Serraggio Viti Collegamenti Filettati

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COLLEGAMENTI FILETTATI

[1] Niemann G., Elementi di Macchine , ETS, Milano (Springer, Berlino), 1983 [2] Decker K.H., Elementi di Macchine, Verlag, Monaco, 1982

Filettature e nomenclatura collegamenti Analisi del collegamento Diagramma di interferenza o di forzamento Forza assiale e momento di serraggio Resistenza del fusto e resistenza dei filetti Effetto del carico assiale esterno, ripartizione del carico, deformabilit della vite e del pezzo Accorgimenti per diminuire il carico sulla vite, casi particolari Incertezze e allentamento Verifica statica della vite, verifica del carico minimo di serraggio sul pezzo, verifica a fatica della vite Viti con carico trasversale Dispositivi antisvitamento (cenni)
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FILETTATURE Viti di manovra Viti di collegamento (smontabile) Filettature metriche ISO Profilo triangolare - UNI 4536 (1964) Profilo trapezio - UNI ISO 29012904 (1978) Filettature Whitworth - UNI 2709 (1945) (pollici - 55) Filettature gas a tenuta stagna sul filetto - UNI ISO 7-1 (1984) a tenuta non stagna - UNI ISO 228 (1983) Filettature a dente di sega UNI 127-128 (1928)
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Filettatura metrica ISO profilo triangolare UNI 4536-64


d - diametro nominale (esterno) vite: M 10 (d = 10 mm , passo grosso p = 1.5 mm da tabelle) M 10 1.25 ( d = 10 mm, passo fine p = 1.25 mm indicato) 2 = 60 angolo di apertura profilo triangolare

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NOMENCLATURA COLLEGAMENTI Bullone (vite+dado)

Vite (mordente)

Prigioniero Montaggio con leggera interferenza. A volte avvitamento fino alla fine della filettatura. Possibili problemi dovuti allaria intrappolata.

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ANALISI DEL COLLEGAMENTO FILETTATO Il collegamento applica una forza assiale che tende a unire le parti Le azioni trasversali devono essere contrastate dallattrito che si genera fra le superfici; le viti non devono lavorare a taglio I pezzi collegati sono compressi dal bullone (si accorciano) mentre la vite caricata dal pezzo (si allunga): il collegamento forzato dato dallinterferenza i fra bullone e pezzo: passo filettatura i Riferimento i = p ngiri dopo 1 contatto Fv Pezzi prima del serraggio Fp
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Fv

Fv : forza (risultante) che agisce sulla vite Fp : forza (risultante) che agisce sul pezzo (sui pezzi)

Fp
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DIAGRAMMA DI INTERFERENZA o DI FORZAMENTO Fv vite Fp Kp = Fp up up p = up 1 = K p Fp

v =

u 1 = v K v Fv

F Kv = v uv uv
Fv ,Fp

pezzi

vite + pezzi

uv , up K = rigidezze , = deformabilit , u = spostamenti


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Fv ,Fp vite pezzo v

Punto di funzionamento del collegamento al montaggio

p
u

uv i

up

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FORZA ASSIALE e MOMENTO DI SERRAGGIO La forza viene applicata al collegamento mediante serraggio con opportune chiavi che generano un momento di serraggio. Il momento resistente dato da: attrito fra i filetti di vite e madrevite attrito fra la superficie del pezzo e quella del dado e del sottotesta Le forze di attrito dipendono dalla forza assiale che subisce la vite. possibile trovare una relazione (Meccanica Applicata) fra: momento di serraggio e forza assiale sulla vite momento di svitamento e forza assiale sulla vite

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MT = M svit =

Fv [d m tan( m + ' ) + d t tan s ] 2

Fv [d m tan( m ' ) + d t tan s ] 2 MT = momento di serraggio Msvit = momento necessario per lo svitamento dm = diametro medio del filetto dt = diametro efficace su cui agisce la forza fra testa e sottotesta tan s = fs = coefficiente di attrito (sottotesta-pezzi) tan = f = coefficiente di attrito (vite-madrevite) p p = passo filettatur a m = angolo dellelica: tan m = dm

tan' = coeff. di attrito apparente:


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tan cos = 30 (filettatu re metriche) tan ' =

