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Le

lingue e il linguaggio

di Giorgio Graffi e Sergio Scalise - Appunti di Vincenzo Bologna

Indice
1. Che cos il linguaggio?
2. Che cos una lingua?
3. Le lingue del mondo
4. I suoni delle lingue: fonetica e fonologia
5. La struttura delle parole: morfologia
6. Lessico e lessicologia
7. La combinazione delle parole: sintassi
8. Il significato e luso delle parole e delle frasi: semantica e pragmatica

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1. Che cos il linguaggio?


La linguistica lo studio scientifico del linguaggio umano. Ed una disciplina descrittiva ed ha un fine conoscitivo.

Il linguaggio umano discreto, a dispetto degli altri, che sono continui. Cio i suoi elementi si distinguono
gli uni dagli altri per lesistenza di limiti ben definiti.
Una delle caratteristiche del linguaggio umano quella di poter formare un numero altissimo di segni, cio
entit dotate di significante e significato, mediante un numero molto limitato di elementi (i fonemi) che non
hanno significato, ma solo la capacit di distinguere significati. Questa caratteristica detta doppia articola-
zione ed assente nei linguaggi animali.
Alla possibilit che abbiamo di creazione continua di nuove frasi contribuisce il meccanismo della ricorsivit,
che permette di costruire frasi sempre nuove inserendo, in una frase data, unaltra frase e cos via.
C un contrasto tra la capacit potenziale di produrre frasi di lunghezza infinita e la realizzabilit effettiva di
tali frasi. Da questo si evidenziano due aspetti dellattivit linguistica: competenza ed esecuzione.
Le lingue naturali sono dipendenti dalla struttura.
Con linguaggio intendiamo la capacit comune a tutti gli esseri umani di sviluppare un sistema di comunica-
zione dotato di quelle caratteristiche proprie descritte in precedenza.
Con lingua intendiamo la forma specifica che questo sistema di comunicazione assume nelle varie comuni-
t. Le lingue sono differenti, ma entro limiti ben definiti, ossia quelli del linguaggio come capacit umana
specifica. Una caratteristica che distingue i vari tipi di lingue lordine delle parole ovvero degli elementi
principali della frase.

2. Che cos una lingua?


Le lingue storico-naturali sono sistemi articolati su pi livelli: quello dei suoni, quello delle parole, quello delle frasi e quello dei
significati. Le lingue del mondo si possono studiare sincronicamente e diacronicamente.

una lingua un oggetto tanto naturale quanto difficile a definirsi. Ci viene naturale e siamo in grado di co-
struire frasi e di capirle senza sforzo apparente e soprattutto senza avere totale conoscenza di cosa sia una
frase o di come funzioni il linguaggio umano.
Siamo circondati dalla nascita di atti linguistici.
Una lingua un sistema articolato su pi livelli e dunque un sistema di sistemi. I livelli linguistici sono :

quello dei suoni (fonologia),


quello delle parole (morfologia),
quello delle frasi (sintassi),
quello dei significati (semantica).

Ognuno di questi livelli ha un carattere sistematico perch le unit di ogni livello sono interdipendenti.
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Le lingue e il linguaggio - Appunti di Vincenzo Bologna

