Studi Filosofici 10
Studi Filosofici 10
Studi Filosofici 10
FILOSOFICA
Rivista Istituto Istituto
bimestrale Italiano Lombardo
a cura di: per gli per gli Studi
Studi Filosofici
Filosofici e Giuridici
Via Monte di Dio 14, Viale Monte Nero 68,
80132 Napoli 20135 Milano
Edizione Reg. n. 634 del 12/10/90 Redazione, direzione, Per l'invio di articoli e materiale
Edinform. Informazione e Cultura Tribunale di Milano. amministrazione: informativo indirizzare a:
Società Cooperativa a r.l. Sped. abb. post. gruppo IV/70. Edinform. Informazione e Cultura Informazione Filosofica
Viale Monte Nero, 68 Prezzo: L. 10.000 Società Cooperativa a r. l. Viale Monte Nero, 68
20135 Milano Copie arretrate L. 15.000 Viale Monte Nero, 68 20135 Milano
Abbonamento annuale 20135 Milano
(5 numeri): L. 45000 tel. (02) 55190714
studenti L. 35000 fax (02) 55015245
estero (Europa) L. 66000 ccp 17707209 - intestato a:
(Paesi extraeuropei) L.156000 Cooperativa Edinform
Informazione e Cultura s.r.l.
Milano
CORRISPONDENTI FOTOLITO
Alfonso Freire (Barcellona) Fotolito Milanese
Josef Früchtl (Francoforte) Via Fiume 37,
Fosca Mariani Zini (Parigi) 20099 Sesto S. Giovanni (Milano)
COLLABORATI STAMPA
Gianluca Barbaro Stabilimento Grafico Morreale,
Stefania Basso Via Bezzecca 5, 20135 Milano.
Stefania Battaglia
Nino Biccari DISTRIBUZIONE
Filomena Rita Casale Joo Distribuzione
Monica Celi Via G. Alessi 2, 20133 Milano
Gentili lettori,
al significato del ricordo e delle parole nel lavoro dello offre un’ampia traccia di riflessione il sopracitato studio
storico è dedicato il saggio di apertura di questo numero, di Paolo Rossi, di cui riportiamo qui un brano significa-
che presenta uno scritto inedito di Enrico Rambaldi, tivo:
rielaborazione di un suo intervento all’Università di Bari
in occasione della presentazione del libro di Paolo Rossi, «La storiografia non coincide con la spontaneità della
Il passato, la memoria, l'oblio (Il Mulino, Bologna 1991). memoria individuale e collettiva: è una forma di cono-
E’ indubbio che lo storiografo, nel suo sforzo di ricostru- scenza che deve «passare al vaglio della critica» gli
zione e interpretazione del passato, si trovi assai spesso apporti della memoria. Fra storia e memoria si dà tuttavia
di fronte a “oggetti dimenticati”, sotterrati, sepolti dal un rapporto assai stretto perché la storia si nutre di
divenire degli eventi storici. La metafora dello “scavare memoria e la memoria «si impregna di tutta una serie di
nel passato”, sovente utilizzata per caratterizzare l’ope- nozioni e di sentimenti che sono prodotti e veicolati dalla
rare dell’ “arte della memoria”, ben si addice al lavoro storiografia».
dello storico. Solo che qui interviene una sorta di “neces- La crescita del sapere storico sembra principalmente
sità morale”, poiché lo storiografo, calato in una tale affidata alla capacità di individuare nel passato nuovi
situazione, non si sente semplicemente chiamato al recu- oggetti e di prospettare in modi nuovi relazioni e rapporti
pero del documento, ma avverte il bisogno di porre individuali. Anche nella storiografia i manuali vengono
rimedio alla dimenticanza, di dar voce al ricordo, di far continuamente riscritti e vengono abbandonati come non
sì che le parole parlino al presente dell’uomo e indichino più utilizzabili o oggetti di semplice curiosità. La novità,
un futuro, un destino. si dice, consiste principalmente in un «nuovo taglio». Ma
Nella storia di questo secolo vi è una vicenda, non molto quest’ultimo, a guardar bene, coincide spesso con la
nota, che si presta forse più di ogni altra a esprimere, capacità di individuare e rammemorare oggetti trascurati
anche in modo emblematico, il significato morale che o dimenticati che emergono, come si suol dire, «in primo
investe lo storiografo nella sua opera di recupero del piano». La loro presenza fa crescere o diminuire il signi-
passato. Si tratta del ritrovamento, nel settembre del ficato e la rilevanza di altri oggetti, consente di individua-
1946, e in seguito nel dicembre del 1950, dei cosiddetti re nuove relazioni, mette soprattutto in crisi consolidati
“Diari di Ringelblum”, a cui si deve la storia del Ghetto paradigmi interpretativi. Com’è per esempio accaduto,
di Varsavia e dello sterminio degli ebrei dall’epoca relativamente alla storia delle idee, nel caso del potere
dell’invasione della Polonia (1939) da parte dei soldati taumaturgico dei Re, dei modi della vita materiale, della
nazisti fino alla completa distruzione del Ghetto (1943). nozione di crescita e di crisi economica, delle immagini
Ciò che in particolare colpisce di questo ritrovamento, degli dèi degli antichi, dei processi alle streghe, dei
oltre al fondamentale valore storico del documento, è che selvaggi americani.
Emmanuel Ringelblum, ebreo del Ghetto di Varsavia, Nel caso della storiografia i processi di rammemorazio-
autore dei “Diari”, agì nella compilazione della sua ne, che la costituiscono nella sua essenza più profonda,
cronaca prefigurando, da storiografo, il compito morale sembrano guidati da intenzioni precise: porre rimedio
che si sarebbe posto lo storico di fronte alla scoperta dei alla dimenticanza naturale degli esseri umani affaccen-
“Diari”. Egli volutamente scrisse la sua cronaca con dati nel loro quotidiano presente; conservare e consentire
l’intenzione di farne un “oggetto dimenticato”, analoga- che venga utilizzato un grande e ricco patrimonio di
mente a quanto i nazisti intendevano fare sistematica- tradizioni, di istituzioni, di idee; creare un legame fra le
mente del Ghetto e degli ebrei. Una prima parte dei diverse generazioni; dar luogo a forme di memoria collet-
“Diari” fu infatti ritrovata nel Ghetto sotterrata in due tiva che possono riguardare piccole o grandi comunità (i
casse, una seconda parte nascosta in due recipienti da Tifernati, gli Scozzesi o gli Europei) o, addirittura, l’in-
latte sigillati in gomma. L’emblematicità del ritrovamen- tero genere umano. Quella memoria collettiva, alla quale
to, pensato innanzitutto per preservare il documento l’attività degli storici e degli antropologi dà un contributo
dall’inevitabile distruzione, non sarebbe sfuggita allo notevole, è in genere intesa come possibilità di far riferi-
sguardo dello storico, che all’interpretazione della testi- mento ad un passato dotato di senso: qualcosa che può
monianza scritta e infalsificabile degli eventi avrebbe porre solidi argini ai processi di sfaldamento, frantuma-
per sempre legato nella memoria dei contemporanei il zione, isolamento, sradicamento dal loro ambiente e dal
ricordo inestirpabile di ciò che era accaduto. loro passato dei singoli e delle comunità.»
“Passato, memoria, oblio”: sono dunque questi i contor-
ni che segnano il lavoro dello storico alle prese con la
vicenda umana. Di questa connessione problematica ci Si ringrazia il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC)
per il materiale iconografico gentilmente messo a disposizione.
SOMMARIO
5 SAGGIO 42 NOTIZIARIO
5 Ricordo e parole in storiografia
43 CONVEGNI E SEMINARI
15 INTERVISTA 43 Neoantico contro neoetnico
15 Ritratto d’autore: le immagini del mio nome: 44 Schlegel e la filosofia della storia
intervista a Yves Hersant e Louis Marin 44 Orfeo e orfismo
45 Continuità e mutamenti nella scienza
23 AUTORI E IDEE 45 Linguaggi della mente
23 Veracità della conoscenza 47 Introduzione alle scienze cognitive
23 I luoghi della memoria 48 Fonosimbolismo e linguaggio poetico.
24 L’ultimo francofortese 48 Il sistema filosofico
24 Axel Honneth e il progresso sociale 49 Ri-pensare l’Antropologia.
26 Derrida: le interviste 53 Fondamenti della geometria
26 La debolezza dell’Io 53 Aspetti filosofici della letteratura russa
27 Utopia: il paese che non c’è 54 Fenomenologia del politico
29 La politica di Hegel 55 L’eresia gnostica
29 tendenze e dibattiti 55 Omaggio a Pareyson
30 Tendenze provinciali 57 Jean Paul: per una estetica della conoscenza
30 Sociologia della conoscenza e civiltà moderna 58 Ermeneutica del dolore
31 La morale ineffabile
31 Il paradosso del pensiero occidentale 59 CALENDARIO
32 Filosofia della mente
32 Coerenza di Nietzsche 60 OPINIONI A CONFRONTO
33 Marxismo ed ecologia
34 Diritto di replica: 61 DIDATTICA
Sulla “Volontà di potenza” di Nietzsche 61 Nuovi manuali di filosofia
63 Convegni
39 PROSPETTIVE DI RICERCA
39 La logica di Ockham 65 RASSEGNA RIVISTE
39 Emil Lask: la logica della filosofia
40 Il viaggio in Italia dei Goethe 71 NOVITÀ IN LIBRERIA
40 ‘Il Candelaio’ di Bruno
41 Herder: la filosofia e il linguaggio
41 Max Weber negli Stati Uniti
SAGGIO
“Diari di Ringelblum”:
recupero della prima parte (Varsavia, settembre 1946);
contenitori in cui era nascosta la seconda parte (Varsavia, dicembre 1950); prima pagina
4
SAGGIO
In occasione della recente pubblicazione gini (“abbi coscienza delle tue origini”) scienza e memoria a lungo termine. L’og-
del volume di Paolo Rossi, Il passato, la come elemento di potenza nell’agire. Dal- getto della scienza ha come oggetto la
memoria, l’oblio (Il Mulino, Bologna 1991), l’altro lato, il ricordare è assunto dagli storia stessa, mentre l’oggetto della scienza
l’Istituto di Filosofia e Storia di Bari ha scienziati, dopo Galileo, spesso con una non ha storia. La scienza si definisce come
organizzato il 19 gennaio 1993, presso l’Au- valenza negativa: si pone la necessità del capacità inglobativa del passato.
la Magna del Palazzo Ateneo di Bari, una saper dimenticare per poter cancellare, del- La relazione di Giorgio Cerboni Baiardi
tavola rotonda sul tema: “La memoria e la scelta dell’oblio, del “dovere di saper ha messo in evidenza sia la problematicità
l’occidente”, alla quale hanno partecipato dimenticare”. Questa duplice valenza pre- dell’appartenenza alla propria storicità -
Davide Bigalli, Enrico Rambaldi, Mauro suppone una diversificazione semantica del mediante il richiamo alle istanze nietzsche-
Di Giandomenico, Giorgio Cerboni Baiar- ricordo: da un lato esso ha un aspetto pre- ane della Seconda Considerazione inattua-
di, Paolo Rossi. gnante, anche emozionale, e dall’altro una le. Sull’utilità e il danno della storia per la
Introducendo i lavori, Davide Bigalli ha connotazione cognitiva (memoria). L’iden- vita -, sia il nesso tra storicità e memoria
individuato, nell’atteggiamento di reazio- tificazione delle due sfere imporrebbe il letteraria. La parola letteraria denota un
ne negativa di Erasmo nei confronti del problema del cancellare. La cancellazione legame con l’istante e un radicamento con
proliferare dell’arte rinascimentale della del passato è sempre stato un segno distin- il passato. La memoria, intesa come appar-
memoria, un momento storico determinato tivo dell’oppressione. E’ stata sottolineata, tenenza alla propria storicità, ha una di-
nell’ambito di quel processo di “parabola inoltre, la diversità del ruolo del ricordo nei mensione immediatamente produttiva nel-
della memoria” esaminato da Paolo Rossi. vari ambiti disciplinari. l’esperienza artistica tanto del produttore
L’avversione di Erasmo nei confronti del- Mauro Di Giandomenico si è soffermato quanto del fruitore: essa offre possibilità
l’arte mnemotecnica è stata sviluppata in- sul nesso scienza e oblio. La scienza si istantanee. Tutta la tradizione letteraria vie-
torno a due argomentazioni: 1. la conside- presenta come un insieme di risultati abba- ne considerata come un complesso gioco
razione della parola da parte tra memoria e oblio.
delle arti rammemorative; 2. A conclusione delle relazio-
l’importanza attribuita da Era- ni, l’intervento di Paolo Ros-
smo alla stampa. Nelle arti ram- si ha ripreso il parallelismo,
memorative manca, per Era- che, da sempre, contraddistin-
smo, la consapevolezza del- gue l’atteggiamento nei con-
l’evoluzione temporale della
parola: le parole sono piene di
Ricordo fronti della memoria: la con-
vinzione dell’importanza del-
tempo, sono sedimentazioni
temporali. La pagina stampata
e parole la memoria e la polemica con-
tro la memoria, polemica che
è supporto tecnologico per una
memoria non intesa più come in storiografia può presentarsi, anche, come
un’avversità al “sapere cose”.
tecnica separata. La stampa con- E’ stata ripresa e approfondi-
sente la riflessione sulla parola, ta la doppia necessità di di-
la lettura, che non è ripetizione, di Enrico I. Rambaldi menticare e di ricordare. A
ma è la possibilità della rifles- proposito del rapporto tra
sione. Con la stampa scompare scienza e oblio, si è osservato
la necessità di avere tutto nella come la consapevolezza che
memoria. Il venir meno di que- «La mia immagine del passato si costruisce in vista dell’ac-
sta necessità comporta l’irru- è come una terra assetata d’acqua: cantonamento o del supera-
zione della soggettività nel tem- vi cade una goccia e subitamente scompare; mento dei prodotti del pro-
po dello studio. In senso contra- vi scorre un torrente ed eccolo assorbito dal prio lavoro coincida con l’as-
rio per Erasmo non c’è sapere, suolo.» sunzione della propria morta-
ma museografia. Erasmo è, così, lità. In riferimento al ruolo
assunto come la prima pietra Saul Friedländer della memoria nella letteratu-
d’inciampo della parabola del- ra, è stata valutata l’impor-
la memoria, che ha un altro momento signi- stanza certi proprio in relazione al rapporto tanza delle emozioni come elementi del-
ficativo nell’età di Leibniz, allorché si assi- che instaura con la memoria. E’ necessario, la memoria, che diventa, con Proust,
ste alla scomparsa definitiva della memo- per comprendere la relazione tra scienze e luogo di intrecci. F.R.C.
ria come tecnica separata. memoria, ricorrere alla distinzione psico-
Enrico Rambaldi ha posto il problema logica tra “memoria a breve termine” e
della memoria in relazione al valore del “memoria a lungo termine” e alla relazione
ricordo. Il ricordare, da un lato, investe il costituente, che si pone tra scienza militan- Presentiamo qui una rielaborazione del-
riconoscimento dell’importanza delle ori- te e memoria a breve termine e storia della l’intervento di Enrico Rambaldi alla ta-
C
sono gli storici dimostrano che essi somigliano più ad
scientifica di Paolo Rossi, già prima di leggere «una membrana semimpermeabile» che non ad «un muro
quest’ultimo suo bel libro ha presente il taglio di di cemento» (pp. 179-183).
storiografia delle idee con cui tratta la storia e della Anche per i più affezionati lettori di Rossi, questo libro
filosofia e della scienza. Il lettore ne conosce anche la presenta tuttavia una peculiarità: un acuto senso, che ne
«spiccata predilezione» per il «mondo spesso ambiguo e illumina e ravviva le pagine, delle aporie che investono il
sfuggente» delle «metafore», dei «themata», degli «stili lavoro di storico che si occupa di scienze sia umane, sia
di pensiero» (p.8) e lo sa avverso a troppo definiti confini naturali, cioè due ambiti nei quali l’atteggiamento verso
tra «le scienze della natura e le scienze cosiddette uma- il passato è non solo differente, ma opposto. Negli studi
ne». Del resto, scrive Rossi, varcandoli e rivarcandoli, i umanistici, scrive Rossi, regna la memoria, l’oblio in
confini, «ogni giorno, alla piena luce del sole», quelle quelli di scienze naturali. «Nessuno studente potrebbe
5
SAGGIO
mai pensare di laurearsi in filosofia senza aver mai letto morarne episodi né affetti, ma non nel senso che gli anni
un dialogo di Platone o un’opera di Descartes e di Kant», della loro effettiva esistenza siano senza ricordi. Questi
mentre, «al contrario, ci sembra del tutto ovvio e naturale ricordi vogliono anzi trasmetterli, saperli accolti e con-
che un laureando in fisica o in biologia possa non aver mai servati come valore anche dagli uomini, e con ciò espri-
letto direttamente i Principia di Newton o le memorie di mono, da ultimo, l’esigenza di esser riconosciuti come
Einstein o L’origine delle specie di Darwin» (p.155). fini, non umiliati a mezzi. I replicanti di Blade runner,
Di quest’aporia, che l’atteggiamento verso il passato in che in pochi anni bruciano intensamente, come candele
quei due ambiti disciplinari sia tanto differente, ed anzi che ardono ai due estremi, sono soggetti morali, capaci di
opposto, Rossi, come mostra già il titolo del libro, è ben atti liberi, amano ed odiano, ed è di questo che chiedono
conscio, e ciò contribuisce a render affascinanti le sue il riconoscimento: «Io ne ho viste cose», dice morendo
pagine, tese a “viverlo” come ricercatore, quel parados- l’ultimo degli androidi ribelli, Rutger Hauer, «che voi
so. Non solo sulla memoria, ma anche sull’oblio scrive da umani non potreste immaginarvi», ed all’uccisore dei
storico, ponendo il problema del suo dominio nelle scien- suoi compagni affida lampi di ricordo, delle battaglie
ze, che bandiscono la memoria: «Quando una scienza si sostenute contro «navi da combattimento in fiamme al
è saldamente costituita, gli specialisti di quella scienza largo dei bastioni di Orione». L’accoglierli, quei lampi di
dimenticano il passato del loro proprio sapere» (p.157), ricordo, riscatta il suo persecutore: egli impedisce che
affondano nell’oblio non «solo le teorie invecchiate o «quei momenti» precipitino nella dimenticanza, smar-
superate, ma anche la genesi delle singole scienze» (159). rendosi «nel tempo, come lacrime nella pioggia». Quegli
Lo storico della scienza, quindi, va a scavare in un passato organismi artificiali diventano così, per Harrison Ford,
che non è vissuto come costitutivo della loro identità da soggetti morali, ed il film si chiude con l’amore tra lui ed
coloro che pure esso identifica: è quel passato che fa del una replicante, in una conquistata uguaglianza.
cultore di quella disciplina scientifica ciò che egli è. So bene che memoria e ricordo sono, nel linguaggio, per
Come se esistessero palazzi, i cui inquilini non lasciasse- lo più sinonimi, come anche oblio e dimenticanza. Tutta-
ro mai l’attico; anche questa un’immagine di Blade via, la distinzione tra aspetti prevalentemente cognitivi di
Runner, film che Rossi cita a proposito dei replicanti, memoria/oblio, e morali di ricordo/dimenticanza (anche
organismi artificiali ma «privi di memoria» (p.20). In per l’etimo, che contiene riferimento al cuore) non mi
quei palazzi lo storico scende, invece, sin a scrutarne le pare irrilevante, pur nella ristrettezza di ogni uso defini-
fondamenta, in sotterranei dei quali i superbi abitanti torio delle parole. Quante non sono le persone di poca
sanno pur l’esistenza, se ogni giorno vi precipitano, memoria ma saldissimi ricordi, estremamente coscienti
lungo cunicoli senza ritorno, bracciate di libri, riviste della propria identità, radicate in tradizioni e costumi, ma
scientifiche da annate intere. smemorate per date, ricorrenze, nomi ecc.? Rossi, oppor-
Per chiarire i termini di queste osservazioni, preciso tunamente, discorre nel libro anche di Freud, e difatti
d’intender qui le coppie memoria/oblio e ricordo/dimen- nell’ambito teorico della psicanalisi il ricordo è distinto
ticanza come opposti, ed i due termini di ciascuna coppia dalla memoria, e si assume come potentemente attiva la
con campi semantici coestesi. Considero cioè la memoria presenza di ricordi dei quali non si ha, e spesso nemmeno
(e l’oblio) come denotante capacità cognitive d’archivia- si può avere, memoria alcuna, e che pure costituiscono
re (cancellare) nozioni, ed anche così Rossi la caratteriz- l’identità più intima dell’individuo, contribuiscono a
zò in un libro importante, Clavis universalis: arti della plasmarlo come soggetto morale. V’è chi teorizza, in
memoria e logica combinatoria da Lullo a Leibniz1, e di ambito latamente freudiano, di ricordi latenti del trauma
nuovo in questo libro la dipinge (“L’arte della memoria: della nascita e addirittura della vita fetale (differenze
rinascita e trasfigurazioni”; pp. 59-94). Riprendendo caratteriali tra gemelli vengono, ad esempio, fatte risalire
Kuhn, egli descrive, ad esempio, la pratica dell’oblio dei anche alle diverse posizioni nel grembo materno, per
«manuali» scientifici, che «non solo nascondono il ruolo, stabilire quale incombesse sull’altro). Nessuno ha me-
ma l’esistenza stessa delle passate rivoluzioni [scientifi- moria di sé poppante, ma ricordo sì, perché il suo tessuto
che] che hanno contribuito a generarli», e se ne riportano emozionale primario ancora contiene, ed attivissimo,
«frammentarie» notizie storiche, è per eleggere alcuni quell’obliato vissuto. Se quindi la memoria può esser non
aspetti del passato ad «anticipazioni» e «precorrimenti» illegittimamente descritta come una facoltà soprattutto
di «verità» (p.160). Quest’aporeticità del lavoro dello cognitiva, un archivio, riguardi essa un passato remoto,
storico può allora esser delineata così: egli si occupa recente o sin l’oggi, il ricordo può esser denotato, invece,
(anche) di un contenuto diverso che non quello cognitivo come un destino, che inscindibilmente abbraccia passato,
della coppia memoria/oblio, poiché cerca, nel passato, presente e futuro, e costituisce l’identità, il soggetto. E lo
ciò che costituisce il presente e lo apre anche al futuro. Lo storico, che si occupa di ricordi, tramite la storia tenta di
storico, cioè, potendo inviterebbe il demoniaco biologo comprendere e le origini stesse, per quanto umbratili, e la
che abita l’attico del palazzo di Blade Runner a ricordarsi presente identità, per quanto incerta, e l’orizzonte del
del passato, a fondarvi il suo agire presente e futuro. E se futuro, per quanto precario. Così infatti Rossi: «la memo-
quell’arrogante dio minore l’avesse accettato, il ricordo, ria è di uomini e animali, la reminiscenza è solo dell’uo-
ne sarebbero scaturite conseguenze non solo cognitive mo» (p.13). Il fatto che Rossi sviluppi quest’aporia e
(di memoria), ma anche morali: avrebbe forse compreso, ritenga che si possa (debba) far storia anche di ambiti nei
come alla fine il protagonista del film, Harrison Ford, che quali (come le scienze) regna l’oblio, dà spessore alle sue
i replicanti sono sì “privi di memoria”, ma solo nel senso pagine e, più in generale, al suo profilo di studioso, ed io
che non ebbero infanzia, e quindi non possono ramme- ho ancora oggi viva nell’animo una citazione ch’egli fece
6
SAGGIO
nella relazione conclusiva di un convegno torinese degli morale dell’identità, ma per «rimettere a posto la propria
anni Sessanta; citazione che gli è cara, se qui la riprende, memoria, e riaggiustarla con, documenti scritti», e poi
e che è tratta da un romanziere nero americano, James distruggere il ricordo perfino di quel delitto: «dimen-
Baldwin, il quale richiama il proprio popolo alla sua tichi di averlo fatto»! Descrizione romanzesca di una
identità presente come pegno di riscatto futuro, e quindi pratica attuata dal XX secolo in misura superiore,
al ricordo come destino: «Abbi coscienza delle tue origi- forse, che non quelli trascorsi, e che un autore citato da
ni: se conosci le tue origini, allora non ci saranno limiti ai Rossi , Yerushalmi, descrive come «invenzione di un
quali tu non possa spingerti» (p.21). passato mitico», costruito «per servire il potere delle
tenebre» dagli “agenti dell’oblio”, che obliterano “i
uesta distinzione tra memoria e ricordo, oblio e documenti”, li riducono “a brandelli”. «Soltanto lo
7
SAGGIO
do a sradicare dall’identità politica d’Israele se non il dell’uomo bello, conquistare l’amore di una donna, pur-
ricordo, quanto meno i suoi “eccessi”. «La storia e la ché espliciti l’universalità umana presente nella sua em-
memoria collettiva -scrive Elkana nei passi che Rossi cita pirica individualità, e scambi con la donna riconoscimen-
- sono parte inseparabile di ogni cultura, ma il passato ti universalmente umani, “amore” con “amore” e “fidu-
non è e non deve diventare l’elemento determinante del cia” con “fiducia”. Se invece Io, “brutto”, pretendo di
futuro di una società e di un popolo». Egli ritiene che un “comprarmi la più bella donna”, e m’arrogo che in forza
eccesso di ricordo delle persecuzioni avrebbe «suscitato del mio danaro “non sono brutto”, allora vengo meno
la diffusa credenza che il mondo intero sia contro di noi», all’uguaglianza con me stesso, al mio Io, mi spoglio della
sicché «dalle ceneri di Auschwitz» sarebbero emerse mia umanità, nego che bruttezza, amore e fiducia siano
“due nazioni”, che nel suo testo sembrano potersi inten- compatibili nell’uguaglianza morale. Il bacio tra i due
dere come la destra e la sinistra ebraiche. Della destra, amanti non esprime allora la comune umanità, perché il
allora maggioranza nel Knesseth, il parlamento israelia- danaro pietrifica le differenze in opposti irriducibili, ed è
no, Elkana dà una descrizione infamante. Mentre infatti esso che, contro natura, «li unisce» e «li costringe a
la minoritaria “nazione” di sinistra s’ispirerebbe al prin- baciarsi». Marx ritiene dunque che l’uguaglianza tra
cipio che «ciò non dovrà accadere mai più», l’altra uomini sia in primo luogo uguaglianza di ognuno con se
“nazione”, «maggioranza terrorizzata ed ossessionata», stesso, ed egli e Rousseau, a diversi livelli di radicalità,
affermerebbe: «ciò non dovrà mai più accadere a noi». vengono a dir questo: che l’uguaglianza può esser costru-
Ecco la conclusione della dicotomia: «una democrazia si ita a partire da ciò che fa sì che ogni Io sia quell’Io che è4.
nutre di presente e di futuro, e un eccesso di dedizione al Volendo scindere tra ricordo ed identità, Elkana sostiene
passato mina i fondamenti di una democrazia», donde il invece il contrario: sradichiamoci dalla nostra storia, e
rimedio: «dobbiamo imparare a dimenticare», poiché «è saremo meno tentati dalla disuguaglianza. Una versione
giunto il momento di sradicare dalle nostre vite l’oppres- morale della pax romana: desertifichiamoci!
sione del ricordo» (p.29).
Non è facile criticare riflessioni sulla Shoah svolte da chi na posizione ben più complessa esprime Jean
l’abbia patita. Ma credo che Elkana sbagli. Egli interpreta
il ricordo, o quanto meno il ricordo bruciante, che implica
il risentimento, come un fattore ostile a pace ed ugua-
U Améry, anch’egli sopravvissuto ad Auschwitz,
dove fu compagno di baracca di Levi, e che
Paolo Rossi ricorda subito dopo, ma troppo avvicinando-
glianza possibili: quel ricordo isolerebbe il popolo ebrai- lo ad Elkana: «Il breve articolo di Elkana ha suscitato
co, lo renderebbe incapace di sentire l’identità dell’Altro. polemiche feroci. Ma credo che egli non volesse dire una
E’ invece vero l’opposto: solo se Israele ricorda può cosa diversa da quella alla quale faceva riferimento uno
comprendere altri che ricordino; se dimentica, perde non dei più grandi testimoni dell’Olocausto: Jean Améry che,
solo la propria identità, ma anche la possibilità di contatto senza alcuna pietà verso se stesso, si vedeva irrimediabil-
con l’identità dell’Altro, e quindi la via dell’uguaglianza, mente prigioniero di “quel risentimento che impedisce lo
che è valore morale e politico solo se tra differenti. Infatti sbocco verso il futuro, che è la dimensione più autentica-
non perché Tu ed Io siamo entrambi ebrei, arabi o che mente umana”» (p.29). Nelle amarissime pagine di Intel-
altro, non per questo siamo moralmente uguali, ma per- lettuale a Auschwitz5, Améry esamina con inaudito co-
ché ci diamo reciproco riconoscimento delle nostre diffe- raggio la presenza, nel ricordo, del risentimento, che non
renze naturali e storiche come di valori che costituiscono solo accetta, ma rivendica e moralmente legittima.
le nostre identità. E’ questa la condizione perché possia- «L’esperienza delle persecuzione era in ultima analisi
mo distribuirci uguaglianza: a meno di non infingerci quella di un’estrema solitudine»(p.122), scrive, ed è da
titani impegnati in una seconda creazione, è evidente che quell’estrema e determinatissima miseria dell’Io che
l’uguaglianza vada perseguita a muovere da esistenti ed inizia la sua analisi: da un evento preciso, la tortura, patita
insopprimibili disuguaglianze naturali. L’uguaglianza il 23 luglio del 1943, quando il tenente delle SS Praust gli
morale e politica è un atto di libertà che quelle differenze fissò un gancio alle manette che gli stringevano i polsi
naturali riplasma, come scrisse Rousseau: «Io vedo nel “dietro la schiena” e, per fustigarlo, lo sollevò un metro
genere umano due tipi di ineguaglianza; la prima che dal suolo. «Avvertii uno schianto e uno scheggiarsi nelle
chiamo naturale o fisica, perché è stabilita dalla natura, e spalle che il mio corpo sino ad oggi non ha dimenticato.
che consiste nella differenza dell’età, della salute, delle Le teste degli omeri saltarono dalla loro sede. Il mio
forze fisiche e delle qualità dello spirito o dell’anima; stesso peso provocò una lussazione, caddi nel vuoto e mi
l’altra, che si può chiamare ineguaglianza morale o ritrovai appeso alle braccia slogate, sollevate da dietro e
politica, perché dipende da una specie di convinzione ed chiuse sopra la testa in posizione rovesciata» (p.72). Ciò
è stabilita o almeno autorizzata dal consenso degli uomi- che accadde quel giorno al suo Io, il ricordo della “prima
ni». E, più radicalmente ancora, Marx non solo nega che percossa” (p.64), ciò e molto altro ancora rimase da
la disuguaglianza naturale abbia incidenza su quella allora inscindibilmente parte della sua individualità. Ma
morale, ma sviluppa una concezione per cui le categorie ognuno, anche chi non abbia subito terrificanti oltraggi,
che costituiscono l’uguaglianza morale, «amore» e «fi- partecipa con Améry di una caratteristica dell’Io: di
ducia» reciproci, presuppongono le differenze naturali, e essere «moralmente unico» (p.123). Da questa unicità di
nulla hanno a che vedere con la «Nivellierungssucht» ciascuno, dai ricordi che lo costituiscono così come
(«brama di livellamento»). La disuguaglianza fisica, ad effettivamente sono (compresi i risentimenti) si deve
esempio la bruttezza, è compatibile con l’uguaglianza partire per vivere l’identità e l’uguaglianza.
morale. L’uomo brutto, argomenta Marx, può, non meno Le riflessioni di Améry restano eroicamente fedeli al
8
SAGGIO
concetto d’individualità. Egli testimonia: «sin dalla pri- che il risentimento è una condizione non solo contro la
ma percossa, [l’Io del torturato] perde qualcosa che forse natura umana ma anche contraddittorio a livello logico.
possiamo definire in via provvisoria la fiducia nel mon- Inchioda ciascuno di noi alla croce del nostro passato
do», e che designa la fiducia che la propria specifica, distrutto [...] impedisce lo sbocco verso il futuro, la
irriducibile ed individuale identità sia riconosciuta come dimensione più autenticamente umana» (p.119; corsivo
valore. «L’elemento più importante della fiducia nel mio; Rossi, a p. 29, cita parte di questo passo, ma senza
mondo [...] è la certezza che l’altro, sulla scorta di analizzare a fondo la morale del risentimento). L’Io
contratti sociali scritti e non, avrà riguardo di me, più ricorda, e vuole ricordare, e non può non ricordare, ma
precisamente, che egli rispetterà la mia sostanza fisica e ricorda con il “character indelebilis” (p.74) dell’offesa
quindi metafisica. I confini del mio corpo sono i confini subita. Come superare quella contraddittorietà logica ed
del mio Io. La superficie cutanea mi protegge dal mondo impedire che il risentimento precluda il futuro e l’ugua-
esterno; se devo avere fiducia, sulla pelle devo sentire glianza? Anzi: come costruire futuro ed uguaglianza
solo ciò che io voglio senti- anche sul risentimento?
re» (p.66). La tortura espri- Améry risponde con una
me dunque «la violazione acuta distinzione tra tempo
del confine del mio Io da morale, interiore, e tempo
parte dell’Altro» (p.73), e naturale (distinzione che,
per questo lascia «un mar- in altri termini, fa anche
chio indelebile» (74), che Paolo Rossi; pp. 81-84). E’
s’imprime nel ricordo ri- difficile stabilire qui, e del
sentito: «parlo da vittima e resto non ne sarei capace,
analizzo i miei risentimen- quanto pesino l’uno e l’al-
ti», e «devo assumermi la tro tempo, ed il loro intrec-
responsabilità del mio ri- cio, nel lavoro dello stori-
sentimento», legittimando- co. Ma la distinzione è in-
lo «come parte integrante controvertibile: il tempo
della mia personalità» naturale, ad esempio, ha ri-
(pp.112-113). A chi gli op- sanato gli omeri di Améry,
pone che “i tratti caratteria- ma non la violazione mora-
li” che determinano la per- le dell’Io. «Chi è stato tor-
sonalità del risentito sono turato resta tale. La tortura
“distorti”, e quindi vanno è un marchio indelebile an-
sradicati in nome del futu- che quando clinicamente
ro, Améry risponde: «Sa- non sono riscontrabili trac-
remmo, così si afferma, dei ce oggettive» (p.74). Assi-
“distorti”. Di sfuggita ri- milare il tempo morale, in-
penso alle mie braccia con- teriore, a quello naturale è
torte dietro la schiena du- profondamente immorale:
rante la tortura, e questa «Il senso naturale del tem-
mia realtà mi richiama a po ha le sue radici effettive
“ridefinire il nostro essere nel processo fisiologico del
distorti come forma di uma- rimarginarsi delle ferite ed
nità moralmente e storica- è entrato a far parte della
mente più elevata rispetto rappresentazione sociale
alla sana dirittura» (p.119). della realtà», ma quest’ire-
Il libro di Paolo Rossi è, da Classe di Talmud, Cecoslovacchia 1938 (foto di M. nismo naturalistico perver-
ultimo, libro di uno storico te il significato morale del
sul tempo. Ed è a proposito del tempo storico che Améry tempo: «quel che è stato è stato: questa espressione è
mette a nudo una aporia profonda: se il ricordo recupera tanto vera quanto contraria alla morale e allo spirito».
il passato, e quindi il tempo, allora è in contraddizione Ricordare con risentimento è quindi legittimo: «E’ diritto
con il risentimento, che il tempo pare voler negare: «Il e privilegio dell’essere umano non dichiararsi d’accordo
senso del tempo di chi è prigioniero del risentimento è con ogni avvenimento naturale, e quindi nemmeno con il
distorto, dissociato, se si preferisce, perché pretende ciò rimarginarsi biologico provocato dal tempo» (p.124). E’
che è doppiamente impossibile: il cammino a ritroso un suo diritto storico (fondato sul suo ricordo) individua-
verso il già vissuto e l’annullamento di ciò che è stato» le, che non può esser annacquato nell’asserzione di
(pp.119-120). Ciò ha conseguenze sul futuro: «L’uomo Elkana che «una democrazia si nutre di presente e di
del risentimento non può unirsi a quell’inno alla pace che futuro e un eccesso di dedizione al passato mina i fonda-
ci esorta a non guardare più indietro, ma in avanti, verso menti di una democrazia». L’esperienza individuale che,
un migliore e comune futuro», come pretende Elkana. in impensabile, tremenda solitudine, ogni singola vittima
Améry è ben conscio dell’aporia concettuale che ciò fece, solo ingannevolmente può esser riscattata da una
comporta: «Alle mie riflessioni non è rimasto nascosto società che si presenti, rispetto all’individuo, come sog-
9
SAGGIO
getto sublimato. Una tale società «pensa solo alla propria attraverso di lui, i complici rimasti impuniti; il riconosci-
continuità. La società si preoccupa della propria sicurez- mento è tra individui) soltanto se anche Wajs sperimen-
za, non di una vita lesa» (p.122), mentre lui, Hans Meyer, terà, nella corporeità fisica e metafisica del suo Io, la
al quale il nazismo ha strappato «identità e passato»6, verità morale dei suoi misfatti. Wajs fu processato, con-
costringendolo a mutare persino il proprio nome7, è una dannato, fucilato. Ed eccola, l’amara ma profonda ed
vita lesa. E’ qui, in questa verità individuale, ch’è da umana soluzione: «Di fronte al plotone d’esecuzione la
scavarsi per trovare la soluzione, perché «se accetto i SS Wajs sperimentò la verità morale dei suoi misfatti. In
miei risentimenti, se ammetto di essere “prevenuto” nel quell’istante era con me: e io non ero più solo con il
considerare il nostro problema, so però anche di essere manico della pala. Voglio credere che nell’istante della
prigioniero della verità morale di questo conflitto» sua esecuzione egli avrebbe voluto, al pari mio, invertire
(p.121). il tempo, annullare quanto era accaduto. Nel momento in
Nessuna soluzione, dunque? O il naturalismo di Elkana cui era condotto sul luogo dell’esecuzione, da avverso
o il risentimento “contraddittorio a livello logico”, che egli si era nuovamente ritrasformato in prossimo» (p.122).