Assumendo tan( m + ' ) tan m + tan ' Il momento di serraggio risulta pari a:
MT = Fv (d m tan m + d m tan '+ d t tan s ) 2

cio:

MT =

Fv p tan + dt tan s + dm 2 cos

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RESISTENZA DEL FUSTO Dato un momento di serraggio MT , la vite (tratto fra i sottotesta) * sopporta un carico assiale Fv e un momento torcente MT dovuto soltanto alla quota data dallattrito sui filetti (la quota dovuta allattrito nel sottotesta non viene sopportata dal fusto della vite)
* MT =

Fv p tan (d m tan m + d m tan ') = Fv + dm 2 2 cos

Per calcolare le tensioni si fa riferimento alla sezione minore, che normalmente quella di nocciolo, e non si tiene conto delleffetto di rinforzo dei filetti: d 2 An = n d n = diametro di nocciolo (tabelle) 4 d 3 Wt = n 16
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4 Fv F a = v = 2 An d n
id = 2 a
2

* * 16 M T MT = = 3 Wt dn
2

+ 3 = a 1 + 3 a

* 2 16 M T dn 4 F p tan 2 p tan = = v + dm = + dm =k 3 a cos d n cos d n 4 Fv d n Fv 2

id = a 1 + 3 k 2 a 1.3

a =

id 1 + 3 k
2

id 1 .3

Il fattore k dipende soltanto da fattori geometrici e dallattrito


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FORZA ASSIALE LIMITE e MOMENTO DI SERRAGGIO Al montaggio, si suppone solitamente di poter sollecitare la vite fino al 90% del limite elastico del materiale della vite: 0.9 R p 0.2 a ,lim = id ,lim = 0. 9 Rp 0.2 1+ 3 k 2 Si determina quindi la forza assiale limite sulla vite che vale: Fv, lim
2 0.9 Rp0.2 d n = a, lim An = 4 1 + 3 k 2

e quindi il momento di serraggio si calcola come:

MT =
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Fv , lim p tan + d t tan s + dm 2 cos


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Per bulloneria normale i valori da assumere nei calcoli sono: diametro sottotesta: d t 1.3 d con d diametro nominale vite

coefficiente di attrito f = tan (acciaio-acciaio): conviene sempre assumere il coefficiente di attrito minimo fra quelli sperimentali viti brunite o fosfatate: lubrificate con olio: f = 0.12 0.18 lubrificate con MoS2: f = 0.10 0.12 viti con zincatura galvanica: f = 0.12 0.18 viti con cadmiatura galvanica: f = 0.08 0.12

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CLASSE DI RESISTENZA DEL MATERIALE I materiali per bulloneria sono suddivisi per classi di resistenza, individuate da due numeri separati da un punto: X.Y con X = R m/100 e Y =10Rp0.2 /R m

Esempi: classe 8.8 indica Rm= 800 MPa e Rp0.2 = 640 MPa classe 10.9 indica Rm= 1000 MPa e Rp0.2 = 900 MPa Classi: 3.6 - 4.6 - 4.8 - 5.6 - 5.8 - 6.6 - 8.8 - 10.9 - 12.9 Per le costruzioni di carpenteria: classe minima 8.8 diametro minimo M12
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RESISTENZA DEI FILETTI Le filettature unificate hanno dimensioni tali per cui la resistenza del filetto sicuramente superiore alla resistenza del fusto, quindi: I FILETTI NON DEVONO ESSERE VERIFICATI Il carico applicato sul collegamento filettato si distribuisce sulle spire della filettatura in modo decrescente: I PRIMI 5-6 FILETTI (SPIRE) SOSTENGONO IL 90% DEL CARICO non servono quindi elevate lunghezze della madrevite per sostenere carichi maggiori (perch tutto si gioca entro i primi 5-6 filetti in presa)
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EFFETTO DEL CARICO ASSIALE ESTERNO In assenza di carichi assiali applicati dallesterno, la forza sulla vite e sul pezzo sono in equilibrio: Fv = Fp Se si applica un carico esterno C nel sottotesta del dado, questo carico tende ad allungare la vite e il collegamento trova una nuova condizione di equilibrio : Fp + C = Fv

Fv

Fv

Fp

Fp

Ovviamente linterferenza del collegamento forzato resta immutata.


