Sant'Orsola
Sant'Orsola, principessa vissuta probabilmente nel IV secolo, anche se alcune leggende la collocano nel V secolo, è venerata come santa dalla Chiesa cattolica.
Sant'Orsola | |
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Benozzo Gozzoli, Sant'Orsola con due angeli | |
Vergine e martire | |
Nascita | IV secolo |
Morte | IV secolo(?) |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Santuario principale | Duomo di Colonia |
Ricorrenza | 21 ottobre |
Attributi | Palma del martirio, freccia, corona, vessillo, mantello con il quale protegge le compagne. |
Patrono di | Ragazze da marito, scolare, maestre, orfani, Isola di Gozo[1], Sant'Orsola Terme |
Si festeggia insieme alle sue undicimila compagne di martirio il 21 ottobre, benché dal 1970 non sia più presente nel Calendario generale romano ma solo nel Martirologio Romano. [2]
Biografia tra storia e leggenda
La storia di sant'Orsola, giovane donna di eccezionale bellezza vissuta nel IV secolo, è contenuta in varie opere letterarie medievali: cronache in forma di resoconti, ma soprattutto testi agiografici, tra cui una Passio del X secolo.
Orsola, figlia di un sovrano cornovagliese oppure bretone, si era segretamente consacrata a Dio ma fu chiesta in sposa da un principe britannico, chiamato in alcune fonti Conan ma più spesso Ereo o Etereo, suo parente (forse cugino), che era pagano. Il rifiuto da parte della principessa avrebbe rischiato di scatenare una guerra e anche per questo, consigliata da un angelo nel corso di una visione avuta in sogno, ella chiese di poter rimandare la decisione di tre anni, per meglio comprendere la volontà del Signore e nella speranza che il giovane si convertisse al cristianesimo.
Allo scadere del tempo stabilito, ancora esortata da un messaggero divino, Orsola prese il mare su una flotta di 11 navi con 11.000 vergini e, secondo alcune versioni, anche con il promesso sposo. Navigò fra la Bretagna e il delta del Reno, poi, sospinta da una tempesta, risalì il corso del fiume facendo tappa a Colonia e successivamente a Basilea, in Svizzera, da dove proseguì a piedi, in devoto e variopinto pellegrinaggio, fino a Roma.
Nella Città Eterna, Orsola e le sue compagne furono accolte dal pontefice, noto in molti testi come papa Ciriaco - personaggio sconosciuto alla Storia - che battezzò Ereo e celebrò il matrimonio dei due principi. Successivamente, sulla via del ritorno in patria, il corteo transitò nuovamente per Colonia, che nel frattempo era stata conquistata da Attila: qui le undicimila vergini, esortate da Orsola alla fermezza, furono subito trucidate dalla furia dei barbari in un solo giorno, mentre il famigerato re unno, invaghito dalla sua bellezza, risparmiò in un primo tempo Orsola, alla quale chiese di concederglisi, promettendole salva la vita. Al suo rifiuto la fece però saettare da un arciere, e con lei, secondo una tarda versione, fu ucciso pure il papa, che l'aveva seguita nel suo viaggio. Orsola ebbe funerali solenni; la maggior parte delle vittime finì invece in una fossa comune.
Le fonti sembrano mescolare fatti realmente accaduti con elementi che sconfinano nella leggenda. In particolare sussistono discussioni sulla provenienza di Orsola e sul numero effettivo delle vergini.
La santa viene considerata perlopiù figlia del semileggendario re Dionoto di Dumnonia, il cui vero nome era però forse un altro. Nei testi agiografici il personaggio è chiamato Noto o Mauro.
All'origine delle testimonianze sulle undicimila vergini, invece, ci sarebbe un errore di trascrizione dove era indicato il "martirio di Orsola e delle sue compagne ad undecim milia (o ad undecim miliarium)", ovvero in un luogo a undici miglia (o all'undicesimo miliario) dalla città di Colonia [3]. Il numero delle compagne di Orsola era dunque sicuramente inferiore a diecimila.
