Cenni Di Termodinamica e Termotecnica
Cenni Di Termodinamica e Termotecnica
Cenni Di Termodinamica e Termotecnica
1.1
OBBIETTIVI
DELLINCONTRO
1.2
RICHIAMI DI
TERMODINAMICA
Gli obiettivi di questo incontro consistono nel dare alcune informazioni di carattere tecnico e pratico sufficienti per capire i fenomeni su cui si basa la climatizzazione ed essere in grado di scegliere, almeno nei casi pi comuni, la macchina
giusta per soddisfare le aspettative del cliente.
IL CALORE E TEMPERATURA
Si pu anzitutto dire che il calore una forma di energia e che esso tanto pi
NOBILE, ovvero tanto pi sfruttabile, quanto pi alta la sua temperatura.
La TEMPERATURA possiamo definirla come una specie di indice della attitudine di questa energia ad essere sfruttata, tanto pi alto lindice tanto meglio si
riesce a sfruttarla.
Volendo fare una similitudine si potrebbe paragonare la temperatura alla altezza,
rispetto a terra, a cui si trova un peso, magari collegato con una carrucola; allora
intuitivo osservare che il peso cadendo pu compiere del lavoro, e che tanto pi
in alto parte tanto maggiore sar il lavoro che riuscir a compiere prima di arrivare a terra; un peso posto a 10 metri di altezza far sicuramente pi lavoro di uno
posto a 10 millimetri.
Per la altezza a cui il peso , non dice quanto lavoro potr essere fatto, infatti un conto che si abbia un peso di un quintale, un altro che si abbia il peso di
un grammo.
Si osservi poi che il CALORE passa spontaneamente dai corpi pi caldi a quelli
pi freddi, ossia dai corpi a temperatura pi elevata a quelli con temperatura
meno elevata; questo fenomeno estremamente importante perch alla base
del funzionamento delle macchine e degli impianti oggetto di queste considerazioni.
La unit di misura delle temperature il Grado Centigrado C e la differenza tra
due temperature si chiama normalmente (DELTA T) T
LA QUANTITA DI CALORE
La energia termica, si indica in genere con Q, che contenuta in un oggetto, pu
essere quindi sfruttata o trasferita (almeno in parte), e ci dipende da vari fattori:
- La massa del corpo; tanto pi grande il corpo tanto maggiore sar lenergia in
esso contenuta.
- La sostanza di cui il corpo costituito; ad esempio laria, a parit di massa
capace di immagazzinare meno calore della identica quantit di acqua; si parla
cio del calore specifico.
Fig.1
6000
1500
1.75
9000
2250
2.6
12000
3000
3.5
1.2.2 LA TRASMISSIONE Lesperienza quotidiana suggerisce che mettendo a contatto due corpi, uno caldo
ed uno freddo, dopo un poco di tempo quello pi caldo si raffreddato e quello
DEL CALORE
pi freddo si riscaldato e che questo fenomeno procede con il procedere del
tempo fino a quanto si raggiunto lequilibrio, ossia i due corpi sono alla stessa
temperatura.
Fig.2
La quantit di calore che passa nella unit di tempo dal corpo pi caldo a
quello pi freddo, tanto pi grande quanto pi grande la differenza di temperatura tra i due corpi T
B) Si ripeta la prova fatta prima interponendo tra i due corpi dei fogli di diversi
materiali, prima uno di legno e poi uno di metallo, alla fine del minuto si potr
osservare, nel primo caso, un aumento molto modesto di temperatura di quello pi freddo ed una pari diminuzione di quello pi caldo; un aumento sensibile nel secondo caso.
Da questa osservazione si pu ricavare che:
- La quantit di calore che passa nella unit di tempo tanto pi grande quanto
maggiore la conducibilit termica della parete che separa i due corpi stessi,
ossia tanto minore la resistenza che detta parete oppone al passaggio del
calore.
- La unit di misura della Conducibilit Termica di una parete si indica generalmente con il simbolo K (W/m2.h.C)
C) Si ripeta la prova fatta in A) accostando i due corpi in modo che si tocchino una
volta solo per una piccola parte, e successivamente accostandoli in modo che
si tocchino su tutta la superficie. Si osservi cosa successo dopo un minuto
in un caso e nellaltro; nel caso di contatto con piccola superficie il corpo pi
freddo si riscaldato molto meno che nel caso in cui i corpi si toccano completamente.
da questa osservazione si pu ricavare che:
- La quantit di calore tanto pi grande quanto maggiore la superficie attraverso cui avviene il passaggio.
- La unit di misura della superficie si indica generalmente con S (m2) Metri quadri.
Riassumendo le osservazioni fatte si pu affermare che la quantit di calore Q
che passa da un corpo caldo ad uno pi freddo nella unit di tempo :
1- tanto pi grande quanto maggiore la differenza di temperatura tra i due corpi
2- tanto pi grande quanto maggiore la conducibilit della parete che sta tra i
due corpi
3- tanto maggiore quanto pi grande la superficie di contatto; tutto ci espresso in forma matematica dalla seguente relazione:
Q = K S T
dove i simboli hanno il significato appena descritto.
3
Fig.3
T
Q
1.2.3 IL CALORE
LATENTE
solido
liquido
gassoso
plasma
Soltanto di due di essi e cio quello liquido e quello gassoso saranno qui presi in
considerazione, ma ci che verr detto vale concettualmente anche per gli altri.