La linguistica tuttavia privilegia la lingua come espressione orale su quella scritta per diversi motivi:
1) esistono lingue che sono solo parlate;
2) il bambino, quando impara una lingua, impara prima a parlare che a scrivere;
3) le lingue cambiano nel corso del tempo, ma ci che cambia la lingua parlata e solo in ritardo la scrittura
registra questi cambiamenti;
4) gli alfabeti sono anche contraddittori e incongruenti rispetto alle lingua parlate.
Oggi, per via delle email e delle numerose pagine web, riviste e libri, tra scritto e parlato vi sicuramente
appoggio e scambio reciproco: la lingua scritta fissa la lingua, la lingua parlata offre variazione e novit.
Ci che in una lingua fondamentale la capacit distintiva dei suoni, ma tale diversit non produce diver-
sit di significato. Vi un livello astratto dove una singola vocale che si pu realizzare in n modi diversi. Vi
poi un livello concreto, fisico dove c molta variet. Il livello astratto in questo caso aiuta ad identificare un
livello in cui i fenomeni sono pertinenti.
Ferdinand de Saussure pose alla base del suo Corso di linguistica generale una serie di distinzioni che for-
mano ancora oggi una base concettuale irrinunciabile per la definizione di lingua e cio le distinzioni tra sin-
cronia e diacronia, tra rapporti associativi e rapporti sintagmatici, tra significante e significato e quella tra
langue e parole.
La parole unesecuzione linguistica realizzata da un individuo, un atto individuale. La langue una lingua
che della collettivit, sociale ed astratta.
Gli esseri umani comunicano attraverso atti di parole, ma il fondamento di questi atti nella langue, perch
la langue il sistema di riferimento collettivo. La parole attuazione, realizzazione, la langue potenzialit,
sistema astratto.
Noam Chomsky distingue competenza da esecuzione. La competenza tutto ci che lindividuo sa della
propria lingua per poter parlare come parla e poter capire come capisce, lesecuzione tutto quello che un
individuo fa. Lesecuzione corrisponde abbastanza bene alla parole di Saussure, la competenza profon-
damente diversa dalla langue. La langue sociale e la competenza ha sede nella mente del singolo indivi-
duo.
Competenza linsieme delle conoscenze linguistiche che un parlante ha. Dovremmo suddividerla in com-
petenza fonologica, morfologica, sintattica e semantica.
Una lingua un codice ed un codice costituito da due livelli: le unit di base e le regole che combinano le
unit. Che tutte le possibilit non vengono realizzate vero non solo per il lessico e per i suoni, ma anche
per la morfologia e per la sintassi.
In un atto linguistico i suoni vengono disposti in una sequenza lineare. Perdono la loro individualit e diven-
tano una catena parlata. I rapporti tra di essi vengono definiti sintagmatici e si hanno tra elementi che
sono in praesentia, cio co-presenti.
I rapporti paradigmatici sono intrattenuti da tutte le possibili desinenze di una parola. Se ne realizziamo
uno gli altri si escludono. Le desinenze infatti formano il paradigma.
Le lingue possono cambiare nel corso del tempo. Lo studio del cambiamento linguistico detto diacronico.
Una lingua pu essere studiata anche escludendo il fattore tempo, in questo caso parliamo di uno studio
sincronico.
Una parola un segno, che lunione di un significato e di un significante. Significante e significato sono
inscindibilmente uniti.
Il segno ha varie propriet, tra cui:
a) la distintivit;
b) la linearit, ovvero il segno si estende nel tempo se orale o nello spazio se scritto;
c) larbitrariet, ovvero nel senso che non esiste alcuna legge di natura che imponga di associare ad un
significante un significato, con delle eccezioni come le forme onomatopeiche.
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Le lingue e il linguaggio - Appunti di Vincenzo Bologna

I segni possono essere sia linguistici che non linguistici. La disciplina che studia i segni linguistici la lingui-
stica, quella che studia i segni in generale la semiotica.
In base allo schema della comunicazione linguistica Jakobson ha individuato le diverse funzioni della lingua:
emotiva o espressiva quella che riguarda il parlante;
referenziale una funzione informativa;
ftica quella che si realizza quando vogliamo controllare se il canale aperto e funziona regolarmente,
dunque espressioni come mi senti?;
metalinguistica si realizza quando il codice viene usato per parlare del codice stesso, ad esempio un libro
di grammatica;
poetica la pi complessa, si usa quando il messaggio che il parlante invia allascoltatore costruito in
modo tale da costringere lascoltatore a ritornare sul messaggio per apprezzarne il modo co cui formula-
to;
conativa si realizza in forma di comando o esortazione.
Per quanto riguarda lItalia, la lingua ufficiale litaliano. In realt non esiste un italiano unico per tutto il
paese. Per cogliere questo fatto si dice che esistono diversi italiani regionali, divisi idealmente in settentrio-
nale, centrale e meridionale.

3. Le lingue del mondo


Ci sono due criteri di classificazione delle lingue del mondo: genealogico e tipologico.

Potremmo classificare le varie lingue in base al numero dei parlanti. In generale tutte le lingue del mondo
condividono certe caratteristiche, chiamate universali linguistici. Da un punto di vista linguistico esistono tre
modalit possibili di classificazione. Esse sono denominate genealogica, tipologica e areale. Si dice che due
lingue fanno parte dello stesso raggruppamento genealogico se esse derivano da una stessa lingua origina-
ria, o lingua madre. Un caso evidente quello delle lingue romanze o neolatine. Le lingue indoeuropee co-
stituiscono una famiglia linguistica. La famiglia lunit genealogica massima.
Due lingue sono tipologicamente correlate se manifestano una o pi caratteristiche comuni. Nella storia
delle ricerche di tipologia linguistica, esse sono state prima ricercate nella struttura delle parole, successi-
vamente in quella dei gruppi di parole e delle frasi. Si parla quindi di una tipologia morfologica e di una tipo-
logia sintattica. La classificazione tipologica, pur essendo nata pi o meno contemporaneamente a quella
genealogica non riuscita finora a raggiungere dei risultati cos sicuri come quelli ottenuti dallaltra. Proprio
per questo uno dei settori di ricerca pi forti della linguistica contemporanea.

