Dietro Le Quinte: Appunti Sulla Guerra e Lo Sviluppo Tecno-Scientifico
Dietro Le Quinte: Appunti Sulla Guerra e Lo Sviluppo Tecno-Scientifico
Dietro Le Quinte: Appunti Sulla Guerra e Lo Sviluppo Tecno-Scientifico
Simone Weil
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INDICE
Nota introduttiva.................................................................................3
La divisione tecnica del mondo...........................................................5
Planisfero...........................................................................................12
Il mondo in guerra.............................................................................14
Dal mondo all’Europa........................................................................28
Come nasce un apparato di difesa transnazionale............................32
Struttura della ricerca militare in Italia..............................................35
Metodo di ricerca..............................................................................45
Siti utili...............................................................................................51
Aziende italiane legate alla difesa.....................................................52
Consorzi Interuniversitari e centri di ricerca.....................................74
Conclusioni........................................................................................80
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Nota introduttiva
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LA DIVISIONE TECNICA DEL MONDO
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le: le innovazioni piovono letteralmente sulle teste dei comuni mor-
tali, come se fossero state strappate al mondo delle idee per essere
immesse fra noi. È a quel punto che scatta il dibattito farsesco, l’illu-
soria possibilità di deliberazione, la convinzione che possa prevalere,
infine, solo un utilizzo buono di quel prodotto. Ma la questione è a
monte: risiede nella sempre maggiore autonomia dell’apparato tec-
no-scientifico, autonomia che diventa imposizione quando si assiste,
con impotenza, all’utilizzo su larga scala di un oggetto come il drone,
dovendo pure sopportare il compiacimento di coloro che ne decanta-
no le lodi – un’arma democratica, precisa, pulita!
L’apparato tecno-scientifico tende a produrre tutto ciò che è possibile
produrre solo perché si può fare, perché esistono le condizioni e i
mezzi per farlo. In questo senso si configura come mera prassi in as-
senza di riflessività: attività apparentemente razionale che non si in-
terroga mai circa il perché, ma solo riguardo il come. Il concetto stesso
di scoperta scientifica risulta problematico, in quanto esalta la casua-
lità di tale avvenimento e occulta qualsiasi possibilità di scelta consa-
pevole: non ci si interroga sulle possibili conseguenze di un’attività di
ricerca, sulle ricadute che avrà quell’atto, sulla sistematizzazione di
quella procedura.
Questa crescente autonomia dell’ambito tecno-scientifico va, però,
messa in relazione alle altre sfere del dominio statale e capitalistico.
Grazie alla ricerca gli Stati mostrano nella maniera più raffinata pos-
sibile la propria potenza tecnica, supporto che moltiplica la propria
possibilità di esercitare potere politico. L’avanzamento tecnologico
serve e allo stesso tempo condiziona la guerra. Potremmo dire che
la corsa agli armamenti e l’equilibrio del terrore sono la prima, impo-
nente manifestazione del processo tecno-scientifico: «quando degli
strateghi ben al riparo nei loro bunker giocano al computer con de-
gli scenari che implicano milioni di morti in qualche giorno di guerra
nucleare e fanno conoscere simili calcoli al mondo, viene notificato
a ogni essere umano quanto poco egli conta adesso all’interno del
complesso statal-militar-industriale, il macchinario che può così se-
gnare la sua sorte in pochi istanti» (R. J. Oppenheimer).
La guerra, essendo l’espressione di un apparato politico ed econo-
mico – di cui lo Stato è il principale organizzatore e finanziatore – si
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inserisce a pieno titolo nel processo industriale. L’industria induce lo
sviluppo delle tecnologie attraverso le nuove capacità di produzione;
il coordinamento e la direzione della produzione ne sono il risultato.
Le specifiche ricerche non possono che andare nella direzione dell’in-
dustria che lo Stato e i grandi Capitali sono interessati a sviluppare.
L’apparente contraddizione fra imprevedibilità e autonomia del pro-
cesso tecno-scientifico e intenzionalità produttiva degli Stati si risolve,
almeno in parte, nell’occultamento dell’ideologia dominante: lo stato
attuale delle cose si propone come inevitabile, come unica alternativa
possibile quando è, in gran parte, il risultato di scelte precise.
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Fin dall’invenzione delle prime armi da fuoco gli eserciti hanno cer-
cato di centrare le operazioni militari sull’ampliamento della distan-
za dal nemico: colpire senza rischiare di essere colpiti. L’evoluzione
della natura stessa delle operazioni militari – divenute sempre di più
“operazioni di polizia internazionale”, sostituendo in parte l’interven-
to classico – ha generato esigenze specifiche affinché gli strumenti
militari possano garantire un “rischio zero” durante l’operazione. La
guerra di oggi è radicalmente cambiata, ed uno degli aspetti più visi-
bili di questo modo di pensare e fare la guerra si manifesta attraverso
il conflitto satellitare e “dronizzato”: soldati che diventano operatori,
pronti a premere un pulsante in un bunker dalla parte opposta dell’e-
misfero rispetto al luogo in cui un semplice comando si trasforma in
un bombardamento. Uno scontro in cui il combattimento effettivo
non ha mai luogo. Ma la guerra “a senso unico” implica dei cambia-
menti che non sono esclusivamente tecnici. Se da una parte – quella
che possiede il mezzo necessario – la possibilità di morire è pari a
zero, dall’altra le popolazioni colpite non hanno praticamente alcuna
possibilità di localizzare il nemico e contrattaccare.
La caratteristica dell’invulnerabilità – attraverso il controllo a distanza
di intere popolazioni – diviene l’elemento trainante per l’introduzio-
ne dei droni in tutti gli eserciti occidentali. I calcoli della guerra sono
disumani tanto quanto la guerra stessa, e laddove il prezzo umano
e materiale delle “guerre democratiche” diminuisce – a discapito di
chi, di tale democrazia, non conosce che le bombe –, le nuove tec-
nologie diventano l’essenza della cosiddetta “guerra umanitaria”. È la
salvaguardia dei propri soldati a rendere umana una carneficina. Ed
è l’assassinio attraverso uno schermo a rendere la morte qualcosa di
“insignificante”.
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Accetto questo premio come chiamata all’azione per tutte
le nazioni di fronte alle sfide del ventunesimo secolo.
Un premio non per i risultati ma per gli ideali.
Barack Obama
Nel 2009 il presidente degli Stati Uniti Barack Obama vince il premio
Nobel per la pace. Lo stesso presidente che dalla sua candidatura ha
accumulato gli applausi di tutti gli Stati occidentali per aver mostrato
al mondo la realtà assassina della guerra dronizzata. Negli ultimi anni
sono state migliaia le persone uccise – soprattutto in Afghanistan e in
Pakistan (paese formalmente non in guerra) – dai missili hellfire dei
droni statunitensi. Nella superiorità tecnica dei droni – e dunque nel
risparmiare la carneficina della guerra ai soldati americani – possiamo
intravedere le motivazioni che hanno portato Obama alla vittoria del
Nobel.
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In breve, sulla base di un insieme di informazioni raccolte da una mac-
china si determina la normalità comportamentale di una certa zona
del mondo: ogni comportamento che si differenzia da quel modello fa
“scattare l’allarme” per un potenziale bombardamento. «Uccidetene
abbastanza e la minaccia scomparirà. Ma la kill list [...] non si assotti-
glierà mai: semplicemente verranno rimpiazzati i nomi e i volti» iro-
nizzava un professore londinese.
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un nuova narrazione della realtà a suo piacimento. Si può dire che il
linguaggio della guerra sia costruito su un criterio definito dall’effica-
cia, intendendo con ciò la capacità di ottenere successi politico-eco-
nomici specifici.
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IL MONDO IN GUERRA
Parole e missili
Prima della grande guerra si chiamava “ diplomazia delle cannonie-
re”, oggi sono portaerei, ma il senso è lo stesso. I missili sono attrezzi
della politica estera come le parole degli ambasciatori. Gli USA hanno
aumentato d’un colpo la spesa militare e l’Unione Europea ha riaper-
to dopo 50 anni il progetto di un esercito comune. Trump ha colpito
in Siria ed in Afghanistan e ha mosso le flotte in Asia contro lo Stato
cinese con lo spauracchio della crisi coreana. In Asia, lo Stato cinese
progetta il varo di sei portaerei. India e Pakistan hanno da tempo il
loro arsenale atomico.
Meglio capirlo per tempo. Qual è la lezione per il nostro campo, quello
degli sfruttati? Quella di sempre che, se imparata e praticata, avrebbe
certamente evitato i due macelli mondiali: o la nostra classe si dà una
prospettiva con una teoria e una pratica realmente internazionalista,
o finirà a rimorchio del proprio Stato e della propria borghesia. Per
attaccare l’ingranaggio del militarismo è necessario, in primo luogo,
conoscere come si muove il nostro nemico di classe. A partire dal su-
per-stato europeo che è il nemico in casa nostra.
Ogni individuo oppresso dovrebbe cercare di trasformare la propria
paura in coscienza, la coscienza in azione. Solo nella lotta un oppres-
so può riconoscersi in quanto classe. Una classe che deve ridiventare
pericolosa per i signori del mondo. Venir meno a questa prospettiva
vuol dire semplicemente riconsegnare noi stessi e l’umanità alla tra-
gica barbarie di una guerra mondiale.
