Tesi Chiara Pellegatta
Tesi Chiara Pellegatta
Tesi Chiara Pellegatta
Matricola 713375
A.A 2012/2013
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Indice
1. Introduzione
Pag. 4
Pag. 6
Pag. 6
Pag. 9
Pag. 12
Pag. 14
Pag. 16
Pag. 19
Pag. 22
Pag. 24
Pag. 24
3.2 Temporalit
Pag. 31
Pag. 38
Pag. 42
4. Conclusione
Pag. 44
5. Bibliografia
Pag. 50
1. INTRODUZIONE
La filosofia si da sempre occupata della musica. A partire dall'antichit, ne parlano i
Pitagorici, per il suo stretto rapporto con la matematica. Platone, nella Repubblica,
sottolineando la sua influenza sul comportamento umano, la inserisce nel suo stato
ideale. Aristotele, la collega alla catarsi della tragedia. Potremmo continuare una
lunga lista.
Ogni autore, secondo la prospettiva con cui affronta l'argomento, mostra i differenti
aspetti della musica: il rapporto della musica con la societ, il rapporto della musica
con la metafisica, il carattere scientifico-matematico, il legame della musica col
sentimento, la ricerca ontologica etc.
Con questo lavoro voglio proporre una ricerca sull'essenza della musica, basata su
due autori: Susanne Langer, filosofa di area tedesca e Giovanni Piana, autore italiano
a noi contemporaneo di chiara impostazione fenomenologica.
Il punto di confronto fra le loro teorie sar il tema del simbolo.
Entrambi gli autori hanno, almeno in partenza, un approccio formalistico nei
confronti del problema dell'essenza, anche se poi avranno uno sviluppo differente.
Ritengono entrambi che il senso sia immanente alla musica stessa e che vada
ricercato proprio nelle strutture di cui fatta la musica, ovvero nei suoni e nelle
relazioni che intercorrono fra i suoni stessi.
Nel presentare la sua prospettiva al problema la Langer si dichiara non interessata
alla metafisica. Come dice nell'introduzione a Sentimento e forma :
Questo libro non mette in relazione le dottrine sull'arte con prospettive metafisiche,
con le "ipotesi sul mondo" come dice Stephen Pepper: fine, questo, che non
4
estraneo alla filosofia, ma che trascende l'ambito della mia attuale ricerca
filosofica.1
Partendo da una concezione critica nei confronti della scienza, basata sull'analisi
della costruzione simbolica e sul problema della relazione tra forma e contenuto, ci si
sposta poi in altri ambiti.
Anche in filosofia le teorie del simbolo si diffondono con notevoli entusiasmi a
partire dagli anni '20 del novecento. La Langer cita numerosi autori, fra i quali E.
Cassirer, Die Philosophie der symbolischen Formen, (1923-1929); R. Carnap,
Philosophy and Logical Syntax, (1935); A. N. Whitehead, Symbolism: Its Meaning
and Effects, (1927); W. Morris, Foudations of the Theory of Signs,(1938); W. M.
Urban, Language and Reality; the Philosophy of Language and the Principles of
3 Langer, Filosofia in una nuova chiave, p. 40
4 Ivi, p.41
Symbolism,(1939).
Il simbolo presente infatti anche nella psicologia moderna, e nello specifico, nella
psicologia di Freud.
Dunque sulla scia del pensiero idealista, la Langer sostiene che il mito, il sogno, il
rito e l'arte siano manifestazioni simboliche attraverso le quali l'uomo esprime se
stesso e il mondo.
Il tema del simbolo segue strade diverse e indipendenti a seconda degli ambiti in cui
si sviluppa. In ambito logico-matematico il simbolo fornisce le basi per una teoria
critica della scienza e una nuova teoria della conoscenza; nell'ambito della
psicologia, religione, nell'arte invece contiene concetti vivificanti sebbene non siano
in ambito conoscitivo.
Ci che presente in tutti gli ambiti l'elemento costruttivo.