4. I suoni delle lingue: fonetica e fonologia


Distinzione tra suoni e fonemi e propriet sistema fonologico italiano.

Un suono un fatto fisico, misurabile e il nostro apparato fonatorio in grado di produrre una quantit
enorme di suoni, ma solo una piccola parte di questi fa parte di una lingua in senso stretto.
Ogni lingua ha il suo inventario di suoni che funzionano linguisticamente, detti fonemi, che formano delle
parole. Fanno parte della fonologia anche laccento, lintonazione e i toni.
Lunit di studio della fonetica il fono, quello della fonologia il fonema. La fonologia cerca di scoprire:
1) quali sono i fonemi di una data lingua;
2) come i suoni si combinano insieme;
3) come i suoni si modificano in combinazione.

Le lingue e il linguaggio - Appunti di Vincenzo Bologna

Il problema 1) si affronta ricorrendo alla nozione di distribuzione (ovvero un suono ha una sua distribuzione
in determinati tipi di contesti) e alla nozione di coppie minime (ovvero parole che si differenziano solo per
un suono nella stessa posizione). I problemi 2) e 3) sono descritti dalle regole fonologiche.
I foni sono suoni/rumori del linguaggio articolato. Hanno un valore linguistico quando sono distintivi. Un
fonema un segmento fonico che ha una funzione distintiva e non pu essere scomposto in una successio-
ne di segmenti con valori distintivi.
Il fonema una unit astratta che si realizza in foni.
I due foni in distribuzione complementare sono due allofoni di uno stesso fonema. Gli allofoni sono preve-
dibili perch legati ad un determinato contesto.

5. La struttura delle parole: morfologia


Nozioni di parola, morfema, parola complessa e le variazioni morfologiche come prefissazione, suffissazione e composizione.

Lo studio delle parole e delle varie forme che la parola pu assumere la morfologia. Le parole possono
essere semplici o complesse. Quelle complesse sono parole derivate (prefissate o suffissate) e flesse (per
genere e numero).
Una parola semplice non ha struttura interna diversamente da quella complessa.
La morfologia tradizionalmente concepita come lo studio della struttura interna delle parole. Oggi alla
morfologia affidato il compito di dire se una parola ben formata o no, se possibile o no, a quale cate-
goria lessicale appartiene.
Le parole sono unit del linguaggio umano istintivamente presenti alla consapevolezza dei parlanti. Ci che
conta come parola in una lingua non detto che valga anche per altre lingue.
Per contare le parole abbiamo utilizzato il criterio per cui ognuna compresa tra due spazi bianchi. Pu
funzionare solo per lingue dotate di scrittura, essendo un criterio ortografico. Un altro criterio sarebbe quel-
lo di definire parole quelle unit della lingua che possono essere usate da sole, ma questo escluderebbe le
parole grammaticali. Quindi non possibile definire la nozione di parola una volta per tutte. La nozione di
parola fonologica non corrisponde a quella di parola morfologica o sintattica.
Un criterio operativo efficace considerare parola quelle unit che non possono essere interrotte, o che
non si pu inserire dellaltro materiale linguistico.
Le forme che troviamo nei vocabolari sono i lemmi. Il lemma il rappresentante di tutte le forme flesse che
la parola pu avere. Per il verbo la forma che individua il lemma di un verbo linfinito, per il nome il ma-
schile/femminile singolare per laggettivo il maschile singolare. Loperazione che porta dalle forme flesse ai
lemmi chiamata lemmatizzazione.
Per quanto riguarda il verbo bisogna distinguere tra tema e radice (es.: amare - am = radice, ama = tema).
Le parole di una lingua sono state tradizionalmente raggruppate i classi o parti del discorso, dette anche
categorie lessicali. Esse sono: nome, verbo, aggettivo, pronome, articolo, preposizione, avverbio, congiun-
zione e interiezione.
Le parti del discorso che assumono forme diverse sono dette variabili, le altre invece sono invariabili. Laltra
distinzione tra parole aperte e chiuse (la grammatica).
E difficile stabilire se questo elenco di parti del discorso vale per tutte le lingue. Sicuramente gli universali
sono nome e verbo.
I criteri tradizionali sono di tipi semantico, ovvero basati sul significato. I nomi designano entit o oggetti, i
verbi invece azioni o processi. Con delle eccezioni.
Il morfema, a dispetto della parola, intuitivamente meno evidente, ma di pi semplice definizione. Esso
la pi piccola parte di una lingua dotata di significato. E un segno linguistico ed quindi costituito da un
significante e un significato.
Ci sono i morfemi lessicali e grammaticali. Solo quelli grammaticali ricevono significato in base al contesto in
cui appaiono. La distinzione non sempre netta.
Un morfema generalmente costituito da pi fonemi.
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Le lingue e il linguaggio - Appunti di Vincenzo Bologna