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sbrodolati ad hoc senza nessun senso o collegamento fra loro (a parte
quello ideologico e spettacolare dei dominatori). Obiettivo di questa
legenda sintetica non è quello di cogliere i diversi aspetti, sia tecnici
che ideologici e sociali, che alimentano la piovra del militarismo. È
solo un tentativo di rammentare un singolo aspetto che ha rappre-
sentato il grande rimosso dall’immaginario collettivo degli oppressi
in Occidente negli ultimi decenni: e cioè che la guerra fra super-po-
tenze mondiali non è solo possibile, ma, in un certo senso, inevitabi-
le, in quanto è parte integrante del funzionamento degli Stati e dello
sviluppo del capitale. Guerra civile, guerra neo-coloniale e conflitto
per procura fra imperialismi ormai si mescolano ed intrecciano fra
loro in determinate situazioni: la guerra in Georgia, in Ucraina ed in
Siria sono lì a dimostrarlo. Il ritorno della possibilità di una guerra
di dimensioni mondiali non è percepito come centrale in questi tri-
sti tempi, ma è fondamentale assumerlo come elemento importante
per poter comprendere chiaramente quello che sta avvenendo. Per
preparare le nostre coscienze e le nostre mani al fine di scongiurare
l’apocalisse prossima ventura.
Alcuni recenti studi geopolitici di stampo borghese, riferendosi all’at-
tuale contesto mondiale, sostengono chiaramente che la guerra guer-
reggiata è solo l’ultimo atto di un processo più lungo, di cui si possono
evidenziare tre momenti principali: la battaglia per le risorse econo-
miche e quindi finanziarie, la sfida tecnologica (come nel caso del ri-
armo della potenza europea, che passa attraverso la ricerca) e, infine,
l’escalation militare. Pertanto, lo scontro bellico rappresenta soltanto
la parte più visibile e culminante del processo. Gli agglomerati mag-
giori sono: gli Stati Uniti d’America, l’Unione Europea con l’unione
mediterranea, la Russia con l’unione economica euroasiatica (UEE), e
la Cina con la nuova via della seta. Ogni blocco ha una propria moneta
di riferimento, e una sfera d’influenza (composta da un’area di libero
scambio di merci e da paesi sotto il tallone di ferro neocolonialista per
l’approvvigionamento di materie prime) in rapido mutamento ed al-
largamento a danno delle altre. Oggi come ieri, moneta e spada sono
fra loro un unicum inscindibile: la quintessenza di ogni Stato.
All’interno della politica di potenza europea vanno poi segnalate con-
traddizioni e contese fra gli interessi dei singoli Stati, mentre la Gran
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Bretagna post Brexit cerca di ricavarsi un proprio ruolo all’interno del-
lo scacchiere internazionale con un neonato attivismo all’interno del
“Commonwealth” e, soprattutto, con la prossima entrata in servizio
di due portaerei per la Royal Navy. L’Unione Europea è impegnata in
una guerra di procura con la Russia sul fronte orientale per il controllo
dell’Europa dell’est, e in Africa contro gli interessi cinesi.
La Turchia del genocida Erdogan, con la prospettiva “neo-ottomana”,
cerca di recuperare un ruolo di primo piano a livello economico e re-
ligioso nei Balcani, in Albania e in Bosnia, e soprattutto nel mondo
dell’islamismo sunnita in opposizione al nuovo espansionismo delle
petromonarchie della penisola arabica. L’Iran sciita ritrova la sua di-
rettrice d’espansione in quella che fu storicamente quella propria di
ogni formazione statale persiana: cercare lo sbocco sul Mediterraneo.
Sorvoliamo volutamente sulle aspirazioni e sulle direttrici espansioni-
ste del capitalismo russo, già agli onori della cronaca e dell’attualità,
mentre teniamo ad elencare in questo veloce excursus geopolitico la
federazione di Stati indiana e “l’impero del sol levante” che, incapaci
di costruirsi un “cortile di casa” sotto forma di area di libero mercato
per le proprie merci, pianificano comunque un considerevole piano di
riarmo per i prossimi anni. E i padroni di casa nostra? Rispolverato ed
aggiornato l’armamentario ideologico della peste nazionalista, “l’im-
perialismo straccione” si riarma e persegue le sue vecchie direttrici di
conquista: Libia, Africa equatoriale, Africa orientale e Balcani.
Nella cartina che presentiamo, seppur abbozzata timidamente, tro-
viamo l’atlante politico il più possibile reale della situazione mondiale
e la divisione del mondo fra blocchi di potere rivali con le rispettive
sfere d’influenza. Resta esclusa dal contesto di questo lavoro l’analisi
delle contese per la supremazia sullo spazio circumterrestre. Questa
questione meriterebbe, infatti, lo sviluppo di un’elaborazione a sé
stante, visto il ruolo fondamentale che questo settore riveste per i
dominatori del mondo, a causa del connubio stretto fra ricerca tecno-
logica e applicazioni militari con enormi interessi anche al di fuori del
globo terrestre.
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Schede di approfondimento
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militare a Gibuti, in Africa Orientale, mentre in molti Stati dell’Africa
Occidentale è presente, sotto forma di contingenti di “consiglieri” o di
militari nelle ambasciate, una rappresentanza dell’Africom, il coman-
do militare americano per l’Africa, che ha rinforzato recentemente
la presenza di truppe in Camerun, Nigeria e, appunto, in Niger, dove
sembra che verrà costruita a breve una base per droni.
La nuova amministrazione di Washington ha mostrato un forte inte-
resse per le questioni latinoamericane. La crescente ingerenza degli
Stati Uniti nelle questioni geopolitiche dell’area geografica suddetta si
sta concretizzando sotto forma di due strategie d’azioni complemen-
tari: da un lato l’obiettivo è mettere sotto pressione gli Stati scarsa-
mente amichevoli nei confronti di Washington (Cuba e Venezuela);
dall’altro rafforzare la propria leadership in seno all’Organizzazione
degli Stati Americani (OSA), attraverso la convergenza geopolitica con
gli Stati maggiormente affini: Brasile, Argentina e Colombia. Tale con-
vergenza è incentivata dalla necessità degli USA di evitare il compatta-
mento di un blocco capitalista regionale ostile (ALBA; organizzazione
nata nello scorso decennio sotto l’impulso di Chavez e di Castro). Le
grandi esercitazioni congiunte che ci sono state in Amazzonia recen-
temente han rappresentato un deciso segnale della volontà di Wa-
shington nella regione.
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Costa d’Avorio è stata risolta grazie all’intervento militare francese.
Se in Africa i francesi, assieme ad altri attori europei e statunitensi,
si stanno adoperando per far fronte alle mire del celeste impero, l’e-
spansionismo cinese continua a tessere le sue tele lungo le rotte com-
merciali che legano il paese con l’Africa, l’Europa e il resto dell’Asia.
È in costruzione il progetto della creazione di tutta una serie di scali
commerciali (la “cintura di perle”) in Sri Lanka, Pakistan, Bangladesh,
Birmania e Maldive. Da qualche anno è attiva una base navale milita-
re cinese in Gibuti, nel Corno d’Africa.
Nel febbraio 2012 le isole Maldive si sono rese protagoniste di un
colpo di Stato ai danni del presidente Mohammed Washeed, che ha
visto mobilitarsi a suo favore il Commonwealth britannico e l’India.
Non è un caso che Washeed abbia più volte dichiarato di aver ricevu-
to, una settimana prima del golpe, un ultimatum da parte di un alto
ufficiale della Difesa con lo scopo di intimarlo a firmare un accordo di
cooperazione con lo Stato cinese. Anche dietro il golpe in Zimbabwe
c’è la longa manus del capitale mandarino. Gli Stati Uniti stanno a loro
volta cercando di definire tutta una serie di accordi con alcuni Stati
del Pacifico a scopo di contenimento: Sud Corea, Giappone, Filippine,
Taiwan, Singapore, Malesia, Cambogia ed Australia. Capiamo sempre
di più lo scopo reale del “tour” della settima flotta in quei mari inviata
da Trump nel 2017.
La creazione di un’area privilegiata per la vendita delle proprie merci e
per l’approvvigionamento delle materie prime si è delineata nella for-
malizzazione della “Nuova via della seta” che, partendo dallo sviluppo
delle infrastrutture di trasporto e di logistica, mira a promuovere il
ruolo del capitalismo di Stato cinese nelle relazioni globali, favorendo
i flussi di investimento internazionali e gli sbocchi commerciali. Con-
giuntamente alla costruzione di una via terrestre e di una marittima,
è stata costituita la “Banca asiatica d’investimento per le infrastrut-
ture”, dotata di un capitale di 100 miliardi di dollari. Stando a quanto
sostenuto dai burocrati di Pechino, la “Nuova via della seta” coinvol-
gerebbe fino a 65 nazioni: più della metà della popolazione mondiale,
¾ delle riserve energetiche e 1/3 del PIL globale. Essa rappresenta il
più grande progetto d’investimento mai compiuto nella storia, supe-
rando di almeno 12 volte il Piano Marshall.
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• “L’imperialismo britannico”: l’impero 2.0
Attivando l’art. 50 del trattato di Lisbona, il Regno Unito in due anni si
ritirerà dal consesso del capitalismo europeo in salsa franco-tedesca.
