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Ugo Chiocchini

University of Tuscia (Università degli Studi della Tuscia, Viterbo), Department of Agricultural and Forestry Sciences (DAFNE), Retired and in cooperation

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PERSONAL INFORMATION-NameChiocchini UgoIAddressVia Carlo Conti Rossini 107, 00147 Roma, ItaliaTelephone0039 06 5134917 - cell. 0039 327 [email protected] of birthApril 12th 1939JOB EXPERIENCE• Date (from – to)November 1st 2009: retired as full professor of Engineering Geology, Università degli Studi della Tuscia2008: full professor of Engineering Geology, Università degli Studi della Tuscia2003 - 2005: director of the Department of Geology and Mechanic, Hydraulic and Naturalistic Engineering for the Territory, Università degli Studi della Tuscia2001: full professor of Geology, Università degli Studi della Tuscia1982: associate professor of Sedimentology, Università degli Studi di Camerino1974 - 82: temporary contract professor of Petrography, Geography and Sedimentology, Università degli Studi di Camerino1973: geologist of the Italian Geological Survey, General Directorate of Mines, Ministry of Industry, Commerce and Handicrafts1967: geologist on a temporary contract of the Italian Geological Survey, General Directorate of Mines, Ministry of Industry, Commerce and Handicrafts• Name of employer• Type of companyINSTRUCTION AND FORMATION• Date (from – to)1959 - 1964: Università of Roma La SapienzaDegree of Geological Sciences1954 - 1958: classical school Nazareno in RomaDiploma of classical school• Name and type of institute of instruction• Achieved titlePERSONAL CAPABILITY AND COMPETENCEAcquired during the life and career but not necessarily recognized by official certificates and diplomas.MOTHER LANGUAGEItalianOTHER LANGUAGEEnglish• Ability of readinggood• Ability of writinggood• Ability of oral expressiongoodCAPABILITY AND COMPETENCE OF RELATIONTo live and to work with other persons, in a multicultural environment, in positions where communication is important and in situations where it is essential to work in a team.Collaboration with numerous groups of scientific research for: (1) sedimentary basin and facies analysis in central - southern Appennine and in Riff of Morocco

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Marta Della Seta

Università degli Studi "La Sapienza" di Roma

Maurizio Del Monte

Carmen Rosskopf

Università del Molise

Marcello Buccolini

Domenico Capolongo

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Papers by Ugo Chiocchini

Castaldi et al 2010

by Ugo Chiocchini and L. Portoghesi

Chiocchini & Madonna Rend Soc. Geol. It.pdf

Nell'ambito di un programma di revisione del substrato delle unità vulcaniche pleistoceniche nell... more Nell'ambito di un programma di revisione del substrato delle unità vulcaniche pleistoceniche nell'area di Viterbo sono state esaminate due unità litostratigrafiche: una calcareo-pelitico-calcarenitica l'altra arenaceo-pelitica, affioranti a M. Razzano-Poggio della Ficona e nei pressi di Ferento, in corrispondenza del segmento meridionale dell'alto strutturale Castell'Azzara-M. Razzano. Le unità in esame sono di incerta attribuzione sia cronologica che stratigrafica e non è pertanto chiaro se esse appartengano alla Successione toscana oppure alle unità Liguridi esterne. Tale incertezza e l'assoluta carenza di dati recenti hanno suggerito di riesaminare gli affioramenti in oggetto al fine di acquisire nuovi dati litostratigrafici, petrografici e biostratigrafici che permettessero di definire meglio la loro interpretazione. Lo studio è stato integrato dall'analisi comparata di alcuni affioramenti di arenarie torbiditiche di età oligocenica ubicati nei pressi di Vetralla, di Sutri e di Tarquinia. Nell'unità calcareo-pelitico-calcarenitica i nannofossili calcarei indicano una età cretacica superiore, mentre i rari foraminiferi planctonici sono rimaneggiati. Nonostante ciò i caratteri delle litofacies dell'unità calcareo-peliticocalcarenitica non sono assimilabili a quelli della Scaglia, degli Scisti Policromi e del Nummulitico. L'unità arenaceo-pelitica, sempre in base ai nannofossili calcarei, è dell'Oligocene superiore e mostra caratteristiche petrografiche simili a quelle delle torbiditi arenacee oligoceniche di FAZZINI et alii (1972). Inoltre l'analisi petrografica delle arenarie torbiditiche evidenzia che esse non sono attribuibili al Macigno. Gli affioramenti di M. Razzano-Poggio della Ficona e di Ferento devono essere quindi necessariamente correlati con il Flysch della Tolfa (Cretaceo superiore-Eocene) delle Liguridi esterne. I dati di superficie sono stati integrati con l'analisi dei dati di sondaggi eseguiti per indagini geotermiche. La reinterpretazione dei dati del sottosuolo è risultata coerente con l'attribuzione degli affioramenti in oggetto al Flysch della Tolfa; in particolare sono state interpretate come Liguridi esterne le unità riferite dall'ENEL alla Successione toscana nel sondaggio Ferento 1. I nuovi dati confermano che le unità Liguridi sono sovrapposte tettonicamente sulle unità del domino tosco-umbro-marchigiano.

Chiocchini GT & A n. 3_ 2014 .pdf

The techniques of investigation of Archaelogy, developed by stratigraphic excavation, by recognit... more The techniques of investigation of Archaelogy, developed by stratigraphic excavation, by recognition and dating the architecture structures and various manifactures and by morphology of the study sites, are necessarily connected to the Earth Sciences by contribution of stratigraphy, paleontology, geomorphology, mineralogy, petrography, geophysics and volcanology. Four examples of archaeological investigations, carried on by poor support of Earth Sciences, suggest that it is necessary to increase the synergy of Earth Sciences with Archaeology, in order to achieve a more correct global interpretation of the sites with remains of ancient civilizations and cultures.

Barbieri et al. 2003 Boll. Soc. Geol. It..pdf

All'Arenaria di Manciano sono stati riferiti diversi affioramenti, costituiti da areniti medio-gr... more All'Arenaria di Manciano sono stati riferiti diversi affioramenti, costituiti da areniti medio-grossolane con intercalazioni di conglomerati e di rarissimi strati di peliti, discontinui in diverse zone del Lazio nord-occidentale e della Toscana meridionale. Questa successione è caratterizzata da una composizione petrografica omogenea e dalla posizione trasgressiva sulle unità liguridi e austroalpine. A causa dell'assenza di microfaune significative la collocazione stratigrafica di questa unità nell'ambito del Miocene (Langhiano) presenta ancora notevoli incertezze in quanto si basa fondamentalmente sugli echinidi (in particolare Scutella striatula DE SERRES) descritti da . Tale incertezza ha suggerito di applicare un metodo di determinazione cronostratigrafica basato sulla misura del rapporto isotopico dello stronzio espresso come rapporto 87 Sr/ 86 Sr. Sono stati esaminati gli affioramenti di Arenaria di Manciano in località Colle Diana, Pescia Fiorentina, Monteti, Casa Lascone e Manciano (fig. 1) nei quali sono stati prelevati gusci di ostreidi, di Scutella striatula DE SERRES (specie attualmente ritenuta di età langhiana), e di pettinidi. Le indicazioni cronostratigrafiche ottenute indicano concordemente una età compresa tra 5,47 e 5,77 Ma. A queste età corrisponde, nella cronostratigrafia standard (HAQ et alii, 1988; BERGGREN et alii, 1995), la parte superiore del Messiniano. I nuovi dati cronostratigrafici basati sul rapporto isotopico 87 Sr/ 86 Sr determinato su diverse specie di macrofaune consentono di attribuire l'Arenaria di Manciano al Messiniano superiore e rendono quindi necessario il riesame dell'estensione cronostratigrafica evolutiva dell'echinide Scutella striatula in essa contenuto.