Una sostanza, per esempio lacqua, costituita da molecole che sono legate tra
di loro con dei legami fisici che ne determinano lo stato.
Intuitivamente facile vedere che tanto maggiore la forza ed il numero di questi legami, tanto minore sar la libert di movimento di una molecola rispetto alle
vicine, e quindi che lo stato solido sar caratterizzato dai legami forti, stabili e difficilmente modificabili, il corpo possiede una sua forma ben definita. Lo stato liquido caratterizzato da legami meno forti e numerosi, tali che possibile un relativo movimento delle molecole le une rispetto alle altre, il corpo non possiede una
sua forma definita ma assume la forma del recipiente che lo contiene. Lo stato
gassoso caratterizzato da legami pressoch nulli, infatti se immesso in un recipiente occupa tutto il volume disponibile.
Fig.4
Da questo si vede facilmente che passare da uno stato, per esempio liquido, ad
uno gassoso, equivale a dover rompere un certo tipo e numero di legami fra le
molecole e quindi fatalmente a spendere della energia.
Questo fenomeno chiamato comunemente Evaporazione o Ebollizione e tutti
sanno per esperienza diretta che per far bollire una pentola di acqua necessario somministrare energia sotto forma di calore.
Infatti si osserva che, messa la pentola sul fuoco, ad una somministrazione di
energia sotto forma di calore, prima corrisponde un innalzamento di temperatura,
e poi la crescita della temperatura si arresta ed inizia la ebollizione, cio proprio
la trasformazione di stato da liquido a gassoso.
Si pu anche osservare che spegnendo la fiamma la ebollizione si arresta immediatamente, dunque vi la prova che, raggiunta una certa temperatura, lenergia
che viene data con la fiamma serve solo alla trasformazione liquido-vapore.
Fig.5
Questa energia usata per trasformare una sostanza da uno stato fisico ad unaltro si chiama CALORE LATENTE; di evaporazione, di condensazione, di solidificazione, di liquefazione a seconda della trasformazione a cui legato.
Siccome in natura nulla si crea e nulla si distrugge ovvio che la energia impiegata per far passare un liquido allo stato gassoso non distrutta, ma rimane
immagazzinata nel gas (in modo per cos dire nascosto, di qui il nome Latente)
e viene restituita integralmente nel processo inverso.
Infatti avendo una sostanza allo stato gassoso e sottraendole calore (ossia raffreddandola, cio riscaldando un corpo pi freddo con cui si mette a contatto),
essa rimane alla stessa temperatura (che la stessa alla quale era avvenuta la
evaporazione),ed il gas torna liquido. Dunque la energia che era stata spesa allinizio viene tutta restituita e, sia in un caso che nellaltro, sotto forma di calore.
Praticamente come si pu dare calore ad un corpo? semplice ricordando quanto detto prima; mettendolo a contatto con uno pi caldo; e per toglierli calore, cio
raffreddarlo? baster metterlo a contatto con uno pi freddo.
Si pu allora definire come Calore Sensibile lenergia impiegata per cambiare la sola temperatura di un corpo, ma non il suo stato fisico, e che questo processo comporta cedere o ricevere delle quantit di calore, il che
avviene mediante i fenomeni di trasmissione del calore prima esaminati.
1.2.4 LUMIDITA
NELLARIA
Si deve ora parlare dellaria perch lelemento principale su cui si interviene per
ottenere le condizioni di benessere (vedi pi oltre)
Delle molte caratteristiche dellaria opportuno fissare lattenzione su due di queste, che sono poi quelle principali:
- la temperatura
- la umidit relativa
La temperatura non ha bisogno di molte descrizioni e pu essere variata facendo
passare laria a contatto con un corpo pi freddo o pi caldo.
cit di contenere le molecole di vapore dacqua a seconda della propria temperatura; come se, tornando allesempio della sala cinematografica, si potessero
aumentare o diminuire le poltrone riscaldando o raffreddando la sala. ATTENZIONE! ogni 11 C (circa) in pi si raddoppia la capacit di contenimento di vapore
dacqua (al contrario si dimezza la capacit di contenimento diminuendo di pari
quantit la sua temperatura).
Es.
Temperatura Aria
Capacit di contenimento gr/mc
0C
4.85
11C
10.07
22C
19.61
Dunque la stessa quantit di vapore dacqua che satura laria a 11 C (cio 100%
di umidit relativa), riempie solo al 50% a 22 C (cio 50% di umidit relativa) gli
spazi disponibili, in quanto questi sono raddoppiati rispetto alla condizione precedente. Il calore scambiato Calore Sensibile poich non vi sono stati cambiamenti di stato nelle molecole.
Fig.6
70%
Satura 100%
Satura +
deumidificazione
vetro viene raffreddato fino al punto in cui si inizia la condensazione del vapore
dacqua contenuto nellaria, e parimenti, dalla parte esterna del vetro un velo di
aria verr riscaldato creandosi cos quel trasferimento di calore necessario e sufficiente a raffreddare laria e condensare il vapore di acqua.
Allora chiaro che ogni volta che si effettua un raffrescamento dell aria ci saranno in gioco tutti e due questi tipi di calore e, solo occasionalmente, potrebbe capitare che il secondo sia uguale a zero o talmente piccolo da essere trascurabile.
