18 - Energie Rinnovabili

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ENERGIE RINNOVABILI In ingegneria energetica con il termine energie rinnovabili si intendono quelle forme di energia generate da fonti di energia

che per loro caratteristica intrinseca si rigenerano o non sono esauribili nella scala dei tempi umani e, per estensione, il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future. Sono dunque forme di energia alternative alle tradizionali fonti fossili e molte di esse hanno la peculiarit di essere anche energie pulite ovvero di non immettere in atmosfera sostanze nocive e/o climalteranti quali ad esempio la CO 2. Esse sono dunque alla base della cosiddetta economia verde. Descrizione Sono comunemente considerate tali lenergia idroelettrica, quella solare, eolica, marina e geotermica, in altre parole quelle fonti il cui utilizzo attuale non ne pregiudica la disponibilit nel futuro. Al contrario, quelle non rinnovabili, sia per avere lunghi periodi di formazione, di molto superiori a quelli di consumo attuale (in particolare fonti fossili quali petrolio, carbone, gas naturale), sia per essere presenti in riserve non inesauribili sulla scala dei tempi umana (in particolare lisotopo 235 delluranio, lelemento attualmente pi utilizzato per produrre energia nucleare), sono limitate nel futuro. La classificazione delle diverse fonti comunque soggetta a molti fattori, non necessariamente scientifici, il che crea disuniformit di classificazione. Attualmente alcune di esse sono ancora allo stadio di ipotesi o in fase di sviluppo; non quindi sempre chiaro il loro costo a regime, nonch il reale potenziale o peso sul fabbisogno di energia elettrica mondiale rispetto alle fonti di energia tradizionali quali combustibili fossili ed energia nucleare, vuoi anche per la non programmabilit di alcune di queste fonti (come fotovoltaico e eolico). Energia rinnovabile, sostenibile e fonti alternative Se la definizione in senso stretto di energia rinnovabile quella sopra enunciata, spesso vengono usate come sinonimi anche le locuzioni energia sostenibile e fonti alternative di energia.

Esistono tuttavia delle sottili differenze:

Energia sostenibile una modalit di produzione ed uso dellenergia che permette uno sviluppo sostenibile: ricomprende dunque anche laspetto dellefficienza degli usi energetici. Fonti alternative di energia sono invece tutte quelle fonti di energia non fossili, ovvero diverse dagli idrocarburi o il carbone; rientra tra queste, ad esempio, anche lenergia nucleare, considerata alternativa alluso di idrocarburi e carbone. Tuttavia, non esiste una definizione univoca dellinsieme delle fonti rinnovabili, esistendo in diversi

ambiti diverse opinioni sullinclusione o meno di una o pi fonti nel gruppo delle rinnovabili. Secondo la normativa di riferimento italiana, vengono considerate rinnovabili: ...il sole, il vento, le risorse idriche, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione in energia elettrica dei prodotti vegetali o dei residui organici e inorganici. Rientrerebbero in questo campo dunque:

Energia geotermica Energia idroelettrica Energia marina


o o o o o

Energia solare
o o

Solare termico e termodinamico Solare fotovoltaico

Energia delle correnti marine Energia a gradiente salino (osmotica) Energia mareomotrice (o delle maree) Energia del moto ondoso Energia talassotermica (OTEC)

Energia eolica Energia da biomasse (o Agroenergie)


o o o

Biocarburanti, Gassificazione Oli vegetali Cippato

Energia o cogenerazione da acqua di falda

Una distinzione che spesso viene fatta in tale ambito quella tra fonti rinnovabili classiche (essenzialmente idroelettrico e geotermia) e fonti rinnovabili nuove (anche dette NFER), tra cui vengono generalmente incluse lenergia solare, eolica e da biomassa. Nellambito della produzione di energia elettrica le fonti rinnovabili vengono inoltre classificate in fonti programmabili e fonti non programmabili, a seconda che possano essere programmate in base alla richiesta di energia oppure no. Secondo la definizione del Gestore dei Servizi Energetici (GSE, anche conosciuto come GRTN), nel primo gruppo rientrano impianti idroelettrici a serbatoio e bacino, residui solidi urbani, biomasse, impianti assimilati che utilizzano combustibili fossili, combustibili di processo o residui, mentre nel secondo gruppo (non programmabili) si trovano impianti di produzione idroelettrici fluenti, eolici, geotermici, fotovoltaici, biogas.

Talvolta, in alcuni ambiti, anche risparmio energetico ed efficienza energetica sono considerate - per estensione - fonti rinnovabili, sebbene a rigore tali tematiche facciano parte dellutilizzo razionale dellenergia, e non della loro produzione. Taluni, ancora, considerano questi due aspetti, legati alluso piuttosto che alla produzione, allinterno della categoria dellenergia sostenibile. La tematica si intreccia anche con il problema del riscaldamento globale e delle emissioni di CO 2: una definizione parallela di energie rinnovabili riguarda quindi anche il fatto che esse non contribuiscano allaumento delleffetto serra (pur fra difficolt di effettiva verifica delle emissioni effettive e reali di tutta la filiera energetica/produttiva), sebbene anche in questo caso sia pi rigoroso parlare di energia sostenibile, essendo laccento posto sugli effetti ambientali della produzione di energia, piuttosto che sulle fonti da cui viene ottenuta. Il caso dellincenerimento dei residui A proposito dellincenerimento dei residui (in Italia anche detta termovalorizzazione), da notare che solo in Italia (in violazione delle direttive europee in materia) viene considerata rinnovabile totalmente lenergia prodotta dalla termovalorizzazione laddove la UE considera invece rinnovabile solo la parte organica dei residui (ovvero gli scarti biodegradabili). Fonte rinnovabile, per la UE, significa quindi riproducibile dal Sole attraverso la fotosintesi e la catena trofica. Tale posizione condivisa da gran parte dei movimenti ambientalisti, per i quali deve essere scartata da tale computo lenergia prodotta dai residui solidi urbani, in quanto questi sono prodotti anche con materie prime fossili o prodotti sintetici non biodegradabili. La sola parte organica dei residui sarebbe dunque da considerarsi realmente rinnovabile. Il caso del nucleare Sebbene non fossile, lenergia nucleare non annoverabile fra le rinnovabili poich basata sullo sfruttamento di riserve combustibili limitate di origine minerale, in particolare per quanto riguarda lenergia da fissione e il ciclo di reazione che si basa sulluranio-235 come combustibile (ovvero in pratica il ciclo quasi esclusivamente sfruttato allo stato attuale). Luranio-235 infatti costituisce solo lo 0,7% del totale delluranio presente in natura, e in base alle riserve di uranio fino ad oggi accertate si prevede che al consumo attuale, ma a prezzi di estrazione via via sempre pi elevati, non ne resti che per 20-30 anni. Sono peraltro ormai noti da diversi decenni (ma finora di limitato utilizzo per problemi tecnici e di sicurezza) cicli di reazione nucleare autofertilizzante che, sfruttando il pi abbondante uranio-238 (pi del 99% del totale), promettono di prolungare la durata delle riserve di minerale. Analogo discorso pu