Il cambio repentino di direzione del potere britannico ha radici che,
però, provengono da lontano: lo Stato di sua maestà, sin da quando
nacque agli albori dell’epoca moderna, è sempre stato scisso fra una
politica di “bilancia di potenza” con le economie continentali europee
e lo sviluppo delle politiche colonialiste in tutto il mondo: la nostalgia
imperiale è sempre dietro l’angolo per i padroni di oltre Manica. Un
nuovo “impero 2.0” è frutto delle teorizzazioni dei dominatori dell’i-
sola per il futuro post Brexit: la costruzione di quella che viene de-
nominata come “global Britannia” o “impero 2.0” passerà attraverso
due passaggi essenziali: il primo di natura economica e politica a livel-
lo mondiale, il secondo di natura militare, e cioè nel recupero di una
flotta e di un’aeronautica in grado di supportare le mire espansioniste
anglosassoni.
Il Regno Unito sta reclamando il proprio posto di leader del Com-
monwealth delle nazioni – quello che i funzionari del neonato Diparti-
mento del Commercio Internazionale chiamano, senza alcuna traccia
di humour inglese, “Empire 2.0”.
Il via al nuovo progetto espansionistico è giunto con il summit an-
nuale dei ministri dei 52 Stati del Commonwealth, tenutosi a marzo
del 2017. Liam Fox, ministro per il commercio estero e uno dei tre
plenipotenziari che si occupano della Brexit, ha promesso che la Gran
Bretagna avrà relazioni migliori con tutti i paesi membri del Com-
monwealth, e in particolare con quelli dell’Africa, dove Downing Stre-
et vuole iniziare colloqui per creare una “zona commerciale di libero
scambio”. Nel corso del 2018, Londra ospiterà il vertice annuale dei
capi di governo del Commonwealth e, in quell’occasione, come scrive
il Times, verrà firmato l’accordo. Secondo le stesse fonti il governo
britannico punta ad accordi analoghi con Canada, Australia e Nuova
Zelanda. Come sottolinea il quotidiano, l’opinione dominante tra gli
esperti della classe dominante è che sarà difficile per il Regno Unito
raggiungere un accordo di libero scambio, perché la maggior parte di
Stati membri del Commonwealth hanno già qualche forma di accesso
preferenziale alla UE.
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Questo sarà un possibile terreno di dissidio con la superpotenza con-
tinentale franco-tedesca. “Continentale” non rappresenta un termine
generico, ma indica una specificità che avrà il proprio peso rilevante
nei futuri scenari di conflittualità fra blocchi di potere rivali. La su-
perpotenza europea ha, come detto poc’anzi, rapporti privilegiati
con Stati africani ed asiatici membri a loro volta del Commonweal-
th. Tali relazioni commerciali e politiche vanno mantenute anche con
una consistente forza militare adeguata alla proiezione di potenza via
mare e al controllo delle rotte marittime. Una prospettiva alla quale
da un decennio il militarismo britannico si sta nuovamente attrezzan-
do: a breve l’entrata in servizio ed il varo di due portaerei simili a
quelle statunitensi in grado di sostenere le ambizioni del neocolo-
nialismo britannico. Anche questa, per gli analisti borghesi, non è in-
dubbiamente un caso. Nuove e più barbare “guerre delle Falkland” si
profilano all’orizzonte.
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rituali dell’Islam. Mentre i sunniti si basano molto sulla pratica del
profeta e i suoi insegnamenti (la “sunna”), gli sciiti vedono le figure
religiose degli ayatollah come manifestazioni di dio sulla terra. Oggi,
continuando a semplificare molto, i paesi a maggioranza sciita sono
solamente Iran, Iraq e Bahrein. È interessante notare che, in epoca
medioevale e moderna, le scissioni socio-politiche e gli scontri di na-
tura economica fra potentati rivali nel mondo musulmano, in assenza
di un sistema organicamente capitalista e di uno stato moderno, non
ebbero mai la forza di dare vita a guerre di dimensioni paragonabili
per esempio alla “Guerra dei trent’anni”, che tra il 1618 ed il 1648
devastò l’Europa con la copertura ideologica della peste religiosa. La
violenta situazione degli ultimi anni ha avuto origine in seguito alla
rivoluzione iraniana che nel 1979 ha rovesciato il re locale (lo Scià) per
instaurare una ierocrazia islamica sciita, in forte contrapposizione con
la nomenclatura e la classe dominante di tutti gli Stati retti con la co-
pertura ideologica della religione islamico-sunnita nel Golfo Persico.
Lo Stato iraniano è un alleato storico della classe dominante siriana
al potere dagli anni ‘60, grazie alla copertura ideologica del sociali-
smo di Stato di stampo Baathista e unita dal collante della religione
alawita (una sfumatura del dogma sciita). Tutto questo all’interno di
un territorio dove la popolazione professa il credo sunnita. I gruppi di
potere iraniani e siriani sono a loro volta sostenitori del movimento
libanese sciita “Hezbollah”. Nella guerra civile e “inter-imperialista”
combattuta sul terreno siriano, si contrappongono anche gli interessi
economici contrapposti della classe dominante iraniana e quelli sau-
diti ed egiziani. La Siria è un terreno fondamentale per il passaggio dei
gasdotti che dovranno portare il gas verso la super-potenza europea.
Uno spazio importante di scontro fra i potentati nazionali: dietro il
conflitto siriano c’è “l’eterna guerra delle pipeline”, come titolava ad
ottobre del 2016 Il Sole 24ore. Citiamo testualmente: «La radice del
conflitto armato in Siria nasce in gran parte dal rifiuto del presidente
siriano Assad di consentire il passaggio di un gasdotto dal Qatar verso
l’Europa. […] Questo progetto avrebbe fatto si che i paesi del Golfo
guadagnassero un vantaggio decisivo sui mercati mondiali […]. L’anno
seguente, nel 2010, Assad iniziò a trattare con l’Iran, per la costruzio-
ne di un altro gasdotto. […] La repubblica islamica, se questo progetto
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fosse mai stato attuato, sarebbe diventata uno dei più grandi fornitori
di gas verso l’Europa».
L’espansionismo delle teocrazie sunnite del Golfo assume forma e
vigore già dal maggio 1981, con la fondazione del “Consiglio di co-
operazione degli Stati del Golfo Persico”, creato sull’impulso dell’as-
solutismo saudita e su pressione statunitense. Comprende tutti gli
stati della penisola arabica (Yemen escluso, e non è un caso, visto che
è in corso un brutale conflitto di natura contro-insurrezionale e neo
coloniale allo stesso tempo, sostenuto ed alimentato da sauditi ed
iraniani), ed il Kuwait. L’organizzazione ha per scopo l’instaurazione
di un mercato comune di fondamentale importanza per gli interessi
economici della potenza regionale wahhabita. Creato all’epoca della
prima guerra del Golfo, ebbe lo scopo esplicito di contenere l’espan-
sionismo ideologico iraniano ed il ba’thismo iracheno. La maggioran-
za degli Stati che compongono la sfera d’influenza saudita prevedono
di arrivare alla moneta unica, il Khaliji, entro il 2020. L’Arabia Saudita
ha le più grandi riserve di petrolio al mondo e la sesta più grande
riserva di gas naturale al mondo. Un’interpretazione ultra-rigorosa
dell’Islam sunnita, il Wahhabismo, è il credo dominante della classe
padronale araba e dei suoi dominati. Il tentativo di alcune fette della
borghesia nazionale araba di espandersi ha trovato nel principe ere-
ditario Muhammad bin Salman il proprio mentore. L’espansionismo
statale e borghese necessita, come sempre avvenuto nella storia, di
tre fattori principali: uno Stato forte, un mercato unico, ed un eserci-
to efficiente. Il principe, comportandosi de facto come un monarca
assoluto, ha eliminato la direzione collegiale propria della teocrazia
saudita. Appoggiandosi sulle frazioni più innovative della classe domi-
nante locale, il nuovo despota del Golfo ha inaugurato “Vision 2030”,
l’ambizioso piano per rendere lo Stato indipendente dagli idrocarburi
entro il 2030. Cinquecento miliardi di dollari sono stati investiti per la
creazione di un’avvenieristica città “Neon” sul Mar Rosso. Si tratterà
di una zona economica speciale su 26500 km quadrati. L’ambizione è
“raccogliere i migliori talenti di Europa, Asia ed Africa per dare luogo
ad un hub globale di eccellenze nei diversi settori industriali, dall’e-
nergia alla biotecnologia”. Nella penisola araba esistono grossi pro-
blemi sociali: la disoccupazione giovanile è ad altissimi livelli e circa
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il sessanta per cento dei proletari sauditi non ha una casa decente.
Che il vento insurrezionale di quella che fu la primavera araba possa
ritornare a spirare da qui?