impedisce “lo sbocco verso il futuro”? E’ il rigore con il Così, nel ricordo, anche il risentimento diviene elemento
quale Améry spinge sino all’estremo l’analisi che ci di identità, di valore, di uguaglianza, di un’autentica
toglie dall’impasse: egli mostra come al fondo del risen- apertura al futuro. A ciò non conducono la dimenticanza,
timento giaccia la possibilità d’invertire il corso naturale l’oblio, il perdono naturalistico-sociale.
del tempo, di fondere ricordo e risentimento raggiungen-
do un’identificazione di sé come soggetto morale, che e testimonianze sulla Shoah sono piene di episodi
consente di aprirsi non solo all’Altro, ma (nella giustizia)
anche all’offensore. Améry procede per eventi singolari,
e ricorda, ad esempio, il kapo Juszek, «un criminale
L di vittime che disperatamente tentavano
di lasciare tracce al ricordo, e di carnefici che le
cancellavano. Un passo di Simon Wiesenthal, citato da
polacco di terrificante vigoria», che un giorno lo colpì. Paolo Rossi, mostra quanto fosse impari quella lotta: non
Molto più debole fisicamente, Améry reagì e, prima di solo perché le vittime erano inermi e i carnefici avevano
crollare sotto le percosse, gli sferrò un pugno. Reagì, il Potere, ma soprattutto perché l’orrore pareva troppo
testimonia, «perché avevo ben compreso che nella vita vi grande per la mente umana, ed elevava una barriera
sono situazioni in cui il nostro corpo è tutto il nostro Io e metafisica contro il ricordo: «I prigionieri dei Lager -ha
tutto il nostro destino. Ero il mio corpo e null’altro [...]. scritto Simon Wiesenthal- venivano così ammoniti dai
Il mio corpo, nel momento in cui si tendeva per sferrare loro aguzzini: “In qualunque modo questa guerra finisca,
il colpo, era la mia dignità fisica e metafisica [...]. Nel la guerra contro di voi l’abbiamo vinta noi; nessuno di voi
colpo io ero me stesso: lo ero per me e per l’avversario» rimarrà per portare testimonianza, ma se anche qualcuno
(p.148; il corsivo è mio). Qui è dalla riaffermazione del scampasse, il mondo non gli crederà”» (p.27). Era questa,
proprio valore nel “Zurückschlagen” (“rendere il colpo”) ritengo, la “estrema solitudine” di cui testimonia Améry.
che nasce l’intersoggettività, e Améry esige non di sradi- In un filmato che molti hanno visto, Shoah, di Claude
care il ricordo perché esso è anche risentimento, ma di Lanzmann, questa solitudine è resa visibile. Le immagini
costruire su esso come veramente è, ricordo risentito, si chiudono con le parole di un resistente di Varsavia, che
l’uguaglianza. Invoca non la dimenticanza, falso perdo- si ricorda solo tra quelle rovine di morte, e testimonia
no alla deriva nel flusso del tempo naturale, ma la (anche nel tono della voce, nelle espressioni del viso) una
giustizia, che consente l’inversione morale del tempo: solitudine tanto ampia e profonda e di così intensa e ricca
«L’uomo morale esige la sospensione del tempo; nel moralità, da non esser quasi più esprimibile come dispe-
nostro caso, inchiodando il misfattore al suo misfatto. In razione: «E mi ricordo di un momento - in cui ho provato
questo modo egli potrà, avvenuta l’inversione morale del una specie di quiete, - di serenità, - in cui mi sono detto:
tempo, essere accostato alla vittima in quanto suo simile» - «Sono l’ultimo degli ebrei, - aspetterò il mattino -
(124). E Améry ci parla nuovamente di un individuo ed aspetterò i tedeschi”»8.
un evento singolari, della “SS fiamminga Wajs”, “plurio- Vittime che per testimoniare usavano fragilissime paro-
micida e torturatore”, che lo «colpiva alla testa con il le: nomi, date, eventi scritti su fogli che sigillavano in
manico della pala». Anche Wajs era un Io, e «viveva scatole di latta e seppellivano, che qualcuno, un giorno,
l’attrezzo come il prolungamento della sua mano», e di li ritrovasse; parole incise su muri di morte, vergate e
fronte a quell’Io persecutore, scrive Améry, «solo io ero, gettate da treni di morte, scambiate tra esseri umani che
e ancora oggi sono, in possesso della verità morale delle abitavano la morte, che un sopravvissuto le ricordasse.
percosse che tuttora mi risuonano nella testa, e ho quindi Migliaia e migliaia e ancora migliaia di parole scritte e
maggior diritto a giudicare non solo rispetto ai colpevoli, dette da milioni di vittime: quindi, letteralmente, miliardi
ma anche alla società» (pp. 121-122), poiché «la remis- e miliardi e ancora miliardi di parole, affidate all’oceano
sione e l’oblio provocati da una pressione sociale sono del tempo, nella speranza che qualcuna giungesse a noi e,
immorali» (123-124). dopo di noi, ai posteri. E carnefici che costringevano
E’ nella punizione del colpevole che la vittima può quelle stesse vittime a sbiancarli e risbiancarli, quei muri,
incontrare l’aguzzino, perché lo ritrova solo, come essa, a pulire e ripulire le camere a gas, che facevano saltare
da allora, è sola. Il ricordo della vittima è risentimento con la dinamite, al momento di abbandonarli, i forni,
perché la sua “estrema solitudine” è «una condizione che che... Sterminate quantità di eventi opposti: gli uni per il
ancora perdura». Améry è depositario di questa verità ricordo, gli altri per stendere l’oblio e la dimenticanza.
morale, e potrà riconoscere Wajs (ma solo lui; non anche, Una lotta impari, che Primo Levi ricorda in frasi asciutte:
10
SAGGIO
«Il bisogno di raccontare agli “altri”, di fare gli “altri” di francese» e non ha ancora imparato che, per tentare di
partecipi, aveva assunto fra noi, prima della liberazione sopravvivere, bisogna lavorare il più lentamente possibi-
e dopo, il carattere di un impulso immediato e violento»9. le, «fare economia di tutto, di fiato, di movimenti, perfino
E il timore di non esser ascoltati, che il valore della di pensiero». “Pas si vite, idiot!”, impreca Gounan. Kraus
propria testimonianza non fosse accolto, era come un non capisce, ed allora il francese, attingendo anche al
incubo, diffuso tra i deportati: «Sentivo un bisogno così patrimonio della propria storia di ebreo d’origine polac-
prepotente di raccontare, che raccontavo a voce. Allora, ca: «Langsam, du blöder Einer, langsam, verstanden?»,
nel lager, facevo spesso un sogno: sognavo che tornavo, ch’è un ibrido di tedesco ed jiddish e significa, parola per
rientravo nella mia famiglia, raccontavo, e non ero ascol- parola, «Piano tu stupido uno, piano, capito?»”. Levi (nel
tato. Colui che mi sta davanti non mi sta a sentire, si volta 1946, a ridosso della persecuzione) l’aveva trascritta
e se ne va. Ho raccontato questo sogno, in lager, ai miei “tale e quale”, credendo però che fosse solo tedesco12,
amici, e loro hanno detto: «Capita anche a noi»10. lingua che lo stesso Levi conosceva ancora malamente.
Qui l’aporia dello storico si Anni più tardi, quando Se
fa acutissima, e traluce nel- questo è un uomo viene tra-
le pagine di Paolo Rossi dotto in tedesco, dopo una
laddove egli riesamina la lunga discussione epistola-
differenza tra la funzione re con il traduttore, che non
del ricordo e della testimo- si raccapezza con quel “du
nianza nelle Lettere e nelle blöder Einer”, espressione
Scienze. La fragilità delle che in tedesco suona scor-
parole, veicolo principale retta, Levi accetta quella
del ricordo, pare infatti tale, che i filologi definiscono
che sembra doversi dispe- una lectio facilior: Il tra-
rare della possibilità di tra- duttore lo convince che
mandare ciò che principal- quella frase è da emendarsi
mente alimenta le Lettere: in «Langsam, du blöder
passioni, emozioni, giudizi Heini...», dove Heini è il
morali, credenze, speranze diminutivo di Heinrich,
ecc. Per la stessa aleatorie- Enrico. «Dovevo aver sen-
tà di poter esser affidati solo tito o ricordato male», am-
a parole (le arti visive, al- mette Levi, e l’edizione te-
meno sino al XX secolo, desca del libro esce con il
hanno molta minor rilevan- testo che pare emendato,
za da questo punto di vi- ed invece è corrotto. Passa-
sta), i fatti riguardanti le ti altri anni, Levi legge un
umane sorti paiono più fa- libro sullo jid-disch, e si
cilmente falsificabili. La te- avvede di aver ricordato
stimonianza di Améry può giusto: l’espressione “du
esser contraddetta, e non eyner” era jiddisch, e Gou-
solo nel senso maledetto dei nan, franco-polacco, aveva
persecutori e della storio- attinto alla comune tradi-
grafia revisionista, ma an- zione askenazita per farsi
che da chi, suo amico e intendere da Kraus, ebreo
compagno di sventura, in- ungherese. Quindi, vivente
terpreti e viva gli stessi Manoscirtto in lingua jiddish il testimone e con i fatti
eventi in modo differente. sotterrato nel KL. di Auschwitz da un Sonderkommando ancora prossimi, le parole
Primo Levi, ad esempio, mostrano una straordinaria
non condivise il risentimento di Améry, suo “compagno precarietà: al momento della traduzione tedesca di Se
ed antagonista”, e questi a sua volta lo chiamò, in una questo è un uomo mutarono lingua, lezione ed anche il
lettera privata, “il perdonatore”, definizione che Levi destinatario del libro, poiché Levi si avvide solo allora
respinse: «Non la considero né un’offesa né una lode, che «i [...] destinatari veri, quelli contro cui il libro si
bensì un’imprecisione»11. Comunque, siamo innegabil- puntava come un’arma, erano loro, i tedeschi»13. E, come
mente davanti ad una drammatica differenza tra le inter- vedremo in Spinoza, lingua, lezione e destinatario sono
pretazioni dei ricordi di due testimoni degli stessi eventi. elementi decisivi nella trasmissione di un monumento
La precarietà di affidarsi prevalentemente a parole era letterario, composto di parole.
resa ancora più acuta dal fatto che i Lager erano una Nella trasmissione del teorema di Pitagora, ad esempio,
babele di lingue, ove le parole venivano spessissimo questa dipendenza dalla lingua, dalla lezione, dal destina-
fraintese, storpiate, o restavano indecifrabili. In Se questo tario ecc. è assente, ed è con una citazione da Spinoza che
è un uomo, Levi racconta di un ebreo francese di origine Paolo Rossi esamina quest’ulteriore differenza tra lo
polacca, Gounan, che ne apostrofa uno ungherese, Kraus, scienziato (il “filosofo naturale” secentesco) ed il lettera-
il quale «capisce assai male il tedesco e non sa una parola to; ulteriore perché il tema dell’oblio si presenta qui non
11
SAGGIO
solo come atteggiamento soggettivo dell’autore di ma- mente scorretti; che i veri autori sono sovente ignoti; le
nuali scientifici, ma anche come dato oggettivo: matema- motivazioni delle lezioni marginali incerte; che nella
tica ed esperimento non abbisognano di testimonianze, e lingua ebraica le lettere labiali sono tra loro spesso
lo scienziato s’erge indipendente di fronte alla tradizione. intercambiabili, e così le linguali, dentali, palatali e
«Galilei -scrive Rossi- contrappone i filosofi naturali agli gutturali; le forme verbali assimilabili a nomi e prive di
“istorici” o “dottori di memoria”. La mentalità di questi molti tempi; le congiunzioni e gli avverbi con significati
ultimi è caratterizzata dal continuo bisogno di richiamar- spesso opposti; inoltre il testo mancava, in origine, di
si ad una guida. L’immagine che Galilei contrappone a segni d’interpunzione, accenti, vocali, che vennero ag-
questa mentalità è quella di ricercatori che, a differenza giunti secoli e secoli più tardi da dotti per i quali la lingua
dei ciechi, non hanno bisogno di guida alcuna [...]. Le della Scrittura era ormai antichissima. Dal punto di vista
testimonianze di altri non hanno alcun valore di fronte al linguistico e della lezione delle parole (che è quello che
criterio del vero e del falso: “Addurre tanti testimoni non qui più preme), è dunque evidente che nella Scrittura
serve a niente”» (162). Dunque le testimonianze di chi come monumento letterario, in forza di «questa costitu-
vuol tramandare non verità scientifico-matematiche, ma zione e natura della lingua ebraica debbano nascere tante
eventi umani, passioni, giudizi morali ecc. paiono con- ambiguità che non vi è metodo in grado di risolvere» (p.
dannate, per loro natura, ad essere non solo falsificabili, 198). Per questi ed altri motivi si può concludere che la
ma intrinsecamente ambigue; implicano dizione ed ascolto lezione della Scrittura è inguaribilmente corrotta dal
corretti, la conoscenza del contesto, ecc., come si è visto tempo, dagli uomini, dalle circostanze di trasmissione
per “du eyner”. Altrimenti nelle scienze, scrive Rossi: ecc. Per di più, la narrazione è zeppa di miracoli, il
«Le verità della geometria, il suo rigore appartengono per linguaggio figurato, Dio descritto in modi contraddittori
Spinoza ad un mondo che non dipende dall’approvazio- e spesso antropomorfici, le proposizioni naturali enun-
ne degli ascoltatori o dalle vicende temporali» (p.163), ed ciate da ignoranti per ignoranti (Giosué, al quale viene
è più facile raggiungere la verità quando si ha «assoluta attribuito il miracolo del Sole che s’arresta nel cielo, era
irrilevanza dei contesti» storici, «delle vicende che si uomo d’arme ignorante di scienze naturali); le cronologie
svolgono nel tempo», delle testimonianze umane. La contraddittorie, le profezie manifestamente dipendenti
veridicità degli Elementi di Euclide, scrive Spinoza nel dall’indole e dalla cultura del profeta: Daniele cupo, Isaia
passo che Rossi cita, è indiscussa perché non contiene «se aulico, Geremia rustico; Salomone affatto sapientissimo,
non cose semplicissime e quanto mai intelligibili», indi- ignorando egli l’incommensurabilità tra raggio e circon-
pendenti dalla lingua in cui primieramente furono scritte; ferenza, ecc.
dalla conoscenza approfondita de “la vita, gli studi, i E se, pur con molte riserve, la Scrittura può essere
costumi dell’autore”; dal “destinatario”; dalla “fortuna” assimilata ad altri monumenti letterari che non esprimano
e “varie lezioni” del libro; dalla “deliberazione” con cui le verità semplicissime e perfettamente intelligibili degli
il suo contenuto é stato “approvato”. Nelle matematiche, Elementi, allora la difficoltà pare investire l’intero uni-
dunque, vi sarebbe motivo d’ottimismo quanto a poter verso di quel veicolo di testimonianza che sono le parole.
discorrere di cose certe e vere. D’altra parte, vien da L’aporeticità, a questo punto, pare anzi insuperabile
osservare, sotto questo profilo ottimismo e inutilità van- anche per lo storico della scienza, che si occupa di
no, dal punto di vista storiografico, di pari passo: lo scavo monumenti letterari contenenti proposizioni scientifi-
nelle fonti e nei contesti pare servire poco o punto, ed anzi che, e quindi di parole, non direttamente di verità scien-
confonderebbe inutilmente le acque, se la materia stessa tifico-matematiche. Ogni testimone ed ogni storico pare
della Proposizione 47a del libro I degli Elementi, il quindi condannato all’errore, all’incertezza radicale, e
teorema di Pitagora, non fosse per natura al di sopra di somigliare piuttosto a un viaggiatore, come scrivono
ogni fraintendimento possibile. Cartesio e Malebranche in passi citati da Rossi, «troppo
Il passo spinoziano citato da Rossi è nel capitolo VII, “De curioso di cose del passato» e «molto ignorante di quelle
interpretatione Scripturae”, del Trattato teologico-politi- presenti»; interessato «alle cose rare e lontane», non a «le
co14. Stando a solo quel passo, e paragonando sotto quel verità più necessarie e più belle» (p. 163).
riguardo la Scrittura e gli Elementi, l’attendibilità della
prima come monumento storico pare pressoché nulla, o sforzo di ricostruire il passato, salvare il ricordo,
proprio per la precarietà dei discorsi non scientifico-
matematici. Spinoza spiega infatti nel VII capitolo ed in
quelli successivi che per interpretare la Scrittura occorre
L costituire l’identità del presente e l’apertura sul
futuro pare dunque vana fatica di Sisifo, e che
questo sia già oggi, ed ancora più nei decenni e secoli a
conoscere la lingua ebraica e gli ebraismi dei libri neote- venire, il destino degli storici della Shoah: scriveranno in
stamentari dei quali non abbiamo l’originale ebraico; la un contesto nel quale il Terzo Reich «sarà semplicemente
vita, l’indole e la cultura dei (presunti) autori; il contesto storia, non migliore e non peggiore di quanto non lo siano
nel quale scrissero; la situazione storica, politica, cultu- in genere tutte le epoche storiche drammatiche», osserva
rale e morale dei destinatari; la fortuna dei singoli libri; le Améry, e Hitler apparirà come una sorta di Napoleone,
diverse lezioni; come, quando e da chi ne venne delibe- anch’egli sconfitto dalle gelide steppe russe. Il conto
rata la canonizzazione, ecc. Operazioni tutte impossibili delle vittime, già oggi contestato per la quasi totalità dalla
per la Scrittura, dato che non abbiamo né grammatiche, storiografia revisionista, sarà ridotto in modo ancor più
né trattati di retorica, né dizionari coevi; che moltissimi tracotante da studiosi tedeschi cresciuti con «il ritratto del
sono gli apax legomena, le lezioni incerte, i testi incom- bisnonno con l’uniforme delle SS [...] ben in vista nel
pleti ed interpolati, a volte grammaticamente e sintattica- salotto buono» (p.134). Quegli agenti delle tenebre sa-
12
SAGGIO
ranno ancor più numerosi che non gli odierni assassini panze di giudizio tra Améry e Levi, la verità morale di che
della memoria, perché proverranno dall’immenso stuolo cosa sia stata la Shoah emerge incoercibile. Vi è un
dei «né caldi, né freddi». Le fragilissime parole, cancel- aspetto, in cui questa comune verità dei due ex compagni
late a miriadi già quando venivano scritte e pronunciate, di baracca fa rabbrividire di spavento, nella sua crudele
e per di più spesso fraintese dagli stessi testimoni, paiono semplicità. Ne I sommersi e i salvati, Levi registra con
veramente impotenti ad impedire l’oblio e la dimentican- fermezza un dissenso da Améry e, ricordando l’episodio
za della verità fondamentale della Shoah. del pugno sferrato al kapo polacco, critica la morale del
Ma non è mai mancato chi, come Bayle, Hume e molti risentimento, la «morale del Zurückschlagen, del “rende-
altri, negasse che le verità matematiche detengano il re il colpo”», e ad essa riconduce il destino estremo del
primato nella conoscenza. Chiare e distinte quanto si compagno, quasi egli avesse infine dovuto soccombere al
voglia le loro premesse, constano tuttavia di proposizioni risentimento. Di quella morale di Améry, Levi scrive:
difficili da dimostrarsi, ardue da ritenersi, pressoché «La ammiro: ma devo constatare che quella scelta, pro-
ininfluenti sulla vita quotidiana, e l’esistenza di Cicerone trattasi per tutto il suo dopo-Auschwitz, lo ha condotto su
appare più indiscussa e viene più facilmente ricordata che posizioni di una tale severità ed intransigenza da renderlo
non l’equazione del cerchio. Proprio Spinoza ci dice, in incapace di trovar gioia nella vita, anzi di vivere: chi “fa
una pagina di quello stesso VII capitolo che va accostata, a pugni” col mondo intero ritrova la sua dignità ma la
credo, a quella citata da Rossi, che in verità non vi è paga ad un prezzo altissimo, perché è sicuro di venire
motivo di disperare della trasmissione certa e veritiera sconfitto. Il suicidio di Améry, avvenuto nel 1978 a
dei contenuti morali. Egli argomenta ampiamente l’im- Salisburgo, come tutti i suicidi ammette una nebulosa di
possibilità di falsificare le parole. «Le cose che sono spiegazioni, ma, a posteriori, l’episodio della sfida contro
percepite facilmente per natura», come anche che Améry il polacco ne offre un’interpretazione» (pp.109-110).
fu torturato, «non si possono mai dire in modo così oscuro Un dissenso sull’intrerpretazione degli eventi testimo-
da non poter essere facilmente comprese», e ciò vale non niati, dunque. Ma la comune verità morale del vissuto di
solo per Euclide, ma anche per la Scrittura, per quanto Améry e di Levi si conferma, in modo spaventevole, nel
attiene al suo contenuto morale fondamentale (e quindi, suicidio scelto, anni dopo, anche da Levi: nessuno potrà
più in generale, per i monumenti letterari della storia). mai dire quale sia stata, e per l’uno e per l’altro, la
«Noi possiamo facilmente comprendere la Scrittura e “nebulosa di spiegazioni” della loro scelta estrema. Pure
essere certi del vero significato del suo insegnamento certo entrambi testimoniarono, da punti di vista differen-
morale», che si esprime “con parole usatissime”. E le ti, con storie differenti, ma anche con l’estremo gesto
parole non sono falsificabili: «In verità è difficilissimo comune, della mostruosità della Shoah, della solitudine
mutare il senso di una parola, perché colui che tentasse di dei sopravvissuti. Le parole di entrambi loro sono fragi-
farlo, sarebbe costretto contemporaneamente a spiegare lissime, ma infalsificabili. Sta a noi, destinatari del loro
secondo l’indole e l’intenzione di ciascuno tutti quanti gli messaggio, riuscire ad avvertire ciò che hanno di comu-
scrittori che scrissero in quella lingua e che usarono ne.
quella parola nel senso comunemente accettato; oppure a Infalsificabili, e frutto della libera scelta di testimonia-
travisarla con estrema cautela. E poi, a conservare la re. Al di là di ogni possibile aporia, ciò basta a fare
lingua concorre con i dotti anche il volgo, mentre il senso della storia una disciplina anche morale, senza che si
dei discorsi e i libri sono conservati unicamente dai dotti, debba ricorrere alla finzione che sia magistra vitae. Si
i quali, come facilmente possiamo comprendere, hanno può esser tranquillamente pessimisti che lo storico
potuto bensì modificare o alterare il senso di un passo di possa migliorare il corso degli eventi rammemorando
un libro rarissimo in loro possesso, ma non quello delle il passato, ma tuttavia certi che il passato sia, nel suo
parole; senza contare che chi volesse modificare il signi- insieme, infalsificabile, e dunque non rassegnarsi al-
ficato usuale di una parola, non potrebbe poi senza l’oblio. Proprio Paolo Rossi, commentando Leopardi,
difficoltà mantenere tale modifica nel parlare e nello scrive: «Tra pessimismo e rassegnazione non esiste
scrivere» (pp.194-195). alcun rapporto necessario»15. La pedagogia morale
Lo storico, in ultima analisi, potrà sempre fare il suo che lo storico esercita non pare retorico-persuasiva,
lavoro, che ha carattere anche morale, con attendibilità. ma piuttosto testimonianza dell’identità, e quindi
Egli, che conserva le parole, è per natura, come dice d’uguaglianza e di libertà. Testimoniare, e scrivere di
Yerushalmi, un testimone della verità. E pur nelle discre- storia, è anzitutto una libera scelta. E’ questo il senso
Note
ultimo, mi pare, delle aporie che dimenticare, ma che cercano di trasformare quel Hans Mayer.
8
ricordo in una particolare moralità storica» (Giuliano C. Lanzmann, Shoah, trad. it. Rizzoli, Milano 1987,
percorrono e ravvivano il libro ed il Della Pergola, Un bambino nato due volte. L’enfant p. 239.
9
pensiero storiografico di Paolo Ros- qui naquit deux fois, Jouve, s.l., 1993, pp. 30,14). P. Levi, Se questo è un uomo, Einaudi, Torino
4
Per le considerazioni su Rousseau e Marx, rinvio al 1963, p. 8.
si, e di questo gli siamo grati. mio Natura e costrizione. Per una riflessione sul- 10
P. Levi, Autoritratto, “Nord-Est” N. 2, Padova
1
Ricciardi, Milano-Napoli 1960; nuova ed. rivista l’uguaglianza nei «Manoscritti del 1844» di Marx, in 1987, p. 50.
11
presso Il Mulino, Bologna 1983. AA.VV., I filosofi e l’uguaglianza, relazioni al XXX P. Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino
2
Trad. it. Einaudi, Torino 1990. Congresso Nazionale della Società Filosofica Italiana, 1986, pp. 114, 110.
3 12
La letteratura sulla Shoah testimonia anche il Messina, 21-24 aprile 1989, Sicania, Messina 1991,v. «Gounan [...] si ricorda di tradurre in tedesco»,
dramma degli scampati. Giuliano Della Pergola, fi- I pp. 101-148. scrive Levi, che difatti usa la maiuscola e la vocaliz-
5
glio di matrimonio misto, educato nella fede cattoli- Trad. it. Bollati Boringhieri, Torino 1987. zazione germanica, trascrivendo non “eyner”, ma
6
ca, scampato che solo con gli anni scoprì d’essere C. Magris, “Presentazione” a Intellettuale a Au- “Einer” (cfr. Se questo è un uomo, p.167; il corsivo è
ebreo, scrive: «Io non faccio parte dei sopravvissuti, schwitz, p. 11. mio)
7
ma degli scampati» che «non solo non vogliono Jean Améry è anagramma e francesizzazione di 13
Per i passi citati cfr. Se questo è un uomo, p. 167;
I sommersi e i salvati, pp. 79, 138.
14
13 Mi avvalgo della trad. it. a cura di A. Droetto ed E.
INTERVISTA
14
INTERVISTA
Chi è il soggetto del ritratto? Chi è attore o magine come problema posto al volto». volto infatti non è a suo avviso solo “natu-
autore della rappresentazione di sé? Come Domande incrociate, dunque, sullo speci- rale”, bensì deve molto, per quanto riguar-
e in che momento ritrarre un uomo? Il fico dell’uomo a partire da uno sguardo da la forma, i movimenti e l’apprezzamen-
ritratto di qualcuno “vale” per costui? In storico attento alle procedure artistiche della to degli altri, alla dimensione collettiva e
quali termini? Queste alcune delle doman- rappresentazione e, d’altro canto, sulle pos- sociale (sul significato antropologico e so-
de che possono sorgere ingenuamente di sibilità intrinseche ai sistemi di rappresen- cialmente “strutturato” del corpo si veda
fronte a un ritratto e che nolens volens tazione a partire da una riflessione filosofi- dell’autore: Corps et société, Klincksieck,
bussano alla porta degli artisti e si presen- ca sul significato e sul valore antropologici Paris 1985; Sociologie du corps, PUF, Pa-
tano come problema filosofico. In altri ter- del volto. E’ da sottolineare in questi auto- ris 1992). Il volto è sempre “una composi-
mini: quali significati e valori antropologi- ri, al di là delle differenze rilevanti, un zione”: in questo senso l’autore analizza
ci sono posti in gioco dall’esperienza del “comune stile di pensiero”, un condiviso alcuni fenomeni salienti della vita di socie-
ritratto? Quale modello di uomo e di huma- orizzonte di interessi e di pratica intellet- tà relativi alla “messa in opera “del viso,
nitas viene messo in opera? tuale: in primo luogo, una duplice forma- quali l’invecchiamento, la bruttezza, la sfi-
Tali interrogativi corrono lungo l’asse pro- zione, filosofica e letterario-artistica, cioè gurazione (per accidente o per crudeltà),
blematico della rappresentazione e sono una competenza semiologica e un atteggia- ma anche gli effetti della “massificazione”
recentemente al centro in Francia di nume- mento riflessivo coniugati (felicemente) a del corpo nelle società democratiche.
rosi studi, differenti per approccio e finali- una sensibilità educata dalla frequentazio- Uno dei punti di maggior interesse di que-
tà, ma sorprendentemente convergenti ver- ne assidua e competente con le opere d’ar- sto dibattito riguarda la questione della
so un oggetto privilegiato d’indagine: il te. Gli interrogativi sono così posti su un nascita del ritratto, in particolare dell’uo-
volto e il suo ritratto. In particolare, al- piano estetico nel duplice senso di teoria mo. Per Le Breton il “sentimento” di avere
l’Ecole des Hautes Etudes, nel quadro delle della percezione (e relative valenze antro- un volto è relativamente tardivo nella sto-
ricerche sulla rappresentazione ria: nasce con lo spiccato senso
e sul linguaggio, alcuni studio- d’individualità che caratterizza
si, Louis Marin, Yves Her- il Quattrocento italiano: «Dif-
sant, George Didi-Huberman, ferenziandosi dalla comunità,
hanno focalizzato le loro ricer- distinguendosi dal cosmo, l’uo-
che sul problema del ritratto. mo colto rinascimentale comin-
Marin si è interessato alla rap-
presentazione del politico nel-
Ritratto d’auto- cia a considerare la propria in-
carnazione come luogo della
l’Europa del XVI/XVII, con-
centrandosi in particolare sul
re: propria sovranità. Il corpo in
qualche modo interrompe e per-
processo e sugli effetti politici e
estetici della rappresentazione le immagini mette di affermare la differenza
individuale che il volto coro-
del re. Hersant si è preoccupato na». L’individuo trova il suo
di analizzare i dispositivi lette- proprio posto alloggiando nel
rari, pittorici, retorici della rap-
presentazione dell’uomo nella
del mio nome. proprio volto, ritagliandosi uno
spazio rispetto al cosmo, agli
cultura rinascimentale. Didi- altri e a sé nella misura in cui
Huberman ha perseguito inve- Interviste a anima e corpo, come gemelli
ce un progetto di storia e di crudeli, tanto si cercano, quan-
antropologia del ritratto consi-
Yves Hersant to si distruggono a vicenda. In
derato come mito e rito dell’im-
maginario occidentale (tra le sue
Louis Marin questo senso il ritratto nasce
come celebrazione dell’uomo
pubblicazioni, ricordiamo: De- colto e potente, dell’uomo che
vant l’image. Question posée si può guardare nello specchio
aux fins d’une histoire de l’art,
di Fosca Mariani Zini e, se può pagare, farsi ritrarre da
Minuit, Paris 1990; Fra Angeli- un pittore. Per converso, Her-
co -Dissemblance et figuration, Flamma- pologiche) e di teoria dell’arte (e implicite sant, attraverso un approccio congiunto
rion, Paris 1990; Le cube et le visage. connessioni storiche). All’origine di que- alla letteratura e alle arti plastiche, propone
Autour d’une sculpture d’Alberto Giaco- sta problematica vi è una “passione predo- un’interpretazione più nuancée della con-
metti, Macula, Paris 1992). minante” per il dispositivo della rappresen- nessione fra emergenza dell’individuo e
Altro evento importante in questo contesto tazione artistica come piano di convergen- ritratto. Non solo il Rinascimento è un
è stata la mostra organizzata da Didi-Hu- za (ma non di fusione) fra ciò che vi è di più orizzonte culturale molto complesso, per-
berman a Jouy-en-Josas dal titolo: “A visa- “spontaneo” (la sensazione, il volto nudo corso dall’interno da più inquietudini e da
ge découvert”, e la pubblicazione dell’omo- in particolare) e di più “artificiale” (la figu- differenti visioni del rapporto fa uomo e
nimo catalogo (Flammarion, Paris 1992): ratività, il ritratto). cosmo, ma anche l’idea di “ritratto” non è
ricca messe di immagini e preziosi inter- Il volto è stato oggetto, per così dire, anche assegnabile al solo “genere” della pittura.
venti di studiosi da tempo interessati a di altri approcci: David le Breton ha recen- Fra pittura e scrittura vengono stretti nodi
spiare da più angoli di visuale, se non da temente pubblicato lo studio: Des visages. molto difficili da districare: concorrenza o
dietro le quinte della faccia, i tratti e i Essai d’anthropologie (Métaillié, Paris compresenza? Radice comune (nella tradi-
meccanismi che ne fanno un volto; ricor- 1992). L’approccio è dunque antropologi- zione retorica) o differenziata (nelle prati-
diamo, in quest’occasione, oltre ai già men- co, volto alla ricerca delle vie tramite cui che specifiche)? La riflessione storico-cri-
zionati Marin, Hersant, Didi-Huberman, avvicinarsi (senza aggredire) il “segreto” tica sul ritratto deve porre su un piano
gli interventi, fra gli altri, di Jean Clair, di del volto, traccia visibile dell’unicità di filosofico le seguenti domande: è possibile
Xavier Grand. Di concerto questi autori ogni avventura personale d’identità, scena fare il ritratto di un uomo? Esiste forse una
s’interrogano sui termini e sul piano rile- teatrale, la cui «ristrettezza non è certo un natura specifica dell’uomo? Per Bruno, ad
vante su cui, , «si possa avvicinare - come ostacolo alla molteplicità delle combina- esempio, è assurdo fare il ritratto di un
scrive Didi-Huberman - il problema del zioni». Le Breton cerca di cogliere l’emer- uomo, poiché questi partecipa di un’ “infi-
viso in quanto problema posto all’immagi- genza del volto come cifra dell’uomo nelle nitudine” in atto e immanente, che rende
ne, e reciprocamente, il problema dell’im- scansioni delle vicende storico-culturali: il paradossale ogni “arresto” in immagine.