essere fatto a proposito delluso del torio-232, combustibile nucleare naturale pi abbondante delluranio che sarebbe utilizzabile sia in reattori tradizionali che in autofertilizzanti. Anche la Commissione europea si espressa affermando che il nucleare non considerabile come fonte rinnovabile. In prospettiva pi lontana allo studio lo sfruttamento lenergia nucleare da fusione nel ciclo del deuterio e trizio: prodotta a partire da elementi in pratica inesauribili in natura, pertanto anche da considerarsi energia rinnovabile secondo la definizione data sopra. Una argomentazione per avallare non tanto la rinnovabilit quanto la sostenibilit dellenergia nucleare la mancata produzione di anidride carbonica durante il processo di fissione nelle centrali nucleari. Viene tuttavia evidenziato che lo scavo del minerale, la sua raffinazione, larricchimento, il riprocessamento e lo stoccaggio delle scorie radioattive comportano comunque elevati consumi energetici e quindi una certa produzione di CO2, sebbene ci avvenga (in misura diversa) anche per la produzione da altre fonti energetiche. Il caso della geotermia Anche sulla classificazione dellenergia geotermica non esiste uniformit di giudizio, in quanto stata rilevata e osservata la possibilit di esaurimento di un campo geotermico. Inoltre la produttivit dei pozzi tende a diminuire nel tempo, anche del 30% in dieci anni. Dettagli sulle fonti rinnovabili Fonti rinnovabili classiche Le fonti rinnovabili generalmente dette classiche sono quelle che vengono sfruttate per la produzione di energia elettrica fin dallinizio dellet industriale. Le prospettive di uso futuro dipendono dallesplorazione delle risorse potenziali disponibili, in particolare nei paesi in via di sviluppo e dalle richieste in relazione allambiente e allaccettazione sociale. Tra le pi antiche si trovano certamente le centrali idroelettriche, che hanno il vantaggio di avere lunga durata (molte delle centrali esistenti sono operative da oltre 100 anni). Inoltre le centrali idroelettriche sono pulite e hanno poche emissioni. Tuttavia si scoperto che le emissioni sono apprezzabili soltanto se associate con bacini poco profondi in localit calde (tropicali), sebbene in generale le centrali idroelettriche producano molte meno emissioni nel loro ciclo vitale rispetto agli altri tipi di produzione di energia. Altre critiche dirette alle grosse centrali idroelettriche a bacino includono lo spostamento degli abitanti delle zone in cui si decide di fare gli invasi necessari alla raccolta

dellacqua e il rilascio di grosse quantit di biossido di carbonio durante la loro costruzione e lallagamento della riserva. Lenergia prodotta da fonte idroelettrica, che ebbe un ruolo fondamentale durante la crescita delle reti elettriche nel XIX e nel XX secolo, sta sperimentando una rinascita della ricerca nel XXI secolo. Le aree con pi elevata crescita nellidroelettrico sono le economie asiatiche in forte crescita, con la Cina in testa; tuttavia anche altre nazioni asiatiche stanno installando molte centrali di questo tipo. Questa crescita guidata dai crescenti costi energetici e il desiderio diffuso di generazione energetica in casa, pulita, rinnovabile ed economica. Le centrali geotermiche possono funzionare 24 ore al giorno, fornendo un apporto energetico di base e nel mondo la capacit produttiva potenziale stimata per la generazione geotermica di 85 GW per i prossimi 30 anni. Tuttavia lenergia geotermica accessibile soltanto in aree limitate del mondo, che includono gli Stati Uniti, lAmerica centrale, lIndonesia, lAfrica orientale, le Filippine e lItalia. Il costo dellenergia geotermica diminuito drasticamente rispetto ai sistemi costruiti negli anni 70. La generazione di calore per il riscaldamento geotermico pu essere competitiva in molti paesi in grado di produrlo, ma anche in altre regioni dove la risorsa a una temperatura pi bassa. La geotermia si rivolge alla ricerca e allo sfruttamento dellenergia di campi geotermici o di altre manifestazioni utilizzabili dal calore terrestre anche per utilizzi non collegati alla produzione di energia elettrica. Questa energia viene trasferita alla superficie terrestre attraverso i movimenti convettivi del magma o tramite le acque circolanti in profondit. Gli impianti geotermici possono essere usati per il riscaldamento, rinfrescamento degli edifici e produzione di acqua calda. Gli impianti geotermici possono essere di due tipi:

a sonda verticale: le tubazioni vengono inserite verticalmente nel terreno fino a profondit di 150 mt. per il prelievo di calore dal sottosuolo; a sonda orizzontale: le tubazioni in questo caso sono inserite in modo orizzontale nel terreno, e svolgono lo stesso ruolo delle precedenti. Lunico inconveniente che occuperanno molto pi sottosuolo rispetto allaltra tipologia di suolo. Solitamente sono inserite a 2 metri di profondit.

Nuove fonti di energia rinnovabile Il mercato per le tecnologie delle NFER forte e in crescita principalmente in paesi come la Germania, la Spagna, gli Stati Uniti e il Giappone. La sfida allargare le basi di mercato per una crescita continuativa in tutto il mondo. La diffusione strategica in un paese non solo riduce i costi della tecnologia per gli utenti locali, ma anche per quelli negli altri paesi, contribuendo a una riduzione generale dei costi e al miglioramento delle prestazioni.

I sistemi di riscaldamento solare sono tecnologie di seconda generazione ben conosciute e generalmente consistono di collettori termici solari, un sistema fluidodinamico per trasferire il calore dal collettore al punto di utilizzo e un serbatoio o una cisterna per lo stoccaggio del calore per usi successivi. Tali sistemi possono essere usati per riscaldare lacqua domestica, quella delle piscine o per riscaldare ambienti. Il calore pu anche essere usato per applicazioni industriali o come sorgente energetica per altri usi, come i dispositivi di raffreddamento. In molte zone climatiche un sistema di riscaldamento solare pu fornire una percentuale molto alta (dal 50 al 75%) dellenergia necessaria a riscaldare lacqua domestica. Negli anni 80 e nei primi anni 90 la maggior parte dei moduli fotovoltaici fornivano energia elettrica soltanto per le regioni isolate (non raggiungibili dalla rete elettrica), ma circa dal 1995 gli sforzi industriali si sono concentrati in modo considerevole sullo sviluppo di pannelli fotovoltaici integrati negli edifici e centrali allacciate alla rete elettrica. Attualmente la centrale fotovoltaica pi grande del mondo si trova in Germania (Waldpolenz) con 30 MW di picco e un progetto di estensione a 40 MW, mentre quella pi grande del nord America si trova presso la Nellis Air Force Base (15 MW). Ci sono proposte per la costruzione di una centrale solare nel Victoria in Australia, che diverrebbe la pi grande al mondo con una capacit produttiva di 154 MW. Altre grosse centrali fotovoltaiche, progettate o in costruzione, includono la centrale elettrica Girrasol (da 62 MW), e il Parco Solare di Waldpolenz in Germania (da 40 MW). Alcune delle rinnovabili di seconda generazione, come leolico, hanno grossi potenziali di crescita e hanno gi raggiunto dei bassi costi di produzione, comparabili con quelli delle altre fonti di energia. Alla fine del 2006 la capacit di produzione mondiale tramite generatori eolici era di 74,223 megawatt e nonostante attualmente fornisca meno dell1% del fabbisogno mondiale, produce circa il 20% dellelettricit in Danimarca, il 9% in Spagna e il 7% in Germania. Tuttavia esistono alcune resistenze al posizionamento delle turbine in alcune zone per ragioni estetiche o paesaggistiche. Inoltre in alcuni casi potrebbe essere difficile integrare la produzione eolica nelle reti elettriche a causa dellaleatoriet dellapprovvigionamento fornito. Il Brasile ha uno dei pi grandi programmi per lenergia rinnovabile al mondo, coinvolgendo la produzione di bioetanolo dalla canna da zucchero e letanolo ora fornisce il 18% del carburante automobilistico. Come risultato, assieme allo sfruttamento delle locali profonde riserve petrolifere, il Brasile, che in passato doveva importare una grande quantit di petrolio necessario al consumo interno, ha recentemente raggiunto la completa autosufficienza petrolifera. La maggior parte delle automobili usate oggi negli Stati Uniti possono utilizzare miscele fino al 10% di etanolo, e i costruttori di motori stanno gi producendo veicoli progettati per utilizzare miscele con