A stratigraphic and geophysical approach to studying the deep- circulating groundwater and thermal springs, and their recharge areas, in Cimini Mountains–Viterbo area, central Italy

The stratigraphic and structural setting of the Cimini Mountains and Viterbo area of Italy has be... more

Chiocchini et alii 2015 Memorie Descrittive Carta Geologica d'Italia.pdf

RIASSUNTO -La città di Roma si è sviluppata in circa 2700 anni, durante i quali la geomorfologia ... more RIASSUNTO -La città di Roma si è sviluppata in circa 2700 anni, durante i quali la geomorfologia dell'area urbana, sottoposta a moltissimi grandiosi interventi antropici, è stata completamente trasformata. In questo contesto hanno assunto particolare importanza numerose gallerie, cave sotterranee, cunicoli e catacombe scavate in diverse zone della città. La progettazione per la ristrutturazione dell'edificio dell'ex Regio Ufficio Geologico in Largo S. Susanna, che è stato costruito nel 1873 -1881, inaugurato nel 1885 e ha ospitato il Servizio Geologico d'Italia per oltre 100 anni, ha consentito di individuare e descrivere nel sottosuolo una rete di gallerie fino ad oggi non ufficialmente riconosciute. L'indagine geognostica al primo piano dell'edificio (quota 57 m s.l.m.) ha evidenziato una successione stratigrafica, comprendente, dall'alto, terreno di riporto con spessore di 5 m, i depositi piroclastici dei Tufi Stratificati Varicolori di La Storta (Pleistocene medio) con spessore di 15 m e le sabbie limose carbonatiche della Formazione di Valle Giulia (Pleistocene medio). Questa successione fornisce un nuovo dato utile a migliorare la stratigrafia dell'area di Roma. I depositi piroclastici ospitano due corpi idrici a quota 39 m e 45 m s.l.m e le gallerie, che vi si sviluppano tra 45 m e 47 m s.l.m. mediante due rami con direzione ovest per circa 39 m e con direzione est per circa 49 m, mostrano diverse zone soggette a franamenti per crollo, connessi essenzialmente alle discontinuità variamente orientate nell'ammasso roccioso, alcune opere di sostegno delle pareti, alcuni pilastri di fondazione dell'edificio e acque sotterranee. Al primo piano dell'edificio sono emersi i resti di mura costruite con conci di tufo grigio ed attribuite dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma ad una struttura templare del VI secolo a.C. Pertanto una singolare coincidenza ha consentito che nell'edificio dell'ex Regio Ufficio Geologico avvenisse l'incontro ravvici-nato tra le Scienze della Terra e l'Archeologia. Questo incontro conferma che le due discipline sono collegate essenzialmente tramite la geomorfologia dei siti, la stratigrafia e il riconoscimento, la descrizione, la provenienza e la datazione dei materiali rinvenuti negli scavi. L'incremento della sinergia tra le due discipline produrrà sicuramente un ulteriore progresso nei rispettivi campi di ricerca scientifica.

Chiocchini et alii 2005.pdf

Chiocchini e Manna GT & A n. 1_2015.pdf

The deep carbonate aquifer consisting of the Mesozoic -Cenozoic Tuscan Nappe of Viterbo (north -w... more The deep carbonate aquifer consisting of the Mesozoic -Cenozoic Tuscan Nappe of Viterbo (north -western Lazio region), hosts fluids of a hydrothermal system and is separated from the middle -late Pleistocene shallow volcanic aquifer with cold bicarbonate alkaline earth water by the Late Cretaceous -Eocene Tolfa Flysch and early Pliocene claystones with least permeability. A couple of uplifted and lowered blocks of the carbonate aquifer form a completely isolated hydrostructure. Sulphate alkaline earth hot water hosted in the carbonate aquifer, heated by magmas that fed volcanism of the Cimino and Vico districts, flows upward through the permeable cataclastic belts of three transversal direct faults, which cut across the hydro structure, and emerge at the surface forming several springs (40° -62°C). Ten wells -drilled in '50s and '60s by Terni Company, INPS, two private owners and Terme dei Papi -intercepted thermal the waters, whose total discharge equal to 44.5 l/sec in 1984 decreased to 32.3 l/sec in 2010. The total discharge of the springs (groups Bagnaccio, Bussete -Zitelle,

The impact of groundwater on the excavation of tunnels in two different hydrogeological settings in central Italy

To double the capacity of the Orte–Falconara railway line (central Italy), the Santa Croce tunnel... more To double the capacity of the Orte–Falconara railway line (central Italy), the Santa Croce tunnel was constructed (1985–1995), which runs between the Nera Montoro and Narni stations. In the same period, to double the capacity of the Ancona–Bari railway line, the Moro, Cintioni, S. Giovanni and Diavolo tunnels were constructed between the Ortona and Casalbordino stations. The high likelihood of intercepting a significant volume of groundwater in calcareous rocks of the Santa Croce tunnel led to a shift in the layout of the tunnel, which allowed construction of the tunnel by more rapid and less expensive means. Groundwater along the Moro tunnel layout, in a sandy aquifer, has been drained by the excavation of a preliminary tunnel, which allowed a discharge of up to 0.080m 3 /s. In the S. Giovanni and Diavolo tunnels, a particular hydrogeological setting was found to exist in the form of lens-shaped bodies of fine grey sand-and-silt aquitards intercalated between the bottom muddy-sandy deposits (very low permeability) and the sandy aquifer; this caused sudden groundwater inflow and tunnel collapse. The S. Giovanni tunnnel, excavation was completed using the HydroShield system, whereas in the Diavolo tunnel, a well-point system was adopted, which avoided any environmental hazards.

