Manuela Bargnesi, psicologa difende killer sui social: «Non aveva indole violenta, relazione abusante». Radiata dall'Ordine

A denunciare il comportamento della psicologa era stata la sorella di Alessandra, Stefania Matteuzzi

Manuela Bargnesi, psicologa difende killer sui social: «Non aveva indole violenta, relazione abusante». Radiata dall'Ordine
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Martedì 10 Dicembre 2024, 16:36 - Ultimo aggiornamento: 17:19

Parlando di un femminicidio in video pubblicato su TikTok «ha gravemente compromesso la propria reputazione e la dignità dell'intera categoria professionale». Lo scrive l'Ordine degli psicologi delle Marche che, al termine del procedimento disciplinare, ha deciso di radiare Manuela Bargnesi: nei filmati condivisi tra dicembre 2023 e gennaio 2024 si era occupata del caso di Alessandra Matteuzzi, concentrandosi sul rapporto con l'ex fidanzato Giovanni Padovani (nel frattempo condannato all'ergastolo in appello), difendendo lui e incolpando di quello che era successo la vittima, assassinata a Bologna il 23 agosto 2022.

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La denuncia

A denunciare il comportamento della psicologa era stata la sorella di Alessandra, Stefania Matteuzzi, assistita dall'avvocata Chiara Rinaldi.

Secondo il Consiglio dell'ordine della regione dove risiede e dov'era iscritta (presidente Katia Marilungo, consigliere relatore Paolo Mengani) Bargnesi, ha agito «senza il minimo rispetto per la dignità professionale, violando con il suo comportamento il decoro e rappresentando in maniera deplorevole la professione di psicologo».

La psicologa Manuela Bargnesi

Le violazioni

La professionista è stata giudicata per aver violato nove articoli del codice deontologico: dal segreto professionale al principio di responsabilità. Per sostenere quello che diceva, ha ammesso lei stessa, si era basata unicamente su alcuni colloqui avuti in carcere con l'imputato, ma aveva parlato anche di Matteuzzi, pur senza averla mai incontrata in contesto clinico e senza mai citare testi o autori, né criteri di riferimento. Ma quel che «va stigmatizzato con il massimo rigore» per la sentenza disciplinare, è l'utilizzo del social network: non può essere una piattaforma social e tantomeno TikTok, sostiene l'Ordine, il luogo deputato per uno psicologo, dove riportare e discutere della propria attività professionale: il decoro e l'immagine stessa della professione risultano così essere profondamente lesi. Non è ammissibile, prosegue il Consiglio, che la professione possa essere contaminata e veicolata nei social network e ancora più gravi sono i contenuti espressi.

Bargnesi, inoltre, non ha minimamente colto la gravità delle questioni trattate e la loro estrema pericolosità: come l'eventualità, per esempio, che un maltrattante possa accusare la compagna di istigarlo nei suoi comportamenti violenti, proprio sulla base di quanto affermato nelle frasi dei video. Quando le era stato chiesto conto di quello che aveva fatto, ha risposto: «Non ho fatto nulla in malafede e non pensavo di infrangere le regole».

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