Il Carmide Di Platone

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IL CARMIDE di Platone

La scena del dialogo


Socrate, la voce narrante di questo dialogo, racconta di essersi recato in una palestra ateniese -
tradizionale luogo di ritrovo - reduce dalla battaglia di Potidea. I conoscenti, che non lo vedevano da
tempo, gli si affollano intorno per chiedere notizie del combattimento.
Potidea era un colonia calcidica tributaria di Atene. Nel 4 si ribell! al suo dominio e fu attaccata
l"anno successivo. #uesto fu uno degli episodi che diedero origine alla guerra del Peloponneso. $a
tutto ci!, nel dialogo, viene passato sotto silenzio% la battaglia di Potidea & appena menzionata. Socrate
preferisce riferire dettagliatamente della conversazione, apparentemente frivola, con il giovanissimo
'armide.
'armide, che fa il suo ingresso scortato da una schiera di innamorati, & figlio di (laucone il vecchio e
dunque fratello della madre di Platone, Perittione, e cugino di 'rizia. )ntrambi, poco meno di tre
decenni dopo, faranno parte dei *renta tiranni. #ueste circostanze, che dobbiamo dare per note al
lettore del dialogo, possono far pensare che la guerra menzionata di sfuggita, la presentazione di un
tiranno nelle vesti di un bellissimo ragazzo e l"elogio +,-.e ss./ della sua ascendenza, che & quella
stessa di Platone, siano un espediente ironico per permettere all'autore del dialogo di riflettere su
se stesso e sul proprio ruolo in quanto filosofo e parente di tiranni.
Un farmaco per l'anima
Socrate chiede +,-d/ se fra i giovani ce n"& qualcuno che eccella per sophia e bellezza. 'rizia gli
indica 'armide. Socrate si dice di bocca buona quanto a bellezza, ma chiede se il ragazzo & bello, oltre
che nel corpo, anche nella psyche. Nel dialogo la sophia, analogamente alla bellea! " trattata
come una dote personale! e non come una semplice disciplina teorica. Il problema della sophia, che
poi si manifesta come sophrosyne, riguarda nello stesso tempo l"eccellenza individuale, la controllabilit0
della conoscenza entro un sistema complessivo e la relazione fra conoscenza e potere politico - e, nel
caso che viene qui messo in scena, fra filosofo e tiranno.
Gi all'inizio del suo testo, Platone ha impercettibilmente spostato i termini del discorso: la violenza del potere, la guerra,
viene menzionata soltanto di sfuggita e si insiste invece sull'estetica del potere. Un futuro tiranno viene presentato come
un soggetto di irresistibile attrazione erotica. Carmide, da bellissimo adolescente, si trascina dietro una schiera di
corteggiatori; ma anche i tiranni hanno simili seguiti.
l tema dell'estetica, dell'apparenza, viene a sua volta leggermente modificato: la bellezza, dote estetica per eccellenza, non
! trattata come una "ualit propria esclusivamente del corpo, che si vede, ma viene estesa anche alla psiche, che non si
vede. Come ! possibile valutare esteticamente l'invisibile#
Possiamo pensare che la domanda si ponga in "uesti termini solo in virt$ di una immaturit degli strumenti concettuali. %a
potremmo anche immaginare che il parodosso sia intrinseco al potere stesso: il potere, come il fascino fisico, qualcosa
che in quanto appare. Ma se ci fermassimo alle apparenze, non sapremmo n valutarlo n controllarlo. &'altra
parte, se il nostro giudizio non riuscisse a ricadere nella sfera 'estetica' della politica, risulterebbe politicamente inefficace.
'rizia risponde che 'armide & nello stesso tempo philosophos e poietikos, +,--a/ e acconsente a farlo
conoscere a Socrate, facendo passare quest"ultimo per un medico in grado di curarlo dai mal di testa di
cui soffre. In bocca a 'rizia, la sophia di cui & amico 'armide non & sentita in contrasto con la poesia. Il
filosofo, tuttavia, viene presentato al futuro tiranno sotto una veste esplicitamente pretestuosa% quella di
un medico, cio" di un #tecnico# che pu! giovare alla sua salute% portatore, dunque, di un sapere
settoriale - che agli occhi di un profano non si distingue dalla magia - e non di una scelta di vita
complessiva.
