Graffi Scalise
Graffi Scalise
Graffi Scalise
lingue e il linguaggio
Indice
1.
Che
cos
il
linguaggio?
2.
Che
cos
una
lingua?
3.
Le
lingue
del
mondo
4.
I
suoni
delle
lingue:
fonetica
e
fonologia
5.
La
struttura
delle
parole:
morfologia
6.
Lessico
e
lessicologia
7.
La
combinazione
delle
parole:
sintassi
8.
Il
significato
e
luso
delle
parole
e
delle
frasi:
semantica
e
pragmatica
1
1
3
3
4
5
5
6
Il
linguaggio
umano
discreto,
a
dispetto
degli
altri,
che
sono
continui.
Cio
i
suoi
elementi
si
distinguono
gli
uni
dagli
altri
per
lesistenza
di
limiti
ben
definiti.
Una
delle
caratteristiche
del
linguaggio
umano
quella
di
poter
formare
un
numero
altissimo
di
segni,
cio
entit
dotate
di
significante
e
significato,
mediante
un
numero
molto
limitato
di
elementi
(i
fonemi)
che
non
hanno
significato,
ma
solo
la
capacit
di
distinguere
significati.
Questa
caratteristica
detta
doppia
articola-
zione
ed
assente
nei
linguaggi
animali.
Alla
possibilit
che
abbiamo
di
creazione
continua
di
nuove
frasi
contribuisce
il
meccanismo
della
ricorsivit,
che
permette
di
costruire
frasi
sempre
nuove
inserendo,
in
una
frase
data,
unaltra
frase
e
cos
via.
C
un
contrasto
tra
la
capacit
potenziale
di
produrre
frasi
di
lunghezza
infinita
e
la
realizzabilit
effettiva
di
tali
frasi.
Da
questo
si
evidenziano
due
aspetti
dellattivit
linguistica:
competenza
ed
esecuzione.
Le
lingue
naturali
sono
dipendenti
dalla
struttura.
Con
linguaggio
intendiamo
la
capacit
comune
a
tutti
gli
esseri
umani
di
sviluppare
un
sistema
di
comunica-
zione
dotato
di
quelle
caratteristiche
proprie
descritte
in
precedenza.
Con
lingua
intendiamo
la
forma
specifica
che
questo
sistema
di
comunicazione
assume
nelle
varie
comuni-
t.
Le
lingue
sono
differenti,
ma
entro
limiti
ben
definiti,
ossia
quelli
del
linguaggio
come
capacit
umana
specifica.
Una
caratteristica
che
distingue
i
vari
tipi
di
lingue
lordine
delle
parole
ovvero
degli
elementi
principali
della
frase.
una
lingua
un
oggetto
tanto
naturale
quanto
difficile
a
definirsi.
Ci
viene
naturale
e
siamo
in
grado
di
co-
struire
frasi
e
di
capirle
senza
sforzo
apparente
e
soprattutto
senza
avere
totale
conoscenza
di
cosa
sia
una
frase
o
di
come
funzioni
il
linguaggio
umano.
Siamo
circondati
dalla
nascita
di
atti
linguistici.
Una
lingua
un
sistema
articolato
su
pi
livelli
e
dunque
un
sistema
di
sistemi.
I
livelli
linguistici
sono
:
Ognuno
di
questi
livelli
ha
un
carattere
sistematico
perch
le
unit
di
ogni
livello
sono
interdipendenti.
1
La
linguistica
tuttavia
privilegia
la
lingua
come
espressione
orale
su
quella
scritta
per
diversi
motivi:
1) esistono
lingue
che
sono
solo
parlate;
2) il
bambino,
quando
impara
una
lingua,
impara
prima
a
parlare
che
a
scrivere;
3) le
lingue
cambiano
nel
corso
del
tempo,
ma
ci
che
cambia
la
lingua
parlata
e
solo
in
ritardo
la
scrittura
registra
questi
cambiamenti;
4) gli
alfabeti
sono
anche
contraddittori
e
incongruenti
rispetto
alle
lingua
parlate.
Oggi,
per
via
delle
email
e
delle
numerose
pagine
web,
riviste
e
libri,
tra
scritto
e
parlato
vi
sicuramente
appoggio
e
scambio
reciproco:
la
lingua
scritta
fissa
la
lingua,
la
lingua
parlata
offre
variazione
e
novit.
Ci
che
in
una
lingua
fondamentale
la
capacit
distintiva
dei
suoni,
ma
tale
diversit
non
produce
diver-
sit
di
significato.
