Sono Andrea e non so dove andare
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Anteprima del libro
Sono Andrea e non so dove andare - Sergio Grillo
CORPO
I
Un cane randagio
Non mente la targhetta inchiodata in cima alla porta. 404. Quarto piano, corridoio a destra, quarta porta. La camera di sempre.
Credevo non t’avrei più rivisto.
Dico mentre si chiude alle spalle la porta del nostro rifugio, io la chiamo casa.
Lo credevi soltanto o l’ hai sperato?
Mi risponde immediato e senza cattiveria. Ha quel mezzo sorriso insolente, lo stesso di sempre, quello che per decine di volte mi ha disarmata e gli ha permesso di fare di me ciò che ha voluto. Il suo tono è fermo, odiosamente ironico.
L’ho sperato.
Aumento la posta tenendo gli occhi fissi sulle mie scarpe. Le parole mi cadono di bocca e già vorrei riprenderle o chiedere scusa. Come da copione cammina lento, prima avanti e poi torna indietro, piano, un lupo in gabbia. Quante volte gliel’ho visto fare. Beve qualcosa per prendere tempo, poi torna, serio, incupito.
Perché lo fai? Non ferirmi, non così come se ti venisse facile.
"Sono passati quindici maledetti giorni da quando sei volato via! Due settimane di buco, di vuoto, di nulla! – Gli strillo sul viso senza nemmeno rendermene conto. Ha già vinto lui. - Mi chiami dall’aeroporto e mi dai appuntamento qui ed io ci sono, come sempre, come tutte le volte che mi cerchi. Ma cosa vuoi?"
Getto fuori tutto velocemente, tentando con ogni sforzo di nascondere ciò che mi pulsa nella testa colma di rabbia. Mi tremano le labbra, vorrei urlare e chiedergli cosa c’è che non gli basta o se non lo faccio abbastanza felice. Felice quel tanto da credere un minimo in noi. Vorrei sapere perché non mi cerca e perché non mi lega a sé. Le mie parole però, si spengono sorde, bagnate dalle lacrime che le precedono.
Sembra quasi riesca a sentirmi, quaggiù, imprigionata tra occhi rossi e bocca serrata, quando padrone di sé mi avvisa:
Se devi dirmi qualcosa fallo adesso, tutto d’un fiato
E tu levati le mani dalle tasche! - Rispondo di scatto - Voglio vederti gesticolare mentre non sai cosa dire, mentre cerchi miseramente di guadagnare tempo.
Mi afferra il polso: Guarda qui! Guardati le mani, hai le unghie a pezzi. Quando la smetterai di ridurle così? Smettila di aspettarti cose da ragazzina, la telefonata della buonanotte, il messaggio del mattino o i resoconti della mia giornata. Vuoi che ti racconti tutta la mia merda alla sera come si farebbe con una madre? Credi che sappia come si fa? È così quindi che ti farei felice? Ti basterebbe un riassutino prima di dormire e delle piccole attenzioni a buon mercato? Ottimo! Sembra facile. Ma io devo impegnarmi per essere docile e tu lo sai! Vuoi addomesticarmi? Bene! Provaci! Però a te non piacciano i barboncini da salotto, è questo che ti fa incazzare! Il problema è tuo! Cambiami, così poi inizieremo insieme a contare i giorni.
Quali giorni? Che giorni? Ma di che parli?
Quelli che ci separano dal giorno in cui per noia e soffocata dalla routine ti stuferai. – Sentenzia - Quando palestra, jogging, shopping e tutte quelle cazzo di emozioni surrogate non ti basteranno più e avrai bisogno di un altro cavaliere nero da conquistare. Francesca – Mi fissa - Sei un film già visto.
Il suo tono di voce alto e arrogante, così nuovo e già così insopportabile mi riempie di collera. Non mi fai a pezzi così, non ti lascio l’ultima parola.
Io non voglio addomesticarti – Ringhio ostile e frustrata - Ma tu forse sei il cane bastardo che fingi di essere. Ti sarai esercitato talmente tanto che non distingui più l’attore dal personaggio. O forse sono io che non ho mai capito un cazzo – Mi arrendo - La solita scema che crede di poter tirar fuori il meglio dalle persone.
