Napoli Greco Romana
Napoli Greco Romana
Napoli Greco Romana
Partenope
Linsediamento di Partenope, sorto sulla collina di Pizzofalcone e sullisoletta di Megaris, ora
occupata da Castel dellOvo, prende il nome dalla Sirena eponima, la cui tomba, secondo la
tradizione mitica, era situata nelle vicinanze.
Chi la fond?
1) Una parte della tradizione storica attribuiva a navigatori Rodii la fondazione di Partenope,
che doveva essere in questa fase solo un approdo lungo le rotte commerciali del
Mediterraneo, e la notizia sembrerebbe trovare conferma nell'origine rodia del mito della
Sirena Partenope.
2) Altri la collegavano a Cuma ed alla sua politica di espansione nel golfo di Napoli: la
necropoli rinvenuta, negli anni 50 del secolo scorso, in Via Nicotera, sulla collina di
Pizzofalcone, sembra testimoniare la presenza di uno di quegli insediamenti di porti fortezze cumani posti lungo le coste del golfo di Napoli, durato dalla met del VII alla met
del VI sec. a.C. Terminata questa fase avvenne la fondazione di Neapolis, cio la citt
nuova, cos denominata perch ai Cumani, che la possedettero in origine, si aggiunsero
Calcidesi, Pithecusani ed Ateniesi. Nessuna fonte ha invece tramandato la data di
fondazione.
Cfr. fonti letterarie latine: Livio, Lutazio, Velleio Patercolo
Neapolis
Neapolis era strettamente connessa a Partenope: entrambe dipendevano da Cuma e
dallambiente coloniale euboico:
di origine euboica erano i principali culti della citt, rivolti ad Eracle, Apollo e Dioniso,
come pure i nomi delle fratrie, sorta di trib in cui era divisa la popolazione.
evitare, come era gi avvenuto a Cuma, la perdita della libert ed il completo annullamento
della propria identit greca.
Al termine della II guerra sannitica, nel 326 a.C., ci fu un trattato di alleanza tra Neapolitani e
Romani che assicur alla citt benefici economici ed autonomia politica.
Nell89 a.C. Neapolis divenne municipio romano per cui fu coinvolta nella
guerra civile tra Mario e Silla.
Conseguenze della vittoria di Silla:
- Neapolis perse la flotta;
- lisola di Pithecusa, fu sottoposta ad una pesante repressione.
- effetti negativi sulla fiorente attivit produttiva della citt (ad es. ci fu linterruzione della
produzione della ceramica a vernice nera, la cd. Campana A.
Vi sono, comunque, attestazioni di un consistente patrimonio edilizio nella zona urbana, relativo
alla fase repubblicana, mentre la fascia costiera si venne caratterizzando per la presenza di
lussuose ville patrizie.
Periodo imperiale
Nel 2 d.C. limperatore Augusto istitu a Napoli i Giochi Isolimpici sul modello dei famosi
agoni greci, attribuendo cos alla citt il ruolo di custode della grecit.
In questo periodo vi fu unintensa attivit edilizia o di ristrutturazione di edifici pubblici, in
particolare collegati alle pratiche sportive ed alle rappresentazioni teatrali (rimangono poche
evidenze a causa del terremoto del 62 d.C. e delleruzione vesuviana del 79 d.C.
La citt venne ristrutturata in epoca flavia ed antonina e, nel II sec. d.C., si determin un nuovo
cambiamento istituzionale: da municipio, divenne Colonia Augusta Antoniniana Felix Neapolis.
Fino al IV sec. d.C. i confini dellarea urbana coincisero con la citt classica; nel V secolo, in
seguito allarrivo delle popolazioni barbariche, ci furono:
- ampliamenti della cinta muraria;
-parziale abbandono dellimpianto viario.
-ampie zone coltivate si disposero allinterno dellabitato, e gruppi di tombe occuparono le aree
degli edifici crollati e non pi restaurati.
Limpianto urbano
Limpianto urbano della Neapolis greca e romana era strutturato secondo una maglia regolare di
strade, ancora ben evidente nel centro storico, cos definito
- a Nord da via Foria, a Sud da corso Umberto, ad Ovest da via Costantinopoli e ad Est da via
Carbonara.
La cinta muraria, il cui tracciato oggi completamente conosciuto, circondava tutta questa area,
correndo lungo i valloni che ne caratterizzano la morfologia.
Queste fortificazioni rimasero inalterate per secoli, sino a quando Valentiniano III, nel 440
d.C., non ne volle un allargamento verso la zona portuale (di questo intervento rimane traccia in
una torre lungo corso Umberto)
Le arterie principali (plateiai o decumani) erano tre: e avevano un andamento Est / Ovest
riconoscibili nelle odierne Via Anticaglia - Pisanelli, via Tribunali, via San Biagio dei Librai.
Queste componevano una griglia regolare con una serie si strade minori ortogonali(stenopoi o
cardines), con orientamento Nord / Sud. Lincrocio degli assi formava isolati (insulae) larghi m
Gli edifici
Larea della antica acropoli della citt greca si estendeva sulla sommit della collina di
SantAniello a Caponapoli.
Le testimonianze archeologiche qui individuate sono nascoste e ripartite tra le abitazioni private,
gli edifici religiosi e le strutture del Policlinico. Lunico dato archeologico relativo ai culti
praticati costituito dalla stipe votiva rinvenuta sotto la clinica di Semeiotica medica: essa ci ha
restituito terrecotte legate probabilmente al culto di Demetra, (fine del V-fine IV sec. a.Ccirca).
A valle dellacropoli era situata la piazza principale (agor), attraversata dal decumano
maggiore (odierna via Tribunali). I confini dellagor greca si individuano a Nord in via
Anticaglia, a Sud in via San Biagio dei Librai, ad Ovest in via Fico al Purgatorio, ad Est in via
Giganti.
