Cella, Carmine Emanuele - Appunti Per Lo Studio Dell' Armonia
Cella, Carmine Emanuele - Appunti Per Lo Studio Dell' Armonia
Cella, Carmine Emanuele - Appunti Per Lo Studio Dell' Armonia
APPUNTI
PER LO STUDIO
DELLARMONIA
c Marzo 2011
0.1
Premessa
Capitolo 1
Strutture armoniche
fondamentali
1.1
Introduzione
1.1.1
Un po di storia
1.1.2
1.1. INTRODUZIONE
do `e forse J. S. Bach (1685-1750) e le opere pi`
u idonee a rappresentare questo
tipo di armonia sono i suoi corali. Pertanto, in questa sede si immaginer`a
sempre di scrivere corali a 4 voci nel cosiddetto stile severo; lestensione di
ciascuna voce `e ricapitolata nella figura 1.1.
1.1.3
1 1 1 1
1
= 1 + + + + + ...
2 3 4 5
n=1 n
(1.1)
Ci`o spiega, almeno parzialmente, il motivo per cui gli accordi composti
da tre suoni (triadi ) sono formati proprio da questi tre gradi3 . Come spiegato sopra, tuttavia, gli accordi che si usano nei corali sono a quattro parti.
Ci`o implica necessariamente che una voce dovr`a ripetere uno dei tre gradi
fondamentali. Anche in questo caso, esaminando la figure 1.2, si nota che
alcune note hanno pi`
u rilevanza di altre. Ad esempio, la fondamentale `e
presente 3 volte nelle prime sei note della seria, la quinta due e la terza una.
Da ci`o scende una importante legge dellarmonia tradizionale: in un corale a
quattro parti, si raddoppia di preferenza la fondamentale; `e possibile raddoppiare la quinta, ma non si raddoppia mai la terza. Nel caso dellomissione di
una nota, inoltre, sar`a sempre preferibile eliminare la quinta e triplicare la
fondamentale.
Esaminando la serie armonica emerge, infine, unultima cosa. Come si
pu`o notare, gli intervalli tra le note tendono a stringersi mentre si procede
verso lacuto: ci`o suggerisce che la disposizione ottimale di un accordo in un
corale debba seguire appunto questa distribuzione.
Ogni triade pu`o essere presentata nel suo stato fondamentale (ovvero
con la tonica al basso) o in un cosiddetto rivolto: quando al basso si trova
la terza dellaccordo si dir`a in primo rivolto (normalmente indicato con la
6
Si ricorda che esistono quattro tipi principali di triadi: maggiore, minore, diminuita
ed aumentata.
4
Anche in questo caso, `e la stessa serie armonica che presenta il concetto di rivolto
di unaccordo: iniziando la lettura dallarmonico 3 abbiamo infatti il secondo rivolto;
iniziandola invece dallarmonico 5 e procedendo a ritroso abbiamo il primo.
1.1. INTRODUZIONE
1.1.4
Il passaggio da un accordo allaltro prende il nome di collegamento. Esistono collegamenti armonici, formati da accordi con almeno un suono in
9
1.1.5
Gruppi armonici
Collegare gli accordi principali del gruppo di tonica con quello di sottodominante o con quello di dominante (I-IV, I-V), comporta un salto di quarta o
di quinta al basso (alcuni teorici chiamano questo collegamento principale).
Il collegamento tra IV e V grado, invece, produce un movimento per grado congiunto al basso; tale collegamento viene generalmente chiamato forte.
5
10
1.2
1.2.1
Tra due voci che si muovono simultaneamente come conseguenza di un collegamento di accordi, si possono verificare tre tipi di moto:
retto: quando le due voci vanno nella stessa direzione (salendo o scendendo);
contrario: quando una voce sale e laltra scende;
obliquo: quando una voce sale (o scende) e laltra resta ferma.
In generale, il moto contrario `e sempre preferibile (quando possibile) poich`e aiuta ad evitare errori armonici (di cui si discuter`a successivamente).