percentuali pi elevate. La Ford, la Daimler AG e la General Motors sono tra le compagnie produttrici di automobili, camion e furgoni flexible-fuel (letteralmente a carburante flessibile) che utilizzano miscele di benzina e etanolo dalla benzina pura sino all85% di etanolo (E85). Dalla met del 2006 sono stati venduti circa sei milioni di veicoli E85 compatibili negli Stati Uniti. Tecnologie del futuro Le tecnologie che sono ancora in corso di sviluppo includono la gassificazione avanzata delle biomasse, le tecnologie di bioraffinazione, le centrali solari termodinamiche, lenergia geotermica da rocce calde e asciutte (Hot-dry-rocks) e lo sfruttamento dellenergia oceanica. Tali tecnologie non sono ancora completamente testate o hanno una commercializzazione limitata. Molte sono allorizzonte e potrebbero avere un potenziale comparabile alle altre forme energetiche rinnovabili, ma dipendono ancora dal dover attrarre adeguati investimenti in ricerca e sviluppo. Secondo lIEA (International Energy Agency), le nuove tecnologie bioenergetiche (biocarburanti) che si stanno sviluppando oggi, in particolare le bioraffinerie per letanolo dalla cellulosa, potrebbero permettere ai biocarburanti di giocare un ruolo molto pi importante nel futuro di quanto si pensasse in precedenza. Letanolo da cellulosa si pu ottenere da materia organica di piante composta principalmente da fibre di cellulosa non commestibili che ne formano gli steli e i rami. I residui delle coltivazioni (come i gambi del mais, la paglia del grano e del riso), gli scarti di legno e i residui solidi cittadini sono sorgenti potenziali di biomassa di cellulosa. Colture dedicate alla produzione energetica, come il panicum virgatum, sono promettenti fonti di cellulosa che possono essere sostenibilmente prodotte in molte regioni degli Stati Uniti. Le centrali solari termodinamiche sono state rese operative commercialmente con successo in California alla fine degli anni 80, comprendendo la pi grande centrale solare di ogni genere, le centrali del gruppo Solar Energy Generating Systems da 350 MW totali. La Nevada Solar One unaltra centrale da 64 MW recentemente aperta. Altre centrali solari paraboliche proposte sono le due da 50 MW in Spagna e una da 100 MW in Israele. In termini di sfruttamento dellenergia degli oceani, unaltra delle tecnologie di terza generazione, il Portogallo ha la prima centrale a onde marine commerciale al mondo, lAguadora Wave Park, in costruzione dal 2007. La centrale user inizialmente tre macchine Pelamis P-750 in grado di generare 2,25 MW e i costi sono stimati intorno agli 8,5 milioni di euro. Nel caso si rivelasse un successo, altri 70 milioni di euro saranno investiti prima del 2009 in altre 28 macchine per generare 525 MW. Sono stati annunciati in Scozia nel febbraio del 2007 finanziamenti per una centrale a onde marine dal Governo scozzese, per un costo di oltre 4 milioni di sterline, come parte di un pacchetto di investimenti di 13

milioni di sterline per lenergia oceanica in Scozia. La centrale sar la pi grande al mondo con una capacit di 3 MW generata da quattro macchine Pelamis.. Nel 2007 la prima centrale al mondo ad energia mareomotrice di concezione moderna viene installata nello stretto di Strangford Lough in Irlanda (sebbene in Francia una centrale di questo tipo, con sbarramento, fosse gi in funzione negli anni 60). Il generatore sottomarino da 1,2 MW, parte dello schema per il finanziamento per lambiente e le energie rinnovabili nellIrlanda del Nord, approfitter del veloce flusso di marea (fino a 4 metri al secondo) nel braccio di mare. Anche se ci si aspetta che il generatore produca abbastanza energia per rifornire un migliaio di case, le turbine avranno un impatto ambientale minimo, poich saranno quasi completamente sommerse e il movimento dei rotori non costituisce un pericolo per la fauna selvatica poich girano a una velocit relativamente bassa. I pannelli solari che usano la nanotecnologia, che pu costruire circuiti a partire da singole molecole di silicio, potrebbero costare la met delle tradizionali celle fotovoltaiche, secondo quanto dicono i dirigenti e gli investitori coinvolti nello sviluppo dei prodotti. La Nanosolar si assicurata investimenti per oltre 100 milioni di dollari per costruire una fabbrica per pellicole sottili per pannelli solari. La centrale della compagnia prevede una capacit produttiva di 430 MWp (Megawatt di picco) di celle solari per anno. La produzione commerciale cominciata e i primi pannelli sono stati ordinati dai clienti alla fine del 2007. Energia o cogenerazione dacqua (di falda) La cogenerazione da acqua di falda, utilizza lacqua di falda proveniente da fiumi, pioggia o ghiacciai, per produrre energia, attraverso pompe di calore. Le pompe di calore hanno in questo caso dei coefficienti di prestazione (coefficient of performance) COP pari a circa 3, ovvero per ogni kW di potenza elettrica impegnata si ottengono 3 kW di potenza termica disponibile: in tal modo circa 1/3 del calore prodotto deriva dallenergia elettrica utilizzata, mentre i restanti 2/3 del calore prodotto derivano dallacqua di falda. C da dire che un COP inferiore o uguale a 3 presuppone che il kW elettrico derivi da una qualche fonte energetica rinnovabile, altrimenti, per il fatto che il rendimento elettrico di una centrale termoelettrica convenzionale o nucleare si aggira attorno al 30%, si avrebbe la quasi parit fra lenergia primaria (lenergia chimica o nucleare che serve per produrre energia elettrica) consumata indirettamente dalla pompa di calore e quella prodotta sottoforma termica dalla stessa pompa di calore, con la conseguenza che per produrre 3 kW termici sono necessari circa 3 kW di potenza di origine chimica (combustibili fossili) o nucleare, rendendo quasi vano leffetto di guadagno energetico che si potrebbe ottenere con un COP inferiore o uguale a 3 e questo rappresenta uno dei principali problemi che riguardano lutilizzo delle pompe di calore per il riscaldamento degli ambienti. A tal proposito, per una buona scelta del sistema di riscaldamento, viene introdotto il cosiddetto Rapporto di Energia