Allagor greca si sovrappose poi il Foro della citt romana. Secondo fonti erudite
cinquecentesche il Foro di Napoli era definito doppio per le due piazze separate. (le ricerche
lo confermano).
In questo modo si determinava una distinzione funzionale tra gli spazi pubblici: nella parte
settentrionale erano ospitati i teatri ed il tempio dei Dioscuri, ed in quella meridionale il vero e
proprio Foro a carattere mercantile.
Gli edifici teatrali, secondo le fonti antiche, dovevano essere due: uno scoperto ed uno coperto
(incerto).Del teatro scoperto, del quale nota la pianta, sono rimasti sempre ben visibili gli archi
di sostegno in laterizio, sotto i quali passa lodierna via Anticaglia, riferibili ad un restauro
eseguito tra il II ed il III sec. d.C.. La cavea occupava larea tra via Anticaglia, via San Paolo e
vico Giganti, ed parzialmente conservata nel giardino di un palazzo in via San Paolo.
Allinterno del piano terra delle abitazioni moderne, nelle quali tuttora inglobato il teatro, sono
inoltre parte degli ambulacri mediano ed esterno, ed i muri si sostegno della cavea. Il
monumento sembra risalire allet flavia, in unepoca successiva al terremoto del 62 d.C.,
quando evidentemente furono necessari ingenti restauri.
Il tempio dei Dioscuri, ledificio sacro pi importante della citt, datato allet tiberiana,
sopravvive in parte nella chiesa di San Paolo Maggiore, in via Tribunali. NellVIII secolo d.C.
ledificio pagano venne trasformato in chiesa cristiana consacrata a San Paolo. La facciata
esastila del tempio, che ancora si conserva nel reimpiego, rappresentato nel frontespizio della
Cronaca di Partenope del 1526 ed in un disegno di Francisco de Hollanda del 1540. Durante la
sistemazione settecentesca della chiesa vennero posti nelle nicchie della facciata, alle spalle
delle statue dei santi Pietro e Paolo, i due torsi dei Dioscuri, trovati precedentemente e da l
trasferiti, nel 1972, nel Museo.
Il macellum della citt occupava il settore meridionale del Foro, sotto il complesso di San
Lorenzo Maggiore. Il mercato alimentare comprende una piazza quadrangolare delimitata da
botteghe, con una tholos centrale. Questa zona scoperta si sovrappone ad un criptoportico
inferiore, che affaccia su una strada (stenopos) dove sono altri ambienti per la vendita e quello
che stato identificato con l'aerarium della citt.Le necropoli erano ubicate allesterno delle
mura, in corrispondenza delle porte e delle strade: ad Est, fra Castel Capuano e Forcella; a Nord,
tra via Foria e via Carbonara, ed alla Sanit; ad Ovest, fra via Santa Teresa al Museo e via
Costantinopoli sino a piazza Santa Maria la Nova. Altre sepolture sono note inoltre in direzione
del porto a Sud: fra queste ultime particolare importanza rivestono due tombe che
tipologicamente si ricollegano a sepolture principesche di Cuma della fine dellVIII sec. a.C. Le
pi antiche sono, tuttavia, quelle di Castel Capuano, databili fra il primo ed il secondo quarto
del V sec. a.C.
In et imperiale una particolare concentrazione di tombe sembra interessare larea di Forcella.
A partire dallepoca alto medioevale, alcune aree marginali furono destinate ad uso funerario.
A partire dai lavori del Risanamento, sino ai pi recenti interventi pubblici, sono venuti in
luce resti edilizi e materiali che consentono di individuare l'area termale ed il gymnasium. Le
antiche terme dovevano essere ubicate approssimativamente tra l'attuale Castel Capuano, San
Nicola dei Caserti, corso Umberto e via Tribunali, dove sono state rinvenute strutture pertinenti
ad un peristilio con pavimentazione a mosaico, nonch una copia del Diadumeno ed un torso di
atleta; a queste evidenze sembrano essere collegate altre strutture Dell'antico gymnasium sono
testimonianza:
-una statua di Nike acefala,
-un'erma di Eracle
- numerose iscrizioni relative ai Sebast,
Recente infine il rinvenimento in piazza Nicola Amore di un tempio su podio, identificato con
il tempio annesso al gymnasium, di et giulio - claudia, circondato da un portico le cui pareti
erano rivestite di lastre iscritte, ritrovate ribaltate, con le dediche dei vincitori nei diversi tipi di
gare ginniche, equestri e musicali dei Giochi Isolimpici.
Il porto
Altrettanto recente lindividuazione in Piazza Municipio del porto di Neapolis, dove sono state
rimesse in luce tre navi mercantili lignee databili tra il I ed il III sec. d.C., ed una serie di pontili
con numerosi reperti ceramici, lucerne, anfore, ma anche cordami e strumenti da pesca, che
attestano luso del bacino portuale, ripetutamente dragato nel corso dei secoli, almeno dal IV al
VI sec. d.C.,
Lungo le coste del golfo, in et imperiale, sorsero complessi residenziali appartenenti ai
personaggi pi in vista della societ romana; fra esse lunica di propriet oggi nota la villa del
Pausilypon, che si estende sulla collina detta appunto di Posillipo tra le baie della Gaiola e di
Trentaremi. Costruita nel corso del I sec. a.C. da Vedio Pollione, la villa entr a far parte, alla
sua morte, delle propriet di Augusto.
A questepoca risalgono il teatro e lodeion edificati sulla terrazza pi alta, e laccesso al
pianoro tramite la cosiddetta Grotta di Seiano, suggestivo percorso in galleria che collegava
Napoli con Pozzuoli.