Destinati ad amare: Dialoghi sulla felicità
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Info su questo ebook
Il libro è rivolto ai cacciatori ostinati di felicità. A chi non si rassegna all’idea di rimanere semplicemente un essere vivente, ma aspira a diventare un essere vitale.
E’ da assaporare un po’ alla volta, senza fretta, come un buon calice di vino rosso, alla scoperta di nuove e personali sfumature di gusto.
Giuseppe Attanasio nasce a Salerno nel 1962, è medico presso il Policlinico Universitario Umberto I e docente all’Università ‘Sapienza’ di Roma. Dal 2012 è diacono permanente della diocesi di Roma. Sposato con Alessandra e padre di tre figli, svolge la sua attività di evangelizzazione soprattutto con le coppie di fidanzati e di sposati. E’ iniziatore del percorso catechetico ‘Nati per essere felici’
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Anteprima del libro
Destinati ad amare - Giuseppe Attanasio
RINGRAZIAMENTI
PREMESSA
Il cristiano-fariseo
Questo libro non ha nessuna pretesa di essere un testo di teologia o di esegesi biblica. Nasce invece dalla convinzione che l’unica cosa che Dio desidera per l’uomo è che sia felice. La missione di ogni cristiano è di annunciare questa esperienza gioiosa, evitando ogni rigurgito di fariseismo, cioè l’idea di un cristianesimo pesante, faticoso e moralistico, che è il motivo principale della ostilità di molti verso il Dio rivelato da Gesù.
Gran parte dei cristiani si avvicina alla Sacra Scrittura con lo stesso atteggiamento di quando noi andiamo al supermercato: passiamo per gli scaffali, c'è qualcosa che ci piace, la prendiamo; qualcosa che non ci piace, la lasciamo; qualcosa a cui siamo allergici, vorremmo tanto prenderla ma non possiamo, perché poi ci fa star male.
L’amore? Ci piace molto. Chi non vorrebbe essere amato?
Amare il nemico e porgere l’altra guancia? No, questo proprio no.
La tolleranza e l’accoglienza? Si, ma a piccole dosi. Molto piccole.
La Scrittura però è tutta Parola di Dio, è un pacchetto che non si può scomporre: o lo prendi tutto o niente.
Ma dai! Anche il raccontino di Adamo ed Eva nel Paradiso che mangiano il frutto proibito (che non è una mela) e Dio si offende e li scaccia? E il progetto della Torre di Babele che gli uomini costruiscono per arrivare fino al cielo e che Dio fa fallire confondendo le lingue dei costruttori? Ma ti sembra normale? Una torre così alta da raggiungere il cielo. E' una favoletta per bambini.
Eppure è tutto Parola di Dio.
Il problema è che quando ci capita di leggere qualche brano dei Vangeli pretendiamo di capire tutto a volo, come se leggessimo un quotidiano sportivo. Ci sono delle cose, però, che non solo non si capiscono, ma sono addirittura scandalose. Ci viene da dire: Non è possibile che Gesù abbia fatto una cosa del genere.
È come quando, per esempio, andando verso Gerusalemme, passa per un campo e si imbatte in un albero di fico. Si accorge che non ha frutti e senza pensarci due volte lo maledice. Signore - gli dicono i discepoli - i frutti non ci sono perché non è stagione.
Niente, non vuole sentire ragioni e lo fa seccare.
Com'è possibile che Gesù sia così permaloso e viziato? Va bene che è il figlio unico di un padre onnipotente, ma quello stesso padre, visto che è anche il creatore del cielo e della terra, glielo avrà pur detto che la natura ha i suoi ritmi: non è colpa del fico, semplicemente non è stagione.
Non ci si può nascondere una certa difficoltà a dare credito ad uno che si comporta così.
D’altro canto, però, non possiamo neppure dire che Gesù stia sbagliando. Non è rispettoso, ma soprattutto non è conveniente, visto che ce lo ritroveremo di fronte al momento del giudizio finale ed è meglio che in quell’occasione stia dalla nostra parte. Allora ce la caviamo con l'idea che non è Gesù che sbaglia, siamo noi che non lo capiamo: è un mistero.
Se il compito di Gesù era farci comprendere la volontà di Dio, forse non c'è riuscito un granché: la Rivelazione sembra sia stata un po' fallimentare.
La Parola di Dio bisogna comprenderla nel modo giusto, che è quello che Gesù ha rivelato, altrimenti ti ritrovi una fede fatta più di ombre che di luci e vivi con l’unica preoccupazione di fare le cose che secondo te piacciono a Dio, dividendo il mondo in giusti e peccatori in base a quanto si è capaci di osservare la sua legge.
Questo, appunto, è il cristiano-fariseo: uno che deve meritarsi il perdono di Dio, che deve aiutare i poveri perché sono stati più sfortunati, che vede la sofferenza come una prova da sopportare o come una punizione, che vive la castità come una legge di purità, che pensa che chi pecca in realtà si stia divertendo.
Incontri un cristiano-fariseo e lo vedi sornione, furbetto, attaccato al denaro, pronto a giudicare gli altri, bravissimo a trovare sempre un compromesso conveniente tra la sua vita e la sua religione. Lo guardi e l’unica cosa che ti viene da dire è: ‘Io con il Dio in cui crede questo ipocrita non voglio avere nulla a che fare. Non mi interessa’.
E allora è meglio capire, perché vivere con il Dio rivelato da Gesù è tutta un’altra vita.