Quando si riscalda laria, come sopra osservato, aumentando la temperatura
aumenta la capacit di ricezione dellaria, quindi non ci sono fenomeni di cambiamento di stato ma solo variazioni in diminuendo della umidit relativa.
Tutta questa lunga discussione sul calore latente serve per poter capire cosa
succede quando si mette in funzione il condizionatore in un ambiente, e si osserva quello che accade.
Fig.7
Quando laria calda, e solitamente umida, della stanza passa attraverso la cos
detta batteria fredda accade che la temperatura dellaria scende fino al limite in
cui c saturazione, poi comincia a formarsi la condensa sulle pareti della batteria, in quantit tanto maggiore quanto pi bassa la temperatura, fino alluscita
dello scambiatore.
A questo punto laria avr ceduto alla batteria fredda il CALORE SENSIBILE pi
il CALORE LATENTE necessario alla condensazione della quantit di acqua raccolta. Laria in uscita sar dunque fredda e satura di umidit, per la quantit di
vapore dacqua in essa contenuto sar minore di quello che aveva in ingresso; a
contatto con lambiente questa aria si riscalda assorbendo calore dal locale.
Come si visto in precedenza riscaldare dellaria significa portarla verso temperature pi elevate, ma anche diminuire la sua umidit relativa in quanto, essendo
diminuito in numero di Posti occupati nel processo di raffreddamento ed eliminazione della condensa, diminuisce il rapporto posti occupati/posti disponibili.
Sono immediate a questo punto alcune osservazioni:
-
1.3
CONDIZIONI DI
BENESSERE
Il fine per cui viene costruito un impianto di climatizzazione di creare delle condizioni di benessere per gli occupanti di un certo spazio. La sensazione di benessere un fatto assolutamente personale e cambia da persona a persona, non
solo, ma per la stessa persona a seconda di condizioni oggettive come i vestiti
(leggeri o pesanti) il tipo di attivit (lavoro sedentario o pesante) le condizioni psicofisiche (agitato e furibondo o sonnacchioso).
Come possibile allora dare una risposta a cos tante e diverse esigenze?
Si deciso di fare un approccio di tipo statistico, ossia definire come condizioni
di benessere le condizioni in cui la maggioranza delle persone coinvolte dichiara
di sentirsi a proprio agio. Sono state fatte moltissime prove utilizzando una moltitudine di persone di diverso sesso, e registrando le loro dichiarazioni in diverse
condizioni; emerso che la maggior parte di esse afferma di sentirsi a proprio
agio, anche a seconda dei vestiti indossati (leggeri o pesanti), nel seguente intervallo:
1 La carta un materiale molto igroscopico e varia sensibilmente le sue dimensioni al variare della
umidit relativa dellaria in cui mantenuta, ovvio che mettendo a registro una macchina da stampa per determinate dimensioni, se queste variano, varia la posizione della stampa sul foglio. Nella
stampa a colori in quadricomia si stampano in passate successive, sullo stesso foglio, le immagini
nei quattro colori di base; se vi stata una variazione di dimensione la stampa verr irrimediabilmente sfocata e sbavata.
Temperatura: 21-26 C
Umidit relativa: 40-60 %
Velocit aria: < 15 cm\sec.
(solo direzione frontale)
detti Bioeffluenti cio le sostanze odorose emesse dal corpo umano. Tutto questo costituisce elemento di discomfort e, talvolta, di rischio per la salute.
Da questi elementi nasce la esigenza di migliorare lo stato dellaria degli ambienti con una opportuna filtrazione; la filtrazione con filtri elettrostatici contribuisce a
trattenere le particelle di impurit come i pollini e gli acari, la filtrazione a carboni attivi assorbe i cattivi odori e le sostanze organiche volatili come quelle citate.
Fig.9
1.4
VALUTAZIONE DEI
CARICHI TERMICI
Si consideri ora un locale, una stanza per esempio, con alcune pareti verso lesterno, delle finestre, degli occupanti ed un normale arredamento. Mantenere
delle condizioni di fresco in questo locale vuole dire che si deve ottenere un equilibrio tra la quantit di calore che entra, quella generata allinterno, e quella che il
nostro climatizzatore deve smaltire.
Ricordando quanto detto a proposito della trasmissioni del calore facile intuire
come, nella stagione estiva, essendo la parete esterna pi calda di quella interna,
si stabilisca un flusso di calore che entra nel locale attraverso le pareti esterne.
Ricordando la relazione fondamentale della trasmissione del calore di cui si gi
discusso in precedenza:
Q = K S T
si nota che la quantit di calore che viene trasmessa attraverso una parete il
prodotto di tre elementi:
1- una differenza di temperatura T
2- una superficie di scambio S
3- un coefficiente di conducibilit termica K
Esaminiamo ora questa relazione dal punto di vista pratico di chi la deve utilizzare.
K Conducibilit termica della parete
Tanto maggiore la conducibilit termica della parete, tanto maggiore la quantit di calore trasmessa; dunque importante determinare la questa grandezza.