Socrate, per!, racconta al ragazzo che non si pu! curare la testa senza curare il corpo inteso come un
intero +,-1c/ e che non si pu! curare il corpo senza tener conto della psiche o anima% le malattie
coinvolgono la persona nella sua totalit0.
'on questa mossa, Socrate, sebbene presentato come competente in un sapere settoriale, si legittima
come portatore di un sapere complessivo. 2"espansione dalla medicina alla filosofia viene argomentata
facendo riferimento all"autorit0 dei medici traci, seguaci di 3almosside. +,-1d/
(almosside o )almossi, ci racconta *rodoto con un certo scetticismo +,.-,.,.-/0, era il dio di una popolazione della 1racia,
i Geti, del "uale i Greci narravano che fosse un e2.schiavo trace. 3uesti aveva fatto ritorno in patria ricco delle cognizioni
apprese dagli oni . in particolare dal padrone Pitagora . e di un cospicuo patrimonio, e aveva preso a predicare
l'immortalit propria e altrui. 4veva provato "uesta affermazione rimanendo nascosto in una camera sotterranea, che aveva
fatto scavare nella sua abitazione, e risorgendo dopo tre anni.
)ocrate, dun"ue, si legittima appellandosi all'autorit di "ualcuno che, fra i Greci, passava per un astuto impostore il "uale
aveva fatto uso della scienza ionica per ingannare . ma nello stesso tempo incivilire . dei semibarbari sempliciotti. 5a sua
legittimazione ! chiaramente autoironica, ma con degli elementi di complessit. )ocrate, facendosi passare per un medico,
dotato di un sapere settoriale, "uando non lo !, compie certamente una impostura . come compiono una impostura i
filosofi che vogliono legittimare la filosofia come sapere specialistico al servizio degli interessi di qualcuno . ma entro
"uesta impostura c'! un elemento di verit: tutti i saperi settoriali, senza una conoscenza direttiva fine a se stessa,
sarebbero ciechi.
5eggi *rodoto in italiano
2"impostura del Socrate del 'armide &, fra i dialoghi giovanili di Platone, qualcosa di eccezionale%
Socrate non fa finta di essere ignorante, come sua abitudine, ma, al contrario, pretende di sapere
qualcosa di cui non " affatto competente. 2"impostura & consapevole ed esplicita - come &
consapevole ed esplicita la menzogna nel racconto fenicio della Repubblica - e, in quanto eccezionale,
merita di essere tenuta presente come tema di riflessione.
2"anima si cura, prosegue Socrate, con i logoi 4discorsi5 belli, che producono sophrosyne. +,-.a/ $a
'armide, interloquisce 'rizia, non si distingue solo per la sua idea 4nel senso di aspetto5, ma anche per
la sua sophrosyne. +,-.d/ Il futuro tiranno non ha bisogno di imparare nulla. )cco la chiave
dell"impostura di Socrate% spacciarsi per detentore di un sapere settoriale " l'unico modo per
a$$icinare c%i non sa imparare e non " disposto ad insegnare.
Prima definiione di sophrosyne
Socrate chiede a 'armide che cos"& la sophrosyne, allo scopo di stabilire se ha davvero bisogno
soltanto delle prestazioni tecniche di un medico. Infatti, se la sophrosyne & in lui, deve averne
un"opinione. +,-6a/ 2a sophrosyne, se & presente in qualcuno, produce una aisthesis 4sensazione5 da
cui dovrebbe derivare un"opinione su che mai cosa sia questa virt7.
l preambolo di )ocrate non ! innocente: la sophrosyne, a differenza della bellezza fisica, che pu6 essere avvertita dagli
altri senza che chi ne ! portatore se ne renda conto, pu essere posseduta solo se chi ne dotato la avverte in s e se ne
fa, almeno, un'opinione. 7on si pu6 parlare di virt$ morale senza autocoscienza e autonomia, nel campo della conoscenza
prima che in "uello dell'azione.