Vi
un
livello
astratto
dove
una
singola
vocale
che
si
pu
realizzare
in
n
modi
diversi.
Vi
poi
un
livello
concreto,
fisico
dove
c
molta
variet.
Il
livello
astratto
in
questo
caso
aiuta
ad
identificare
un
livello
in
cui
i
fenomeni
sono
pertinenti.
Ferdinand
de
Saussure
pose
alla
base
del
suo
Corso
di
linguistica
generale
una
serie
di
distinzioni
che
for-
mano
ancora
oggi
una
base
concettuale
irrinunciabile
per
la
definizione
di
lingua
e
cio
le
distinzioni
tra
sin-
cronia
e
diacronia,
tra
rapporti
associativi
e
rapporti
sintagmatici,
tra
significante
e
significato
e
quella
tra
langue
e
parole.
La
parole
unesecuzione
linguistica
realizzata
da
un
individuo,
un
atto
individuale.
La
langue
una
lingua
che
della
collettivit,
sociale
ed
astratta.
Gli
esseri
umani
comunicano
attraverso
atti
di
parole,
ma
il
fondamento
di
questi
atti
nella
langue,
perch
la
langue
il
sistema
di
riferimento
collettivo.
La
parole
attuazione,
realizzazione,
la
langue
potenzialit,
sistema
astratto.
Noam
Chomsky
distingue
competenza
da
esecuzione.
La
competenza
tutto
ci
che
lindividuo
sa
della
propria
lingua
per
poter
parlare
come
parla
e
poter
capire
come
capisce,
lesecuzione
tutto
quello
che
un
individuo
fa.
Lesecuzione
corrisponde
abbastanza
bene
alla
parole
di
Saussure,
la
competenza
profon-
damente
diversa
dalla
langue.
La
langue
sociale
e
la
competenza
ha
sede
nella
mente
del
singolo
indivi-
duo.
Competenza
linsieme
delle
conoscenze
linguistiche
che
un
parlante
ha.
Dovremmo
suddividerla
in
com-
petenza
fonologica,
morfologica,
sintattica
e
semantica.
Una
lingua
un
codice
ed
un
codice
costituito
da
due
livelli:
le
unit
di
base
e
le
regole
che
combinano
le
unit.
Che
tutte
le
possibilit
non
vengono
realizzate
vero
non
solo
per
il
lessico
e
per
i
suoni,
ma
anche
per
la
morfologia
e
per
la
sintassi.
In
un
atto
linguistico
i
suoni
vengono
disposti
in
una
sequenza
lineare.
Perdono
la
loro
individualit
e
diven-
tano
una
catena
parlata.
I
rapporti
tra
di
essi
vengono
definiti
sintagmatici
e
si
hanno
tra
elementi
che
sono
in
praesentia,
cio
co-presenti.
I
rapporti
paradigmatici
sono
intrattenuti
da
tutte
le
possibili
desinenze
di
una
parola.
Se
ne
realizziamo
uno
gli
altri
si
escludono.
Le
desinenze
infatti
formano
il
paradigma.
Le
lingue
possono
cambiare
nel
corso
del
tempo.
Lo
studio
del
cambiamento
linguistico
detto
diacronico.
Una
lingua
pu
essere
studiata
anche
escludendo
il
fattore
tempo,
in
questo
caso
parliamo
di
uno
studio
sincronico.
Una
parola
un
segno,
che
lunione
di
un
significato
e
di
un
significante.
Significante
e
significato
sono
inscindibilmente
uniti.
Il
segno
ha
varie
propriet,
tra
cui:
a) la
distintivit;
b) la
linearit,
ovvero
il
segno
si
estende
nel
tempo
se
orale
o
nello
spazio
se
scritto;
c) larbitrariet,
ovvero
nel
senso
che
non
esiste
alcuna
legge
di
natura
che
imponga
di
associare
ad
un
significante
un
significato,
con
delle
eccezioni
come
le
forme
onomatopeiche.
2
I
segni
possono
essere
sia
linguistici
che
non
linguistici.
La
disciplina
che
studia
i
segni
linguistici
la
lingui-
stica,
quella
che
studia
i
segni
in
generale
la
semiotica.
