99_domande_sull'ebraismo
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Info su questo ebook
Risponde con chiarezza e precisione il rabbino Rothschild sottolineando gli aspetti fondamentali della teologia ebraica, gli elementi di vita quotidiana, a casa e in sinagoga.
Un libro semplice e immediato, le domande sono in ordine alfabetico, le risposte sono accessibili a tutti.
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Anteprima del libro
99_domande_sull'ebraismo - Walter L. Rothschild
99 domande sull'ebraismo
Walter L. Rothschild
Gribaudi
Piero Gribaudi Editore
© 2004 by Piero Gribaudi Editore srl
20142 Milano - Via C. Baroni, 190
Titolo originale dell'opera:
99 Fragen zum Judentum
© 2001 Gütersloher Verlagshaus, Gütersloh
Traduzione e traslitterazione di Roberto Tonetti
Copertina di Ideaesse
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Piero Gribaudi Editore srl
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tel. 02-89302244 - fax 02-89302376
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Nella stessa collana:
M. Buber, Discorsi sull'ebraismo
M. Buber, Il cammino del giusto
P. Sola (c.). Piccolo dizionario dell'Ebraismo
D. Lifschitz, L'Hagadah di Pasqua con commento chassidico
L. Jacobs, La preghiera chassidica
A.J. Heschel, Crescere in saggezza
A. Chouraqui, Storia del giudaismo
L. Cattani, La preghiera ebraica del sabato
F. Monti (c.), Salmi Tehillim (traduzione e traslitterazione dall'ebraico)
Rabbi Nachman di Brazlav, La sedia vuota
Rabbi Nachman di Brazlav, Preghiere per gli alti e bassi della vita
S. Giacomoni, La vita di Mosè
A. Frossard, Ascolta, Israele!
D. Flusser, Le fonti ebraiche del Cristianesimo delle origini
E. Wiesel, Re Salomone e l'anello magico
Prefazione
La prima domanda che ci si pone nel presente volume non può che essere: Come è possibile spiegare l’ebraismo soltanto attraverso 99 domande?
Non esiste proprio una risposta esauriente, benché questo piccolo volume costituisca un tentativo in quel senso. L’ebraismo è una religione che si oppone a una definizione semplice. Oggigiorno gli ebrei investono davvero molte energie e tempo nel dibattito sull’essenza dell’identità ebraica: si tratta di una religione, dell’appartenenza a un popolo, di una costruzione spirituale, di un destino storico...? Si può essere ebrei al di fuori di un dato Paese, ma poi: si può esserlo al suo interno? Chi decide che cosa è ebraico in una religione che si è sviluppata per parecchi millenni in diversi continenti?
Vi è un’accentuata diversità tra l’ebraismo predicato e quello esercitato nella prassi, tra gli ebrei di diversi Paesi, tra la religione popolare e quella dei rabbini e degli intellettuali. Forse queste differenze non dovrebbero esistere, eppure ci sono: perciò la descrizione dell’ebraismo come religione è così emozionante ed esigente.
La semplice risposta alla domanda iniziale è: non è possibile spiegarlo.
Tuttavia, in un libro di queste dimensioni e (dunque) di questa profondità si può fare un tentativo: la cifra simbolica di 99 è stata scelta per suggerire una limitazione, entro la quale è ragionevole sperare di fornire alcune basilari spiegazioni di alcuni ambiti parziali dell’ebraismo, in modo chiaro e non sempre necessariamente sistematico.
I criteri scelti per le domande comprendono:
aspetti fondamentali della teologia ebraica, necessariamente in forma abbreviata;
alcuni elementi fondamentali della prassi ebraica, in casa e alla sinagoga;
domande che sono state poste a un rabbino, nella sua quasi ventennale carriera nelle comunità, da coloro che si avvicinavano dall’esterno al tema in sé.
Per agevolare il lettore, le domande compaiono in ordine alfabetico e non rappresentano, in questa sequenza, uno sviluppo dei temi in base alla loro importanza. Non c’è dubbio che alcune domande che il lettore potrà porsi non trovano qui risposta; come pure alcune delle risposte saranno non esaurienti, studiatamente vaghe o presenteranno delle possibilità di scelta invece di una sola certezza. Ma così va il mondo... Il presente volume è stato scritto da un singolo rabbino, non necessita di autorizzazione da parte di qualche superiore autorità, non è stato approvato da alcun comitato e rappresenta dunque solamente il punto di vista dell’autore.
Le domande prescelte sono, proprio per la struttura del libro, anzitutto quelle che potrebbe porre una persona non ebrea. Dibattono dei temi che sono spesso menzionati da scolari, studenti e visitatori delle sinagoghe; riguardano anche delle questioni con cui ci si confronta nella quotidianità coi vicini e gli amici.
Le domande e le risposte contenute nel presente volume non forniscono soluzioni complete a ogni questione che può presentarsi nel corso della vita, né producono del materiale o delle fonti esaurienti, che per esempio possano essere usati nello studio del giudaismo.
Ma, se si è disposti a porre 99 domande, allora c’è molto da apprendere, quindi il lettore si aspetti altrettante risposte!
E, se non riuscirà a trovare una risposta alle sue domande, ebbene ci sono molti buoni libri su cui studiare.
Walter Rothschild
1 - Chi sono gli ebrei?
La risposta a questa domanda è semplice: nessuno lo sa.
Ci sono molte definizioni del termine ebreo e molte sono contraddittorie, per cui ne indagheremo soltanto alcune.