Sulla scia di Kant, la Langer ritiene che la mente possieda una funzione rielaborativa
e che essa abbia un ruolo attivo nella conoscenza. In pi estende questa attivit ad
ogni funzione della mente. Il simbolo una capacit organizzativa della mente che
sta sotto ogni visione del mondo.
Riprendendo il tema del simbolo, che gi era presente in ambito matematico, ed
estendendolo anche all'arte, mito, e ritualit, cosa che gi aveva teorizzato Cassirer,
la Langer pu mostrare una vita intellettuale dell'uomo molto pi ricca.
Questo progetto della Langer viene poi approfondito in Feeling and Form, (edito nel
1953).
Questa volta ci viene proposta una critica dell'arte basata sul concetto di simbolo. Di
ogni singola arte vengono presentate le sue peculiarit.
Tuttavia, tutto questo facilmente criticabile, secondo la Langer. Infatti la storia della
musica una storia di forme musicale e di come esse si sono sviluppate ed articolate nel
tempo.
Si pu istituire in tal senso un confronto con il linguaggio: come esso si evoluto dalle
grida dei popoli selvaggi, espressive di un sentimento, fino ad arrivare allo stadio
attuale, articolato e con capacit denotativa, allo stesso modo le forme musicali sono
passate da uno stadio in cui era preponderante l'aspetto emotivo allo stadio pi recente
in cui contrappunti e armonie complessi hanno limitato la pura espressivit.7
Non bisogna trascurare l'aspetto formale della musica. Infatti proprio in esso che la
Langer trova la soluzione del problema. E' grazie alla forma e alla struttura della musica
che si pu trovare soluzione al problema dell'essenza. Langer riesce a salvaguardare
l'aspetto del sentimento facendolo rientrare nella struttura della musica.
La musica spesso collegata col sentimento non pu essere collegata ad essa in modo
diretto. Ma c' sicuramente un legame con esso seppur mediato. Questa mediazione il
simbolo. La musica non causa o terapia di sentimenti, ma la loro espressione logica.
La musica presenta il sentimento, sia esso piacere o dolore, non in maniera diretta
altrimenti non sarebbe un fatto culturalmente importante, non sarebbe arte. La funzione
della musica non banalmente quella di stimolare un sentimento, ma quella di
esprimerlo attraverso le sue strutture che sono simile alle strutture del sentimento.
Le strutture logiche del sentimento umano sono "forme di sviluppo e decrescenza, di
flusso e di accumulo, di conflitto e di soluzione, di rapidit, arresto, somma eccitazione,
calma, o attivazione sottile; la grandezza e brevit e l'eterno trascorrere di tutto ci che
vitalmente sentito"8. Queste sono le stesse strutture logiche di cui fatta la musica. E
solo in questo modo pu esserci una comunanza fra i due ambiti.
Dunque la musica non pi autoespressione ma rappresentazione di emozioni, con le
loro tensioni e risoluzioni. E' un "ritratto logico" della vita senziente e responsiva, una
fonte di intendimento, non una richiesta di simpatia.9
I sentimenti sono rivolti all'intelletto affinch possiamo comprenderli, senza per forza
provarli.
Con questa idea ritengo si possa dire che la Langer si avvicini in qualche modo all'idea
8 Langer, Sentimento e forma, p. 43
9 Langer, Filosofia in una nuova chiave, p. 286
10
estetica di Kant. Nella Critica del Giudizio, Kant definisce il suo concetto di idea
estetica come rappresentazione dell'immaginazione, che d occasione di pensare
molto, senza che per un qualunque pensiero o concetto sia ad essa adeguato, e, per
conseguenza, nessuna lingua possa perfettamente esprimerla e farla comprensibile.10
Mi sembra interessante accostare questa idea a quella di simbolo. In entrambe c' un
riferimento all'intelletto/ragione. Partendo dal materiale artistico che si d nella
percezione sensibile, l'immaginazione, come facolt di conoscere produttiva, lo
trasforma secondo leggi analogiche, ma anche secondo principi che hanno la loro
origine nella ragione. Le idee estetiche, per Kant, tendono a qualcosa che sta al di l
dei limiti dell'esperienza sensibile, e cercano di approssimarsi ai concetti della
ragione.