I morfemi possono essere liberi, ovvero che possono ricorrere da soli in una frase, o legati, che sono i flessi-
vi, i suffissi e i prefissi.
Il termine morfema designa propriamente ununit astratta rappresentata a livello concreto da un allomor-
fo.

livelli

fonologia

morfologia

livello astratto

fonema

morfema

livello concreto

allofono

allomorfo

Le parole semplici possono subire diversi tipi di modificazione. I processi morfologici pi comuni sono la
derivazione, la composizione e la flessione. La derivazione cos ramificata:
Derivazione (affissi)

Prefissazione (prefissi) Infissazione (infissi) Suffissazione (suffissi)


In italiano linfissazione non esiste.
Una categoria lessicale pu nascere come tale oppure diventare unaltra attraverso vari processi.
Es.: centro > centrale > centralizzare (nome > avverbio > verbo).

6. Lessico e lessicologia
Si parla di lessico mentale, lessico dal punto di vista lessicografico, prendendo in esame la prima stratificazione del lessico italiano.

Ci sono due accezioni di lessico: quello mentale dei parlanti e quello che prende la forma del dizionario o
vocabolario, realizzato dai lessicografi. Le parole di una lingua sono memorizzate, mentre le frasi sono co-
struite tramite regole, ma non memorizzate.
Un dizionario si pone a livello della langue, ovvero linsieme delle parole usate da tutta una comunit lingui-
stica. Nel dizionario vi pure diacronia, e solo le entrate lessicali o lemmi, non tutte le forme flesse.
Lenciclopedia, a differenza del dizionario, contiene informazioni su tutto lo scibile umano, mentre il diziona-
rio una lista di parole che contiene informazioni sulla natura e sulluso delle parole.
Nel dizionario ci sono anche costruzioni polirematiche.
Il lessico di ogni lingua stratificato. Lo strato +nativo quello centrale di una data lingua, quello -nativo
definisce gli strati periferici, che riflettono vicende storiche, contatti della lingua con altri sistemi linguistici.

7. La combinazione delle parole: sintassi


La sintassi studia i principi in base ai quali le parole delle varie lingue possono combinarsi in certi modi e non in altri: in frasi o gruppi
di parole; si parla anche di valenza verbale e dei vari tipi di frase.

La grammaticalit - o buona formazione - di una frase indipendente dal suo senso. Leggendo una frase
agrammaticale lintonazione scende, proprio come quando leggiamo una lista di parole.
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Le lingue e il linguaggio - Appunti di Vincenzo Bologna

Esistono combinazioni di parole che comprendono pi frasi come i discorsi o i testi, sia combinazioni pi
piccole di una frase, ovvero gruppi di parole o sintagmi (dal greco combinazione).
I verbi, come gli elementi chimici hanno bisogno di essere accompagnati da un numero determinato di altri
elementi (detti argomenti) perch la frase in cui ricorrono sia ben formata, e come gli elementi chimici han-
no dunque una valenza. Le valenze sono:

avalenti o zerovalenti,
monovalenti,
bivalenti,
trivalenti.