$Fig. 9 The geological interpretation of the seismic section of Santa Croce tunnel (see Fig. 4). / colluvial deposits and/or weathered parts of the underlying bedrock; 2 Scaglia rossa (Late Cretaceous—Eocene); 3 Corniola-Maiolica succession (Middle Liassic—Early Cretaceous); 4 Calcare massiccio (Lower Liassic); 5 normal fault; 6 overthrust; 7 shear plane; 8 final layout of the tunnel; a, b, c, d are the main reflecting levels The refraction seismic prospecting was carried out on a section coinciding with the electric sounding near drill hole 1 bis, which coincides with the progressive km 11+ 500 of the tunnel layout (indicating the exact distance from a fixed point, which in this case is the railway station of Orte; Fig. 4). The seismic section, which trends NW-— SE and perpendicularly to the layout, shows four main reflecting levels displaced by normal faults (Fig. 9). The first reflecting level (a) represents the surface between the colluvial and/or weathering deposits and the bedrock with a thickness of 5 m to 30-35 m. The second reflecting level b) consists of a low angle wavy discontinuity, referred to as the base of the overthrusted Calcare massiccio onto the Corniola—Maiolica succession. This result is confirmed by he very deformed sheet-like bodies of Corniola interca- ated in the Calcare massiccio, which were observed along he seismic section trace, and by the succession of drill hole 1 bis. The thickness of the overthrusted Calcare massiccio is between 20-25 m and 70-80 m. The third reflecting level (c) shows a very wavy trend because it is displaced by several normal faults and is related to the overthrust surface of the Scaglia rossa onto the Rosso ammonitico-Maiolica succession. The fourth reflecting The electric pseudosections show that the south-western belt crossed by the old tunnel layout is characterised by high volumes of the 101—200 resistivity class, which are referred$

Chiocchini 2015. Mem. Descrittive Carta Geologica d'Italia.pdf

RIASSUNTO -La valle del Fosso Almone è ubicata nella parte centro -meridionale del territorio com... more RIASSUNTO -La valle del Fosso Almone è ubicata nella parte centro -meridionale del territorio comunale di Roma, si sviluppa nel Parco Regionale dell'Appia Antica in direzione NO -SE tra Via Appia Antica, Via Latina e Via dell'Almone ed ha un notevole valore ambientale e storico -archeologico. Questa area è caratterizzata da tre formazioni piroclastiche, connesse all'attività del vulcano dei Colli Albani, che è stato attivo dal Pleistocene medio p.p. all'Olocene; da una estesa copertura di depositi eluvio -colluviali; dai depositi alluvionali del Fosso Almone; da diversi accumuli di materiali eterogenei dovuti a deposito antropico. La successione delle formazioni piroclastiche, studiata in 22 affioramenti, comprende alla base l'Unità del Palatino, cui seguono le Pozzolane Rosse, che sono la formazione più estesa, e le Pozzolanelle. Le Pozzolane Rosse comprendono alla base un tufo massivo caotico coerente e semicoerente di colore grigio scuro con abbondanti scorie di colore grigio scuro e nero, più raramente rossastro, rara leucite analcimizzata, litici di lava grigia e matrice cineritica. Al di sopra si riconoscono due livelli con spessore di 2 -3 m, a quote 30 m e 40 m s.l.m., composti da paleo suolo sabbioso da poco coerente a coerente di colore moderatamente marrone. La successione è chiusa da un tufo massivo caotico coerente e semicoerente di colore marrone, rossastro, viola, grigio scuro con leucite analcimizzata, pirosseni, biotite, litici di lava grigia e di tufo di colore giallastro, matrice cineritica. Lo spessore delle Pozzolane Rosse arriva a 25 m. L'area in esame è stata utilizzata sino da epoca romana per lo sfruttamento intensivo del sottosuolo mediante lo scavo di cave in sotterraneo per l'estrazione della pozzolana. Alcune gallerie si sono sviluppate anche su più livelli e sono state trasformate in luoghi di culto o sepoltura (catacombe e ipogei della Via Appia Antica e di Via Latina). L'attività estrattiva, continuata fino agli anni 60 del '900, è documentata da 7 zone di escavazione in superficie, riconoscibili per la tipica geometria a semicerchio, e da 14 cavità e gallerie lunghe fino a 2 km connesse alla escavazione in sotterraneo. Le precarie condizioni di stabilità di tali cavità hanno determinato crolli, i cui effetti si sono manife-stati sulla superficie topografica nei rilievi collinari documentati da voragini con forma spesso ovoidale o irregolare e morfologia simile alle forme carsiche. Sono state riconosciute 35 voragini in destra e 25 voragini in sinistra del Fosso Almone. Sette voragini si sono formate negli ultimi dodici anni, mentre le altre sono più antiche e sono coperte da una vegetazione arbustiva molto densa. Molte depressioni sono state utilizzate in passato come discariche abusive di rifiuti solidi urbani, tra i quali anche due automobili.

UGO CHIOCCHINI (*) & CELESTINO GRASSI (**) THE ROMAN HYDRAULIC SYSTEM OF FRIGENTO (CAMPANIA, SOUTHERN ITALY

EXTENDED ABSTRACT La necessità di fornire l'acqua all'insediamento di Frequentum (attuale Frigent... more EXTENDED ABSTRACT La necessità di fornire l'acqua all'insediamento di Frequentum (attuale Frigento in Campania) e alla strada che collegava Beneventum (attuale Benevento) a Compsa (attuale Conza della Campania), situata circa 35 km a SE di Frigento nella valle del Fiume Ofanto, era dettata in larga misura dalla necessità di rifornire le legioni dell'esercito romano che, per motivi strategici e politici, dovevano transitare spesso su tale strada. Essa coincideva probabilmente con il tracciato della Via Appia antica tra Aeclanum e Venusia (attuali Mirabella Eclano e Venosa). Le cisterne del sistema idraulico, di età tardo-repubblicana (circa 86-27 a. C.), suggeriscono che Frequentum era un importante centro romano. L'area di Frigento è ubicata su un rilievo a quota 910 m s.l.m., compreso in una dorsale orientata NW-SE che forma lo spartiacque tra il bacino idrografi co del Fiume Ufi ta a NE e quello del Fiume Calore a SW, ed è costituita dal Flysch galestrino del Cretacico, caratteriz-zato da un grado di permeabilità relativa molto basso. Una coltre di suolo di colore grigio scuro con spessore fi no a 5 m è presente nella zona sommitale dell'area urbana e in parte su versanti. L'analisi granulometrica di un campione di suolo ed una prova di permeabilità in situ indicano che si tratta di un suolo sabbioso limoso il cui coeffi ciente di permeabilità è E-05 m/sec. I dati climatici, rilevati presso la vicina stazione di S. Angelo dei Lombardi alla stessa quota di Frigento e disponibili solo per il 2005, 2006 e 2008, forniscono i seguenti valori medi: temperatura 11,6°C, precipitazioni totali 796 mm, evapotraspirazione 517 mm, precipi-tazioni effi caci 279 mm. L'infi ltrazione totale effi cace interna è compresa tra 0,223x10-3 e 0,251x10-3 m 3 /anno. La parte attualmente osservabile del sistema idraulico è costituita da 4 gallerie, di cui tre visitabili, perchè la quarta è interrata. Le gal-lerie sono parallele ed adiacenti con asse orientato NW-SE, hanno forma rettangolare e sono lunghe 21 m, larghe circa 2 m. L'altezza misurata perpendicolarmente all'asse della calotta è 3,90 m, i piedritti sono alti 2,57 m con spessore di 0,60-0,70 m e il pavimento è protetto da una griglia metallica. Per la costruzione delle gallerie è stato necessario procedere prima alla escavazione del suolo e del Flysch galestrino su una zona rettangolare. Successivamente sono stati costruiti i piedritti e le calotte e infi ne è stato depositato il livello di suolo permeabile sopra le calotte. Queste ultime sono state sottoposte ad un trattamento tale da consentire che l'acqua accumulata nel suolo sovrastante potesse fi ltrare attraverso di esse. Il materiale calcareo di risulta è stato utilizzato per le strutture murarie, le calotte e il rivestimento. Infatti tutta l'opera idraulica è edifi cata con opus caementitium rivestito con paramento esterno in opus incertum. I due tipi di opus comprendono conci di calcari marnosi di colore grigio e calcari silicei di colore marrone o giallastro di varie dimensioni. Sono presenti anche alcuni conci di travertino, prelevato dalle cave circa 6 km a sud di Frigento, che è il materiale utilizzato nei piedritti e nell'arco delle aperture che collegano le tre gallerie. La malta idraulica è costituita da inerti calcarei con granulometria della sabbia grossolana immersi in una matrice di colore grigio e grigio scuro composta dal suolo che affi ora nella zona e da calce. Le gallerie intercomunicanti rappresentano un articolato sistema idraulico costruito con materiali impermeabili per immagazzinare, durante l'intero anno, l'acqua delle precipitazioni e quella derivante dalla fusione della neve raccolte su una superfi cie pressoché pi-aneggiante di circa 26.000 m 2 a 900 m s.l.m., dove esiste un livello di suolo permeabile suffi cientemente spesso sovrapposto al Flysch galestrino praticamente impermeabile. Si evitava in tal modo la raccolta di acqua in cisterne a cielo aperto, ottenendo una potabilità di gran lunga migliore. L'ordine di grandezza del volume di acqua che il suolo avrebbe potuto assorbire in un anno sulla superfi cie di circa 26.000 m 2 è compreso tra 5.798 e 6.256 m 3. Questi valori sono considerati minimi perché si dovrebbe aggiungere la quantità di acqua derivante dalla fusione della neve, non valutabile per la mancanza di dati sulle precipitazioni nevose.