In
base
allo
schema
della
comunicazione
linguistica
Jakobson
ha
individuato
le
diverse
funzioni
della
lingua:
emotiva
o
espressiva
quella
che
riguarda
il
parlante;
referenziale
una
funzione
informativa;
ftica
quella
che
si
realizza
quando
vogliamo
controllare
se
il
canale
aperto
e
funziona
regolarmente,
dunque
espressioni
come
mi
senti?;
metalinguistica
si
realizza
quando
il
codice
viene
usato
per
parlare
del
codice
stesso,
ad
esempio
un
libro
di
grammatica;
poetica
la
pi
complessa,
si
usa
quando
il
messaggio
che
il
parlante
invia
allascoltatore
costruito
in
modo
tale
da
costringere
lascoltatore
a
ritornare
sul
messaggio
per
apprezzarne
il
modo
co
cui
formula-
to;
conativa
si
realizza
in
forma
di
comando
o
esortazione.
Per
quanto
riguarda
lItalia,
la
lingua
ufficiale
litaliano.
In
realt
non
esiste
un
italiano
unico
per
tutto
il
paese.
Per
cogliere
questo
fatto
si
dice
che
esistono
diversi
italiani
regionali,
divisi
idealmente
in
settentrio-
nale,
centrale
e
meridionale.
Potremmo
classificare
le
varie
lingue
in
base
al
numero
dei
parlanti.
In
generale
tutte
le
lingue
del
mondo
condividono
certe
caratteristiche,
chiamate
universali
linguistici.
Da
un
punto
di
vista
linguistico
esistono
tre
modalit
possibili
di
classificazione.
Esse
sono
denominate
genealogica,
tipologica
e
areale.
Si
dice
che
due
lingue
fanno
parte
dello
stesso
raggruppamento
genealogico
se
esse
derivano
da
una
stessa
lingua
origina-
ria,
o
lingua
madre.
Un
caso
evidente
quello
delle
lingue
romanze
o
neolatine.
Le
lingue
indoeuropee
co-
stituiscono
una
famiglia
linguistica.
La
famiglia
lunit
genealogica
massima.
Due
lingue
sono
tipologicamente
correlate
se
manifestano
una
o
pi
caratteristiche
comuni.
Nella
storia
delle
ricerche
di
tipologia
linguistica,
esse
sono
state
prima
ricercate
nella
struttura
delle
parole,
successi-
vamente
in
quella
dei
gruppi
di
parole
e
delle
frasi.
Si
parla
quindi
di
una
tipologia
morfologica
e
di
una
tipo-
logia
sintattica.
La
classificazione
tipologica,
pur
essendo
nata
pi
o
meno
contemporaneamente
a
quella
genealogica
non
riuscita
finora
a
raggiungere
dei
risultati
cos
sicuri
come
quelli
ottenuti
dallaltra.
Proprio
per
questo
uno
dei
settori
di
ricerca
pi
forti
della
linguistica
contemporanea.
Un
suono
un
fatto
fisico,
misurabile
e
il
nostro
apparato
fonatorio
in
grado
di
produrre
una
quantit
enorme
di
suoni,
ma
solo
una
piccola
parte
di
questi
fa
parte
di
una
lingua
in
senso
stretto.
Ogni
lingua
ha
il
suo
inventario
di
suoni
che
funzionano
linguisticamente,
detti
fonemi,
che
formano
delle
parole.
Fanno
parte
della
fonologia
anche
laccento,
lintonazione
e
i
toni.
Lunit
di
studio
della
fonetica
il
fono,
quello
della
fonologia
il
fonema.
La
fonologia
cerca
di
scoprire:
1) quali
sono
i
fonemi
di
una
data
lingua;
2) come
i
suoni
si
combinano
insieme;
3) come
i
suoni
si
modificano
in
combinazione.
Il
problema
1)
si
affronta
ricorrendo
alla
nozione
di
distribuzione
(ovvero
un
suono
ha
una
sua
distribuzione
in
determinati
tipi
di
contesti)
e
alla
nozione
di
coppie
minime
(ovvero
parole
che
si
differenziano
solo
per
un
suono
nella
stessa
posizione).
I
problemi
2)
e
3)
sono
descritti
dalle
regole
fonologiche.
I
foni
sono
suoni/rumori
del
linguaggio
articolato.
Hanno
un
valore
linguistico
quando
sono
distintivi.
Un
fonema
un
segmento
fonico
che
ha
una
funzione
distintiva
e
non
pu
essere
scomposto
in
una
successio-
ne
di
segmenti
con
valori
distintivi.
Il
fonema
una
unit
astratta
che
si
realizza
in
foni.
I
due
foni
in
distribuzione
complementare
sono
due
allofoni
di
uno
stesso
fonema.