Nella scrittura di un corale a quattro parti, `e possibile utilizzare la cosiddetta disposizione stretta (in cui le tre voci superiori sono distanziate da
11
1.2.2
Errori armonici
Nel corso della definizione dello stile armonico oggetto delle presenti note, si
sono codificate certe tipologie di errore assimilabili agli errori grammaticali
di una lingua (dunque assolutamente da evitare). Gli errori in questione sono
i seguenti:
ottave e quinte parallele: si verificano quando due voci, in intervallo di
quinta o di ottava tra loro, si muovono per moto retto o contrario verso
un medesimo intervallo di quinta o di ottava6 ;
ottave e quinte nascoste: si creano quando due voci, in intervallo qualsiasi tra loro, vanno per moto retto su un intervallo di quinta o di ottava; tale errore `e ammesso se si verifica tra parti interne (ovvero non
tra soprano e basso) ed anche se `e prodotto per ascesa della sensibile;
6
12
1.3
1.3.1
Per armonizzare un basso dato sar`a opportuno, dopo averlo esaminato alla
ricerca delle funzioni armoniche pi`
u adatte7 scrivere la parte del soprano,
in accordo con landamento armonico. Si ricordi che, in questo caso, si sta
scrivendo una melodia che deve essere cantata; per tal ragione `e bene scrivere
intervalli semplici (ad esempio evitando salti ampi), mantenendo una discreta
cantabilit`a 8 . Come gi`a visto nella sezione 1.2.1, se nella melodia del soprano
viene cantata una sensibile, essa dovr`a necessariamente ascendere alla nota
superiore; ci`o non `e necessario, invece, quando tale grado si trova in una
parte intermedia. Ogni corale deve necessariamente (o meglio per ragioni
storiche) finire sullaccordo perfetto del primo grado, eventualemente senza
la quinta (rimpiazzata ovviamente dalla fondamentale dellaccordo). Come
gi`a visto, i collegamenti I-IV e I-V (e viceversa) sono di tipo armonico; il
collegamento IV-V, invece, `e di tipo melodico visto che non ci sono note in
comune. Per tale ragione, sar`a necessario prestare particolare attenzione nel
realizzarlo onde evitare errori armonici.
7
Un semplice metodo per fare questo tipo di analisi, consiste nellidentificare laccordo
di appartenenza di ciascuna nota al basso e numerare di conseguenza laccordo (es. I, IV,
V, ecc.).
8
Questa parola pu`
o sembrare obsoleta. In effetti per`o non `e facile descrivere i principi
per creare una bella melodia. Un musicista, in linea di principio, dovrebbe essere in grado
di farlo autonomanente.
13
1.3.2
Rivolti
Come gi`a visto nella sezione 1.1.3, gli accordi possono trovarsi allo stato
fondamentale o in quello di rivolto (ovvero senza fondamentale nella voce
del basso). Ovviamente, ogni triade ha due soli rivolti: quello con la terza dellaccordo al basso (primo rivolto) e quello con la quinta dellaccordo
al basso (secondo rivolto). Ognuno di questi rivolti possiede propriet`a acustiche differenti e di conseguenza viene generalmente usato in modo diverso. Non avendo la fondamentale al basso, evidentemente, i rivolti sembrano
acusticamente meno stabili dei corrispettivi accordi allo stato fondamentale.
Pertanto, di norma, non si hanno lunghe sequenze di collegamenti di soli
accordi in rivolto ma si preferisce alternare i rivolti con accordi allo stato
fondamentale. La relativa debolezza del rivolto viene a volte compensata dal
suo peso armonico: `e molto comune infatti presentare in stato di rivolto gli
accordi sui gradi principali dei gruppi armonici (ovvero I, IV e V) mentre `e
meno comune usare i rivolti su gradi pi`
u deboli (come ad esempio III e VI).
Primo rivolto
Dato che, negli accordi in primo rivolto, la nota cantata dal basso non `e la
fondamentale, tale grado dovr`a necessariamente comparire in qualche altra
voce. Come gi`a visto nella sezione 1.1.3, raddoppiare la fondamentale o la
quinta `e sempre una buona norma per gestire quattro voci. Tuttvia, data la
particolarit`a acustica degli accordi in posizione di rivolto, il raddoppio della
quinta `e ancor pi`
u tollerato (e talvolta addirittura preferito, come si vedr`a
poco pi`
u avanti).
Collegando accordi attraverso il collegamento melodico (senza note in
comune) bisogna prestare molta attenzione. Ad esempio, nel caso del collegamento IV-V entrambi in primo rivolto, `e consigliabile raddoppiare la
fondamentale nellaccordo sul IV grado e la quinta nellaccordo sul V grado.