Ereo è storicamente identificabile col sovrano e condottiero inglese Conan Meriadoc (al riguardo è da notare che il nome di suo padre diventa Conone, variante onomastica di "Conan", in alcune opere incentrate sulla santa), che dopo essersi impadronito dell'Armorica avrebbe effettivamente sposato in prime nozze una parente di nome Orsola, per amore della quale si era fatto cristiano. Qualche versione agiografica, cui si ispirò Vittore Carpaccio nelle sue Storie di sant'Orsola, lo vuole vittima nell'eccidio; ma di sicuro egli non venne ucciso dagli Unni, sopravvivendo quindi alla santa. Stando ai testi cronachistici, Conan lasciò Roma per prendere direttamente la via del ritorno senza la moglie, che volle proseguire il pellegrinaggio per l'Europa [4]: tra i motivi dell'improvviso rimpatrio ci sarebbe anche stata la morte del suocero, che in precedenza aveva perso il potere a causa di un usurpatore. Orsola gli affidò il loro figlioletto, Gadeon (in ogni Passio che la riguarda la santa muore invece vergine), concepito e nato a Roma. In più egli, dopo essere rimasto vedovo, contrasse un nuovo matrimonio prendendo in moglie Darerca d'Irlanda (proclamata poi anch'ella santa), con la quale generò altri figli. Esistono anche alcuni resoconti secondo cui Orsola, prima di unirsi in matrimonio col principe, era stata per un breve periodo sposata col romano Magno Massimo, ma non sono assolutamente ritenuti attendibili. [5].
Poiché comunque di fatto non subì il martirio, al contrario di Orsola e delle sue compagne Conan non è stato inserito tra i santi della Chiesa cattolica, che ha inoltre rifiutato la fondatezza della figura di papa Ciriaco. Non è mai esistito un papa con tal nome (portato però da diversi santi martiri), tantomeno un pontefice ucciso ad opera degli Unni: e quindi non c'è neppure mai stato il complotto che in alcuni testi si dice essere stato ordito contro questo personaggio, inviso a diversi membri del clero romano che intrattenevano rapporti molto amichevoli con la popolazione rimasta pagana, motivo per cui avrebbero spedito una lettera agli Unni per informare costoro dell'arrivo del pontefice a Colonia, in un tentativo di fermare dunque la crescente evangelizzazione dell'Europa, giungendo poi a screditare Ciriaco per cancellarlo infine dall'elenco dei successori di Pietro. Vero è invece che alla fine del IV secolo il seggio pontificio era occupato da Siricio, la cui forma onomastica si avvicina molto a "Ciriaco", pertanto potrebbe essere stato proprio lui ad accogliere Orsola e le compagne, alle quali però non si unì nel loro viaggio di ritorno dato che la morte lo colse a Roma anni dopo.
In quanto al re unno che chiese invano la mano di Orsola, è da escludere che fosse Attila, dato che egli nacque nel 395, lo stesso anno della morte di Conan: assai verosilmente si trattava invece di Melga, che insieme al re dei Pitti avrebbe tentato di piegare alle loro voglie le compagne di Orsola, le quali furono poi uccise per essersi rifiutate. Il massacro a quanto pare non avvenne solo a Colonia: molte donne sarebbero state precedentemente uccise durante i loro spostamenti da un regno all'altro, nel periodo in cui Conan si adoperava per popolare il suo territorio in accordo col padre di Orsola, il quale gli aveva inviato in tutto 72.000 vergini.
Nuove ipotesi su Orsola
Per molto tempo l'identificazione della santa con la principessa di Bretagna è stata data per sicura: questo fino a quando a Colonia vennero rinvenute reliquie accompagnate da un'iscrizione in cui un certo Clematius affermava di aver voluto costruire un edificio sacro sul luogo dove alcune fanciulle erano state uccise per la loro fede, un martirio avvenuto probabilmente sotto Diocleziano. L'iscrizione riporta i nomi di alcune di queste antiche martiri, tra cui Aurelia, Cordola, Cunera, Pinnosa, Cunegonda e Odialia di Britannia, ma anche quello di Orsola: non è però indicato il numero complessivo delle ragazze. Tale ritrovamento ha quindi aperto diversi filoni di indagine: l'epigrafe è anche stata messa in relazione con altri resoconti, storicamente però inverosimili, i quali affermano che tra le undicimila vergini ce ne fosse una di nome Cunera (stesso nome quindi di una delle giovanissime martiri del III secolo), la quale scampò agli Unni grazie al re di Frisia ma fu poi martirizzata in Olanda[6] (a differenza delle vittime degli Unni, Cunera viene celebrata dalla Chiesa cattolica il 12 giugno). Si può comunque pensare che ci siano state effettivamente due martiri di nome Orsola: due donne diverse, vissute in età diverse, ma morte entrambe a Colonia.
È altresì possibile che dietro la vicenda di sant'Orsola ci sia un lontano ricordo di un mito pagano relativo alla dea Freia che, col nome di Horsel od Ursel, accoglieva nell'aldilà le fanciulle defunte.