11
12
forma articolata. Essa si presenta con una sua logica struttura interna e non come un
semplice insieme di elementi. Le strutture musicali hanno una stretta somiglianza
logica con le strutture del sentimento umano. Questo rende possibile il simbolo: la
musica un corrispondente della vita emotiva. A differenza del linguaggio, nella
musica gli elementi primi ovvero i suoni non hanno un corrispettivo esterno, non
sono segnali. La musica pu riferirsi ad altro solo in quanto essa forma articolata,
ha una significativit che semantica non sintomatica 13. Essa non ha quindi un
significato convenzionale e per questo motivo non pu essere definita un linguaggio,
una forma logica non discorsiva. In quanto comunque forma significante, il suo
"significato" pu essere trovato solo in maniera traslata, in quello che la Langer
chiama portata. "La musica ha una portata significativa, e questa la struttura stessa
del sentire, la struttura della vita stessa, com' sentita e direttamente conosciuta."14
Riassumendo:
13
14
Ecco dunque che ritorna l'importanza fondamentale della forma, che intraducibile.
La Langer ha tendenza al formalismo, anche se non lo accetta nella sua versione pi
rigorosa come Hanslick. Questo autore riteneva che la musica non avesse significato
alcuno (considerando come significato la denotazione), e che il tema di una
composizione musicale fosse il suo contenuto essenziale. Quindi la forma diventa
l'essenza, e oltre ad essa niente altro.
La Langer, invece, presentandoci la sua teoria del simbolo, ammette in qualche modo
il significato. Il significato della musica per non ha carattere di una connotazione
predeterminata, ma di volta in volta il simbolo pu essere riempito con qualcosa di
nuovo, non abbiamo mai un contenuto fisso. Diviene dunque un simbolo
inconsumato18.
L'assegnazione dei significati un gioco fugace e caleidoscopico, che
probabilmente si svolge al di sotto della soglia della coscienza, certo al di fuori del
livello del pensiero discorsivo. L'immaginazione che risponde alla musica
personale, associativa e logica, colorita di effetti, di ritmo somatico, di sogno19.
Il potere della musica sta nel fatto che pu avere un'ambivalenza di contenuto che il
linguaggio verbale non pu avere. Ed questo il motivo per cui la musica l'arte
dalle possibilit espressive pi complesse. La Langer la utilizza come centro nel suo
progetto filosofico di costruire una filosofia dell'arte generale sviluppata nel suo libro
Sentimento e Forma.
18
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Per poter giustificare l'aspetto virtuale che ogni tipo di arte produce, sia essa pittura,
scultura, architettura, musica, la Langer costretta ad ammettere non solo il senso
della vista, ma anche gli altri sensi, riuscendo cos a salvaguardare tutti i particolari
tipi di forme artistiche. Ad esempio la musica, come vedremo, si rivolger all'udito e
grazie a questo senso produrr il suo "oggetto" virtuale.
Attraverso la parvenza, si crea una nuova dimensione a s stante rispetto al mondo
quotidiano. Nel fruire l'opera, lo spettatore volge la sua attenzione a questa pura
apparenza, o illusione, e non ha mai un attegiamento che riguarda la sfera pratica.
Ogni arte pu definirsi "astratta" in questo senso, cio in quanto la sua sostanza (che
la parvenza) priva di significanza pratica, un'astrazione dall'esistenza materiale
quotidiana. Poich la sostanza di ogni arte la parvenza, ogni arte ha carattere
puramente formale. Questa pura forma il simbolo non discorsivo, ma articolato del
sentimento. Come precisa la Langer: in arte le forme sono astratte solo per risultare
chiaramente apparenti, e liberate dai loro usi comuni solo per essere adibite a nuovi
22 Ivi, pp. 64-65
17
usi: per agire come simboli, per divenire espressivi del sentimento umano.23
L'arte presenta delle forme astratte ed articolate che hanno un contenuto particolare:
la loro portata. Sono forme logicamente espressive del sentimento, o forme
significanti. La forma dunque immediatamente data nella percezione, ma va al di l
di se stessa diventando parvenza.