Nel modo minore, inoltre, sar`a necessario alterare la terza dellaccordo sul
quarto grado per evitare intervalli eccedenti nel moto melodico (ad esempio,
in la minore il fa diverr`a fa# e sar`a poi seguito da un sol#).
14
Rivolti sul VII grado e sul II grado del modo minore I rivolti sul
VII grado dei modi maggiore e minore e sul II grado del modo minore, richiedono una particolare attenzione. Essendo infatti accordi diminuiti, essi
risultano particolarmente dissonanti: tale propriet`a acustica `e maggiormente accentuata quando lintervallo di quinta diminuita presente nella triade `e
cantato dalle voci esterne (basso e soprano). Per tale ragione, questi gradi
sono normalmente utilizzati principalmente in posizione di rivolto e quasi
mai allo stato fondamentale.
I due gradi sopra discussi, inoltre, hanno una gestione dei raddoppi tra
loro differente. La triade sul VII grado dei modi maggiore e minore, appartiene in effetti al gruppo armonico di domaninate e possiede in s`e la sensibile
(come fondamentale dellaccordo). Come visto nella sezione 1.2.1, la sensibile
ha una grande carica tensiva ed una forte tendenza a risolvere ascendendo.
Per questo sar`a opportuno evitarne il raddoppio nellaccordo, preferendo invece il raddoppio della quinta o (eccezione importante a quanto visto finora)
anche della terza. La triade posta sul II grado del modo minore, invece,
apparatiene al gruppo armonico di sotto-dominante e non contiene in s`e la
sensibile. Tuttavia, raddoppiare la quinta di questo accordo equivarrebbe
a raddoppiare la nota che produce lintervallo pi`
u dissonante; per questo `e
preferibile raddoppiare in esso la fondamentale o anche la terza (unaltra
eccezione importante).
Riassumendo: negli accordi in stato fondamentale si raddoppiano di norma la fondamentale o la quinta, ma mai la terza. Negli accordi in primo
rivolto, invece, il raddoppio della quinta `e ancor meglio tollerato. Quando
poi il rivolto `e costruito sul VII grado, si raddoppiano la terza o la quinta ma
non la fondamentale. Se il rivolto, infine, `e sul II grado della scala minore si
raddoppiano la fondamentale o la terza ma mai la quinta. Tutto questo deriva, in generale, da una regola molto semplice: non bisogna raddoppiare
ci`
o che crea tensione o dissonanza.
15
1.4
Le cadenze sono particolari successioni armoniche che assumono un ruolo molto importante nel fraseggio di un corale: vengono infatti usate in
corrispondenza di punti musicali di interesse quali conclusioni, sospensioni,
esclamazioni, ecc. Le cadenze pi`
u comuni nello stile severo sono le seguenti:
cadenza autentica (o perfetta): V-I;
cadenza sospesa: I-V;
cadenza plagale: IV-I;
cadenza semi-plagale: I-IV;
cadenza evitata (o dinganno): V-VI;
16
Esercizio Creare successioni armoniche di 8 battute utilizzando tutti i gradi eccetto III e VI in stato fondamentale ed in primo rivolto ed il gruppo
ternario. Ogni successione potra`a eventualemente terminare con il secondo
aspetto della cadenza composta. Esercizi suggeriti da [3]: n. 8A, 8B, 12A,
12B, 12C, 13C, 13D.
17
1.4.1
1.4.2
1.4.3
Fino ad ora, il III grado non `e mai stato discusso. Inoltre, al contrario degli
altri gradi, non `e neppure stato inserito in un gruppo armonico. La ragione di
ci`o nella sostanziale natura antitonale di questo accordo: tende naturalmente
verso il IV grado poich`e `e costruito ad un semitono di distanza da esso (funge
cio`e da sensibile del IV grado) ma contemporaneamente tende verso il I grado
poich`e possiede anche la sensibile della scala (VII grado). Proprio per questo
`e difficile posizionarlo in uno qualsiasi dei gruppi armonici discussi.
