Paolo Gri's Reviews > Dioniso: Mito e culto

avevo letto gli dèi della grecia e ne ero rimasto folgorato. anche se i momenti più affascinanti erano le intuizioni miracolosamente vertiginose e chiare, rassicuranti insieme, le descrizioni degli dèi (che pure sono, proprio in maniera greca, consustanziali all'esposizione filosofica, e anzi dicono più loro della teoria) illuminavano e riempivano l'enorme spazio mentale liberato dalle folgori di poco prima. un dio mancava, il meno greco: dioniso. questa mancanza era supplita da un libro: questo.
l'ho letto dyonisos, in francese. delusione. la prima parte è quel tipo di presa di posizione filologica in cui si passa più tempo a leggere degli sbagli degli altri che del perché invece avrebbe ragione lui. mi pare di ricordare che fosse contro l'idea dell'origine mista del culto di dioniso, che invece sarebbe arcigreco. gli ho creduto praticamente sulla parola. poi però, si parla di dioniso, e che bello ci sono dei lampi di vecchio otto (può un numero dirsi vecchio? vecchio quattro, quante volte ho diviso per te....una cosa che non potresti dire di 47080693, un numero praticamente intonso nella tua memoria), e mi sono trovato nella dolce posizione di poter sovrapporre il ricordo delle pagine già lette con quelle nuove davanti ai miei occhi, che vivono sotto lo stesso clima. il terrore di cambiare pagina e tornare al saggio noioso! ma il libro è lungo, e i capitoli corti. otto finisce di descrivere il bel dioniso e comincia a farne la storia, più diverse associazioni a cristo. e questo è tutto quel ricordo! ho chiuso il libro con un pizzico di sollievo.

scusate, questa recensione parla poco del libro, o meglio, ne riporta poco il contenuto. è che ho una pessima memoria e il libro mi ha dato dispetto (un dispetto dolce però, temperato dall'amore che provo per il vecchio otto e per il piacere delle pagine di descrizione). però proprio per questo, quello che ricordo è il fondo del vaso di pandora dai quali sono usciti i pipponi nefasti (scritti sempre con grande affabilità, va pur detto, ma io amo otto [altra materializzazione dei numeri...]), il fondo che è letteralmente quello che mi è rimasto. per questo devo avere la presunzione (perché il saggio l'ho letto di buona lena) di pensare che questo è quello che dovrei dire a un altro su questo libro, perché per me è vero