Certamente non possibile demolire il muro di una casa per accertare come
11
Fig.10
1.4.1 CALORE
GENERATO
ALLINTERNO
DI UN LOCALE
Allinterno di un locale stazionano delle persone, che magari sono proprio quelle
del cui benessere ci stiamo occupando; ciascuna persona, essendo la temperatura corporea normale di 37C, emette calore ed inoltre emette aria calda ed
umida con la respirazione. La somma di questi due contributi vale normalmente
circa 150 W, ma non si deve dimenticare che questo dato riferito ad una persona che compie una attivit fisica molto ridotta (lavoro sedentario); nel caso di
attivit pi intense come il lavoro meccanico o la ginnastica in palestra, quel dato
di base si pu raddoppiare o addirittura triplicare.
Vi sono poi i sistemi di illuminazione, i computer, i televisori e simili, che immettono nellambiente tanta energia termica quanta la energia elettrica che assorbono dalla rete di alimentazione (leggere la etichetta che riporta gli assorbimenti
elettrici e che si trova apposta nel retro di ciascuna macchina o dispositivo elettrico); si dovranno quindi sommare i contributi di ciascuna fonte di illuminazione
o altro dispositivo elettrico per avere il contributo totale dovuto a questi elementi;
si pensi per es. agli asciugacapelli e caschi di un parrucchiere.
Si deve valutare infine se vi ricambio daria nellambiente ed eventualmente
quantificarlo, per poter calcolare quale sia, in termini di carico termico, il contributo che viene dal dover portare laria dalle condizioni esterne estive a quelle
interne. Per es. 34C e 75% UR esterne con 26C e 50% UR interne, vuol dire
che occorrono circa 12 W per ciascun m3 di aria ricambiata.
Alla fine si deve fare la somma di tutti i contributi che interessano il locale in questione e cio:
1- Calore che attraversa le pareti che delimitano il locale
2- Calore generato allinterno dalle persone che in esso risiedono
3- Calore generato dalla illuminazione ed altri fonti
4- Calore introdotto immettendo una certa quantit di aria esterna calda ed umida
Perch nel locale vi siano condizioni di equilibrio termico, cio la temperatura
rimanga costante, il climatizzatore deve poter smaltire la somma di tutti gli elementi sopra citati, ci vuol dire che la sua potenza di raffreddamento deve essere maggiore o, al limite, uguale alla somma citata.
13
Fig.11
Il numero che si calcola si chiama stima dei carichi termici, cio gi nella sua definizione insito il concetto che una valutazione approssimata di quelli che sono
i fenomeni e le grandezze fisiche reali. Si deve poi tenere conto della variabilit
delle situazioni, per cui la potenzialit del climatizzatore dovr essere scelta con
un certo margine di abbondanza che tenga conto delle approssimazioni e degli
errori di valutazione che sono stati compiuti.
Lesperienza buona e preziosa consigliera in quanto, per ragioni di tempo e di
economia, non pensabile di ricorrere a calcoli pi precisi commissionati a professionisti del settore che si avvalgono di metodi e strumenti sofisticati; invece
opportuno ricorrere a loro quando la delicatezza e/o la dimensione economica del
lavoro iniziano ad essere consistenti.
Detto ci si pu fare riferimento alla tabella n.1 per una valutazione rapida e sufficientemente approssimata dei carichi termici di un locale, in essa sono riportati
dei coefficienti assolutamente arbitrari, ma ricavati dallesperienza di chi scrive,
per tenere conto di elementi come la tipologia edilizia e simili.
14
1.4.2 TABELLA 1
x150= Watt
superficie
superficie
superficie
superficie
superficie
superficie
superficie
mq.
mq.
mq.
mq.
mq.
mq.
mq.
x29=
x140=
x58=
x100=
x29=
x210=
x70=
Watt
Watt
Watt
Watt
Watt
Watt
Watt
superficie
superficie
superficie
superficie
superficie
mq.
mq.
mq.
mq.
mq.
x12=
x29=
x17=
x35=
x17=
Watt
Watt
Watt
Watt
Watt
x9=
Watt
mq.
mq.
mq.
mq.
x9=
x29=
x41=
x93=
Watt
Watt
Watt
Watt
superficie mq.
x12=
Watt
Pareti esterne
(detratta la sup. delle finestre o vetrine)
Esposte
Esposte
Esposte
Esposte
Esposte
a
a
a
a
a
Nord o Est
Sud sole
Sud ombra
Ovest sole
Ovest ombra
superficie
superficie
superficie
superficie
Pavimenti
(solo quando il locale sott. non condizionato*)
Watt
Watt
TOTALE
Watt
* N.B. Nel caso in cui il locale sottostante sia una cantina od un garage o pavimento su terra considerare nullo il contributo che viene dal pavimento in questione
2 Le condizioni di riferimento sono: Temp. Interna 26C UR50%, le condizioni esterne 34C UR60%
15
1.5
ESEMPI PRATICI
Dati:
Dalla pianta si ricavano i dati seguenti:
ESEMPIO 1.A
DESCRIZIONE DIMENSIONI
Parete Nord
3x3=9
Pareti interne
11x3
Pavimento
4x3
Soffitto
4x3
Finestra Nord
1x1.5
Illuminazione
Lamp.100W
Persone presenti
2
TOTALE
Supponiamo ora che la stanza in questione sia all'ultimo piano, quindi abbia di
sopra un solaio sottotetto e non un'altro appartamento, in questo caso la tabella
precedente si modifica come segue:
16
ESEMPIO 1.B
DESCRIZIONE DIMENSIONI
Parete Nord
3x3=9
Pareti interne
11x3
Pavimento
4x3
Soffitto sotto tetto
4x3
Finestra Nord
1x1.5
Illuminazione
Lamp.100W
Persone presenti
2
TOTALE
E' evidente che solo questa condizione ha portato ad un incremento del 25% dei
carichi termici, se poi la stanza in questione fosse sotto il terrazzo del tipo non isolato, e magari con il manto bituminoso nero, si avrebbe la seguente situazione:
ESEMPIO 1.C
DESCRIZIONE DIMENSIONI
Parete Nord
3x3=9
Pareti interne
11x3
Pavimento
4x3
Soffitto sotto terrazzo 4x3
Finestra Nord
1x1.5
Illuminazione
Lamp.100W
Persone presenti
2
TOTALE
Si tenga conto delle approssimazioni fatte nella valutazione dei carichi termici, e
pi precisamente:
- valutazione del K delle pareti
- valutazione del coefficente di esposizione e di colore
- valutazione del carico termico introdotto dalle persone, sia come livello di attivit fisica che come numero
- valutazione delle condizioni esterne
Si deve inoltre considerare che le potenze nominali delle macchine sono riferite
a condizioni standard e che temperature esterne particolarmente elevate causano una perdita di resa non trascurabile, fino al 10% o pi.