Carmide avrebbe potutto sottrarsi all'esame di )ocrate, affermando che la sua sophrosyne, come la sua bellezza, dipende
dalle percezioni e dalle opinioni di chi lo guarda e non ha a che fare con la sua consapevolezza personale. %a "uesta mossa
avrebbe soltanto deviato la domanda socratica verso altri interlocutori. Per impedire a )ocrate di domandare, occorrerebbe
appellarsi a una collettivit o struttura impersonale, al di sopra della coscienza dei singoli. * perfino un simile appello
dovrebbe essere fatto da un teorico consapevole di "uanto dice e disposto a difendere la sua tesi in prima persona.
2a prima definizione di sophrosyne data da 'armide la equipara a una dote esteriore% sophrosyne &
fare tutto kosmios 4decorosamente5 e con calma. +,-6b/ #uesto, in effetti, replica, Socrate, & quello che
dice la gente8 ma bisogna vedere se & vero. )bbene, sia per quanto riguarda le abilit0 del corpo, sia per
quanto riguarda le attivit0 della mente, la rapidit0 di solito & considerata migliore della lentezza.
&econda definiione di sophrosyne
Socrate invita di nuovo 'armide ad osservare che cosa fa, in lui, la sophrosyne e a dedurre che cosa
sia dal suo modo di operare. Il ragazzo propone una nuova
definizione% la sophrosyne " aidos. +,19e/ 2"aidos 4vergogna, pudore o ritegno5 era il pilastro
della morale tradizionale, fondata interamente sul giudizio altrui, e anche della morale della polis in
quanto si legittimava in continuit0 con la tradizione.
Socrate, dopo aver indotto 'armide ad ammettere che la sophrosyne & incondizionatamente buona, ha
buon gioco nel mostrargli che la vergogna pu! esserlo solo condizionatamente, in quanto dipende dal
giudiio altrui e dalla contigena delle situaioni. 2o testimonia l"educatore per eccellenza del
mondo greco, :mero, con un verso dell":dissea. +,1,a/ 'ome sempre, la morale tradizionale si mostra
contraddittoria.
'era definiione di sophrosyne
'armide propone una terza definizione% sophrosyne & ta eautou prattein, ovvero,
letteralmente, occuparsi delle cose proprie. +,1,b/
(uesta definiione " identica alla definiione di giustiia data nel I)
libro della Repubblica +4a/ $a in questo dialogo Socrate non solo insinua che la definizione sia
stata suggerita a 'armide da 'rizia - la personalit0 pi7 influente fra i *renta tiranni - ma fa di tutto per
metterla in ridicolo.
Il maestro 4grammatistes5 scrive e legge solo il suo nome, oppure anche quello degli altri; ) chi impara
da lui che cosa fa; +,1,d/ Se si ritiene che il leggere, lo scrivere, il tessere, il costruire case e qualsiasi
altra techne siano prattein +,1,e/, non si pu! sostenere che chi insegna, apprende o esercita
una techne sia privo di sophrosyne e si immischi e si perda in cose che non gli
competono 4polypragmonein5. N< si pu! dire che una citt0 nella quale sia proibita ogni forma di
cooperazione e divisione tecnica del lavoro sia ben amministrata.
5a discussione sulla sophrosyne ! in una fase embrionale, perch8 Crizia non ! ancora subentrato al suo pupillo Carmide,
ma ha gi prodotto dei risultati degni di menzione:
9. la sophrosyne ! un principio di delimitazione
:. il sapere settoriale della techne autorizza ad oltrepassare i limiti etici e sociali e ad occuparsi dai fatti altrui. 5a polis stessa
ha bisogno della divisione tecnica del lavoro.