Non sono un bastardo – Mi raccoglie. Prende una sigaretta, inclina la testa verso destra, fa scudo con la mano sinistra ad un vento inesistente e l’accende - Io mi sento un cane randagio – Continua - Hai mai accarezzato un randagio? Ti sei mai chiesta a cosa pensa mentre ti guarda farlo? Dimmi, hai mai sostenuto il suo sguardo? Lo sguardo dell’istante in cui capisce che gli hai solo concesso un paio di avanzi delle tue buone intenzioni. Quello del momento in cui, vedendoti andar via, si rende conto che non sei che l’ennesima passante. Un’altra che aveva solo bisogno di sentirsi meglio con se stessa. – Aspira profondo e poi getta parole e fumo - No, non credo. Tu non hai mai pensato a tutte queste cose. Tu sei di quelle sempre troppo impegnate a giocare con la casa delle bambole.
Con quelle parole mi destabilizza, ma devo rispondergli, so che sto per ferirlo ma non riesco a trattenermi,
Ecco la povera vittima – Apro il fuoco - Il cane bastonato che tutti hanno sempre trattato male - Continuo come un treno impazzito - Nessuno è in grado di capirti, sei un uomo maturo tu, io solo una ragazzina disubbidiente e viziata, la ragazzina che deve imparare a vivere. Tu sai tutto. Tu sai come gira il mondo. Continua a nasconderti in un angolo allora, prendi solo gli ossi che ti gettano quando capita. Si può sapere di cosa hai paura? Cosa ti impedisce di provarci? Tu sei davvero un randagio! Sembri uno di quelli che si abbandonano nelle aree di servizio!
La sua mano mi arriva decisa in piena faccia seguita da un rumore secco. Ciò che resta è solo un bruciore battente, come se rabbia, delusione e dolore stessero danzando sulla mia guancia al ritmo del respiro affannato.
L’ho ferito, ho toccato corde che non dovevo, ed ora eccoli lì tutti i chilometri che da sempre ha messo tra noi, di nuovo in fila, uno dopo l’altro. Chilometri che lo mantengono a distanza, come se percorresse da sempre strade scivolose, la sua distanza di sicurezza. È pieno di rabbia, è inquieto, vorrei, ma non riesco a dargli respiro.
Dai! – Insisto - Dimmi come si fa a diventare duri dentro? Duri al punto da non dover dimostrare niente a chi si ama, da non aver bisogno di nessuno. Dimmi che non ti interessa. Che sentire la mia voce o farmi sapere come stai ti infastidisce, ti pesa. Spiegami come tutto questo può migliorarmi?
"Può salvarti - Mormora tra sé, sembra solo nella stanza. Si passa le mani sul viso, come adoro vederglielo fare, quando cerca un contenimento che non riesce a trovare. Poi mi risponde arreso - Quanto bravo devo essere per farti contenta? L’amore è dedizione e puntualità? Un pacchetto tutto compreso? Me compreso? Tu davvero credi ci sia un unico modo di prendersi cura di chi si ama? Come una corrispondenza stabilita? Regole e rituali o dei percorsi fissi? Dimmi un po’ allora – Sorride sarcastico e incandescente - Aggiornami sull’attuale idea collettiva di amore."
Mi fissa, ora ha negli occhi la luce fioca di chi ha perso l’ultima battaglia. Mi sforzo per non cadere nella trappola di quello sguardo.
Devo smettere allora di aspettarmi cose da te? – Gli rispondo a fatica - Però quante? Quali? Oggi non mi chiami, per giorni non so nemmeno come stai. Devo salutarti ogni volta come se fosse l’ultima. Sperare di esserti così piaciuta a letto per aggrapparmi all’idea che ti farai vivo ancora. Merda! – Mi sfugge di bocca - Mi sento come un condannato che confida nella delicatezza del suo boia. Cosa non possiamo avere stando insieme? Che libertà vuoi?
"La libertà di essere solo. – Sussurra appena - La consapevolezza di esserlo. Non ti