Primaria (REP). A2A ha realizzato e avviato progetti nella pianura padana, che ricchissima di acqua di falda, per teleriscaldare, raffreddare e fornire energia elettrica, attraverso impianti di pompe di calore a gas e ad acqua di falda, a centinaia di migliaia, forse milioni di abitazioni. Si pu praticamente dire che la pianura padana galleggia su un mare di petrolio ecocompatibile (acqua) e non un caso che a Maurizio Canavese stato costruito il primo condominio in Italia a emissione zero, utilizzando principalmente lacqua di falda. Produzione italiana di energia elettrica da fonti rinnovabili Per lungo tempo (fino a circa i primi anni sessanta) la produzione energetica italiana stata in larga parte rinnovabile, grazie in particolare alle centrali idroelettriche dellarco alpino e, in misura minore, dellAppennino (oltre a quote minori relative alla geotermia in Toscana). Oggi tuttavia, a causa dellaccresciuta richiesta di energia, nonch al quasi esaurimento della possibilit di nuove grandi installazioni idroelettriche, le rinnovabili rappresentano quote minori della produzione. Nel 2010 lItalia ha prodotto circa 76,9 TWh di elettricit da fonti rinnovabili, pari al 22,2% del fabbisogno nazionale lordo, con il 15,8% proveniente da fonte idroelettrica e la restante parte data dalla somma di geotermico, eolico e combustione di biomassa o residui. Con tali valori, circa il 90% della produzione rinnovabile prodotto con impianti definiti programmabili. Con tali valori, lItalia risulta essere il quinto produttore di elettricit da fonti rinnovabili nellUE-15. da notare, tuttavia, che solo negli ultimi anni la produzione rinnovabile italiana cresciuta in maniera significativa grazie ad una sensibile crescita delle fonti eolica, fotovoltaica e da combustione di biomassa, in quanto per lungo tempo tale produzione era costituita essenzialmente solo dalle fonti idroelettrica e geotermica, di fatto quasi giunte alla saturazione del potenziale economicamente sfruttabile in Italia. Inoltre, nonostante gli incentivi, lItalia deve anche fare i conti con ritardi legislativi e di adeguatezza delle reti di distribuzione. Per quanto riguarda la produttivit delle fonti energetiche rinnovabili, in particolare per leolico e fotovoltaico, spesso le ore/anno effettive di funzionamento degli impianti sono minori rispetto alle ore/anno di funzionamento preventivate in sede di progetto e alla potenza incentivata. Questo in parte accade per effetto delle analisi preventive che potrebbero essere troppo ottimistiche.

Produzione di energia rinnovabile in Italia per regione (2009) Regione Lombardia Piemonte Toscana Veneto Valle dAosta Calabria Puglia Emilia-Romagna Abruzzo Campania Friuli-Venezia Giulia Sicilia Lazio Sardegna Umbria Basilicata Marche Molise Liguria % 17,4% 11,4% 9,3% 7.1% 4,6% 4,5% 3,9% 3.8% 3,6% 3,3% 3,3% 2,4% 2,2% 2,2% 2,2% 1,4% 1,2% 1,0% 0,6%

Trentino-Alto Adige/Sdtirol 14,6%

Fonte: GSE - Gestore Servizi Energetici

Impatto ambientale delle fonti rinnovabili Sono fonti di energia che possono permettere uno sviluppo sostenibile alluomo, senza che si danneggi la natura e per un tempo indeterminato. Rinnovabile e sostenibile sono concetti che tuttavia vengono spesso confusi. Il fatto che unenergia sia rinnovabile non significa necessariamente che questa sia anche sostenibile; un esempio di tale differenza pu essere visto nelle centrali legate a grandi bacini idroelettrici (come ad esempio la Diga delle Tre Gole, contestata da alcuni movimenti ambientalisti). Alcune di queste fonti (in particolare quella solare) possono inoltre permettere la microgenerazione e la generazione distribuita, ossia essere prodotte in piccoli impianti domestici distribuiti sul territorio che possono soddisfare il bisogno energetico di una singola abitazione o piccolo gruppo di abitazioni. Questo permetterebbe di risparmiare lenergia che si

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perde nella fase di distribuzione di energia elettrica, per esempio sugli elettrodotti, sebbene comporti anche la necessit di ridefinire la struttura della rete elettrica nazionale. Tuttavia ancora oggetto di discussione il fatto che sia realmente possibile soddisfare tutto lattuale fabbisogno energetico del pianeta solo con il potenziale energetico proveniente da fonte rinnovabile, in particolare nei paesi maggiormente industrializzati; permangono ad esempio problemi riguardo laleatoriet (o intermittenza) e non programmabilit di molte delle fonti di energia rinnovabile (in particolare solare fotovoltaico ed eolico), che impongono un ripensamento globale delle reti elettriche e la necessit di costruire grandi infrastrutture per lo stoccaggio dellenergia, come ad esempio bacini idroelettrici di pompaggio o la costruzione (con materiali rari o inquinanti) di accumulatori elettrochimici. Il problema dello stoccaggio risulta infine fondamentale per il settore dei trasporti (e in particolare per aerei e navi), per il quale sono attualmente allo studio sistemi come quello delle celle a combustibile per limmagazzinamento dellenergia necessaria. Cogenerazione Col termine cogenerazione si indica la produzione ed il consumo contemporaneo di diverse forme di energia secondaria (energia elettrica e/o meccanica ed energia termica) partendo da ununica fonte (sia fossile che rinnovabile) attuata in un unico sistema integrato. Un esempio Un esempio dato dal funzionamento di unautomobile, la potenza prelevata dallalbero motore usata per la trazione e la produzione di elettricit, il calore sottratto ai cilindri per il riscaldamento dellabitacolo e la pressione dei gas di scarico per muovere la turbina di sovralimentazione. Lo sfruttamento di calore e pressione non comporta un aumento dei consumi poich sono scarti del processo di conversione da energia chimica ad energia meccanica attuato dal motore. Il loro sfruttamento consente a parit di energia primaria immessa (il combustibile) una maggiore quantit di energia secondaria prodotta (movimento, calore). Un sistema che opera la cogenerazione detto cogeneratore. Uno dei primi esempi di diffusione della cogenerazione su piccola scala in Italia stato il TOTEM realizzato nel 1973 dalling. Palazzetti, del Centro Ricerche Fiat. Impieghi della cogenerazione Lenergia termica pu essere utilizzata per uso industriale o condizionamento ambientale (riscaldamento, raffreddamento). La cogenerazione viene realizzata in particolari centrali termoelettriche, dove si recuperano lacqua calda od il vapore di processo e/o i fumi, prodotti da un motore primo alimentato a combustibile fossile (gas naturale, olio combustibile, biomasse, biogas, ed

