Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
(339-340) | pensieri | 401 |
τρέψαι τὰ δίκαια πράττειν, ἵνα μὴ καὶ μετὰ θάνατον δίκας ὑπόσχοιεν οἱ κακοῦργοι. ὅθεν καὶ μυθικώτερος ἐνίοις ὑπελήφθη, τοῖς συγγράμμασιν ἐγκαταμίξας τὰς τοιαύτας διηγήσεις (narrationes. Interpr.), ὅπως διὰ τοῦ ἀδ;ηλου τρόπου τοῦ ἔχειν τὰ μετὰ τὸν θάνατον (ut, quod incertum sit ista post mortem sic se habere, admoniti mortales etc. Interpr. ma non bene) οὕτως ἀπέχονται τῶν ἀδικημάτων.
* Alla inclinazione degli uomini di partecipare altrui il piacere e il dolore, notata in altri pensieri, si dee riferire in gran parte la smania (attribuita principalmente alle donne, e propria soprattutto de’ fanciulli, insomma degli uomini piú leggeri e naturali) di rivelare il segreto (340) o la cosa che si dovrebbe e spesso anche d’altronde si vorrebbe tener nascosta, di raccontar subito una nuova, una cosa scoperta, un piacere, un timore, un dolore, una noia provata ec., e tutta la loquacità che appartiene al riferire (20 novembre 1820), o al dir quello che si pensa nel momento, o si è pensato ec., come i fanciulli non si possono tenere di ciarlare su qualunque soggetto.
* Insomma considerate gli antichi e i moderni: vedrete evidentemente una gradazione incontrastabile e notabilissima di grandezza, sempre in ragion diretta dell’antichità. Cominciando dagli uomini di Omero, un palmo piú alti dei moderni, come dicea quel francese, e dalle piramidi di Egitto ec. discendete alle imprese nobilissime e grandiosissime, ai lavori immensi, alle fabbriche, alla solidità delle loro costruzioni fatte per l’eternità (cosa propria anche de’ tempi bassi e fino al cinque o secento), alla profondissima impronta delle monete, all’eroismo e a tutti gli altri generi di grandezza che distinguono i greci, i romani ec. E poi venendo ai tempi bassi e gradatamente ai moderni, vedete come l’uomo si vada sensibilmente impiccolendo, finché giunge a quest’ultimo grado di piccolezza ge-