15
INTERVISTA
Solo la scrittura è forse adeguata a tale bialità: dietro al proprio volto, nella solitu- della vita».
infinitudine, agli “eroici furori” dell’uo- dine perpendicolare dell’anonimato, resta Quanto al “ritratto delle passioni, “ al di là
mo: grazie al carattere infinito del discor- il luogo, il punto di fuga prospettico in cui dei tentativi della fisiognomia e della pato-
rere, al carattere intellettuale e non sensi- l’identità prende consistenza. gnomia, o grazie anche a questi tentativi,
bile della scrittura, alla mancanza di corni- Ci sono strette connessioni fra la morte e il come è incline a sostenere Hersant, la mac-
ci e di chiusure come nei quadri o di ritratto. Le Breton sottolinea che solo in china pitturale, la grammatica delle passio-
rigidità statuarie... un’interazione sociale e simbolica “gratifi- ni hanno valore conoscitivo. Non semplice
A seconda dei momenti storici e degli auto- cante” un volto può acquisire la propria imitazione o riduzione, la scomposizione
ri, il volto è stato inteso come superficie espressività. Senza una rete di tal genere geometrica del volto e l’artificiosa ricom-
“sincera” dell’animo, oppure luogo “men- nessuno è in grado di dare un “luogo” ai posizione delle espressioni «ritracciano
zognero” per eccellenza. Forse che, nel propri tratti, di dare al volto il suo ubi come segno ciò che la natura ha tracciato
primo caso, la rappresentazione “sveli” l’au- consistam. Non a caso il bambino autista ha come indice», non riproducono ingenua-
tenticità del volto? Oppure, è la seconda un “viso socialmente incompiuto” e la per- mente somiglianze e analogie, bensì cerca-
ipotesi, raddoppia le ambiguità dell’origi- sona i cui tratti sono stati sfigurati ha il no attraverso l’artificio di tradurre e inter-
naria menzogna in un gioco vertiginoso in sentimento di aver perso se stessa. Peggio pretare la natura nei suoi elementi essen-
cui il volto si cancella per far posto a una ancora, quando l’odio trova i mezzi per ziali. Precisa Hersant: «E’ per meglio rive-
maschera? esercitarsi è sul volto che si accanisce, così lare la natura che nelle figure di Le Brun il
Marin ha molto lavorato sul nesso rappre- come i campi di concentramento, le inenar- gesto “istituito” toglie di mezzo il gesto
sentazione - politica, in particolare sulla rabili sevizie di tutti i tempi, testimoniano. “naturale”». Dal canto suo, Didi-Huber-
rappresentazione del re. Rifacendosi so- Didi-Huberman, lavorando in una prospet- man rileva il carattere metamorfico, can-
prattutto ai ritratti regali del XVI secolo tiva antropologica sul significato del visua- giante del volto e la sua inquietante “fami-
(Trouvain, Rigaud, Le Brun), stabilisce un le/visivo, mette a punto una possibile con- liarità” con immagini ancestrali di voraci-
nesso molto perspicuo fra “rappresentazio- vergenza fra ritratto e morte attraverso la tà, di eccessiva prossimità e di attività vul-
ne del re e re di rappresentazione”. Il re, nozione di vestigia. Prendendo in contro- canica. Il volto, per eccellenza nudo, ri-
infatti, poserebbe come modello del “prin- piede le metafisiche della presenza, Didi- chiamerebbe ben altre nudità, altrettanto
cipe”, quale egli è, per acquisire, nella Huberman considera il ritratto come un “oscene” (nel senso di “davanti alla sce-
contemplazione del proprio ritratto, l’im- sostituto della presenza nei termini di vesti- na”): luogo che trasforma lo spazio in cui
magine di sé come “monarca”, cioè la pie- gia, ossia come quasi-presenza che «pone compare, scena infernale di disordine e di
nezza di una genericità assoluta, un grado la propria referenza solo per dire che ne è effetti violenti, superficie aperta come una
zero, l’immagine di nessuno, di un nessuno privo, che qualcosa è stato distrutto e dun- ferita o un frutto, aperta dalla voragine
che è pieno «della neutralità di una funzio- que allontanato definitivamente». Da un della bocca, giù a perpendicolo in antichi
ne il cui nome proprio è re.» Il principe punto di vista storico e genetico il ritratto è fantasmi dove l’alto e il basso si scambiano
come modello è disposto a cedere un po' nato come genere funerario quindi è vesti- in un “magma tellurico”.
della sua umanità, divenendo così “impas- gia anche nel senso di traccia lasciata sulla Nel ritratto non si tratta tanto di stabilire chi
sibilità contemplativa”, per avere in cam- sabbia. Infine è indice di una rovina, di una sia il modello, o se l’artista sia stato “fede-
bio l’ostensione di sé come monarca, in- procedura di morte di cui resta come sola le”, bensì dobbiamo chiederci: Chi è l’au-
dossare finalmente i panni del suo ruolo. testimonianza il luogo della distruzione. tore del ritratto? Chi ritrae chi? Come si
Ma ogni sistema di rappresentazione im- Didi-Huberman s’interroga allora sui nessi costituisce l’auctoritas? Marin si è a lungo
plica al suo interno delle falle, dei punti di fra perdita, traccia, luogo in relazione alla occupato di questo aspetto a proposito so-
corrosione: nella rappresentazione di sé funzione antropologica del ritratto. In par- prattutto dell’autoritratto letterario, dell’au-
come potere assoluto, il re contempla e ticolare, nelle maschere funerarie come nel tobiografia. Come porsi, infatti, autore di
prende tutta la misura della distanza fra la processo di mummificazione, si conserva sé, della propria esistenza? Come scrivere:
rappresentazione del suo potere e il suo l’impronta del viso morto, allorché il viso “io sono nato” o “io sono morto”, se non
potere effettivo. Il ritratto risarcisce i danni “naturale” viene abbandonato alla cenere attraverso la machinerie della scrittura?
di un sogno di assoluto potere che non può di cui è fatto. Proprio perché il volto è Macchinazione, congenio, “invenzione” di
che rimanere parziale e affidato al ricordo: destinato a scomparire, nasce l’esigenza di figure di enunciazione che, nella loro arti-
il re guarda lo spettatore perché lo sguardo conservarne una traccia figurale che gli ficiosità, innescano un dispositivo di aucto-
di chi è fuori scena salvi, “salvaguardi” sopravviva. Il ritratto metterebbe dunque ritas, dando cioè consistenza, spessore e
nell’immagine, di un futuro mai abbastan- in opera non la rappresentazione di un identità a colui che si cerca nel “luogo” in
za possibile, il potere che si vuole assoluto. volto, quanto la sua “scomparsa presenta- cui stare come nome proprio. Molte figure
Ma il ritratto se può simulare ciò che non è, ta”. Il volto sparisce come rappresentazio- concorrono a dare immagini a questo nome
ciò che un altro è, non si limita solo ai ne (nella rappresentazione), ma la sua trac- proprio, cercato in tutti gli umbratili profili
giochi della rappresentazione, al contrario, cia esibita ne conserva l’aura, la sua visua- di noi e degli altri sul muro dell’esistenza.
insiste Marin, non è solo cifra di una perdita lità paradossale. L’ “io” diviene “me” solo attraverso l’in-
bensì strumento della conoscenza di sé e Marin, invece, soffermandosi sulle opere contro con l’altro, in incontri però di pura
dell’altro. Non c’è identificazione che non di Philippe de la Campagne, s’interroga sul casualità che non prevedono né progetto,
passi per simulazione, si potrebbe dire: significato paradossale del “volto univer- né riconoscimento dell’altro. Il soggetto
incontrandosi, il mio Io e l’Altro entriamo sale”, sulla persona che non è nessuno nasce in un incontro “inavvertito” con il
in una dinamica di simulazione reciproca, (personne), «volto universale di ciascuno reale: «caso come incidente, accidente come
di “simpatia allofagica”; ciascuno assume che la morte di ognuno realizza». Ogni occasione, il reale che in un istante ci cade
sul proprio volto i tratti dell’altro, lo assi- volto si annulla nel memento mori della addosso con tutto il suo peso». Ma solo
mila, captandone il gioco “facciale”, e al nostra ultima espressione: sguardo vuoto, après coup, quando l’incontro sarà già sta-
contempo tenta di mettersi a distanza dal bocca aperta senza voce, “maschera di tut- to mancato, e l’occasione risuonerà come
tentativo di assorbimento dell’altro. La si- ti”, ritratto che trova nell’anonimato della un’eco lontana, solo allora «il reale sarà
mulazione dell’altro sul mio volto non è morte un’immagine (forse la propria); in passato e il soggetto preso per sempre nella
mai perfetta e questo “tirarsi fuori” dall’as- altri termini, viso-ritratto di «una esistenza rete dei segni». L’esperienza, e in partico-
sorbimento dell’altro è ciò che ci salva, che temporale singolare che acquisisce nella lare l’esperienza di sé come soggetto con-
c’impedisce di divenire una maschera. L’in- morte, nell’usura stessa del tempo sul cor- sistente, non si costituisce se non come eco,
contro fra due volti, il riflesso fra un volto po e sul viso morto, l’eloquenza muta e risonanza, controchoc di un’occasione che,
e un ritratto non è mai fusione o interscam- irresistibile dell’universale ultima verità persa nel reale, viene messa in forma nelle
16
INTERVISTA
“reti di segni”. E’ la voce dell’altro che mi chinazione” in grado di dare autorità, cioè stati e che saremo: a partire, anche, da tutti
fa “me”, che apre in me un luogo in cui di costituire un “autore”. In particolare si è coloro a cui abbiamo “rubato” un’immagi-
possa “consistere” (e non riconoscermi). soffermato sui rapporti fra scrittura e me- ne, ricalcato un’impronta, per dimenticare
Tutto il lavoro all’opera nell’autobiografia lanconia per far toccare con mano come in fretta loro, per costruire, con calma, noi.
è il tentativo di circoscrivere con i segni l’autore (anche come l’autore di sé) si co- “Ritratti d’autore”, dunque, dove autore
l’emergenza di quel luogo dove il soggetto stituisca solo a partire da montaggi, “colla- non è sinonimo d’artista, bensì di attore/
ha risuonato per la prima volta come Me. ges” di immagini altrui e attraverso l’altrui. agente implicato nella “fabbricazione” ar-
Hersant, dal canto suo, ha rivendicato la Altri è sia la tradizione letteraria di referen- tificiosa della propria immagine “natura-
relazione privilegiata fra ritratto e autorità za, la propria “biblioteca”, sia la scrittura le”. Bizzarra “morale” del ritratto; morale,
piuttosto che fra ritratto e espressione. In che costruisce, nel suo discorrere, nel cor- ben inteso, par provision: l’elaborazione
altri termini, il ritratto (pittorico e/o lettera- po di un libro il corpo di un autore... E’ dell’artificio verrebbe a “coincidere”, per
rio) metterebbe in forma non tanto una impossibile nominare se stessi se non pas- coincidentia oppositorum, con l’esibizio-
rappresentazione del volto “naturale”, por- sando per “travestimenti” successivi, im- ne di un naturale mai esistito, ragion per cui
tandone in superficie gli “autentici” tratti, pensabile consistere in un volto se non a l’acuto Diderot rifiutava l’eventualità di
quanto allestirebbe un congenio, una “mac- partire dai mille ritratti possibili che siamo
17
INTERVISTA
te la visione bruniana della traduzione. Premetto che un’attenzione tutta particolare ai dettagli, ai particolari,
si tratta di un pensiero molto difficile da ricostruire sia nel campo delle ricerche storiche, che artistiche. Di
seguendone le tracce nei suoi scritti, così eterogenei formazione sono un letterato e nel corso degli anni mi
per lingua (italiana o latina) e per argomenti. In ogni sono sempre di più convinto che i romanzieri hanno
caso due punti mi paiono accertati: da un lato, per molto da dire sui problemi delle scienze umane. Ai miei
Bruno esiste un rapporto molto perspicuo fra cosmo- tempi, negli anni ’60, per chi studiava si presentava
logia e traduzione, dall’altro, la traduzione richiede questa frattura: da un lato le Belles lettres, dall’altro le
un lavoro inventivo non solo imitativo. La traduzione cose serie. In realtà la letteratura, pensi alla concezione
implica dunque un particolare rapporto con il mondo: del romanzo di Kundera, ha dato un movimento partico-
in una formula si potrebbe dire, con Bruno, che poiché lare alle scienze umane.
il mondo è in perpetuo movimento, la traduzione deve
tradurre il cosmo infinito nella dimensione di una D: Ma quale metodo adottare se si privilegiano gli
pagina: deve coglierne gli intrichi, i dettagli?
intrecci, gli intrichi per
meglio dire. Non c’è una R: Le potrei dire che il me-
equivalenza fra le cose e todo è “il cammino una
le parole per cui il tradut- volta che è stato percorso”:
tore non deve mirare a una viene après coup. Il mio
precisione formale e a fine nella ricerca non è tan-
un’imitazione “pedante”. to trovare un metodo quan-
Tradurre è ripetere il gio- to colpire un bersaglio, os-
co del mondo, liberarne il sia fare centro, colpire al
senso attraverso la speri- cuore. Lo pseudo Aristote-
mentazione: da un lato, le scriveva che il «buon ar-
quindi il traduttore gravi- ciere è quello che tira da
ta attorno all’orbita del- lontano»: è una bella meta-
l’autore scelto, non ne in- fora per esprimere il lavoro
dossa semplicemente i della ricerca. Ogni tema
panni, dall’altro, libera la implica più aspetti e varia-
pagina dall’immobilità e bili, così che per mirare giu-
dalla rigidità stessa del te- sto occorre porsi a distan-
sto. E’ un movimento di za, aguzzare la vista, scor-
va e vieni fra medesimo e gere da lontano anche altri
altro, una “caccia” se vuo- arcieri, lo storico, il semio-
le, che non esclude una cer- logo per esempio: darsi più
ta violenza. possibilità nella misura in
cui si gode di più punti di
D: Ma non teme che questa vista. Chi sta troppo vicino
gravitazione sia dispersi- non ha che una possibilità.
va, che sia un momento di
disgregazione dell’io? D: Ed è così che si svolgo-
no i suoi seminari sulla
R: Preferisco questo rischio “Storia e critica dell’Uma-
a quello della chiusura, del- nesimo”, in particolare
la rigidità: bisognerebbe negli due ultimi anni dedi-
esercitarsi a pensare fuori Giorgione, La vecchia, Galleria dell’Accademia, Vene- cati all’esame delle teorie
dalla logica binomica, op- e delle pratiche del ritratto
positiva, in particolare per quello che riguarda le scienze (pitturale e letterario) nell’Europa del XV e del XVI?
sociali. Per quanto mi riguarda cerco, nell’avvicinarmi a
temi estremamente “densi” come l’allegoria o la malin- R: Spero. Il seminario sul ritratto è stato motivato dal
conia, di privilegiare la complessità, i crocevia, le impu- tentativo di cogliere, da più punti di vista, (pittorico,
rità se vuole. Il fascino esercitato da autori come Bruno retorico, letterario, filosofico) come l’uomo rinascimen-
è dato dalla loro capacità di tirarsi fuori dai binomi tale concepisse e mettesse in opera nella pratica artistica
oppositivi, di dare forma al molteplice senza perdere di la rappresentazione di sé, la propria umanità. Abbiamo
vista un punto unitario. Gravitazione dispersiva? Questo così toccato con mano l’efficacia della mira da lontano,
è possibile solo se ci si ostina a pensare a un universo di cogliendo così volta per volta le priorità, le poste in gioco,
senso nei termini di chiusura con un centro ben preciso. le difficoltà teoriche e tecniche dell’autorappresentazio-
In realtà gli autori del Rinascimento c’ invitano a pensare ne in ritratti individuali, collettivi, in ritratti fisiognomici
a un mondo con più centri, senza una gerarchia prestabi- e di carattere, in ritratti di dettagli, negli autoritratti...
lita, a più orbite, ciascuna delle quali importante e signi- Quest’apertura a compasso sul tema del ritratto si è
ficativa di per sé. Significa anche fra l’altro prestare rivelata estremamente perspicua, in particolare ha evi-
18
INTERVISTA
denziato quel rapporto non dialettico e non oppositivo, di D: E’ questa non fedeltà con sé stesso, quest’alterità
cui Le dicevo, fra uno e molteplice, semplice e comples- intima che la “seduce”? Mi riferisco al fatto che Lei sta
so, medesimo e altro, quale cifra possibile di un certo preparando per le edizioni Fayard un libro dal titolo: La
pensiero e “stile” rinascimentali. Rappresentare l’uomo séduction mélancolique, e con Jackie Pigeaud un testo
significa esibirne l’intima alterità, il suo essere diviso fra sulla storia del concetto della malinconia fino a Freud,
bestialità e divinità. L’uomo porta in sé una dualità escluso.
costitutiva e questa è uno dei luoghi comuni dell’artista
rinascimentale, che per definizione è malinconico, sente R: Sì. In primo luogo la malinconia è il luogo di quest’al-
lavorare dentro sé un altro: eppure, con il proprio lavoro terità intima: il malinconico, soprattutto il genio artistico,
creativo, misura e dà forma a questa sofferenza. Ecco soffrendo si scopre diverso, ingaggia una lotta con sé,
un’altra obiezione all’intellettuale: non c’è solo l’intel- anima e corpo direi, spiando nella propria carne il lato
letto, ma anche la psiche, il cuore, l’esprit e il ventre. animale, vegetale non animato, in una parola. Ma se da un
lato la malinconia è paralisi, chiusura, non riconoscimen-
D: Anche qui c’è il rischio di una disgregazione fra poli to, dall’altro è strettamente intrecciata al piano culturale;
diversi e anche una mancanza di coerenza, di “fedeltà” è per così dire l’accesso privilegiato alla creatività cultu-
a se stesso da parte del soggetto... rale. Uno dei problemi centrali della malinconia è relati-
vo al rapporto fra sofferenza e cultura: come mai la
R: Uno dei problemi più affascinanti della cultura rina- malinconia che può essere anche un minus, poiché l’uo-
scimentale è quello dell’auctoritas, in particolare nella mo malinconico si rivela bestiale, duplice, irretito dagli
retorica. In una formula, potrei dire che sono un antiro- “umori”, è anche “culturizzante”? La malinconia è que-
mantico: non è l’espressione, l’espressività che occupa i sto mélange fra determinazioni fisiologiche, umorali e
miei interessi. Piuttosto è il problema dell’autore, del psicologiche (in senso lato), e non un’ispirazione divina
riconoscimento e dell’autoriconoscimento di un autore che spinge a divenire altro da sé per folgorazioni, scatti
nonostante e grazie al decentramento, alla “spezzatura” violenti, momenti di discontinuità e ad accedere alla
dell’io. Non basta, in letteratura, distinguere fra narratore creazione artistica. Ma la malinconia al lavoro non ha a
e autore e fare intervenire l’istanza di enunciazione, se che fare con il lavoro del lutto freudiano: si tratta di un
poi ogni polo si richiude su di sé. Autori come Tasso, particolare rapporto fra corpo e anima, fra sé e mondo,
Bruno, sanno intrecciare queste istanze senza chiusure. che non mira a ricomporre le fratture o a convivere con gli
La coerenza con se stesso, allora, può essere indice di scacchi dell’esistenza. Al contrario, si nutre delle ambi-
ottusità: la “fedeltà” perseguita come un valore rigido valenze, gioca sugli e con gli eccessi; può essere, para-
può avere qualcosa d’immorale poiché è la negazione dossalmente, coincidenza degli opposti e mettere così
della costitutiva alterità ospitata dall’individuo, della sua insieme senza dialettizzarli il lato bestiale e il lato divino
non coincidenza con sé stesso in ogni istante. Fra la dell’uomo, le luci e le ombre. Per questo la malinconia
coerenza come costanza, immobilità, e la disgregazione “seduce” e può essere pericolosa per chi ne viene a
non passa un’alternativa, ma una strada, per quanto contatto, perché è mille miglia lontana dalla mediocritas.
stretta, su cui a ogni passo questo problema si ripropone. E’ alterità e identità, unica e molteplice...
D: Un po' “lunatica”... studio della rappresentazione e il suo si- spicua fra figura e discorso è tematizzata
gnificato nel Rinascimento. La radice co- esplicitamente (fra gli autori di questa col-
R: In tristitia hilaris, in hilaritate mune infatti di pittura, scultura, scrittura lana: Luciano, Gorgia, Amyot, De Vega,
sarebbe per Hersant da ricercare nella tra- Tesauro, Tasso). Sempre per le edizioni
tristis”... dizione retorica. Belles lettres, sta curando l’edizione com-
Yves Hersant è direttore di ricerca al- In questo senso Hersant dirige con altri una pleta delle opere di Giordano Bruno. Diret-
l’Ecole des Hautes Etudes nel quadro di un collana, presso le edizione Belles Lettres di tore del “Centre Europe” si occupa fra altro
progetto dedicato alla storia e alla critica Parigi, dal titolo: “Le corps éloquent”, che di un seminario sulla storia della traduzio-
della cultura rinascimentale. L’originalità si occupa di tradurre e pubblicare dei testi ne: traduttore a sua volta dal greco, dal
del suo approccio consiste nel non irrigi- brevi, ma preziosi, in cui la relazione per- latino, dall’italiano e dall’inglese (tra le sue
dirsi sulle differenze dei generi letterari e traduzioni ricordiamo, fra altro: Sul riso e
artistici, bensì di studiare di concerto lo
la follia di Ippocrate, La cena delle ceneri sentazione rigiocherà indefinitivamente, nelle immagini, nei ritratti,
Intervista e Il Candelaio di Giordano Bruno, Lezioni nei racconti la fine di questa perdita. (Louis Marin)
a: americane di Italo Calvino, Stanze di Gior-
Louis Marin gio Agamben, e numerosi romanzi di Fer- D: Qual è il filo rosso che lega la molteplicità dei suoi
dinando Camon.
interessi?
Ciò che viene chiamato nell’età moderna
“rappresentazione” può essere considerato R: Quando divenni direttore di ricerca nel 1977, il mio
come lutto dell’oggetto, del presente e del progetto riguardava il sistema, o meglio i sistemi rappre-
reale. In questo senso, ogni rappresentazione sentativi nell’epoca moderna. La rappresentazione è al
centro del mio lavoro; in primo luogo perché è la cifra, la
può considerarsi malinconica. Il soggetto mai si consolerà della nozione chiave dell’epoca moderna, non modernista, ben
perdita del reale, della disappropriazione del mondo. . . La rappre-
19
INTERVISTA
inteso. Le questioni cruciali del XVII secolo, la filosofia lamento raffinato dei dispositivi di pensiero, in particola-
del soggetto, il rapporto fra imitazione e rappresentazio- re dell’Eucarestia. La sua non è una critica, per così dire,
ne, l’attività di giudizio, sono state messe in opera dagli dell’ideologia, quanto una critica di secondo grado della
artisti, prima che dai filosofi. E così le opere artistiche, sia rappresentazione. In una formula: la filosofia della rap-
letterarie, sia pittoriche, architettoniche... hanno prece- presentazione comporta ed è la critica di se stessa. Ri-
duto le formule filosofiche. Certo i sistemi di rappresen- prendendo un certo lascito foucaultiano direi che il mio
tazione, pittorica, letteraria ecc. non sono stati sincronici lavoro di ricerca si avvale anche di una prospettiva critica
per ispirazione, mezzi, contenuti, e questo spiega la ed è volto allo studio di un’epistéme della rappresenta-
“polivalenza” dei sistemi rappresentativi e anche dei miei zione.
interessi di ricerca. Per esempio il problema della rappre-
sentazione è cruciale nel XVII-XVIII secolo anche nel D: Ma questo stile di ricerca volto alla costruzione-
dominio del politico: l’efficacia del potere è connessa decostruzione di dispositivi di rappresentazione così
anche alla sua teatralizza- differenti fra loro, a secon-
zione e alla messa in scena da delle epoche e dei mezzi,
di questo potere. In questo pittorici, letterari ecc., im-
senso è particolarmente in- plica forse un lavoro “mi-
trigante il rapporto fra po- crologico”, un’attenzione
tere e rappresentazione nel tutta particolare ai dettagli
caso del ritratto del re: sto- che potrebbe forse trala-
riografia, ritratti ufficiali, sciare una visione più glo-
discorso, elogio del re..., bale? Un lavoro, insomma,
tutto ciò concorre alla mes- di pura “erudizione”...
sa in scena del potere rega-
le grazie alla forza della R: E’ forse curioso e para-
rappresentazione. dossale, ma per dare forza
a una critica storico-so-
D: Ma questa nozione di ciale della rappresentazio-
rappresentazione, e la co- ne da un punto di vista
stellazione che comporta esterno, bisogna a mio
volta per volta a livello sto- avviso esercitarsi a fondo
rico e culturale, non man- in una critica della sua lo-
ca forse di una dimensione gica immanente. Si è spes-
critica? so rimproverato agli strut-
turalisti di trascurare
R: Di primo acchito il mio l’esteriorità, il contesto,
lavoro parrebbe sprovvisto il quadro storico, ma io
di una dimensione critica. credo che entrando nel
Certo non mi pongo rispet- cuore dei problemi, per
to a un problema artistico- un approccio ravvicinato,
culturale della modernità microscopico, si debba ri-
come un giudice o un arbi- disegnarne il profilo sto-
tro. Non mi pongo dal di rico, contestualizzarli. La
fuori, dall’esterno. Ma que- sola analisi della ricezio-
sto non significa non avva- ne non è sufficiente.
lersi di un punto di vista
critico. Al contrario, riten- Albrecht Dürer, San Gerolamo, Museo di Arte Antica, D: A proposito di struttura-
go che ogni sistema di rap- lismo, vorrei chiederle
presentazione implichi nel proprio funzionamento la come è avvenuto il suo ingresso all’Ecole Hautes Etudes,
propria messa in questione, comportando un’interroga- nata in opposizione agli studi accademici di filosofia, di
zione costitutiva e una critica interna sui propri assunti, letteratura.
mezzi, contenuti: nessun sistema è perfetto; comporta
anzi dei punti deboli, qualcosa anche di “mancato” che R: La mia formazione è filosofica e... direi agregé e
non è riducibile alla semplice accidentalità o alla anedot- normalien. La tesi di dottorato riguardava la logica di
tica. La costruzione di un dispositivo implica la propria Port Royal. Per ragioni biografiche e esigenze intellettua-
decostruzione, la messa in dubbio, l’esercizio dell’inter- li mi sono interessato al pensiero di Merleau-Ponty, in
rogazione, la ricerca delle sfumature e delle falle... Que- particolare alla sua riflessione sulle strutture di compor-
sto vacillare, ondeggiare di ogni sistema richiede uno tamento corporali. Con Greimas abbiamo intravisto poi
sguardo archeologico: in primo piano si pone la dimen- di sviluppare una semantica strutturale a partire appunto
sione deconstruttiva dell’impianto della rappresentazio- dal comportamento. Ha preso così forma un progetto
ne. Pensi alla riflessione di Pascal riguardo alla logica di volto ad articolare una ricerca filosofica a partire da una
Port Royal: la sua è una critica dall’interno, uno smantel- formazione, all’epoca ancora pionieristica, linguistica e
20
INTERVISTA
semantica. L’interesse allora per le scienze sociali, e anticipazione al contempo, di una realtà virtuale a venire.
in particolare per la rappresentazione “visiva” artisti- Questo virtuale è in ogni caso il possibile, la latenza e la
ca, è venuto direi naturalmente. Con Barthes ho lavo- forza che giacciono in potenza nella società presente. La
rato in seguito sul racconto evangelico e sulla seman- promessa di felicità risiede nella finzione, non nella
tica delle passioni. Questo incrocio fecondo di ap- rappresentazione tout court: nella messa in gioco dello
procci, filosofico e semiologico, ancorato al piano spazio utopico, che è un non luogo, nelle tracce parados-
storico è un po' la cifra delle ricerche all’Ecole che sali della speranza.
privilegiano l’interdisciplinarietà, le transizioni e le
passerelle fra i domini storici, artistici, semiologici, D: Nella prospettiva della ricerca sul ritratto e sulla
filosofici: la filosofia stessa si definisce in un rapporto rappresentazione, l’autoritratto così come l’autobiogra-
complesso con le scienze sociali, la letteratura, la fia costituiscono un tema privilegiato e ricco d’insidie...
storia dell’arte.
R: E’ uno dei miei interessi principali: nell’autoritrat-
D: Cosa può trovare uno studente, un ricercatore nella to c’è qualcosa di vertiginoso, poiché esso costituisce
comunità scientifica dell’Ecole? il culmine del funzionamento della rappresentazione:
qui è il soggetto della presentazione che si autorappre-
R: Un certo piacere nella ricerca, una certa creatività. senta. Il movimento riflessivo raggiunge il suo punto
Infatti l’oggetto della ricerca da parte degli studenti e dei di maggior tensione: si ha come un tourniquet, nel
ricercatori è spesso costruito e non trovato nel repertorio senso che il dispositivo di rappresentazione può per-
dei soggetti classici. Si costruisce un oggetto a partire da fino incepparsi. L’autoritratto implica il problema del
intuizioni, ipotesi spesso di confine tra domini differenti, soggetto dell’enunciazione; nell’autobiografia le pra-
sollecitate da interrogativi incrociati sulla storia dell’ar- tiche di scrittura istituiscono spesso un soggetto simu-
te, sulla rappresentazione, sulle poste in gioco teorico- lacro dell’enunciazione, che non può mai apparire
filosofiche. In più, si privilegia lo scambio, il dialogo in come soggetto d’enunciato. Il problema è come scri-
piccoli gruppi di ricerca, in seminari: io stesso con i miei vere la propria autobiografia, come trasformare l’io in
studenti di dottorato mi considero semplicemente un oggetto rappresentato. Ecco allora intervenire la scrit-
unus inter pares. tura come “macchinazione”, che permette di captare,
intercettare il soggetto dell’enunciazione come tale. Pensi
D: Vorrei porLe qualche domanda sui temi a cui ha dedica- per esempio a Sant’Agostino, alla sua conversione: è
to una particolare attenzione. L’utopia per esempio... come se, nelle Confessioni, un’altra voce di se stesso
gli permettesse di parlare di sé. Si tratta di una voce
R: Il tema dell’utopia mi è particolarmente caro. Nel infantile, di un ritornello di altri tempi tolle lege: un
quadro di una storia della rappresentazione offre una buco, un bianco nel testo, per dire questo altro da sé
complessità molto significativa. Da un lato l’utopia è un che è pur sempre il sé della propria biografia. Nume-
ritratto, una topografia per quanto immaginaria: Lei sa rosi sono gli esempi di scrittura autobiografica: Sten-
infatti che nel XVII secolo la mappa di una città si dhal, Montaigne..., in cui la nozione chiave è quella
chiamava “ritratto” e questo nesso fra mappa, tratti e del soggetto dell’enunciazione che nella narrazione,
ritratto mi pare molto perspicuo nel campo della rappre- come sottolineava Benveniste, viene in qualche modo
sentazione come attività spirituale, artistica, tecnica... nascosto, occultato. Così, per il pittore la questione
D’altro lato, nel transfert dell’utopia immaginaria alcuni cruciale è: quale soggetto dipingere? In quale momento
tratti cadono, vengono tralasciati, così che la “realtà” si della vita? Ogni autoritratto “negozia” una duplice rela-
trova spiazzata, posta su un altro piano, su un secondo zione, con la propria vita e con la propria morte, da parte
grado di rappresentazione. Nel caso dell’utopia, penso al di un soggetto che le enuncia, senza avere il ricordo
testo principe, l’ Utopia di More, la mappa-ritratto che fa dell’inizio, né l’esperienza della fine.
vedere il “luogo” è senza luogo, è una finzione, un
façonnement e un modelage del luogo e dello spazio. D: Questa distanza fra vita e morte che il soggetto
L’utopia è un ritratto mobile, un prodotto attivo proprio deve “negoziare” per autorappresentarsi rinvia a un
per la sua messa in forma paradossale di realtà e di terzo elemento, mi sembra, fra medesimo e altro, a
finzione nel cuore della medesima rappresentazione. E’ un’istanza neutra. Non a caso per esempio in Lectures
un vulcano in attività. traversières non pochi interventi sono dedicati a que-
ste istanze “neutre”: l’angelo, l’androgino, l’utopi-
D: A proposito della mappa-ritratto dell’utopia senza co. Cosa significa quest’attenzione per il “neutro”: è
luogo, Lei pensa all’utopia come il ritratto possibile di forse un’istanza polemica rispetto alle filosofie della
una promessa di felicità? Potrebbe essere anche una rappresentazione dualistiche, binomiche, centrate
falsa promessa, un’illusione... sull’opposizione originale-copia?
R: La finzione utopica non è solo un ritratto bensì il R: L’attenzione per l’istanza neutra, terza, è per me un
ritratto di una realtà virtuale. Non si tratta di una semplice punto di inizio, non un fine in se stesso. E’ la ricerca di un
proiezione o di evasione: riprendendo la nozione di polo non sintetico, non mediatore che rifiuti ogni pensie-
utopia di Bloch, in particolare quella contenuta in Tracce, ro binario di stile strutturalista centrato sull’opposizione
direi che l’utopia si presenta, per tracce, come attesa, e dei contrari. Il neutro è appunto la negazione simultanea
dei contrari e non la semplice negazione dialettica:
21
INTERVISTA
l’androgino è il terzo sesso, che non è un sesso, l’angelo zione che il neutro sia pensato come una potenza anche
non è umano, né del tutto divino... In altri termini è la terrifica di neutralizzazione dei contrari, una forza corro-
ricerca di uno spazio attivo, non inerte, in grado di s i v a .
cogliere la differenza generica, la cifra di un’origine
come fondamento “critico”. In questo momento penso a D: Sembrerebbe quasi che l’ultima parola sull’autori-
Deleuze, a Differenza e ripetizione: qualcosa come un tratto sia l’anonimato: il soggetto autentico dell’enun-
effondrement, l’apertura di uno scarto. Tutto ciò a condi-
ciazione sarebbe un neutro anonimo, esclusiva di una teoria dell’arte o di una Lo sguardo acuto e penetrante di Marin
identificato solo dalla macchinazio- semiotica della rappresentazione, bensì si è posato anche sulle dinamiche proprie
ne letteraria, o quanto meno artisti- ha coniugato strumenti semiotici, allo spazio figurale e pittorico: fra gli
duttilità retorica, rigore filosofico, colpo altri, campeggia un testo maggiore,
ca? d’occhio e sensibilità artistica, per riferimento obbligato per filosofi e storici
interrogare e cogliere sul fatto le dell’arte: Opacité de la peinture. Essai
R: Eh sì! In fin dei conti è il “non” che sovrastratificazioni di senso della sur la représentation au Quattrocento
identifica. Pascal potrebbe fornire una rappresentazione, i “trabo-cchetti” della (1989). Qui il termine “opacità” non
risposta. Pensi al suo modo di firmar- narrazione, i “doppi fondi” della pittura, concede n ulla all’ineffabilità o a
si: Pascal, Damas, Jesus... C’è quasi gli effetti politici dell’im-magine. Potere generiche invisibilità dietro la superficie
un’estenuazione del nome, una strut- sedu ttivo, a vo lte ing an-n atore, dipinta. Al contrario, Marin vuole
dell’immagin e, come Marin ha dimostrare come con materiale visibile
tura intessuta di ossimori per nomi- dimostrato nel suo studio Le portrait du (figure, colori, disegno ecc.) la pittura
nare il nome dell’altro. Per esempio roi (1985), una delle opere più originali riesca a mettere in opera l’invisibile, le
Salomone come re saggio e Gesù degli ultimi anni. Ma l’immagine e la incertezze inquietanti. Opaca è la natura
come saggio folle, solo che Salomo- pittura (gli amati Poussin, Philippe de la del segno, che può essere al contempo
ne ha bisogno della lettera s (jesus), Champaigne) non devono far dimenticare cosa e rappre-sentazione, dando luogo a
che è la lettera mancante, il neutro e i suoi studi incisivi sul linguaggio, a traspa-renze offuscate e a presenze
l’anonimo. In primo piano balzereb- partire dalla logica di Port Royal (La diafane, che lasciano intravvedere come
logique du discours. Les Pensées de segno ciò che nascon-dono come cosa.
be il ritratto anonimo della scrittura. Pascal et la logique de Port-Royal, L’intensa attività culturale, la familiarità
Louis Marin è scomparso a Parigi il 29 1975). con la scrittura, la forte impronta da lui
ottobre 1992. Possiamo leggere in molte Attento alle falle e ai co mplessi lasciata su colleghi, studiosi e allievi, è
sue pagine, suggerisce Jacques Derrida, dispositivi dell’enunciazione, Marin si è dovuta alla sua «intelligenza luminosa e
«una meditazione - ostinata, infaticabile, a lungo occupato del problema della generosa», come sottolinea Derrida, alla
rinnovata - su tutte le figure, esperienze ”auto-biografia”, in cui più perspicuo è sua disponibilità «sempre pronta a
o approcci riguardanti la morte, il lutto e il nesso fra enunciato e enunciazione. comunicare l’entusiasmo della scoperta
la sop ravv iven za». Meditaz ione Qui la rappresentazione mette in opera e a restituire l’impressione del primo
incroc iata, fin dall’in izio, nella una voix e xcommun iée (La voix mattino». La stima condivisa per l’opera
riflessione al contempo filosofica e excommuniée. Essai de mémoire, 1983); di Marin è motivata, osserva Hubert
storica sui sistemi di rappresentazione la scrittura s’ingegna a restituire l’attimo Damisch, dal carattere “polimorfo”, ma
(filosofici, artistici, retorici, politici) sorgivo del proprio sé nella necessaria, rigorosissimo, delle sue ricerche.
dell’epoca classica. Forte di un pensiero ma imbaraz-zante permanenza dei segni. Filosofo sofisticato ma cristallino, Marin
diamantino e di una spiccata intuitività, Gli studi consacrati alle Confessioni di era personaggio pubblico estraneo a ogni
Marin ha inte so i sistemi di Sant’Ago-stino, a Rousseau, a Montaigne eccesso o snobismo. Uomo dalle vigorose
rappresentazione non nella prospettiva hanno davvero “fatto scuola”.
AUTORI E IDEE
Veracità della conoscenza di sé la propria negazione». Una negatività sumersi attraverso coppie antagoniste, ma
che ha una dimensione ad un tempo esisten- inseparabili: franchi e galli, cattolici e laici,
LA VÉRACITÉ. ESSAI DE PHILOSOPHIE NÉGATIVE ziale e ontologica; gli uomini infatti, davanti cattolici e ugonotti, “gaullistes” e comuni-
(La veracità. Saggio di filosofia negati- all’esistenza, provano qualcosa «come l’ef- sti, metropolitani (o meglio: parigini) e non
va, Verdier, Parigi 1993) recita il titolo fetto di una caduta, che non ha soltanto metropolitani (la “France profonde”). Il
del libro di Guy Lardreau, che racco- “avuto luogo”, ma che dura; caduta conti- secondo volume, Traditions, tratta delle
glie in sistema gli elementi sparsi del nua, (...) che certo non è altro che la loro “tradizioni”. Tradizione - afferma Nora - è
suo pensiero. maniera di accedere al tempo». Appartiene «una memoria divenuta storicamente co-
dunque all’uomo un sentimento nostalgi- sciente di sé». In questo modo si declina
Con quest’opera Guy Lardreau, che ha co, eminentemente negativo, che - come una Francia ancorata alle proprie tradizioni
conosciuto la militanza politica nelle file vuole Lardreau - esprime il modo attraver- locali, presa fra una memoria a volte obso-
della sinistra maoista e si è poi isolato in un so il quale «l’anima tiene al reale». E.N. leta e il tentativo di rivitalizzare le proprie
silenzio di riflessione e di approfondimen- radici. Il terzo volume, De l’archive à l’em-
to di alcuni motivi fondamentali del suo blème, parrebbe una “duplicazione” inter-
pensiero, ne propone qui una sintesi libera na alla problematica della memoria: archi-
da «qualsiasi preoccupazione apologetica, vi e emblemi. Se il primo termine porta
da alcun obbligo di marcare una continui- I luoghi della memoria soprattutto sui luoghi più “discreti” della
tà». Nessuna nota, nessun apparato critico memoria nazionale (registri notarili, archi-
supporta il testo di Lardreau, che della sua Ultimo tomo di un considerevole la- vi amministrativi...), il secondo è centrato
concezione rivendica un carattere non di- voro storico-enciclopedico, LES LIEUX sulla memoria “simbolica”, sugli “hauts
mostrativo, ma “sinfonico”, dove gli auto- DE LA MÉMOIRE (I luoghi della memoria), lieux”: personaggi, bandiere, emblemi,
ri classici della filosofia sono convocati - diretto da Pierre Nora, è stato da poco monumenti che rappresentano la “mitolo-
così afferma l’autore - «non per essere pubblicato in tre volumi LES FRANCE. I: gia nazionale”. Conclude il volume la ri-
chiariti, ma soltanto nel momento in cui mi CONFLITS ET PARTAGES; II: TRADITIONS ; III: DE flessione sul “genio” della lingua francese,
fanno luce». L’ ARCHIVE À L’ EMBLÈME (Le Francie. I: sicuramente il luogo della memoria più
La critica della conoscenza, che l’autore Conflitti e divisioni; II: Tradizioni; III: consensuale.
propone opponendo il concetto di veracità Dall’archivio all’emblema, Gallimard, Una serie nutrita di incontri e dibattiti di
a quello - più ontologicamente marcato - di Paris 1993). Questo progetto colossa- ogni genere hanno registrato un vivo inte-
verità, segnala un impianto filosofico kan- le (ogni volume consta di un migliaio resse per quest’archiviazione monumenta-
tiano, evidente nella tripartizione dei capi- di pagine), nato nel 1984, si caratteriz- le della memoria nazionale, ma anche ne
toli dell’opera, che trattano rispettivamen- za per un particolare modo di scrivere hanno sottolineato i punti critici. Molto
te dell’attività teoretica, pratica (morale e e di elaborare la storia a partire non critica nei confronti di quest’opera è stata la
politica) e poetica. A dare unità a queste dai “fatti” bensì dalle “rappresenta- storica Arlette Farge, la quale ha qualifi-
diverse caratterizzazioni dell’agire è il sog- zioni” collettive, “luoghi della memo- cato il metodo storico usato per questi
getto, cui spetta un ruolo costitutivo: «A ria” come monumenti, celebrazioni, Lieux come “imperialista”: esso costringe-
questo titolo - sostiene l’autore - la filosofia emblemi, folklore, culinaria, che nel rebbe lo storico a curvarsi sul nazionale
proposta accetterebbe volentieri (...) d’es- loro insieme costituirebbero un’au- (nazionalistico?), cristallizzandosi nell’au-
sere considerata una filosofia della sponta- tentica “identità” nazionale. tocelebrazione (pericolosissima) del pas-
neità». In questa prospettiva viene ripresa sato. Anche a Georges Duby questo ripie-
l’analisi lacaniana del discorso razionale in Pierre Nora è l’iniziatore e il direttore di gamento su di sé, che esclude lo sguardo di
funzione del nodo costituito dal Reale, dal questo monumentale progetto. Ben inteso: altre memorie (gli stranieri in e fuori dalla
Simbolico e dall’Immaginario. La caratte- “monumentale” in senso letterale, visto Francia; l’analisi comparitivistica fra me-
rizzazione “negativa” della filosofia risie- che si tratta di un’impresa mirante a reperi- morie di diversi paesi, fra l’Europa e l’Orien-
derebbe nell’assunzione razionale dei li- re i punti di cristallizzazione della memoria te ecc...) non è affatto apparso un segno di
miti della razionalità e nella consapevolez- nazionale francese, in primo luogo i monu- buona salute.
za che il Reale non è la realtà. menti, o per meglio dire la memoria fissa- A queste accuse Pierre Nora si difende
Lontano dalle illusioni di un sapere che tasi in “monumento”: Panthéon, piazze sostenendo che questo sguardo mnestico è
progredisce verso la conoscenza ultima, celebrative, archi, piramidi, centri cultura- un atto di modestia, connesso a un forte
come pure da vie di fuga già vanamente li; ma anche, feste, emblemi, specialità senso del “presente”. La storia tradizionale
battute: le strade della rivelazione mistica o gastronimiche, costumi sociali... infatti, volta a cogliere quanto del passato
dell’indifferenza del relativismo, Lardreau Il primo volume, Conflits et partages, por- potesse essere utile all’avvenire (sotto for-
sostiene il carattere di verità razionale della ta non tanto sull’unità nazionale, quanto ma di: restaurazione, progresso, rivoluzio-
filosofia negativa, dal momento «che la Ra- sui conflitti e sulle divisioni della memoria ne) è obsoleta, poiché il futuro stesso pare
gione esige nientedimeno che il prendere su nazionale. La storia francese pare così rias- sempre vecchio e mai prossimo. F.M.Z.