Gli
allofoni
sono
preve-
dibili
perch
legati
ad
un
determinato
contesto.
Lo
studio
delle
parole
e
delle
varie
forme
che
la
parola
pu
assumere
la
morfologia.
Le
parole
possono
essere
semplici
o
complesse.
Quelle
complesse
sono
parole
derivate
(prefissate
o
suffissate)
e
flesse
(per
genere
e
numero).
Una
parola
semplice
non
ha
struttura
interna
diversamente
da
quella
complessa.
La
morfologia
tradizionalmente
concepita
come
lo
studio
della
struttura
interna
delle
parole.
Oggi
alla
morfologia
affidato
il
compito
di
dire
se
una
parola
ben
formata
o
no,
se
possibile
o
no,
a
quale
cate-
goria
lessicale
appartiene.
Le
parole
sono
unit
del
linguaggio
umano
istintivamente
presenti
alla
consapevolezza
dei
parlanti.
Ci
che
conta
come
parola
in
una
lingua
non
detto
che
valga
anche
per
altre
lingue.
Per
contare
le
parole
abbiamo
utilizzato
il
criterio
per
cui
ognuna
compresa
tra
due
spazi
bianchi.
Pu
funzionare
solo
per
lingue
dotate
di
scrittura,
essendo
un
criterio
ortografico.
Un
altro
criterio
sarebbe
quel-
lo
di
definire
parole
quelle
unit
della
lingua
che
possono
essere
usate
da
sole,
ma
questo
escluderebbe
le
parole
grammaticali.
Quindi
non
possibile
definire
la
nozione
di
parola
una
volta
per
tutte.
La
nozione
di
parola
fonologica
non
corrisponde
a
quella
di
parola
morfologica
o
sintattica.
Un
criterio
operativo
efficace
considerare
parola
quelle
unit
che
non
possono
essere
interrotte,
o
che
non
si
pu
inserire
dellaltro
materiale
linguistico.
Le
forme
che
troviamo
nei
vocabolari
sono
i
lemmi.
Il
lemma
il
rappresentante
di
tutte
le
forme
flesse
che
la
parola
pu
avere.
Per
il
verbo
la
forma
che
individua
il
lemma
di
un
verbo
linfinito,
per
il
nome
il
ma-
schile/femminile
singolare
per
laggettivo
il
maschile
singolare.
Loperazione
che
porta
dalle
forme
flesse
ai
lemmi
chiamata
lemmatizzazione.
Per
quanto
riguarda
il
verbo
bisogna
distinguere
tra
tema
e
radice
(es.:
amare
-
am
=
radice,
ama
=
tema).
Le
parole
di
una
lingua
sono
state
tradizionalmente
raggruppate
i
classi
o
parti
del
discorso,
dette
anche
categorie
lessicali.
Esse
sono:
nome,
verbo,
aggettivo,
pronome,
articolo,
preposizione,
avverbio,
congiun-
zione
e
interiezione.
Le
parti
del
discorso
che
assumono
forme
diverse
sono
dette
variabili,
le
altre
invece
sono
invariabili.
Laltra
distinzione
tra
parole
aperte
e
chiuse
(la
grammatica).
E
difficile
stabilire
se
questo
elenco
di
parti
del
discorso
vale
per
tutte
le
lingue.
Sicuramente
gli
universali
sono
nome
e
verbo.
I
criteri
tradizionali
sono
di
tipi
semantico,
ovvero
basati
sul
significato.
I
nomi
designano
entit
o
oggetti,
i
verbi
invece
azioni
o
processi.
Con
delle
eccezioni.
Il
morfema,
a
dispetto
della
parola,
intuitivamente
meno
evidente,
ma
di
pi
semplice
definizione.
Esso
la
pi
piccola
parte
di
una
lingua
dotata
di
significato.
E
un
segno
linguistico
ed
quindi
costituito
da
un
significante
e
un
significato.
Ci
sono
i
morfemi
lessicali
e
grammaticali.
Solo
quelli
grammaticali
ricevono
significato
in
base
al
contesto
in
cui
appaiono.
La
distinzione
non
sempre
netta.
Un
morfema
generalmente
costituito
da
pi
fonemi.
4
I
morfemi
possono
essere
liberi,
ovvero
che
possono
ricorrere
da
soli
in
una
frase,
o
legati,
che
sono
i
flessi-
vi,
i
suffissi
e
i
prefissi.