Elementi facoltativi sono detti circostanziali e si distinguono dagli argomenti i quali invece sono obbligatori.
I criteri per individuare i sintagmi o gruppi di parole sono i seguenti:
criterio del movimento: le parole si spostano insieme allinterno di una frase;
criterio dellenunciabilit in isolamento: le parole che formano un gruppo possono essere pronunciate da
sole, ovvero non inserite in una frase completa;
criterio della coordinabilit.
Non tutti i gruppi di parole che chiamiamo frasi esprimono un senso compiuto. Non tutte le espressioni di
senso compiuto sono gruppi di parole.
La differenza essenziale esiste tra gruppi di parole chiamati frasi e gli altri gruppi di parole: le frasi sono
composte da soggetto e predicato.
Il rapporto fra soggetto e predicato di dipendenza reciproca. Inoltre il verbo deve essere di modo finito.
I tipi di frasi sono distinte in frase semplice - non contiene altre frasi - e complessa o periodo. I rapporti fra
le frasi che costituiscono la frase complessa possono essere di coordinazione o subordinazione.
La frase principale detta indipendente ed quella che esprime un senso compiuto.
La definizione tradizionale di soggetto di una frase indica la persona o la cosa che fa lazione, o, nelle frasi
di forma passiva, che la subisce. Risulta valida solo per certi tipi di frase. Unaltra definizione lo indica come
la persona o la cosa di cui parla il predicato. Appare soddisfacente. Poi possiamo definirlo come quellar-
gomento che ha obbligatoriamente la stessa persona e lo stesso numero del verbo. Tutte queste sono defi-
nizioni parziali, perch colgono soltanto alcuni aspetti dellorganizzazione del linguaggio. Esse non distin-
guono i diversi livelli di analisi della frase. Possiamo chiamarli sintattico (o grammaticale), semantico e co-
municativo.

livello
sintattico

soggetto

predicato

semantico

agente/esperiente

azione/stato

comunicativo

tema

rema (dal greco parlare)

8. Il significato e luso delle parole e delle frasi: semantica e pragmatica


Nozione di significato, distinzione di significato da riferimento e denotazione, tra significato letterale e non letterale, la semantica
e pragmatica.

Allo studio del significato delle espressioni linguistiche si d il nome di semantica (dal greco segnalare, indi-
care) e allo studio del loro uso si d il nome di pragmatica (dal greco fare, agire).
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Le lingue e il linguaggio - Appunti di Vincenzo Bologna

La nozione di verit considerata da molti filosofi del linguaggio come essenziale nella definizione del signi-
ficato: comprendere il significato di una frase comprendere le condizioni in cui essa risulta vera.
Non esistono lingue pi precise di altre, ma piuttosto sembra che ogni lingua si riferisca alla realt in un
modo diverso.
Il modo di indicare la realt mediante le espressioni del linguaggio chiamato significato, mentre la realt
denotata da queste stesse espressioni chiamata riferimento. Le diverse lingue possono riferirsi allidentica
realt esprimendo i significati in modo diverso.
Alcuni storici usano denotazione, invece di riferimento. La denotazione riguarda il lessema (parola) in quan-
to tale, il riferimento il suo uso in una frase determinata.
Una volta definite le nozioni di denotazione e riferimento come relative alla realt extralinguistica, si pone il
problema di quale realt indicano le parole usate in opere di fantasia, oppure in resoconti di sogni. Parole
come quelle hanno s un significato, ma non denotazione e riferimento: sono comprese dai parlanti dellita-
liano soltanto in virt delle connessioni che esse intrattengono con le altre parole della lingua, e non indica-
no alcun oggetto, o classe di oggetti, nel mondo reale.
Il caso di polisemia indica una parola con pi significati tutti collegati, lun laltro, in qualche misura. Il caso di
omonimia indica uno stesso lessema con significati diversi.
Luso del linguaggio umano consiste nellesecuzione di determinati atti:
atti locutori o di enunciazione: la pronuncia di determinare parole e sintagmi;
atti proposizionali: il riferimento a determinate entit e la predicazione di determinate propriet in merito
ad esse;
atti illocutori: una constatazione, un ordine, un consiglio, una promessa;
atti perlocutori: il tentativo di produrre un determinato effetto sul nostro interlocutore.

NOTA: Questi appunti sono estratti da parametri del tutto arbitrari rispetto contenuti totali del libro di testo. Infatti, in queste
pagine, sono presenti quei concetti e quelle nozioni che ritengo mi siano di ausilio per lo studio comparato con gli appunti presi a
lezione di Italiano parlato e corpora linguistici con la Professoressa Emanuela Cresti. Non sono da considerare quindi i pi
importanti, piuttosto che sufficienti per comprendere appieno il percorso che gli autori propongono nel testo da loro scritto.
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