139 Ed or, che Carador facci richiamo
Di questo, troppo in ver mi maraviglio.
Disse Ulivier: Che tanto comportiamo?
Subito dette a Altachiara di piglio;
Ma tosto gliela prese il savio Namo,
Dicendo a quel: Tu non hai buon consiglio:
Questo gigante è di natura acerbo,
E però parla arrogante e superbo.
140 Non si vuole agguagliar la lor natura
Colla nostra, Ulivier, nella fierezza;
Però che non risponde tal misura,
Come non corrisponde la grandezza:
Lo ’mbasciador dee dir sanza paura,
E vuolsi sempre usargli gentilezza.
Ma manco pazienzia ebbe Vegurto,
E volle a Ulivier presto dar d’urto.
141 Come un dragon se gli scagliava addosso,
E trassegli d’un colpo d’un’accetta,41
Credendogli ammaccar la carne e l’osso;
Ma Ulivier dall’un lato si getta:
Carlo fu presto della sedia mosso;
Ma il gran Morgante gli dava una stretta,
E corselo abbracciar subitamente,
Benchè Vegurto assai fussi possente.
142 Vegurto prese lui sotto le braccia:
Or chi vedessi questi due giganti
Provarsi quivi insieme a faccia a faccia,
Maravigliato saria ne’ sembianti;
Ma pur Morgante in terra al fin lo caccia,
Tanto che rider facea tutti quanti;
Chè quando e’ l’ebbe in sullo smalto a porre,
Parve che in terra cadessi una torre.
143 E nel cader percoteva il Danese,
Tal che ’l Danese sotto gli cascava:
Orlando molto ne rise e ’l marchese;
Ma Namo presto Carlo consigliava,
Che si levassin così fatte offese.
Così Vegurto ritto si levava,
E come ritto fu, gridava forte,
E tutti i paladin disfida a morte.