L'opera d'arte in quanto tale deve obbedire a tre principi: astrazione, libert plastica,
espressivit.24
La congruenza di forma simbolica e forma vitale del sentimento pu e deve essere
percepita solo attraverso la Gestalt. Ecco perch importante che ci sia sempre una
astrazione della forma, cos da eliminare ogni elemento secondario che oscura la
logica del simbolo. In secondo luogo nel presentare l'opera d'arte bisogna renderla
plastica in modo che l'approccio ad essa non sia pratico, ma il fruitore sia attratto
esclusivamente dalla sua capacit espressiva.
Infine, affinch la forma sia espressiva, necessario che essa sia "trasparente".
Questo si ottiene solo quando l'autore stesso nella creazione artistica si lascia guidare
dalla realt da esprimere, da questa illusione stessa. Ne consegue, come abbiamo gi
avuto modo di vedere precedentemente, che nell'arte il piacere dei sensi
subordinato per forza di cose all'espressione logica del sentimento umano. A prova di
ci il fatto che criteri essenziali nell'arte non sono l'aspetto rappresentativo, il
piacere, l'utilit o il carattere sentimentale n la loro combinazione, ma l'arte pu
dirsi tale solo in quanto forma significante.
23 Ivi, p. 66
24 Ivi, p. 76
18
19
Le forme che ci si offrono non sono gli oggetti del mondo reale ma sono elementi di
un'illusione uditiva. Di tutti i movimenti che noi udiamo in realt non c' nulla che si
muove. Il movimento dato dai rapporti che intercorrono fra i suoni. Ad esempio
una 'tonica' ci appare come una fermata, mentre una 'dominante' come un qualcosa di
inconcluso, che ha in s una tensione e deve avere una risoluzione. Come sostiene la
Langer Il movimento musicale infatti qualcosa di interamente diverso dalla
traslazione fisica. E' una parvenza e nulla pi.27
Questo movimento strettamente legato all'idea del tempo e in particolare alla sfera
della durata.
Susanne Langer si richiama all'idea del tempo di Bergson che aveva distinto il tempo
del "vissuto" dal "tempo dell'orologio".28
Il tempo dell'orologio, cio il tempo ordinario costituito da un continuo
unidimensionale omogeneo e semplice, ottenuto per pura astrazione; esso ha una
funzione pratica, ci serve ad orientarci e a datare gli avvenimenti.
Il tempo del "vissuto" ha invece una struttura diversa. E' un "tempo soggettivo" e non
un "tempo reale", e il suo scorrere determinato dai momenti di passaggio, dal senso
di transizione, da tensioni emotive o fisiche o intellettuali. E' il tempo della vita,
costituita da continue tensioni e distensioni; risulta dunque, per noi, essere qualcosa
di effettivo.
La Langer sfrutta questa immagine del tempo vissuto, che ha a che fare con la nostra
interiorit, per sottolineare il carattere virtuale che il tempo vissuto ha in comune con
la durata in musica.
27 Ivi, p. 128
28 Ivi, pp.131-135
20
Ivi, p.133
Ivi, p.129
Ivi, p.130
Ivi, p.137
21
forma determinante
22
elabora questa idea originaria creando in una unit indivisibile; questa coesione ed
organicit della forma data dal ritmo attraverso il quale si sviluppa l'intera
composizione. Nella musica, come nella vita, il ritmo costituito dall'alternanza di
risoluzioni di tensioni precedenti e presentazione di nuove tensioni.