Condizioni esterne particolarmente severe si possono facilmente trovare su di un
tetto o di un terrazzo non particolarmente ventilato ed esposto al sole, come
spesso accade; in queste condizioni non affatto raro misurare temperature
attorno ai 40 C dell'aria effettivamente aspirata dal condensatore.
Alla luce delle considerazioni sopra esposte opportuno scegliere una macchina
che possa erogare una potenza frigorifera nominale superiore del 15-20% al valore calcolato.
18
ESEMPIO 2 SOGGIORNO
Si prenda come esempio il soggiorno medio dell'appartamento tipico in condominio italiano, questa stanza ha la seguente configurazione:
Dati:
Dalla pianta si ricavano i dati seguenti:
ESEMPIO 2.A
DESCRIZIONE DIMENSIONI
Parete Nord
5x3=15
Parete Est
6x3
Pareti interne
11x3
Pavimento
6x5
Soffitto
6x5
Finestra Nord
1x1.5
Porta-finestra Est
2.5x1
Illuminazione
Lamp.200W
Persone presenti
6
TOTALE
Supponiamo ora che la stanza in questione sia all'ultimo piano, quindi abbia di
sopra un solaio sottotetto e non un'altro appartamento, in questo caso la tabella
precedente si modifica come segue:
19
ESEMPIO 2.B
DESCRIZIONE DIMENSIONI
Parete Nord
5x3=15
Parete Est
6x3
Pareti interne
11x3
Pavimento
6x5
Soffitto
6x5
Finestra Nord
1x1.5
Porta-finestra Est
2.5x1
Illuminazione
Lamp.200W
Persone presenti
6
TOTALE
E' evidente che solo questa condizione ha portato ad un incremento del 23% dei
carichi termici, se poi la stanza in questione fosse sotto il terrazzo del tipo non isolato, e magari con il manto bituminoso nero, si avrebbe la seguente situazione:
ESEMPIO 2.C
DESCRIZIONE DIMENSIONI
Parete Nord
5x3=15
Parete Est
6x3
Pareti interne
11x3
Pavimento
6x5
Soffitto
6x5
Finestra Nord
1x1.5
Porta-finestra Est
2.5x1
Illuminazione
Lamp.200W
Persone presenti
6
TOTALE
20
ESEMPIO 2.D
DESCRIZIONE DIMENSIONI
Parete Nord
5x3=15
Parete Ovest
6x3
Pareti interne
11x3
Pavimento
6x5
Soffitto
6x5
Finestra Nord
1x1.5
Porta-finestra Ovest 2.5x1
Illuminazione
Lamp.200W
Persone presenti
6
TOTALE
ESEMPIO 3
Si consideri l'ufficio di cui alla pianta riportata, le caratteristiche salienti di un locale di questo tipo, dal punto di vista termico naturalmente, sono le seguenti:
A) carichi termici dovuti alla tipologia costruttiva dell'edificio
B) carichi termici dovuti all'uso dell'edificio
A)
La tipologia edilizia degli edifici usati come ufficio estremamente varia, ad es:
1- palazzi per uffici con superfici esterne tutte vetrate
2- palazzi per uffici con superfici esterne vetro e cemento
3- vecchi corpi fabbrica adibiti ad ufficio
4- uffici interni alla fabbrica
5- locali tipo appartamento adibiti a studio professionale od ufficio
B)
Vi sono essenzialmente tre tipologie principali di utilizzo:
1- ufficio classico
2- zone di ricevimento del pubblico o comunque di affollamento tipo sale riunione
3- zone in cui vi sono forti carichi termici dovuti alla presenza di macchine, sale
CED, sale copia e simili.
C)
Si possono assumere come dato "normale" i seguenti carichi termici interni, dove
non diversamente specificato:
1- illuminazione
10 W\mq
21
2- posto di lavoro
500 W\cad
Questi dati sono dati ricavati dall'esperienza e valgono nei seguenti casi: illuminazione di buona qualit realizzata con plafoniere che utilizzano tubi fluorescenti, posto di lavoro comprendente una persona (150 W), un computer con monitor
e stampante ad aghi o getto di inchiostro (250 W), la quota parte di utilizzo di una
fotocopiatrice o strumento simile come emissione termica (per es una grossa
stampante laser, 100 W).