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altro): si ottiene cos un significativo risparmio di energia rispetto alla produzione separata dellenergia elettrica (tramite generazione in centrale elettrica) e dellenergia termica (tramite centrale termica tradizionale). Un particolare campo dei sistemi di cogenerazione quello della trigenerazione. Definizione di efficienza Lefficienza pu essere espressa in diversi modi, che non sempre portano ad un corretto confronto tra i vari impianti. Si illustrano allora le definizioni adottate dallEnvironmental Protection Agency (EPA). Lefficienza di un processo semplice il rapporto tra energia conservata, al termine del processo, ed energia immessa. Dato che i sistemi di cogenerazione producono sia elettricit, sia calore, la loro efficienza totale data dalla somma dellefficienza elettrica e dellefficienza termica. Per esempio un impianto che utilizza 100 MWh di metano per produrre 40 MWh elettrici e 40 MWh termici ha unefficienza elettrica e termica del 40% ed unefficienza globale dell80%. LEPA usa preferibilmente unaltra definizione di efficienza nota come efficacia nellutilizzazione di combustibile, rapporto tra luscita elettrica netta ed il consumo di combustibile netto (che non tiene conto del combustibile usato per produrre energia termica utilizzabile, calcolato assumendo unefficienza specifica della caldaia dell80%). Il reciproco di questo rapporto la quantit netta di calore. Esistono anche altri indici di valutazione delle prestazioni di un impianto cogenerativo: il primo tra tutti il cosiddetto IRE, indice di risparmio energetico. Tale indice definito come il rapporto tra la differenza di potenze assorbite dagli impianti singoli per la produzione di energia elettrica e termica separatamente, meno quella assorbita dallimpianto cogenerativo, fratto la potenza assorbita dagli impianti separati essendo questa potenza valutata in termini di combustibile a parit di potenza elettrica e termica prodotta dai rispettivi impianti. Tale indice da lidea di quanta energia possa essere risparmiata con tali impianti; possibile tramite semplici calcoli analitici dimostrare che tale indice dipendente dai rendimenti di riferimento dei singoli impianti definiti questi ultimi come i rapporti rispettivi tra la potenza elettrica su potenza assorbita e potenza termica su potenza assorbita. Altri indici importanti sono lindice elettrico definito come il rapporto tra la potenza elettrica erogata e la potenza assorbita dallimpianto cogenerativo, il coefficiente di utilizzo inteso come somma dei rapporti tra la potenza elettrica e la potenza assorbita e la potenza termica e quella introdotta. Tutti questi coefficienti sono per relativi ad un determinato istante intervenendo in essi le potenze, e per questo tali indici sono utili a determinare i valori di targa dellimpianto vale a dire i valori di massime prestazioni di impianto.

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Molto spesso conviene riferirsi ad un periodo di tempo finito e valutare gli indici in tale periodo: ci equivale a valutare gli indici in termini di rapporti energetici pi che di potenze, tali valutazioni sono importanti perch permettono di stabilire dove pi conveniente realizzare un dato progetto di impianto cogenerativo, in funzione dei consumi energetici che in tali zone si ottengono. Infine, lindice di risparmio economico che definito come il rapporto tra i costi che si avrebbero comprando energia dallesterno meno i costi che si hanno comprando combustibile per alimentare limpianto cogenerativo che si vuole costruire e che produce unuguale quantit di energia che si vuol comprare, fratto il costo dellenergia che si vuol comprare. Tale indice permette di valutare la convenienza economica che un simile progetto comporta, naturalmente una corretta e completa valutazione economica implica un calcolo di spese per il mantenimento dellimpianto e relativi investimenti. Lefficienza energetica della cogenerazione La cogenerazione una tecnologia che consente di incrementare lefficienza energetica complessiva di un sistema di conversione di energia. Ma per spiegarne il motivo occorre analizzare i rendimenti. Il coefficiente di rendimento caratteristico per ogni tipo di motore e rappresenta il rapporto tra la resa energetica che ne deriva ed il combustibile introdotto. Nel motore di una automobile indica il rapporto tra i chilometri percorsi e la quantit di idrocarburi introdotti; nei grandi motori per la produzione di energia elettrica il coefficiente indica il rapporto tra chilowattora prodotti e il combustibile consumato. Questi rapporti sono caratteristici per ogni tipo di motore. Ad esempio i motori di auto a benzina presentano rendimenti che oscillano tra il 20 ed il 30 per cento; auto con motori diesel tra il 25 ed il 35 per cento, il restante diventa calore disperso. I grandi motori hanno unefficienza maggiore e, pur generalizzando molto, si pu affermare che per i motori termoelettrici, il coefficiente di rendimento discretamente alto e pu raggiungere un 55%. Ma il medesimo motore quando produce in cogenerazione presenta coefficienti che raggiungono l85%, perch il potere calorifero del combustibile utilizzato al meglio, con uneffettiva ottimizzazione dei processi. Naturalmente gli investimenti per adattare i motori di una centrale termoelettrica alla cogenerazione sono notevoli, ma qualora sia possibile creare una rete di teleriscaldamento, i risultati sono sempre vantaggiosi. Va considerato, infatti, il periodo di utilizzo di queste macchine, che arriva anche a 30-40 anni.