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Arabi Uniti (rispettivamente 100 e 30 milioni di euro). In questo senso
è evidente ed insindacabile il neo attivismo sunnita nella regione, con
i relativi interessi economici e finanziari che lo spingono. Contribu-
ti non certo disinteressati con cui Riad e Abu Dhabi sostengono la
penetrazione in un Sahel quasi totalmente islamico con l’obiettivo di
contrastare un’insurrezione jihadista che è stata sostenuta dal rivale
Qatar, le cui organizzazioni umanitarie erano già state messe al bando
dai soldati francesi in Mali. La Germania ha già donato un centinaio di
veicoli alle forze del Niger (le cui risorse minerarie oggi sfruttate per lo
più da francesi e da cinesi, potrebbero far gola a Berlino) e potrebbe
assegnare alla nuova alleanza il contingente attualmente presente in
Mali sotto la bandiera dell’ONU».
Lo Stato italiano interverrà con poco meno di 500 militari e 150 vei-
coli (paracadutisti della “Folgore”) che verranno schierati nella base
francese di Madama, in una striscia di deserto al confine meridiona-
le libico, ricca di giacimenti di uranio. A supporto saranno inviati gli
elicotteri da trasporto “NH-90” e da attacco “A-129 Mangusta” con
un plotone di fanteria aeromobile del sessantaseiesimo reggimento
“Trieste”(tutti appartenenti alla brigata aeromobile “Friuli”). A com-
pletare le dotazioni del contingente, sull’aeroporto di Agadez, già im-
piegato dai velivoli teleguidati “Reaper” statunitensi, potrebbe venir
dislocato un reparto dell’aeronautica militare con droni “Predator” o
“Reaper” del trentaduesimo stormo di Amendola, in Puglia. Qual’è
il vero scopo della missione italiana in Niger? Certamente quella di
stabilizzare l’area del Sahel, ricca di uranio e non solo, contrastando
nello stesso tempo le tribù berbere, le milizie islamiche e l’espansioni-
smo cinese (ma anche statunitense) nella regione e di “normalizzare”,
checché se ne dica, la tratta degli schiavi verso l’Europa, stringendo
accordi con le tribù locali che assicurano ai capitalisti europei le capa-
cità di competizione mondiale con l’arrivo di manodopera che fugge
dalle guerre fatte dall’Occidente, e che è schiavizzata e a costo zero
per i padroni dell’UE. Riconfermando il vecchio e tremendo adagio
che vede la guerra come “la prosecuzione della politica fatta con altri
mezzi”, il parlamento dello Stato italiano ai primi del 2018 ha votato il
decreto che rinnova le missioni militari all’estero, approvato senza ri-
serve anche da buonissima parte delle “opposizioni”, riconfermando
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così la compattezza degli schieramenti politici nella “missione” espan-
sionistica dello Stato italiano. In tutto 33 operazioni effettuate in 22
Stati con l’impiego di circa 7000 militari che nel 2018 saliranno a 35
operazioni. Le brutte novità sono rappresentate dal varo degli inter-
venti militari in Niger e in Tunisia e dal rafforzamento di quello esi-
stente in Libia.Il nuovo espansionismo del capitale italiano in queste
aree indica chiaramente come il “cortile di casa” sia fondamentale per
gli Stati europei, ed evidenzia una maggiore attenzione del militari-
smo nostrano alle esigenze del riarmo e dell’espansionismo europeo.
Interventi bellici di natura neo-coloniale per l’accaparramento delle
risorse di materie prime della zona sahariana e sub sahariana, e per il
controllo e la deportazione della manodopera schiavizzata, ma anche
una prova sul campo del neonato ed abbozzato esercito europeo in
chiave anti-insurrezionale (Niger) e contro-insurrezionale (Tunisia). La
missione di addestramento e “consulenza” in Tunisia impegnerà 60
militari italiani col compito di costituire il comando di una brigata in-
terforze che integri militari, polizia e guardia nazionale in operazioni
contro-insurrezionali per gestire l’ordine pubblico. La lezione impara-
ta dalla classe dominante è che le rivolte in tutto il bacino del Medi-
terraneo (e non solo) del 2011-2012 hanno fatto molta paura, e sono
riuscite a far crollare autocrati e potentati sostenuti dagli stessi padro-
ni nostrani che venivano disegnati come eterni. Queste possibilità in-
surrezionali vanno preventivamente debellate. Ecco un non detto che
il campo avverso, quello del Dominio, ha dovuto velocemente impa-
rare. Se c’è una classe dirigente che dagli inizi del 2018 sta monitoran-
do con crescente preoccupazione ciò che avviene in Tunisia, questa è
quella italiana. E non si tratta solo di vicinanza geografica. Nei primi
mesi del 2018 la Tunisia è stata nuovamente scossa da manifestazioni
di protesta e da una feroce repressione che ha già portato al primo
morto e agli arresti di oltre 200 persone. In gioco, secondo gli analisti
di campo avverso, c’è “la stabilità stessa del paese nordafricano”. E
per lo Stato italiano è suonato il campanello d’allarme. La situazione
si fa di giorno in giorno più incandescente. Gli sfruttati sono nuova-
mente sulle barricate contro il carovita determinato dall’aumento dei
prezzi. Che le fiamme della rivolta possano nuovamente propagarsi in
tutto il bacino del Mediterraneo e nel territorio che viviamo?
26
27
DAL MONDO ALL’EUROPA
28
provocano una domanda di sicurezza da parte dei cittadini che può
far emergere la tentazione di chiudersi su se stessi se i leader nazio-
nali ed europei sembrano perdere il controllo della situazione e non
mostrano in maniera sufficiente che “l’unione fa la forza”, anche in
materia di sicurezza.»
(Si tratta di Enrico Letta, politico italiano ed ex Presidente del Consi-
glio; Jacques Delors, politico francese, ex presidente della Commis-
sione Europea; António Vitorino, giurista portoghese ed ex membro
della Commissione Europea; Pascal Lamy, politico francese ed ex pre-
sidente dell’Organizzazione Mondiale del Commercio; Yves Bertonci-
ni, esperto di politiche europee).
29
di armi atomiche e, dunque, ad avere potere di veto all’interno della
NATO). Davanti a un Trump imprevedibile, sente il bisogno di diven-
tare più forte militarmente senza creare paura. I pilastri dello stato
moderno erano moneta ed esercito, ne abbiamo fatto uno, anche se
traballante, facendo anche l’altro l’Europa si irrobustisce».
E ancora:
«Con la nostra disunione in Europa abbiamo appaltato ad altri la no-
stra sicurezza». (Romano Prodi)
30
cative opposizioni un intervento militare congiunto, che vede l’Italia
protagonista in Niger assieme alla Francia e alla Germania. Come sot-
tolinea la Ministra della Difesa Pinotti, sono soltanto prove generali di
difesa comune:
«Nei colloqui con Francia e Germania è stata evidenziata la centralità
dell’Africa per la nostra sicurezza, perché quello che rischia di accade-
re lì mette in pericolo anche i nostri territori. Per questo interpreto la
missione in Sahel come il primo sviluppo di una concreta strategia di
difesa europea».
31
Come nasce un apparato di difesa transnazionale
32
su tali questioni vengano tenute in conto nella pianificazione del Pre-
paratory Action e del potenziale proseguimento di un programma di
ricerca sulla difesa»).
33
di alcune riunioni informali fra i Ministri degli Esteri dei paesi membri
dell’Unione Europea è stato raggiunto un accordo per l’applicazione
di due articoli dei Trattati Europei, il 42 ed il 46, che prevedono l’istitu-
zione di una cooperazione strutturata permanente sul piano militare
e la cui piena applicazione, fino ad ora, è stata osteggiata soprattutto
dall’Inghilterra.
Si giunge così all’ultimo atto (in ordine cronologico, non certo in senso
definitivo) di questa vicenda. È del novembre 2017 la notizia dell’isti-
tuzione della PESCO, vale a dire la Permanent Structured Cooperation
on Security and Defence (Cooperazione Strutturata Permanente per
la Sicurezza e la Difesa). Tale collaborazione si avvale principalmente
di due strumenti: il primo è un momento di raccordo annuale, rappre-
sentato dalla Revisione della Difesa, il cui compito è di analizzare l’effi-
cienza dell’apparato militare nella sua globalità al fine di indirizzare al
meglio le risorse economiche; il secondo, già nominato in preceden-
za, è costituito dal Fondo Europeo per la Difesa, strumento finanziario
comune.
34
STRUTTURA DELLA RICERCA MILITARE IN ITALIA
35
bito degli accordi bi-laterali in essere, operano nel campo dell’inno-
vazione tecnologica. Assicura la predisposizione e la gestione contrat-
tuale delle attività di ricerca individuate.
Associazioni
Per quanto riguarda le associazioni, per la quasi totalità le aziende
– sia grandi che piccole e medie imprese – del settore difesa sono
associate all’AIAD – Federazione Aziende italiane per l’Aerospazio, la
Difesa e la Sicurezza. L’AIAD è «l’organizzazione italiana di categoria
delle imprese ad alto contenuto tecnologico per le produzioni desti-
36
nate a clienti istituzionali, o ad essi equiparabili, nell’ambito dei siste-
mi ed equipaggiamenti aerospaziali, terrestri, navali ed elettronici». È
il corrispettivo nazionale dell’ASD, della quale fanno parte gli associati
maggiori. Annualmente l’AIAD, in collaborazione con l’Amministra-
zione della Difesa, produce la pubblicazione Prospettive di Ricerche
e Sviluppo nel Campo dei Prodotti per la Difesa. Le aziende di settore
indicano le tecnologie da sviluppare. Essa rappresenta oltre il 12% di
tutta la spesa sostenuta dalle imprese italiane (dato del 2016).
