Alberto Moravia
Alberto Moravia
Alberto Moravia
Giugno 1923
Ne avevo sentito parlare, di Joyce, in quel tempo era apparsa una delle prime recensioni
del suo libro, quella, mi pare, di Cecchi. Spesi cos tutti i miei risparmi per comprarmi
lUlysses. [Alberto Moravia, Omaggio a James Joyce, in Prospettive 1940].
Gennaio 1924
Ti scrivo immerso nel pi profondo disgusto nella pi profonda amarezza. Hai mai visto
quei pupazzi dei tiri a segno che colpiti sabbassano per poi rialzarsi ed abbassarsi di
nuovo sotto i tiri dei giocatori? Ebbene io sono molto simile a quei pupazzi. Io credevo
che la mia gamba avesse finito di far parlare di s. Ho ricevuto una bella smentita. Infatti
io sono di nuovo malato, a letto, disteso, immobile, in attesa di qualcosa di peggio.
[Casini 2010]
Venerd 8 febbraio 1924: Lingessatura come terapia
Giugno 1924
Moravia, sedicenne, viene trasferito, grazie allintervento della zia Amelia, alla clinica
Codivilla di Cortina dAmpezzo, casa di cura per il trattamento della tubercolosi ossea. Il
gesso viene sostituito con la trazione e lelioterapia. I benefici sono immediati.
Luglio 1927
Ho finito il romanzo ora alla fine dAgosto vado a Milano per parlare colleditore ho
delle lettere di presentazione ma credo che non potr uscire prima del 29 mi sarebbe
anche tanto piaciuto (e nonvii ho rinunziato) farti leggere il manoscritto tu sei stata in
un certo modo la mia inspiratrice: ancora quandero piccolo tu mi hai incoraggiato a
continuare per questa via e se ho fatto qualche progresso lo devo in gran parte a te.
[Casini 2010]
Luglio 1929
Mi presentai alla casa editrice Alpes come il signor Moravia che aveva scritto Gli
indifferenti. Giardini lo prese e lo mise da parte. Io, ingenuamente, pensai che mi
avrebbe dato subito la risposta e andai ad aspettarla a Stresa, mi ricordo, in un albergo
davanti alle isole Borromee. Un albergo molto elegante, forse lo stesso che aveva
ospitato Hemingway. () Aspettai un mese. () Finalmente capii che la risposta non
sarebbe venuta tanto presto e me ne tornai a Roma. Dopo due o tre mesi, mi arriv una
lettera di Giardini nella quale mi diceva che avevo scritto un bel libro e che gli faceva
molto piacere pubblicarlo. () Dopo altri tre mesi mi arriv una lettera di Giardini, nella
quale mi diceva che la casa editrice non aveva soldi e perci non poteva presentarsi al
consiglio di amministrazione con un autore nuovo e sconosciuto. () Concludeva che
dovevo pagare le spese, cinquemila lire. Allora io andai da mio padre e dissi: Guarda che
loro vogliono che io paghi. Disse: Quanto?. Cinquemila lire. Ta, ta, ta Pag subito,
senza dire una parola (Alberto Moravia). [Moravia, Elkann 1992]
pubblica
La
La
rivista
Nuovi
la
raccolta
di
racconti
di
Moravia
Anche i puri come Michele devono fare una brutta fine, divenendo consapevoli di una
realt che non pu essere cambiata; non deve esserlo: Moravia odia il mondo
borghese, non vede cambiamenti, non vede un futuro diverso da quel presente
sconvolgente.
Sai che hai delle belle gambe, Carla? disse volgendole una faccia stupida ed eccitata
sulla quale non riusciva ad aprirsi un falso sorriso di giovialit; ma Carla non arross n
rispose e con un colpo secco abbatt la veste: Mamma gelosa di te disse
guardandolo; per questo ci fa a tutti la vita impossibile. Leo fece un gesto che
significava: E che ci posso fare io?; poi si rovesci daccapo sul divano e accavalci le
gambe.
Carla - rasegnata
Leo - spregiudicato e senza scrupoli
I personaggi sono descritti minuziosamente da un punto di vista psicologico e fisico
Maschere pirandelliane - tutti, infatti, sono condannati a vivere una vita non propria,
per salvaguardare le apparenze.