23
AUTORI E IDEE
L’ultimo francofortese condotta da Löwenthal sulle biografie di del giovane Hegel, la “lotta per il rico-
personaggi celebri, apparse sulle riviste noscimento”, costituisce qui il punto
All’età di novantadue anni, è scom- popolari negli Stati Uniti nei primi qua- di partenza di una teoria della società
parso il 21 gennaio 1993 Leo Löwen- rant’anni del nostro secolo. Qui, coglien- che vuole far fronte alle esigenze dei
thal. Studioso di sociologia della let- do con precisione quella che si sarebbe tempi.
teratura e di storia della cultura, ana- rivelata una tendenza (fino a oggi) duratu-
lista e critico della cultura di massa e ra, Löwenthal indicava uno spostamento La prima parte dell’opera di Axel Honneth
dell’industria culturale, Löwenthal era dell’interesse del pubblico dalla vita di è dedicata alla discussione di quei progetti
considerato l’ultimo esponente della industriali, banchieri e rappresentanti del- filosofici, alla cui stesura Hegel lavora quan-
Scuola di Francoforte della genera- la cultura cosiddetta “alta”, in senso tradi- do non è ancora un famoso professore
zione di Adorno, Benjamin, Horkhei- zionale, a personaggi della musica legge- berlinese, ma un semplice Privatdozent a
mer e Marcuse. ra, del cinema, dello sport e dello spettaco- Jena. La sua idea speculativa fondamenta-
lo. Egli - come leggiamo in una lettera a le consiste nel progetto di una teoria dei
Rispetto agli altri esponenti del gruppo di Horkheimer del 3 febbraio 1942 - conside- diversi livelli del riconoscimento sociale.
pensatori dell’Institut für Sozialforschung rava questo fenomeno come espressione Attraverso i livelli dell’amore, del diritto e
di Francoforte, Leo Löwenthal godeva di di aspirazioni alla felicità che non trovava- della solidarietà o - come scrive Hegel -
una relativa fama. In Italia, ad esempio, no realizzazione nel mondo quotidiano e della “eticità” (Sittlichkeit) si danno tre
dove i pensatori francofortesi sono stati nella storia; una diversa espressione del- forme del riconoscimento, nelle quali l’es-
oggetto di un vero e proprio culto, la sua l’utopia marcusiana di una vita liberata, sere umano viene riconosciuto dapprima
opera principale, Literature and the Image nel senso del principio di piacere, e di emozionalmente come intero, poi formal-
of Man (La letteratura e l’immagine del- quella “nostalgia dell’altro” che, secondo mente come persona giuridica e infine
l’uomo, 1957), non è mai stata tradotta e Martin Jay, costituisce un motivo comune come particolarità individuale. Poiché però
altri suoi lavori hanno attirato l’attenzione ai pensatori francofortesi: «Questo feno- il pensiero di Hegel, anche nel periodo
solo di piccoli editori: Letteratura, cultura meno contiene anche il sogno dell’umani- jenese, è legato a presupposti metafisici,
popolare e società (Liguori), Per una teo- tà futura che potrebbe accentrare i propri sovratemporali, Honneth si sottopone nel-
ria critica della letteratura (Flaccovio), Il interessi nella felicità, non nella durezza la seconda parte del suo libro al compito di
rogo dei libri (Il Melangolo), L’integrità del lavoro, nella gioia dei beni sensuali nel mettere alla prova empiricamente l’idea
degli intellettuali (Solfanelli). senso più ampio del termine. Mentre, da speculativa di fondo. Ciò avviene, da una
Fedele all’immagine dell’intellettuale cri- una parte, l’informazione storica diventa parte, attraverso un riferimento alla psico-
tico e radicale, cara anche agli altri espo- per le masse una trappola fatta di menzo- logia sociale di George Herbert Mead,
nenti del gruppo francofortese, Löwenthal gne e un ridicolo cumulo di fatti e delle dall’altra sulla base di ricerche psicologi-
metteva in guardia dal considerare lui e i figure più insignificanti, le stesse masse, che e storico-psicologiche. Su entrambi i
suoi illustri amici come parte di una “scuo- proprio nel loro interesse per questa gente piani il risultato è che il modello hegeliano
la”, ed evidenziava come ciò che accomu- e nei loro modi di consumo, rivelano una resiste ad una riflessione scientificamente
nava personaggi come Adorno, Benjamin e nostalgia per una vita fatta d’innocenza». disincantata.
Marcuse fosse lo spirito di indipendenza e In Germania le opere complete di Leo Così, con l’aiuto delle teorie psicoanaliti-
l’avversione per le scuole, sin nelle forme Löwenthal sono pubblicate presso l’edito- che, l’amore può essere concepito come un
della scrittura: “La parola ‘scuola’ non ha re Suhrkamp di Francoforte: il primo volu- forte legame affettivo tra poche persone in
senso. Non avevamo testi sacri. Non ave- me raccoglie gli studi sulla letteratura e cui si tratta di produrre un equilibrio tra
vamo discepoli. E in un certo senso non sulla cultura di massa, il secondo le analisi autonomia e dipendenza, tra il desiderio di
scrivevamo neppure libri: Adorno afori- dedicate al romanzo borghese, il terzo quelle essere soli e il desiderio di fusione. Questo
smi, Marcuse solo lunghi saggi, io addirit- sulla psicologia collettiva, il quarto le lette- equilibrio è costantemente in pericolo e
tura articoli. L’unica scuola a cui ci senti- re e gli scritti sparsi. Le opere filosofiche assume le diverse forme di una lotta. Le
vamo di appartenere era la scuola dei con- giovanili di Löwental saranno pubblicate a esperienze delle relazioni d’amore fami-
trari”. cura dell’Istituto Italiano per gli Studi Filo- liari, amicali ed erotiche non possono cer-
Con gli altri pensatori francofortesi Lîwen- sofici presso la casa editrice Guerini e to venire estese ad altre relazioni sociali,
thal condivide l’origine ebraica e il destino Associati di Milano. M.M. ma contengono già un nucleo di carattere
dell’esilio negli anni del nazismo (sarà lui morale, che si sviluppa poi ai livelli del
l’ultimo del gruppo ad abbandonare la diritto e della solidarietà. Qui si tratta del
Germania, il 2 marzo 1933, due giorni fatto che i cittadini di una comunità si
prima che i nazisti facessero irruzione nel- considerano uguali in quanto membri di
le stanze dell’Istituto per la Ricerca Socia- Axel Honneth una comunità giuridica e imparano a con-
le). Nella sua autobiografia, Non ho mai e il progresso sociale siderarsi disuguali, individui, in quanto
voluto collaborare, Löwenthal ripercorre membri di una comunità di valori. Qui il
le tappe principali della propria vita: l’ab- Se negli ultimi cinquant’anni si è avu- riconoscimento reciproco si mostra nel-
bandono della Germania e gli anni trascor- ta l’impressione che la constatazione l’attenzione e nella valutazione.
si fino all’ultimo negli Stati Uniti, dove fu della morte di G. W. F. Hegel fosse Lo studio di Honneth offre in particolare
professore di Sociologia nell’Università ormai irrevocabile, bisogna tuttavia una risposta alla questione del modo in cui
di Berkeley. riconoscere che finora egli è soprav- si possono spiegare i processi del muta-
Storico e teorico della letteratura, Löwen- vissuto a ogni tentativo di sepoltura mento sociale. Le società si trasformano
thal dedicò le proprie forze non solo al- spirituale: troppo complesso e stimo- perché sono costruite sulla base delle ob-
l’analisi ideologica e filosofica del feno- lante è il suo pensiero perché lo si bligazioni morali implicite nella triplice
meno letterario ma anche allo studio dei possa mettere da parte con l’etichetta relazione di riconoscimento. Nei conflitti
suoi aspetti sociali (ad esempio la ricerca di “metafisica”. Di queste potenzialità sociali si esprime così non solo un interesse
sui gruppi di lettori di Dostoevskij nella di interesse è testimonianza anche il di gruppo, ma anche lo sviluppo morale
Germania degli anni Venti e Trenta) e allo nuovo libro di Axel Honneth, KAMPF UM delle società. Non si tratta solo della pover-
studio della cultura di massa e di quella che ANERKENNUNG . ZUR MORALISCHER GRAM- tà, ma anche del diritto e della dignità. I
Theodor W. Adorno e Max Horkheimer MATIK SOZIALER KONFLIKTE (Lotta per il conflitti sociali seguono una “grammatica
chiamavano “industria culturale”. A que- riconoscimento. Sulla grammatica mo- morale” e regole che sono pre-date attra-
sto proposito bisogna ricordare l’analisi rale dei conflitti sociali, Suhrkamp, verso le diverse forme del riconoscimento.
Frankfurt a. M. 1992). Un’ espressione
24
AUTORI E IDEE
Leo Löwenthal
L’Institut für Sozialforschung di Francoforte sul Meno, 1924
25
AUTORI E IDEE
In questa prospettiva una filosofia sociale apolitico è quello che modula il proprio le, che accompagni e unifichi le rappresen-
sostenuta scientificamente raccoglie l’ere- atteggiamento su codici e retoriche presso- tazioni soggettive, si ponga come un “do-
dità della vecchia filosofia della storia. ché istituzionalizzate, e pertanto prevedi- ver essere”, come esigenza di fronte al
Nella terza parte del suo studio, Honneth bili e sin dall’inizio neutralizzate. fatto che l’unità delle rappresentazioni
mette in rilievo un “concetto formale del- Come egli stesso ha più volte ribadito, non precede l’Io ed è indipendente da esso, e in
l’eticità” come più elevato punto di riferi- esiste una «filosofia» di Jacques Derrida. essa si fonda la possibilità dell’unità del-
mento. Il movimento della sua argomenta- Esiste un confronto, una esplicazione di l’Ego, e non viceversa.
zione è chiaro e integrato, un movimento Derrida attraverso i testi che analizza e che Questa constatazione fattuale, caratteristi-
quasi circolare di impratichimento, che di conseguenza lo obbligano ad esporsi alla ca dell’approccio fenomenologico, porta
sviluppa l’idea fondamentale con un inte- loro luce o alla loro oscurità. E soprattutto appunto Sartre a definire il campo del tra-
resse al compimento e che la rende pre- esiste un “idioma”, che è uno stile di scrit- scendentale come “coscienza”, come livel-
gnante attraverso la ripetizione. L’opera tura che ogni volta si sforza di cambiare lo, cioè, pre-individuato, non riflesso, ca-
presenta motivi di riflessione. La “gram- accento per eludere le aspettative, giocan- ratterizzato da un’essenziale spontaneità,
matica morale” vale ad esempio non per do a svelarne i presupposti. Particolarmen- rispetto al quale l’Io è dunque trascenden-
tutte le società, ma solo per quella moder- te significativo diventa quindi il testo dedi- te, passivo, agito. Sebbene Sartre rimpro-
na, costituita secondo il modello dello sta- cato alla lingua della filosofia, costruito a veri allo Husserl di Idee di aver ricondotto
to di diritto. L’esigenza di validità univer- partire dalla domanda che si interroga sulla all’Ego, con una sovrapposizione indebita,
sale del principio del riconoscimento vie- possibilità di tradurre la filosofia, sullo le manifestazioni originarie proprie della
ne con ciò limitata. Esso può motivare ad sfondo del presentimento che essa possa coscienza, Rocco Ronchi, curatore di que-
un agire morale e alle lotte sociali, ma può invece essere consustanziale ad una lingua sta edizione di Sartre (che segue quella,
legittimare il riconoscimento solo nel con- e ad una tradizione. E proprio il diretto risalente al 1971, a cura di Nestore Pirillo),
testo della modernità. Con ciò un filosofo riferimento alla tradizione nazionale lascia rileva d’altra parte come in questo saggio,
che pensa in modo post-metafisico può emergere la difficoltà di pensare il naziona- proprio nella determinazione del livello
dichiararsi soddisfatto. J.F. lismo, difficoltà che prende forma nella coscienziale, Sartre sia più debitore a Hus-
contraddizione tra la necessità di difendere serl di quanto egli stesso non mostri di
le lingue minoritarie e l’esigenza della co- credere. Nel suo ampio saggio introdutti-
municazione, che non può che avvenire su vo, dedicato al “bergsonismo di Sartre”,
di un terreno comune. Un esempio di come, Ronchi sostiene, a dispetto degli espliciti
Derrida: le interviste per Derrida, le questioni filosofiche debba- attacchi portati da Sartre a Bergson, la
no sfociare in quelle concernenti la respon- contiguità della nozione sartreana di co-
E’ lo stesso Jacques Derrida che ha sabilità etica e politica, facendo coincidere scienza a quella bergsoniana di durata, sul-
deciso di raccogliere in volume, e suc- la pratica della decostruzione con una vo- la base del loro comune carattere di sponta-
cessivamente di pubblicare, le intervi- lontà di democratizzazione. M.V. neità. Reale è solo la spontaneità della
ste che nel corso degli anni hanno ac- coscienza; apparente è invece la spontanei-
compagnato la sua ricerca, facendo tà dell’Io nei confronti delle “sue” rappre-
rientrare a pieno titolo nella sua ope- sentazioni, ovvero nei confronti dei “suoi”
ra anche questa produzione margina- stati, delle “sue” azioni, delle qualità degli
le, per non specialisti, che generalmen- La debolezza dell’Io oggetti, che si tende spesso, a torto, a con-
te è così difficile da collocare. POINTS DE siderare prodotto di inclinazioni e affezioni
SUSPENSION . ENTRETIENS. (Punti di so- E’ recentemente apparsa la nuova tra- dell’Io. Tali rappresentazioni, nota Sartre,
spensione. Interviste., Galilée, Paris duzione di un’importante opera gio- non sono “proprietà” dell’Io cui sono rife-
1993) permette così di ripercorrere vanile di Jean Paul Sartre, il suo pri- rite, ma è piuttosto questo Io ad essere
vent’anni di lavoro e di scrittura di que- mo, vero e proprio scritto filosofico, LA “giocato” da esse. Proprio a partire da que-
sto autore, offrendo una via d’accesso TRASCENDENZA DELL ’EGO. UNA DESCRIZIONE sta considerazione si aprono, a parere di
ad un pensiero che disorienta proprio FENOMENOLOGICA (traduzione e cura di Sartre, nuove prospettive nel campo mora-
per la difficoltà che sempre si affaccia Rocco Ronchi, EGEA, MIlano 1992), le.
quando si cerca di ritrovarne i punti di che contiene non solo i presupposti Anche facendo leva sugli effetti, in questa
riferimento. teoretici del periodo “fenomenologi- direzione, del “depotenziamento” dell’Io
co”, ma anche alcuni spunti che sa- conseguente alle analisi sartreane, Pier
Si tratta per lo più di indicazioni biografi- ranno alla base dello sviluppo succes- Aldo Rovatti, nel suo recente Trasforma-
che, riflessioni che colgono l’occasione sivo del pensiero di Sartre. A questo zioni del soggetto, intende offrire una rico-
dell’attualità, per poi approfondirsi in te- testo può essere accostata la più re- struzione del percorso e delle fonti del suo
matiche squisitamente filosofiche, consi- cente raccolta di saggi di Pier Aldo contributo al “pensiero debole”.
derazioni e punti di vista che fanno luce su Rovatti, TRASFORMAZIONI DEL SOGGETTO. Come è noto, quella relativa al “pensiero
di una soggettività e insieme su di un meto- UN ITINERARIO FILOSOFICO (Il Poligrafo, debole” è ipotesi nata, con la pubblicazione
do, la pratica della decostruzione, che qui Padova 1992) che, a partire anche dalla nel 1983 del testo omonimo, dal rilievo
diventa trasparente proprio mettendosi in riflessione sartreana, ricostruisce una dello scollamento fra soggetto e oggetto,
opera su tracce ben visibili, dalla tossicodi- delle fonti del “pensiero debole”, quel- ovvero dal rilievo del carattere problemati-
pendenza al tentativo di riformare l’inse- la che prende le mosse dal tentativo co di una scissione fra i due termini e di una
gnamento della filosofia. Ma vi è anche di ricostruzione di una nozione di sog- loro successiva ricomposizione dal punto
l’interrogarsi quasi ossessivo su cosa sia gettività. di vista della gnoseologia, dell’etica, della
un’intervista, sulle modalità di un discorso metafisica, nella prospettiva di un’indefi-
rivolto ad un pubblico che non è il proprio Ne La trascendenza dell’Ego il punto di nita manipolabilità degli enti da parte del
e quindi sul ruolo dell’intellettuale nel suo partenza della riflessione di Jean Paul soggetto e in quella di una sostanzialità
rapporto con i media, con il pubblico e con Sartre consiste nella constatazione della (cioè di un carattere “forte”, fondato sulla
il politico. Soprattutto ciò che traspare è il non originarietà della determinazione del- caratteristica ontologica della “presenza”)
tentativo di ridefinire il rapporto tra gli l’Ego nei confronti dei fenomeni riguar- del soggetto medesimo. Ma se Gianni
intellettuali e il politico, attraverso una danti il manifestarsi della soggettività. Sar- Vattimo, altro esponente di quella corren-
metodica decostruzione del modello sar- tre rileva, infatti, come la tesi kantiana te, si indirizzava, a partire dal pensiero di
triano: un modo del tutto attuale di essere relativa all’esigenza di un Io trascendenta- Heidegger, e da quello di Derrida, all’ela-
26
AUTORI E IDEE
borazione del concetto di un “declino” del na, nel suo recente studio: IL PAESE CHE ta sotto la forma fantastica di un paese
soggetto, che compiva la sua parabola sul- NON C’È E I SUOI ABITANTI (La Nuova immaginario, alla realtà presente criticata
lo sfondo di una concezione “debole” del- Italia, Firenze 1992). Una raccolta di anche alla luce di quell’ideale». In una
l’ontologia, Rovatti ha successivamente saggi a cura di Arrigo Colombo e di seconda fase di riflessione «la società uma-
preferito focalizzare il suo discorso sulla Giuseppe Schiavone, L’UTOPIA NELLA na è pensata come una sorta di provincia di
questione linguistica, intesa come que- STORIA: LA RIVOLUZIONE INGLESE (Dedalo, una più universale realtà cosmologica di
stione relativa allo stile del pensiero. Bari 1992), intende invece sia richia- cui fa parte ma di cui, unico punto nell’uni-
Il dichiarato intento di questa raccolta di mare l’attenzione sul significato sto- verso, contraddice i principi», sicché la
saggi di Rovatti è quello di retrodatare il rico dell’utopia come progetto della proposta utopica si concepisce come «una
costituirsi delle questioni inerenti alla con- società giusta e fraterna, sia ricono- reintegrazione di questa provincia nell’uni-
figurazione del pensiero debole. Inaspetta- scere nella Rivoluzione inglese il sen- verso». A ciò fa seguito la fase di introdu-
tamente, per chi di queste tematiche abbia so di primo, fondamentale evento uto- zione della dimensione temporale. Infine,
informazione solo relativamente agli ulti- pico nella costruzione di questa socie- nella fase più prossima a noi, si arriva fino
mi sviluppi, Rovatti ne mostra le radici tà. a rovesciare l’ordine utopico, «facendolo
nella riflessione sulle pratiche politiche diventare, da speranza e promessa che era,
degli anni Settanta. Riaffiora dunque la In una sorta di viaggio nell’utopia attraver- una oscura e terribile minaccia da cui difen-
discussione sulla questione dei “bisogni”, so i secoli, fino alle soglie della civiltà dersi». Del resto ogni forma di rigidità
e sulla loro inconciliabilità con il terreno contemporanea, Maria Moneti Codigno- normativa o propositiva, di concezione
del politico. E’ questo l’ambito in cui si è la si propone di trattare, senza alcuna pre- totalitaria dell’uomo e della società sono
posta per Rovatti l’esigenza di una “nuova tesa di esaustività, i contorni storici e pro- oggi sotto accusa, e proprio l’esperienza di
razionalità”, intesa come “cultura dei sog- blematici dell’utopia, intesa essenzialmen- questo secolo impone di «maneggiare le
getti”, “processo di approssimazione al te come “genere filosofico-letterario”, at- idee utopiche con grande cautela e anche
soggetto”. Il catalizzatore indispensabile traverso un’ampia rassegna di autori, com- con tutto il distacco e le mediazioni possi-
in questa elaborazione è Foucault, che con piendo una specifica selezione tematica, bili».
la sua “microfisica del potere” ha indicato relativa ai rapporti di implicazione reci- Di diverso tenore la convinzione teorica
la strada per l’individuazione dei punti di proca fra l’idea di città perfetta e quella di che sorregge la raccolta di scritti, curata da
resistenza ai percorsi storici della logica uomini perfetti, dunque fra la politica e Arrigo Colombo e Giuseppe Schiavone,
centralizzante del potere. La nozione “non l’educazione. L’idea della formazione del- sul significato storico dell’utopia, esem-
tradizionale” di bisogno ha in tal senso per l’uomo buono e l’immagine dell’infanzia, plificato in rapporto alla Rivoluzione in-
Rovatti la caratteristica di un’immagine ove essa è presente, costituiscono il dupli- glese. Il volume rientra nella serie “L’Uto-
non concettualmente strutturata, che indi- ce selettore d’indagine di questo viaggio pia. Per una società giusta e fraterna”, a
vidua però il terreno di contraddizione fra attraverso l’utopia “classica” di Platone, le cura di Arrigo Colombo, che ha già visto la
l’universalizzazione astrattizzante della utopie dell’era moderna (More, Campa- pubblicazione di altri contributi sul pro-
logica del potere, nelle spoglie della socie- nella, Bacone, Cyrano de Bergerac), del blema del carattere storico-progettuale
tà di massa, e la pretesa alla soggettività, al preilluminismo (Foigny, Fontenelle, Fé- dell’utopia, e nasce da un convegno orga-
riconoscimento del proprio carattere dif- nelon), dell’età dei Lumi (Morelly, Dom nizzato nel 1990 dal Gruppo di ricerca
ferenziale, che pure l’individuo-massa ri- Deschamps, Mably, Diderot, Rousseau), sull’utopia dell’Università di Lecce. In
vendica. per concludersi con un ampio ventaglio di quell’occasione, ricorda Colombo, era stato
D’altra parte, se Foucault fornisce indi- considerazioni teoriche, fra cui “l’idea di ribadito, in senso programmatico, che l’uto-
spensabili indicazioni di percorso, per Ro- felicità e i suoi paradossi”, “l’utopia mo- pia, come fatto storico e politico, costitui-
vatti alle radici del “pensiero debole” c’è derna come teodicea radicale”. sce «il progetto della società giusta e fra-
Marx, con la sua nozione di “lavoro vivo”, Nel tentativo di circoscriverne il concetto, terna», il quale può esprimersi sotto forme
che fonda l’articolarsi del discorso marxia- Moneti Codignola sottolinea che per uto- molteplici: dal discorso filosofico al rac-
no nella prospettiva di una ricostruzione, pia si deve anzitutto intendere «quel genere conto letterario, dall’annunzio religioso al
“al di là” del modo di produzione capitali- letterario-filosofico che ha per contenuto il programma politico.
sta, di uno “specifico soggettivo”. Laddo- racconto o la descrizione di un mondo Nella sua introduzione al volume Colom-
ve la determinazione di “forza-lavoro” ri- immaginario che viene, in modo implicito bo distingue quattro fasi dell’utopia, che è
manda alla caratterizzazione come “mer- o esplicito, presentato in termini deontolo- al contempo progetto della storia e pro-
ce” dell’essenza dell’operaio-massa nel gici o almeno ottativi». Vengono pertanto cesso in cui il progetto si va realizzando.
processo produttivo capitalistico, condu- distinti dall’utopia stricto sensu quei rac- La prima fase è quella sotterranea del
cendo così alla cristallizzazione dell’ho- conti, di genere affine, che hanno il caratte- progetto popolare implicito, che vive nella
mo oeconomicus, nella nozione di “lavoro re di descrizioni di paesi assurdi o di mondi coscienza popolare oppressa dalla società
vivo”, dove l’accento cade proprio sul alla rovescia, i cui rapporti con il genere ingiusta; la seconda è la fase del mito, in
carattere di “vitalità”, cioè di spontaneità utopico trovano nondimeno alcune utili cui il progetto popolare tende a proiettarsi
del lavoro, a parere di Rovatti si trascende precisazioni, così come viene ampiamente in determinate figurazioni simboliche; la
tale cristallizzazione e si segnala invece tematizzato il rapporto utopia/distopia terza è quella dei movimenti di salvezza,
con forza l’esigenza di un “punto di vista” (esempi di distopia possono essere consi- in cui il progetto assume la forma di attesa
soggettivo. M.C. derati testi come 1984 di Orwell o Brave e di annunzio, fatto proprio da comunità
New World di Huxley). Vengono invece religiose; la quarta infine è l’età delle rivo-
espressamente poste ai margini della tratta- luzioni, in cui «il progetto viene assunto
zione quelle produzioni dell’immaginazio- nella storia umana in senso universale (...),
ne utopica che nascono dall’ansia di rige- definitivo, progressuale, attraverso mo-
Utopia: il paese che non c’è nerazione e di salvezza espressa dalla cul- menti esplosivo-eversivi di forte intensità,
tura popolare. Nel delineare le tappe di forte luce, capacità comprensiva, capacità
Il tema dell’utopia torna a riproporsi un’evoluzione interna del genere utopico creativa e innovativa, forte decisione e
come tema centrale in senso filosofi- nell’età moderna, Moneti Codignola inizia azione sovvertitrice della società ingiu-
co in alcune recenti riflessioni. Maria da una fase di «riflessione critico-proposi- sta». Una volta restituita all’utopia il suo
Moneti Codignola ne ripercorre i con- tiva sulla realtà politica e sociale del pro- carattere storico-progettuale, A orientare
torni problematici, in riferimento so- prio tempo», che si limita a «contrapporre questo filone di ricerca sull’utopia come
prattutto alle utopie dell’età moder- una situazione ideale, auspicata e presenta- fatto storico e processuale è peraltro l’idea
che proprio nell’attuale età, segnata dal
27 crollo del comunismo, «l’utopia riemerge
TENDENZE E DIBATTITI
28
TENDENZE E DIBATTITI
TENDENZE E DIBATTITI
La politica di Hegel rietà della persona statale, interesse dei tra stato di natura e Stato, che per Hobbes
singoli e principio di sovranità dello Stato, permane come orizzonte fondativo, il reale
Del mai sopìto interesse per le valen- legittimazione sociale della volontà politi- terreno di confronto tra i due pensatori
ze politiche della riflessione hegelia- ca ed espressione formale del diritto. Per consiste nella questione relativa alla legit-
na è una riprova la serie di studi critici raggiungere il suo scopo, quello di uno timazione dello Stato medesimo, nonché
recentemente apparsi: il saggio di Ge- sguardo unitario che tenga insieme le varie nelle esigenze di carattere politico ricondu-
minello Preterossi, I LUOGHI DELLA POLI - istanze, Hegel punta verso un “profilo alto” cibili a interessi individuali, espressi a li-
TICA. FIGURE ISTITUZIONALI DELLA FILOSOFIA della statalità, come tentativo di realizzare vello della società civile. In altri termini, il
DEL DIRITTO HEGELIANA (Guerini e Asso- il connubio, sostiene l’autore, fra l’unitari- terreno di incontro fra i due pensatori non
ciati, Milano 1992), e l’opera di Fiorin- smo del principio di sovranità e il plurali- può essere individuato, a parere di Seniga-
da Li Vigni, LA DIALETTICA DELL’ETICO. smo delle istanze sociali; scartando cioè glia, in rapporto alla questione dell’origine
LESSICO RAGIONATO DELLA FILOSOFIA ETICO- tanto la concezione liberale lato sensu, che del diritto dallo stato di natura - a partire
POLITICA HEGELIANA NEL PERIODO DI JENA vede lo stato come momento funzionale dalla quale Hegel, tutt’al più, può apprez-
(Guerini e Associati, Milano 1992), en- alla società, quanto il decisionismo, radi- zare in modo generico il ruolo riconosciuto
trambi pubblicati nella collana “He- calmente arazionale, sostenuto per esem- da Hobbes al principio di conflittualità fra
geliana” dell’Istituto Italiano per gli pio da Carl Schmitt. gli individui - bensì sul piano della questio-
Studi Filosofici; lo studio di Cristiana Il “lessico ragionato” della filosofia hege- ne istituzionale, cioè della struttura organi-
Senigaglia, IL GIOCO DELLE ASSONANZE liana nel periodo di Jena che Fiorinda Li ca dello Stato.
(La Nuova Italia, Firenze 1992), dedi- Vigni presenta con il volume La dialettica Come è noto, lo Stato interviene in Hegel
cato all’individuazione delle ascen- dell’etico individua 52 voci, raggruppan- per sanare gli squilibri della società civile.
denze hobbesiane della filosofia poli- dole in 6 “famiglie concettuali” (linguag- Come ricorda Giuseppe Bedeschi nel suo
tica di Hegel; l’antologia IL PENSIERO gio, lavoro, famiglia, diritto, eticità, singo- ampio saggio introduttivo all’antologia
POLITICO DI HEGEL (a cura di Giuseppe larità-universalità), e facendo precedere dedicata a Il pensiero politico di Hegel, il
Bedeschi, Laterza, Roma-Bari 1993), ciascuna di esse da un’”introduzione” alla filosofo di Stoccarda fu sempre pessimista
introdotta da un ampio profilo critico, parte lessicale vera e propria, in un rappor- nei confronti del funzionamento della sfera
che offre uno sguardo sintetico com- to che è comunque di reciproca autonomia. socio-economica moderna, la cui descri-
plessivo sul pensiero politico del filo- Più che una tavola di occorrenze, nelle zione realistica è in lui desunta dall’econo-
sofo di Stoccarda. Da segnalare an- intenzioni dell’autrice questo lessico, pon- mia classica. D’altra parte, Bedeschi sotto-
che, in questo contesto, sebbene con deroso e tuttavia estremamente manegge- linea il ruolo centrale che, nella visione
una impostazione più generale, la re- vole nella consultazione, si configura come hegeliana della società civile, riveste la
cente introduzione al pensiero hege- un tentativo di ripercorrere lo sviluppo di nozione di corporazione, di cui il filosofo
liano curata da Pietro Rossi, HEGEL. ciascuno dei concetti individuati nelle ope- lamenta la soppressione nell’età moderna.
GUIDA STORICA E CRITICA (Laterza, Roma- re prese in esame, e all’interno di ciascuna Contro chi sostiene il carattere moderno
Bari 1992), nonché la corposa biogra- di esse; il metodo di scomposizione anali- del concetto hegeliano di corporazione,
fia in lingua tedesca che al pensatore tico dei testi è quindi finalizzato a una evidenziando come esso non sia identifica-
di Stoccarda ha dedicato Horst Al- ricostruzione della genesi dei concetti. bile con la mera descrizione (alla stregua di
thaus, HEGEL UND DIE AEROISCHEN JAHRE “A proposito degli influssi hobbesiani sul un anacronistico tentativo di rimessa in
DER PHILOSOPHIE. EINE BIOGRAPHIE (Hegel pensiero filosofico-politico di Hegel” è auge) della realtà storica delle corporazioni
e l’età eroica della filosofia. Una bio- l’esplicito sottotitolo che accompagna medioevali, Bedeschi ritiene che, in ultima
grafia, Hanser Verlag, München 1992). l’opera di Cristiana Senigaglia, Il gioco analisi, sia giustificata l’impressione che
delle assonanze. Muovendo dall’apparen- Hegel «sia ricorso a strumenti tutto som-
Lo studio di Geminello Preterossi, I luo- te dissonanza fra l’esplicito riconoscimen- mato arcaici per porre rimedio ai problemi
ghi della politica, dedicato ad alcune «fi- to hegeliano di Hobbes come iniziatore moderni della concorrenza e dell’atomi-
gure istituzionali della filosofia del diritto della “scienza politica”, e la brevità delle smo». Proprio per questo, conclude Bede-
hegeliana», tematizza la connotazione “con- analisi che a questi vengono dedicate dal schi, su questo specifico punto «lo sguardo
ciliativa” di questa filosofia, di cui mostra pensatore tedesco, Senigaglia enuclea al- di Hegel sembra rivolto più al passato che
la valenza positiva, il «grande valore e cuni nodi tematici del confronto tra i due al futuro».
dignità», tanto sul piano della riflessione filosofi. In primo luogo, la precisazione del Il volume Hegel. Guida storica e critica,
filosofica, quanto su quello più immediata- senso in cui Hobbes è per Hegel l’iniziatore curato da Pietro Rossi, intende collocare la
mente politico. La riflessione hegeliana fa della “scienza politica”. Non si tratta certo filosofia hegeliana nel quadro del suo con-
combaciare elementi e istanze che nel pen- di ciò che nel filosofo inglese si presenta testo storico-culturale. L’approccio è
siero filosofico-politico successivo si con- come presupposto, vale a dire l’ipotesi giu- multilaterale; vengono messi a fuoco vari
trappongono e si frammentano in linee di snaturalista, rifiutata da Hegel senza incer- aspetti del “sistema” hegeliano e della sua
fuga divergenti: libertà individuale e unita- tezze. Piuttosto, passando oltre il dualismo evoluzione storica: Hegel fra Romantici-
29
TENDENZE E DIBATTITI
smo e Idealismo (Luigi Marino); la genesi spiega, come autentica necessità teoretica, tamente prodotto come rovina. Qui, osser-
della logica hegeliana (Franco Chiere- dinanzi al declino della vecchia complici- va Bonesio, il limite dell’”officina mon-
ghin); la Fenomenologia dello spirito (Ser- tà, e complementarietà, di polis ed episte- diale”, della prospettiva totalizzante del
gio Landucci); la Filosofia del diritto come me. progetto planetario della tecnica, diventa
sistema dello spirito oggettivo (Giuliano L’obiettivo di Heidegger, molto evidente non più la “provincia”, ma la natura mede-
Marini); il rapporto di Hegel con l’estetica nel discorso di rettorato del 1983, è quello sima.
(Paolo D’Angelo); Hegel tra religione e di rovesciare il rapporto esistente tra ragio- Il tema della provincia si connette a quello
filosofia (Claudio Cesa); il rapporto tra la ne, università e scienza. Se il progetto mo- del silenzio nella riflessione di Saverio
storia universale e il suo quadro geografico derno dissolve la scienza in una serie di Xeres, che prende le mosse dalla celebre
(Pietro Rossi), la questione della storia saperi specialistici, organizzati socialmen- lirica montaliana I limoni. Xeres teorizza il
della filosofia (Remo Bodei); e infine la te dal sistema dell’industria universale, a fatto che l’ascolto del palpito che pulsa
ricezione di Hegel nei manuali scolastici di esso Heidegger oppone la pratica di un sotto la crosta del quotidiano, cioè sotto
filosofia (Giovanni Bonacina). pensiero del “rovescio”, la cui radicalità, l’ambito della pura chiacchiera, o il vuoto
E’ da segnalare, infine, una voluminosa anche secondo Caterina Resta, non fu di parole che si crea intorno a un evento
biografia di Hegel recentemente pubblica- compresa da Adorno. Quest’ultimo inter- limite, come può essere la morte, possano
ta in Germania da Horst Althaus. Testi- pretò il tentativo di esporre la scienza al- restituire al mondo il suo incanto; in ciò
monianza corposa, più che filosoficamente l’idio-maticità della ripetizione ontologica risiedono l’essenza e il ruolo della provin-
rilevante, dell’attuale interesse per Hegel, come una nefasta concessione alla cultura cia. All’opposto, Aldo Bonomi, che pure
estremamente particolare e informata ri- Blut und Boden. Ciò che per Adorno è la coglie nel silenzio il tratto caratteristico
guardo all’aneddotica, cede fin troppo spes- tara dello heideggerismo, cioè il “gergo della grande periferia, vi scorge non la base
so alla tentazione di ironizzare, dal punto di dell’autenticità”, costituisce invece la lin- per un reincantamento del mondo, bensì il
vista del “comune buon senso”, ovvero gua dell’idios, di ciò che sta a parte, ed è silenzio del sociale, l’incapacità di comu-
della vita ordinaria, sugli aspetti speculati- perciò intraducibile; così come non tradu- nicazione di una società stanca e disanima-
vamente rilevanti della riflessione hegelia- cibile, non urbanizzabile, è la “provincia” ta. Soluzione di ciò è il modello dell’esodo,
na, la dialettica in primo luogo. F.C. heideggeriana, quell’Ort che, come punto nel riconoscimento di sé come esseri senza
di convergenza e raccoglimento, diventa radici che si realizzano nell’ “andare”, uni-
per Heidegger il centro unitario di ogni co fondamento per una qualche forma di
esperienza, dell’apertura del mondo del- pratica sociale, una qualche prassi datrice
l’esserci. di senso.