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Diagramma di forzamento Fv ,Fp pezzi Fv Fp = Fv Fp vite Cv Cp

Fv= Fv + Cv Fp= Fp Cp C=Cv + Cp C

uv

u i

up

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RIPARTIZIONE DEL CARICO SULLA VITE e SUL PEZZO


C = C p + C v = v + p u u + = u p v p v

p v p C v u = = C v u ( v + p ) ( v + p ) C v = C p ( v + p )

e analogamen te : C p = C v ( v + p )
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DEFORMABILITA DELLA VITE Vite di diametro nominale d, in materiale con modulo elastico Ev

l1, A1

l2, A2 Lp

l3, A3

v =

li ,efficace uv Lv 1 l1 + 0.4 d l2 l3 + 0.4 d = = = + + Fv Ev Av E v Ai Ev A1 A2 A3

area media I termini 0.4d tengono conto che la vite non finisce al sottotesta Larea del tratto filettato calcolata con il diametro medio d m La formula deve essere adattata ai vari casi
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DEFORMABILITA DEL PEZZO Il calcolo esatto richiede la conoscenza della distribuzione delle tensioni e delle deformazioni dovute allo schiacciamento Come prima stima si fa riferimento a un cilindro equivalente di area Ap che a parit di carico imposto genera la stessa contrazione del caso reale La deformabilit dei pezzi si calcola quindi come: up Lp p = = materiali dei pezzi serrati uguali Fp E p A p p = 1 Ap

L pi
pi

materiali dei pezzi serrati diversi

Per il cacolo dellarea Ap si individuano i seguenti tre casi:


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Caso a)

Dp/det 1 Dp
Dp

det: diametro esterno


testa

df

Lp

df

Lp

Ap =
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2 Dp d 2 f 4

)
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Caso b)

Dp/det = 1 3

Dp

det

Lp df

L*p = min (L p ; 8d )
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L*p2 2 D p 2 * Ap = d et d f + 1 0.2 d et L p + 100 4 8 d et

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Caso c)

Dp/det 3 det

Lp df

Ap =

d et + 0.1 L*p 4

[(

)2 d 2 f ]

L*p = min (L p ; 8d )
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ACCORGIMENTI PER DIMINUIRE IL CARICO SULLA VITE p A parit di carico esterno C , il carico Cv sulla C v = C vite diminuisce allaumentare di v: ( v + p ) NB: se Cv diminuisce, Cp aumenta 1. Per aumentare v si pu aumentare la lunghezza della vite , p.e. utilizzando un distanziale (e un gambo completamente filettato) Aumentando la lunghezza del pezzo aumenta anche la sua deformabilit p, ma scegliendo opportunamente le dimensioni del distanziale, si pu fare in modo che p aumenti in misura minore rispetto a v
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Fv ,Fp

vite Cv C Cp

vite allungata Cv C Cp C v = C p ( v + p )

Fv,lim

u Fv,lim rimane invariata perch dipende dal diametro di nocciolo


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2. Per aumentare v si pu utilizzare una vite con fusto alleggerito

dg La Fv,lim in questo caso deve essere calcolata in base allarea Ag del tratto alleggerito
Fv, lim
2 0.9 R p0.2 d g = a, lim Ag = 4 1+ 3k 2

MT =

Fv, lim p tan + d t tan + dm cos 2


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Fv ,Fp vite Fv,lim Fv,lim


(vite alleggerita)

vite alleggerita Cv

Cp

Cv C C p

u Fv,lim calcolata in base ad Ag inferiore, mentre la deformabilit del pezzo invariata


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INCERTEZZE e ALLENTAMENTO Il carico iniziale di trazione sulla vite, e di compressione sui pezzi serrati, dato dal momento di serraggio MT , calcolato in base alla forza di equilibrio al montaggio Fv=Fp. In esercizio il carico Fp di serraggio sul pezzo diminuisce a causa di: 1. incertezze sulla forza Fv al montaggio e sul momento applicato, 2. allentamento del collegamento (p.e. assestamento, vibrazioni), 3. azione del carico esterno, in particolare della quota di carico esterno che va sul pezzo Cp (che va conteggiato a partire dal punto di funzionamento finale raggiunto).