Mariagrazia ha un istintivo odio verso i poveri dei quali disprezza lassenza dei suoi stessi
privilegi e, soprattutto, li disistima per due ragioni: primo, perch sono disprezzati agli
occhi di quanti fanno parte dellambiente alto borghese di cui Mariagrazia parte;
secondo, perch essi sono cos privi di forza, cos insignificanti che ci deve essere
dovuto alla loro intrinseca stupidit:
Silenzio; la paura della madre ingigantiva; non aveva mai voluto sapere di poveri e
neppure conoscerli di nome, non aveva mai voluto ammettere lesistenza di gente dal
lavoro faticoso e dalla vita squallida. Vivono meglio di noi aveva sempre detto; noi
abbiamo maggiore sensibilit e pi grande intelligenza e perci soffriamo pi di loro;
ed ora, ecco, improvvisamente, ella era costretta a mescolarsi, a ingrossare la turba dei
miserabili; quello stesso senso di ripugnanza, di umiliazione, di paura che aveva provato
passando un giorno in unautomobile assai bassa attraverso una folla minacciosa e lurida
di scioperanti, lopprimeva; non latterrivano i disagi e le privazioni a cui andava incontro,
ma invece il bruciore, il pensiero di come lavrebbero trattata, di quel che avrebbero
detto le persone di sua conoscenza, tutta gente ricca, stimata ed elegante; ella si
vedeva, ecco povera, sola, con quei due figli, senza amicizie ch tutti lavrebbero
abbandonata, senza divertimenti, balli, lumi, feste, conversazioni: oscurit completa,
ignuda oscurit.
Moravia A., (1929), Gli indifferenti, Bompiani, Milano, 1991, p. 27.
Lui diventa, dunque, spettatore passivo degli eventi e, come tutti coloro che contemplano il
mondo nel suo nudo male, senza sentire di poterlo minimamente cambiare, sprofondano in
stati di profonda angoscia:
Michele, dunque, vittima della sua stessa intelligenza, di quello che la madre dice di
essere vittima senza esserlo: pi sensibile e pi intelligente e, per ci, pi capace di
soffrire.
Le descrizioni o sono collettive o sono singole; quando sono collettive ogni evento viene
descritto dai vari punti di vista dei personaggi, quando sono singole, v lestrinsecazione
privilegiata di un punto di vista particolare:
Per tutta la durata del tragitto nessuno dei quattro parl; Leo guidava con abilit la
grossa macchina tra la confusione delle strade congestionate; Carla immobile
guardava trasognata il movimento della via, laggi, oltre il cofano lucido, dove, tra
due nere processioni di ombrelli, sotto la pioggia, i veicoli coi loro rossi lumi
guizzavano da ogni parte come impazziti. Anche la madre guardava attraverso il
finestrino, ma piuttosto che per vedere, per farsi vedere: quella grande e lussuosa
macchina le dava un senso di felicit e di ricchezza, e ogni volta che qualche testa
povera o comune emergeva dal tenebroso tramestio della strada e trasportata
dalla corrente della folla passava sotto i suoi occhi, ella avrebbe voluto gettare in
faccia allo sconosciuto una smorfia di disprezzo come per dirgli: Tu brutto cretino
vai a piedi, ti sta bene, non meriti altro io, invece, giusto che fenda la
moltitudine adagiata su questi cuscini.Moravia A., (1929), Gli indifferenti,
Bompiani, Milano, 1991, p. 116.
La ciociara (1957)
http://balbruno.altervista.org/index-758.html
https://www3.ti.ch/DECS/sw/temi/scuoladecs/files/private/application/pdf/5
427_Ciociara.pdf
http://web.tiscalinet.it/mattacchione/1sito/coppia/libri/ciociara.htm ***
http://www.oilproject.org/lezione/la-ciociara-alberto-moravia-romanzoneorealista-6089.html
Risultato dellesperienza della guerra e del periodo trascorso a SantAgata con i pastori,
Moravia pubblica La ciociara. Aveva iniziato a scrivere le prime ottanta pagine nel 1947,
ma poi aveva accantonato il progetto perch credeva di non avere ancora abbastanza
distanza di contemplazione dagli eventi che volevo narrare.
Referenze bibliografiche
http://www.sulromanzo.it/blog/alberto-moravia-gli-indifferenti-lentamente-muore-chi-non-capovolge-il-tavolo
http://www.oilproject.org/lezione/indifferenti-trama-e-personaggi-romanzo-6095.html
http://www.scuolafilosofica.com/1704/gli-indifferenti-moravia-a
http://balbruno.altervista.org/index-758.html
https://www3.ti.ch/DECS/sw/temi/scuoladecs/files/private/application/pdf/5427_Ciociara.pdf
http://web.tiscalinet.it/mattacchione/1sito/coppia/libri/ciociara.htm ***
http://www.oilproject.org/lezione/la-ciociara-alberto-moravia-romanzo-neorealista-6089.html