Tendenze provinciali Ciò a cui Heidegger si riferisce con il La “teologia del paradosso” di Giorgio
concetto di provincia, osserva Resta, non è Frank riconduce più esplicitamente il di-
Con il suo ottavo numero la rivista un nostalgico ritorno a un radicamento scorso sul piano della riflessione filosofica.
TELLUS. QUADRIMESTRALE DI CRITICA DELLA ormai impossibile, per esempio su base Frank sostiene che la gratuità dell’esisten-
CULTURA delinea il proprio manifesto, etnica, ma un nuovo criterio di appartenen- za non è solo l’esito più estremo del nichi-
indagando intorno alla possibilità e al za, la cui base è “etica”; laddove ethos vale lismo, ma anche lo stigma dell’essere nel-
significato di un “pensiero provincia- come “soggiorno”, luogo dove si abita, il l’epoca della morte di Dio. L’uomo speri-
le”. Ne risulta una caratterizzazione punto di convergenza e di raccolta delle menta tale “gratuità”, quotidianamente,
della “provincia” non come ritorno a coordinate dell’abitare. nell’esperienza del silenzio di Dio; a parti-
mitiche radici, ma come luogo a parti- Accanto alla nozione heideggeriana di pro- re da questo silenzio nasce l’indicazione
re dal quale sembra ancora possibile vincia, l’intervento di Luisa Bonesio met- relativa a un pensare che non potrà essere
esercitare la problematizzazione, con- te in gioco autori come Oswald Spengler, se non un pensiero del Dio silenzioso e
tinuata e perseverante, del senso co- Robert Pogue Harrison, Walter Benja- gratuito, cioè infondato, perché un Dio che
mune. Questa prospettiva viene te- min, Ernst Jünger. La provincia è per non fonda l’esistenza umana non fonda
matizzata a partire dal testo di Martin Spengler il paesaggio materno dell’intero nemmeno se stesso. In altri termini, se da
Heidegger, PERCHÉ RESTIAMO IN PROVIN- Occidente, succube del discorso della città, un lato l’esercizio del pensiero comporta
CIA?, e da scritti di Marco Baldino, Lui- cioè della monumentalizzazione; l’impe- oggi la consapevolezza del disincanto del
sa Bonesio, Aldo Bonomi, Giorgio rialismo livellatorio della lingua crea la mondo, dall’altro esso ricerca la possibilità
Frank, Caterina Resta, Saverio Xeres. provincia come sottoprodotto della metro- di rapportarsi non più al Dio della metafisi-
poli. Citando Harrison, Bonesio ricorda ca, quello che un tempo parlava e ora tace,
Marco Baldino, direttore di Tellus, sotto- che la pietra della città non è quella della ma al volto di un Dio che parla attraverso il
linea come la nozione di provincia rinvii a campagna, di cui esiste un’”altra faccia”, suo tacere. F.C.
una dimensione minore dell’esistenza, che un lato nascosto; questa pietra, quando
ha i caratteri della domesticità e della priva- viene estratta dal terreno rivela il brulichìo
tezza: domus e idios. La nozione di provin- silenzioso della vita di “terra, radici e ver-
cia è stata tematizzata da Martin Heideg- mi”, che si svolgeva sotto il sasso quando
ger, da lui eretta a fondamento di un nuovo esso, prima di essere smosso dalla sua Sociologia della conoscenza
compito planetario del pensiero. Contro terra, era ancora parte di un oscuro paesag- e civiltà moderna
l’interpretazione di Theodor Wiesengrund gio naturale. Ernst Jünger rende obsoleta
Adorno, che vi legge solo una nostalgia l’opposizione di città e provincia nella con- Due opere recentemente pubblicate
premacchinistica, Baldino sottolinea il nes- siderazione che la tecnica macina tutte le in Germania propongono una rifles-
so di questo concetto con la questione della pietre, sia naturali che monumentali, tra- sione su alcuni momenti della storia
tecnica, e più in generale con quella della sformando tutto il paesaggio umano in un della sociologia della conoscenza,
rifondazione dell’esserci storico europeo, immenso deserto di rovine. La “provincia” che rinnova la tendenza di un possi-
a fronte del progetto mondializzante della diventa dunque «quel limite costitutivo di bile contributo di tale disciplina alla
tecnica, culmine della prospettiva metafi- ambiente naturale, di selva, sparendo il comprensione della società attuale.
sica. La nozione di provincia appare, per quale sparirebbe l’oikos umano». A questo Si tratta dello studio di Wolfgang
Baldino, non solo come luogo di partenza punto, secondo Bonesio, si incontra Benja- Engler, SELBSTBILDER. DAS REFLEXIVE
per una maggiore penetrazione nella Sein- min, che con la sua archeologia pare dar PROJEKT DER WISSENSSOZIOLOGIE (Imma-
sfrage, ma anche per chiarire il senso dello vita all’unico sapere possibile nell’epoca gini di sé. Il progetto riflessivo della
heideggeriano “nuovo inizio”, che si di- in cui tutto, compresa la natura, è anticipa- sociologia della conoscenza, Aka-
30
TENDENZE E DIBATTITI
demie Verlag, Berlin 1992) e di quel- Scuola di Francoforte. Importante è anche soprattutto alla messa in scena della mora-
lo di Stefan Breuer, DIE GESELLSCHAFT il riferimento all’antropologo francese lità nella società mediatica: gli spettacoli a
DES VERSCHWINDENS . VON DER SELBST- Claude Lévi-Strauss. Sulla base di questi favore di iniziative umanitarie, la tele-soli-
ZERSTÖRUNG DER TECHNISCHEN ZIVILISA- riferimenti teorici Breuer analizza la socie- darietà; atteggiamenti che rivelano la spet-
TION (La società dell’eclissarsi. L’au- tà moderna come società della tecnica. Tesi tacolarizzazione dell’impegno e la sua tra-
todistruzione della civilizzazione di fondo della sua opera è che la tecnica sformazione in una morale minimalista,
della tecnica, Junius Verlag, Ham- moderna rappresenta il motore di uno svi- “indolore”.
burg 1992). luppo che si sostituisce alle antiche conce- Per quanto convinto che una certa cultura
zioni dell’assoluto: «L’assoluto c’è, deve sacrificale della morale sia finita, Jean-
La precedente opera di Wolfgang Engler, solo essere pensato diversamente: non come Marie Domenach sostiene che l’apprez-
Die zivilisatorische Lücke (La lacuna civi- grande soggetto o come spirito, non come zamento del grado di moralità di una demo-
lizzatrice, Suhrkamp, Frankfurt a. M. 1992) ordine che riposa su se stesso e nemmeno crazia non si misura con i dati sociologici,
era dedicata al tentativo di comprendere lo come struttura di norme e istituzioni, ma né con gli strumenti della statistica, riba-
sviluppo di quelle che erano le società del piuttosto come processo autopoietico con dendo che parlare di morale indolore signi-
socialismo di stato alla luce della teoria conclusione catastrofica (...). Il sistema fica rinunciare al concetto di responsabilità
della civilizzazione di Norbert Elias. Di- sociale non è, come volentieri si presenta, che è implicito in qualsiasi atto morale.
versamente dall’Europa dell’Ovest, con il superamento del caos, ma è solo il metodo Dell’attuale impasse sarebbe responsabile
suo principio di una “civilizzazione rifles- di produrre il caos più velocemente di quanto l’individualismo contemporaneo: non si dà
siva”, l’Europa dell’Est sarebbe caratteriz- sarebbe possibile secondo le leggi dello morale se non nel legame che si vuole
zata da una “civilizzazione autodistrutti- sviluppo spontaneo». M.M. stabilire con l’altro, ma - per evitare che
va”, in cui l’autogoverno degli individui essa si trasformi in moralismo, che impon-
veniva ottenuto solo con proibizioni e al ga dei comportamenti e non delle scelte - si
prezzo dell’inefficienza. Tale caratteristi- deve essere consapevoli che la morale è un
ca avrebbe reso queste società più fragili e prodotto e una realizzazione storica e vive,
suscettibili di un ritorno a forme di barba- La morale ineffabile oltre che negli atteggiamenti degli indivi-
rie, nello sviluppo di un modello di orga- dui, nelle loro forme politiche, nel diritto,
nizzazione sociale che per Elias era già In corrispondenza dell’uscita in libre- nella deontologia delle professioni. I valori
operante nello stato autoritario guglielmi- rie delle loro rispettive opere, LE CRÉPU- sono dunque depositati nelle istituzioni sto-
no. Il nuovo libro di Engler, Selbstbilder, SCULE DU DEVOIR, (Il crepuscolo del do- riche dei popoli e hanno sempre il signifi-
torna in diversi punti su questo problema: vere, Gallimard, Parigi 1992) e UNE MO- cato di un compromesso con un’epoca e
non nel senso di un approfondimento, ma RALE SANS MORALISME (Una morale sen- una società determinata.
piuttosto nel tentativo di precisare il con- za moralismo, Flammarion, Parigi In un’unica conclusione sembrano ritro-
cetto di “civilizzazione riflessiva” all’in- 1992), le opinioni sulla morale con- varsi i due autori: la politica delle responsa-
terno di una discussione di questioni e temporanea di due filosofi agli antipo- bilità è il nome laico che assume l’impegno
momenti di quel ramo della sociologia det- di per concezione e tradizione di pen- morale nei confronti dei fanatismi. E.N.
to “sociologia della conoscenza”. siero: Gilles Lipovetsky, teorico del-
Engler presenta anzitutto la fondazione della l’individualismo e di una società post-
sociologia della conoscenza da parte di morale, e Jean-Marie Domenach, un
Karl Mannheim, caratterizzando la pro- vecchio discepolo di Emmanuel Mou-
spettiva della sua ricerca come “sguardo nier, hanno trovato spazio sulle pagi- Il paradosso
della ragione sulla propria struttura”. Se- ne del settimanale di cultura “L’Eve- del pensiero occidentale
gue un saggio dedicato a Elias, di gran nement du Jeudi” (3-9 dicembre 1992).
lunga l’allievo più celebre di Mannheim. Il volume collettivo a cura di Paul Geyer
Qui Engler osserva che le tendenze alla Il proposito del libro di Gilles Lipovetsky e Roland Hagen Büchle, DAS PARADOX .
razionalizzazione, contenute nel concetto è quello di stabilire le condizioni di funzio- EINE HERAUSFORDERUNG DES ABENDLÄNDI-
di civilizzazione di Elias, implicano sul namento di un’etica nelle società democra- SCHEN DENKENS (Il paradosso. Una sfida
piano pubblico il rischio di una catastrofe tiche, dove i valori individuali e il diritto al del pensiero occidentale, Stauffenburg
ecologica e sul piano privato quello del benessere danno le direttrici ai comporta- Verlag, Tübingen 1992) presenta
venir meno della capacità di imparare da menti e forniscono legittimità alla macchi- un’analisi di carattere interdisciplina-
parte del soggetto: «Un essere completa- na politica; la società post-morale e quella re di un fenomeno che da tempo inclu-
mente civilizzato intrattiene un rapporto propria di un’ «epoca dove il dovere è so tra le chiavi di lettura della moder-
parassitario con l’ecosistema e un rapporto edulcorato, reso anemico, dove l’idea del nità mostra di non essere più solo
repressivo con se stesso». sacrificio del sé risulta socialmente dele- oggetto esclusivo di ricerca retorica,
Altri tre studi sono dedicati da Engler alla gittimato, dove la morale non esige più di logica e filosofica.
microsociologia (in particolare all’intera- devolversi ad un fine superiore, dove le
zionismo simbolico) e all’opera di Pierre lezioni di morale sono coperte dagli spots Cosa sono i paradossi? Come hanno origi-
Bourdieu e di Michel Foucault. Il concetto del viver meglio, dal sole delle vacanze, dal ne? In cosa si distinguono da fenomeni
foucaultiano della società disciplinare vie- divertimento mediatico». D’altra parte è analoghi? Qual è il rapporto tra il concetto
ne qui indicato come utile e fecondo per proprio sulla base di questa cultura indivi- di paradosso usato dalla logica in senso
l’analisi dello stato-partito e dello stato di dualista ed edonista che si aprono le con- “tecnico” (l’antinomia) e l’uso più ampio
polizia delle società dell’Europa orientale. traddizioni maggiori negli ambiti in cui si che di questo concetto o figura retorica
Alcuni dei pensatori presenti nel libro di incontrano l’interesse collettivo e quello viene fatto da altre discipline, come la
Engler si ritrovano anche in Die Gesell- privato: l’ecologia, l’utilizzo delle tecnolo- letteratura e l’arte? Il volume collettivo
schaft des Verschwindens di Stefan Breuer, gie. Dove insomma si pone l’esigenza di Das Paradox, che raccoglie gli interventi
una raccolta di saggi per lo più già apparsi stabilire delle norme, la risposta sembra presentati ad un recente convegno sul tema:
in riviste. Elias, Foucault, Adorno, Luh- andare nel senso della riproposizione di “Fenomenologia dei paradossi. Sullo svi-
mann, F.G. Jünger e Virilio vengono presi comportamenti manichei e fondamentali- luppo storico di una forma dello stile e del
in considerazione in quanto teorici e stu- sti. pensiero”, tenutosi presso l’università cat-
diosi della società, in una prospettiva ispi- Operando una ricognizione che è più stori- tolica di Eichstätt, cerca di dare una rispo-
rata fondamentalmente alle posizioni della ca che filosofica, Lipovetsky si interessa sta a questa e ad altre domande, sia presen-
31
TENDENZE E DIBATTITI
32
TENDENZE E DIBATTITI
metafisica, Gallimard, Paris 1993), di ne ad una teoria, Roma 1989), gli cialismo”, con interventi tra gli altri di
Michel Haar. studi sull’argomento si sono molti- Amin, Altvater, Lebowitz; alcuni riten-
plicati. Tra i più recenti segnaliamo gono non più praticabile la proposta di
Torino 1888. Quando si accinge a scrivere quelli contenuti nel “Dossier” del n. soluzione al problema presentata dallo stes-
l’Ecce Homo Friedrich Nietzsche ha già 12 di “Actuel Marx” (II semestre so O’ Connor, consistente nell’attribuire
portato a termine l’opera di demolizione 1992), dedicato a L’ÉCOLOGIE, CE MA - allo Stato un ruolo sempre maggiore nella
della categoria di soggetto; abbandonata TÉRIALISME HISTORIQUE, e nei nn. 6 e 7 programmazione economica, dopo le espe-
l’illusione di un sé, un luogo puntuale dove della rivista “Capitalismo Natura rienze negative di questo secolo. Del resto
le diversità si organizzano in un identico, sa Socialismo” (ed. it. di “Capitalism, è naturale che proprio nel passaggio dal-
che il molteplice e il contraddittorio del- Nature, Socialism”, fondata nel 1988 l’analisi teorica al piano pratico i contrasti
l’esistenza individuale può essere tenuto dallo stesso O’ Connor). si manifestino più acuti; così in “Actuel
assieme soltanto dall’impianto della scrit- Marx”, André Gorz (“L’ecologie politi-
tura. A questo artificio d’ordine Nietzsche La questione fondamentale attorno alla que entre expertocratie et autolimitation”)
sembra rinunciare, col rischio di restare quale ruotano molti dei saggi qui esaminati vede il movimento ecologico diviso tra
inaudito. Così, anche nella forma, Ecce è la seguente: la responsabilità del dissidio un’ala tecnocratica (raccolta intorno al “club
Homo è qualcosa di diverso da una autobio- storicamente verificatosi tra marxismo ed di Roma”), che intende imporre dall’alto
grafia: nessuna linearità; un testo “esplo- ecologia è da imputare al fondatore del comportamenti ecocompatibili in nome di
so”, come lo presenta Sarah Kofman, che materialismo storico o ai suoi prosecutori, principi sedicenti scientifici (erede in que-
«mette in pericolo il mondo», secondo quan- che non avrebbero sviluppato gli spunti sto del peggiore “diamat”), ed un’ala de-
to afferma Nietzsche stesso in questa sua “ecologisti” contenuti nella sua critica al mocratica che vuole lottare contro lo sfrut-
ultima riflessione sul sé, prima di perdersi, capitalismo? Gli intervenuti propendono tamento capitalista di natura ed individui,
di errare per i territori della follia. generalmente per la seconda ipotesi, ten- con l’obiettivo di una società autogestita
Di fronte alla “coerenza senza unità” dendo ad assolvere Karl Marx dall’accusa sulla base dell’autolimitazione di bisogni e
dell’opera nietzscheana, all’esegesi non di aver portato alle estreme conseguenze il consumi, secondo un “principio di suffi-
è rimasta che la risorsa di dare valore mito prometeico del produttivismo e rico- cienza” che garantisca a tutti maggiore
fondativo, di innalzare a principi alcune noscendo la capacità del marxismo, previo libertà, sicurezza e tempo libero. Analoga-
finzioni: la volontà di potenza, il Supe- l’innesto sul suo tronco di altri filoni del mente, in “Capitalismo Natura Socialismo”,
ruomo, l’Eterno ritorno; senza conside- pensiero contemporaneo (Weber, Polany, Fabio Giovannini (“La democrazia fa bene
rare il fatto che nessuna di queste vuole, Habermas, Elias, Hayek, Durkheim, Levi- all’ambiente”) intende opporsi a quella parte
né può generare un orizzonte che possa Strauss) e la rimozione degli aspetti più del movimento ecologico che ritiene irrile-
valere come normativo o legittimante. caduchi della dottrina, a fondare una critica vante la scelta tra democrazia ed autoritari-
Come rileva Michel Haar nel suo recen- ecologica della società, i cui prodromi si smo quali mezzi per salvare il pianeta; la
te studio: Nietzsche et le dépassement de ritroverebbero già nei marxiani Manoscrit- seconda opzione può richiamarsi da un
la métaphisique, la stessa lettura di ti economico-filosofici del ‘44. punto di vista teorico alle tesi di Hans
Heidegger, che fa di Nietzsche il compi- In particolare, in “Actuel Marx”, Ted Ben- Jonas (Il principio responsabilità, Torino
mento della metafisica nel momento in ton (“Marxisme et limites naturalles: criti- 1979) e Vittorio Hösle (Filosofia della
cui ne rovescia le categorie e denuncia il que et reconstrution écologiques”) ritiene crisi ecologica, Torino 1992), che giunge
platonismo fondamentale di ogni costrut- che Marx ed Engels, nonostante il loro perfino ad ipotizzare l’avvento di un “eco-
to metafisico, mantiene il pensiero nietz- “naturalismo” e “materialismo”, abbiano dittatore”.
scheano all’interno dello stesso orizzon- trascurato il fatto che il lavoro non è solo Sullo stesso numero di “Capitalismo Natu-
te che tale pensiero voleva sovvertire. “trasformazione”, ma anche “appropria- ra Socialismo” viene inoltre presentato e
Haar è invece convinto che la posizione zione” delle risorse naturali: anch’esse dun- commentato il testo inedito di una confe-
di Nietzsche «non si riduce ad un contro- que andrebbero riprodotte, e non solo sfrut- renza tenuta da Herbert Marcuse all’Uni-
platonismo», dal momento che il corpo tate; tuttavia il programma marxiano di versità di Berkeley nel ’79 (l’anno della sua
(la grande ragione, come dice Zarathu- “ecologia della specie umana” contiene in morte), in cui, per spiegare gli opposti
stra) e le sue energie pulsionali, nel mo- sé gli elementi per una critica ecologica e istinti umani alla difesa e alla distruzione
mento in cui producono i valori, nascon- sociale del capitalismo. Dello stesso avvi- della natura, il filosofo tedesco faceva ri-
dono la loro origine e il loro comincia- so è anche Jacques Bidet (“Y a-t-il une corso, oltre all’economia, ai concetti freu-
mento assoluto. Il “mondo dietro il mon- écologie marxiste?”), il quale attribuisce le diani di Eros e Thanatos, giungendo alla
do” rimane definitivamente insondabi- “carenze ecologiche” del marxismo alla conclusione che quello ecologico è «un
le, mentre l’esistenza vive nel gioco del- sottovalutazione del mercato e all’utopia di movimento politico e psicologico di libera-
le apparenze. Il “sì alla vita” nietzsche- una sua sostituzione integrale da parte della zione». L’aspetto psicologico della que-
ano, conclude Haar nella sua prefazione, è pianificazione, riassumendo le argomenta- stione è esaminato anche da Denis Duclos
la forza di assumere la necessità dell’im- zioni contenute nella sua recente Théorie in “Actuel Marx” (“La nature: principale
perfezione, del negativo e infine del dolo- de la modernité (trad. it. Teoria della mo- contradiction culturelle du capitalisme?”),
re, con quel sentimento di “tragica gioia” dernità, Editori Riuniti, Roma 1992). che vede nella scomparsa della frontiera tra
che, del tutto, vuole l’eternità. E.N. James O’ Connor (“La seconde contra- natura e cultura la conseguenza principale
diction du capitalisme: cause et consequen- dello sforzo di conciliazione tra capitali-
ces”) analizza invece lo sfruttamento indi- smo ed ecologia, simboleggiato dal mito-
scriminato dell’ambiente come elemento mostro del riciclaggio, moderno corrispon-
decisivo per sostenere gli alti tassi di svi- dente di incesto e cannibalismo.
Marxismo ed ecologia luppo attuali, ma nello stesso tempo anche Prosegue infine su “Capitalismo Natura
causa del sorgere di una serie di movimenti Socialismo” la discussione intorno alla pro-
Tra i tentativi di rivisitare il pensiero di opposizione al sistema in tutto il mondo. posta di Giorgio Nebbia, presentata sul n.
marxiano alla luce delle problemati- La contraddizione tra produzione e natura, 4 della stessa rivista, di un “manifesto per
che contemporanee, uno dei più in- alla quale O’ Connor attribuisce le ricor- un’ecologia socialista”. Lo stesso Nebbia,
teressanti è certo quello “ecomarxi- renti “crisi da domanda” e “crisi da aumen- insieme a Tiziano Bagarolo, Giuseppe
sta”. A partire dalla pubblicazione to dei costi” del sistema economico con- Prestipino, Laura Conti, recentemente
del saggio di James O’ Connor su temporaneo, è stata al centro del dibattito scomparsa, e altri, interviene su “Marxi-
CAPITALISME, NATURE , SOCIALISM (1988; anche nel n. 6 di “Capitalismo Natura So- smo ed ecologia” anche nel n. 10 di “Gia-
trad. it. L’ecomarxismo. Introduzio- no”, un’altra rivista da sempre attenta a
33 queste tematiche, che sono state anche al
TENDENZE E DIBATTITI
aveva solo redatto, a partire dal 1885, va tuttavia escluso l’ipotesi di una pub-
una serie di dichiarazioni d’intenti, blicazione separata, come documento
abbozzi programmatici e annunci di storico, de La volontà di potenza)
pubblicazione, predisponendo inizial- aveva sancito, in forma filologicamen-
mente a tale scopo una raccolta di 372 te rigorosa, il testo, la cronologia e
frammenti, numerati e organizzati se- l’ambito tematico di pertinenza di cia-
Diritto di replica: condo una Rubrik. Su questo nucleo scun frammento all’interno della pro-
Sulla “Volontà di potenza” originario di materiali sono intervenu- duzione di pensiero di Nietzsche con-
ti i vari curatori, che interpretando l’in- fluita nei cosiddetti Frammenti po-
di Nietzsche
tento di Nietzsche secondo presuppo- stumi, e indirettamente nell’Anticri-
sti e prospettive tra loro diversi, con- sto e nel Crepuscolo degli idoli.
tingenti, se non talvolta vagamente Tra gli argomenti a sostegno di questa
difformi rispetto all’intenzione origi- obiezione domina innanzitutto la ri-
naria del filosofo, hanno portato l’ope- presa dell’accusa di arbitrio, faziosità e
ra alla pubblicazione, adottando in- falsificazione, che in più modi fu rivol-
nanzitutto, come criterio strutturale, ta a Elisabeth Förster Nietzsche in rap-
La recente riedizione italiana a cura di l’ordinamento tematico dei frammen- porto alla scelta, compilazione e distri-
Maurizio Ferraris e di Pietro Kobau, su ti, e non quello cronologico-sistemati- buzione dei frammenti per l’edizione
suggerimento di Pier Aldo Rovatti, di co, e ampliando di conseguenza, sia in di Der Wille zur Macht del 1906, in
un’opera postuma di Friedrich Nietz- avanti, che indietro, il periodo di perti- cui, tra i vari piani dell’opera abbozzati
sche, LA VOLONTÀ DI POTENZA. SAGGIO DI nenza del materiale. Così, nel 1901, si da Nietzsche, veniva fatto riferimento
UNA TRASVALUTAZIONE DI TUTTI I VALORI arriva alla pubblicazione, già con il esclusivamente a quello di Nizza del 17
(Bompiani, Milano 1992), che ripren- titolo di Der Wille zur Macht, di una marzo 1887, e in cui, oltre all’occulta-
de, rivedendola, la traduzione del 1927 prima raccolta di 483 pseudoaforismi mento e smembramento di testi, veni-
di Angelo Treves per l’editore Monan- (dove peraltro non tutti i 372 frammen- vano mescolati sistematicamente
ni di Milano, ha sollevato tra gli stu- ti ordinati da Nietzsche sono contenu- frammenti di periodi diversi.
diosi e gli interpreti dell’opera nietz- ti), curata da Peter Gast e da Ernst ed L’insieme di queste accuse rendono la
scheana un’ampia polemica, dai toni August Horneffer (“Gross-Oktav-Au- Volontà di potenza un puro docu-
talvolta aspri e intransigenti, che ha sgabe”, vol. XV), a cui succede l’edi- mento storico di fronte all’impresa sto-
trovato spazio, a più riprese, sulle pa- zione definitiva, in 1067 pseudoafori- rico-critica, realizzata da Colli e Monti-
gine di molti tra i maggiori giornali smi (dove in misura ancora minore nari, di presentare i testi nella forma e
quotidiani italiani. Poiché crediamo che sono presenti i 372 frammenti origina- nella successione, filologicamente cor-
anche le polemiche, una volta compo- ri), del 1906 e del 1911. rette, in cui sono tramandati dai mano-
ste, giovino alla comprensione di Le controversie sull’autorità e validità scritti. E proprio sulla validità storico-
un’opera, di un pensiero, abbiamo rac- dell’opera, e dunque sulle responsabi- documentaria dell’apparato di com-
colto e articolato qui di seguito in lità dei curatori, che tali esiti editoriali mento e note, a cui pure fa seguito una
forma documentativa le obiezioni e già allora sollevarono, sono di fatto “tavola di concordanza” tra le varie
considerazioni critiche intervenute in anche all’origine della polemica che edizioni dei frammenti, si concentrano
questa polemica, lasciando poi ad uno oggi investe la recente riedizione ita- di fatto la maggior parte delle critiche
degli autori chiamati in causa, Mauri- liana de La volontà di potenza, alla riedizione italiana de La volontà
zio Ferraris, la possibilità di un’ultima tanto più se si considera che l’edizione di potenza. Alla lunga postfazione di
replica. storico-critica dell’opera omnia di Maurizio Ferraris, Storia della vo-
Nietzsche, avviata negli anni ’30 dalla lontà di potenza, che accompagna
Alla base della polemica vi è la vicenda stessa Elisabeth Förster Nietzsche pres- questa pubblicazione, viene in partico-
editoriale tormentata, e per certi aspetti so l’editore Beck di Monaco di Baviera lare rimproverato di non fornire un
ancora oscura, che determinò e segnò e ripresa negli anni ’60 da Giorgio Colli orientamento sufficientemente docu-
profondamente, nel contesto del pro- e Mazzino Montinari per l’editore Adel- mentato nella diversità del materiale
gramma di edizione del Nachlass phi in Italia, Gallimard in Francia e de di cui si compone la Volontà di
nietzscheano promosso dal “Nietz- Gruyter in Germania, ha necessaria- potenza, costituito da frammenti di
sche-Archiv”, la pubblicazione origi- mente assorbito nell’ordine crono- rilevante contenuto filosofico, abboz-
naria di quest’opera in 1067 pseudoa- logico dei Frammenti postumi zi, varianti, materiale preparatorio di
forismi, apparsa per la prima volta nel (Nietzsche-Werke / Nietzsche, Ope- opere pubblicate da Nietzsche stesso,
1906, presso l’editore Naumann di Li- re) la compilazione degli stessi con- riflessioni e appunti a margine di lettu-
psia, con il titolo: Der Wille zur fluita in origine nelle varie edizioni re, trascrizioni di brani di altri autori,
Macht. Versuch einer Umwer- di Der Wille zur Macht, sgreto- che in misura ovviamente diversa han-
thung aller Werthe (“Taschenau- lando l’identità di quest’opera. no subito poi l’intervento dei curatori
sgabe”, voll. IX e X), a cura di Elisabeth Proprio in relazione a quest’ordine di dell’opera originale.
Förster Nietzsche, sorella del filosofo, considerazioni si è sviluppata una del- Tuttavia il taglio biografico-ermeneu-
e Peter Gast (pseudonimo di Heinrich le principali obiezioni che hanno ca- tico adottato da Ferraris nella sua po-
Köselitz), discepolo e devoto amico di ratterizzato la polemica intorno alla stfazione, in cui un certo tipo di “cro-
Nietzsche. Nel 1911 essa venne ristam- riedizione de La volontà di poten- nologia” viene elevato al rango di ge-
pata in edizione canonica, inalterata za, proposta da Maurizio Ferraris e nere letterario attraverso l’uso dei
nel testo, ma ampliata negli apparati, Pietro Kobau. materiali e il modo della scrittura, si
presso l’editore Kröner di Stoccarda L’ “operazione editoriale”, come è sta- mostra più incline, come è stato osser-
(“Gross-Oktav-Ausgabe”, voll. XV e ta definita questa riedizione, è apparsa vato, a dar conto della storia degli
XVI), a cura di Otto Weiss, già editore di fatto, pur se storicamente lecita, non effetti suscitati dalla ricezione di que-
di Schelling. sufficientemente caratterizzata in sen- st’opera, la cui contraddittorietà filo-
La controversia editoriale che condi- so storico-documentario, dopo che sofica, la rischiosa inquietudine, il gio-
zionò quest’edizione fu determinata l’edizione storico-critica di Colli e Mon- co di aperture e chiusure costituiscono
dal fatto che di quest’opera Nietzsche tinari (quest’ultimo, peraltro, non ave- non tanto il limite, quanto il carattere
34
TENDENZE E DIBATTITI
di attualità proprio della proposta di che lo specchio della sua epoca, della risposta alla crisi dell’idea di cultura.
pensiero nietzscheana. Da questo pun- crisi di valori dell’Europa, a cui Nietz- Ma la perdita di cogenza della forma
to di vista la Volontà di potenza si sche reagisce auspicando il trionfo dei ne implica l’imposizione autoritaria a
presenterebbe come opera in sé - e forti, portatori di valori, degli aristo- un universo che non si lascia
come tale, secondo alcuni, dovrebbe cratici, contro i deboli, fautori della più rinchiudere in un orizzonte
innanzitutto essere giudicata - per l’in- cultura di massa, del democraticismo, fisso: da qui appunto l’aristo-
tima connessione che la lega ai suoi del socialismo. E se anche, come è craticismo e l’antidemocratici-
effetti: da un lato, il peso di quest’ope- stato osservato, da questa compren- smo di Nietzsche. R.R.
ra sulla grande cultura filosofica del sione del mondo in quanto lotta e inte-
nostro secolo, a cominciare dall’inter- razione di individuali volontà di poten- La vicenda editoriale della Volontà di
pretazione di Nietzsche elaborata da za si volesse dedurre una sostanza potenza è tormentata per quello che è
Heidegger alla fine degli anni ’30; dal- metafisica, che “celebri” la volontà di successo dopo, ci fosse o no quella com-
l’altro il ruolo stesso della concezione potenza come “fondamento del rea- pilazione, fuori o dentro l’Archivio, con
che sta alla base di quest’opera come le”, questo non spiegherebbe ancora o senza Elisabeth - e in una storia che è
progetto fondamentale all’interno del- il fatto che in Nietzsche l’entrata nel anche nostra; ma non è affatto oscura, né
l’ultima produzione di pensiero di Nietz- “male del pensiero” implichi l’uscita lo è stata sin dal 1906, quando, in viva-
sche, che testimonia del preciso inten- nel “Terzo Reich”. cissime polemiche, si seppe tutto l’es-
to del filosofo di concentrare in un’ope- In risposta a questa serie di obiezioni si senziale; un essenziale che, per motivi
ra sulla “trasvalutazione di tutti i valo- è osservato che considerare l’antise- che mi risultano parzialmente inspiega-
ri” quanto era stato annunciato con lo mitismo nietzscheano come fatto se- bili, sembra risorgere periodicamente
Zarathustra. Tuttavia, troppo sem- condario, o comunque relativo, secon- come una rivelazione assoluta. August
plificante, se non addirittura deviante, do quell’atteggiamento diffuso che di- ed Ernst Horneffer polemizzano all’ini-
è apparsa ad alcuni critici la linea inter- stingue nelle grandi figure della cultu- zio del secolo, Podach negli anni Trenta,
pretativa proposta da Ferraris, che se- ra occidentale tra ciò che è essenziale Schlechta negli anni Cinquanta, Colli e
condo una prospettiva teleologica col- della loro opera e ciò che è caduco, Montinari negli anni Sessanta; tutti di-
legherebbe il giovanile studio di Nietz- significa non distinguere tra patologia cono le stesse cose, e cioè che la Volontà
sche su Teognide al Wille zur Ma- e ideologia; una distinzione, che nello di potenza, come del resto risulta chia-
cht, per cui la centralità dell’idea di specifico del significato attuale di rissimamente dall’apparato della edizio-
volontà di potenza verrebbe a identifi- un’opera controversa come la Volon- ne Weiss nella Gross-Oktav (1911) non
carsi con una sorta di “radicalismo tà di potenza non solo ne giustifi- segue un ordine cronologico e compie
aristocratico”, con il rischio di conse- cherebbe la pubblicazione sul piano accorpamenti arbitrari. E’ quello che,
gnare di nuovo il pensiero nietzschea- della storia della ricezione di Nietz- ovviamente, dico anch’io.
no alla lunga e insistita strumentaliz- sche, ma ne convaliderebbe ulterior- Per non iterare un discorso già troppe
zazione nazista di cui già fu vittima. mente il carattere di documento stori- volte ripetuto, mi limito a citare quanto
All’ipotesi di un Nietzsche potenziale co. Di fatto, così è stato osservato, scrivo (tra molte altre cose, anche relati-
precursore del nazismo, che la propo- l’inquadramento del pensiero nietz- ve alla vicenda editoriale) nella mia cro-
sta interpretativa di Ferraris, come è scheano all’interno di una prospettiva nologia: «Ecco allora che cosa hanno
stato obiettato, parrebbe pericolosa- che in definitiva si sarebbe rivelata di sempre saputo in molti, i redattori del-
mente avallare, è necessario opporre, stampo nazista è un atto ideologico di l’Archivio e i loro nemici, e che parve
secondo alcuni, le responsabilità per- strumentalizzazione, sia pur giustifica- invece riemergere di tempo in tempo
sonali della sorella del filosofo, Elisa- to da un processo patologico di corru- come una apocalisse. 1. Elisabeth e Gast
beth Förster Nietzsche, che nell’opera zione del pensiero, che sebbene abbia nel 1906, estendendo la compilazione di
di manipolazione e compilazione dei dato adito ad una tale distorsione, ha Gast e Ernst e August Horneffer del
frammenti per l’edizione del 1906 di notevolmente arricchito il significato 1901, hanno ordinato in modo tematico,
Der Wille zur Macht sarebbe inter- di quel pensiero sul piano speculativo. appoggiandosi al piano abbozzato da
venuta arbitrariamente con scelte, In tal senso, è stato notato, non si può Nietzsche nel marzo ’87, ai 372 fram-
smembramenti, inclusioni e occulta- non riconoscere che nella concezione menti numerati dell’autunno di quell’an-
menti di testi, tali da contribuire al della volontà di potenza, come in quel- no e alla rubrica relativa, ma spaziando
consolidarsi tra gli interpreti dell’idea la dell’eterno ritorno, che insieme ca- dal 1883 al 1888, ciò che in buona regola
di un fondo antisemitico del pensiero ratterizzano nel segno della trasvalu- filologica avrebbe dovuto essere dispo-
nietzscheano, direttamente conse- tazione l’epoca dello Zarathustra, è sto cronologicamente. Non si trattò di
guente dall’aristocraticismo iperboli- all’opera la ricerca di Nietzsche della una decisione incontrastata, e sin dal-
co di Nietzsche, dalle sue requisitorie “redenzione dalla redenzione”, della l’inizio ci furono discussioni nell’Ar-
contro i deboli e gli oppressi, a favore “fine della promessa”. Il non rendersi chivio e fuori, baruffe pubbliche e uni-
dei signori. Se anche, come è stato conto che con questo ci si trova di versalmente note. Fu inoltre un patto più
osservato, il sottolineare l’irriducibili- fronte ad un pensiero che vuole essere o meno scellerato stretto tra due, Gast e
tà degli elementi di durezza aristocra- “al di là del bene e del male”, al di là di Elisabeth, che non si amavano, gelosi
tica della concezione nietzscheana non qualsiasi concezione etica, significa rin- dell’amico e fratello, rivali sul lascito,
significa consegnarla, in modo sem- chiudere la volontà di potenza all’in- dalla cui gestione il musicista era stato
plicistico, all’ideologia nazionalsocia- terno di uno psicologismo che s’illude allontanato in malo modo per sei anni; si
lista, pure una tale operazione recupe- di vedere ancora nell’uomo il soggetto può ragionevolmente pensare che dei
ra e attualizza un Nietzsche “mitico”, delle proprie scelte, l’artefice del pro- falsi ideologici si potessero orchestrare
lontano dal confrontarsi con il conte- prio destino. L’impossibilità di una tale in una circostanza del genere? Tornando
sto culturale della sua epoca, con le chiusura, che è anche quella, come è al Wille zur Macht, si noti però che la
posizioni antidemocratiche di pensa- stato osservato, del significato nella classificazione arbitraria non escludeva
tori a lui contemporanei; un confronto forma, ovvero della forma su se stes- l’edizione di altri frammenti nei voll.
che solo potrebbe mettere in chiaro il sa, che dà luogo al sorgere del senso, XIII e XIV (1903 e 1904, dunque prima
potenziale critico del suo pensiero. Da è appunto l’esperienza fondamentale di Wille zur Macht2) della Gross-Oktav
un tale punto di vista la Volontà di che emerge dalla Volontà di poten- relativi al “periodo della trasvalutazio-
potenza rappresenterebbe nient’altro za, l’esperienza del nichilismo come ne” (1882/3-1888); che in ogni edizione
35
TENDENZE E DIBATTITI
del Wille zur Macht, con punte in Weiss per l’appunto di aforismi, secondo il tisemita, ma platealmente filosemita, e
e in Würzbach, vennero pubblicati altri modello rifiutato o superato già nella questo è largamente attestato nel Wille
piani; e che nel 1901, nella pagina a Genealogia della morale, e che riappare zur Macht confezionato da Elisabeth e
destra del frontespizio, si poteva legge- parzialmente nelle opere del 1888. 5. La da Gast. Come la poesia, così la filolo-
re: Nachgelassene Werke / Der Wille zur scelta di cassare dei frammenti, per esem- gia e la filosofia non si fanno con le
Macht / Versuch einer Umwerthung al- pio dalla lista dei 372, che risultassero buone o cattive intenzioni. Se assurdo è
ler Werthe / (Studien und Fragmente) / incompleti, o ripetitivi, o ‘poco filosofi- concludere che Nietzsche avrebbe fatto
von / Friedrich Nietzsche. Studi e fram- ci’, ossia contrastanti con l’autoconclu- il Wille zur Macht nel modo in cui lo
menti, dunque, non opere definitive. Que- sività dell’aforisma o con la pretesa di hanno combinato Elisabeth e Gast, tanto
sta è stata la scelta decisiva, dettata dai un piano organico.» (pp. 611-12). più assurdo - già sul piano meramente
motivi più diversi, fossero l’interesse Una volta appurato, come è risaputo da algebrico - è escludere che non lo avreb-
venale, l’esigenza di rispondere alle at- quasi novant’anni, ossia appunto dal- be fatto in qualunque altro modo. La
tese del pubblico, il (presunto) pregiudi- l’apparire della Volontà di potenza, che verità è che non ne sappiamo nulla.
zio del sistema o altro. Tutto il resto, non si tratta di un’opera voluta da Nietz- Su altre questioni sappiamo invece mol-
come nella settima proposizione della sche, né soprattutto voluta in quel modo, tissimo. Conosciamo la tragedia di Nietz-
‘legge contro il cristianesimo’, ‘segue mi sembra inutile passare dalla storia sche e soprattutto la catastrofe della Ger-
da ciò’. Ossia: 2. La decisione di accor- alla psicologia e chiedersi se la compila- mania e dell’Europa (non lo si scordi,
pare frammenti di epoche diverse. Il ter- zione rispecchiasse o meno le sue inten- per non attribuire a un solo popolo un
minus a quo, l’anno 1883, non è del resto zioni. Ovviamente non le rispecchia, nel male che ci riguarda tutti). Conosciamo
privo di motivi, visto che il progetto di senso che Elisabeth e Gast non le cono- il tentativo (sostanzialmente fallito) di
un’opera teoretica accompagna e segue scevano così come non le conosciamo arruolare Nietzsche (tutto Nietzsche, non
la stesura dello Zarathustra. 3. Quella di noi. Ma proprio per questo non possia- solo quest’opera) nel Terzo Reich; co-
comporre con frammenti diversi (e in mo nemmeno semplicemente dire che le nosciamo il tentativo postbellico o di
rari casi con materiale allotrio ma co- falsifica. I testi presenti sono tutti di proscriverlo, oppure di addossare le re-
munque di Nietzsche, come brani di let- pugno di Nietzsche, mentre una diffusa sponsabilità del male che è in lui alla
tere o avantesti di altre opere) uno pseu- leggenda voleva che ci fossero delle ag- sorella. Conosciamo, ed è un esperimen-
doaforisma o, inversamente, di fram- giunte antisemite o protonaziste (termi- to alla portata di chiunque abbia la pa-
mentare un testo continuo per cavarne ne che mi resta sostanzialmente oscuro: zienza di farlo, la coerenza di pensiero
più ‘aforismi’. 4. Quella di sostenere (in se si vuol dire che il Wille zur Macht esce tra i frammenti postumi ordinati crono-
un complicato rapporto con il pregiudi- 25 anni prima dell’ascesa al potere di logicamente, la compilazione tematica
zio del sistema) che il Wille zur Macht, Hitler, dovremmo concluderne che allo- di Elisabeth e di Gast, e le opere pubbli-
capo d’opera sistematico, sarebbe stato ra una qualunque opera apparsa nel 1970, cate da Nietzsche. Mentre sulle inten-
però composto non di testi continui di ossia 25 anni dopo la capitolazione, è zioni di Nietzsche ragionare non ha sen-
cui ci restano abbozzi preparatori, ma tardonazista). Poi, Nietzsche non era an- so, ragionare su quest’ultima circostan-
za di senso ne ha alquanto. Nietzsche ha
scritto cose tremende. Possiamo dirlo,
senza con questo sposare il partito di
Bäumler, né quello di Lukács (che resta-
no differenti, e nella scelta, che fortuna-
tamente non si porrà mai, sarei per
Lukács); dobbiamo dirlo, per non cadere
nell’equivoco di ammansire Nietzsche
sino a renderlo irriconoscibile.
