Famiglia Sax
Famiglia Sax
Famiglia Sax
Jay C. Easton e la sua famiglia di sax: contrabbasso, basso, baritono, tenore, C melody, alto, mezzo-soprano
in Fa, soprano, soprano in Do e sopranino. (foto Adrienne Easton)
La famiglia dei sassofoni, come concepita da Adolphe Sax, ha 14 membri, di cui solo sei sono ancora in uso.
In ordine di altezza crescente gli strumenti sono questi.
Il sassofono subcontrabbasso in si♭: progettato da Adolphe Sax, il suo secondo esemplare è stato
presentato solo nel settembre 2010 dal costruttore brasiliano J'Elle Stainer. Prima di allora, ne esisteva solo
la versione tubax in si♭. La sua estensione è un'ottava sotto il sax basso.
il sassofono contrabbasso in do: esiste soltanto come tubax e viene costruito su commissione dall'artigiano
Eppelsheim.
il sassofono contrabbasso in mi♭: estremamente ingombrante, pesante e raro. Il sax contrabbasso esiste in
due versioni: estesa e compatta. Uno strumento affine e con un timbro simile è stato realizzato nel 1999
come tubax in mi♭. Si tratta di uno strumento di concezione diversa, dal canneggio molto più stretto meno
conico e più ergonomico, in qualche modo simile ad un sarrusofono ad ancia semplice. La sua estensione è
un'ottava sotto il baritono.
il sassofono basso in si♭: anche questo è uno strumento che s'incontra raramente, con estensione di
un'ottava sotto il tenore. Costituisce il basso fondamentale dell'orchestra standard di sassofoni (12
elementi, 1 sopranino, 2 soprani, 3 alti, 3 tenori, 2 baritoni, 1 basso) e ha goduto di una discreta diffusione
durante gli anni venti e trenta nelle band Dixieland. È diffuso nelle tipiche bande da giro meridionali (Puglia-
Campania ecc.) che crea assieme al sax baritono un impasto ricco di sonorità.
il sassofono baritono in mi♭: è il sassofono di uso comune dall'intonazione più grave: viene suonato
abitualmente senza particolari supporti (mentre gli strumenti più gravi vengono anche appoggiati a terra
tramite treppiedi o sostegni simili). Tra i sassofoni comuni, si distingue per le dimensioni e la caratteristica
voluta del collo. La sua estensione, una quinta sotto il tenore, va dal re♭1 al la3. Spesso viene realizzato con
la campana allungata per poter suonare anche il la grave (do3 reale).
il sassofono tenore in si♭: la sua estensione è una quinta sopra il baritono (dal la♭2 al mi4). Di uso comune,
incarna l'immagine del sassofono nell'iconografia popolare. Si riconosce per via della caratteristica "gobba"
del collo (Chiver).
il sassofono C melody (C-Melody sax) in do, un tenore non traspositore, piuttosto raro. Fu lo strumento
responsabile della cosiddetta "Saxual Revolution" negli USA attorno agli anni venti in quanto essendo non
traspositore permetteva di leggere le partiture di altri strumenti di maggior diffusione (pianoforte, flauto,
violino, eccetera) facilitandone l'impiego tra i dilettanti. In epoca moderna alcuni produttori hanno ripreso
la produzione di questo strumento, con meccanica moderna.
il sassofono contralto o "alto" in mi♭: di uso comune, è esteso a partire da una quarta sopra il tenore (dal
re♭2 al la4). Tra tutti gli strumenti della famiglia, è quello che offre il miglior compromesso tra dimensioni,
peso, imboccatura, ergonomia delle mani e problemi d'intonazione: per questo motivo è spesso consigliato
come primo strumento. Può presentarsi in due forme: curvo o dritto. Questa seconda forma, in produzione
attorno agli anni venti dalla Buescher, è estremamente rara anche se alcune ditte ne hanno ripreso la
fabbricazione.
I sassofoni di misure diverse suonano in registri differenti. Questo sax baritono, ad esempio, suona note più
basse di un sax tenore, ed un'ottava più in basso di un sax contralto. il sassofono mezzo-soprano in fa: sorta
di contralto più piccolo, dal collo tipicamente inclinato di circa 45 gradi rispetto al fusto. Fu prodotto in
forma diritta dalla Conn con il nome di Conn-O-Sax: questo era una sorta di incrocio tra il sassofono di cui
conserva la meccanica e il bocchino e il corno inglese, di cui conserva la tipica campana "a pera" e il taglio in
fa. Era un sax piuttosto innovativo a causa dell'estensione maggiorata: possedeva infatti una chiave in più
nel grave che consentiva di scendere fino al la grave (in seguito adottata nei baritoni) e ben due chiavi in
più nell'acuto che rendevano possibili le note fa♯ e sol sovracuto. A causa dello scarso successo
commerciale e del costo piuttosto elevato molti strumenti furono utilizzati in fabbrica per insegnare agli
apprendisti i principi della riparazione e costruzione degli strumenti (e quindi distrutti). Entrambi questi
strumenti sono molto rari ed estremamente costosi in quanto oggetti di collezionismo.
il sassofono soprano in si♭: esteso a partire da una quinta sopra il contralto, dal la♭2 al mi5. Normalmente
diritto, esiste anche in versione curva e semicurva, detto anche saxello il quale fu brevettato dalla King
attorno agli anni venti. Nel 1997 la Borgani ha presentato un modello con campana intercambiabile, che
permette al musicista di variare il timbro o la propagazione del suono. I problemi di costruzione del soprano
(i fori portavoce sono molto piccoli) lo hanno reso per molto tempo uno strumento con gravi problemi
d'intonazione limitandone l'uso. Nella musica moderna è tornato in auge a partire dagli anni quaranta,
grazie a Sidney Bechet e John Coltrane. Il timbro del sassofono soprano (ispirato al Mark VI di Selmer) è
tipicamente nasale e sottile, con una dolcezza che può ricordare l'oboe; alcuni modelli di concezione più
moderna possono avere un suono più rotondo e pieno. Si tratta del più acuto sassofono di uso comune.
il sassofono soprano in do: come il C-melody, intonato un'ottava sopra. Estremamente raro.
il sassofono sopranino in mi♭: molto raro, strumento più acuto della tipica orchestra di sassofoni. Può
presentarsi in due forme: dritto e curvo.
il sassofono sopranissimo in si♭: questo raro strumento fu messo a punto da Benedikt Eppelsheim nel 2002
ed è stato battezzato "soprillo" dall'inventore. Di dimensioni pari a quelle di un ottavino, la sua costruzione
ha richiesto l'applicazione di un foro portavoce dentro al bocchino.