preso pure a ben volere, neh: quello che fa?
    Signore del palazzo: -"Da le dimissioni"-
    Sig. Caputo: Zitti voi, lo deve dire lui! Neh quello che fa?
    Alfonso: Do le dimissioni.
    Sig. Caputo: Sapete cosa mi disse? "E comme, ie tengo 'a 124 Spider, pozzo fa maje 'o fatturino?" Comme si 'a 124 Spider fosse nu titol' 'e studio. Allora io mi domando e dico: Uno.... Uno.... che si perde un posto fisso statale di fattorino all'Osservatorio astronomico di Capodimonte per una 124 Spider è, o non è, tre volte imbecille? Per cui, io chiedo adesso ufficialmente a mio fratello: Alfonso Caputo, che cosa sei tu? Alfonso Caputo, che cosa sei tu?

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