Il culto
In Europa
Orsola, il cui nome deriva dal latino Ursula che significa "piccola orsa", fu venerata in tutta Europa, e già dall'VIII secolo si hanno notizie del culto delle undicimila vergini, le ossa di diverse delle quali furono ritrovate a Colonia all'inizio del XI secolo e oggi si trovano nella Basilica della santa, insieme a resti maschili, tra i quali c'è un "Etherius" - come attestato dall'epigrafe corrispondente - che, rinvenuto in un secondo tempo, fu subito fatto coincidere col principe britannico; nonostante la mistica tedesca Elisabetta di Schönau in base alle proprie visioni affermasse che si trattava proprio dello sposo di Orsola, a suo dire morto appunto martire a Colonia (lei riteneva inoltre veritiero il complotto di cui sarebbe rimasto vittima papa Ciriaco con conseguente damnatio memoriae), gli esami condotti successivamente hanno dimostrato che l'uomo in questione era invece una persona vissuta in età tardomerovingia (il vero Conan è peraltro sepolto in Bretagna). A Bruges, in Belgio, si trova invece il Reliquiario di sant'Orsola: alcuni resti della principessa sono però conservati a Malta, nella cattedrale dell'isola di Gozo (per la precisione un osso del braccio e parte del torace)[7].
Orsola divenne la protettrice degli educatori e delle università, dei mercanti di tessuti e dei bambini malati.
Fra il 1200 e il 1500 si diffusero alcune confraternite chiamate "Navicelle di sant'Orsola". Gli adepti si impegnavano a realizzare opere buone, partecipando anche a messe e veglie di preghiera, nella speranza di compiere felicemente, con la protezione di sant'Orsola, il viaggio verso il Paradiso.
Nel 1535 Angela Merici fondò a Brescia l'ordine delle Orsoline, che si dedicò all'istruzione delle fanciulle: per questo Orsola è considerata protettrice delle maestre.
Nel 1620 fu dichiarata patrona dell'isola di Gozo, ora parte della Repubblica di Malta[8].
Le è stato intitolato un importante ospedale italiano, il Policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna.
Orsola è stata la prima patrona della Misericordia di Pisa, il cui nucleo originario era probabilmente una delle "Navicelle": durante il suo pellegrinaggio, la santa avrebbe fatto tappa anche nella città toscana, avendo qui anche modo di bloccare un'esondazione dell'Arno. A Pisa le è stata inoltre dedicata una via del centro storico.
Patronati
- Campogalliano (MO)
- Marcorengo, frazione del comune di Brusasco (TO)
- Poirino (TO)
- Sant'Orsola Terme (TN)
- Tuenno (TN)
- Isola di Gozo (Malta)
Nelle Americhe
Nel suo secondo viaggio verso le Americhe, Cristoforo Colombo dedicò alla santa e alle compagne un arcipelago che scoprì nei Caraibi, le Isole Vergini. Nell'isola di Tortola, parte delle Isole Vergini britanniche, il 21 ottobre è la festa della santa e anche festa nazionale.
Iconografia
La vicenda di sant'Orsola e delle undicimila vergini, per secoli amata e ripetuta, ha conosciuto una straordinaria diffusione nel Medioevo e ha ispirato numerose composizioni letterarie e opere d'arte, fra le quali, celeberrime, il ciclo di teleri di Vittore Carpaccio (conservato nelle Gallerie dell'Accademia di Venezia), gli affreschi di Tommaso da Modena (attualmente esposti ai Musei Civici di Treviso nel complesso di Santa Caterina) e il già citato Reliquiario della santa a Bruges, cui mise mano Hans Memling per la parte pittorica.
Nell'arte, Orsola è rappresentata in vari momenti della sua vita, soprattutto il sogno, l'incontro con papa Ciriaco, il martirio. Il suo aspetto è quello di una principessa, in abiti regali, generalmente con la corona in testa; gli attributi tipici sono la palma del martirio, la freccia che la uccise, un vessillo bianco con croce rossa come segno di vittoria sulla morte per mezzo del martirio, una barca. Spesso è anche raffigurata secondo lo schema di Maria madre di misericordia: sotto la protezione dell'ampio mantello aperto compaiono dapprima le sue compagne, poi gli altri martiri di Colonia, e, infine, anche i membri delle confraternite.
La Misericordia di Pisa possiede quattro raffigurazioni di sant'Orsola: la prima è una statua lignea che la mostra in atteggiamento di preghiera, con la corona in testa e la palma in mano. Un'altra è una tela del tardo Seicento che la rappresenta a mezzo busto con la corona in testa, il vessillo cristiano ed una freccia che le trapassa il collo. Vi è poi una raffigurazione su ardesia, di epoca incerta, con Orsola che appare secondo lo schema della Vergine Maria misericordiosa, dunque col mantello aperto, sotto il quale trovano riparo le compagne martiri. L'ultima consiste in un quadretto seicentesco dove campeggia il volto della santa con la corona, il vessillo e la freccia nel collo.