18
1.4.4
Pu`o accadere, a volte, che il tetracordo discendente venga posto nella voce del
basso (ci`o accade generalmente nel modo minore). In questo caso, allora, per
armonizzare il VII grado della scala `e possibile usare laccordo del VII grado
in posizione fondamentale. Tale accordo viene preceduto da un accordo del
gruppo di tonica e seguito dal IV grado. Nelle tre voci superiori, sar`a bene
evitare la successione VII grado naturale, I grado, VII grado alterato (es. in
la minore: sol, la, sol#) cercando soluzioni alternative nella conduzione delle
parti.
Alcuni autori, hanno usato anche il VII grado in primo rivolto con il raddoppio della
terza per armonizzare il VII grado discendente; tuttavia ci`o non `e molto comune nello stile
severo
19
1.5
Come si `e visto nella sezione 1.1.2, scopo di queste note `e fornire gli strumenti
necessari per armonizzare corali a quattro voci nello stile severo. Oltre a tutto
quello detto finora, ci sono anche altri consigli che normalmente aiutano a
creare corali pi`
u corretti.
In generale, la melodia del soprano deve muoversi in modo regolare e con
intervalli piccoli. Ad ogni accordo del basso deve corrispondere una sola nota
`
in ciascuna delle altre voci10 ; le frasi devono essere interrotte dalle cadenze. E
opportuno utilizzare la massima variet`a nelle cadenze, evidando di ripetere
quelle gi`a usate. La cadenza perfetta ed il secondo aspetto della cadenza
composta sono generalmente usate solo alla fine del corale e non allinterno.
Se la cadenza si trova su un tempo debole della battuta, allinterno della
stessa si mantiene generalmente la stessa armonia variandone la posizione
` possibile cominciare un corale in levare: in tal caso esso comincia
melodica. E
con laccordo sul V o sul IV grado.
1.5.1
Nellarmonizzare un corale, `e possibile usare tutti i gradi della scala in posizione fondamentale o in rivolto sulla base delle indicazioni fornite. I gradi
fondamentali di ogni gruppo armonico (I, IV e V) potranno essere usati sempre senza alcuna limizione sia in stato fondamentale che in quello rivolto. I
gradi deboli (II, III, VI e VII) dovranno invece seguire le regole particolari
fornite. Il primo rivolto sul II e sul VII grado segue regole sul raddoppio
diverse da quelle normali; il III grado `e usato in stato fondamentale nella
cadenza frigia di prima specie, mentre il VI nella cadenza evitata (con il raddoppio della terza). Il VII grado in stato fondamentale, infine, `e usato nella
cadenza frigia di seconda specie.
Il secondo rivolto `e usato solamente sui gradi forti ed in particolare nel
gruppo ternario, nel secondo aspetto della cadenza composta e nelle armonie
di volta (cfr. sezione 1.3.2).
La figura 1.5 riassume i concetti esposti sopra.
10
Per il momento `e opportuno mettere una sola nota per ogni accordo; in seguito si
vedr`
a come, attraverso la figurazione melodia, `e possibile avere pi`
u note per ogni armonia
del basso.
20
1.5.2
Successioni da evitare
Per capire quali sono le successioni da evitare nellarmonizzazione di un corale, si deve far sempre riferimento alle funzioni armoniche di ciascun gruppo.
Le seguenti successioni, in ogni caso, sono generalmente da evitare nello stile
severo: II-III e viceversa, IV-III, V-IV e V-II.
Esercizio Scrivere corali in stile severo senza figurazioni e senza modulazioni composti da quattro frasi di otto battute. In ogni frase si potranno
utilizzare tutti i costrutti armonici esposti finora (accordi in stato fondamentale e in rivolto, gradi deboli, gruppo ternario, ecc.) e si dovr`a usare,
al termine della frase stessa, una delle cadenze sopra descritte cercando il
pi`
u possibile variet`a. Si consiglia di scrivere la parte del soprano per prima,
cercando di creare una melodia cantabile e semplice. Esercizi suggeriti da [3]:
n. 18 tutti (soprano dato). Esercizi suggeriti da [2]: sulle triadi consonanti e
dissonanti a pag. 75 n. 1-8.