Criia e la prassi
'rizia, che nel corso del dialogo aveva dato crescenti segni di agitazione ed era stato maliziosamente
chiamato in causa dallo stesso 'armide, subentra al suo pupillo.
2a definizione della sophrosyne come ta eautou prattein pu! essere salvata se il prattein $iene
distinto dal poiein +,1b/.
Prattein designa l'agire! nel senso di occuparsi, amministrare e conseguire qualcosa8 poiein designa il
fare nel senso di produrre o fabbricare oggetti, ed & dunque connesso alla techne e agli artigiani cari
agli esempi socratici8 ergazesthai designa il lavorare che conduce a un ergon 4opera5. Il poiein pu!
essere disdicevole - come nel caso dei calzolai, dei pescivendoli e dei prostituti - se non & si
accompagna col bello (meta tou kalou gignetai) mentre ergon e praxis designano sempre un agire bello
e utile. $a questo tipo di agire consiste, appunto, nel fare ci! che & proprio (oikeia) e non ci! che &
alieno. +,1c/
2a mossa di 'rizia, il quale si appella ad una interpretazione molto libera di un verso di )siodo 4Erga
kai emerai, v. 965, & intesa ad uscire dal vicolo cieco in cui Socrate aveva posto 'armide. Se
la sophrosyne & occuparsi di ci! che & proprio e la techne comporta una legittimazione ad occuparsi dei
fatti altrui, il valore della techne e della divisione tecnica del lavoro, da una parte, e il rango di virt7
della sophrosyne, dall"altra, sono reciprocamente alternativi. Per sottrarsi a questo dilemma, 'rizia
sostiene che la praxis in quanto tale & per definizione in armonia con la sophrosyne perch< il termine -
a differenza della poiesis che pu! essere buona o cattiva a seconda del suo oggetto - designa
esclusi$amente occupaioni appropriate e non disdice$oli.
=na simile strategia comporta che i vari tipi di azione siano dotati di qualificazioni di valore intrinseche.
#uesta tesi & perfettamente in armonia con la morale tradizionale, ma ha un costo che 'rizia non &
disposto a pagare% se la praxis e la poiesis di ci! che & buono +,1d/ sono buone di per s< e
comportano sophrosyne, allora non " necessario c%e c%i agisce sia consape$ole della bont* di ci+
c%e fa e della sua propria sophrosyne +,14b-c/.
Conosci te stesso
'rizia, incalzato da Socrate, ritratta% sophrosyne " conoscere s, stessi +,14d/. 2"iscrizione gnothi
sauton 4conosci te stesso5 posta sul tempo di Apollo a >elfi - prosegue 'rizia - va intesa come un
saluto del dio a chi entra, in luogo del solito ?sii lieto? e non come un consiglio, perch< non dovremmo
augurarci l"un l"altro di essere contenti, ma di avere quella conoscenza che & la sophrosyne. +,14e ss/
3uesta nuova definizione ! molto diversa dalla precedente: l'attribuzione di un valore intrinseco ai vari tipi di azione
produce una gerarchia oggettiva che rende superflua la conoscenza da parte degli agenti; ora, invece, la sophrosyne appare
come una conoscenza per la "uale ! essenziale la consapevolezza e la partecipazione di ciascun interessato. 'Conosci te
stesso' non pu6 essere oggetto di un consiglio, ma solo di un augurio o di un saluto . proprio perch8 esso non pu6 essere
eseguito ciecamente, ma deve partire dalla spontaneit di ognuno.
