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274 | ESCHILO |
Pag. 206, v. 11. — Anche Bacco (Bromio) aveva gran culto in Tebe. Dopo che ebbe ucciso Penteo sul Citerone (si ricordino Le Baccanti di Euripide), andò in folle corsa, con le Mènadi, sino sul Parnasso. E i Delfi credevano di vedere spesso sul monte, a notte, i fuochi delle sue orge.
Pag. 206, v. 15. — Il Pleisto era un fiumicello a sud di Delfi.
Pag. 207, v. 11. — Le Arpie, che qui sono in qualche modo identificate con le Gorgoni, erano infatti rappresentate con le ali. Cosí le vediamo ancora nelle figurazioni ceramiche.
Pag. 207, v. ultimo. — E quindi piú facilmente saprà purificare la propria.
Pag. 212, v. 9. — Questo verso non mi sembra degno della sua fama d’oscurità. Le Furie hanno sognato che Oreste era fuggito. Ora, svegliandosi, ancora nel dormiveglia, si chiedono se il sonno disse il vero o il falso e il dubbio è risoluto súbito, nel verso che segue.
Pag. 212, v. 16. — Uno degli epiteti d’Atena era Τριτογένεια, di etimologia non sicura.
Eschilo inventa o segue una versione che connetteva il nome con la palude Tritonia della Libia.
Pag. 224, v. 21. — Nella pugna che i Numi sostennero contro i giganti nella pianura di Fiegra, Atena potè dimostrare tutto il suo valore.
Pag. 228, v. 12. — Altri, cioè gli Dei, che non si debbono piú occupare di tali delitti, perché se ne occupano le Furie. Questo luogo è molto oscuro ma l’oscurità non disdice ad un canto dell’Erinni.
Pag. 231, v. 2. — Si indica il promontorio Sigeo dove Atena aveva un tempio. Secondo la leggenda antica, qui seguita da Eschilo, quel territorio era stato assegnato agli Ateniesi dai duci Argivi, sin dai tempi della presa di Troia.
Pag. 231, v. 7-8. — Pare certo che qui si sia librata agli occhi di Eschilo una delle figure volanti dilette alla scultura.
Pag. 234, v. 9. — Issione aveva ucciso lo suocero Dioneo, e dopo lunghi errori fu purificato da Giove.
Pag. 249, v. 2. — Secondo una leggenda attica, le Amazzoni, per vendicare la loro regina (Antiope od Ippolita), fatta schiava da Teseo, unitesi con gli Sciti, invasero l’Attica. Ma da Teseo furono vinte e distrutte. Nelle mètope del Partenone era figurata questa battaglia.