21
Grado
Maggiore
Minore
I6
I64
Gruppo ternario
Cadenza composta di 2 aspetto
Arpeggio del basso
Gruppo ternario
Cadenza composta di 2 aspetto
Arpeggio del basso
II
No
II6
II64
No
No
III
III6
No
No
III64
No
No
IV
IV6
IV64
Accordo di volta
Arpeggio del basso
Accordo di volta
Arpeggio del basso
V6
V64
Gruppo ternario
Gruppo ternario
VI
S, se in cadenza evitata si
raddoppia
la terza
S, se in cadenza evitata si
raddoppia
la terza
VI6
VI64
No
VII
VII6
S, non si raddoppia la
fondamentale
S, non si raddoppia la
fondamentale
VII64
No
No
No
22
Capitolo 2
Strutture armoniche avanzate
2.1
Accordi di settima
Si noti che la settima presente nella serie armonica produce, in effetti, proprio una
settima di dominante.
23
Risoluzioni
I magg, I min
V-VI-II magg, V min
I magg, V min
IV-V magg, II min
I min
Preparazione
no
si
no magg, si min
si
no
2.1.1
24
2.2. MODULAZIONI
(anche in primo rivolto) in qualit`a di armonia di sottodominante. La terza
specie sul II grado `e lequivalente di quella vista poco sopra ma nel modo
minore, ed ha dunque sempre qualit`a di sottodominante. Quando `e usata
sul VII grado, invece, assume ruolo di dominante e generalmente `e usata in
stato fondamentale; si preferisce, in questo accordo, non avere la settima in
posizione melodica alla voce del soprano. Le settime di quarta specie sono piuttosto dissonanti e trovano minore applicazione nello stile severo. Si
usano principalmente sul I e sul IV grado, specialmente nelle progressioni
non modulanti4 (anche in secondo rivolto). La quinta specie, infine, si usa
sostanzialmente allo stato fondamentale (evitando la settima al soprano) sul
VII grado del modo minore e risolve sulla tonica. Data, tuttavia, la struttura
intervallare di questa specie (terze minori sovrapposte), non vi sono grandi
differenze acustiche tra i vari rivolti e molti autori la usano in varie posizioni
per via del suo carattere particolarmente drammatico.
2.1.2
Nel caso in cui la voce del soprano canti un tetracordo ascendente nel modo
minore melodico (es. in la minore: mi, fa#, sol#, la) `e possibile utilizzare
una particolare formula (presentata in [3] a pag. 48) basata sul secondo
rivolto della settima sul IV grado. Nello specifico, la sequenza armonica da
utilizzare `e: I6 , IV2 , VII6 , I. Il basso dellaccordo sul I grado resta immobile,
formando appunto laccordo di seconda.
Esercizio Creare successioni armoniche di circa otto battute, usando tutti
i gradi della scala e inserendo anche settime di dominante in stato fondamentale e rivolto, settime di sensibile, settime sul II grado. Si consiglia di fare
diverse successioni utilizzando le varie settime un poco alla volta. Esercizi
suggeriti da [3]: n. 19A, 19B, 20A, 20B, 20C, 20D, 21A, 21B, 22A. Esercizi
suggeriti da [2]: sulle di settime di tutte le specie a pag. 76 n. 1-4.
2.2
Modulazioni
25
6
stanno in I grado di vicinanza ; al contrario, se le alterazioni di differenza
sono due (sempre in difetto o in eccesso) si dir`a che le due tonalit`a stanno
in II grado di vicianza. In tutti gli altri casi si dir`a che le due tonalit`a
sono lontane. Nel caso di toni vicini, il percorso armonico di modulazione si
articola, generalmente, in tre momenti distinti:
1. area armonica di partenza: permette di confermare il tono dimpianto
mediante luso di gradi tipici e costrutti forti (es. cadenze);
2. area armonica comune: trasforma la sensazione di tonalit`a principale
mediante luso di accordi in comune tra le due tonalit`a, usati per`o con
funzioni armoniche differenti;
3. area armonica darrivo: conferma il tono di arrivo sempre attraverso
gradi tipi e costrutti forti.
Pi`
u ciascuna di queste aree risulta estesa (comprende cio`e pi`
u successioni
armoniche), pi`
u la modulazione sar`a complessa ed articolata.
5
Con questa espressione si intendono suoni tipici dellarmatura del tono di arrivo o altri
suoni che caratterizzano acusticamente tale tono (ad esempio il settimo grado alterato nel
modo minore melodico).