Il
termine
morfema
designa
propriamente
ununit
astratta
rappresentata
a
livello
concreto
da
un
allomor-
fo.
livelli
fonologia
morfologia
livello astratto
fonema
morfema
livello concreto
allofono
allomorfo
Le
parole
semplici
possono
subire
diversi
tipi
di
modificazione.
I
processi
morfologici
pi
comuni
sono
la
derivazione,
la
composizione
e
la
flessione.
La
derivazione
cos
ramificata:
Derivazione
(affissi)
6.
Lessico
e
lessicologia
Si
parla
di
lessico
mentale,
lessico
dal
punto
di
vista
lessicografico,
prendendo
in
esame
la
prima
stratificazione
del
lessico
italiano.
Ci
sono
due
accezioni
di
lessico:
quello
mentale
dei
parlanti
e
quello
che
prende
la
forma
del
dizionario
o
vocabolario,
realizzato
dai
lessicografi.
Le
parole
di
una
lingua
sono
memorizzate,
mentre
le
frasi
sono
co-
struite
tramite
regole,
ma
non
memorizzate.
Un
dizionario
si
pone
a
livello
della
langue,
ovvero
linsieme
delle
parole
usate
da
tutta
una
comunit
lingui-
stica.
Nel
dizionario
vi
pure
diacronia,
e
solo
le
entrate
lessicali
o
lemmi,
non
tutte
le
forme
flesse.
Lenciclopedia,
a
differenza
del
dizionario,
contiene
informazioni
su
tutto
lo
scibile
umano,
mentre
il
diziona-
rio
una
lista
di
parole
che
contiene
informazioni
sulla
natura
e
sulluso
delle
parole.
Nel
dizionario
ci
sono
anche
costruzioni
polirematiche.
Il
lessico
di
ogni
lingua
stratificato.
Lo
strato
+nativo
quello
centrale
di
una
data
lingua,
quello
-nativo
definisce
gli
strati
periferici,
che
riflettono
vicende
storiche,
contatti
della
lingua
con
altri
sistemi
linguistici.
La
grammaticalit
-
o
buona
formazione
-
di
una
frase
indipendente
dal
suo
senso.
Leggendo
una
frase
agrammaticale
lintonazione
scende,
proprio
come
quando
leggiamo
una
lista
di
parole.
5
Esistono
combinazioni
di
parole
che
comprendono
pi
frasi
come
i
discorsi
o
i
testi,
sia
combinazioni
pi
piccole
di
una
frase,
ovvero
gruppi
di
parole
o
sintagmi
(dal
greco
combinazione).
I
verbi,
come
gli
elementi
chimici
hanno
bisogno
di
essere
accompagnati
da
un
numero
determinato
di
altri
elementi
(detti
argomenti)
perch
la
frase
in
cui
ricorrono
sia
ben
formata,
e
come
gli
elementi
chimici
han-
no
dunque
una
valenza.
Le
valenze
sono:
avalenti
o
zerovalenti,
monovalenti,
bivalenti,
trivalenti.
Elementi
facoltativi
sono
detti
circostanziali
e
si
distinguono
dagli
argomenti
i
quali
invece
sono
obbligatori.
I
criteri
per
individuare
i
sintagmi
o
gruppi
di
parole
sono
i
seguenti:
criterio
del
movimento:
le
parole
si
spostano
insieme
allinterno
di
una
frase;
criterio
dellenunciabilit
in
isolamento:
le
parole
che
formano
un
gruppo
possono
essere
pronunciate
da
sole,
ovvero
non
inserite
in
una
frase
completa;
criterio
della
coordinabilit.
Non
tutti
i
gruppi
di
parole
che
chiamiamo
frasi
esprimono
un
senso
compiuto.
Non
tutte
le
espressioni
di
senso
compiuto
sono
gruppi
di
parole.
La
differenza
essenziale
esiste
tra
gruppi
di
parole
chiamati
frasi
e
gli
altri
gruppi
di
parole:
le
frasi
sono
composte
da
soggetto
e
predicato.
Il
rapporto
fra
soggetto
e
predicato
di
dipendenza
reciproca.
Inoltre
il
verbo
deve
essere
di
modo
finito.
I
tipi
di
frasi
sono
distinte
in
frase
semplice
-
non
contiene
altre
frasi
-
e
complessa
o
periodo.
I
rapporti
fra
le
frasi
che
costituiscono
la
frase
complessa
possono
essere
di
coordinazione
o
subordinazione.
La
frase
principale
detta
indipendente
ed
quella
che
esprime
un
senso
compiuto.