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1. Incertezze sulla forza Fv al montaggio e sul momento applicato Le incertezze derivano da due cause: incertezza sul coefficiente di attrito - a parit di momento applicato, allaumentare del coefficiente di attrito diminuisce la forza sulla vite, incertezza sulla misura del momento applicato - spesso non viene misurato ma le attrezzature di officina che permettono la misura sono tarate in modo da avere eventuali scostamenti che permettano solamente un momento applicato minore di quello impostato. F I = v ,lim Fv, min serraggio con chiave dinamometrica I = 1.6 serraggio con avvitatore a taratura periodica I = 2.5 serraggio manuale o senza taratura periodica I = 4
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2. Allentamento del collegamento Nel tempo, sotto lazione delle forze esterne, le superfici dei pezzi serrati subiscono un assestamento con modifica della rugosit, perdita dinterferenza i e conseguente riduzione della forza sulla vite Fv
N superfici 2 3 4 5 6 Valori di i in m Forze assiali Forze tangenziali Ra = 1.6 m Ra = 0.8 m Ra = 1.6 m R a = 0.8 m 13 10 20 13 16 12 28 16 20 14 35 20 25 16 42 25 30 18 50 30

N sup = 2
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N sup = 3
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Effetto globale di incertezze 1. e allentamento 2. Fv ,Fp pezzo Fv,lim =Fp =Fv Fv ,lim Fv, min = I Fv , lim Fv I vite Il punto di funzionamento del collegamento al montaggio scende

Fv

i i

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Fv Fv Fv = = i i Fv (v + p )

Fv =

i ( v + p )

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CALCOLO DEI COLLEGAMENTI FILETTATI Scelta iniziali: numero viti (C=Ftot/nviti) classe (materiale), tipo dimensione Cambiamenti Calcolo di: k , Fv,lim , MT , v e p , Fv,min , Fv , Cv , Cp Verifica statica della vite Verifica del carico minimo di serraggio sul pezzo Verifica a fatica della vite No Si Fine

In prima approssima zione : C Amin = (3 4) max Rp0.2

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VERIFICA STATICA DELLA VITE Viene effettuata nelle condizioni peggiori per la vite, supponendo applicata la Fv,lim calcolata: senza considerare incertezze al montaggio, senza considerare allentamenti in esercizio, con carico massimo applicato C max.
2 2 In teoria si dovrebbe verificare che: id = v + 3 v R p0.2

con:

v = a, lim + max, v = v =
* 16 M T 3 dn

4 Fv, lim
2 dn

4 C max, v
2 dn

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Ma date tutte le incertezze presenti, sufficiente verificare che:


id ,lim + max, v Rp 0. 2 cio 0.9 Rp0.2 + max, v Rp0.2

cio:

max, v (1 0.9) Rp, 0.2 C max, v (1 0.9)Fp, 0.2

Possibili cambiamenti : cambiare classe del materiale aumentare il numero di viti (diminuire C) diminuire la percentuale di utilizzo del materiale (es. 80%) utilizzare viti pi lunghe ( pi deformabili) aumentare il diametro della vite non sempre efficace perch diminuiscono le tensioni ma aumenta, con stessa legge, la rigidezza della vite
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Attenzione: Lutilizzo di viti alleggerite diminuisce s il carico sulla vite, ma la sezione di riferimento per il calcolo quella alleggerita (e quindi minore), dove le tensioni rimangono comunque elevate. Dato che nelle sezioni alleggerite la verifica deve essere effettuata considerando la tensione ideale:
2 id = 2 g + 3 g Rp 0. 2

con:

g = g =

4 (Fv, lim + C max, v )


2 dg * 16 M T 3 dg

in pratica le viti alleggerite non hanno una resistenza statica molto diversa da quella delle viti non alleggerite.
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Sollecitazioni di flessione Se le superfici di appoggio non sono perfettamente parallele tra loro, la vite si incurva subendo sollecitazioni di flessione:

1 Mf = = R EI f L assumendo si ottiene

max =

Mf D D = E If 2 L 2 1 D 1 rad; = 114.6 L 10

E = 2 10 5 MPa; = 0.5 = max 87 MPa

Conviene utilizzare viti snelle e imporre le tolleranze di planarit.