Ancora a Pisa si trova un'insolita raffigurazione di Orsola nei suoi panni di intercessore, presso il Museo Nazionale di San Matteo: si tratta di un dipinto su tavola di scuola pisana del 1375 in cui la principessa, con la corona sul capo e il vessillo del Popolo di Pisa nella mano sinistra, porge la destra a una personificazione della città (riconoscibile dall'abito, trapunto dell'aquila imperiale) aiutandola ad emergere dalle acque, chiaro riferimento all'esondazione dell'Arno di cui la santa avrebbe scongiurato o riparato i danni.
A Vigo di Cadore, nella chiesetta a lei dedicata, si può ammirare un ciclo di pitture murali ben conservato della metà del Trecento ed una sua reliquia (frammento osseo) proveniente da Colonia.
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Sant'Orsola salva Pisa da un'alluvione, Museo Nazionale di San Matteo a Pisa
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Particolare della predella del polittico di Pisa di Simone Martini (1330 circa), Museo Nazionale di San Matteo a Pisa[9]
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Viaggio di sant'Orsola e compagne, opera di scuola renana (XV secolo)
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Sant'Orsola, pannello di polittico della cattedrale di Ascoli Piceno (1473), di Carlo Crivelli
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Martirio di sant'Orsola di Hans Memling
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Le sante Dorotea, Maria Maddalena e Orsola (1480 circa), Schweizerisches Nationalmuseum, Zurigo
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Illustrazione dalla Nuremberg Chronicle (1493)
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Altarolo del Maestro di Messkirch (1531), nel Fürstlich Hohenzollerische Gemäldegalerie di Sigmaringen
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Statua lignea della santa nella Liebfrauenkirche, a Ravensburg
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Busti di sant'Orsola e quattro compagne, nel Museo Diocesano de Arte Sacro de Álava
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Busto nella Basilica di Sant'Orsola a Colonia
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Apoteosi di sant'Orsola di Vittore Carpaccio[11]
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Martirio di sant'Orsola di Caravaggio[12]
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Sant'Orsola, affresco del 1400 nella chiesa di San Giacomo a Ortisei
Note
- ^ (EN) Feast of Saint Ursula – Patron Saint of Gozo, being celebrated on Sunday, su gozo.news, 16 ottobre 2018. URL consultato il 9 maggio 2021.
- ^ http://stpetersbasilica.info/Exterior/Colonnades/Saints/St%20Ursula-9/StUrsula.htm
- ^ Meno probabile che derivi da un piccolo segno sul numero romano XI che quantificava l'età della giovane martire o dal nome di una compagna di Orsola, Undecimilla.
- ^ https://thesignsofthetimes.com.au/32/58593.htm
- ^ http://freepages.rootsweb.com/~dnapower/genealogy/history/houseofmeriadog.htm
- ^ Cambridge University Press, Women Under Monasticism, p. 21.
- ^ (EN) Inauguration of restored Holy Relics chapel at Gozo Cathedral, in Times of Malta, 26 aprile 2021. URL consultato il 9 maggio 2021.
- ^ (EN) 400 years of St Ursula’s Gozo patronage, in Times of Malta, 22 ottobre 2020. URL consultato il 9 maggio 2021.
- ^ E. Cecchi, Trecentisti senesi, Roma, Valore plastici, 1928, p. 131.
- ^ E. Lippi e M. E. Gerhardinger (a cura di), Orsola svelata. Il restauro del ciclo di affreschi di Tomaso da Modena, Vicenza, Terra Ferma Edizioni, 2009, ISBN 978-88-89846-79-7.
- ^ L. Zorzi, Carpaccio e la rappresentazione di sant’Orsola, Torino, Einaudi, 1988, ISBN 88-06-60014-1.
- ^ L'ultimo Caravaggio: il martirio di Sant'Orsola restaurato, Milano, Electa per Banca Intesa, 2004, ISBN 8837030525.
Bibliografia
- Iacopo da Varazze, Legenda aurea, a cura di A. V. Brovarone e L. V. Brovarone, Einaudi Editore, 2007, ISBN 978-88-06-18322-6.
- Liverani Mariella, Orsola e compagne.Iconografia, in Biblioteca Sanctorum, IX, Roma, Città Nuova Editrice, 1967.
- Zarri Gabriella, Sante pellegrine: Orsola e compagne, in Le donne ai tempi del giubileo. Con singolar modestia e insolita devozione, Milano, Skira, 1967, pp. 49-72.
Voci correlate
Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sant'Orsola
Collegamenti esterni
- Órsola, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Saint Ursula, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Sant'Orsola, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne.
- (EN) Sant'Orsola, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- Sant'Orsola, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
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