Il ritmo della musica scaturisce dalle tensioni che derivano da elementi armonici,
come ad esempio le progressioni o risoluzioni delle dissonanze, dalla ripetizione di
figure oltre che dalla regolarit degli accenti e delle frasi. Questi elementi danno
alla composizione musicale l'apparenza di uno sviluppo vitale. 36 Il ritmo crea un
movimento fondamentale per lo sviluppo del pezzo. Infatti grazie a questi elementi si
genera un'attesa, si prepara un futuro. Ecco dunque che questa struttura lega la
musica alla vita. Ma l'organizzazione vitale costituisce anche la struttura di ogni
sentimento, poich il sentimento esiste solo negli organismi viventi. Come dice la
Langer:
Tutto ci che prepara un futuro crea ritmo; tutto ci che genera od intensifica
un'aspettazione, ivi inclusa quella di una semplice continuit, prepara il futuro; e
tutto ci che adempie il futuro promesso, in modi previsti o imprevisti, articola il
simbolo del sentimento.37
Ecco allora il motivo per cui la musica , per la Langer, forma del sentimento.
36 Ivi, p.149
37 Ibidem
23
24
25
da una convenzione. Allo stesso modo il materiale sonoro non ha un senso intrinseco
ma esso gli deriva dalla prassi.
Nel conferire un senso alla musica, grande importanza ha l'abitudine. Il materiale
sonoro in s privo di senso. Secondo Piana, che introduce l'analogia tra musica e
linguaggio verbale, il senso del materiale musicale si pu ottenere solo attraverso
un'immissione estrinseca al materiale stesso. 41 Nel linguaggio verbale la parola
costituita dal suono, che in s non ha significato alcuno, e dal senso, che viene
attribuito alla parola grazie ad un accordo fra gli uomini. In questo di fondamentale
importanza la tradizione, in quanto le regole del gioco linguistico, sia esso verbale o
musicale, nascono dalla prassi. Dall'uso reiterato di un certo modello in musica, ci si
abitua ad esso e pu nascere la regola. Essa assume tanta maggiore stabilit quato
maggiore sar la sua frequenza d'uso. La regola quindi qualcosa di soggettivo che
nasce dal caso, e solo in un secondo memento pu diventare tale ed assumere quel
carattere stabile che comunemente le attribuito. Perci ogni formazione di senso
una formazione essenzialmente storica. Ci fa tutt'uno, naturalmente, con il grande
tema dell'abitudine.42
Le abitudini ci permettono di sentirci a nostro agio in esse e attraverso di esse si
forma la nostra soggettivit. Sono un mezzo molto potente, e la loro potenza sta
proprio nel fatto che quanto pi siamo immersi in una data abitudine tanto pi non ce
ne accorgiamo, perch essa ci appare come la normalit.
Per chiarire tutto questo, Piana, usa l'esempio della risoluzione della dissonanza.43
Piana, rifiuta la spiegazione secondo la quale, poich la consonanza ha carattere
41 Ivi, p. 19
42 Ivi, p. 20
43 Ivi, p. 28
26
Ibidem
27
recuperare
l'oggettivit
dell'opera
d'arte
che
l'approccio
empiristico-
28
48 Ivi, pag 43
49 Ivi, pag 44
29
50 Ivi, pag 53
51 Ivi, pag 54
30
3.2 Temporalit
Il tema del tempo di grande importanza nella musica, in quanto la musica un'arte
che si svolge nel tempo.
Piana pone da subito l'attenzione sul fatto che la musica ha un rapporto particolare
col tempo. Inizia il suo discorso definendo il termine di durata intesa come "un tratto
di tempo concepito come un segmento del tempo obbiettivo".52
La musica ha un rapporto particolare col tempo. I suoni sono oggetti temporali che
hanno una durata e la musica si costituisce come processo. Il tempo diventa quindi
la condizione necessaria dell'esserci del suono, e quindi una sua caratteristica
essenziale. Il suono ha "bisogno del tempo".
Si pu cos constatare che il rapporto tra durata e suono differisce dal rapporto che
intercorre fra la durata e le cose. Mentre le cose, nella loro durata, si consumano e si
logorano cosicch non ad un certo punto non potranno pi svolgere le funzioni per le
quali sono state progettate; il suono non si distrugge mai. La fine di un suono e
quindi della sua durata consiste nel fluire del suono, nel suo trascorrere. Ecco quindi
che la musica diviene un processo.53
Piana sottolinea che la processualit non ha a che fare solo con le sequenze di suoni,
ma anche il singolo suono in se stesso un processo.