$a se la sophrosyne & una conoscenza - prosegue Socrate - essa dovr0 essere episteme 4scienza5 di
qualcosa +,1-c ss/. Per esempio, la medicina & episteme di quanto fa bene alla salute, e la sua utilit0 si
misura in base al suo ergon 4opera, funzione5, che & appunto la salute. Socrate fa altri esempi di questo
tipo, tutti legati al mondo delle technai, le quali si caratterizzano per avere un oggetto e una funzione
determinati. (uali sono dunque l'oggetto e la funione della sophrosyne-
'rizia risponde che le scienze non sono tutte uguali% la sophrosyne & paragonabile, pi7 che alla
tessitura o all"architettura, all"aritmetica o alla geometria - discipline per la quli & impossibile definire
un ergon o una funzione caratteristica. +,1-e/. *uttavia, replica Socrate, anche queste discipline hanno
un oggetto determinato e distinto da s< stesse% di c%i cosa " sciena la sophrosyne- +,11b/
Una sciena ricorsi$a-
2a sophrosyne, dice 'rizia, & caratterizzata dall"essere sciena di tutte le sciene e anc%e di s,
stessa. 2e altre scienze, di contro, sono scienze di altri oggetti e dunque non sono scienze di s<
stesse. +,11c/ $a allora - chiede Socrate - la sophros@ne & episteme anche
dell"anepistemosyne 4mancanza di scienza5; +,11e/ #uesto comportebbe che sia possibile essere
consape$oli sia di quello c%e si sa! sia di quello c%e non si sa . e c%e tale consape$olea sia
data da una meta.sciena pri$a di un suo oggetto proprio. =n simile genere di scienza sarebbe
paragonabile a una vista che non vedesse quello che vedono le altre viste, ma solo se stessa, le altre
viste e le non-viste.
5a sophrosyne cos; descritta:
! una scienza che non ha nessun oggetto esterno a se stessa;
ma che si occupa di se stessa e delle altre scienze non in "uanto dotate di oggetto, bens; in "uanto scienze;
essendo la scienza della scienza, deve essere in grado di riconoscere anche la mancanza di scienza;
ma "uesto riconoscimento non pu6 fondarsi sul confronto con un oggetto esterno
e deve essere riflessivo: chi dotato di sophrosyne deve essere in grado di dire "io, in virt del mio sapere, non so"
)i viene a formare un paradosso dovuto al contrasto fra la finitezza del soggetto conoscente e del suo sapere . ! per "uesto
che la sophrosyne ! una virt$ . e la pretesa di totalit implicita nella definizione di sophrosyne come scienza della scienza.
Socrate sviluppa il suo paradosso% se la sophrosyne, come scienza, ha da essere scienza di qualcosa,
ci si deve chiedere se ha anche la propriet0 del qualcosa di cui & scienza. +,1Ab ss/ Si pensi, per
esempio, a una quantit0 maggiore di qualcosa8 il qualcosa di cui essa & maggiore sar0 qualcosa
minore. Se la propriet0 ?essere maggiore di? viene applicata riflessivamente alla quantit0 di cui si parla,
otterremo che quest"ultima & maggiore di se stessa e dunque, contraddittoriamente, che & anche
minore di s&. ) si cade in analoghe contraddizioni con altre propriet0 quantitative, quando si cerca di
applicarle riflessivamente. Se invece applichiamo riflessivamente alla vista e all"udito le propriet0 di ci!
che & veduto o sentito, ci imbattiamo invece in complicazioni fisiche, perch& dovremmo dimostrare, per
esempio, che la vista ha un colore e l"udito un suono. +,1Ac ss/
Stando cosB le cose, 'rizia si trova dinanzi al difficile compito di dimostrare se e come sia possibile
una sophrosyne c%e sia ricorsi$amente sciena della sciena e anc%e della non.sciena. +,16b/
)ocrate si diverte, in una inversione ironica dei ruoli, a scaricare la difficolt sulle spalle di Crizia, ma la "uestione investe
direttamente lui: che coerenza e che legittimit pu avere un sapere che afferma di non sapere!
3uando )ocrate smaschera come incoerente la pretesa di produrre un sistema di corroborazione epistemologica completa,
non ! lontano da G<del. %a se l'ignoranza socratica ! un sapere che non pu6 essere dimostrato entro un sistema coerente di
conoscenza, ne segue, inevitabilmente, che filosofo e tiranno stanno faccia a faccia e devono confrontarsi su una "uestione
vitale che non ha soluzione formale.