Effects of land use changes on badland erosion in clayey drainage basins, Radicofani, Central Italy

Hillslopes of the Radicofani area, in the upper valley of the Orcia River (southern Tuscany regio... more Hillslopes of the Radicofani area, in the upper valley of the Orcia River (southern Tuscany region, Italy), consist mainly of early Pliocene clayey sediments and are widely affected by frequent badland erosion. Reforestation with frugal conifers has been carried out in the area over the last 50 years. The goal of the present study is to evaluate the impact of reforestation and land use change on erosion rates in nine small drainage basins through a multidisciplinary approach. Geological, geomorphological, hydrological and land use characteristics were analyzed by a diachronic confrontation between pre-reforestation (1954) and post-reforestation (2007) situations. Aerial-photo interpretation and processing in GIS allowed us to quantify changes in areas affected by badland erosion, land use and variations in erosion rates. Moreover, dendrometric data were gathered from 18 circular sample plots in forest stands of 40 years old. This allowed us to evaluate both the adaptability of different forest species to the clayey substrate and reforestation fragmentation. The differences between the pre-and post-reforestation situations led to increases in arable land and forest areas and considerable decreases in erosion rates and badland areas. However, no significant correlation between the erosion rates and the forest area emerged, due to the excessive fragmentation of reforestation cores and relatively small reforested surfaces. Land reclamation seems to have played a more important role in reducing erosion in the clayey substrate. The integrated method presented here is an important tool useful to understand the morphological dynamics of badlands in relation to forest vegetation, and for land planning and management.

LIDAR monitoring of mass wasting processes: The Radicofani landslide, Province of Siena, Central Italy

Osservazioni geopedologiche e dendrometriche in popolamenti a dominanza di acero trilobo (Acer monspessulanum L.) sui Monti della Tolfa (Roma)

L'Italia Forestale e Montana, 2008

The composition and provenance of the Tortonian and Messinian turbidites in the context of the structural evolution of the Central Apennines along the “Ancona-Anzio” line

Sedimentary Geology, 1989

... provenance of the Tortonian and Messinian turbidites in the context of the structural evoluti... more

Caratteri sedimentologici e composizionali delle ghiaie del sintema di Poggio Martino, Bacino Plio-Pleistocenico di Tarquinia, Italia centrale

Italian Journal of Geosciences

Nel Bacino di Tarquinia (Lazio nord-occidentale) è presente una successione plio-pleistocenica co... more Nel Bacino di Tarquinia (Lazio nord-occidentale) è presente una successione plio-pleistocenica connessa a tre cicli deposizionali trasgressivi. Essa comprende il Sintema di S. Savino (peliti di ambiente circolitorale) del Pliocene inferiore, cui seguono il Sintema di Tarquinia con i due membri eteropici del Macco (calcareniti organogene e sabbie ibride) e delle Sabbie di Poggio Gallinaro (sabbie ibride) del Pliocene medio-superiore e il Sintema di Poggio Martino (sabbie e ghiaie di spiaggia) del Pliocene superiore-Pleistocene inferiore. Quest’ultimo corrisponde al terrazzo marino più antico (circa 175 m s.l.m.) dei cinque individuati nel Quaternario nel Bacino di Tarquinia. Sono stati prelevati 646 ciottoli delle ghiaie del Sintema di Poggio Martino in quattro stazioni di campionamento e divisi in 4 classi granulometriche individuabili attraverso la misura dell’asse medio b (8–16 mm; 16–32 mm; 32–64 mm; 64–128 mm). L’analisi tessiturale ha evidenziato una misura media di b variabile...

Petrologic binary diagrams for characterizing and comparing arenites

Sedimentary Geology, 1996

... Some authors (eg Valloni and Maynard, 1981; Maynard, 1984; Valloni and Mezzadri, 1984; Ingers... more

Provenance and evolution of miocene turbidite sedimentation in the central Apennines, Italy

Sedimentary Geology, 1992

. Provenance and evolution of Miocene turbidite sedimentation in the central Apennines, Italy. Se... more

A stratigraphic and geophysical approach to studying the deep-circulating groundwater and thermal springs, and their recharge areas, in Cimini Mountains–Viterbo area, central Italy

Hydrogeology Journal, 2010

The stratigraphic and structural setting of the Cimini Mountains and Viterbo area of Italy has be... more The stratigraphic and structural setting of the Cimini Mountains and Viterbo area of Italy has been reconstructed. The architecture of the tectonic edifice, below the Pleistocene Cimino and Vicano volcanic districts cover, is characterized by the Mesozoic-Cenozoic Tuscan Nappe and the similar Umbria-Marche Succession; both are capped by the overthrusted Ligurian Late Cretaceous-Eocene Tolfa Flysch. A shallow unconfined volcanic aquifer is separated, by a thick aquiclude, from the deep confined carbonate aquifer consisting of the Tuscan Nappe and the Umbria-Marche Succession. The volcanic aquifer hosts cold waters, whilst the carbonate aquifer hosts hot sulphate-alkaline earth waters that emerge in the thermal area of Viterbo with a temperature of 30-60°C. The recharge area of cold waters is located in the Cimini Mountains. Thermal waters of the Viterbo hot springs are derived from a circuit of waters that emerge along the River Nera near Narni (about 34km ENE of Viterbo), with a high salinity, a temperature of 16-18°C, a sulphate-alkaline earth composition, and a discharge of 13m 3 /sec, whose recharge area is located in the central pre-Apennines reliefs.