In quel male (e qui si passa al contesto,
alla storia e alla filosofia, visto che gra-
zie a Dio non siamo in un tribunale: per
questo preferisco la democrazia e il gior-
nalismo che d’altra parte, e per motivi
non futili, Nietzsche biasimava), non è
stato il solo: si pensi a Baudelaire e a
Dostoevskij. E’ il segno di una crisi
europea da cui dubito che si sia usciti, e
da cui dubito specialmente che se ne
esca dicendo che Nietzsche non ha mai
scritto certe cose, oppure sostenendo che
Auschwitz è un caso, oppure (o peggio)
che è il semplice segno di una fatalità
faustiana del popolo tedesco. Il modo
migliore per capire è, credo, non bendar-
si gli occhi.
E’ quello che cerco di fare nella mia
cronologia. E’ così semplice da inten-
dersi. Si dà un testo di cui non si nascon-
de, e sin dalla copertina (“Frammenti
postumi ordinati da Peter Gast e Elisa-
beth Förster-Nietzsche”), il carattere
compilativo; si danno le concordanze
con i postumi, in modo che ogni uomo di
buona volontà possa ragguagliarsi sul
Friedrich Nietzsche, 1882 genere di interventi dei curatori del 1906;
36
TENDENZE E DIBATTITI
Abbozzo per il Wille Zur Macht, Sils Maria 1888; Elisabeth Förster Nietzsche, 1916
si racconta la gestazione del concetto in Ovvio che lui non ne è il responsabile. contesto, storico e non solo storico. E’
Nietzsche, la storia dell’Archivio, le vi- Ma proprio perché non ne è il responsa- chiaro che Nietzsche non scriveva que-
cende e le interpretazioni prebelliche e bile, non c’è assolutamente bisogno di ste cose per semplice cattiveria o per
postbelliche. Soprattutto, si dà un testo angelicarlo; Machiavelli resta colui che cruda bestialità; ma se questo è vero,
che è stato letto da Heidegger e non da non ha esitato a sputar fiele sul morto allora il male è nello spirito più grande,
Hitler. Ma se anche lo avesse letto, inve- Pier Soderini. Così Nietzsche. Ovvio che e non potremo consolarci pensando che
ce di leggere Schopenhauer, crediamo non ha mai fabbricato un Lager; ma pro- sia appannaggio dei bruti. Chi non ama
davvero che sarebbe cambiato qualco- prio per questo, non c’è affatto bisogno Baudelaire? Eppure lui (e non Nietz-
sa? E siamo davvero tanto speranzosi di negare che il male che compare con sche) era davvero antisemita, e fantasti-
(“animali speranzosi”, così Nietzsche tanta violenza in tante sue pagine è il cava di una congiura per sterminare gli
chiamò una volta i filologi) da pensare frutto di una falsificazione dell’eredità o ebrei, “bibliotecari e testimoni della
che una edizione storico-critica avrebbe di un equivoco ermeneutico. «Lo “sfrut- Redenzione”. Il curatore delle opere nel-
inibito l’abuso? Questo è tanto poco vero tamento” non compete a una società gua- la Pléiade commenta quel passo dicendo
che una edizione storico-critica, non sta oppure imperfetta e primitiva: esso che è di difficile interpretazione, e che
meno esigente e rigorosa della Colli- concerne l’essenza del vivente, in quan- ogni antisemitismo è da escludersi. Bel-
Montinari, fu avviata da Elisabeth e pro- to funzione organica, è una conseguenza l’affare! Lo stesso che risuona in chi
seguì nella Germania di Hitler, e fu in- di quella caratteristica volontà di poten- pretende che il male di Nietzsche non è
terrotta non da Goebbels, ma dalla di- za, che è appunto la volontà della vita. - affar suo, ma di sua sorella.
sfatta tedesca. Ammesso che questa, come teoria, sia E’ quanto scrivo nella quarta di coperti-
Ora, resta per me moralmente inesplica- una novità - come realtà è il fatto origi- na: «E se anche la lode del terrore e dello
bile che non si riesca a intendere qualco- nario di tutta la storia: si sia fino a questo sfruttamento - uguale in questi fram-
sa che, razionalmente e intellettualmen- punto sinceri con se stessi» (Al di là del menti 1883-1888 ordinati dalla sorella e
te, è tanto semplice: il fatto, cioè, che la bene e del male). Questo, Nietzsche l’ha dal discepolo e copista Peter Gast così
voglia di non bendarsi gli occhi rispetto scritto nel pieno possesso delle sue fa- come in opere che Nietzsche pubblicò
alle durezze e agli abissi di un autore, coltà. Possiamo far finta che non l’abbia nel pieno dei suoi spiriti - sembra pre-
Nietzsche, che per altri versi si ama, non scritto; possiamo dire che la volontà di correre Auschwitz, non è un buon moti-
significa in nessun modo approvare quel- potenza è un concetto essoterico e pub- vo per accusare la sorella-parafulmine, e
le durezze. Del resto non c’è scelta, le blicitario (bella pubblicità!). Oppure pos- per dire che Nietzsche non avrebbe mai
alternative essendo la credula cecità o la siamo dire che lo ha scritto, e chiederci voluto o pensato La volontà di potenza.
condanna non meno cieca. Si rifletta, per che cosa volesse dire. Non espressamen- Esiste insomma un male dello spirito, e
analogia, sul caso di Machiavelli. Il suo te, visto che il significato letterale di si avrebbe torto addossandolo ai poveri
nome è stato associato a tutti i machia- questa frase è davvero troppo chiaro. Ma di spirito soltanto, pena sottoscrivere
velli e alle basse storie di cui si è nutrita chiederci perché lo scrivesse, e che mo- proprio quel male che traspare sotto il
la crisi europea, e specialmente italiana. rale dobbiamo trarne noialtri. Ecco il nome di Volontà di potenza.» Se non
facciamo i conti anche con questo, ci
37 ritroveremo sempre a stupirci del male
PROSPETTIVE DI RICERCA
38
PROSPETTIVE DI RICERCA
PROSPETTIVE DI RICERCA
Die Logik der Philosophie und die Kate- invece, viene ricordato come un tranquil- redatta in lingua italiana da un ormai an-
gorienlehre (La logica della filosofia e la lo, solido borghese che ha dato i natali ad ziano pedante, un soddisfatto pater fami-
dottrina delle categorie, 1911) e Die Lehre un genio dell’umanità. Eppure, l’amore lias che scrive solo per se stesso.
vom Urteil (La dottrina del giudizio, 1912). per il viaggio, ed in particolare per l’Italia, Il Viaggio per l’Italia uscì per la prima
A differenza dei precedenti studi su Lask fu trasmesso al giovane Goethe proprio volta nel nostra paese a cura di Arturo
di Konrad Hobe e di Hans-Peter Somme- dal padre che, nel 1740, aveva compiuto Farinelli; correva l’anno 1932 e, per ironia
rhäuser, risalenti agli anni ’60, egli utilizza un viaggio in Italia di circa otto mesi. della sorte, tutto il mondo celebrava i cen-
anche i testi appartenenti al lascito laskia- Appena trentenne, conclusi gli studi giuri- to anni della morte di Johann Wolfgang
no e contenuti nel III volume delle Gesam- dici a Gießen con un dottorato, Johann Goethe. Una traduzione in tedesco del
melte Schriften, un corso su Platone e Caspar Goethe affrontò il Grand Tour curioso diario di viaggio di Johann Caspar
alcuni scritti e appunti dedicati al proble- verso il Sud inaugurando, si può ben dire, Goethe è apparsa nel 1986 a cura della
ma di una dottrina della conoscenza e della una tradizione che, proprio a partire da Deutsche-Italienische Vereinigung di Fran-
verità. Secondo Nachtsheim non il “pen- quegli anni, vedrà i giovani della buona coforte sul Meno. N.B.
siero puro” ma il “soggetto vivente” (das borghesia compiere viaggi di formazione ‘Il Candelaio’ di Bruno
erlebende Subjekt) è in questione in questi all’estero, in precedenza privilegio esclu-
testi, e da ciò risulterebbe la prossimità di sivo dei nobili. L’Italia del tempo era, E’ stato di recente pubblicato in tra-
Lask ad alcuni motivi della Lebensphilo- come è noto, meta prediletta per quanti duzione francese IL CANDELAIO (trad. di
sophie. volessero allargare le proprie conoscenze Y. Hersant, introd. di G. Aquilecchia,
Lo studio di Nachtsheim non si presenta riguardo all’arte e alla storia. Tuttavia la prefaz. di G. Barberi Squarotti, Belles
come una ricostruzione storica, ma vuole presenza di così differenti forme di gover- lettres, Paris 1993), primo volume del-
essere una discussione critica della filoso- no in un territorio relativamente ristretto l’opera omnia di Giordano Bruno in 20
fia di Lask, della quale intende in partico- come la nostra penisola, forniva un note- volumi, di cui l’ultimo uscirà simboli-
lare «sviluppare ulteriormente il program- vole oggetto di studio ad un giurista quale camente il 17 febbraio 2000, quarto
ma della dottrina delle categorie» alla luce J. C. Goethe - molto dotato nel parlare centenario del rogo del filosofo a Cam-
del problema di una Letztbegründung del- l’italiano - che poteva in tal modo coronare po dei Fiori. Il progetto e la realizza-
la filosofia, cioè di una sua funzione fon- degnamente la sua brillante carriera uni- zione di questo lavoro sono diretti da
dante e autonoma di fronte alle scienze versitaria. Yves Hersant, dell’Ecole Hautes Etudes
positive. E’ dalla soluzione di tale questio- Ma per il viaggio italiano di Goethe padre di Parigi e da Nuccio Ordine, dell’Uni-
ne che dipende, per Lask, la possibilità non mancarono stimoli di natura puramen- versità di Arcavacata, con il patrocinio
della filosofia di adempiere la funzione di te edonistica. Il carnevale di Venezia fu dell’Istituto Italiano per gli Studi Filoso-
scienza originaria (Urwissenschaft) del- per lui, ad esempio, un’attrattiva eccezio- fici.
l’ambito teoretico. Egli delinea così l’idea nale, potendo nella città lagunare vedere
di una logica filosofica nella quale i conte- per la prima volta il mare. Il giovane, Che si tratti di un evento culturale impor-
nuti della riflessione gnoseologica diven- entusiasta viaggiatore trascorse le prime tante, lo sottolineano sia i giornali italiani
tano, a loro volta, oggetto dell’analisi. Si due settimane di aprile a Napoli, le cui che francesi, le librerie del centro di Parigi
apre così l’ambito di una dottrina delle bellezze naturali vengono considerate - e una presentazione del progetto-Bruno al
categorie, o di una teoria della logica che si come in seguito dal figlio Johann Wolf- Gran Salon de la Sorbonne sotto il patro-
distingue dalle teorie delle diverse “regio- gang - “paradisiache”. Johann Caspar fu, nato della rettrice, Michèle Gendreau-
ni categoriali” (filosofie dell’arte, della inoltre, uno dei primi tedeschi a visitare Massaloux, presenti Gerardo Marotta,
religione, della natura ecc.), a loro volta Ercolano, i cui scavi erano iniziati appena Presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi
distinte dai contenuti (arte, religione ecc.), due anni prima. Risalendo a nord Goethe Filosofici di Napoli, Michel Desgranges,
e che si pone così come una metateoria padre si fermò solo due settimane a Roma, direttore delle edizioni Belles Lettres, Yves
dell’ambito teoretico e logico. M.M. città troppo cattolica per un convinto pro- Hersant e Nuccio Ordine, e Marc Fu-
testante come lui. Ancora a Venezia, poi, maroli, del Collège de France, che ha
attirò la sua attenzione per un intero mese; tenuto una conferenza sull’ironia brunia-
stupisce, invece, che egli abbia trascorso na. Al di là del battage pubblicitario, que-
cinque settimane nella calura estiva di sto progetto è un autentico unicum, come
Il viaggio in Italia dei Goethe Milano. Ma con buone probabilità il lungo ha sottolineato Nuccio Ordine in una inter-
soggiorno lombardo era dovuto ad una vista: «In Spagna hanno tradotto quasi
Nella ITALIENISCHE REISE, Johann Wolf- vicenda sentimentale con Maria Giuseppa tutte le opere italiane di Bruno; in Germa-
gang Goethe nota che suo padre, nel- Merati. L’ultima tappa italiana di Johann nia stanno traducendo le latine; in Inghil-
la sua vita, non fu mai del tutto infeli- Caspar è Genova dal cui porto sul finire terra, in Giappone, in Russia altre tradu-
ce perché poteva pur sempre ricor- dell’agosto del 1740, salpò alla volta di zioni parziali sono in corso. Ma da nessuna
darsi di essere stato a Napoli, una Marsiglia. parte, neanche in Italia, esiste un’edizione
volta. GOETHES VATER REIST NACH ITALIEN ( In una riuscita fusione tra documentazione integrale e critica come quella che stiamo
Il padre di Goethe in viaggio per l’ scientifica e trattamento scenografico-tea- preparando in Francia».
Italia) è il titolo di una bella mostra trale del materiale a disposizione la mostra La novità di questa edizione è dunque la
che ha chiuso i battenti il 14 marzo ricostruisce un episodio fondamentale della completezza e la critica filologica delle
1993 al Freies Deutsches Hochstift - vita di Goethe padre. Questi avrebbe riper- opere italiane e latine di un filosofo come
Frankfurter Goethe Museum di Fran- corso idealmente la sua discesa al Sud Bruno spesso citato e poco studiato a fon-
coforte sul Meno. L’esposizione, cura- cimentandosi, a partire dal 1760, nella do. Il gruppo di traduttori, filosofi, lettera-
ta da Doris Hopp, presenta - eviden- stesura del diario Viaggio per l’Italia. Si ti, filologi è di livello europeo e questo
ziandone le tre tappe fondamentali, tratta di una descrizione del viaggio com- incrocio savant di italiani, spagnoli, fran-
Venezia, Roma e Napoli - le fasi e le piuto vent’anni prima, redatta nella forma, cesi, inglesi ecc... sarebbe piaciuto al giro-
modalità del viaggio in Italia di Johann classica per il Settecento, di lettere inviate vago Bruno, tre volte scomunicato (da
Caspar Goethe. ad un destinatario fittizio. cattolici, protestanti, calvinisti), braccato
L’opera risente certamente delle convin- ovunque, sempre in fuga. Per le opere
La storia ha celebrato in Johann Wolf- zione del tempo e delle scarse capacità italiane l’edizione critica è stata stabilita
gang Goethe un grande della cultura di letterarie di Johnann Caspar Goethe; ep- da Giovanni Aquilecchia, quella latina da
tutti i tempi; suo padre Johann Caspar, pure, essa è unica nel suo genere poiché Rita Sturlese. Due criteri essenziali ac-
40
PROSPETTIVE DI RICERCA
compagnano questo progetto: per ogni sulla storia. E’ noto come l’ideologia nazi- è relativa al metodo stesso con cui il ricer-
opera la traduzione e la introduzione sono sta abbia elaborato un’immagine durevole catore francese affronta il pensiero herde-
affidate a studiosi diversi, inoltre il testo e deformata di Herder, in grado di giustifi- riano. Nel saggio di Pénisson il pensiero di
originale è sempre a fronte. care ideologicamente una politica di po- Herder non è infatti tanto ricostruito o
Il candelaio è nella scrittura di Bruno un tenza, sebbene l’antica Germania “demo- riabilitato, quanto percorso e evocato lun-
caso particolare: è l’unica commedia che cratica” e la critica sovietica (differen- go il filo delle tappe della vita e delle opere
abbia mai scritto e denota una “pirotecnica ziandosi da Lukács) abbiano proposto un del filosofo. La prima parte del saggio è
linguistica” assai sconvolgente. La storia è Herder un po' meno fosco, vicino al popo- una specie di biografia intellettuale, in cui
metà-oscena, metà-edificante. Bruno è ben lo e ai popoli, sottolineandone l’empiri- il percorso herderiano viene ritracciato
lontano dall’essere un presuntuoso mora- smo quale rimedio alle speculazioni siste- come un viaggio segnato da “transizioni”
lista; dalla sua ha l’arma più temibile e matiche e idealiste rifiutate dal marxismo. (anche geograficamente: dalla Prussia
sofisticata che ci sia: l’ironia, il riso, la Questa attuale pertinenza di Herder nel orientale alla Francia, a Buckeburg, a
satira, unica panoplia per un uomo libero quadro filosofico contemporaneo (un col- Weimar). La seconda parte tratta del rap-
in un mondo di “pedanti”. Anche le pagine loquio internazionale riuniva nel novem- porto fra traduzione e canti popolari e
buffe, oscene, divertentissime del Cande- bre 1987 i partecipanti sotto il tema: “Her- oralità, riprendendo la polemica di Herder
laio vanno lette come il rifiuto assoluto di der today”, a Stanford) è stata, ancora una con Nicolai. Herder difende, a questo pro-
ogni dogmatismo attraverso il riso, il ten- volta, confermata nelle discussioni del con- posito, il procedimento “anti-critico” che
tativo filosofico di pensare insieme, anche gresso parigino del 1993 (presenti: G. Ar- supporrebbe un’“altra filosofia del linguag-
attraverso il comico, l’uno e il molteplice, nold, E. Behler, M. Bollacher, P. Caussat, gio” per cui la lingua è origine e si caratte-
il centro e la periferia, il dettaglio e l’insie- D. Modigliani, T. Namowicz, R. Otto, W. rizza come flusso espressivo eccedente le
me. La commedia è il laboratorio comico Malsch, E. A. Menze, E. Fauquet, M. Cre- determinazioni fisse dei significanti. Da
di una visione cosmologica concepita come spon, K. Menges, L. Sala Molin, B. Bino- qui, si apre la via per un’ermeneutica del
ossimoro in atto. che), che si è sviluppato nella prospettiva profondo. La terza parte s’interessa rapi-
Di questo tenere insieme gli opposti, gio- di una riflessione sulle nozioni di cultura, damente di certi aspetti della “diffusione”
cando con gli estremi, è cifra la figura di lingua, di nazione, di storia certo, in cui dell’opera herderiana nell’Europa centra-
dell’asino che nella sua proverbiale coc- Herder figurava al centro di una rinnovata le, fra i popoli slavi (Vuk, Radichtchev) e
ciutaggine e ottusità nasconde una scintil- interpretazione. nei paesi anglofoni (Coleridge, De Quin-
la di divinità. A questa figura Nuccio Or- Pénisson non gioca il popolo contro i po- cey) e in Francia. L’ultima parte riporta
dine ha dedicato un libro, ora tradotto in poli, anche se indica la prossimità di Her- due testi di Quinet. D.T.
francese per le Belles Lettres, dal titolo Le der con molti temi della “Popularphilo-
mystère de l’ane. F.M.Z. sophie”; il “popolo” herderiano, nozione
centrale della sua antropologia, designa
ogni “comunità d’individui”, o la “storia
comune”, la “cultura”, la “credenza”, e Max Weber negli Stati Uniti
non è al di fuori dei popoli particolari.
Herder: la filosofia e il linguag- Pénisson insiste sulla profusione delle par- Nello studio MAX WEBER IN AMERIKA.
gio ticolarità in contrasto con l’idea di “uma- WIRKUNGSGESCHICHTE UND REZEPTIONSGE-
nità” in sé, cercando di dimostrare come SCHICHTE WEBERS IN DER ANGLO -AMERIKA-
Un giovane ricercatore, Pierre Pénis- questo movimento di dispersione venga NISCHEN PHILOSOPHIE UND SOZIALWISSEN -
son, già noto in Francia e in Germania compensato in Herder da un costante lavo- SCHAFT (Max Weber in America. Storia
per l’edizione critica del TRATTATO SUL- ro di passaggio, di trasposizione, di tradu- degli effetti e della ricezione di Weber
L’ ORIGINE DELLA LINGUA (1772) di Johann zione, di “transizione”. Numerosi testi nella filosofia e nella scienza sociale
Gottfried Herder, ha organizzato a herderiani testimoniano la preoccupazio- anglo-americana, trad. ted. di Klara
Parigi il colloquio: HERDER ET LA PHILO- ne del filosofo tedesco di ritrovare “la Bodnar, Passagen Verlag, Vienna
SOPHIE DE L’ HISTOIRE, e ha presentato in ragione nei popoli”. La ricerca di una tale 1992) Agnes Erdelyi analizza le tra-
questa primavera (in particolare nel unità nella diversità, al di fuori comunque sformazioni terminologiche e concet-
quadro d’incontri franco-tedeschi) al- di ogni dialettica totalizzante, è sempre tuali subite dalla sociologia weberia-
cuni motivi fondamentali del pensie- ardua, come si vede nella ricerca di una na nella sua ricezione, soprattutto da
ro di Herder, a cui ha dedicato recen- norma interna alla storia, e nel caso del parte di Talcott Parsons, negli Stati
temente un saggio dal titolo: J. H. linguaggio, nel tentativo di comprendere il Uniti.
GERDER, LA RAISON DANS LES PEUPLES (Cerf, passaggio al linguaggio propriamente
Paris, 1992). umano. Non ci si stupisca dunque che lo Finito il dominio dell’ortodossia dei “clas-
stile stesso di Herder sia estremamente sici del socialismo” le scienze sociali e
Scopo del lavoro di Pierre Pénisson è particolare, contrassegnato da un gioco umane sono alla ricerca, nei paesi una
riabilitare lo stile originale e polimorfo di costante di déplacement, interno alla scrit- volta detti del “socialismo reale”, di nuovi
Herder contro, da un lato, le oziose sempli- tura. punti di riferimento di carattere epistemo-
ficazioni, che vedono in lui solo l’odioso A questo stile non è forse estranea la pra- logico. Sembra essere questo il caso dello
precursore di certi “demoni” moderni (na- tica e la riflessione sulla traduzione che in studio in lingua ungherese di Agnes Er-
zionalismo, irrazionalismo, relativismo, Herder, osserva Pénisson, è un nodo teori- delyi, recentemente tradotto in tedesco, in
storicismo), dall’altro, le interpretazioni co cruciale e una chiave di interpretazione cui si intende ricostruire la Wirkungsge-
selettive e interessate, che ne hanno segna- non trascurabile. L’idea che, traducendo, schichte (storia degli effetti) dell’opera di
to la storia della ricezione. non si possa uscire dalla propria lingua Max Weber negli Stati Uniti. Un problema
Eroe dell’idea di nazione e del monde materna (per cui si crea un Shakespeare che implica un’analisi e una valutazione
storico, Johann Gottfried Herder fu per tedesco) e che, tuttavia, la traduzione sia del confronto e del passaggio tra due di-
Edgar Quinet, che l’introdusse in Francia, una “trans-plantation” reciproca fra le lin- versi ambienti culturali: la Germania di
«l’Erodoto della filosofia della storia», e gue e che un vero originale non esista, è Weber, con la sua tradizione di storiogra-
una delle referenze privilegiate di Miche- riflessione certo portatrice di contraddi- fia e di Geisteswissenschaften, e gli Stati
let e di Renan: in questo contesto, fu so- zioni, ma anche di interrogativi fecondi. Uniti di un Tallcott Parsons, in cui la
prattutto conosciuto e stimato per la sua Alla riflessione di Pénisson non sono man- dottrina e il metodo weberiano si innesta-
riscoperta del folklore e per le sue idee cate le critiche, fra cui la più argomentata no su un terreno positivistico, naturalistico
e pragmatistico. Secondo Erdelyi, Parsons
41 discioglie la specificità della prospettiva
NOTIZIARIO
CONVEGNI E SEMINARI
Neoantico contro neoetnico differenziarsi del senso, uno scambio in- affatto le nostre facoltà percettive, ma pro-
cessante di stili, finisce col considerare duce una sorta di anestesia, un torpore dei
Fornire un primo significativo contri- tutte le culture come omogenee e intercam- sensi. Di fronte a questa situazione, sostie-
buto all’individuazione e all’approfon- biabili, col dissolvere ogni identità o aboli- ne Wulff, occorre dare nuovo significato
dimento dell’orizzonte concettuale del re qualsiasi dimensione storica; dall’altro, alla nozione di mimesis, di “assimilazione
neoantico, rilevare la crescente influen- la tendenza neoetnica che, richiamandosi mimetica” come facoltà creativa che con-
za che le culture e le civiltà premoder- all’originario, all’arcaico, al puro, recupe- sente un rapporto di consonanza tra l’uomo
ne esercitano sul mondo contempora- ra sí l’identità culturale di singole comuni- e il mondo circostante e apre nuove pro-
neo e, quindi, suggerire nuove possi- tà, ma finisce per riaffermarne solo gli spettive di senso. In questa accezione la
bili strategie per la riappropriazione aspetti grotteschi, paradossali e, non di nozione di mimesis introduce una dimen-
dell’antico e dell’arcaico: sono stati rado, violenti. sione storica e antropologica del neoantico
questi gli scopi del Convegno interna- Aprendo i lavori del Convegno, il direttore che ha costituito lo sfondo problematico
zionale: IL NEOANTICO. TECNICA E POSSES- dell’Accademia spagnola, Jorge Lozano, dell’intervento di Francesco Pellizzi (Uni-
SIONE NELLA CULTURA, NELLA POESIA E NELLE ha tenuto anzitutto a ribadire che se si vuole versità di New York), il quale, da un punto
ARTI, svoltosi nei giorni 29 e 30 gennaio seriamente riflettere sulle attuali condizio- di vista spiccatamente storico-religioso, si
1993 presso l’Accademia Spagnola di ni della poesia e delle arti a partire da un è interrogato sulla portata simbolica di al-
Storia Archeologica e Belle Arti di orientamento di tipo neoantico è necessa- cune esperienze artistiche contemporanee,
Roma, organizzato dalla cattedra di rio prendere le distanze da termini come in particolare di una suggestiva performan-
Estetica del Dipartimento di Ricerche “postmoderno” o “transavanguardia”. Di ce americana di Joseph Beuys dal titolo:
Filosofiche dell’Università di Roma fatto, nella formulazione di Perniola, il “Incontro col coyote”, in cui l’artista/l’uo-
“Tor Vergata”, cui hanno partecipato neoantico intende essere una diversa sensi- mo si trova a coabitare con l’animale per
studiosi di diverse discipline, orienta- bilità, che cerca nell’antico non i principi diversi giorni all’interno di una galleria
menti e nazionalità. fondamentali del mondo moderno, o le d’arte newyorkese, instaurando con esso
pure origini della cultura occidentale, ma un rapporto di identità/alterità, della cui
A partire dal momento in cui viene a cadere ciò che è rimasto estraneo, differente, altro, esperienza Pellizzi ha sottolineato soprat-
ogni pretesa metafisica e totalizzante di rimosso, giungendo in tal modo a scorgere tutto la forte componente estatico-sciama-
considerare il pensiero occidentale, nella nella fase iniziale della cultura occidentale nica, la possessione artistica che apre ad
cultura contemporanea sembra affacciarsi i momenti di confluenza tra le sue varie una connotazione del neoantico come neo-
la possibilità di ripensare i propri principi, componenti etniche e i diversi punti di primitivo, come assimilazione dell’altro,
origini e fondamenti in una prospettiva che incontro con le culture extra-europee. In- dell’estraneo, del selvaggio che è fuori di
possa prendere in considerazione l’intero terrogandosi sulle proprie radici antiche, noi, ma che forse anche più intimamente ci
patrimonio culturale dell’Occidente secon- animata da questo orientamento neoantico, appartiene.
do una metodologia etno-logica ed etno- la riflessione estetica contemporanea sco- Della componente antropologica della pos-
filosofica, che potremmo definire “neoan- pre infatti che due dimensioni dell’espe- sessione si è occupato nel suo intervento
tica”, in grado cioè di ancorare il pensiero rienza, apparentemente antitetiche, hanno anche Roberto Motta (Università di Reci-
occidentale ad un retroterra antropologico, determinato il sorgere e lo sviluppo del fe), che analizzando i culti religiosi afro-
poetico e mitologico in vista della costitu- proprio oggetto di ricerca: l’aspetto prati- brasiliani ha evidenziato l’intimo rapporto
zione di un sapere positivo e trasmissibile. co-razionale del produrre (la tecnica) e tra sacrificio e possessione in relazione alla
Diversamente da un modello di tipo neo- l’aspetto poetico-emozionale del creare (la morte. Sulla nozione di sacrificio, sulla sua
classico, che vede nel passato un paradig- possessione), entrambi necessari per la riu- importanza per la comprensione del pen-
ma vitalistico ed esemplare cui riferirsi, il scita del fare artistico. siero e dell’opera di Georges Bataille si è
neoantico rifugge tuttavia da ogni intento Riflettendo sullo statuto dell’estetica mo- poi soffermato Giuliano Compagno, il
prescrittivo e dal riferimento ad ideali nor- derna e contemporanea, Cristoph Wulff quale ha insistito sulla irriducibilità di tale
mativi dell’arte e della cultura, realizzati (Frei Universität di Berlino) ha rilevato nozione ai principi dell’ordine, della con-
nel passato, riaffermando piuttosto la ne- come l’estetica in quanto “forma” e forma- servazione e del risparmio tipici dell’eco-
cessità del giudizio critico, pur negando zione di senso abbia in sé la possibilità di nomia tradizionale, secondo i quali sareb-
qualsivoglia volontà di stabilire gerarchie chiamare all’esperienza dell’agire e del bero del tutto incomprensibili la forte atti-
di civiltà e di culture. senso morale. Vi è tuttavia un’ambivalen- tudine dissipatrice, il dispendio, il più di
Alla diffusione di questo orientamento fan- za dell’estetica e del sentire, per cui si energie che caratterizzano invece il sacrifi-
no tuttavia da ostacolo, osserva Mario assiste oggi ad una estetizzazione diffusa cio secondo Bataille definito come espres-
Perniola, promotore ed organizzatore del delle forme del sapere e della vita quotidia- sione di intimo accordo tra la vita e la
Convegno, due tendenze opposte e specu- na, ad un sentire generalizzato nella forma morte, prossimo quindi alla trasgressione,
lari: da un lato il movimento postmoderno, del “già sentito” - un trionfo della “senso- allo scandalo, all’irruenza della morte.
che promuovendo un libero spostarsi e logia”, direbbe Perniola - che non acuisce Se il Convegno cercava anche di verificare
43
CONVEGNI E SEMINARI
la sfida lanciata dal neoantico all’ambito (Florensky, Bulgakov e soprattutto il quasi origine alla filosofia di Fichte e arrischian-
della creazione poetica e letteraria, occorre sconosciuto Losiev). La riflessione sul do una filosofia della storia, Schlegel, se-
dire che essa è stata positivamente raccolta mondo primitivo di Benjamin Fondane, condo Behler, passa progressivamente,
da alcune voci della cultura militante con- pensatore rumeno ebreo dei primi anni sotto l’influenza di Condorcet, a una rifles-
temporanea, poeti e critici in primo luogo. Trenta, ha invece costituito l’oggetto di sione sulla coscienza storica. La compren-
Michel Deguy, uno tra i più grandi poeti discussione di Ann Van Sevenant che ha sione del poetico moderno come universa-
francesi contemporanei, attuale presidente mostrato come tale riflessione sia centrata le e progressivo non sarebbe infatti estra-
del Collège Internationale de Philosophie, soprattutto sulla nozione di “partecipazio- neo all’interpretazione personale di Con-
ha infatti riflettuto su l’inspiration in poe- ne”, che interpreta la relazione dell’uomo dorcet: per quanto schematico, Schlegel
sia, non potendo fare a meno di richiamarsi primitivo con il mondo intesa sia come trova nel filosofo francese il modello di
proprio a quell’aspetto poetico-emoziona- “fare parte di” che un “prendere parte a”. una perfettibilità lineare, potenzialmente
le del fare poesia che è la possessione, Sul neoantico sotto l’aspetto pratico-razio- infinita. Ciò non toglie che Schlegel sia
intendendo quindi l’ispirazione della poe- nale del produrre, nella dimensione della ben lungi dal condividerne l’ottimismo e
sia come peculiare forma di possessione e tecnica come in quella della possessione, si l’astrazione.