Dunque la durata, che propria degli oggetti, va distinta dalla durata
fenomenologica, che propria dei processi come ad esempio la musica.
La durata fenomenologica si manifesta concretamente nella percezione.
Le cose non hanno durata fenomenologica proprio perch la loro "durata non appare
52 Piano, Filosofia della musica, p.130
53 Ivi, p. 131
31
un
movimento del suono ci che attrae la nostra attenzione. Noi siamo attratti dal
suono solo per il fatto che esso ha come sua caratteristica essenziale la durata che gli
conferisce un movimento.
Nella sua concezione della temporalit e anche nell'uso della terminologia chiaro
ed esplicito il riferimento alla fenomenologia di Husserl.56
Il movimento che noi percepiamo nell'esperienza percettiva di un suono
unicamente la forma del trascorrere. Infatti Piana prende in questione il suonooggetto che rimane identico a se stesso nel suo decorso. Qui, per Piana, il suono va
inteso nella sua continuit.
Questo tipo di movimento non niente altro che una tensione che cattura il nostro
orecchio.
Diverso il discorso se consideriamo il suono come di una pluralit discontinua, cio
se consideriamo la melodia.
54 Ivi, p.132
55 Ivi, p.134
56 Ivi, p.136-143
32
In questo caso, percepiamo anche un altro tipo di movimento che dato dal
passaggio da un suono all'altro. Anche in questo caso noi siamo attratti dal
movimento. Una melodia non una semplice "giustapposizione" di suoni, ma nel
suono attuale ritenuto il suono precedente e vi sono in generale attese suscitate
dall'intero decorso anteriore. 57
Noi seguiamo la musica cos come essa ci si presenta; la seguiamo in quel preciso
ordine in cui essa si dispiega. Qui il termine "ordine" potrebbe essere ambiguo.
Infatti potrebbe essere inteso sia come struttura data dall'ordinamento tonale, sia
come struttura data dalla semplice successione dei suoni. Bisogna per ci tenere ben
distinti i dinamismi dipendenti dalla concreta articolazione delle forme sonore dai
dinamismi dalla pura forma temporale.
Nel primo caso abbiamo a che fare con una struttura che data da una coerenza
interna fra gli elementi. I suoni si susseguono l'un l'altro in una ritenzioneprotenzione che per non si riferisce alla sfera temporale ma a quella concettuale.
Noi udiamo una serie di suoni organizzati in una rete di nessi logici e concettuali
propri della musica tonale. Per questo, se una musica si dovesse interrompere
improvvisamente, saremmo capaci di suggerire una continuazione entro un ambito
sufficientemente determinato.58 Quindi in questo caso possibile avere
un'anticipazione che non vuota, ma ha un contenuto ben determinato che scaturisce
dalla coerenza interna alla musica.
Diversamente accade se vogliamo guardare la melodia esclusivamente dal punto di
vista della temporalit. La melodia, qui, ci si presenta come una continuit nella
57 Ivi, p.139
58 Ivi, p.141
33
Un altro tema fondamentale che compare quando si parla della musica il ritmo.
Spesso, trattando il tema del ritmo, si fa riferimento ad ambiti extramusicali. Si
parla di ritmo in rapporto a movimenti della natura, ad esempio il battito cardiaco o
la respirazione o l'alternarsi delle stagioni. Il ritmo viene attribuito a tutto ci che
nell'universo vivo ed ha una organicit interna.
Inoltre restando in ambito musicale, ci sono concezioni che, considerando il concetto
di ritmo in senso lato, lo attribuiscono alla forma musicale in generale e non solo
all'aspetto della temporalit. Il ritmo diventa l'essenza stessa della musica, poich
partendo dal dinamismo battere-levare, si estende il concetto di ritmo ad ogni
situazione in cui c' una tensione che ha poi una risoluzione, una domanda a cui
segue una risposta, uno slancio a sui subentra un riposo.