Questo documento «dovrebbe rappresentare un censimento esausti-
vo delle esigenze, in quanto le aziende del settore: operano nell’am-
bito di programmi e panel internazionali (NATO, EDA); appartengo-
no normalmente a gruppi multinazionali; partecipano a programmi
di ricerca del settore civile» (per esempio programmi quadro dell’UE
come Horizon 2020).
Singole aziende
Per quanto riguarda le singole aziende, il livello di interlocuzione più
rilevante è mantenuto dall’Airi – Associazione italiana per la ricerca
industriale. Gli Associati cumu-
lano la maggior parte degli ad-
detti alla “Ricerca e Sviluppo”
industriale in Italia. Tra essi vi
sono aziende del settore Difesa
(p. es. Leonardo e Thales Alenia
Space, federati all’AIAD), cen-
tri di ricerca governativi (p. es.
CNR – Consiglio Nazionale della
Ricerca – vigilato dal MIUR) ed
altre aziende multinazionali (p.
es. Eni). Ogni due anni l’Airi pro-
duce un Repertorio delle tecno-
logie prioritarie per l’industria.
37
aziende di settore e il sistema universitario:
Il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) inte-
gra le indicazioni del Repertorio delle tecnologie prioritarie per l’indu-
stria come «input di alto valore» per il processo di produzione del Pia-
no Nazionale della Ricerca (PNR). Attraverso questo tipo di modalità il
Ministero della Difesa individua nel sistema universitario italiano uno
dei suoi principali interlocutori. Questo procedimento passa attraver-
so i Consorzi Inter-universitari, o Cluster tecnologici, (che operano a
livello nazionale, per esempio il CNIT – Consorzio Nazionale Interuni-
versitario per le Telecomunicazioni – e il CTNA – Cluster Tecnologico
Nazionale Aerospazio), e i Distretti Tecnologici (che operano in conte-
sti locali – prevalentemente regionali –, per esempio il Distretto Ae-
rospaziale Pugliese). Un ruolo parallelo è quello dei Centri di Ricerca
Governativi, caratterizzati dal fatto che sono Società o prettamente
statali (per esempio il CNR) o pubblico-private (per esempio il CIRA –
Centro Italiano Ricerche Aerospaziali). Essi sono quelli che potremmo
definire “interlocutori intermedi” tra Enti governativi, Ministero della
Difesa, Aziende e Associazioni di aziende e Università. In tutti e tre i
modelli sono presenti enti governativi, aziende e atenei. Svolgono il
ruolo di coordinatori delle ricerche, sia fondamentali che applicative,
nei campi in cui sono specializzati.
Diverse aziende che lavorano nel settore Difesa, infine, sono definite
“spin-off” universitarie, ovvero aziende fondate dagli atenei, che poi
possono o meno trovare una loro autonomia.
38
In ultima analisi è lo Stato, affiancato dalle direttive dei capitalisti di
settore, a decretare la direzione della ricerca:
«Nel campo della ricerca tecnologica riferita al settore degli arma-
menti il SGD/DNA svolge una funzione di valutazione e indirizzo, che
consiste nel recepire e coordinare le idee e le proposte provenien-
ti anche dalla società civile (università, centri di ricerca, industrie) e
dall’interno della stessa Difesa, integrandole nel Piano Nazionale del-
la Ricerca Militare, che rappresenta – in questo specifico campo – il
corrispondente del Piano Nazionale di Ricerca gestito dal Ministero
dell’Università e della Ricerca (MIUR)». (Ministero Della Difesa)
39
La questione satellitare
40
tempestività, l’impiego delle capacità satellitari – soprattutto dei sa-
telliti per il telerilevamento – risulta essere un elemento fondamenta-
le al fine di condurre attività di ricognizione, individuazione del bersa-
glio, valutazione dei danni inflitti, guida missilistica, valutazione delle
rotte per effettuare manovre d’attacco. È in questo contesto che le
capacità satellitari vengono considerate dei «moltiplicatori di forza».
41
Tra gli esempi più significativi in ambito satellitare quelli sui quali ci
sembra opportuno soffermarci sono il progetto europeo Copernicus
ed il progetto italiano COSMO-SkyMed.
42
siti degli utenti e le loro evoluzioni».
Per fare solo alcuni esempi, la costellazione COSMO-SkyMed viene
usata per ottenere dati di intelligence e sorveglianza sull’Afghanistan
in supporto alle truppe italiane sul terreno. Inoltre è stata utilizzata
durante l’operazione aerea a guida NATO “Unified Protector” sulla Li-
bia nel 2011, oltre al costante impiego per la sorveglianza del Medi-
terraneo contro i migranti.
La nuova costellazione dei COSMO-SkyMed di seconda generazione
andrà ad aggiungersi ad altre fornite da Francia, Spagna e Germania
per dar vita al progetto MUSIS (MUltinational Space-based Imaging
System – Sistema Multinazionale per le Immagini dallo Spazio) sotto
l’egida dell’EDA.
43
Altri satelliti per la difesa
Telecomunicazioni
Il primo programma satellitare esclusivamente militare italiano è sta-
to il progetto SICRAL (Sistema Italiano per le Comunicazioni Riservate
e ALlarmi), sviluppato grazie a una “public-private partnership” tra il
Ministero della Difesa e Finmeccanica (ora Leonardo). Il programma
è stato ideato per garantire comunicazioni sicure e criptate per le reti
della difesa, degli organi di Pubblica Sicurezza e per la Protezione Ci-
vile. Lo Stato italiano ha messo a disposizione questa serie di satelliti
anche per le esigenze di difesa e sicurezza in ambito NATO. I satelliti
della serie sono stati costruiti da Thales Alenia Space Italia. Tutte le
missioni all’estero che vedono coinvolte le Forze Armate italiane sono
dotate di terminali per le comunicazioni SICRAL.
Nel 2014 è stato lanciato in orbita il satellite per telecomunicazioni a
uso civile/militare ATHENA-FIDUS (Access on THeatres and European
Nations for Allied forces – France Italian Dual Use Satellite – Accesso
a Teatri e Nazioni Europee per forze Alleate – Satellite per Uso Duale
Francese Italiano).
44
METODO DI RICERCA
I satelliti della classe Sentinel 3c e 3d sono due dei satelliti della fa-
miglia Sentinel facenti parte del programma europeo Copernicus che
dovrebbero essere lanciati nello spazio nel 2021. Andranno ad inte-
grare gli altri satelliti della serie già posizionati in orbita LEO (Low Ear-
th Orbit).
45
ste sono le prime indicazioni che possiamo trovare utili. Ora proviamo
ad entrare nel progetto (consideriamo che anche in altri settori il pro-
cedimento è simile).
Questi sono elementi utili per iniziare le ricerche più specifiche. Pos-
siamo andare a cercare direttamente lo strumento nel particolare
delle sue caratteristiche sulla base delle quali ci sarà un secondo su-
bappalto a piccole e medie imprese (PMI).
A tal riguardo possiamo trovare informazioni utili nei cataloghi ASI/
ESA, tra i documenti delle aziende legate a AIAD, AIPAS e ASAS, tra i
membri dei Consorzi e dei Distretti Inter-universitari.
Sul sito dell’ASI, per esempio, si trovano i bandi riservati alla Comu-
nità Scientifica (nazionale e internazionale) e a PMI, start-up, spin-off
accademici (nazionali), Consorzi Inte-universitari e finalizzati, rispetti-
vamente, all’utilizzo scientifico dei dati e alla realizzazione di applica-
zioni, prodotti, servizi innovativi.
46
Abbiamo visto che i bandi per le PMI dati da ASI si dividono in 4 set-
tori: “Materiali, componenti e Sensori”, “Osservazione della terra”,
“Telecomunicazioni e Applicazioni Integrate”, “Navigazione e Osser-
vazione della Terra: utilizzo delle infrastrutture spaziali nazionali e co-
munitarie”. In queste sezioni ci sono le liste di gran parte delle PMI
coinvolte nel settore e nei progetti specifici.
