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Pagina:Opere di Mario Rapisardi 5.djvu/122

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122 Le Odi di Orazio

VII.


O perchè, Asterie, piangi il tuo giovane
    Gigi dall’animo fido, se i candidi
        Favonj a primavera
        4Tel penderan di tinia

Merce lietissimo? Spinto ei dagli austri,
    Dopo le furie d’Amaltea, ad Òrico,
        Le fredde notti insonne
        8Dura fra molte lacrime.

Ben della cupida ostessa un nunzio,
    Dicendo gemere Cloe mesta ed ardere
        Della tua fiamma, astuto
        12In mille guise tentalo:

Narra, che perfida moglie fe’ il credulo
    Preto decidere con ree calunnie
        A maturar del casto
        16Bellerofon lo scempio;