Piana, nella sua teorizzazione, vuole mettere da parte queste istanze e partire dal
considerare il ritmo esclusivamente in ambito musicale, e nello specifico in ci che
ha a che fare esclusivamente con la temporalit.
Nella sua teorizzazione sul ritmo elabora i concetti di evento, evenienza e schema.
Piana ci invita ancora una volta a seguire la prospettiva fenomenologica e a partire
quindi direttamente dalle evidenze che possiamo trarre dalla pratica musicale,
sebbene queste evidenze abbiano bisogno di essere riconsiderate con attenzione
critica.
59 Ivi, p.145
34
35
differenze che
misurazione le temporalit posta come una totalit chiusa. Questa totalit viene
divisa secondo un'unit di misura prescelta e nella misurazione dobbiamo solo
determinare il numero di queste unit. Diversamente nella scansione siamo di fronte
alla temporalit vista come flusso. La scansione ha il compito di creare un'arresto a
questo flusso, cio di scandirlo. Si crea cos una unit di scansione. Ora, la differenza
fra unit di scansione e unit di misurazione sta nella loro funzione. Se nel misurare
siamo intenzionati a trovare la quantit di unit che stanno in una totalit chiusa,
nello scandire l'unico interesse quello di determinare un'andatura al flusso
temporale. Come dice Piana :
Il tempo passa. Ora bisogna determinare il passo. Ed proprio questo che anzitutto
fa la scansione. Essa non misura il passare del tempo e nemmeno lo suddivide ma lo
diventare un cammino.63
Ritornando ora al tema dello schema, possiamo dire che esso si ottiene grazie alla
scansione tramite l'identificazione del modulo con l'unit di scansione. Questo lo
schema pi semplice.
Tuttavia possiamo avere degli schemi pi complessi estendendo il concetto di
scansione, intendendolo cio come un modo generale di schematizzare la
temporalit.
Le forme di schematizzazione sono riconducibili al duplice aspetto del suono come
evenienza e come evento. Stando nell'ambito del suono come evenienza, ci troviamo
di fronte ad una sequenza di suoni di diversa durata. I suoni daranno uno schema che
basato sul rapporto fra le loro durate. Nell'ambito del suono come evento invece,
63 Ivi, p.164
36
abbiamo una schematizzazione che si basa sulla differenza tra battere e levare.
In conclusione, Piana ritiene che
il problema del tempo in musica faccia tutt'uno con il problema dei molteplici modi
in cui la musica, nelle concrete differenze delle opere, subordina alle proprie
esigenze espressive le forme fenomenologiche della temporalit.64
Questo significa che le due diverse distinzioni della temporalit, ovvero temporalit
del flusso che si d attraverso il fenomeno dell'evenienza e temporalit del cammino
che si d attraverso la scansione, fanno entrambe parte del "tempo musicale".
64 Ivi, p.174
37
38
39
40
immaginativo.
In questo modo siamo di fronte a un senso inteso come direzione. Nell'operare della
immaginazione immaginosa non giungiamo alla formazione di immagini con le quali
determinare un rapporto simbolico.
Siamo qui sul campo della percezione dei fenomeni sonori e l'unica cosa che pu fare
qui l'immaginazione conferire a ogni determinazione sonora un'inquieudine interna.
Nel momento in cui indugiamo presso di essi prestando il nostro ascolto,
avvertiamo cos il germinare di un senso attraverso le determinazione dellessere.69
Ecco dunque che possiamo parlare di suoni attraenti non solo in relazione al
movimento con riferimento alla pura forma temporale, ma anche al movimento con
riferimento all'immaginazione. Ci che attrae il senso stesso.
Nella musica noi non abbiamo a che fare con la fantasia in quanto manca l'aspetto
riproduttivo di cui abbiamo parlato.
Nella musica l'immaginazione combinatoria, compositiva, ha di mira il gioco di
puri rapporti strutturali e le forme che nascono da questo gioco.