22
Si tratta di un ufficio in un edificio con pareti esterne tutte vetrate e con utilizzo
come ufficio classico
ESEMPIO 3.1.1
DESCRIZIONE DIMENSIONI
Parete Vetrata Nord6x3=18
Parete Vetrata Ovest 10x3
Pareti interne
16x3
Pavimento
6x10
Soffitto
6x10
Illuminazione
6x10
Posti di lavoro
8
TOTALE
Lo stesso edificio del punto 3.1.1 ma con pareti esterne in vetro e cemento
ESEMPIO 3.2.1
DESCRIZIONE DIMENSIONI
Parete Vetrata Nord6x1.5=9
Parete Vetrata Ovest10x1.5
Pareti interne
16x3
Pavimento
6x10
Soffitto
6x10
Illuminazione
6x10
Posti di lavoro
8
Parete Nord
6x1.5
Parete Ovest
10x1.5
TOTALE
Lo stesso edificio del punto 3.2.1 ma con pareti non isolate secondo la 373 e con
vetri semplici bianchi.
ESEMPIO 3.3.1
DESCRIZIONE DIMENSIONI
SUPERFICE CARICO UNIT. CARICO TOT.
Parete Vetrata Nord6x1.5=9
9
9x29 x2
522
Parete Vetrata Ovest10x1.5
15
15x210 x2
6300
Pareti interne
16x3
48
48x9
432
Pavimento
6x10
60
60x12
720
Soffitto
6x10
60
60x9
540
Illuminazione
6x10
60
60x10
600
Posti di lavoro
8
8x500
4000
Parete Nord
6x1.5
9
9x12 x1.5
162
Parete Ovest
10x1.5
15
15x35 x1.5
787
TOTALE
14063 W
Lo stesso edificio del punto 3.1.1 ma con pareti tutte interne al corpo fabbrica.
ESEMPIO 3.4.1
DESCRIZIONE DIMENSIONI
Parete Vetrata Nord6x1.5=9
Parete Vetrata Ovest10x1.5
Pareti interne
16x3
Pavimento
6x10
Soffitto
6x10
Illuminazione
6x10
Posti di lavoro
8
Parete Nord
6x1.5
Parete Ovest
10x1.5
TOTALE
ESEMPIO 3.5.1
DESCRIZIONE DIMENSIONI
Finestre Nord
1x1.5x2=3
Finestre Ovest 1x1.5x3=4.5
Pareti interne
16x3
Pavimento
6x10
Soffitto
6x10
Illuminazione
6x10
Posti di lavoro
8
Parete Nord
6x3=18-3
Parete Ovest
10x3=30-4.5
TOTALE
Lo stesso edificio del punto 3.1.1 ma con pareti esterne in vetro e cemento ed uso
come sala riunione
ESEMPIO 3.2.2
DESCRIZIONE DIMENSIONI
SUPERFICE CARICO UNIT. CARICO TOT.
Parete Vetrata Nord6x1.5=9
9
9x29
261
Parete Vetrata Ovest10x1.5
15
15x210
3150
Pareti interne
16x3
48
48x9
432
Pavimento
6x10
60
60x12
720
Soffitto
6x10
60
60x9
540
Illuminazione
6x10
60
60x10
600
Persone presenti
30
30x140
4200
Parete Nord
6x1.5
9
9x12
108
Parete Ovest
10x1.5
15
15x35
525
Proiettore
1
1x500
500
TOTALE
11036 W
Lo stesso edificio del punto 3.1.1 ma con pareti esterne in vetro e cemento ed uso
come sala CED o copie.
ESEMPIO 3.2.3
DESCRIZIONE DIMENSIONI
SUPERFICE CARICO UNIT. CARICO TOT.
Parete Vetrata Nord6x1.5=9
9
9x29
261
Parete Vetrata Ovest10x1.5
15
15x210
3150
Pareti interne
16x3
48
48x9
432
Pavimento
6x10
60
60x12
720
Soffitto
6x10
60
60x9
540
Illuminazione
6x10
60
60x10
600
Persone presenti
3
3x140
420
Parete Nord
6x1.5
9
9x12
108
Parete Ovest
10x1.5
15
15x35
525
Macchine
6x10
60
60x100
6000
TOTALE
12756 W
Naturalmente sono possibili le pi diverse combinazioni, ma una cosa appare evidente, la grande differenza che possono assumere i carichi termici nelle varie
situazioni costruttive e di utilizzo.
Non stato fatto cenno fino ad ora del carico termico dovuto al ricambio dell'aria;
ormai, specialmente in un locale dove si lavora, realizzare il ricambio d'aria divenuta una necessit per il benessere di chi lavora prima ancora di un obbligo di
Legge (Legge 10).
Ipotizzando di poter realizzare un ricambio proporzionato alle persone presenti, e
prendendo come misura i 30 mc\h, si ha che in un clima come quello Italiano
24
CARICO TOT.
15514 W
12736 W
16463 W
9676 W
10796 W
20036 W
13656 W
E' evidente che il carico termico totale da considerare per un impianto di climatizzazione cambia moltissimo a seconda della conformazione e dell'uso del locale e
che quindi la valutazione del carico termico effettuata a partire dal volume non
affidabile.