47
Per riassumere
48
49
Università e centri di ricerca sono elementi essenziali dell’ingranaggio
militarista, concentrati nella progettazione e nello sviluppo pratico di
ogni singolo componente che verrà poi utilizzato nelle specifiche ap-
plicazioni. Per quanto riguarda l’esempio che stiamo portando e, più
in generale, per tutto il settore aerospaziale, i settori strategici che in-
teressano gli atenei ed i centri di ricerca sono: materiali (leghe legge-
re e composti ad hoc per le applicazioni aeree e spaziali, come quelli
in grado di resistere alle alte temperature), nanocomposti, propulso-
ri, sensori e microsistemi, micromeccanica, software ad hoc, algoritmi
per l’elaborazione di immagini telerilevate dai satelliti. Ogni singola
azienda contraente un appalto ha, in sostanza, i propri laboratori di
ricerca e di sviluppo decentrati nelle università. Il metodo di ricerca
che stiamo abbozzando vale sia a livello di “prime contractor” (come
“Leonardo”), sia a livello di aziende e PMI legate ad uno specifico ter-
ritorio. “Leonardo” ha relazioni strutturate con i principali attori del
mondo accademico e della ricerca, a copertura di tutti i principali filo-
ni di sviluppo tecnologico. Questi rapporti organici (ad esempio con il
CNR, con il CIRA, con il Politecnico di Milano e di Torino, con l’univer-
sità “La Sapienza” di Roma e quella di Napoli, Genova e Trento) sono
successivamente espressi nelle varie “Community” per l’innovazione
tecnologica del gruppo aziendale, vere e proprie reti di ricercatori e
di strutture legate all’azienda. A livello di ricerca di aziende subcon-
traenti, cioè ad un tassello di progettazione più microscopico, esem-
plificando, i satelliti “Sentinel”, come buona parte del settore aero-
spaziale, sono legati anche ad università e aziende che insistono sul
territorio pugliese, come al Politecnico di Bari e all’università del Sa-
lento (Lecce) dove viene concentrata la parte principale della ricerca
aerospaziale in Puglia, soprattutto in collaborazione con PMI legate al
territorio. All’interno del solo Politecnico, tre dipartimenti sono quasi
esclusivamente impegnati nella ricerca aerospaziale: il DIMEG ( Dipar-
timento di Ingegneria Meccanica e Gestionale), il DICA ( ingegneria
civile e ambientale), il DEE ( elettronica ed elettrotecnica). A conferma
di ciò, il DICA è stretto alla ditta “Planetek”, occupato in un progetto
di diagnostica satellitare, mentre SITAEL s.p.a. lavora organicamente
con l’Università degli studi di Bari, dove imbastisce anche stage per
neolaureati del dipartimento di informatica.
50
Siti utili
51
Lista - non esaustiva - delle aziende italiane legate alla Difesa:
Nome azienda Sede centrale Altre sedi Attività
ACCIAIERIE
Viale della Scien- Produzione materie prime metal-
VALBRUNA Via Volta 4 - Bolzano
za 25 - Vicenza liche
S.p.A.
A.C.S Aero- Via IV Novem-
Ricerca e sviluppo / Interpretariato
nautical bre 4 - Castiglio-
e traduzioni tecniche in ambito
Consulting & ne della Pescaia
aeronautico, navale, terrestre
Solutions S.r.l. (Grosseto)
Armi, sistemi d’arma e munizio-
Via Carlo Catta-
namento / Ricerca e sviluppo /
AEREA S.p.A. neo, 24 - Turate
Componenti / Supporto logistico /
(Como)
Sicurezza delle infrastrutture
Via delle Valli 46 Via Casilina 1 – San Pietro Trasporti spaziali / Stazioni spa-
AEROSEKUR
– Aprilia (Latina) Infine (Caserta) ziali / Componenti
Agenzia Indu- Piazza Marina 4 Manutenzione, trasformazione e
strie Difesa - Roma revisione
Via Provinciale Pianura 2
Lotto 40 - Pozzuoli (NA)
SS 32 per Bellinzago -
Cameri (NO)
Via Tenuta del Cavaliere 1
Via dei Nasturzi
ALMA SI- CAR Centro Direzionale Osservazione terrestre / Sicurezza
4 – Guidonia
STEMI Building B, 2° Piano – Gui- / Componenti / Elaborazione dati
(RM)
donia (RM)
É presente sul territorio ita-
Via di Casal liano con circa 20 sedi (Ge-
Progettazione / Sicurezza / Te-
Boccone 188-190 nova, Milano, Torino, Trento,
ALMAVIVA lecomunicazioni / Componenti /
- Roma Padova, Bologna, Catania,
Sensori
Palermo, Cosenza, Napoli,
Firenze, Cagliari)
Ricerca e sviluppo / Consultazio-
Corso Marche ne, comando e controllo, comuni-
ALTEC S.p.A.
79 - Torino cazione e informazione / supporto
logistico / gestione dati
52
Via V. E. Orlando
ANTECH Osservazione terrestre / Telecomu-
7 – San Giovanni
SPACE nicazioni / Componenti
la Punta (CT)
ARESCOSMO Via Bianco di Barbania 20 Componenti / Infrastrutture e
Via delle Valli 46
S.p.A. (Legata -Caselle Torinese (Torino) supporto logistico / Aeromobili e
-Aprilia - (La-
ad AERO- mezzi navali, spaziali e terrestri /
tina)
SEKUR) È presente anche a Genova Sicurezza delle infrastrutture
Strada Casci-
Armi / Componenti / Infrastrutture
na Bertola 10
A.R.I.S S.p.A. e supporto logistico / Motori /
- Lombardore
Mezzi terrestri
(Torino)
53
Loc.Paduni -
AVIOREC
Anagni (Frosi- Componenti
S.r.l.
none)
Telecomunicazioni / Trasporti
Via Giovanni Bo-
AVIOSPACE spaziali / Stazioni spaziali / Com-
tero 18 - Torino
ponenti / Sensori
Viale S. Barto-
BAGLIETTO
lomeo 414 - La Mezzi navali
S.p.A.
Spezia
Via P. Beretta 18
PIETRO BE-
-Gardone Val- Armi
RETTA S.p.A.
trompia (Brescia)
BORSERINI Via Nazario Sau- località ai Giardini 16/18 - Componenti / Sicurezza delle in-
S.r.l. ro 1 - Sondrio Chiuro (Sondrio) frastrutture
54
Via Ippolito Rosellini 12 –
Milano
CERRI CAN-
Viale Zaccagna 6
TIERI NAVA- Viale Isonzo 14/1 - Milano Piattaforme (mezzi navali)
- Avenza (Massa)
LI S.P.A.
CIVITANAVI Via del Progresso
Via Pontina Vecchia Km. 34 Ausili alla navigazione (per aero-
SYSTEMS 5 - Pedaso (Fer-
- Ardea (Roma) mobili, mezzi navali e terrestri)
S.r.l mo)
55
Via dell’Artigia- Sicurezza / Sensori / Ricerca e svi-
COMPOLAB
nato 53 - Livorno luppo / Progettazione
Consorzio
S3LOG Infrastrutture ed equipaggiamenti
Via Tiburtina
(formato da / Supporto logistico / Sicurezza
1020 - Roma
Leonardo e delle infrastrutture (basi militari)
Vitrociset)
Componenti / Centri d’addestra-
Via della Transu-
Consorzio mento / Piattaforme / Ricerca e
manza 5/a - Ta-
TEMA Group sviluppo / Sicurezza delle infra-
ranto
strutture
COVER Ricerca e sviluppo / Infrastrutture
Via Caplà 3 -
TECHNOLO- ed equipaggiamenti / Supporto
Serle (Brescia)
GY S.r.l logistico
Via Emilia Armi e munizionamento / Ricerca
CURTI Co-
Ponente 750 - e sviluppo / Componenti / Piat-
struzioni Mec-
Castelbolognese taforme / Trattamenti speciali e
caniche S.p.A.
(Ravenna) superficiali
Infrastrutture informatiche / Sicu-
DATASEL Via Privata OTO
rezza / Sensori / Elaborazione dati
S.r.l. 45 – La Spezia
/ Supporto logistico
DIGIMAT Osservazione terrestre / Telecomu-
Via delle Officine
System Engi- nicazioni / Progettazione / Ricerca
s.n.c. - Matera
neering e sviluppo
Via Emilia Levante 262 - San
Lazzaro di Savena (BO)
56
Strada Statale 569 54 - Ca-
stelvetro di Modena (MO) Ricerca e sviluppo / Componenti
ECOR Re- Via Friuli 11 -
/ Motori / Progettazione / Tratta-
search S.p.A. Schio (Vicenza)
Zona Industriale ASI - Morra menti speciali e superficiali
de Sanctis - (AV)
e-GEOS
S.p.A. (for- Via Tiburtina 965 Piattaforme (mezzi spaziali) /
Contrada Terlecchie - Matera
mata da ASI e - Roma Progettazione / Sensori
Telespazio)
57
Via Antonio Murri 2 - Mesa-
gne (BR)
ERA ELEC-
Via Gustavo Ricerca e sviluppo / Componenti /
TRONIC
Benucci 206 - Progettazione / Apparati elettroni-
SYSTEMS
Perugia ci / Sistemi d’arma
S.r.l.