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VERIFICA CARICO MINIMO DI SERRAGGIO SUL PEZZO Riguarda il collegamento. Di solito richiesto un carico minimo (di serraggio) sul pezzo Fp,lim per garantire la tenuta del collegamento (p.e. per le guarnizioni) Fp , Fv Fv,lim =Fp =Fv Fv ,lim Fv, min = I Fv , lim Fv I Fp,min Fp,lim

C Cp

i i teorica
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u
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La verifica richiede che:

F p, min =

Fv ,lim I

Fv C p Fp, lim

NB: se Fp,min = 0 si ha il distacco fra le parti serrate e tutto il carico C agisce sulla vite. Questa situazione va evitata, sia per la tenuta del collegamento sia per lintegrit della vite. Possibili cambiamenti : diminuire le incertezze utilizzando chiavi dinamometriche lavorare accuratamente le superfici dei pezzi serrati cambiare classe del materiale (Fv,lim pi alta) utilizzare viti meno deformabili aumentare il numero di viti (diminuire C) aumentare la deformabilit del pezzo (con attenzione)
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VERIFICA A FATICA DELLA VITE Si pu utilizzare il diagramma di Haigh per filettature di classe di resistenza da 8.8 a 12.9 della normativa tedesca VDI 2230.
D
80 (MPa) 70 Viti non rullate 60 160 D (MPa)

M4 M 10 M 18 M3 0 M1 6

M8

140 Viti rullate 120

50

100

40 0.1

0.2

0.3

0.4

0.5

0.6

0.7

0.8

m Rp0.2

80 0.9

La vite verificata se:


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a 0.9 D
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Calcolo di a e m : caso a) 0 C(t) Cmax Fp , Fv Fv,a Fv,lim Fv,m Cv(t) C max,v C max

a = m =
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Fv, a An Fv, m An

u Fv, max = Fv ,lim + C max, v Cmax, v Fv, m = Fv , lim + 2 Fv, min = Fv, lim C max, v Fv, a = 2
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Calcolo di a e m : caso b) C min C(t) C max con C min e C max > 0 Fp , Fv Fv,a Fv,lim Fv,m C min C max Cv(t) C max,v C min,v

F a = v, a An Fv, m m = An
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u Fv, max = Fv, lim + C max, v F + Fv , min Fv, m = v , max 2 Fv, min = Fv, lim + C min, v F Fv ,min Fv, a = v , max 2
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Calcolo di a e m : caso c) Cmin 0 C max con C min < 0 e C max > 0 Fv ,Fp Fv, max Fv,lim Fv, min C min,v C min C max C max,v Cv(t) Fv,a Fv,m

F a = v ,a An F m = v ,m An
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Fv, max = Fv, lim + C max, v F + Fv , min Fv, m = v , max 2

Cmin, v = Cmin

u Fv, min = Fv, lim + C min, v F Fv ,min Fv, a = v , max 2 p (< 0) 43 ( v + p )

Possibili cambiamenti : utilizzare viti rullate utilizzare viti pi deformabili (in particolare alleggerite) aumentare il numero di viti (diminuire C) cambiare classe del materiale (meno efficace rispetto al caso statico) Lutilizzo di viti alleggerite conveniente per la resistenza a fatica perch diminuiscono le tensioni nella zona filettata. Le tensioni nella parte alleggerita sono pi elevate ma in questa zona, dove non ci sono gli intagli dovuti alla filettatura, la resistenza a fatica maggiore (il diagramma dato valido per le filettature). Per utilizzo in campo aeronautico sono previste viti MJ (ISO 31677), con disegno del filetto modificato per ridurre leffetto di intaglio (rullate).
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CASI PARTICOLARI Carico applicato non sottotesta (B)


La A Lp B Lb L p Lc
Lb L + Lc b c < 1 (1 n) = a p = a p + p +p Lp Lp Modello prima del montaggio Modello dopo il montaggio i i a p a p n=
p

b p cp

b p

c p
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Con il carico sottotesta (A): v = Lp Lv ; p = E v Av E p Ap