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Tipologie di impianti cogenerativi Il pi comune esempio di impianto cogenerativo quello realizzato con turbogas/motore alternativo e caldaia a recupero. I fumi del turbogas o del motore alternativo vengono convogliati attraverso un condotto fumi nella caldaia a recupero. Il recupero pu essere semplice, qualora non esista un postbruciatore, o un recupero con postcombustione in caso contrario. I fumi in caldaia permettono di produrre acqua calda, vapore saturo o vapore surriscaldato. Solitamente si utilizza acqua calda per scopi di riscaldamento, vapore saturo per utenze industriali e vapore surriscaldato per turbine a vapore e utenze. In definitiva si ottiene produzione di energia elettrica attraverso lalternatore accoppiato al turbogas ed eventualmente attraverso lalternatore accoppiato al turbovapore, e produzione di energia termica sotto forma di vapore, sfruttato poi dalle utenze connesse. In presenza di turbovapore si ottiene un ciclo combinato in cui la dispersione energetica minima e consiste in maggior parte nel calore immesso in atmosfera dai fumi in uscita dalla caldaia a recupero. Per quanto riguarda il fluido evolvente esso, questo solitamente lacqua che, in molti casi, raggiunge lo stato di vapore surriscaldato, ma in altri pu raggiungere temperature non sufficientemente alte. Per questo motivo vi sar bisogno di scambiatori di calore intermedi per aumentarne la temperatura. Pi raramente il fluido evolvente laria che presenta per il difetto di avere un coefficiente di scambio termico convettivo troppo basso e quindi sono richieste superfici di scambio termico ben pi elevate. Per quanto riguarda i motori a combustione interna, generalmente solo il 33% dellenergia totale disponibile viene trasformata in energia meccanica, il resto in parte perduta a causa dellirreversibilit presenti nel motore pari ad un altro 33% dellenergia totale ed infine lultimo 33% viene emessa nellambiente esterno sotto forma di energia termica che va in definitiva perduta. Per recuperare tale calore altrimenti perduto si utilizzano diversi scambiatori di calore: un primo scambiatore che permette il raffreddamento dellolio lubrificante, disponibile a bassa temperatura (non oltre gli 80 C), un altro scambiatore per il raffreddamento dellacqua destinata a refrigerare il motore stesso, ed infine un ultimo scambiatore posto allo scarico del motore che permette di innalzare di molto la temperatura del fluido di scambio termico generalmente, come stato detto, acqua, che per questo ulteriore scambio termico pu arrivare allo stato di vapore surriscaldato. Attraverso tali impianti possibile produrre energia elettrica e termica. A parte il costo degli scambiatori questo non costituisce una complicazione eccessiva di impianto perch tali motori hanno bisogno per funzionare comunque di un sistema di raffreddamento altrimenti si rischia il surriscaldamento del motore stesso. Infine, fluidi evolventi particolarmente usati sono gli olii diatermici derivati dal petrolio, che hanno la caratteristica di mantenersi liquidi a pressione atmosferica fino a temperature di 300 C, ed hanno un punto di solidificazione molto inferiore rispetto allacqua, cosa che impedisce che gelino nelle condotte.

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Piccola cogenerazione (e microcogenerazione) La cogenerazione con potenza elettrica inferiore ad 1 MW si definisce piccola cogenerazione, quella con potenza inferiore a 50 kW microcogenerazione, e viene effettuata tramite motori alternativi a combustione interna, microturbine a gas o motori a ciclo Stirling. La differenza principale tra la piccola cogenerazione e la microcogenerazione consiste nel fatto che nella piccola cogenerazione lenergia termica un prodotto secondario, mentre la microcogenerazione diretta principalmente alla produzione di calore e secondariamente di energia elettrica. I vantaggi della piccola cogenerazione In estrema sintesi i vantaggi della piccola cogenerazione sono:

Impiego di energia termica altrimenti inutilizzata, con un conseguente risparmio di combustibile Minore inquinamento atmosferico Filiera di distribuzione elettrica notevolmente pi corta, con una netta riduzione delle perdite sulla linea Riduzione delle infrastrutture (centrali e linee elettriche)

La trigenerazione La trigenerazione implica la produzione contemporanea di energia meccanica (elettricit), calore e freddo utilizzando un solo combustibile. Le tradizionali centrali termoelettriche convertono soltanto 1/3 dellenergia del combustibile in elettricit, mentre il resto viene perso sotto forma di calore. Ne consegue lesigenza di incrementare lefficienza della produzione elettrica. Un metodo che va in questa direzione la produzione combinata di calore ed elettricit (C.H.P.) dove pi di 4/5 dellenergia del combustibile convertita in energia utilizzabile, con benefici sia finanziari che economici. I sistemi di trigenerazione I sistemi di co-trigenerazione possono essere studiati e prodotti per funzionare con qualsiasi fonte primaria di calore. Questi sistemi oggi sono tecnicamente maturi ed economicamente convenienti per poter essere adottati diffusamente, tra le molteplici configurazioni possibili citiamo:

sistemi di cogenerazione con combustibili fossili; sistemi di trigenerazione con combustibili fossili; co-trigenerazione con sistemi termosolari; co-trigenerazione con biogas; sistemi ibridi di cogenerazione e trigenerazione.

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Cogenerazione di calore con celle a combustibile Attualmente possibile produrre idrogeno gassoso dal metano della rete pubblica oppure dal biogas (previa desolforazione, perch lH2S avvelena le membrane a scambio protonico) con un processo di reforming che impiega vapor dacqua. Lidrogeno fatto reagire con lossigeno atmosferico in una membrana a scambio protonico per produrre corrente elettrica continua. Il calore pu essere recuperato per il riscaldamento di ambienti, dellacqua corrente, disinfezione a getto di vapore, ecc Microcogenerazione La microcogenerazione o microCHP unestensione dellidea di cogenerazione per le abitazioni singole/pluri familiari o per i piccoli edifici di uffici. Uno dei primi microcogeneratori pu essere identificato nel TOTEM (Total Energy Module) progettato da Mario Palazzetti nel 1973 per il Centro Ricerche Fiat. La naturale evoluzione del TOTEM il cogeneratore TANDEM (Thermal And Electrical Machine). Quadro generale Nella maggior parte delle applicazioni energetiche, lenergia serve in pi forme. Queste includono tipicamente alcune combinazioni di: riscaldamento, ventilazione e condizionamento dellaria, energia meccanica e energia elettrica. Spesso queste forme energetiche addizionali vengono prodotte da una macchina termica funzionante su una sorgente di calore ad alta temperatura. Una macchina termica non pu mai avere unefficienza perfetta in base al secondo principio della termodinamica e produrr quindi sempre un surplus di calore a bassa temperatura. Questultimo viene comunemente definito calore sprecato, calore secondario o calore di bassa qualit. Questo calore utile per la maggior parte delle applicazioni di riscaldamento, ma non viene tuttavia considerato pratico per trasportare calore attraverso lunghe distanze, diversamente dallelettricit o dal carburante. Con il trasporto del carburante vi daltronde un trasporto anche di calore sprecato, prima che tale spreco sia effettivamente prodotto. Per avere un uso efficiente dellenergia, il calore secondario deve essere usato utilmente. Siccome facile trasportare lelettricit, ma non lo per quanto riguarda questo tipo di calore, un sistema efficiente in termini energetici deve generare elettricit solamente in zone dove il calore sprecato possa essere ben utilizzato. In una centrale elettrica il calore secondario offerto spesso supera quello richiesto, cos da avere soltanto un piccolo valore economico. Tale calore viene solitamente dissipato in torri di raffreddamento senza neanche essere usato. Uno dei modi per fare un miglior uso di questo calore consumare la fonte di energia primaria in loco e quindi generare lenergia in tutte le forme necessarie nel punto di utilizzo. Questo metodo anche conosciuto come sistema a cogenerazione (CHP).