58
Via dei Valtorta 43 – Milano
59
FIOCCHI
Via Santa Barba-
MUNIZIONI Munizionamento
ra 4 - Lecco
S.p.A
FLEXIDER Corso Romania
Componenti
S.r.l. 501/24 - Torino
Via Carlo Puini Osservazione terrestre / Sensori
FLYBY S.r.l. 97 int. 26 - Li- Corso Ferrucci 77/9 - Torino Telecomunicazioni / Sicurezza /
vorno Progettazione / Ricerca e sviluppo
FUCINE UM- Via del Sersimo- Trattamenti speciali / Armi / Com-
BRE S.r.l ne 22 - Terni ponenti / Piattaforme
Via del Banco di
G7 S.r.l. Santo Spirito 42 - Sicurezza / Supporto logistico
Roma
Via G.D’Annun-
G&G PART- zio 9 Infrastrutture, supporto logistico e
NERS S.r.l. - Montichiari addestramento
(BS)
Sistemi d’arma / Componenti /
GELCO Strada Poggino
Apparati per comunicazioni satel-
S.p.A. 45 D/E - Viterbo
litari / Supporto logistico
Via Amerigo
Consultazione, comando e con-
GEM ELET- Vespucci 9 - San Via XXIV Maggio 57 Zona
trollo, comunicazione e informa-
TRONICA Benedetto del ind.le Centobuchi -
zione / Progettazione / Ausili alla
S.r.l. Tronto (Ascoli Monteprandone (AP)
navigazione / Sensori
Piceno)
GEMELLI Via Piave 18 Consultazione, comando e control-
S.p.A. - Canegrate (MI) lo, comunicazione e informazione
Componenti / Infrastrutture e
Via Aquileia 7
GORIZIANE supporto logistico / Piattaforme /
- Villesse (Go-
GROUP S.p.A Progettazione / Armi / Manuten-
rizia)
zione mezzi
HI-TECH
S.S. 17 Località Apparati per comunicazioni sa-
Elettronica
Boschetto (AQ) tellitari
S.r.l
Componenti / Consultazione, co-
I.D.S. Inge-
Via Enrica Cala- mando e controllo, comunicazione
gneria dei Si- Via Flaminia 1068 - Roma
bresi 24 - Pisa e informazione / Sensori / Appara-
stemi S.p.A
ti elettronici
60
Via Meucci 14 – Verona Ricerca e sviluppo (ambito ICT) /
Consultazione, comando e control-
Centro Direzionale Milano- lo, comunicazione e informazione
fiori Strada 2 Palazzo D3 – / Progettazione (segmento di terra
Assagi (MI) per operazioni e gestione dati)
61
Via Umberto Forti 5 Loc.
Ospedaletto – Pisa
INTECS Via Giacomo Pe- Strada del Drosso 33/8 – To- Progettazione (Software) / Com-
Group roni 130 - Roma rino ponenti
62
Sistemi d’arma / Ricerca e svilup-
Via del Fosso po / Piattaforme / Consultazione,
LEAT S.p.A della Magliana comando e controllo, comunica-
34/F - Roma zione e informazione / Compo-
nenti
Viale Regina Margherita 140 Consultazione, comando e con-
Via dei Castelli - Roma trollo, comunicazione e informa-
L.E.M. S.r.l. Romani 24 – Po- zione / Componenti / Piattaforme
mezia (Roma) Via Pisa 32/34 / Infrastrutture e sistemi correlati /
- Grosseto Progettazione
LEONARDO Piazza Monte
Vedi scheda successiva
S.p.A. Grappa 4 - Roma
Via Dei Prati 50
- Pianezza (TO) Ricerca e sviluppo / Componenti /
Via Vercelli 6 –
L.M.A. S.r.l Progettazione / Trattamenti specia-
Pianezza (Torino)
Via Sant’Anna – Somma Ve- li e superficiali
suviana (NA)
Sistemi d’arma / Ricerca e svi-
LOGIC Siste- Via G. Galilei 5
luppo / Ausili alla navigazione /
mi Avionici - Cassina de’
Componenti / Supporto logistico /
S.p.A Pecchi (Milano)
Progettazione
Piazza 5 Giornate C.da Piano Cappelle 129 - Osservazione terrestre / Sicurezza
MAPSAT
1 - Milano Benevento / Progettazione
Via Ortana 607-
MARCELLI Piattaforme (mezzi navali) / Com-
zona industriale
di Marcelli Via Borsi 4 - Terni ponenti / Ricerca e sviluppo / Ap-
S. Liberato
Alessandro parati elettronici
- Narni (Terni)
MBDA ITA-
LIA S.p.A. Via di Fusaro 267 – Bacoli
Armi, sistemi d’arma e munizio-
(controllata da (NA)
Via Monte Flavio namento / Componenti / Radiober-
BAE Systems,
45 - Roma sagli / Motori / Sensori / Apparati
AIRBUS Via Valdilocchi 15 - La
elettronici / Trattamenti speciali
Group e Leo- Spezia
nardo)
MEC Mi-
crowave Via San Nicolò Osservazione terrestre / Telecomu-
Electronics for di Villola, 1 - nicazioni / Sensori / Componenti /
Communica- Bologna Progettazione
tions
Via dell’Artigianato 1 –Mon-
teprandone Loc.Centobuchi
MECAER Via per Arona 46 Componenti (equipaggiamenti e
(Ascoli Piceno)
AVIATION – Borgomanero materiali di allestimento per aero-
GROUP S.p.A (Novara) mobili)
Via Gianbattista Vico 1 -
Roma
63
MECCANICA
Viale Daino 49
DEL SARCA
- Pietramurata Armi e componenti di armi
(Gruppo Be-
(Trento)
retta)
Via Al Pascolo Osservazione terrestre / Telecomu-
MEDIA LA-
- Bosisio Parini nicazioni / Esplorazioni robotiche
RIO
(Lecco) / Componenti / Sensori
Via Carducci 8 Ricerca e sviluppo / Componenti
MERLETTI
- Arsago Seprio / Piattaforme / Armi e muniziona-
S.r.l
(Varese) mento
Centro Direzionale Isola F/4
– Napoli
Componenti / Consultazione,
M.P.G. IN-
Via Raffaello Via Pietro Mascagni 42 - Se- comando e controllo, comunica-
STRUMENTS
Nasini 13 - Roma nago (Milano) zione e informazione / Impianti
S.r.l
elettronici
Osservazione terrestre / Stazioni
OHB Italia Via Gallarate 150
spaziali / Sicurezza / Esplorazione
S.p.A. - Milano
robotica / Sensori
Vi a A l b e n g a 3 3 – R o m a
NAIS (Nextant Osservazione terrestre / Teleco-
Vi a A n d r e a
Application municazioni / Trasporti spaziali
Noale 345/a - Centro Direzionale –
and Innovative / Stazioni spaziali / Sicurezza /
Roma Vi a G . P o r z i o I s o l a E / 5
Solution) Componenti / Progettazione
– Napoli
Vi a M u z i o F e b o n i o 3 4
– Av e z z a n o ( L’ A q u i l a )
64
Zona Industriale
N.M.C. Nuo- ASI Località
Via Riviera di Chiaia 256 - Armi e munizionamento / Compo-
vo Mollificio Pascarola S.S.87
Napoli nenti / Trattamenti speciali
Campano S.r.l. Km 16.460 -Cai-
vano (Napoli)
Via Pontina Km
NORTHROP
27.800 Ausili alla navigazione / Sensori /
GRUMMAN
- Pomezia Piattaforme / Componenti
ITALIA S.p.A.
(Roma)
Consultazione, comando e con-
NURJANA Via Betti 27/29 -
trollo, comunicazione e infor-
TECHNOLO- Elmas, Z.I. Casic
mazione / Ricerca e sviluppo /
GIES S.r.l Est - Cagliari
Progettazione
OFFICINE
Area Industriale
MECCANI- Zona PIP Contrada Maggia- Componenti / Piattaforme / Pro-
Calaggio – Lace-
CHE IRPINE no C.1 – Vallata (AV) gettazione / trattamenti speciali
donia (Avellino)
S.r.l
Via Della Tecnica
OFFICINA Osservazione terrestre / Compo-
87/89 – Sarcedo
STELLARE nenti / Sensori
(Vicenza)
Via Cagliari 20 – Componenti / Supporto logistico /
OMA S.p.A Via Bianca – Foligno (PG)
Foligno (Perugia) Motori e sistemi operativi
Via Trescalini 3
OMP ENGIN- Componenti / Infrastrutture ed eq-
- Dueville - (Vi-
ERING S.r.l uipaggiamenti
cenza)
ORIZZONTE
Via Carlo Pesenti 109 –
SISTEMI
Viale Brigata Roma Ricerca e sviluppo / Centri di ad-
NAVALI S.p.A
Bisagno 45 R - destramento e supporto logistico
(controllata da
Genova Viale Unità d’Italia 23 -Ta- (per mezzi navali) / Progettazione
Fincantieri e
ranto
Leonardo)
Via Dello Sport
O.V.S. VIL- Componenti / Trattamenti speciali
26/28 - Sesto Ca-
LELLA S.r.l e superficiali
lende (VA)
Viale Generale
PIAGGIO AE- Disegna 1 - Villa- Viale Castro Pretorio 116 - Piattaforme (aeromobili) / Compo-
ROSPACE nova d’Albenga Roma nenti / Supporto logistico / Motori
(Savona)
PIETRO
Via Petrarca 7 – Componenti / Piattaforme (aero-
ROSA TBM
Maniago (PN) mobili e mezzi navali)
S.r.l
PLANETEK Via Massaua 12 Osservazione terrestre / Sicurezza
Viale Virgilio 58/C - Modena
Italia - Bari / Progettazione
65
Loc. Batasiolo
PRESTEL
85/A - La Morra Componenti
AVIO S.r.l
(Cuneo)
PROGETTI Osservazione terrestre / Telecomu-
Via Monte Santo
SPECIALI nicazioni / Sensori / Componenti /
2 - Roma
ITALIANI Progettazione
Via Leone Mac-
RF MICRO-
cheroni 64 - Telecomunicazioni / Sensori
TECH
Perugia
RHEIN-
Via Affile 102 -
METALL Sistemi d’arma
Roma
ITALIA S.p.A.