69 Ivi, p 283
41
42
72 Ibidem
43
4. Conclusione
Dopo aver esposto il pensiero dei due autori sulla musica, dobbiamo ora ritornare ai
propositi iniziali, ovvero cercare di capire come in entrambe le teorie si perviene al
problema del senso.
Entrambi gli autori si propongono di ripartire dalla musica stessa per ritrovare il
senso.
La Langer va inquadrata in una prospettiva formalista.
Il concetto stesso di forma-significante da lei elaborato mostra l'interesse per l'aspetto
formale. Tuttavia alla forma viene attribuita una significativit.
La Langer ritiene di aver escluso l'aspetto contenutistico semplicemente rifiutando
l'idea che la musica e l'arte in generale siano rappresentative, ovvero rifiutando che
esse abbiano come fine la rappresentazione di una qualche realt esterna.. Tuttavia,
per trovare un senso alla musica costretta ad introdurre un contenuto del tutto
particolare. Questo contenuto non introdotto in maniera diretta e manifesta
attraverso il concetto di rappresentazione, ma in maniera mediata attraverso il
simbolo.
La musica quindi, tramite una analogia di strutture che essa presenta con le strutture
del sentimento, diventa espressiva del sentimento.
In questo modo il formalismo di partenza risulta attenuato. Il formalismo della
Langer non un formalismo forte. Il formalismo "integrale" infatti rappresenta una
posizione secondo la quale il brano musicale deve essere considerato
semanticamente chiuso e nulla deve essere ammesso che vada al di l del puro fatto
sonoro. Dunque la Langer, richiamandosi all'espressione del sentimento, si allontana
44
Piana, che ben conosce il pensiero della Langer, alla quale fa spesso riferimento
nell'esposizione del suo libro Filosofia della musica, fa notare che in questa teoria
del simbolo concepita attraverso l'isomorfismo strutturale insorgono dei problemi.
In particolare afferma:
Parlando di corrispondenza e insistendo su questo modo di rapporto sembra si tagli
corto su una concezione "rappresentativa" del significato, anzitutto per il fatto che
nella corrispondenza implicata la simmetria che invece esclusa nel rapporto
denotativo. Se parliamo di simbolizzazione, volendo mantenere l'applicazione del
termine a condizioni di isomorfismo strutturale, allora dovremmo ammettere non
solo, ovviamente, la possibilit di distinguere tra ci che opera la simbolizzazione e
ci che viene simbolizzato, ma anche che gli elementi in relazione possano
scambiarsi in questa funzione. E ci sarebbe nel nostro caso privo di senso: abbiamo
bisogno di dire che le strutture sonore simbolizzano sentimenti, fissando questa
relazione nella sua asimmetria.1
Piana, con questa parole, mostra con chiarezza che il simbolo posto in questi temini
non funziona. In realt infatti la simmetria tra le due strutture non pu essere
1 Cit. Piana, Filosofia della musica, pp. 266-267
45
46
allusioni. E sarebbe, un errore sia far dipendere questa allusivit dalla molteplicit
possibile di riferimenti rappresentativi.
Vediamo dunque che solo la prospettiva fenomenologica riesce a mantenere la presa
sulla musica stessa senza tuttavia perderne il senso. Anzi il senso diviene pi ricco
grazie alla sua indeterminatezza.
47
48
Per concludere, possiamo dire che, se con la Langer il senso musicale coincide solo
con l'espressione del sentimento e pi in generale della vita, Piana riuscito ad
arricchire notevoltente la portata del senso musicale, attribuendo al simbolo
l'indeterminatezza.
49
5. BIBLIOGRAFIA
Kant, Immanuel, Kritik der Urteilskraft;
trad.italiana di Alfredo Gargiulo, Introduzione di Paolo D'Angelo, Critica del
Giudizio, Editori Laterza, 1997.
Langer, Susanne K., Philosophy in a new key. A study in the Simbolism of Reason,
Rite, and Art., Harvard University Press, Cambridge, 1957, terza edizione;
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