C Lp = Lv C A

Con il carico non sottotesta (B) la deformabilit del pezzo tra i punti di applicazione del carico diminuisce:
b * p p =

n Lp Lb = < p E p A p E p Ap

a p b p

La deformabilit della vite aumenta perch C cp bisogna aggiungere quella del tratto di pezzo esterno ai punti di applicazione del carico: B Lv La Lc * + + = v + (1 n) p > v v = E v Av E p A p E p A p
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Con il carico non sottotesta (B) quindi come se la vite fosse pi deformabile (v aumenta) e il pezzo pi rigido (p diminuisce). Per la vite quindi cautelativo assumere sempre il carico come se fosse applicato al sottotesta (A). Con il carico non sottotesta (B) potrebbero insorgere problemi sul carico minimo sul pezzo Fp,min perch aumenta la possibilit di un distacco (Fp,min=0) e in questo caso tutto il carico graver sulla vite (assolutamente da evitare, vedi pag. 44). Fv ,Fp Fv,lim pezzo (B) Fp,min
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vite (A) vite (B) C C pezzo (A) u


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CASI PARTICOLARI Elemento elastico tra i pezzi Linserimento di un elemento elastico fra i pezzi, p.e. una guarnizione, comporta un aumento molto elevato della deformabilit del pezzo p e quindi il carico esterno sar sopportato quasi interamente dalla vite (pericoloso per la vite). Fv ,Fp Fv,lim C Cv C Cp

u
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Possibile rimedio:

Fv ,Fp Fv,lim Fp Fe u
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VITI CON CARICO TRASVERSALE Le viti non devono lavorare a taglio perch nel caso di movimento relativo dei pezzi serrati, oltre alla sollecitazione a taglio si genera unelevata sollecitazione di flessione. Nel caso (frequente) in cui le viti siano utilizzate per prevenire movimenti reciproci trasversali si possono utilizzare 3 soluzioni diverse: 1. viti passanti: si deve garantire una forza di attrito fra le parti sufficiente a impedire il movimento reciproco, 2. viti con gambo calibrato, 3. inserzione di bussole che sopportano lo sforzo di taglio.

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1. Viti passanti FT

F p, min =

FT CS f n m

fFp,min

FT = forza trasversale totale CS = coeff. di sicurezza (1.25 1.6) f = coeff. di attrito n = numero di bulloni m = superfici fra i pezzi (es.1)

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2. Viti calibrate FT Sono molto costose. Sono calcolate come se fossero chiodi.
Taglio : FT FT 4 = amm m n A m n d 2

Pressione specifica :

FT

FT amm d s amm = 0.4 0.6 Rp 0. 2 amm = 0.75 0.6 Rm


(materiale della vite)

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3. Bussole Sono calcolate come chiodi (cavi). FT

Taglio : FT FT 4 amm = = m n A m n ( de di ) 2 Pressione specifica : F = T amm de Lp amm = 0.4 0.6 Rp 0. 2 amm = 0.75 0.6 Rm
(materiale della bussola)

de di

FT Lp

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DISPOSITIVI ANTISVITAMENTO (cenni) Lo svitamento spontaneo della vite in condizioni statiche impedito se langolo dellelica minore dellangolo di attrito vite-madrevite (m<). Sotto lazione di sovraccarichi, vibrazioni, scosse si pu comunque avere uno svitamento. Spesso si utilizza il sistema dado-controdado. E possibile anche applicare prodotti adesivi frenafiletti. Esistono dispositivi unificati contro lo svitamento: Rosette elastiche UNI 1751 (1988) Rosette con nasello UNI 6599 (1969) Rosette con linguetta UNI 6600 (1969) Piastrine UNI 6601 (1969) Dadi esagonali ad intagli UNI 5593-5594-5596 Dadi esagonali autobloccanti (unificati in campo aerospaziale) UNI EN 3377 - UNI EN 3723 (1996)
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Sistema dado-controdado Serrando il controdado, il dado viene progressivamente scaricato e si inverte il contatto tra i filetti della vite e del dado. La parte di vite fra il dado e il controdado si comporta come una molla che impedisce il movimento (aumenta la forza dattrito).

1) Dado serrato, primo contatto dado-controdado


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2) Controdado serrato

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Spesso si utilizzano dadi e controdadi di altezza diversa; dato che il carico prevalentemente sopportato dal controdado questultimo deve essere di altezza maggiore rispetto al dado.

SI
dado controdado

NO

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