affermando del resto la superiorità, il pri- è soffermata Claudia Castellucci che ha Questa linearità progressiva, infinita, in
mato del linguaggio poetico. Giulio Fer- parlato della tecnica, in modo personale, qualche modo asintotica, consente al filo-
roni ha invece misurato il significato del- come «ciò che un altro fa fare», ciò che sofo tedesco di sottrarsi agli schemi della
l’antico nell’opera di Pier Paolo Pasolini, chiama ad un rapporto di ubbidienza asso- riflessione storica tradizionale di un Les-
parlando tuttavia, più significativamente, luta, nella cui modalità di relazione si fon- sing, di un Herder, di uno Schiller, centrata
di un essere “postumo” di Pasolini e della derebbe la sola possibilità di affrancamen- sull’idea dell’educazione del genere uma-
sua opera complessiva, i cui caratteri di- to da essa. E’ qui evidente come la tecnica no e sulla concezione delle epoche del-
stintivi di incompiutezza, posteriorità, ulti- non sia solo pratica del fare ma relazione l’umanità. Da un lato, Schlegel pensa al-
mità ne fanno un’opera costitutivamente con una alterità eventualmente esperita l’idea di perfettibilità infinita nei termini di
aperta ed attuale, come ad esempio nel caso anche nella forma della possessione. Anto- un telos, se non di una totalità; dall’altro,
dell’ultimo Petrolio. nio Caronia ha concluso i lavori del Con- l’accento cade prioritariamente sul caratte-
Ancora sul versante poetico, la riflessione vegno scoprendo, quasi paradossalmente, re infinito, indeterminato di questa pro-
di Giuseppe Conte ha voluto sottolineare sorprendenti motivi neoantichi nell’uni- gressività potenziale. Anche quando la ter-
le possibilità infinite dell’antico sotto for- verso tecnologico cyberpunk, vale a dire in minologia di Condorcet sparisce dalla scrit-
ma di mito. Facendo del mito l’elemento quel fenomeno underground degli anni tura schlegeliana, il filosofo tedesco se ne
centrale della sua opera poetica, Conte in- Ottanta che riesce a coniugare le tecnologie ispira sempre, sottolineando l’inaccessibi-
tende infatti dare vita ad una poesia mitica informatiche e telematiche con il fenome- lità di un rapporto diretto con il tempo,
le cui condizioni si troverebbero in quella no di costume punk, mostrando un atteg- concepito invece sotto le categorie del “non
che egli definisce la capacità della poesia di giamento apertamente positivo nei con- ancora”, del “intanto che”. A questa conce-
«personificare» e «dialogare con le om- fronti della tecnica che, come estensione zione del tempo è strettamente connesso il
bre», in cui il mito stesso è energia vitale, delle potenzialità umane, consentirebbe un lavoro stesso dell’interpretazione, per cui
irruzione dell’arcaico, del simbolico, del- certo recupero della dimensione unitaria gli autori antichi, come Platone, non vanno
l’originario. dell’esperienza umana. Con quest’ultima letti come una totalità organica e genetica,
Ancora su un terreno poetico, lo statuto del prospettiva in particolare, il neoantico si bensì come un insieme di frammenti spez-
neoantico in rapporto ai movimenti del- rivela una cultura della contaminazione, zati di una ligna virtualmente infinita.
l’avanguardia, da un lato, e del postmoder- dell’incontro, dello scambio, una cross- Altri temi più specificatamente ermeneuti-
no, dall’altro, è stato al centro della relazio- culture che va in direzione opposta rispetto ci sono stati ingaggiati da Behler nelle sue
ne di Isabella Vincentini, che ha eviden- a certo neotribalismo e neo-oscurantismo conferenze, quali la riflessione schlegelia-
ziato come dopo lo “smembramento di risorgenti. G.P. na sull’ironia in rapporto a Hegel e la
Orfeo” (Hassan), vale a dire dopo l’evane- cruciale questione dell’Unverständlichkeit,
scenza della forma poetica postmoderna, segno dell’impossibilità di comprendere e
occorra ripensare l’antico anche sotto di farsi comprendere. La discussione ha
l’aspetto aspro e crudele dell’arcaico in una portato in particolare sull’opposizione non-
lirica senza elegia, avvicinando per qual- Schlegel e la filosofia comprensione/incomprensione nella filo-
che verso la poetica neoantica alla poesia della storia sofia di Schlegel. F.M.Z.
neo-orfica contemporanea. Da una diversa
prospettiva, Tomaso Kemeny (Università Ernst Behler, dell’Università di Seatt-
di Pavia), in una suggestiva lettura dei le, curatore della edizione critica delle
Cantos di Ezra Pound, la cui poesia, tutta opere complete dei fratelli Schlegel,
segnata dall’antico, costituisce forse il ha tenuto nel marzo 1993 un ciclo di Orfeo e orfismo
momento catastrofico e abissale del mo- conferenze all’Ecole Normal Supérieur
derno, ha suggerito la possibilità di una di Parigi, dal titolo: SCHLEGEL ET LA PHILO- Il 20 marzo 1993 si è tenuta all’Univer-
civiltà del simbolo, contro una civiltà del SOPHIE DE L’HISTOIRE. In tale occasione sità Ch. De Gaulle-Lille III, una giornata
segno, in cui vi sia un certo spazio per le Behler ha voluto fare il punto del suo di studi sull’orfismo, in particolare sulla
Muse. progetto critico-filologico, che ha vi- pratica del commento filologico e sul-
Il tema della possessione, nella forma della sto la luce nel 1988, sottolineando in l’interpretazione della teologia orfica.
possessione del nome, è poi tornato nell’in- particolare l’originalità della concezio- Filologia e filosofia si sono intrecciate
tervento di Roberto Salizzoni, il cui inten- ne storica di Friedrich Schlegel. strettamente in questa giornata, che
to è stato quello di riflettere su una filosofia ha visto tra gli animatori della giorna-
del linguaggio intesa come “filosofia del Nelle sue conferenze Ernst Behler ha in ta Jean Bollack e Pierre Judet de la
nome”, in cui il mondo si apre nel nome ed particolare incentrato le sue analisi sul- Combe.
il nome che propriamente (ci) possiede è il l’originalità della concezione della storia
nome di Dio. Tutte tematiche che emergo- di Friedrich Schlegel, a partire dalla corni- Uno dei temi più discussi è stato il rapporto
no dall’interpretazione che da qualche tem- ce propria della Querelle des Anciens et des intricato fra teogonia esiodea e teogonia
po suggestivamente Salizzoni compie di Modernes, letta da Schlegel alla luce del orfica; quest’ultima risulterebbe partico-
certa filosofia russa dei primi anni venti concetto di “interazione”. Inspirandosi in larmente intelligibile se letta come conte-
44
CONVEGNI E SEMINARI
stazione e subversion (aristocratica) del culturale, immutabile storicamente, che tra Einstein e un’ameba, entrambi “anima-
modello esiodeo: alla doppia origine esio- mira a conoscenze obiettive, coordinate fra li” che cercano di sopravvivere adattandosi
dea si opporrebbe una figura centrale che di loro, rigorose, valide in senso intersog- all’ambiente, è che mentre l’ameba applica
pare sottrarsi a un quadro genealogico. gettivo e tali da permettere all’uomo di la sua “teoria”, la sua interpretazione del-
Questa in sintesi l’opinione esposta da operare sulla realtà. Una tale concezione l’ambiente a cui deve adattarsi, direttamen-
Philippe Borgeaud (Ginevra). essenzialistica, affermatasi a partire dal- te sulla sua esistenza, Einstein mette alla
Luc Brisson (Parigi) ha esposto i problemi l’inizio dell’Ottocento (con Kant) fino a prova tra loro teorie, interpretazioni della
filologici e interpretativi connessi ai papiri arrivare alla metà del nostro secolo (col realtà a cui deve adattarsi. E’ in virtù di
di Derveni, insistendo in particolare sul- neopositivismo), è però entrata in crisi, ha questo condizionamento della cultura da
l’esigenza ermeneutica di sviluppare la di- fatto notare Francesco Barone, allorché ci parte della natura che le varie accezioni di
mensione critica della teogonia orfica. Su si è accorti dell’ambiguità e della pluri- “scienza” costituiscono una “famiglia”, in
questa linea, Jean Bollack, figura chiave significatività dei termini adoperati, nella senso wittgensteiano, e, per quanto profon-
del Centre Philologique de Lille, ha sotto- misura in cui il significato di un termine de possano essere le differenze tra le varie
lineato come la scrittura allegorica e erme- risiede nell’uso che se ne fa, che dipende a forme culturali, il passaggio dall’una al-
tica segni il desiderio di uno scarto, di una sua volta dal contesto temporale in cui il l’altra non è mai un passaggio a cose com-
dé- narrativation, che pur richiedendo ne- termine compare: la parola “scienza” indi- pletamente diverse. Se la scienza, come
cessariamente un lettore, si sottrae alla se- cherebbe in tal senso non un’essenza che suggerisce l’epistemologia evoluzionisti-
duzione retorica. Questa chiusura ermetica permane immutata, ma piuttosto un feno- ca da cui muove Barone, è radicata in
sarebbe strettamente connessa con la ricer- meno storico iscritto nell’ordine del tem- questo bisogno dell’uomo di orientarsi nel
ca di un fondo costitutivo separato da ogni po. mondo, di adattarsi a un mondo, un am-
manifestazione. Mentre E. Rhode tendeva Secondo un epistemologo contemporaneo biente, allora gli sviluppi storici della scien-
a interpretare i poemi orfici nel seno di una come Paul Feyerabend, la scienza, ha za altro non rappresentano che tentativi che
tradizione popolare, Bollack riprende l’ipo- notato Barone, è invece frutto di una parti- mutano col mutare delle situazioni cui l’uo-
tesi di una scrittura legata a una reazione colare ideologia, di una certa maniera di mo deve adattarsi. L.M.
aristocratica. pensare, e piuttosto che essere una discipli-
Pierre Ellinger (Reims) ha centrato l’in- na rigorosa ed intersoggettiva, dipende da
tervento sull’antropogonia orfica, in parti- preferenze ed interessi; in tal modo la scien-
colare sul motivo della suie della fumée dei za, privata del metodo, non si distingue più
Titani. La sovversione del modello esiodeo dall’arte. Linguaggi della mente
della Mekoné sarebbe visibile proprio in Ora, ha osservato Barone, se la concezione
questo punto: contro Detienne, Ellinger essenzialistica del linguaggio impedisce di Nel quadro della necessità attuale del-
sostiene che non esiste la cenere dei Titani, cogliere la storicità del fenomeno culturale la psichiatria, Italiana e non, di ridefi-
ma solamente la suie della folgore; di con- della ricerca scientifica, è vero altresì che, nirsi concettualmente e terapeutica-
seguenza tutti i momenti del rito sacrificale considerando il significato delle parole in mente anche attraverso l’apertura ver-
vengono sovvertiti. Sulla stessa linea, R. base all’uso che se ne fa, in base ai vari so temi e discipline solitamente consi-
Schlesier (Berlino) ha sottolineato invece contesti, si corre il rischio di cadere in un derati lontani dal proprio ambito di-
la scomparsa della figura attiva di Prome- relativismo estremo, in cui non solo la sciplinare, si è svolto a Umbertide (PG),
teo per quella, passiva, di Dioniso divorato. scienza non ha un’essenza, ma diviene dal 15 al 17 ottobre 1992, il convegno:
Infine Jean Bollack ha concluso con un “scienza” tutto ciò che si decide di chiama- I LINGUAGGI DELLA MENTE, coordinato dal
intervento sulla pluralità d’interpretazioni re con questo termine. Ci troviamo dunque dipartimento di psichiatria della USSL
del mito d’Orfeo, tanto da tracciarne una a oscillare tra due poli contrapposti: da una di Città di Castello. La natura intrinse-
cartografia. Da parte sua, Bollack ha fatto parte le epistemologie normative (da Kant camente interdisciplinare del conve-
l’ipotesi di un nesso fra la scelta convenzio- al neopositivismo), in cui si parla di scienza gno è stata confermata dalla parteci-
nale di un nome comune e leggendario e la indipendentemente dal divenire storico; pazione ai lavori di psichiatri come
nascita di particolari gruppi sociali. La ri- dall’altra una concezione come quella di Salomon Resnick e Sergio Piro, neu-
flessione proseguirà nell’aprile 1993 a Prin- Feyerabend, per il quale la scienza ha la ropsichiatri come Oliver Sacks, filoso-
ceton. F.M.Z stessa consistenza di un mito, è un’ideolo- fi come Paolo Rossi e Remo Bodei.
gia: muta a seconda dei contesti e delle
società in cui operano gli scienziati. Il filosofo Paolo Rossi, seguendo quelle
Tuttavia, ha rilevato Barone, si continua a stesse linee di interesse da lui percorse
definire “scienza” fenomeni del tutto di- negli ultimi anni, ha concentrato la sua
Continuità e mutamenti versi; si tratta allora di andare alla ricerca di attenzione sui mezzi con i quali comuni-
nella scienza qualcosa che ci permetta di definire “scien- chiamo, presentando quella che egli chia-
za” tutti questi diversi momenti culturali. ma la “Legge di Ong”: la comparsa di un
Con il titolo: CONTINUITÀ E MUTAMENTI La continuità del fenomeno culturale “scien- nuovo mezzo di comunicazione di massa
NELLA RICERCA SCIENTIFICA E NELLA RIFLES- za”, secondo Barone, è da ricercarsi nelle non distrugge il vecchio mezzo, anzi lo
SIONE EPISTEMOLOGICA, Francesco Baro- radici biologico-esistenziali della nostra trasforma profondamente, e il nuovo e il
ne ha tenuto dal 7 all’11 dicembre specie; l’homo sapiens sapiens ha infatti vecchio si rafforzano reciprocamente. Da
1992, presso l’Istituto Italiano per gli una caratteristica costante, quella di dive- un tale punto di vista il primo nodo cruciale
Studi Filosofici di Napoli, un semina- nire consapevole delle cose che lo circon- che si presenta è senz’altro il passaggio dal
rio il cui scopo è stato quello di rico- dano. Questa radice biologica che accomu- linguaggio gestuale (che, secondo Vico,
struire alcune tappe fondamentali del- na l’homo sapiens sapiens agli altri anima- veniva utilizzato dai primi uomini) a quello
l’evoluzione del concetto di “scienza” li, e che determina le variazioni storico- verbale. Ma i gesti, sia quelli innati e uni-
in rapporto al problema dell’immuta- culturali del fenomeno-scienza, è indispen- versalmente compresi, sia quelli definiti
bilità o mutabilità storica del significa- sabile per la sopravvivenza degli individui contestualmente ad una cultura, continua-
to del termine. della specie homo, così come lo è per gli no ad accompagnare l’espressione orale. Il
individui di altre specie animali. problema della “teatralità” in un pubblico
Secondo la prospettiva “linguistico-essen- Uno dei maggiori epistemologi contempo- discorso era ampiamente discusso nei ma-
zialistica” dell’epistemologia, il termine ranei, Karl Reimund Popper, ha osserva- nuali di retorica, come anche quello della
“scienza” denoterebbe un ambito di attività to che l’unica differenza spiccata che c’è “topica” e della “promptuaria”: come rac-
45
CONVEGNI E SEMINARI
46
CONVEGNI E SEMINARI
pur in modi diversi, sia da Daniel Dennett bili complicati degli invisibili semplici»; messe certe introdotte dai quantificatori
che da Davidson. Secondo quest’ultimo il proprio questo, ha esordito Massimo Piat- “tutti” e “nessuno”, e una conclusione,
crollo delle relazioni di ragione è dovuta telli Palmarini, è ciò che programmatica- essa pure certa, introdotta però né da
alla partizione della mente in omuncoli, mente si propongono le scienze cognitive “tutti”, né da “nessuno”, ma dal quanti-
appunto, ognuno dei quali possiede poteri volte allo studio dell’intelligenza e della ficatore “alcuni”, che per la maggior
di causazione delle azioni, ma, ovviamen- mente umana. I “visibili complicati”, che parte no n riusc iamo a “ve dere” .
te, non di spiegazioni razionali. Confortan- interessano le scienze cognitive sono costi- Un altro caso interessante, ha aggiunto
te, comunque, l’apporto di Pagnini, nel tuiti da quelle numerose acquisizioni e co- Piattelli Palmarini, riguarda la confusione
quadro del convegno, a favore dell’ipotesi noscenze che tutti noi abbiamo, ma che che c’è nella nostra mente tra probabilità e
cognitivista, sottolineando la capacità euri- nessuno ci ha mai insegnato, che non ab- causalità. Se si chiede ai soggetti, «sapendo
stica del computer come metafora del cer- biamo ricavato dall’esperienza, e che non che una madre ha gli occhi celesti, quant’è
vello e ricordando come le macchine, nel ci rendiamo nemmeno conto di possedere. probabile che sua figlia abbia gli occhi
corso storico della riflessione umana, ab- Noi uomini, ha osservato Piattelli Pal- celesti», si ottiene una certa stima; se inve-
biano spesso ricoperto un ruolo metaforico marini, siamo governati cognitivamente ce si chiede, «sapendo che una figlia ha gli
ricco di indicazioni fertili. da dei principi di razionalità, alcuni dei occhi celesti, quant’è probabile che sua
La poesia come linguaggio delle passioni è quali scoperti già da Aristotele e dalla madre abbia gli occhi celesti», si ottiene
l’argomento a cui il filosofo Remo Bodei logica classica e senza i quali ci sarebbe una stima minore della precedente. E’ chia-
ha dedicato il proprio intervento. Al di là impossibile comprendere i nostri simili e ro che il colore degli occhi della madre è
dell’alternativa tra mimesi del mondo reale convivere con essi; tuttavia spesso, nostro una concausa del colore degli occhi della
e prodotto di immaginazione arbitraria, alla malgrado, non rispettiamo le regole della figlia, ma non viceversa. Tuttavia, ciò è del
poesia spetta, secondo Bodei, un terzo re- razionalità: partendo da premesse vere, sia- tutto irrilevante ai fini della ricerca di una
gno, sia pubblico che privato, ma intrinse- mo talvolta incapaci di arrivare ad una correlazione probabilistica; il fatto che la
camente atopico. Inizialmente occorrereb- conclusione vera, che pure si dà necessa- causalità ci sia in un senso, ma non all’in-
be indebolire l’idea di un mondo reale, riamente. Un caso ben studiato fin dai tem- verso, condiziona però talmente il giudizio
oggettivo e razionale, che abbia potere sul- pi di Aristotele è quello del ragionamento probabilistico da farlo slittare in senso cau-
la mente, abolendo così l’antagonismo tra sillogistico; date ad esempio le premesse: salistico.
“verità” artistica e “verità” oggettiva. La «tutti i ministri sono ladri» e «nessuno L’importanza dello studio delle illusioni
poesia si situa ai margini dell’ovvio verso dei benzinai è ministro», qual’è la dedu- cognitive, secondo Piattelli Palmarini, ri-
possibilità all’interno delle quali ricrea den- zione logica da trarre? La conclusione siede nel fatto che errori di questo tipo
sità di senso. Inoltre dovremmo liberarci corretta è: «alcuni tra i ladri non sono possono avere spesso conseguenze disa-
dell’idea di arte come rappresentazione: gli benzinai»: purtuttavia persone colte, in- strose, come dimostra l’esame del seguente
oggetti artistici sono irrapresentabili essi telligenti, non vedono questa conclusio- test realistico, effettuato su un gruppo di
stessi, sono un altrove virtuale, ma che è già ne. Si tratta in effetti di un’illusione medici e studenti di medicina di Harvard.
qui, presente e inclassificabile. Così la po- cognitiva di tipo deduttivo: ci sono pre- Si disse loro che un test clinico, atto a
esia è anche utopia: coglie un mondo vero,
quello delle passioni umane, e gli confe-
risce una natura diversa da quella ogget-
tiva.
Non bisogna tuttavia cadere nell’oppo-
sto inverso, ha osservato Bodei, nel qua-
le la poesia abbia tagliato i ponti con la
realtà: l’arte non è solo ispirazione, ma
anche capacità di deformare l’immedia-
tezza, di staccarsi dalle esperienze pri-
vate. La poesia è nello stesso tempo
cognitiva ed emotiva ed esprime quelle
possibilità che altrimenti troverebbero
manifestazione come passioni non anco-
ra elaborate e oggettivate. G.B.
Introduzione
alle scienze cognitive
47
CONVEGNI E SEMINARI
rilevare la presenza di un certo tumore, era capacità rappresentativa dei simboli e insita nei termini usati ci aiuti a trovare una
stato effettuato su un certo individuo; il test composizione poetica. Tra i parteci- nuova e più valida interpretazione dell’ope-
era risultato positivo. Sapendo che quella panti al convegno: Linda Waugh, Ma- ra poetica.
forma di tumore colpisce in media un indi- sako K. Hiraga, Haj Ross, Ivan Fonagy. Nel suo intervento Háj Ross (“The Taoing
viduo su mille, e che il test ha un’affidabi- of a Sound: Phonetic Drama in William
lità del 95% (cioè dà un 5% di falsi positi- Gli interventi si sono sviluppati per la mag- Blake’s The Tyger”) ha proceduto a un’ana-
vi), e senza sapere nient’altro sullo stato di gior parte in aperta opposizione alla conce- lisi molto approfondita della struttura glo-
salute di quella persona, si chiese quant’era zione strutturalista, che considera la rela- bale, della metrica, della forma delle singo-
probabile che avesse effettivamente il tu- zione tra significato e significante una rela- le parole, della posizione delle interroga-
more. Ebbene, qui è piuttosto impressio- zione convenzionale, dovuta cioè alla scel- zioni e dell’effetto fonetico emergente dal-
nante notare il divario fra ciò che le illusio- ta arbitraria che una società primitiva attua la poesia di Blake, che permette di scoprire
ni cognitive suggeriscono e il risultato a cui nel momento in cui decide quali suoni in essa la rappresentazione simbolica della
portò il calcolo esatto: mentre infatti il 56% assegnare a determinati oggetti e come forza vitale taoista, il teh. In particolare, ha
dei soggetti rispose che era probabile nel legare tra loro i segni che denotano e desi- fatto notare Ross, nella struttura centrale
95% dei casi, e la grande maggioranza di gnano rispettivamente oggetti e concetti. Il del poema The Tyger si evidenzia un’alter-
essi (75%) stimò comunque la probabilità carattere iconico del lessico delle lingue nanza di combinazioni sonore AB - BA,
superiore al 50%, la risposta corretta, cal- rivelerebbe piuttosto un legame stretto tra che indica un’opposizione di fonemi e di
colata in base alla legge statistica di Bayes, simbolo e significato. In particolare, Linda simboli del tipo della contrapposizione di
diede una percentuale inferiore al 2% dei Waugh (“Degrees of Iconicity in the Lexi- yin e yang, e nell’equilibrio finale raggiun-
casi. La spiegazione di tale divario nella con”) ha indicato come uno dei risultati più to da questi due concetti compenetrantesi,
valutazione è che se anche l’intuizione sorprendenti del genio precoce ginevrino emerge la simbolizzazione tao. M.P.
suggerisce di combinare la probabilità che di de Saussure considerare l’attribuzione di
il test clinico abbia fallito (5%) e quella che un valore “convenzionale” alla relazione
l’individuo abbia contratto la malattia indi- tra significante e significato come un’azio-
pendentemente dal risultato del test (1%), ne valida prevalentemente a livello sociale,
si tende spontaneamente a dimenticare o poiché imposta alla società dalla natura Il sistema filosofico
comunque a sottostimare la probabilità delle cose. Il significato è rappresentato in
che qualcosa avvenga indipendentemente gradi differenti dal significante grazie a In occasione della pubblicazione del-
da qualsiasi condizione esterna (fenome- caratteristiche proprie della lingua, quasi l’edizione italiana del volume di Ni-
no della “trascuratezza delle frequenze di che l’associazione sia avvenuta, in princi- cholas Rescher, LA LOTTA DEI SISTEMI .
base”). pio, per affinità tra la forma e la struttura FONDAMENTI E IMPLICAZIONI DELLA PLURA-
Il problema qui non sta tanto nella mancan- del significante - giacché è dell’immagine LITÀ FILOSOFICA (traduzione di Nicola
za di strumenti analitici istintivi adeguati al e del diagramma che tratta Waugh - e il Vassallo, introduzione di Andrea
calcolo esatto delle probabilità, quanto nel- concetto significato, per poi evolversi se- Bottani, Marietti, Genova 1993) si è
la fiducia e nella sicurezza malamente ripo- paratamente. tenuta a Milano il 20 gennaio 1991,
ste nelle nostre istituzioni. In questo si Masako K. Hiraga (“Iconicity as Princi- presso la Sala Incontri dell’ISU, la
esprime la forza delle illusioni cognitive, ple of Composition and Interpretation: A conferenza dell’autore sul tema: L’in-
pari o addirittura superiore a quella della Case Study in Japanese Short Poems”) ha terconnessione sistemica dei temi
ragione, e a cui siamo disposti a dare credi- presentato uno studio sull’incidenza del- filosofici, alla quale hanno parteci-
to più che alla ragione; ciò implica la neces- l’iconicità del linguaggio sulla composi- pato Carlo Sini, Carlo Penco, Miche-
sità di rivedere la classica partizione fra zione poetica, schierandosi a favore del- le Marsonet e Andrea Bottani.
percezione e giudizio, che se in molti casi l’interpretazione che vuole legate indisso-
si presentano come due fenomeni distinti, lubilmente immagine e segno, concetto e Autore tra i più prolifici della filosofia
talvolta riesce difficile separare, ciò che significante, e che vede in Jakobson e Peir- americana contemporanea (ha scritto più di
riguarda l’occhio da ciò che riguarda la ce i suoi più autentici promotori. Jakobson 60 libri) Nicholas Rescher è soprattutto
mente. sostiene infatti come il linguaggio abbia conosciuto per la sua teoria coerentista
Si tratta allora, ha concluso Piattelli Palma- proprietà non-arbitrarie di iconicità; i ter- della verità e per i suoi lavori sulla contrad-
rini, di allargare il concetto di epistemic mini linguistici non sono dipendenti unica- dizione e la coerenza in logica. La visione
boundedness (delimitazione epistemica) mente dalla nostra capacità di scelta arbi- che Rescher ha della filosofia fa parte della
anche alla nostra specie; si tratta cioè di traria, ma ci vengono, per così dire, imposti “sua” filosofia: la sua metafilosofia è pre-
capire che anche noi uomini, al pari dei topi dalla loro stessa forza rappresentativa. Per scrittiva nel senso indicato da Robert Nozi-
o degli scimpanzé, siamo degli organismi quanto riguarda invece la definizione di ck, anche se le conclusioni che Rescher trae
biologici di natura contingente e finita, che icona data da Peirce, Hiraga si è soffermato da questo punto di vista sono diverse da
interagiamo col mondo attraverso i mezzi su due dei suoi tre sottotipi: immagine, quelle di Nozick. La storia della filosofia è
che la natura ci ha fornito, e che tutto ciò diagramma e metafora. L’immagine, cioè vista come una serie di tentativi di riorga-
che possiamo pensare o scoprire è limitato la “somiglianza semplice, sensoriale e mi- nizzare il sistema di conoscenze del pro-
dalle nostre capacità cognitive. L.M. metica” con l’oggetto, non è stata trattata prio tempo in modo da eliminare contrad-
da Hiraga, che invece ha approfondito l’im- dizioni. I filosofi, osserva Rescher, si tro-
portanza del diagramma, o analogia strut- vano in ogni momento della storia ad af-
turale con il concetto, e della metafora, o frontare un insieme di tesi proposte per
“parallelismo triadico rappresentativo”. spiegare l’esperienza, ma queste tesi non
Fonosimbolismo Nella composizione poetica, ha osservato riescono a formare un sistema coerente.
e linguaggio poetico. Hiraga, affiora l’importanza primaria della Solo scartando alcune di queste tesi e sce-
capacità iconica del linguaggio, come di- gliendone altre si può rispondere al profon-
Col titolo: FONOSIMBOLISMO E LINGUAGGIO mostrano gli haiku e i tanka di alcuni poeti do bisogno di coerenza che pervade ogni
POETICO si è tenuta dal 20 al 21 ottobre, giapponesi: emerge qui come l’artista, con- essere umano. Questa scelta porta inevita-
presso il Centro Internazionale di Stu- sciamente e, talvolta, inconsciamente, si bilmente al contrasto tra diversi sistemi
di Semiotici e Cognitivi di San Marino, sia lasciato guidare nella scelta dei termini filosofici.
una serie di conferenze di semiotica e dal maggiore grado di iconicità dei mede- Attraverso un’analisi dei diversi sistemi di
linguistica, incentrate sul rapporto tra simi e di come la stessa capacità espressiva tesi in contrasto tra loro, Rescher propone,
48
CONVEGNI E SEMINARI
in questa sua opera, una storia della filoso- trato i propri sforzi su ricerche particolari e Carlo Sini ha ritenuto importante il richia-
fia del tutto originale, che mostra il sorgere su temi estremamente delimitati. Si è mo al pragmatismo di William James, sot-
del contrasto filosofico dai tentativi di tro- conseguentemente sviluppata una divisio- tolineando come esso avvicini la posizione
vare una coerenza all’interno di gruppi di ne del lavoro e una specializzazione im- di Rescher a quella di Richard Rorty, e dia
idee tra loro non tutte compatibili. Ma il pensabili per i filosofi di epoche preceden- nel contempo conto da un lato di un feno-
valore di quest’opera sta anche nella rifles- ti. Problemi filosofici che emergono in aree meno di mediazione culturale tipico del-
sione sul senso di questo lavoro, che aiuta a prima vista molto distanti fra loro sono, l’evoluzione della filosofia analitica an-
a chiarire il ruolo e lo statuto particolare spesso, tanto strettamente correlati, che glosassone, e dall’altro dell’approccio “oli-
della filosofia rispetto alle altre dimensioni una posizione assunta riguardo a uno di stico” e sistemico di Rescher alla questione
del sapere. Nasce un affresco originale del essi ha implicazioni profonde rispetto alle della verità. Su questo punto Michele
lavoro filosofico, che può venire classifica- posizioni assumibili in un altro. «Per que- Marsonet ha posto la questione del rappor-
to come “pluralismo degli orientamenti”, sto loro intrinseco carattere di interrela- to fra pragmatismo e idealismo, tenendo
un atteggiamento che è del tutto all’oppo- zione - ha affermato Rescher - le posizioni conto degli esordi idealistici di John Dewey,
sto dei settarismi correnti anche in filoso- filosofiche in generale formano parti di un altro autore che costituisce un punto di
fia. insiemi aporetici, e non possiamo risolve- riferimento per la riflessione rescheriana, e
Rescher difende con forza la sua posizione re queste aporìe senza la dovuta attenzione ha altresì sollevato il problema, a partire
contro le tentazioni del relativismo e dello per gli aspetti sistematici della discussione dall’approccio olistico, di una possibile
scetticismo; in particolare dedica una am- filosofica». rivalutazione della metafisica. A questo
pia parte del lavoro a una critica delle Rescher ha paragonato la prassi filosofica a proposito Carlo Penco ha obiettato che la
posizioni di Richard Rorty, che rappre- quella di un ingegnere, che deve ottempe- tendenza olistica pare debba essere posta in
senta forse il suo antagonista più naturale, rare, bilanciandole, a esigenze molteplici, secondo piano nel momento in cui si realiz-
per la sua visione della filosofia come im- spesso in conflitto fra loro: efficienza, sicu- za in concreto la ricerca, che ha un carattere
presa “edificante” più che come impresa rezza, economicità. In questa situazione, essenzialmente specialistico. In realtà, ha
“cognitiva”. Rorty propone una filosofia non ci servirebbe una vettura particolar- risposto Rescher, la “logica della scoperta
liberatoria come liberazione dalla filoso- mente sicura, ma una in grado di procedere scientifica” è spesso sistemica, e prevede
fia; questa deve essere esiliata dalla sfera a non oltre tre chilometri all’ora. La mede- l’interconnessione di tutti i tipi di cono-
della ragione, e in particolare dai problemi sima situazione vale anche per la riflessio- scenze umane, ivi comprese quelle metafi-
della filosofia specialistica che sono solo ne filosofica: «l’ambito dei nostri interessi siche. D’altra parte, la stessa “questione
problemi e questioni dei filosofi. La reazio- filosofici è una rete, in cui ogni cosa è olistica” riveste un carattere metafisico,
ne di Rescher si può riassumere con le sue interconnessa con ogni altra. Non abbiamo come pure le tesi fondamentali dei neopo-
stesse parole: «La fondamentale divisione alcuna alternativa sensata se non procedere sitivisti, che pure vorrebbero rifiutare la
del lavoro è già stata fissata da Platone, che olisticamente. L’interconnessione sistema- metafisica. Se si dà contrapposizione fra
oppone il filosofo al poeta. Anche il secon- tica dei problemi filosofici è un fatto inevi- pragmatismo e metafisica, ha continuato
do può descrivere possibilità e progettare tabile: in filosofia dobbiamo o sistematiz- Rescher, essa può essere definita proprio a
idee, ma è solo il primo ad occuparsi della zare, o lavorare invano». partire dalle indicazioni di Dewey, e non
loro valutazione razionale - introducendo e La riflessione di Rescher prende dunque le consiste in un’alternativa; poiché la meta-
sviluppando argomentazioni pro e contro mosse dal rilievo del dissenso tra le varie fisica rappresenta effettivamente, nella sua
la loro adozione. (...) Ritirandoci dalla lotta posizioni filosofiche, il cui non accordo versione idealistica, una deformazione del-
delle dottrine e dal contrasto delle questio- può valere come motivo di scetticismo nei la realtà, ciò non esclude comunque che
ni, abbandoniamo il filosofare come im- confronti non solo e non tanto dei contenuti anche attraverso conoscenze metafisiche si
presa razionale». delle teorie, quanto soprattutto della prete- possa pervenire a un controllo della realtà
Ma perché Rorty e tanti altri filosofi sono sa di verità a cui le teorie, in quanto tali, medesima, che è il tratto caratteristico del
portati verso scelte scettiche, irrazionaliste ambiscono. L’epoché scettica verte insom- pragmatismo. F.C./ C.P.
o quanto meno non cognitiviste, tali cioè da ma direttamente sullo statuto veritativo delle
negare ogni valore cognitivo all’impresa teorie filosofiche, aprendo così una serie di
filosofica? Probabilmente, suggerisce Re- questioni relative anzitutto al valore cono-
scher, perché cercano di rendere coerente scitivo, in filosofia, del dissenso, e in se-
l’insieme di idee comuni nel nostro tempo, condo luogo al tipo di oggettività a cui Ri-pensare l’Antropologia.
che non sono però compatibili tra loro: 1. la possono pervenire le conoscenze filosofi-
filosofia è un’impresa di valore; 2. le im- che. In merito al primo punto, Rescher La lettura incrociata di due recenti
prese intellettuali di valore stabiliscono propone alla filosofia il ruolo di prassi studi sul pensiero antropologico, il
tesi; 3. la filosofia non può stabilire tesi. La discorsiva, risolutiva, con un approccio primo di Hans Peter Duerr, TEMPO DI
negazione di 1. porta allo scetticismo; la olistico, delle aporìe fra le singole cono- SOGNO (trad. it. di F. Cassinari, Guerini
negazione di 2. porta al non cognitivismo; scenze che ci sono consegnate dal nostro e Associati, Milano 1992), il secondo di
solo la negazione di 3. permette di salvare patrimonio conoscitivo. Nei confronti del- Silvana Borutti, PER UN’ETICA DEL DISCOR-
la filosofia come impresa cognitiva; ma la diversità delle teorie, Rescher rifiuta SO ANTROPOLOGICO (Guerini e Associati,
questo non vuole dire che le tesi filosofiche l’incommensurabilismo, sulla base della Milano 1993), consente un ripensa-
siano assolute: esse si danno sempre nel tesi dell’unicità del linguaggio, strumento mento critico delle pratiche di ricerca
contesto di certi valori, presuppongono di attività semantica che, peraltro, non scio- e dei riferimenti teorici comuni all’et-
scelte di valore cognitivo. Questa la con- glie mai definitivamente le contraddizioni, nologia e all’antropologia ed apre in-
clusione del lavoro di Rescher: «sarebbe ma le porta a livelli di espressione sempre teressanti orizzonti di ricollocamento
bizzarro pensare che la filosofia non ha più avanzati. La rinuncia all’oggettività filosofico dei loro rispettivi assetti di-
valore perché le posizioni filosofiche sono delle conoscenze che vengono in questo sciplinari. Un momento di approfondi-
costrette a riflettere i particolari valori che modo via via acquisite, non comporta per- mento delle tematiche proposte in
sosteniamo». ciò, come ha sottolineato Andrea Bottani, TEMPO DI SOGNO di Hans Duerr è stata la
Nella conferenza in occasione della pre- la rinuncia alla dignità gnoseologica del- presentazione dell’opera alla Libreria
sentazione a Milano della sua opera: Il l’impresa. Feltrinelli di Milano (6 maggio 1993),
conflitto dei sistemi, Nicholas Rescher ha Si pone a questo punto la seconda questio- con la partecipazione di Flavio Cassi-
esordito ricordando come la filosofia an- ne, relativa al carattere delle conoscenze nari, Alfredo Civita, Ugo Fabietti e Carlo
glo-americana abbia sempre più concen- acquisite da questa prassi. A tale proposito, Sini.