25
Capitolo
2.1
CLIMATIZZATORI
DAMBIENTE
2.1.1 A) PORTATILE E
PORTATILE SPLIT
26
VANTAGGI
Non necessita di installazione
E facilmente trasferibile
Ingombro ridotto
SVANTAGGI
Battenti della finestra accostati o foro
Rumorosit pi elevata in confronto
delle altre tipologie (il compressore
allinterno)
Potenzialit frigorifere limitate
Fig.12
2.1.2 B) FINESTRA O
MONOBLOCCO
VANTAGGI
- Facilit di installazione
- Possibilit di un piccolo rinnovo
aria
- Ingombro ridotto
SVANTAGGI
Modifica del serramento o foratura
della parete
Rumorosit elevata in confronto
alle altre tipologie
Potenzialit frigorifere limitate
Estetica
Scuri aperti o tapparella parzial-
Fig.13
Gli Split sono macchine divise in due sezioni: una esterna in cui viene posto il
compressore frigorifero ed
il condensatore, una interna che effettua il trattamento dellaria.
Si sono sviluppate in questi ultimi anni una molteplicit di soluzioni e varianti che
consentono una scelta particolarmente ricca ed articolata, tale da consentire a
ciascuno di trovare la soluzione che meglio risolve le sue particolari esigenze.
27
Fig.14
Caratteristiche Generali:
VANTAGGI
- Silenziosit
- Massimo comfort
- Gamma di potenze
- Gamma di forme e tipi
- Eccellente rapporto prezzo/prestazioni
- Disponibile versione in pompa di calore
2.1.3.1 TIPOLOGIA DI
INSTALLAZIONE
DELLE UNITA
INTERNE
SVANTAGGI
Acquisto da programmare
Unit esterna che necessita di un
balcone o di staffe di sostegno per
il suo posizionamento
Collegamenti frigoriferi ed elettrici
interno/esterno
Scarico condensa
Dal punto di vista della tipologia di installazione della unita interna le macchine
Split si possono dividere nelle seguenti categorie:
1) A pavimento
2) A parete
3) A soffitto
4) In controsoffitto
1) A PAVIMENTO
Questo tipo aspira laria dal basso e la proietta verso lalto con un angolo variabile a seconda della inclinazione delle alette.
28
VANTAGGI
nel funzionamento invernale elimina le stratificazioni di aria fredda
ha buone caratteristiche di miscelazione dellaria in tutte le stagioni
pu sostituire lo spazio occupato
da un radiatore ed anche la sua
funzione con lapposito accessorio
(batteria ad acqua calda)
SVANTAGGI
occupa spazio sulle pareti ed in
pianta
2) A PARETE
Di questo tipo di macchina esistono molte versioni, con mandata dellaria dal
basso, dallalto, con posizionamento in basso, in alto, a met parete, con elettroniche di controllo pi o meno sofisticate; davvero per tutte le esigenze.
VANTAGGI
eccezionale versatilit di impiego
gamma estesa per modelli e potenze
silenziosit
SVANTAGGI
non ha buone caratteristiche di
miscelazione dellaria in ciclo di
riscaldamento invernale a pompa di
calore
3) A SOFFITTO
Queste unit sono disponibili solamente in potenze relativamente elevate.
VANTAGGI
prestazioni ottime
SVANTAGGI
non ha buone caratteristiche di miscelazione dellaria in ciclo invernale
da impiegare solo in ambienti di
tipo commerciale
4) IN CONTROSOFFITTO
VANTAGGI
prestazioni ottime
estetica
dotata della pompa di smaltimento condensa incorporata
SVANTAGGI
- non ha buone caratteristiche di
miscelazione dellaria in ciclo invernale
- da impiegare solo in ambienti di
tipo commerciale
- necessita di un controsoffitto
5) CANALIZZABILI
VANTAGGI
possibilit di collegare una piccola
rete di canali di distribuzione dellaria
filtrazione pi efficiente rispetto agli
altri tipi
estetica
30
SVANTAGGI
necessita di un controsoffitto
necessita di una rete di distribuzione aria realizzata con canali e bocchette
non possibile effettuare la modulazione della quantit di aria inviata
al singolo ambiente*
VANTAGGI
Semplice ed economico
SVANTAGGI
Lenergia consumata nel funzionamento non proporzionata al
numero delle unit interne in funzione
UTILIZZO TIPICO
- studi professionali, ambulatori o simili i cui locali possiedono la caratteristica
di essere utilizzati nelle stesse fasce orarie
VANTAGGI
Flessibilit di utilizzo
SVANTAGGI
Limitato numero di compressori e di
unit interne
UTILIZZO TIPICO
- Abitazioni, studi professionali, ambulatori o simili i cui locali possiedono la
caratteristica di NON essere utilizzati nelle stesse fasce orarie
31
VANTAGGI
Flessibilit di utilizzo e consumi
ridotti
Elevato numero di unit interne
(Modelli VRF)
Elevata distanza tra la unit esterna e quelle interne (Modelli VRF)
SVANTAGGI
Investimento relativamente pi elevato
UTILIZZO TIPICO
- Uffici, studi professionali, ambulatori o simili i cui locali possiedono la caratteristica di avere dei carichi termici molto variabili tra di loro e nel tempo, ovvero di NON essere utilizzati nelle stesse fasce orarie.