Sulle affinit fra Platone e Gdel nel Parmenide si veda il testo di Blazena Svandova A Comparison
Between the First ypothesis of Plato!s Parmenides and the "ndecida#le Sentence of $urt Gdel%
La funione della sophrosyne
'rizia & in difficolt0. Socrate, per amor di discussione, assume che sia possibile la sophrosyne come
scienza della scienza. +,16d/ $a in che modo essa pu! rendere pi7 consapevoli di quello che si sa e di
quello che non si sa; Anche se si ammette che la scienza che conosce se stessa sia, in quanto tale,
scienza, come pu! riconoscere quello che sa e quello che non sa; +,.9a/
2a scienza della scienza differisce dalle scienze particolari, che hanno dei loro oggetti specifici% quello
che fa bene alla salute si riconosce con la medicina, la costruzione con l"architettura, e cosB via. #uesto
comporta, per!, che questi oggetti particolari si conoscano per mezzo di ciascuna delle scienze che
sono loro dedicate, e non per mezzo della sophrosyne in quanto meta-
scienza. +,.c/ 2a sophrosyne, come scienza della scienza, si riduce perci! solo a sapere c%e si sa o
non si sa! mentre c%e cosa si sa o non si sa ricade interamente fuori dal suo campo. +,.9d/ $a
da questa definizione segue che la sophrosyne, essendo priva di oggetto, non ha gli strumenti per
esaminare la validit0 delle singole discipline, che richiedono conoscenze di settore. Pertanto, anc%e se
fosse possibile la sophrosyne come sciena di sciena! essa sarebbe del tutto inutile! perc%,
pri$a di contenuti conosciti$i.
)ppure, prosegue Socrate, se la sophrosyne consistesse nell"essere consapevoli di quello che si sa e
di quello che non si sa, in se stessi e negli altri, sarebbe molto utile, +,.,d/ perch< permetterebbe di
evitare l"errore e di amministrare correttamente la citt0. Ma questa conoscena riflessi$a e totale!
dotata di un criterio di $erit* superiore a quelli settoriali delle discipline specialistic%e! non "
possibile perc%, contraddittoria/ e! qualora fosse possibile! sarebbe $uota.
Corse, accenna Socrate, la sophrosyne & qualcosa di pi7 piccolo di quello su cui si & andato indagando%
in quanto consapevolezza di sapere e di non sapere, rende pi7 facile e chiaro l"apprendimento. 'hi &
dotato di sophrosyne tiene sott"occhio la scienza, oltre alle singole nozioni che apprende. +,.Db/
'ecnocraia e felicit*
Nella terza definizione di sophrosyne offerta da 'armide e ispirata da 'rizia era implicito un principio di
divisione tecnocratica del lavoro% & bene che ciascuno faccia quello che sa fare, e lasci quello che non
sa a chi & competente. +,.Dd/ $a perc%,! chiede Socrate, una di$isione del la$oro compiuta
correttamente! in base alle effetti$e competene! do$rebbe garantirci eudaimonia? +,.d/ *utt"al
pi7 una divisione del lavoro correttamente fondata sulle competenze ci fa
vivere epistemonos 4prudentemente58 ma per la nostra eudaimonia occorre un"altra scienza, che - per
non incorrere nelle contraddizioni della sophrosyne - non pu! avere pretese di totalit0% la scienza del
bene e del male. +,.4c/
Il dialogo si conclude nell"imbarazzo generale, perch< non si & riusciti a trovare una definizione
coerente dell"oggetto della discussione, e con una ironia la cui leggerezza suona tragica a chi sa gi0
che cosa sarebbe stato di 'armide, di 'rizia e di Socrate stesso.
In virt7 del carattere aporetico del Carmide, possiamo trasformare i suoi temi in domande con le quali
investire il testo della Repubblica. In questo senso, gli enigmi socratici sono, assai pi7 delle risposte, un
prezioso patrimonio ermeneutico per interpretare Platone - e noi stessi - facendogli continuare
il dialogo.