6
Anche il relativo minore di una tonalit`a maggiore (e viceversa) `e in rapporto di I
grado di vicinanza.
26
2.2. MODULAZIONI
2.2.1
I grado di vicinanza
2.2.2
II grado di vicinanza
2.2.3
Toni lontani
Le tonalit`a lontane non hanno accordi in comune; in questo caso, evidentemente, non `e possibile applicare il principio diatonico di modulazione e di
conseguenza non si possono avere zone armoniche comuni. Una possibilit`a
di modulazione, allora, `e data dallapplicazione di una serie di modulazioni a toni vicini (intesi come zone intermedie) in un percorso che porta a
raggiungere il tono lontano desiderato.
` chiaro, tuttavia, che il principio cromatico si configura come strumenE
to ideale per realizzare questo tipo di modulazioni: cromatismi ed enar28
2.3. PROGRESSIONI
monie potranno allora aiutare molto nello spostamento del piano tonale.
Non esistono veri e propri schemi per la modulazione ai toni lontani; lesame della letteratura e la pratica sar`a allora mezzo ideale per imparare tale
procedimento.
2.3
Progressioni
La progressione `e la ripetizione di una successione di accordi, chiamata modello, con una direzionalit`a evidente (ascendente o discendente). La ripetizione
invariata del modello produce una certa simmetria nel procedimento: tale qualit`a permette di infrangere alcune regole normalmente rispettate nei
collegamenti armonici (ad esempio si possono fare salti ampi, raddoppi non
` possibile creare progressioni che circolano nelconsueti o false relazioni). E
lambito della stessa tonalit`a oppure che modulano verso altri toni (vicini o
lontani).
Nello stile severo, generalmente, la simmetria di una progressione `e strettamente rispettata; gli autori, tuttavia, si sono presi a volte la libert`a di
trasformare il modello durante il processo.
2.3.1
Esistono alcuni collegamenti non consueti tra accordi che producono risultati interessanti e sono usati spesso nelle progressioni. I collegamenti evitati
si hanno quando, al posto di un accordo atteso, si ha la presenza di un altro accordo che evita la conclusione: un VI grado che segue un accordo di
dominante, un accordo di settima seguito da un altro accordo di settimz e
cos` via. Si parla invece di collegamenti dinganno quando si ha una successione armonica simile a quella evitata che ha per`o come caratteristica la
modulazione verso un altro tono. Esempi di collegamenti dinganno sono:
un accordo di dominante collegato armonicamente alla dominante di un altro tono, un accordo di settima di dominante che risolve su un accordo di
settima di sensibile di un altro tono e cos` via.
In entrambi questi collegamenti anomali, va rispettata la corretta gestione delle parti: i suoni che hanno una risoluzione obbligata potranno allora
risolvere, rimanere legati, trasformarsi enarmonicamente. Le successioni evitate sono spesso usate nelle progressioni non modulanti, mentre le successioni
dinganno in quelle modulanti.
29
Capitolo 3
Movimento delle parti e altre
strutture armoniche
3.1
Figurazione melodica
31
Lunica eccezione a questa regola si ha nel ritardo di nona sullottava, in cui `e appunto
possibile dare in un accordo la fondamentale insieme al suo ritardo.
3
Nel caso di note di volta inferiori, tuttavia, `e comune usare il cromatismo per avvicinare
la nota di volta a quella reale.
32
3.1.1
In effetti esiste anche il caso del cosiddetto doppio pedale, in cui il pedale di tonica `e
dato insieme a quello di dominante; tale costrutto non verr`a tuttavia discusso in questa
sede.
33
Ritardi
(con preparazione)
Battere
Appoggiature
(senza preparazione)
Fioriture melodiche
Levare
Note di volta
(tornano indietro)
Note di passaggio
(continuano su altra nota)
Per grado
Per salto
Anticipazioni
(si fermano su nota
dell'accordo successivo)
Cambi di posizione
3.2
Tutti gli strumenti descritti in queste note (gradi della scala, cadenze, accordi di settima, modulazioni, progressioni, figurazione melodica e imitazioni)
possono essere utilizzati per armonizzare i corali in stile severo. Tramite la
figurazione melodica `e possibile elaborare larmonia in una sola voce, oppure
in pi`
u voci insieme. Generalmente, una volta presa una scansione ritmica
34
3.3
Accordi di nona
Esaminando la serie armonica discussa alla sezione 1.1.3 si pu`o notare che,
dopo la settima minore, la nota che compare in aggiunta a quelle gi`a presenti
`e la nona (o seconda) maggiore allarmonico numero nove. Ancora una volta
ci`o spiega, almeno in parte, perch`e proprio questa `e la nota aggiunta negli
accordi formati da cinque suoni.