Via Torino 34 – Milano
66
Viale Industrie Componenti / Infrastrutture ed
SELT S.r.l. 13/22 – Arese equipaggiamenti /impianti elettro-
(Milano) nici e software
S.I.ME. So-
Via Arona 81/83
cietà Industria Munizionamento / Componenti /
– Borgomanero
Meccanica Trattamenti speciali
(Novara)
S.r.l.
67
Via Affile 102 – Roma
Via Valdilocchi 15 – La
Spezia
68
Sistemi d’arma / Componenti e
Via Jesina 17 Zona Ind.le Lotto II Com-
SOMACIS sistemi elettronici / Telecomunica-
– Castelfidardo parto 9
S.p.A. ziuoni / Trasporti spaziali / Osser-
(Ancona) - Manfredonia (Foggia)
vazione terrestre
SPACE EN-
Satelliti / Telecomunicazioni / Tra-
GINEERING Via dei Luxardo
sporti spaziali / Sensori / Stazioni
(gruppo AIR- 22-24 - Roma
spaziali / Componenti
BUS)
STAR En-
Via Castellotti
gineering
31 – Maranello Progettazione / Software
S.r.l. (Gruppo
(Modena)
STAR)
Via Tolomeo 1 – Cornaredo
(MI)
Via Agostino
Telecomunicazioni / Trasporti spa-
TECHSEMA Depretis 102 –
ziali / Componenti / Sensori
Napoli
69
Via Enrico Mattei 20 – Chieti
Scalo
Armi e sistemi d’arma / Ricerca
Contrada Alboreto snc Z.I. – e sviluppo / Componenti / Con-
Ortona (CH) sultazione, comando e controllo,
Contrada San comunicazione e informazione
TEKNE S.r.l. Matteo, 42 - Pog- Via Agnelli 1 Z.I. San Gia- / Infrastrutture fisse e campali,
giofiorito (Chieti) como supporto logistico e addestramento
- Guastalla (RE) del personale / Piattaforme (mezzi
terrestri) / Sicurezza delle infra-
Via Alessandro Volta Z.I. strutture / Progettazione
“Pantano Basso” - Termoli
(CB)
70
Armi e munizionamento / Ricerca
Via Luigi Einau-
e sviluppo / Componenti / Ausili
T.P.S. S.r.l. di 6 - Rivalta di
alla navigazione / Piattaforme /
Torino (TO)
Supporto logistico
Trasporti spaziali / Sistemi di na-
TRANS-TE- Via F. Palizzi 107
vigazione satellitare / Componenti
CH – Napoli
/ Sensori
Via dell’Industria
UFI FILTERS Via Europa 26 –Porto Man-
4 - Nogarole Componenti
S.p.A. tovano (MN)
Rocca (Verona)
71
Leonardo è il primo gruppo industriale italiano nel settore dell’alta
tecnologia e tra i maggiori player mondiali nell’Aerospazio, Difesa
e sicurezza. Dal 1° Gennaio 2016 ha assorbito le società preceden-
temente controllate (AgustaWestland, Alenia Aermacchi, Selex ES,
OTO Melara, Wass) e ha subìto una ristrutturazione in 7 divisioni.
Leonardo basa il proprio successo sull’eccellenza tecnologica che
nasce da importanti investimenti in Ricerca e Sviluppo, pari a oltre
l’11% dei ricavi su base annua.
72
Divisione Sistemi di difesa – Responsabile: Gianpiero Lorandi
-Via Valdilocchi 15 – La Spezia
-Via Lunga 2 – Brescia
-Via di Levante 48 – Livorno
-Via Monterusciello 75 – Pozzuoli (NA)
Sistemi Avionici e Spaziali – Responsabile: Norman Bone
-Via Mario Stoppani 21 - Ronchi dei Legionari (Gorizia)
-Via dell’Industria 4 Pomezia (Roma)
-S.S. 17/Bis, Loc. Boschetto – L’Aquila
-Via Villagrazia 79 – Palermo
-Strada Statale 148 Pontina Km 62 – Latina
-Strada Privata (Aeroporto Caselle) - S. Maurizio Canavese (Torino)
-Viale Europa s.n.c. - Nerviano (Milano)
Divisione Sistemi per la Sicurezza e le Informazioni –
Responsabile: Andrea Biraghi
-Via Laurentina 760 – Roma
-Via Giacomo Puccini 2 – Genova
-Via E. Mattei 21 – Chieti Scalo
-Via Loriedo 6 – Lamezia Terme (Catanzaro)
-Via Giovanni Palatucci 1 – Sassari
Divisione Elettronica per la Difesa Terrestre e Navale –
Responsabile: Manlio Cuccaro
-Via Tiburtina km 12,400 – Roma
-Via Alfredo Agosta, Zona Industriale Pantano d’Arci, Contrada Palma
Terrazze – Catania
-Circum.ne Esterna di Napoli - Giugliano in Campania (Napoli)
-Via Giulio Cesare 105 - Bacoli (Napoli)
-Via Albert Einstein 35 - Campi Bisenzio (Firenze)
-Viale del Lavoro 101 – Taranto
-Via Valdilocchi, 15 – La Spezia
-Via Di Marmiceto 6C Loc. Ospedaletto – Pisa
-Via Hamman 98/102 – Siena
-Via Turanense Km. 44,452 – Carsoli (L’Aquila)
73
Consorzi Interuniversitari e Centri di ricerca più significativi:
Partecipanti e collabo-
Nome Attività Indirizzo
razioni
Ambito ICT / Campi elettroma-
gnetici
Possiede 4 laboratori nazionali
tra Pisa, Napoli e Genova:
74
Il CNR è la più grande struttura La sede del CNR si
pubblica di ricerca in Italia e si trova a Roma in Piaz-
CNR – Consi-
occupa di promuovere, diffon- zale Aldo Moro 7, tra la
glio Nazionale
dere e trasferire le attività di città universitaria e gli
delle ricerche
ricerca scientifica e tecnologica edifici dell’Aeronautica
sul territorio italiano. militare.
ISICT Cons.
Universitario Università di Genova,
Ambito ICT (Tecnologie
“Ist.sup.re studi Leonardo S.p.A., Ansal- Via Opera Pia 11/A -
dell’informazione e della comu-
in tecnologie do STS, Regione Liguria Genova
nicazione)
informazione e ecc.
comunicazione”
20 Università italiane.
NITEL - Con-
Nel “Comitato di indi-
sorzio Nazionale
rizzo” è presente anche
Interuniversi- Telecomunicazioni / Sistemi di
Telespazio e Poste Italia-
tariorio per i trasporto / Sicurezza / Sensori / Via Spalato 11 - Roma
ne mentre nel Consiglio
Trasporti e la Ingegneria del software
Scientifico partecipa an-
logistica
che un rappresentante del
Ministero della Difesa.
75
Via Morego 30 – Ge-
nova
IIT – Istituto
Si rivolgono anche al Robotica, nanomateriali, lifete-
Italiano di Tec- Possiede 10 laboratori
mercato militare. ch, scienze computazionali.
nologia sul territorio italiano,
tutti legati alle Univer-
sità.
Viale Risorgimento 2-
IEIIT - Istituto
È una struttura di ricer- Telecomunicazioni, ingegneria Bologna
di Elettronica
ca del CNR. Collabora dei sistemi e delle reti, elettro-
e di Ingegneria
anche con Fincantieri, magnetismo applicato, elettro- Area della Ricerca, via
dell’Informazio-
Thales Alenia Space e nica, dei controlli, della roboti- De Marini 6 – Genova
ne e delle Tele-
Leonardo. ca e della bioingegneria. P.zza Leonardo da Vinci
comunicazioni
32 – Milano
76
Ne fanno parte il Politec-
nico di Bari, l’Università
del Salento, l’Università
Distretto aero- S.S. 7 Appia Km 7+300
di Bari, alcuni centri
spaziale Pugliese - Brindisi
di ricerche nazionali e
aziende come Leonardo,
Avio
Ne fanno parte le Uni-
versità di Cagliari e
DASS – Distret- Sassari, alcuni centri di Ha sede presso Sarde-
Aerospazio / Telecomunicazioni
to Aerospaziale ricerca regionali e nazio- gna Ricerche – Via Car-
/ Esplorazione robotica
della Sardegna nali e aziende come Vi- bonazzi 14 - Cagliari
trociset, Nurjana, GEM
Elettronica e AVIO.
77
Ne fanno parte alcune
Università italiane.
Centro Inte- Dipartimento di Infor-
Collabora con industrie
runiversitario matica, bioingegneria,
militari, con la Marina
di Ricerca sui Ingegneria dei sistemi / Roboti- robotica e ingegneria
militare e il Centro per
Sistemi Integrati ca / Componenti dei sistemi (DIBRIS)
la Ricerca marittima
per l’Ambiente – Via all’Opera Pia 13 -
e la Sperimentazione
Marino (ISME) Genova
(CMRE) della NATO di
La Spezia.
78
Utilizza i dati provenienti
dai Sentinel 2 e al suo
interno ci sono alcuni Dipartimento di Inge-
RS LAB (Remo- ex dipendenti di Thales Osservazione terrestre / Teleri- gneria e Scienza dell’In-
te sensing) Alenia Space. Ha come levamento / Sistemi radar formazione – Università
partner la NASA, l’ASI di Trento
e altri enti legati all’ae-
rospazio.
79
CONCLUSIONI
80