The impact of groundwater on the excavation of tunnels in two different hydrogeological settings in central Italy

Hydrogeology Journal, 2011

To double the capacity of the Orte-Falconara railway line (central Italy), the Santa Croce tunnel... more To double the capacity of the Orte-Falconara railway line (central Italy), the Santa Croce tunnel was constructed (1985)(1986)(1987)(1988)(1989)(1990)(1991)(1992)(1993)(1994)(1995), which runs between the Nera Montoro and Narni stations. In the same period, to double the capacity of the Ancona-Bari railway line, the Moro, Cintioni, S. Giovanni and Diavolo tunnels were constructed between the Ortona and Casalbordino stations. The high likelihood of intercepting a significant volume of groundwater in calcareous rocks of the Santa Croce tunnel led to a shift in the layout of the tunnel, which allowed construction of the tunnel by more rapid and less expensive means. Groundwater along the Moro tunnel layout, in a sandy aquifer, has been drained by the excavation of a preliminary tunnel, which allowed a discharge of up to 0.080m 3 /s. In the S. Giovanni and Diavolo tunnels, a particular hydrogeological setting was found to exist in the form of lens-shaped bodies of fine grey sand-and-silt aquitards intercalated between the bottom muddy-sandy deposits (very low permeability) and the sandy aquifer; this caused sudden groundwater inflow and tunnel collapse. The S. Giovanni tunnnel, excavation was completed using the HydroShield system, whereas in the Diavolo tunnel, a well-point system was adopted, which avoided any environmental hazards.

Castaldi et al 2010

by Ugo Chiocchini and L. Portoghesi

Chiocchini & Madonna Rend Soc. Geol. It.pdf

Nell'ambito di un programma di revisione del substrato delle unità vulcaniche pleistoceniche nell... more Nell'ambito di un programma di revisione del substrato delle unità vulcaniche pleistoceniche nell'area di Viterbo sono state esaminate due unità litostratigrafiche: una calcareo-pelitico-calcarenitica l'altra arenaceo-pelitica, affioranti a M. Razzano-Poggio della Ficona e nei pressi di Ferento, in corrispondenza del segmento meridionale dell'alto strutturale Castell'Azzara-M. Razzano. Le unità in esame sono di incerta attribuzione sia cronologica che stratigrafica e non è pertanto chiaro se esse appartengano alla Successione toscana oppure alle unità Liguridi esterne. Tale incertezza e l'assoluta carenza di dati recenti hanno suggerito di riesaminare gli affioramenti in oggetto al fine di acquisire nuovi dati litostratigrafici, petrografici e biostratigrafici che permettessero di definire meglio la loro interpretazione. Lo studio è stato integrato dall'analisi comparata di alcuni affioramenti di arenarie torbiditiche di età oligocenica ubicati nei pressi di Vetralla, di Sutri e di Tarquinia. Nell'unità calcareo-pelitico-calcarenitica i nannofossili calcarei indicano una età cretacica superiore, mentre i rari foraminiferi planctonici sono rimaneggiati. Nonostante ciò i caratteri delle litofacies dell'unità calcareo-peliticocalcarenitica non sono assimilabili a quelli della Scaglia, degli Scisti Policromi e del Nummulitico. L'unità arenaceo-pelitica, sempre in base ai nannofossili calcarei, è dell'Oligocene superiore e mostra caratteristiche petrografiche simili a quelle delle torbiditi arenacee oligoceniche di FAZZINI et alii (1972). Inoltre l'analisi petrografica delle arenarie torbiditiche evidenzia che esse non sono attribuibili al Macigno. Gli affioramenti di M. Razzano-Poggio della Ficona e di Ferento devono essere quindi necessariamente correlati con il Flysch della Tolfa (Cretaceo superiore-Eocene) delle Liguridi esterne. I dati di superficie sono stati integrati con l'analisi dei dati di sondaggi eseguiti per indagini geotermiche. La reinterpretazione dei dati del sottosuolo è risultata coerente con l'attribuzione degli affioramenti in oggetto al Flysch della Tolfa; in particolare sono state interpretate come Liguridi esterne le unità riferite dall'ENEL alla Successione toscana nel sondaggio Ferento 1. I nuovi dati confermano che le unità Liguridi sono sovrapposte tettonicamente sulle unità del domino tosco-umbro-marchigiano.

Chiocchini GT & A n. 3_ 2014 .pdf

The techniques of investigation of Archaelogy, developed by stratigraphic excavation, by recognit... more The techniques of investigation of Archaelogy, developed by stratigraphic excavation, by recognition and dating the architecture structures and various manifactures and by morphology of the study sites, are necessarily connected to the Earth Sciences by contribution of stratigraphy, paleontology, geomorphology, mineralogy, petrography, geophysics and volcanology. Four examples of archaeological investigations, carried on by poor support of Earth Sciences, suggest that it is necessary to increase the synergy of Earth Sciences with Archaeology, in order to achieve a more correct global interpretation of the sites with remains of ancient civilizations and cultures.

Barbieri et al. 2003 Boll. Soc. Geol. It..pdf

All'Arenaria di Manciano sono stati riferiti diversi affioramenti, costituiti da areniti medio-gr... more All'Arenaria di Manciano sono stati riferiti diversi affioramenti, costituiti da areniti medio-grossolane con intercalazioni di conglomerati e di rarissimi strati di peliti, discontinui in diverse zone del Lazio nord-occidentale e della Toscana meridionale. Questa successione è caratterizzata da una composizione petrografica omogenea e dalla posizione trasgressiva sulle unità liguridi e austroalpine. A causa dell'assenza di microfaune significative la collocazione stratigrafica di questa unità nell'ambito del Miocene (Langhiano) presenta ancora notevoli incertezze in quanto si basa fondamentalmente sugli echinidi (in particolare Scutella striatula DE SERRES) descritti da . Tale incertezza ha suggerito di applicare un metodo di determinazione cronostratigrafica basato sulla misura del rapporto isotopico dello stronzio espresso come rapporto 87 Sr/ 86 Sr. Sono stati esaminati gli affioramenti di Arenaria di Manciano in località Colle Diana, Pescia Fiorentina, Monteti, Casa Lascone e Manciano (fig. 1) nei quali sono stati prelevati gusci di ostreidi, di Scutella striatula DE SERRES (specie attualmente ritenuta di età langhiana), e di pettinidi. Le indicazioni cronostratigrafiche ottenute indicano concordemente una età compresa tra 5,47 e 5,77 Ma. A queste età corrisponde, nella cronostratigrafia standard (HAQ et alii, 1988; BERGGREN et alii, 1995), la parte superiore del Messiniano. I nuovi dati cronostratigrafici basati sul rapporto isotopico 87 Sr/ 86 Sr determinato su diverse specie di macrofaune consentono di attribuire l'Arenaria di Manciano al Messiniano superiore e rendono quindi necessario il riesame dell'estensione cronostratigrafica evolutiva dell'echinide Scutella striatula in essa contenuto.