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I sistemi CHP sono in grado di incrementare lutilizzo energetico totale delle fonti energetiche primarie come i carburanti o lenergia solare termodinamica concentrata. Il CHP ha quindi guadagnato popolarit in tutti i settori di economia energetica, a causa degli aumenti nei costi dei carburanti, soprattutto quelli a base petrolifera e a causa dei problemi ambientali, in particolare il mutamento climatico. In una centrale elettrica tradizionale che fornisce elettricit ai consumatori, soltanto il 30% circa del contenuto in calore delle fonti energetiche primarie come la biomassa, il carbone, il solare termodinamico, il gas naturale, il petrolio o luranio raggiunge il consumatore, anche se lefficienza pu essere del 20% per le vecchie centrali e del 50% per quelle pi nuove. Per contrasto un sistema CHP converte solitamente il 10%-20% del calore primario in elettricit e la maggior parte di quello rimanente viene catturato per il riscaldamento dellacqua o delle stanze. Di solito il 10%-30% del calore viene dissipato senza essere usato. In totale almeno il 65%, ma spesso si arriva sino al 90%, del calore generato dalla fonte primaria viene usato per scopi utili. I sistemi CHP hanno giovato al settore industriale sino alla crisi energetica degli anni 70. Per trentanni questi grossi sistemi a cogenerazione furono pi giustificabili economicamente di quelli microCHP, a causa delleconomia di scala. Dopo lanno 2000 i sistemi a microcogenerazione sono diventati efficienti anche nei costi in molti mercati mondiali, a causa della crescita dei costi energetici. Lo sviluppo di sistemi micro-CHP stata anche facilitata dai recenti sviluppi tecnologici di piccole macchine termiche. Questi includono prestazioni migliorate e/o efficienza nei costi dei motori Stirling, dei motori a vapore, delle turbine a gas, dei motori diesel e dei motori a ciclo Otto. Sistemi a microcogenerazione La differenza principale tra i sistemi a microcogenerazione e i loro parenti su larga scala sono i parametri che ne guidano loperativit. In molti casi i sistemi CHP industriali generano principalmente energia elettrica e il calore un utile sotto-prodotto. Al contrario i sistemi di micro-CHP, che funzionano in case o piccoli edifici commerciali, producono principalmente calore generando elettricit come sotto-prodotto. A causa di questo modello operativo e della domanda fluttuante delle strutture per quanto riguarda lenergia elettrica, i sistemi a microcogenerazione spesso producono pi elettricit di quella che viene usata. Tali sistemi ottengono molti dei loro risparmi, esercitando quindi attrattiva sui consumatori, attraverso un modello di generazione e rivendita o scambio sul posto in cui lenergia generata in eccesso rispetto ai bisogni casalinghi viene rivenduta allazienda elettrica. Questo sistema efficiente perch lenergia usata viene distribuita e usata istantaneamente nella rete elettrica. Le perdite principali avvengono nella trasmissione dalla fonte al consumatore, mantenendosi comunque inferiori alle perdite che si avrebbero accumulando localmente lenergia o generando corrente a meno dellefficienza massima del sistema a microcogenerazione. Quindi, da un punto di vista prettamente tecnico, lo scambio sul posto molto efficiente.

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Un altro punto positivo per il net-metering (altro termine per descrivere lo scambio sul posto) il fatto che molto semplice da configurare. Il contatore elettrico dellutente viene reso in grado di registrare anche lenergia in uscita dalla casa, oltre a quella in entrata. Per una rete con relativamente pochi utenti dotati di micro-CHP non sono necessari cambiamenti ad essa. Inoltre negli Stati Uniti molte leggi federali e statali impongono alle aziende elettriche di compensare chiunque dia energia alla rete. Dal punto di vista di tali aziende queste regole presentano carichi operazionali e tecnici oltre che amministrativi. Di conseguenza la maggior parte delle aziende elettriche compensano i contribuenti solamente con uno sconto pari o inferiore alla bolletta (non pagando quindi un eventuale surplus). Mentre questo schema di compensi potrebbe sembrare onesto ad un primo sguardo, rappresenta solamente un risparmio per lutente per non aver acquistato energia dal fornitore e non un guadagno completo dal sistema di microcogenerazione. Quindi, dal punto di vista degli utenti in possesso di sistemi di micro-CHP il net-metering non lideale. Mentre il net-metering un sistema molto efficiente per utilizzare lenergia in eccesso generata da un microcogeneratore, non immune ai denigratori. Questi ultimi portano alcune considerazioni a sostegno delle loro ipotesi: mentre un generatore principale di corrente nella rete elettrica una grossa centrale commerciale, i generatori del net-metering spillano energia verso la rete in modo casuale e imprevedibile. Tuttavia leffetto minimo se vi sono soltanto una piccola percentuale di clienti che generano elettricit e ognuno di loro ne genera una piccola quantit. Quando viene acceso un forno o una stufa elettrica viene utilizzato circa lo stesso quantitativo di elettricit da rete che viene prodotta dal generatore casalingo. Leffetto diverrebbe dunque evidente se vi fosse una larga percentuale di case con sistemi di generazione. La coordinazione tra i sistemi di generazione nelle case e nel resto della rete diverrebbe necessaria per un uso affidabile e per evitare danni alla rete stessa. Tipi di sistemi e tecnologie I sistemi di microcogenerazione sono attualmente basati su molte diverse tecnologie:

Motore a combustione interna Motore Stirling Motore a vapore Turbina a gas Pila a combustibile

Carburanti e tipi di motore La maggior parte dei sistemi a cogenerazione usano il gas naturale come combustibile poich brucia bene e in maniera pulita, ha un costo relativamente basso, disponibile in moltissime zone e pu essere facilmente trasportato attraverso tubature che gi raggiungono molte case. Il gas naturale adatto per i

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motori a combustione interna, come il motore a quattro tempi e la turbina a gas, perch brucia senza produrre cenere, catrame o fuliggine. Le turbine a gas vengono usate in molti sistemi di piccole dimensioni a causa della loro alta efficienza, delle loro piccole dimensioni, della combustione pulita, della durata e dalla piccola manutenzione richiesta. Le turbine a gas progettate con il raffreddamento ad aria operano senza olii lubrificanti o refrigeranti. Il calore sprecato delle turbine a gas viene soprattutto dagli scarichi, mentre nei motori a ciclo alternativo con combustione interna viene diviso tra lo scarico e il sistema di raffreddamento. Il futuro della cogenerazione, in particolare per le case e i piccoli esercizi commerciali, continuer a subre linfluenza del prezzo del carburante, incluso il gas naturale. Fino a che tale prezzo continuer a salire render leconomia pi favorevole per le misure di conservazione energetica e usi di energia pi efficienti, come la cogenerazione e la microcogenerazione. Tipi di carburante Ci sono molti tipi di carburante e sorgenti di calore che possono venire considerati per i sistemi a microcogenerazione. Le propriet di questi variano in termini di costo del sistema, costo del riscaldamento, effetti ambientali, convenienza, facilit di trasporto e stoccaggio, manutenzione del sistema e vita di questultimo. Alcune delle fonti di calore e carburanti che sono considerati per luso con sistemi micro-CHP includono: biomassa, gassogeno, energia solare, carbone, biodiesel, gasolio, olio combustibile, ma anche sistemi multi-carburante. (Lenergia nucleare non praticabile su piccola scala, non viene quindi generalmente considerata per la micro-CHP). Le fonti energetiche che hanno le pi basse emissioni di particolati e anidride carbonica sono lenergia solare, la biomassa (con la gassificazione a due stadi) e il gas naturale. Motori I motori a combustione esterna possono funzionare su qualsiasi fonte di calore ad alta temperatura. Questi motori includono il motore Stirling e il motore a vapore, il primo con unefficienza che pu raggiungere il 50% e il secondo intorno al 10%, e dal 2008 un piccolo numero di questi motori viene usato nella microcogenerazione. Altri cicli termici usabili sono il ciclo Ericsson e il ciclo Stoddard. Stato del mercato Il pi grande dispiegamento della microcogenerazione attualmente si trova in Giappone. Sono state attivate oltre 50.000 unit con una larga maggioranza di modelli ECO-WILL, che incorporano lunit microcogeneratore prodotta dalla Honda. Tale unit un motore ad alta resistenza con emissioni sonore bassissime e uninterfaccia di rete elettrica a stato solido, rendendola avanzata quanto le automobili ibride prodotte dalla stessa compagnia. Si stima che circa 1.000 sistemi a microcogenerazione siano attivi