Come gli accordi di settima, anche quelli di nona si raggruppano in specie
sulla base degli intervalli di composizione. In questo contesto, tuttavia, si
esaminer`a solamente la nona di prima specie (ovvero di dominante). Tale
specie si realizza come nona maggiore (sulla dominante del modo maggiore)
e come nona minore (sulla dominante del modo minore). In entrambi i casi
non `e necessaria alcuna preparazione della nona ma `e dobbligo la risoluzione
sulla tonica se essa si trova nelle parti esterne.
Gli accordi di nona devono essere disposti melodicamente in modo da
tenere la nona a distanza di nona dalla fondamentale e di settima dalla sensibile; nel caso di unarmonizzazione a quattro parti, infine, la nota che viene
omessa `e anche in questo caso la quinta.
3.4
Accordi alterati
3.4.1
Questaccordo `e una triade maggiore costruita sul secondo grado abbassato di una
scala; ha di solito funzione di sottodominante e risolve dunque sulla dominante.
6
Questi tipi di accordi non sono in effetti comuni nello stile severo e vengono riportati
in questa sede solo per completezza teorica.
36
Intervalli
Risoluzione
Esempio in do
Svizzera
I4
3.4.2
Seste eccedenti
Esistono quattro accordi costruiti sulla sesta eccedente formata dal sesto
grado della scala minore ed il quarto grado alterato (es. la bemolle - fa#
in do minore); essi sono comunemente noti come accordi di sesta eccedente
per labituale disposizione melodica tra basso e soprano. Da un punto di
vista funzionale, tali accordi sono dominanti secondarie (ovvero dominanti
di dominanti) per via del fatto che possiedono la sensibile della dominante (es.
fa#)8 . Essi hanno in comune tre note (la sesta minore, la quarta innalzata e
la tonica della scala - es. la bemolle - fa# - do) e variano per un solo suono.
La tabella 3.1 mostra la consueta catalogazione delle seste eccedenti, la loro
composizione intervallare e la risoluzione.
Come si nota, la risoluzione naturale `e sul V grado, mediante raggiungimento di due dominante per scivolamento cromatico della sesta minore e
della quarta eccedente (es. la bemolle sol e fa# sol); fa eccezione la
6
3.4.3
Cenni sullenarmonia
Tutti gli accordi alterati forniscono possibilit`a nuove per le modulazioni. Data la loro natura esterna alla scala, infatti, permettono di passare da una
7
Tale successione era usata molto da Liszt, ma la sua trattazione esula dallo scopo delle
presenti note.
8
La loro origine `e spiegabile, in effetti, come abbassamento della quinta nel V del V.
37
38
Bibliografia
[1] C. E. Cella, Nuovi approcci alla struttura armonica: caleidocicli e mosaici tricordali, in Caleidocicli musicali di Luigi Verdi - 2 edizione,
Rugginenti - Milano, 2010.
[2] R. Dionisi, Lezioni di armonia complementare, Curci, 1954 - 1982.
[3] R. Korsakov, Trattato pratico darmonia, ESZ, 1913.
[4] W. Piston, Armonia, EDT, 1992.
[5] J. P. Rameau, Treatise on harmony, Dover, 1971.
[6] A. Schoenberg, Manuale darmonia, Il Saggiatore, 2002.
39
Indice
0.1
Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
.
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.
.
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.
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5
5
6
6
7
9
10
11
11
12
13
13
14
16
18
18
18
.
.
.
.
19
20
20
21
INDICE
2.2
2.3
Modulazioni . . . . . . . . . . . . . . .
2.2.1 I grado di vicinanza . . . . . .
2.2.2 II grado di vicinanza . . . . . .
2.2.3 Toni lontani . . . . . . . . . . .
Progressioni . . . . . . . . . . . . . . .
2.3.1 Successioni evitate e dinganno
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Bibliografia
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Indice analitico
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