A stratigraphic and geophysical approach to studying the deep- circulating groundwater and thermal springs, and their recharge areas, in Cimini Mountains–Viterbo area, central Italy

The stratigraphic and structural setting of the Cimini Mountains and Viterbo area of Italy has be... more

Chiocchini et alii 2015 Memorie Descrittive Carta Geologica d'Italia.pdf

RIASSUNTO -La città di Roma si è sviluppata in circa 2700 anni, durante i quali la geomorfologia ... more RIASSUNTO -La città di Roma si è sviluppata in circa 2700 anni, durante i quali la geomorfologia dell'area urbana, sottoposta a moltissimi grandiosi interventi antropici, è stata completamente trasformata. In questo contesto hanno assunto particolare importanza numerose gallerie, cave sotterranee, cunicoli e catacombe scavate in diverse zone della città. La progettazione per la ristrutturazione dell'edificio dell'ex Regio Ufficio Geologico in Largo S. Susanna, che è stato costruito nel 1873 -1881, inaugurato nel 1885 e ha ospitato il Servizio Geologico d'Italia per oltre 100 anni, ha consentito di individuare e descrivere nel sottosuolo una rete di gallerie fino ad oggi non ufficialmente riconosciute. L'indagine geognostica al primo piano dell'edificio (quota 57 m s.l.m.) ha evidenziato una successione stratigrafica, comprendente, dall'alto, terreno di riporto con spessore di 5 m, i depositi piroclastici dei Tufi Stratificati Varicolori di La Storta (Pleistocene medio) con spessore di 15 m e le sabbie limose carbonatiche della Formazione di Valle Giulia (Pleistocene medio). Questa successione fornisce un nuovo dato utile a migliorare la stratigrafia dell'area di Roma. I depositi piroclastici ospitano due corpi idrici a quota 39 m e 45 m s.l.m e le gallerie, che vi si sviluppano tra 45 m e 47 m s.l.m. mediante due rami con direzione ovest per circa 39 m e con direzione est per circa 49 m, mostrano diverse zone soggette a franamenti per crollo, connessi essenzialmente alle discontinuità variamente orientate nell'ammasso roccioso, alcune opere di sostegno delle pareti, alcuni pilastri di fondazione dell'edificio e acque sotterranee. Al primo piano dell'edificio sono emersi i resti di mura costruite con conci di tufo grigio ed attribuite dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma ad una struttura templare del VI secolo a.C. Pertanto una singolare coincidenza ha consentito che nell'edificio dell'ex Regio Ufficio Geologico avvenisse l'incontro ravvici-nato tra le Scienze della Terra e l'Archeologia. Questo incontro conferma che le due discipline sono collegate essenzialmente tramite la geomorfologia dei siti, la stratigrafia e il riconoscimento, la descrizione, la provenienza e la datazione dei materiali rinvenuti negli scavi. L'incremento della sinergia tra le due discipline produrrà sicuramente un ulteriore progresso nei rispettivi campi di ricerca scientifica.

Chiocchini et alii 2005.pdf

Chiocchini e Manna GT & A n. 1_2015.pdf

The deep carbonate aquifer consisting of the Mesozoic -Cenozoic Tuscan Nappe of Viterbo (north -w... more The deep carbonate aquifer consisting of the Mesozoic -Cenozoic Tuscan Nappe of Viterbo (north -western Lazio region), hosts fluids of a hydrothermal system and is separated from the middle -late Pleistocene shallow volcanic aquifer with cold bicarbonate alkaline earth water by the Late Cretaceous -Eocene Tolfa Flysch and early Pliocene claystones with least permeability. A couple of uplifted and lowered blocks of the carbonate aquifer form a completely isolated hydrostructure. Sulphate alkaline earth hot water hosted in the carbonate aquifer, heated by magmas that fed volcanism of the Cimino and Vico districts, flows upward through the permeable cataclastic belts of three transversal direct faults, which cut across the hydro structure, and emerge at the surface forming several springs (40° -62°C). Ten wells -drilled in '50s and '60s by Terni Company, INPS, two private owners and Terme dei Papi -intercepted thermal the waters, whose total discharge equal to 44.5 l/sec in 1984 decreased to 32.3 l/sec in 2010. The total discharge of the springs (groups Bagnaccio, Bussete -Zitelle,

The impact of groundwater on the excavation of tunnels in two different hydrogeological settings in central Italy

To double the capacity of the Orte–Falconara railway line (central Italy), the Santa Croce tunnel... more To double the capacity of the Orte–Falconara railway line (central Italy), the Santa Croce tunnel was constructed (1985–1995), which runs between the Nera Montoro and Narni stations. In the same period, to double the capacity of the Ancona–Bari railway line, the Moro, Cintioni, S. Giovanni and Diavolo tunnels were constructed between the Ortona and Casalbordino stations. The high likelihood of intercepting a significant volume of groundwater in calcareous rocks of the Santa Croce tunnel led to a shift in the layout of the tunnel, which allowed construction of the tunnel by more rapid and less expensive means. Groundwater along the Moro tunnel layout, in a sandy aquifer, has been drained by the excavation of a preliminary tunnel, which allowed a discharge of up to 0.080m 3 /s. In the S. Giovanni and Diavolo tunnels, a particular hydrogeological setting was found to exist in the form of lens-shaped bodies of fine grey sand-and-silt aquitards intercalated between the bottom muddy-sandy deposits (very low permeability) and the sandy aquifer; this caused sudden groundwater inflow and tunnel collapse. The S. Giovanni tunnnel, excavation was completed using the HydroShield system, whereas in the Diavolo tunnel, a well-point system was adopted, which avoided any environmental hazards.

$Fig. 9 The geological interpretation of the seismic section of Santa Croce tunnel (see Fig. 4). / colluvial deposits and/or weathered parts of the underlying bedrock; 2 Scaglia rossa (Late Cretaceous—Eocene); 3 Corniola-Maiolica succession (Middle Liassic—Early Cretaceous); 4 Calcare massiccio (Lower Liassic); 5 normal fault; 6 overthrust; 7 shear plane; 8 final layout of the tunnel; a, b, c, d are the main reflecting levels The refraction seismic prospecting was carried out on a section coinciding with the electric sounding near drill hole 1 bis, which coincides with the progressive km 11+ 500 of the tunnel layout (indicating the exact distance from a fixed point, which in this case is the railway station of Orte; Fig. 4). The seismic section, which trends NW-— SE and perpendicularly to the layout, shows four main reflecting levels displaced by normal faults (Fig. 9). The first reflecting level (a) represents the surface between the colluvial and/or weathering deposits and the bedrock with a thickness of 5 m to 30-35 m. The second reflecting level b) consists of a low angle wavy discontinuity, referred to as the base of the overthrusted Calcare massiccio onto the Corniola—Maiolica succession. This result is confirmed by he very deformed sheet-like bodies of Corniola interca- ated in the Calcare massiccio, which were observed along he seismic section trace, and by the succession of drill hole 1 bis. The thickness of the overthrusted Calcare massiccio is between 20-25 m and 70-80 m. The third reflecting level (c) shows a very wavy trend because it is displaced by several normal faults and is related to the overthrust surface of the Scaglia rossa onto the Rosso ammonitico-Maiolica succession. The fourth reflecting The electric pseudosections show that the south-western belt crossed by the old tunnel layout is characterised by high volumes of the 101—200 resistivity class, which are referred$

