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Il dilemma di Miss Hastings: eLit
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E-book91 pagine2 ore

Il dilemma di Miss Hastings: eLit

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Info su questo ebook

Londra, 1814 - Miss Cecilia Hastings è considerata la più fortunata delle debuttanti: bella senza essere vanitosa, gentile e per nulla affettata, ha attirato l'attenzione di due fra i gentiluomini più affascinanti e ricchi della Stagione: Jeremy Battersley, Conte di Henley, e Richard Huxley, Duca di Wexford. Cecilia, che desidera sì sposarsi, ma solo per amore, e che in un matrimonio cerca la passione, si trova di fronte a uno spinoso dilemma: quale dei due scegliere? Così propone a entrambi i pretendenti una sfida alquanto singolare: un bacio che l'aiuti a decidere. E durante un incontro notturno in un giardino appartato...

LinguaItaliano
Data di uscita31 lug 2015
ISBN9788858942888
Il dilemma di Miss Hastings: eLit

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    Anteprima del libro

    Il dilemma di Miss Hastings - Elyse Mady

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Debutante’s Dilemma

    Carina Press

    © 2010 Claire Meldrum

    Traduzione di Chiara Messina

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-288-8

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Londra, 1814

    Miss Cecilia Hastings era la più fortunata delle fanciulle.

    Era questo il quasi unanime giudizio dei cinquecento invitati stipati all’interno del sontuoso salone da ballo di Lady Stanhope in quel pomeriggio dei primi di giugno.

    La giovane, con la sua figura slanciata e armoniosa, il collo liscio e la pelle bianca come latte, gli affascinanti occhi grigi e la chioma di un castano scuro, era senza ombra di dubbio di bell’aspetto. Ad appena diciotto anni, Miss Hastings era ovunque elogiata per le sue maniere pacate e la straordinaria abilità con cui navigava tra i perigliosi flutti della mondanità londinese senza apparire affettata o arrogante. Danzava in modo incantevole. Cantava e suonava il pianoforte. Sapeva leggere l’italiano e parlava splendidamente il francese. Stringeva amicizia sia con gente facoltosa sia con i meno abbienti, incurante della loro posizione sociale. Il suo gusto nel vestire non aveva rivali, e la sua sarta aveva ricevuto una mezza dozzina di offerte di denaro per rivelare il segreto del regime di bellezza della sua signora.

    Ma non vi era dubbio che la più sensazionale e celebrata delle doti di Miss Hastings nel corso di quella sua prima Stagione londinese fosse stata la sua capacità di indurre non uno, bensì due dei più ambiti scapoli d’Inghilterra a farsi avanti come pretendenti alla sua mano.

    Due celibi, affascinanti e titolati rampolli, educati a Cambridge, imparentati con alcune delle più antiche famiglie del paese e possessori di tenute che avrebbero fatto piangere di gioia il più severo dei curatori. Ciascuno di loro aveva inoltre una splendida casa in città, una residenza familiare – rispettivamente nel Kent e nel Sussex – che era un prodigio di rurale splendore e, meraviglia delle meraviglie, potevano avvalersi di un totale di trentamila sterline l’anno.

    In breve, Miss Hastings aveva ricevuto il doppio di ciò a cui ogni giovane donna – e sua madre – aspirava con fiera e agonistica risolutezza nel corso dell’intera Stagione, da gennaio a giugno, e il tutto senza scompigliare nemmeno un capello della sua perfetta chioma.

    Certo, alcune tra le sue pari, fanciulle a cui non era toccata la stessa fortuna, ritenevano che un simile eccesso rivelasse una sorta di ingordigia matrimoniale, e trovavano un selvaggio piacere nel parlarle alle spalle censurando le sue colpe reali o presunte. Ma dinanzi a lei, erano tutte complimenti e sorrisi, e la supplicavano, facendo ricorso ai più soavi dei toni, di insegnare loro come avvolgere il turbante à la turque o di svelare il nome della sua modista.

    La notizia che entrambi i gentiluomini si fossero presentati con ogni riguardo al compiaciuto padre di Miss Hastings, prima di dichiararsi alla dama in questione, si era diffusa al punto che coloro che si trovavano ad ascoltarla per l’ennesima volta l’accoglievano con un semplice mormorio di riconoscimento, talmente logora si era fatta quell’indiscrezione passando di bocca in bocca. Ora, mentre la Stagione volgeva a un’altra affollata e frenetica conclusione, la domanda che più assillava le menti di quasi tutti coloro che in quella calda sera d’estate avevano fatto la loro comparsa nel salone da ballo gremito degli Stanhope era quale dei due gentiluomini Miss Hastings avrebbe infine deciso di sposare.

    A essere onesti, uno o due degli ospiti erano più interessati a scoprire cosa avrebbero avuto modo di gustare durante la sontuosa cena fredda di Lady Stanhope ma, nel complesso, l’enigma più esaltante della stagione era chi tra Lord Jeremy Battersley, sesto Conte di Henley, e Sua Grazia Richard Huxley, quattordicesimo Duca di Wexford, sarebbe stato favorito dalla giovane donna in questione, guadagnandosi l’onore di brindare alla nuova sposa.

    Per una volta, nemmeno le più inveterate malelingue avevano trovato nulla da recriminare su Miss Hastings, né sarebbero riuscite a concepire che la fanciulla fosse meno che estatica di fronte a quell’impareggiabile successo sociale, aux anges per così dire, di aver raggiunto il sommo triumvirato cui ogni donna nubile poteva aspirare: un matrimonio del più alto profilo, in cui entrambi i candidati erano di rango elevato, incredibilmente ricchi e di un fascino invidiabile.

    Era solo questione di scegliere tra i due uomini.

    Nessuno, ovviamente, sapeva con certezza cosa la giovane pensasse dell’intera situazione, e nei club in cui i gentiluomini erano soliti riunirsi in città si scommetteva ancora su quale sarebbe stata la decisione definitiva.

    All’insaputa dei curiosi astanti, Miss Hastings si stava ponendo esattamente lo stesso quesito quando la musica ebbe inizio e lei si fece strada sulla pista da ballo in compagnia del suo ultimo cavaliere.

    Perché Miss Cecilia Hastings, la fanciulla più ammirata della Stagione, nutriva un segreto nel suo mirabile petto.

    Un segreto profondo e oscuro, che per nulla si addiceva a una signora.

    Non era solo il fatto che non sarebbe mai riuscita a concepire l’idea di un matrimonio contratto per puro interesse, come molti, i cui voti erano solo un mezzo per congiungere o rimpinguare le ricchezze di famiglia. E nemmeno i titoli, per quanto antichi e altisonanti, e il fasto esercitavano su di lei la minima attrattiva, giacché aveva sempre preferito misurare il valore di una persona dalle sue azioni piuttosto che da quelle dei suoi avi. E per quanto si divertisse nelle occasioni mondane, Cecilia prediligeva la compagnia di amici e parenti amorevoli, e gli incontri in luoghi riservati al frenetico turbinio della capitale.

    No, non nutriva il minimo interesse per le tipiche aspirazioni banali e quotidiane.

    Ciò che voleva, che bramava, era qualcosa di

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