ALPINE 40GKX
DISTRIBUTORE
GFD
ARAN 40JX
VAIL 42VKX
SIERRA 42HWS
ALPINE 40GKX
DISTRIBUTORE
GFD
ARAN 40JX
VAIL 42VKX
38VVH25
2.2
SIERRA 42HWS
LA DISTRIBUZIONE
DELLARIA
2.2.1 DISTRIBUZIONE
DELLARIA
La scelta della tipologia di macchina e la posizione in cui verr installata nel locale dovranno essere fatte ponendo attenzione al percorso del getto daria in situazione estiva (ma anche in quella invernale nel caso di pompa di calore)
Si deve evitare che il getto daria vada a cadere nel punto in cui presumibilmente una persona risiede abitualmente, cio il letto, la scrivania, il tavolo da pranzo,
32
la poltrona del salotto e simili; accettabile invece che nelle zone in cui la persona di passaggio vi sia un certo movimento daria.
Fig.19
2.2.2 CRITERI E
SUGGERIMENTI
PER LA SCELTA
Una volta che sia stata stabilita la potenzialit occorrente per un certo impianto si
dovr scegliere la macchina pi adatta al caso specifico; nella realt ogni caso fa
storia a se, ma si possono dare suggerimenti di carattere generale:
-
una parete di fronte al flusso daria, se pi vicina di tre metri circa, provoca un
effetto simile al rimbalzo, controllare quindi dove va a finire laria dopo aver
urtato la parete
se si deve utilizzare il sistema anche in riscaldamento, o si sceglie un macchina a pavimento, oppure si deve fare attenzione al fatto che, nelle macchine a parete, in ciclo invernale, si deve indirizzare il getto verticalmente verso
il basso alla massima velocit, e questo potrebbe causare dei fastidi a chi in
quella ristretta zona
Fig.20
33
Fig.21
2.2.3 SETTORE
RESIDENZIALE
controllare che il percorso della condensa sia agevole e con pendenza sufficiente per permettere il libero deflusso dellacqua
ci deve essere spazio sufficiente per una eventuale manutenzione (rispettare
le aree minime riportate sui manuali di installazione)
STANZA DA LETTO
In generale porre attenzione ai seguenti elementi:
-
Fig.22
34
il getto dellaria deve cadere fuori dalla zona del letto, possibilmente nella zona
di transito ai piedi del letto stesso
Fig.23
SOGGIORNO
In generale porre attenzione ai seguenti elementi tenendo conto che le macchine
utilizzate hanno una potenzialit maggiore rispetto a quelle utilizzate nelle stanze
da letto:
-
Fig.24
nel caso di climatizzatori a pavimento si possono mettere dietro a divani o poltrone, ma solo se il flusso dellaria non interferisce con la posizione della testa di
chi vi seduto
Fig.25
35
2.2.4 SETTORE
COMMERCIALE
3.1
CENNI SULLA
MINIMIZZAZIONE
DEL RUMORE
Fig.26
36
B +3dB
C +6dB
1 Lorecchio umano non percepisce ugualmente bene i suoni bassi piuttosto che acuti, alcuni poi non
li percepisce affatto, per es. gli ultrasuoni che sono invece ben percepiti dai cani e da altri animali.
37
Se si hanno due sorgenti di rumore uguali, poste una vicina allaltra, il rumore
risultante non la somma aritmetica, ma quello della prima aumentato di 3 dB.
9 10
Esempio:
Si supponga di avere due macchine, poste una accanto allaltra, con i seguenti
livelli sonori: la prima 65 dB e la seconda 58 dB.
1) Calcolare la differenza tra i due livelli sonori 65 - 58 = 7
2) Dalla tabella RI si ricava il valore 0,8
3) Aggiungere il valore ricavato al livello della macchina pi rumorosa
65 +0,8=65,8 dB
Il rumore avvertito pari a quello di una unica sorgente che emana 65,8 dB
Nel caso di pi sorgenti sonore si applica lo stesso procedimento applicandolo a
passi successivi, cio si ottiene prima la somma delle prime due macchine, poi,
considerando la somma ottenuta come se fosse una macchina unica, s somma
con la successiva e cos via.
Esempio:
Si supponga di avere tre macchine, poste una accanto allaltra, con i seguenti
livelli sonori: la prima 70 dB e la seconda 65 dB la terza 68 dB
I) Calcolare la differenza tra i due livelli sonori della prima e della seconda
70 - 65 = 5
2) Dalla tabella R1 si ricava il valore 1,2
3) Aggiungere il valore ricavato al livello della macchina pi rumorosa
70 + 1,2 = 71,2 dB
4) Calcolare ora la differenza tra la somma delle prime due e la terza
71,2-68 = 3,2
5) Dalla tabella R1 si ricava il valore 1,8
6) Aggiungere questo valore alla somma delle prime due 71,2+ 1,8=73
Il rumore avvertito pari a quello di ununica sorgente che emana 73 dB.
Se ci si allontana dalla sorgente di rumore il valore misurato diminuisce secondo
la tabella seguente:
Tabella R2
Attenuazione dB
38
5
7,0
10
10,0
15
11,8
20
13,0
25
14,0
30
14,8
35
15,4
40
16,0
39
40