Chiocchini 2015. Mem. Descrittive Carta Geologica d'Italia.pdf

RIASSUNTO -La valle del Fosso Almone è ubicata nella parte centro -meridionale del territorio com... more RIASSUNTO -La valle del Fosso Almone è ubicata nella parte centro -meridionale del territorio comunale di Roma, si sviluppa nel Parco Regionale dell'Appia Antica in direzione NO -SE tra Via Appia Antica, Via Latina e Via dell'Almone ed ha un notevole valore ambientale e storico -archeologico. Questa area è caratterizzata da tre formazioni piroclastiche, connesse all'attività del vulcano dei Colli Albani, che è stato attivo dal Pleistocene medio p.p. all'Olocene; da una estesa copertura di depositi eluvio -colluviali; dai depositi alluvionali del Fosso Almone; da diversi accumuli di materiali eterogenei dovuti a deposito antropico. La successione delle formazioni piroclastiche, studiata in 22 affioramenti, comprende alla base l'Unità del Palatino, cui seguono le Pozzolane Rosse, che sono la formazione più estesa, e le Pozzolanelle. Le Pozzolane Rosse comprendono alla base un tufo massivo caotico coerente e semicoerente di colore grigio scuro con abbondanti scorie di colore grigio scuro e nero, più raramente rossastro, rara leucite analcimizzata, litici di lava grigia e matrice cineritica. Al di sopra si riconoscono due livelli con spessore di 2 -3 m, a quote 30 m e 40 m s.l.m., composti da paleo suolo sabbioso da poco coerente a coerente di colore moderatamente marrone. La successione è chiusa da un tufo massivo caotico coerente e semicoerente di colore marrone, rossastro, viola, grigio scuro con leucite analcimizzata, pirosseni, biotite, litici di lava grigia e di tufo di colore giallastro, matrice cineritica. Lo spessore delle Pozzolane Rosse arriva a 25 m. L'area in esame è stata utilizzata sino da epoca romana per lo sfruttamento intensivo del sottosuolo mediante lo scavo di cave in sotterraneo per l'estrazione della pozzolana. Alcune gallerie si sono sviluppate anche su più livelli e sono state trasformate in luoghi di culto o sepoltura (catacombe e ipogei della Via Appia Antica e di Via Latina). L'attività estrattiva, continuata fino agli anni 60 del '900, è documentata da 7 zone di escavazione in superficie, riconoscibili per la tipica geometria a semicerchio, e da 14 cavità e gallerie lunghe fino a 2 km connesse alla escavazione in sotterraneo. Le precarie condizioni di stabilità di tali cavità hanno determinato crolli, i cui effetti si sono manife-stati sulla superficie topografica nei rilievi collinari documentati da voragini con forma spesso ovoidale o irregolare e morfologia simile alle forme carsiche. Sono state riconosciute 35 voragini in destra e 25 voragini in sinistra del Fosso Almone. Sette voragini si sono formate negli ultimi dodici anni, mentre le altre sono più antiche e sono coperte da una vegetazione arbustiva molto densa. Molte depressioni sono state utilizzate in passato come discariche abusive di rifiuti solidi urbani, tra i quali anche due automobili.

UGO CHIOCCHINI (*) & CELESTINO GRASSI (**) THE ROMAN HYDRAULIC SYSTEM OF FRIGENTO (CAMPANIA, SOUTHERN ITALY

EXTENDED ABSTRACT La necessità di fornire l'acqua all'insediamento di Frequentum (attuale Frigent... more EXTENDED ABSTRACT La necessità di fornire l'acqua all'insediamento di Frequentum (attuale Frigento in Campania) e alla strada che collegava Beneventum (attuale Benevento) a Compsa (attuale Conza della Campania), situata circa 35 km a SE di Frigento nella valle del Fiume Ofanto, era dettata in larga misura dalla necessità di rifornire le legioni dell'esercito romano che, per motivi strategici e politici, dovevano transitare spesso su tale strada. Essa coincideva probabilmente con il tracciato della Via Appia antica tra Aeclanum e Venusia (attuali Mirabella Eclano e Venosa). Le cisterne del sistema idraulico, di età tardo-repubblicana (circa 86-27 a. C.), suggeriscono che Frequentum era un importante centro romano. L'area di Frigento è ubicata su un rilievo a quota 910 m s.l.m., compreso in una dorsale orientata NW-SE che forma lo spartiacque tra il bacino idrografi co del Fiume Ufi ta a NE e quello del Fiume Calore a SW, ed è costituita dal Flysch galestrino del Cretacico, caratteriz-zato da un grado di permeabilità relativa molto basso. Una coltre di suolo di colore grigio scuro con spessore fi no a 5 m è presente nella zona sommitale dell'area urbana e in parte su versanti. L'analisi granulometrica di un campione di suolo ed una prova di permeabilità in situ indicano che si tratta di un suolo sabbioso limoso il cui coeffi ciente di permeabilità è E-05 m/sec. I dati climatici, rilevati presso la vicina stazione di S. Angelo dei Lombardi alla stessa quota di Frigento e disponibili solo per il 2005, 2006 e 2008, forniscono i seguenti valori medi: temperatura 11,6°C, precipitazioni totali 796 mm, evapotraspirazione 517 mm, precipi-tazioni effi caci 279 mm. L'infi ltrazione totale effi cace interna è compresa tra 0,223x10-3 e 0,251x10-3 m 3 /anno. La parte attualmente osservabile del sistema idraulico è costituita da 4 gallerie, di cui tre visitabili, perchè la quarta è interrata. Le gal-lerie sono parallele ed adiacenti con asse orientato NW-SE, hanno forma rettangolare e sono lunghe 21 m, larghe circa 2 m. L'altezza misurata perpendicolarmente all'asse della calotta è 3,90 m, i piedritti sono alti 2,57 m con spessore di 0,60-0,70 m e il pavimento è protetto da una griglia metallica. Per la costruzione delle gallerie è stato necessario procedere prima alla escavazione del suolo e del Flysch galestrino su una zona rettangolare. Successivamente sono stati costruiti i piedritti e le calotte e infi ne è stato depositato il livello di suolo permeabile sopra le calotte. Queste ultime sono state sottoposte ad un trattamento tale da consentire che l'acqua accumulata nel suolo sovrastante potesse fi ltrare attraverso di esse. Il materiale calcareo di risulta è stato utilizzato per le strutture murarie, le calotte e il rivestimento. Infatti tutta l'opera idraulica è edifi cata con opus caementitium rivestito con paramento esterno in opus incertum. I due tipi di opus comprendono conci di calcari marnosi di colore grigio e calcari silicei di colore marrone o giallastro di varie dimensioni. Sono presenti anche alcuni conci di travertino, prelevato dalle cave circa 6 km a sud di Frigento, che è il materiale utilizzato nei piedritti e nell'arco delle aperture che collegano le tre gallerie. La malta idraulica è costituita da inerti calcarei con granulometria della sabbia grossolana immersi in una matrice di colore grigio e grigio scuro composta dal suolo che affi ora nella zona e da calce. Le gallerie intercomunicanti rappresentano un articolato sistema idraulico costruito con materiali impermeabili per immagazzinare, durante l'intero anno, l'acqua delle precipitazioni e quella derivante dalla fusione della neve raccolte su una superfi cie pressoché pi-aneggiante di circa 26.000 m 2 a 900 m s.l.m., dove esiste un livello di suolo permeabile suffi cientemente spesso sovrapposto al Flysch galestrino praticamente impermeabile. Si evitava in tal modo la raccolta di acqua in cisterne a cielo aperto, ottenendo una potabilità di gran lunga migliore. L'ordine di grandezza del volume di acqua che il suolo avrebbe potuto assorbire in un anno sulla superfi cie di circa 26.000 m 2 è compreso tra 5.798 e 6.256 m 3. Questi valori sono considerati minimi perché si dovrebbe aggiungere la quantità di acqua derivante dalla fusione della neve, non valutabile per la mancanza di dati sulle precipitazioni nevose.