Primo: l’ebraismo è una religione? Se sì, allora gli ebrei sono coloro che credono alla religione che è nota appunto come ebraismo
, o "Jahadut". Anche se vi sono diverse forme di questa religione, tutte essenzialmente condividono la fede in Un Dio, ossia Dio è unico e onnicomprensivo, è il Creatore di tutte le cose e nel cosmo non c’è altra potenza oltre Dio; Dio ha scelto un particolare popolo con cui ha stretto una particolare alleanza, il che implica (per il popolo) responsabilità ulteriori, stabilite come precetti (mitsvot), la maggior parte dei quali non sono vincolanti per il resto del mondo. Tali precetti definiscono la maniera e il modo del servizio divino, un calendario con giorni prestabiliti di riposo e delle festività, regole particolari di nutrizione, per il matrimonio e le relazioni reciproche, per il trattamento degli animali e per l’agricoltura, e fondano un rapporto particolare con Israele e Gerusalemme, oltre a molte altre cose. In base a questa definizione, è ebrea una persona che crede.
Tuttavia, vi sono molti che, pur non credendo, sono ebrei!
Secondo: l’ebraismo indica un raggruppamento sociale? Se sì, allora gli ebrei sono coloro che appartengono a una determinata comunità ebraica, in determinate città o quartieri, e che, relativamente alla loro vita, seguono le mitsvot sopra descritte. Praticano le mitsvot nei confronti delle altre persone, osservano lo shabbat (vedi riferimento relativo) e le leggi alimentari, si vestono conformemente a una stretta interpretazione delle leggi di modestia. In base a questa definizione, è ebrea una persona che fa queste cose.
Tuttavia, ci sono molti che, pur non seguendo questi precetti, sono ebrei!
Terzo: si tratta invece di una razza o di un gruppo etnico? Se sì, allora un ebreo è qualcuno nato in una famiglia ebraica e avente dei geni ebraici
; secondo questa definizione un ebreo può essere riconosciuto per un certo colore della pelle o per la forma della testa (o del naso), oppure per il colore degli occhi o dei capelli, e sarà ebreo solamente se sarà nato con queste caratteristiche. Secondo questa definizione, è ebreo chi lo è naturalmente.
Ma anche questa è una definizione del tutto non pertinente. Ci sono ebrei di ogni possibile aspetto esteriore secondo la taglia, la forma e il colore, ed è possibile convertirsi all’ebraismo.
Quarto: si tratta di una costituzione spirituale? Se sì, allora è ebreo chi ascolta musica ebraica
, chi pratica l’arte ebraica
, cucina secondo ricette ebraiche
e fa battute ebraiche
. Eppure, molto di ciò che si classifica normalmente come ebraico, è semplicemente est-europeo, portato con sé dagli immigranti ebrei nel mondo occidentale, e non già essenzialmente ebraico; oppure proviene dall’area mediterranea ed è stato divulgato da viaggiatori ebrei o da commercianti israeliti, ma nemmeno questo è effettivamente ebraico. Certo, ci sono determinate opere d’arte o musicali che trattano di temi ebraici, tuttavia vi sono degli ebrei a cui non piacciono, come vi sono dei non-ebrei che elaborano tali temi.
Quinto: l’ebraismo segnala una nazionalità? Se sì, allora è ebreo chi vive in uno stato ebraico. Paesi di questo tipo, ce n’è uno solo: Israele, che ha moltissimi cittadini che non sono ebrei pur godendo di pieni diritti civili, compreso il diritto di essere eletti alla Knesset, il Parlamento dello Stato; hanno il diritto di effettuare servizi sacri nelle chiese, moschee e templi bahai... Eppure di fatto ci sono molti israeliani che ora vivono al di fuori di Israele e non condividono questa credenza nel sionismo
, ossia che il luogo di tutti gli ebrei sia nella terra di Sion.
Pertanto anche questa è una definizione insufficiente.
Coloro che presero posizione circa l’idea di una razza cercarono di definire gli ebrei rispetto ai loro genitori e antenati, e al loro sangue
, il che conduce a ogni sorta di anomalia: come ad esempio la suora cattolica con genitori ebrei, o una persona che a causa di uno dei nonni, da lei mai incontrato, viene considerata sua discendente. Coloro che rifiutano l’idea di una identità politica impugnano il concetto di Stato ebraico e lo denunciano, ironicamente, come razzista e inadeguato al mondo moderno, dimenticando così comodamente molti altri stati che propugnano una determinata ideologia. (Personalmente sostengo che l’antisionismo equivale all’antisemitismo, se il sionismo viene visto come la sola ideologia che va contestata).
Alla fine non ci resta che un misto di definizioni contraddittorie e asistematiche. Secondo la legge ebraica, è ebreo colui che è nato da madre ebrea, o colui che si è convertito all’ebraismo. Solo così può appartenere alla comunità ebraica. Ma cosa succede se la madre si è convertita ad altra religione? O se il soggetto in questione si converte ad altra religione? E se non vi è una prova effettiva che la madre fosse ebrea? Come si gestisce validamente la conversione
? (A questo proposito si veda la risposta 19). Cosa succede se uno viene adottato da piccolo? (Sia da una madre ebrea sia da una non-ebrea?) E se uno stato o un partito politico cercassero di proporre e imporre le loro definizioni?
Per il momento gli ebrei
sono un concetto-ombrello che viene usato per coloro che appartengono alle comunità ebraiche, e per coloro che (sebbene abbiano scelto di non farne parte o vivano lontano dalle comunità) potrebbero appartenervi se lo volessero. Questa definizione potrebbe sembrare scorretta ad alcuni,