La
definizione
tradizionale
di
soggetto
di
una
frase
indica
la
persona
o
la
cosa
che
fa
lazione,
o,
nelle
frasi
di
forma
passiva,
che
la
subisce.
Risulta
valida
solo
per
certi
tipi
di
frase.
Unaltra
definizione
lo
indica
come
la
persona
o
la
cosa
di
cui
parla
il
predicato.
Appare
soddisfacente.
Poi
possiamo
definirlo
come
quellar-
gomento
che
ha
obbligatoriamente
la
stessa
persona
e
lo
stesso
numero
del
verbo.
Tutte
queste
sono
defi-
nizioni
parziali,
perch
colgono
soltanto
alcuni
aspetti
dellorganizzazione
del
linguaggio.
Esse
non
distin-
guono
i
diversi
livelli
di
analisi
della
frase.
Possiamo
chiamarli
sintattico
(o
grammaticale),
semantico
e
co-
municativo.
livello
sintattico
soggetto
predicato
semantico
agente/esperiente
azione/stato
comunicativo
tema
Allo
studio
del
significato
delle
espressioni
linguistiche
si
d
il
nome
di
semantica
(dal
greco
segnalare,
indi-
care)
e
allo
studio
del
loro
uso
si
d
il
nome
di
pragmatica
(dal
greco
fare,
agire).
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La
nozione
di
verit
considerata
da
molti
filosofi
del
linguaggio
come
essenziale
nella
definizione
del
signi-
ficato:
comprendere
il
significato
di
una
frase
comprendere
le
condizioni
in
cui
essa
risulta
vera.
Non
esistono
lingue
pi
precise
di
altre,
ma
piuttosto
sembra
che
ogni
lingua
si
riferisca
alla
realt
in
un
modo
diverso.
Il
modo
di
indicare
la
realt
mediante
le
espressioni
del
linguaggio
chiamato
significato,
mentre
la
realt
denotata
da
queste
stesse
espressioni
chiamata
riferimento.
Le
diverse
lingue
possono
riferirsi
allidentica
realt
esprimendo
i
significati
in
modo
diverso.
Alcuni
storici
usano
denotazione,
invece
di
riferimento.
La
denotazione
riguarda
il
lessema
(parola)
in
quan-
to
tale,
il
riferimento
il
suo
uso
in
una
frase
determinata.
Una
volta
definite
le
nozioni
di
denotazione
e
riferimento
come
relative
alla
realt
extralinguistica,
si
pone
il
problema
di
quale
realt
indicano
le
parole
usate
in
opere
di
fantasia,
oppure
in
resoconti
di
sogni.
Parole
come
quelle
hanno
s
un
significato,
ma
non
denotazione
e
riferimento:
sono
comprese
dai
parlanti
dellita-
liano
soltanto
in
virt
delle
connessioni
che
esse
intrattengono
con
le
altre
parole
della
lingua,
e
non
indica-
no
alcun
oggetto,
o
classe
di
oggetti,
nel
mondo
reale.
Il
caso
di
polisemia
indica
una
parola
con
pi
significati
tutti
collegati,
lun
laltro,
in
qualche
misura.
Il
caso
di
omonimia
indica
uno
stesso
lessema
con
significati
diversi.
Luso
del
linguaggio
umano
consiste
nellesecuzione
di
determinati
atti:
atti
locutori
o
di
enunciazione:
la
pronuncia
di
determinare
parole
e
sintagmi;
atti
proposizionali:
il
riferimento
a
determinate
entit
e
la
predicazione
di
determinate
propriet
in
merito
ad
esse;
atti
illocutori:
una
constatazione,
un
ordine,
un
consiglio,
una
promessa;
atti
perlocutori:
il
tentativo
di
produrre
un
determinato
effetto
sul
nostro
interlocutore.
NOTA:
Questi
appunti
sono
estratti
da
parametri
del
tutto
arbitrari
rispetto
contenuti
totali
del
libro
di
testo.
Infatti,
in
queste
pagine,
sono
presenti
quei
concetti
e
quelle
nozioni
che
ritengo
mi
siano
di
ausilio
per
lo
studio
comparato
con
gli
appunti
presi
a
lezione
di
Italiano
parlato
e
corpora
linguistici
con
la
Professoressa
Emanuela
Cresti.
Non
sono
da
considerare
quindi
i
pi
importanti,
piuttosto
che
sufficienti
per
comprendere
appieno
il
percorso
che
gli
autori
propongono
nel
testo
da
loro
scritto.
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