I La sua religione
Il bravo cristiano
Mario sente suonare alla porta di casa e sa di non aspettare nessuno. Sono le tre del pomeriggio di una torrida domenica di fine agosto. Lo assale l'angoscia di trovarsi ancora una volta l'impiegato comunale che viene a portargli l'ennesima multa da pagare.
Anche di domenica - pensa - ma questi non riposano mai?
In pochi giorni ha già dovuto sopportare per due volte il sorrisino ironico del portiere che gli consegnava la busta con il timbro inconfondibile della polizia municipale.
Se Massimo non la smette di prendere multe, gliela tolgo la macchina, così impara. Non ho lavorato una vita intera per pagare le multe che prende.
Apre già con la penna in mano, rassegnato a firmare la ricevuta e si trova davanti due eleganti giovanotti in camicia bianca e cravatta scura che con molto garbo lo salutano. Mario si è appena svegliato dal sonno pomeridiano, non ha ancora pienamente realizzato dove sia, sa solo che almeno stavolta ha evitato una multa. È talmente contento che per un po' resta lì in silenzio davanti ai due sconosciuti che non si sa perché gli stanno dando del tu mentre gli parlano di un fantomatico Regno che dovrà venire a breve. Finalmente capisce che si tratta di due Testimoni di Geova. Don Giancarlo proprio quella mattina durante la messa aveva avvisato i suoi parrocchiani che questi nemici della Chiesa stavano girando per le case del quartiere a due a due per insinuare il dubbio della fede. Aveva anche consigliato qualche risposta giusta per impedire di farli parlare troppo. Mario aveva pensato a cosa rispondere, ma in fondo non credeva che sarebbero mai passati da lui. Invece eccoli qua. Che sfacciati! E allora sfodera l'argomento che aveva individuato per mettere fine ad ogni possibile dialogo prima ancora di cominciare, mentre assapora quella dolce sensazione di piacere che solo un buon cristiano quale è riesce a provare. In realtà non sapeva bene questo Geova chi fosse, ma era bastato un rapido giro in internet e la lettura di un paio di post di cristiani militanti per sapere cosa dire.
Li guarda con un'aria a metà tra il compassionevole e l’ironico e dice: «Il vostro cielo è riservato a 144.000 giusti, voi siete già molti di più, quindi per me non ci sarebbe posto. Grazie, preferisco rimanere cristiano.»
Il ragazzo più alto sorride perché sa che quell’argomento in realtà è facilmente confutabile, almeno dal suo punto di vista e sta per rispondere. Mario, però, lo saluta e chiude la porta, mentre pensa: Ti ho fregato. Non sai cosa rispondermi, eh?
Si avvia in salone verso il divano in pelle, proprio sotto il condizionatore d’aria, pronto a riprendere il suo sonnellino e felice che questa domenica sia andato a messa, abbia lasciato il tradizionale euro nelle offerte e abbia avuto anche la possibilità di difendere la sua religione. Dio dall'alto dei cieli sarà sicuramente orgoglioso di me. A questo proposito, caro Dio, vorrei ricordarti che domani devo fare un prelievo di sangue perché da qualche mese mi alzo la notte per andare a fare pipì e l'urologo mi ha consigliato di controllare il marcatore della prostata. Ma Tu queste cose le sai già. Mi raccomando, non facciamo scherzi, lo sai che non faccio del male a nessuno, vado a Messa la domenica e il mercoledì vado anche al centro Caritas della parrocchia per dare il pacco viveri ai poveri… Poveri, poi. Mica tanto. Sono quasi tutti stranieri, giovani, potrebbero anche andare a lavorare invece di perdere tempo a chiedere l'elemosina. Secondo me rubano, si ubriacano e si divertono e poi vengono a piangere lì da noi. Ma il prete dice che ci sei Tu dentro di loro e si aiutano per carità cristiana. Non se lo meritano, fosse per me li prenderei a calci nel sedere.
Fa proprio caldo oggi, il condizionatore dovrebbe mandare più aria, ma per Mario la modalità quiet è il giusto compromesso tra una temperatura non tropicale e una bolletta elettrica che non intacchi troppo il suo bilancio. In realtà la sua pensione da funzionario di banca con 40 anni di contributi potrebbe garantirgli una ventola al massimo della potenza, ogni giorno per tutta l’estate, anzi per tutto l’anno, ma ‘non è etico, quindi non si fa’. Del resto i suoi soldi non servono per pagare le multe del figlio, ma nemmeno per pagare lo stipendio a quei ‘parassiti dell’azienda elettrica’.
Sdraiato sul divano guarda il soffitto perdere colore e nitidezza, mentre le palpebre lentamente si chiudono, preludio di un tranquillo distacco dalla realtà.
«Mario, chi era alla porta?» La voce della moglie ha lo stesso effetto dell'ariete di ferro che la polizia usa per sfondare le porte.
«Nessuno, Giulia. Niente di importante. Lasciami riposare ancora un po’.»
«Non c’è tempo per riposare. Dobbiamo prepararci per il matrimonio. Inizia alle cinque e sai che dobbiamo arrivare un po’ prima. Non voglio perdermi l’entrata della sposa.»
«Figurati, la sposa arriverà minimo con mezz’ora di ritardo. Non corriamo nessun rischio.» Mario, però, sa benissimo che ormai ogni tentativo di dormire sarà inutile.
Giulia lo raggiunge in salone e questo sancisce la sua sconfitta definitiva. «Alzati e vatti a preparare. Sveglia anche Massimo. Lo sai che stanotte è tornato alle quattro? No che non lo sai, dormivi. Tu dormi come un angioletto, mentre io aspetto sveglia, pregando Dio che torni a