Effects of land use changes on badland erosion in clayey drainage basins, Radicofani, Central Italy

Hillslopes of the Radicofani area, in the upper valley of the Orcia River (southern Tuscany regio... more Hillslopes of the Radicofani area, in the upper valley of the Orcia River (southern Tuscany region, Italy), consist mainly of early Pliocene clayey sediments and are widely affected by frequent badland erosion. Reforestation with frugal conifers has been carried out in the area over the last 50 years. The goal of the present study is to evaluate the impact of reforestation and land use change on erosion rates in nine small drainage basins through a multidisciplinary approach. Geological, geomorphological, hydrological and land use characteristics were analyzed by a diachronic confrontation between pre-reforestation (1954) and post-reforestation (2007) situations. Aerial-photo interpretation and processing in GIS allowed us to quantify changes in areas affected by badland erosion, land use and variations in erosion rates. Moreover, dendrometric data were gathered from 18 circular sample plots in forest stands of 40 years old. This allowed us to evaluate both the adaptability of different forest species to the clayey substrate and reforestation fragmentation. The differences between the pre-and post-reforestation situations led to increases in arable land and forest areas and considerable decreases in erosion rates and badland areas. However, no significant correlation between the erosion rates and the forest area emerged, due to the excessive fragmentation of reforestation cores and relatively small reforested surfaces. Land reclamation seems to have played a more important role in reducing erosion in the clayey substrate. The integrated method presented here is an important tool useful to understand the morphological dynamics of badlands in relation to forest vegetation, and for land planning and management.

LIDAR monitoring of mass wasting processes: The Radicofani landslide, Province of Siena, Central Italy

Osservazioni geopedologiche e dendrometriche in popolamenti a dominanza di acero trilobo (Acer monspessulanum L.) sui Monti della Tolfa (Roma)

L'Italia Forestale e Montana, 2008

The composition and provenance of the Tortonian and Messinian turbidites in the context of the structural evolution of the Central Apennines along the “Ancona-Anzio” line

Sedimentary Geology, 1989

... provenance of the Tortonian and Messinian turbidites in the context of the structural evoluti... more

Caratteri sedimentologici e composizionali delle ghiaie del sintema di Poggio Martino, Bacino Plio-Pleistocenico di Tarquinia, Italia centrale

Italian Journal of Geosciences

Nel Bacino di Tarquinia (Lazio nord-occidentale) è presente una successione plio-pleistocenica co... more Nel Bacino di Tarquinia (Lazio nord-occidentale) è presente una successione plio-pleistocenica connessa a tre cicli deposizionali trasgressivi. Essa comprende il Sintema di S. Savino (peliti di ambiente circolitorale) del Pliocene inferiore, cui seguono il Sintema di Tarquinia con i due membri eteropici del Macco (calcareniti organogene e sabbie ibride) e delle Sabbie di Poggio Gallinaro (sabbie ibride) del Pliocene medio-superiore e il Sintema di Poggio Martino (sabbie e ghiaie di spiaggia) del Pliocene superiore-Pleistocene inferiore. Quest’ultimo corrisponde al terrazzo marino più antico (circa 175 m s.l.m.) dei cinque individuati nel Quaternario nel Bacino di Tarquinia. Sono stati prelevati 646 ciottoli delle ghiaie del Sintema di Poggio Martino in quattro stazioni di campionamento e divisi in 4 classi granulometriche individuabili attraverso la misura dell’asse medio b (8–16 mm; 16–32 mm; 32–64 mm; 64–128 mm). L’analisi tessiturale ha evidenziato una misura media di b variabile...

Petrologic binary diagrams for characterizing and comparing arenites

Sedimentary Geology, 1996

... Some authors (eg Valloni and Maynard, 1981; Maynard, 1984; Valloni and Mezzadri, 1984; Ingers... more

Provenance and evolution of miocene turbidite sedimentation in the central Apennines, Italy

Sedimentary Geology, 1992

. Provenance and evolution of Miocene turbidite sedimentation in the central Apennines, Italy. Se... more

A stratigraphic and geophysical approach to studying the deep-circulating groundwater and thermal springs, and their recharge areas, in Cimini Mountains–Viterbo area, central Italy

Hydrogeology Journal, 2010

The stratigraphic and structural setting of the Cimini Mountains and Viterbo area of Italy has be... more The stratigraphic and structural setting of the Cimini Mountains and Viterbo area of Italy has been reconstructed. The architecture of the tectonic edifice, below the Pleistocene Cimino and Vicano volcanic districts cover, is characterized by the Mesozoic-Cenozoic Tuscan Nappe and the similar Umbria-Marche Succession; both are capped by the overthrusted Ligurian Late Cretaceous-Eocene Tolfa Flysch. A shallow unconfined volcanic aquifer is separated, by a thick aquiclude, from the deep confined carbonate aquifer consisting of the Tuscan Nappe and the Umbria-Marche Succession. The volcanic aquifer hosts cold waters, whilst the carbonate aquifer hosts hot sulphate-alkaline earth waters that emerge in the thermal area of Viterbo with a temperature of 30-60°C. The recharge area of cold waters is located in the Cimini Mountains. Thermal waters of the Viterbo hot springs are derived from a circuit of waters that emerge along the River Nera near Narni (about 34km ENE of Viterbo), with a high salinity, a temperature of 16-18°C, a sulphate-alkaline earth composition, and a discharge of 13m 3 /sec, whose recharge area is located in the central pre-Apennines reliefs.

The impact of groundwater on the excavation of tunnels in two different hydrogeological settings in central Italy

Hydrogeology Journal, 2011

To double the capacity of the Orte-Falconara railway line (central Italy), the Santa Croce tunnel... more To double the capacity of the Orte-Falconara railway line (central Italy), the Santa Croce tunnel was constructed (1985)(1986)(1987)(1988)(1989)(1990)(1991)(1992)(1993)(1994)(1995), which runs between the Nera Montoro and Narni stations. In the same period, to double the capacity of the Ancona-Bari railway line, the Moro, Cintioni, S. Giovanni and Diavolo tunnels were constructed between the Ortona and Casalbordino stations. The high likelihood of intercepting a significant volume of groundwater in calcareous rocks of the Santa Croce tunnel led to a shift in the layout of the tunnel, which allowed construction of the tunnel by more rapid and less expensive means. Groundwater along the Moro tunnel layout, in a sandy aquifer, has been drained by the excavation of a preliminary tunnel, which allowed a discharge of up to 0.080m 3 /s. In the S. Giovanni and Diavolo tunnels, a particular hydrogeological setting was found to exist in the form of lens-shaped bodies of fine grey sand-and-silt aquitards intercalated between the bottom muddy-sandy deposits (very low permeability) and the sandy aquifer; this caused sudden groundwater inflow and tunnel collapse. The S. Giovanni tunnnel, excavation was completed using the HydroShield system, whereas in the Diavolo tunnel, a well-point system was adopted, which avoided any environmental hazards.