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nel Regno Unito dal 2002. Questi sono principalmente motori Stirling della Whispergen e motori a ciclo alternativo della Senertec Dachs. Il mercato supportato dal governo attraverso dei regolamenti e fondi dati alla ricerca spesi attraverso lEnergy Saving Trust e il Carbon Trust, enti pubblici che supportano lefficienza energetica nel Regno Unito. Dal 7 aprile 2005 il governo inglese ha tagliato limposta sul valore aggiunto sui sistemi a microcogenerazione dal 17,5% al 5%, per supportare la domanda per questa tecnologia emergente, alle spese delle gi esistenti, ma pi inquinanti. La riduzione effettivamente un sussidio per le unit microCHP sui sistemi convenzionali, per renderle pi competitive in termini di costi e guidarne la vendita allinterno dello stato. Delle 24 milioni di case in Gran Bretagna, da 14 a 18 milioni sembrano adatte alle unit di microcogenerazione. Recentemente, il Climate Energy del Massachussetts negli Stati Uniti ha introdotto il suo sistema a microcogenerazione Freewatt nei mercati. Tale sistema incorpora le tecnologie del motore a microcogenerazione Honda. Si sostiene che questo sistema produrr circa il 50% del fabbisogno di energia elettrica di una tipica abitazione statunitense dal carburante che oggi si usa per riscaldarla, raddoppiando il valore di questultimo per il padrone di casa e riducendo significativamente limpronta di carbonio della casa. Questo prodotto ha gi ricevuto diversi premi, incluso quello come prodotto avanzato dellanno dalla Popular Mechanics Magazine e ci si aspetta che divenga facilmente reperibile negli Stati Uniti il prossimo anno. Si stima che questo prodotto sia utilizzabile in circa 50 milioni di abitazioni. Una delle maggiori compagnie di gas naturale statunitensi, la KeySpan, ha valutato da vicino questo prodotto e offre un buon incentivo monetario per i suoi clienti che lo acquistano aiutando il suo programma per la conservazione energetica. Trigenerazione La trigenerazione un particolare campo dei sistemi di cogenerazione che, oltre a produrre energia elettrica, consente di utilizzare lenergia termica recuperata dalla trasformazione termodinamica anche per produrre energia frigorifera, ovvero acqua refrigerata per il condizionamento o per i processi industriali, fino alla temperatura di -60C come acqua glicolata o ammoniaca liquida. Il processo La trasformazione dellenergia termica in energia frigorifera resa possibile dallimpiego del ciclo frigorifero ad assorbimento il cui funzionamento si basa su trasformazioni di stato del fluido refrigerante in combinazione con la sostanza utilizzata quale assorbente. Le coppie di refrigerante/assorbente usate sono:

acqua/bromuro di litio per temperature fino a 4 C. ammoniaca/acqua per temperature fino a -60 C. Lefficienza del ciclo (COP - coefficient of performance), definita come il rapporto fra energia

frigorifera in uscita e lenergia termica in ingresso, varia da 0.7 a 1.3 in funzione degli stadi di ri-

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concentrazione della soluzione, della temperatura di alimentazione, della temperatura del fluido refrigerato e della temperatura di condensazione. Nei sistemi trigenerativi, levoluzione delle tecnologie costruttive consente, oggi, di alimentare il ciclo con acqua calda a partire da 60 C, vapore, gas esausti di combustione. Poich lenergia meccanica necessaria ad un ciclo a compressione di vapore, nel ciclo ad assorbimento, sostituita dallenergia termica, lenergia meccanica (quindi elettrica) limitata alla pompa del vuoto, alla pompa della soluzione e del refrigerante. Rispetto alla generazione di sola energia elettrica, in un sistema di trigenerazione il rendimento globale aumenta perch viene sfruttata una maggiore percentuale del potere calorifico del combustibile; si tenga presente che le centrali termoelettriche convenzionali convertono circa un 1/3 dellenergia del combustibile in elettricit (il resto perso in calore), mentre in un impianto trigenerativo pi di 4/5 della stessa energia sfruttata visto che il calore recuperato direttamente (funzionamento cogenerativo) o come fonte per un ciclo frigorifero ad assorbimento (funzionamento trigenerativo). Rispetto allenergia frigorifera i COP sono molto pi bassi che nei condizionatori tradizionali, ma la sorgente energetica il poco pregiato calore di scarto (proveniente dal processo di generazione elettrica) rispetto alla pregiata energia elettrica (migliore rendimento exergetico). Sistemi di trigenerazione I sistemi di co-trigenerazione possono essere studiati e prodotti per funzionare con qualsiasi fonte primaria di calore. Questi sistemi oggi sono tecnicamente maturi ed economicamente convenienti per poter essere adottati diffusamente, tra le molteplici configurazioni possibili si citano:

sistemi di cogenerazione con combustibili fossili; sistemi di trigenerazione con combustibili fossili; co-trigenerazione con impianti solari termici o termodinamici; co-trigenerazione con biogas; sistemi ibridi di cogenerazione e trigenerazione.

I vantaggi I principali vantaggi della trigenerazione sono:


riduzione dei costi dellenergia primaria; riduzione dei costi di gestione; maggiore energia elettrica disponibile; utilizzo del calore in esubero.

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Generazione distribuita Per generazione distribuita si intende in genere la generazione di energia elettrica in unit di piccole dimensioni localizzate in pi punti del territorio. Non ci sono definizioni precise per quanto riguarda la taglia o la tipologia degli impianti, che possono essere motori termici, aereomotori, pannelli fotovoltaici, con taglie dai pochi kW ai pochi MW. Una caratterizzazione pi precisa pu essere fatta dal punto di vista della connessione di questi generatori alla rete elettrica: essendo localizzati in localit remote (campi eolici) o in prossimit dellutente finale (cogenerazione), questi impianti sono generalmente collegati alla rete di distribuzione a bassa tensione. Ci in aperta contrapposizione con la gestione tradizionale della rete elettrica, con poche grandi centrali collegate alla rete di distribuzione a altissima tensione. proprio in contrapposizione a questa architettura che deve essere inteso il termine generazione distribuita.

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