49
CONVEGNI E SEMINARI
50
CONVEGNI E SEMINARI
Per quanto riguarda la questione delle cate- Ciò che mi sembra assolutamente vero è dell’identità.
gorie interpretative da applicare nella co- che l’oblio dell’origine, del proprio ca- L’assunzione del punto di vista dei nati-
noscenza di queste culture, Fabietti ha pro- rattere storico e quindi della differenza vi deve cioè rimanere uno sforzo co-
posto la distinzione tra comunicazione sul in rapporto ad altre forme di civiltà, sia sciente e riflesso di simulazione e di
campo e comunicazione al pubblico (la tipico della forma moderna occidentale traduzione - un processo, come dice Papi,
comunità scientifica, gli studenti, i lettori di civilizzazione. La razionalità scienti- di «simulazione ontologica necessaria».
delle opere di divulgazione). Nel primo fica è di per sé monologica. Per chi vive Comprendere non è diventare l’altro, ma
caso, il ricercatore procede per gradi, e in essa, la forma di vita scientifico-ra- simulare l’altro a partire da sé.
comincia da una vera e propria simulazione zionale, dominata dai modi tecnologici Si può ritenere che la comunicazione sul
di un’altra forma di vita, che con il passar del rapporto col mondo e dai modi logi- campo dello studioso con il nativo si
del tempo egli perfeziona, accelerando, co-calcolistici del pensiero, appare come fondi su categorie implicite e su atti
quasi inconsciamente, questo processo una necessità e un assoluto: sembra di enunciativi complessi mentre, di fatto,
di interazione con l’altro. Nel secondo poter pensare solo in essa. E’ vero anche la necessità di tassonomie e formalizza-
caso, il grado di comprensione acquisita che l’etno-antropologia ha ripetuto que- zioni s’imponga nel momento della co-
sul campo si evidenzia nel tasso di plau- sta rimozione e ha praticato inconsape- municazione dello studioso al suo pub-
sibilità che assumono le descrizioni et- volmente una vera e propria volontà di blico?
nologiche quando sono presentate al sapere, che è diventata un’oggettivazio- Credo che l’opposizione tra un’esperien-
pubblico; in questa situazione comuni- ne dell’altro. Ma osserverei anche due za sul campo, che avviene attraverso le
cativa, è opportuno un assiduo e medita- cose: da un parte il dibattito epistemolo- strutture del dialogo in atto (mosse enun-
to rinvio tra le categorie analitiche del- gico nell’antropologia contemporanea, ciative complesse, negoziazione dei ruo-
l’antropologo e quelle del nativo, al fine che è molto vivo (pensiamo ad esempio li, riferimento alla relazione in atto, frain-
di far intendere al pubblico ciò che il alla discussione tra la prospettiva inter- tendimenti, compromessi, ecc.) e la co-
ricercatore crede di aver capito sul cam- pretativa e quella oggettivistica), ci dice municazione scientifica, che avviene at-
po. che l’etno-antropologia riflette ormai traverso categorizzazioni teoriche pro-
Carlo Sini, infine, ha analizzato alcune sulla propria volontà di oggettivazione e prie di una comunità di sapere, corri-
implicazioni delle posizioni di Duerr sul si pone il problema della differenza (il sponda perfettamente all’esperienza del-
versante filosofico, ricordando l’osser- libro di Duerr, del 1978, appartiene agli l’antropologo. Forse è corretto aggiun-
vazione di Foucault contenuta ne Les anni iniziali del dibattito); dall’altra par- gere che sul campo l’antropologo deve
mots et le choses secondo la quale vi te, l’asimmetria sottolineata da Duerr tra fare in modo che la sua intenzione scien-
sono due scienze di confine, destinate ad lo stregone e l’antropologo è riconduci- tifica, che è una condizione inevitabile,
esplodere in quanto tali ed a diventare bile anche alla differenza tra una forte non gli impedisca di mettersi in dialogo.
luoghi di interrogazione filosofica, ov- esperienza di appartenenza comunitaria, Molti antropologi (Favret-Saada, Gui-
vero la psicoanalisi e l’antropologia. Esse tra il limite come vissuto di identità per dieri, Sperber) raccontano esperienze sul
mettono in scacco la nostra ambizione lo stregone, e il sentimento occidentale, campo in cui, per superare l’impasse di
epistemologica di dominio intellettuale molto più labile e incerto, dell’apparte- un dialogo impossibile, hanno dovuto
sull’Altro, che è una sorta di esorcismo nenza e dell’identità: il viaggio dell’an- ristrutturare in parte il proprio “compor-
nei confronti della differenza, interna ed tropologo non è solo volontà di sapere, tamento scientifico” e il proprio modo di
esterna a noi. ma anche confessione e détour alla ri- far ricerca.
In questo contesto riflessivo occupa un cerca di sé. Ponendo la scrittura antropologica come
ruolo centrale il problema della com- Duerr sostiene che tradurre non è com- scrittura filosofica, si potrebbe sostenere
prensione. Duerr prende significativa- prendere, perché esclude quel trasferi- che il problema della comprensione del-
mente le distanze dalla posizione di Ha- mento vitale nel mondo del nativo - ad l’Altro in antropologia si risolve nella que-
bermas, che sostiene l’idea di una illimi- esempio vivere l’esperienza dell’ulula- stione della descrivibilità dell’esperienza
tata trasparenza comunicativa dei lin- re coi lupi - che sola costituisce la base propria, ovvero nel suo essere altra?
guaggi naturali. Tuttavia, la posizione di di una genuina comprensione. Ma allo- Direi di sì, e risponderei che la scrittura
Duerr rimane a questo proposito non ra comprensione e traduzione si con- antropologica è scrittura filosofica pro-
sufficientemente approfondita: la com- trappongono o, in ogni caso, sono netta- prio perché è esemplare del percorso non
prensione non è solo evento, non coinci- mente distinguibili? narcisistico (uscita da sé, via lunga che
de con la pratica della traduzione, in In sintesi: Duerr pensa che comprendere passa attraverso l’alterità, come dice Ri-
quanto trasferimento di significati da un l’altro sia il trasferimento vitale nel suo coeur) che deve essere la conoscenza di
universo discorsivo a un altro. L’intera- mondo, l’empatia, il diventare l’altro; io sé. Potremmo pensare l’antropologia
zione con il “gioco linguistico” di una penso invece che comprendere sia tra- come lavoro di comparazione che non
differente forma di vita, riprendendo Wit- durre, sia un tornare presso di sé dopo mira all’universalizzazione ( a trovare
tgenstein, impone uno sguardo capace di essere stato presso l’altro. Perché la tra- l’umano in generale), ma piuttosto al
scrutare, sotto la superficie comunicati- duzione è, a mio parere, esemplare del riconoscimento contrastivo e asimme-
va, la fisionomia, opaca e inquietante, comprendere antropologico? La com- trico di sé: noi, primitivi - come dice il
dell’Altro che c’è in noi, oltre che nel- prensione antropologica, come l’appren- titolo di un libro di Francesco Remotti;
l’interlocutore di fronte a noi. F.S. dimento di una lingua, richiede certa- noi che possiamo attraversare la distan-
Il dibattito sorto in occasione della pre- mente l’immersione in una forma di vita, za dell’altro solo dopo aver preso distan-
sentazione dell’opera di Duerr ha messo in un addestramento, una formazione za da noi - come diceva Lévi-Strauss,
in evidenza alcuni motivi di riflessione, che sia insieme linguistica e sociale, e leggendo nelle Confessioni di Rousseau
che abbiamo proposto a Silvana Borut- che metta l’antropologo nella condizio- la fondazione delle scienze dell’uomo.
ti, non presente all’incontro. L’intervi- ne di poter partecipare a giochi linguisti- Più in generale, quali contributi specifi-
sta che segue è di Franco Sarcinelli. ci regolati. Ma, così come una traduzio- ci la filosofia potrebbe offrire all’antro-
Un punto forte del discorso di Duerr è ne è il trasferimento nel proprio corpo pologia, contributi spesso richiesti espli-
l’idea che l’etnologo scientifico non sia linguistico dei significati dell’altro te- citamente dagli antropologi militanti?
cosciente della Wildnis da cui si è origi- sto, la comprensione antropologica è un Oggi nessuno pensa più che ci siano tipi
nata la nostra modernità. Che cosa ne apprendimento finalizzato a dire l’altro di conoscenza che richiedano l’assoluta
pensa di questo vizio di fondo della etno- nella nostra lingua, non a diventare l’al- spontaneità dell’approccio, né, all’op-
antropologia contemporanea? tro: è una pratica della differenza, non posto, che le metodologie siano strutture
51
CONVEGNI E SEMINARI
52
CONVEGNI E SEMINARI
indiscutibili ed elaborate una volta per differente, per cui le nostre verità geome- mente sconvolgente. Soltanto dopo
tutte. La messa in chiaro dei livelli della triche non sono valide. trent’anni (dal 1804 circa) Gauss riesce
comprensione e della costruzione della La novità di queste deduzioni, ha osservato finalmente a raggiungere una serenità in-
conoscenza antropologica (dialogo sul Imre Toth, è la presenza chiara in Kant del terna, evidenziata anche dal fatto che egli
campo, costruzione delle descrizioni et- problema della pluralità dei mondi, un pro- stesso battezza le sue scoperte come “geo-
nografiche, scrittura finale del testo an- blema che egli imposta sul piano pretta- metria non euclidea”. Quasi contempora-
tropologico) è un compito che ha aspetti mente geometrico, dato che essi si distin- neamente anche un altro studioso, Lobace-
filosofici e epistemologici, che emergo- guono per la loro “quadrimensionalità”. vskij, raggiunge gli stessi risultati di Gauss,
no sia nelle riflessioni degli antropologi, Una geometria di quarta dimensione è già a più di 4000 Km. di distanza e senza che vi
sia nei loro scambi coi filosofi - come ha una geometria non euclidea in senso gene- sia stato alcun contatto con il matematico
dimostrato il dibattito, ancora in corso, rale. Interessante, secondo Toth, è anche la tedesco. Gauss arriverà poi alla conclusio-
sul modello interpretativo in antropolo- consapevolezza kantiana dell’esistenza di ne che entrambe le geometrie (quella eucli-
gia. attributi geometrici che sono in relazione dea e quella non euclidea) hanno uguale
Il che mette in luce, d’altro canto, che la sintetica con le altre proprietà geometri- «diritto alla cittadinanza».
filosofia, se è un discorso socialmente che. Nella Critica, invece, anche a seguito Secondo Toth, questa metafora ha grande
raro, cioè non immediatamente volga- dell’influenza fondamentale di Klügel su importanza. In primo luogo, per un motivo
rizzabile, non è tuttavia un discorso se- Kant, vi è un cambiamento radicale del storico-politico: infatti Gauss è un accanito
parato, ma immesso nella comunicazio- repertorio geometrico: la quarta dimensio- sostenitore della monarchia costituzionale,
ne scientifica e sociale. ne scompare totalmente. Il problema della nella quale tutti devono essere posti sullo
Fondamenti della geometria quarta dimensione, secondo Klügel, era stesso piano. Egli inoltre ha mostrato che la
infatti enigma dello Spirito umano e non un verità del soggetto, l’etica, è sovrapposta
Dal 21 al 25 settembre 1992 Imre Toth problema di geometria. Questa consapevo- alla geometria e non viceversa. Allora se
ha tenuto, all’Istituto Italiano per gli lezza era presente anche in Kant, già nel una delle due geometrie è vera, è vera
Studi Filosofici, un seminario sul tema: 1770. Inoltre, ha rilevato Toth, nell’affer- anche l’altra: il diritto di esistere appartiene
LA CRITICA DELLA RAGION PURA E LA RICERCA mare che la somma degli angoli di un ad entrambe, senza alcuna discriminazio-
DEI FONDAMENTI DELLA GEOMETRIA NEL XVIII triangolo può essere maggiore di un angolo ne. La scelta dell’una o dell’altra è comun-
SECOLO . Scopo delle riflessioni di Toth piatto, Kant mostra di essere a conoscenza que “arbitraria”. E questa è la differenza
è stato di dimostrare l’importanza dell’opera di Saccheri, che ne aveva dato rispetto a Kant, che considerava “arbitra-
della concezione kantiana della mate- dimostrazione. ria” solo la scelta della geometria non eu-
matica nell’evoluzione storica che ha Nei decenni a partire dal 1760 Kant arriva, clidea. L’esistenza delle due geometrie è,
portato a fondare una geometria non dunque, alla convinzione che le proposi- dunque, la dimostrazione di un’unica veri-
e u c l i d e a . zioni della geometria sono in realtà sinteti- tà: che la scelta dell’una o dell’altra è
che. A tale riguardo, nella Critica Kant assolutamente libera.
Come per molti filosofi prima di lui (Eucli- afferma che dal concetto del triangolo (eu- La nuova verità della geometria non eucli-
de, Platone, Descartes, Leibniz, per citarne clideo o meno) non è possibile desumere se dea lascia intatta la verità di quella eucli-
solo alcuni) anche per Immanuel Kant la la somma degli angoli sia o meno uguale ad dea: se la seconda parte dell’affermazione
matematica riveste un ruolo notevole nel un angolo piatto; in altri termini, la seconda che la somma degli angoli di un triangolo è
suo sistema filosofico. Prendendo spunto proposizione ha il carattere della sintesi, è uguale ad un angolo piatto, la prima, vice-
dal postulato euclideo delle parallele, Kant sintetica e non analitica. Con questo, ha versa, parte dall’affermazione che la som-
si pone la questione se le verità indubitabili concluso Toth, Kant ha fatto una vera e ma degli angoli non è necessariamente
(i postulati) possono essere dimostrate, dove propria “rivoluzione copernicana”, decisi- uguale a un angolo piatto. S.Ba.
per dimostrazione si intenda ciò che una va per lo sviluppo ulteriore della matema-
certa collettività umana, in un dato mo- tica e della geometria. Il principale merito
mento storico, accetta come dimostrazio- di Kant è soprattutto quello di aver distinto
ne. La questione tuttavia non è tanto quella la “verità” delle proposizioni dalla “deriva-
di accertare la verità delle proposizioni (per bilità” o “non derivabilità” di una proposi- Aspetti filosofici
esempio, che da due punti passa una retta e zione da un’altra. Se però due proposizioni della letteratura russa
una sola), ma se da un certo numero di sono inderivabili e non contraddittorie e se
proposizioni dipende la formulazione di la sorgente della verità è il soggetto (uma- Inoltrandosi nella storia della lettera-
altre proposizioni. Di fatto, solo dopo la no) libero, con quali mezzi si può fondare tura russa da Pusckin a Dostoevskij e
scoperta della geometria non-euclidea il il sentimento della certezza della verità Tolstoj, Georg Friedländer, dell’Isti-
pensiero filosofico diverrà cosciente della euclidea? A questo riguardo Toth ha evi- tuto Puskin di Mosca, ha condotto
diversità delle due questioni, dando vita, ad denziato come Kant faccia una scelta che presso l’Istituto Italiano per gli Studi
una “meta-matematica” e ad una “meta- lui stesso considera “arbitraria”, afferman- Filosofici di Napoli, dal 19 al 22 otto-
geometria”, in quanto ricerche scientifiche do che ciò che deve essere motivato non è bre 1992, un seminario dal titolo: ASPET-
con metodi loro propri. la congiunzione del predicato con il sog- TI FILOSOFICI DELLA LETTERATURA RUSSA,
L’intuizione kantiana di una geometria non getto (il triangolo è euclideo), ma la neces- mettendo in rilievo momenti signifi-
euclidea risale al 1746; è, infatti, a que- sità apodittica della congiunzione a priori. cativi nella tradizione letteraria russa
st’epoca che risalgono i suoi pensieri sulla E tale necessità deriva dal fatto che esisto- che hanno dato sviluppo al pensiero
possibilità di una creazione divina di mon- no verità pure a priori nel soggetto (e tra filosofico.
di paralleli. Kant afferma che dal punto di queste vi è la geometria euclidea) che im-
vista metafisico è possibile che Dio abbia pongono questa soluzione. Lo sviluppo del pensiero filosofico in Rus-
creato milioni di mondi, anche di quarta Toth ha richiamato in tal senso C. F. Gauss, sia non segue inizialmente una linea auto-
dimensione. Essi tuttavia non possono es- più o meno contemporaneo di Kant, il qua- noma ma, fino al XVII secolo, è legato alla
sere conosciuti dagli uomini, ai quali è le è il vero e proprio fondatore della geome- religione orientale e quindi a Bisanzio. La
precluso ogni contatto con questi mondi: tria non euclidea. Come risulta dalle sue nascita di movimenti eretici e di una scien-
per gli esseri umani l’esistenza o la non lettere all’amico Wolfgang Bolyai, egli za laica, libera dall’influsso della Chiesa,
esistenza di questi mondi è “indecidibile” visse in grande tormento interiore perché, avviene solo nel Settecento, in seguito alla
con mezzi logici; tali mondi, infatti, devo- pur essendo un kantiano convinto, si trova- penetrazione del Cattolicesimo e del Prote-
no avere una giustificazione assolutamente va ad aver scoperto una geometria total- stantesimo attraverso la Polonia e la Ger-
53
CONVEGNI E SEMINARI
mania. Ed è proprio con Pietro il Grande, determinato e consistente nella narrativa. fenomenologia presenta tratti del tutto nuo-
che nel 1713 spostò la capitale a Pietrobur- Impressionato dalla miseria del sottoprole- vi, in quanto essa esige la tematizzazione
go, che la letteratura russa comincia ad tariato urbano, scrive il suo primo roman- del mondo. Il logos del fenomenon, infatti,
accogliere influenze e suggestioni tipiche zo, Povera gente, incentrandolo sulla pietà è la teoria dell’apparenza, e in quanto tale
della cultura europea. Pietro il Grande in- per l’uomo socialmente subalterno ed emar- è l’analisi della correlazione tra diverse
crementò la vita culturale russa dando ini- ginato, sulla simpatia per i puri di cuori e esperienze soggettive, che vengono perciò
zio all’accademia delle Scienze e all’Uni- sulla vocazione umanitaria, temi che farà non negate, ma coordinate fra loro per il
versità di Pietroburgo. Inoltre, essendo del suoi e che ritorneranno in Umiliati e offesi fine della conoscenza.
tutto assenti nel grande paese figure di e nei Fratelli Karamazov. Benché Dostoe- Martin Heidegger, ha proseguito Held,
spessore filosofico, si rivolse a Leibniz e la vskij non avesse una particolare formazio- sviluppa ulteriormente il tema del mondo
suo allievo Wolf per istituire una linea di ne filosofica, fu convinto assertore dell’in- quale elemento centrale della fenomenolo-
pensiero autonoma. terrelazione esistente tra filosofia e lettera- gia, ponendo la distinzione tra vita autenti-
Diversamente da quanto avviene in Ger- tura. Successivamente pubblica Il sosia, ca e inautentica, in cui si esprime l’apertura
mania, ha osservato Georg Friedländer, narrazione che ribadisce il profondo inte- al mondo all’interno della polarità svela-
lo sviluppo della filosofia in Russia non è resse dell’autore per la problematica psico- mento-nascondimento. L’uscita della la-
generato dall’Accademia o altre istituzio- morale legata allo sdoppiamento della per- tenza è possibile laddove entra in gioco la
ni; è legato prevalentemente alla letteratura sonalità, in cui l’alter ego compare come tonalità emotiva, quello «stupore ammira-
e si concentra, in primo luogo, su riflessio- una persecuzione. In Dostoevskij, diversa- to per il fatto di esserci», che i Greci indi-
ni concernenti la grandezza di Dio e il ruolo mente da Freud, l’inconscio non ha una cavano con il termine taumazein. Uscire
dell’uomo nell’universo assieme a temati- dimensione astorica, ma è legato alla civil- dall’agire strumentale della quotidianità,
che di sfondo sociale, quali il rapporto tà e precisamente a quei tre stadi della vita significa “sostare” presso le cose, scopren-
nobiltà-servitù della gleba. L’Ottocento si dell’uomo che dalla mitica età dell’oro do i rimandi di senso che caratterizzano
apre in Russia con le Favole di Krylov, approdano, col futuro, al sogno di una l’ordine del kosmos. Nel momento in cui
ricche di folklore e leggende, ma nel con- nuova armonia, passando per lo stadio l’uomo deve deliberare e sosta presso le
tempo protese verso la realtà contempora- intermedio del presente come epoca di sue possibilità d’azione si svela invece il
nea e le suggestioni straniere. Il Romanti- malattia e passaggio, dimidiata tra il bene mondo politico, con i problemi politici
cismo trova qui un terreno culturale e e il male. legati alla convivenza sociale. La scienza
psicologico particolarmente sensibile, ti- Tra il primo e il secondo periodo si colloca del kosmos e la democratizzazione della
pico del processo di trasformazione in atto l’esperienza della condanna a morte in polis sono i modi in cui i Greci avevano
in ogni ambito del sapere. Quando in Oc- Siberia, che segnerà la sua produzione al scoperto il mondo.
cidente Byron ha pubblicato i primi due punto tale da fargli scoprire al suo ritorno Eraclito paragona l’ordine del kosmos (lo-
capitoli del Don Juan, Manzoni Il Conte di il “positivo” sul piano spirituale anche gos) con quello della polis (nomos) e critica
Carmagnola e Goethe il Wihlelm Meister, nella rappresentazione del mondo degli la doxa in quanto contrapposta all’episté-
trionfa l’opera di Aleksandr Puskin, che emarginati. Tale analisi psicologico-in- me. Ciò può sembrare in contraddizione
regala alla letteratura del grande Paese trospettiva, e la capacità di illuminare la con il concetto di democrazia fondato sul
risonanza mondiale. Il tratto caratteriz- condizione di “condannato”, troverà con confronto tra le opinioni. Invero bisogna
zante della sua produzione letteraria, ha Memorie del sottosuolo, la sua migliore distinguere la doxa come atteggiamento
osservato Friedländer, sta nell’ampio arco realizzazione. L.R. naturale, per cui ognuno resta nel proprio
di tematiche e personaggi da lui analizzati mondo particolare, dal logon didonai, di
con acume e chiarezza. cui parla lo stesso filosofo di Efeso, che è
Figura difficilmente inquadrabile in una invece un rendiconto a viva voce motivato
sola corrente o definizione, Puskin è stato da ragioni. In tal modo l’opinione resta
accostato al genio universale di Goethe o a Fenomenologia del politico soggettiva ma punta, come il giudizio ri-
Leonardo da Vinci, ma egli è prevalente- flettente di Kant, a trascendere l’interesse
mente un poeta-artista, pronto a rielaborare Nella sede dell’Istituto Italiano per gli particolare per trovare unità nel comune
creativamente tutto ciò che lo circonda. Sin Studi Filosofici di Napoli, dal 2 al 6 mondo politico: la democrazia.
dagli anni del liceo, pur non potendo segui- novembre 1992, Klaus Held, dell’Uni- Anche la cosmologia, come studio delle
re delle regolari lezioni di filosofia, Puskin versità di Wuppertal, ha tenuto un leggi connesse all’ordine di mondo, non
compone delle poesie giovanili di squisito seminario sul tema: LA FENOMENOLOGIA esula, pur nella sua unità di riferimento,
contenuto filosofico dove è ben presente DI HUSSERL E DI HEIDEGGER E I GRECI , sotto- dalla prospettiva individuale. Si origina
l’introspezione e uno schietto entusiasmo lineando l’esigenza filosofica di un infatti da quello stupore che permette di
nei confronti della vita e dei suoi valori. rinnovamento dell’apertura umana al sostare presso le cose e che è esperito come
Egli non si pone, come i suoi predecessori, mondo. tonalità emotiva. Il rapporto dei Greci con
il problema sul registro linguistico più ap- la totalità passava per la famiglia, la pratica
propriato da usare; l’opera riflette il fluire La fenomenologia può fornire, secondo quotidiana, il ciclo del raccolto: il kosmos
della vita ed è pertanto musicale e sponta- Klaus Held, un importante contributo nel era l’oikos, il luogo della conservazione
nea e le trame dei suoi romanzi, pur essen- delineare l’attuale orizzonte della filosofia. della vita, l’ambito domestico che si sottrae
do estremamente lineari, ricoprono un di- E’ però necessario riconsiderare il pensiero alla dimensione pubblica della polis. Tale
segno complesso. E’ tipico del talento di di Edmund Husserl che, pretendendo car- intimità con il cosmo è oggi scomparsa
Puskin, ha notato Friedländer, riuscire, at- tesianamente di dare nuovo inizio al filoso- nella tendenza alla specializzazione dei
traverso semplici soggetti, ad analizzare i fare, ripropone in effetti la distinzione gre- saperi, anche se ancora non si può fare a
problemi basilari dell’esistenza umana. ca tra epistéme e doxa. Se la prima rimanda meno di quella nozione di “familiarità”,
L’adozione di un realismo lirico nella de- alla “percezione dell’unità”, propria della adoperata da Husserl, necessaria per com-
scrizione dei vari aspetti della vita russa lo scienza rigorosa, la seconda esprime i “mon- prenderne, ad esempio, gli attuali problemi
porterà nei Racconti di Belkin ad una pu- di particolari”, cioè la settorialità dell’espe- di ordine ecologico. Per superare l’oggetti-
rezza estetica raggiunta nonostante la scar- rienza soggettiva. Husserl, come i Greci, si vismo moderno occorre far riferimento,
na semplicità dei personaggi. risolve fondamentalmente a tagliare i ponti come nella Crisi delle scienze europee,
Se con Puskin si dà inizio alla letteratura con l’esperienza naturale a favore dell’at- all’ambito precategoriale e intuitivo della
russa moderna, Fedor Dostoevskij, ha os- teggiamento filosofico. Tuttavia, ha osser- Lebenswelt. Tornare all’evidenza origina-
servato Friedländer, delinea un filone ben vato Held, il senso teoretico e storico della ria significa per Husserl riscoprire la di-
54
CONVEGNI E SEMINARI
mensione intuitiva del mondo della vita, telismo e dello stoicismo nei primi due mediatrice fra le due forze opposte del
ma anche rapportarla all’orizzonte univer- secoli dopo Cristo. bene e del male.
sale attraverso il principio di correlazione. Come nei capitoli su Empedocle, i fram-
La crisi del moderno, ha osservato Held, Innanzitutto Jaap Mansfeld ha voluto chia- menti sono combinati in modo da creare la
implica un’anamnesi che scopre nell’oblio rire struttura e fonti, scopi e metodi di un somiglianza con Marcione, così, in quelli
la sigla dell’epoca presente: perde infatti testo singolare come la Confutazione di su Eraclito è evidente, secondo Mansfeld,
ogni importanza il mondo com’è per noi e tutte le eresie, nota altrimenti come Philo- una riorganizzazione delle “oscure” sen-
si guarda soltanto alla sua inseità. L’oriz- sophoumena di Ippolito di Roma (235 tenze eraclitee che produca una somiglian-
zonte individuale relativo, attraverso il quale d.C.). Nel primo libro, Ippolito ci offre una za col sistema di Noèto. Ippolito trova in
si poteva scorgere quello universale, è so- storia dettagliata della filosofia greca; nei Eraclito dottrine proto-cristiane quando
stituito dalla categoria di totalità. Questo successivi - sono dieci libri- sviluppa il questi parla dei cicli dell’universo come il
rifiuto della soggettività implica la perdita confronto fra hairesis nel senso originario risultato di successive conflagrazione e ri-
l’originaria libertà d’interesse della teoria; del termine: scelta di un modo di pensare e, nascite, che richiamano la resurrezione
la filosofia e la scienza si lasciano assorbire per estensione, scuola filosofica, e haire- dell’anima e del corpo.
in modo assoluto dall’aspetto professiona- sis nel senso derivato e cristiano: scelta Mansfeld tuttavia non ha mancato di sotto-
le, riducendo il sapere a mera tecne, cioè illecita, quindi deviazione dottrinale, con lineare il valore che per lo storico della
ingegnosità finalizzata ad uno scopo. Sen- l’intento di dimostrare che i sistemi gno- filosofia può avere un testo come i philo-
za il limite husserliano del suo dissolvi- stici sono in verità travestimenti della sophoumena di Ippolito. Pur piegando ai
mento nell’infinito, la finitezza assume un tradizione filosofica greca. Per far que- suoi scopi le dottrine “elencate” - e anzi
carattere del tutto nuovo in Heidegger, lad- sto Ippolito ordina in un certo modo i proprio per questo - Ippolito è un testimone
dove la dimensione dell’apertura si schiu- frammenti, insiste sulla linea Pitagora- prezioso del clima intellettuale del proprio
de a partire dalla latenza, dal sottrarsi del- Platone, e nella refutazione degli gnosti- tempo. Nei Philosophoumena ritroviamo
l’uomo alla comprensione. ci definisce la loro diadioché illegittima citazioni di testi gnostici che altrimenti non
L’oggettivismo moderno si rafforza nel di fronte a quella cristiana: i cristiani conosceremmo, l’eco di problemi interpre-
passaggio dal fuoco all’energia come ele- sono gli eredi degli apostoli ispirati dal- tativi contemporanei, tracce che ci infor-
mento vitale della scienza. Quest’ultima lo Spirito Santo, gli gnostici, invece, mano del modo in cui una tradizione inter-
infatti non ha qualità, è puro quantum di non sono parte integrante dell’unica dia- pretativa poteva costruirsi nei primi due
forze: l’universo è dunque una sorta di doché valida, che rimanda allo Spirito secoli dopo Cristo, sospesa tra fedeltà lette-
deposito di cui l’uomo può disporre. Tutto Santo e agli Ebrei, in questo sono debi- rale ai testi dei maestri, Pitagora e Platone,
sembra a disposizione e viene utilizzato in tori intellettu ali de i greci. e “necessaria” libertà d’interpretazione.
chiave meramente tecnica e funzionale, Il primo sistema gnostico considerato da A.I.
venendo meno il senso degli infiniti ri- Ippolito è quello di Basilide, di cui viene in Omaggio a Pareyson
mandi, del riserbo per cui ogni cosa con- particolare sottolineata la derivazione dal-
nette ad altro da sé. Con ciò si esaurisce la filosofia aristotelica; la dottrina di Basi- La scomparsa di Luigi Pareyson nel
anche la possibilità dell’esistenza autenti- lide, secondo la quale nella pleròma vi settembre del 1991 è all’origine di
ca e si spiega quella politicizzazione da cui sarebbe tutto l’essere, il mondo stesso, la due recenti commemorazioni del-
nasce il totalitarismo. specie, gli individui, è infatti assimilata alla l’opera e del pensiero di uno dei mag-
La fenomenologia, ha osservato Held, deve divisione aristotelica del genere in specie e giori pensatori di questo secolo. Orga-
allora mettere al centro del suo interesse individui: un Aristotele, questo, di chiara nizzata da Armando Rigobello dell’Uni-
l’ambito politico in una connessione di provenienza platonica. versità di Roma “Tor Vergata”, in col-
ethos e kairos, di libertà e situazione favo- Ciò che è implicito nell’Elenchos di Ippo- laborazione con l’Accademia Spagno-
revole, riscoprendo l’aspetto soggettivo lito, ha osservato Mansfeld, è che l’unica la di Storia, Archeologia e Belle Arti
dell’interiorizzazione che passa per la co- tradizione filosofica valida è quella pitago- di Roma, si è tenuta una giornata di
scienza del limite: il totalitarismo è infatti rico-platonica: Ippolito parla indifferente- studi dedicata a L’ESTETICA DI LUIGI
un tentativo di negare l’individualità e di mente di Pitagora e Platone; Aristotele è PAREYSON . Di tono maggiormente ce-
fornire all’ethos un carattere vincolante. soprattutto un allievo di Platone, Empedo- lebrativo, la commemorazione or-
Recuperare lo stupore, quindi il riserbo che cle ed Eraclito sono essenzialmente dei ganizzata al Piccolo Regio di Torino
lo sostiene, è possibile attraverso una tona- pitagorici. E così, in Valentino, la serie il 25 marzo 1993, ha raccolto innan-
lità emotiva che Heidegger chiama ango- degli eoni che si genera dal Padre, richiama zitutto la folta schiera degli allievi,
scia e che è disponibilità di fronte al ritrarsi. l’aritmo-geometria pitagorica, dove l’Uni- da Gianni Vattimo e Giuseppe Ri-
Ma anche la felicità può essere adatta a tà produce gli altri numeri e la linea, la conda agli allievi più lontani, come
scoprire il sorprendente ripetersi della vita superficie, il solido si generano dal punto. Massimo Cacciari, che hanno affian-
umana nell’altro. G.V. Infine, Empedocle ed Eraclito, pitagorici cato l’intervento di due filosofi insi-
secondo Ippolito, sono le fonti degli ere- gni, con i quali Pareyson intrattenne
siarchi, Marcione, Noèto e Callisto. Dei sempre rapporti di amicizia e colla-
sistemi di Empedocle ed Eraclito abbiamo borazione, Hans-Georg Gadamer e
una brevissima descrizione, ma già defor- Xa v i er Ti l l ie tt e.
L’eresia gnostica mata ed adattata al suo scopo: costruire un
legame stretto fra Pitagora, Empedocle ed Valerio Verra ha aperto i lavori della
Nel corso di un ciclo di lezioni su CRI- Eraclito, attribuendo indifferentemente al- giornata di studi su L’estetica di Luigi
STIANESIMO , GNOSTICISMO E FILOSOFIA NEL - l’uno dottrine dell’altro. Secondo Ippoli- Pareyson ricordando la figura del maestro
L’ELENCHOS DI IPPOLITO DI ROMA, tenute to, l’eretico Marcione riprenderebbe an- e soprattutto la fertile riflessione estetica
all’Istituto Italiano per gli Studi Filoso- che troppo palesemente la “teologia” em- da lui inaugurata, che in forme quanto mai
fici dal 16 al 19 novembre, Jaap Man- pedoclea: da una parte Amore, il cui scopo ampie e variegate continua ad occupare
sfeld, dell’Università di Utrecht, ha ri- è l’omogeneo, l’unità; dall’altra Odiom il ancora oggi buona parte della discussione
percorso i principali nodi dottrinali demiurgo cattivo del mondo, che introdu- estetico-filosofica italiana e internaziona-
della prima patristica nella refutazio- cendo la diversità crea gli esseri di questo le. L’estetica di Pareyson è stata affrontata
ne dell’eresia gnostica, dando ampie mondo. Inoltre, Ippolito interpreta la Musa, soprattutto dalla prospettiva della ben nota
informazioni sulle tradizioni del pita- cui Empedocle in un frammento si rivolge “teoria della formatività”, su cui i vari
gorismo, del platonismo, dell’aristo- per attingere la Verità, come la potenza relatori si sono intrattenuti, ma non ha
55
CONVEGNI E SEMINARI
potuto fare a meno di essere messa in gio Givone ha riflettuto sulla connessione ti” e più vicina all’esperienza diretta del-
relazione ai numerosi aspetti del pensiero di arte, mito e religione nel pensiero parey- l’opera d’arte intesa come luogo ontologi-
pareysoniano: dall’ontologia al personali- soniano, sottolineando l’emergenza di un camente denso, come luogo di verità.
smo, dal pensiero tragico all’ermeneutica, pensiero tragico e della differenza. Infine, I brevi interventi di Italo Lana e del diret-
dal primo esistenzialismo all’ultima sua Mario Perniola ha concluso i lavori della tore Dianzani, in rappresentanza dell’Ate-
riflessione su tematiche inerenti al sacro e giornata di studi da lui stesso coordinata, neo torinese, hanno aperto la strada agli
al tragico, condotta essenzialmente sui vari mostrando come anche nella riflessione ospiti Hans-Georg Gadamer, Xavier Til-
numeri dell’ “Annuario di Filosofia”, da filosofica dell’ “ultimo” (per così dire) liette e Massimo Cacciari: tre interventi,
lui mirabilmente creato e diretto. Pareyson, caratterizzata dalla frequente tre culture, tre “stili” di commemorazione
Xavier Tilliette ha esplicitato alcune tra le presenza di problematiche di carattere te- così diversi da risultare complementari, in
numerose aperture tematiche dell’estetica ologico-religioso, si nasconde in realtà una sorta di curiosa armonia prestabilita.
pareysoniana mettendone in evidenza le un’autentica esigenza riflessiva di tipo este- Quello di Hans-Georg Gadamer si è pre-
connessioni con una riflessione sulle cifre tico significativamente con i temi del male, sentato come un omaggio al collega scom-
della trascendenza, mentre Franco Faniz- del mito e del simbolo. parso nella forma della lezione accademi-
za e Maurizio Ferraris hanno sottolinea- Il pomeriggio torinese in ricordo di Luigi ca, e precisamente di una lezione sul tema
to i rapporti spesso conflittuali emergenti Pareyson nasceva da una precisa occasio- “arte e verità”. Un Gadamer poco “gada-
dal confronto tra l’orizzonte estetico idea- ne editoriale: l’uscita da Einaudi degli meriano”, perché la prospettiva dello sto-
listico e crociano e quello pareysoniano. scritti di Pareyson su Dostoevskij, che a ricismo, e dell’ermeneutica come erede
Guido Morpurgo-Tagliabue ha inoltre due anni dalla morte dell’autore appare un dello storicismo, è rimasta decisamente in
interrogato l’estetica di Pareyson muo- po’ come il battesimo extra-accademico di ombra a favore di un’insistita riflessione
vendo da alcune problematiche interne un pensiero rigoroso e schivo, mai sedotto sul tema della presenza: la “presenza in-
alla riflessione poetica aristotelica, mentre dalle sirene dell’attualità e dai richiami temporale” dell’opera d’arte, prima e al di
Francesco Piselli ne ha evidenziato le della pubblicistica alla moda. Stranamen- là della sua vita storica e del suo costituirsi
prolifiche ambiguità. Claudio Vicentini, te, è proprio quel nucleo severo, il lungo e come orizzonte mobile di significato. Quel-
ancora, ha mostrato le grandi possibilità doloroso confronto col problema del male la che è venuta a profilarsi è insomma
dell’estetica pareysoniana letta a partire e la costante apertura “metafisica” (testi- l’idea di un fondo “religioso” e “metafisi-
da una prospettiva di teoria teatrale e Ro- moniate “in compensio” dalla lezione di co” dell’opera d’arte, da intendere in un
berto Salizzoni l’ha suggestivamente congedo accademico del 27 ottobre 1988), senso vicino al kantiano “sapere senza
messa a confronto col pensiero estetico- a richiamare oggi l’attenzione di chi risco- concetto”: nel senso che il bello risponde
filosofico russo. Gianni Carchia si è sof- pre il pensiero di Pareyson a distanza. Ma di se stesso, non ammette canoni oggettivi,
fermato sul rapporto tra estetica ed erme- anche, oltre a questo, la possibilità di in- e assorbe chi ne fruisce in un istante non
neutica in Pareyson alla luce di alcune tendere l’ermeneutica in una forma, se dialettizzabile.
suggestioni provenienti dalla riflessione vogliamo, meno “postmoderna”: ossia Questo sacrificio integrale della dimen-
filosofica francese contemporanea e Ser- meno legata al declino degli orizzonti “for- sione storico-dialogica potrebbe apparire
56
CONVEGNI E SEMINARI
molto strano da parte di Gadamer - quasi manda fondamentale della metafisica: che il non-essere sia tuttavia presente in
una conversione in extremis a un credo «Perché l’essente piuttosto che il nulla». Dio; e si apre qui, osserva Cacciari, il
antiermeneutico - se non nascesse appunto E’ la domanda di Dio nei due sensi del grande agon del pensiero pareysoniano: il
come un omaggio alla memoria di Parey- genitivo (la domanda “su” Dio, ma anche tentativo di mostrare come il male sia
son e come un dialogo a distanza. Un la domanda che Dio, l’ente sommo, pone a realmente sconfitto in Dio pur restando in
dialogo così discreto da non chiamare mai se stesso); ed è insieme la domanda che qualche modo presente, come «traccia sbia-
in causa il suo interlocutore, e tuttavia così denuncia i limiti del linguaggio rappresen- dita», come «impronta», «voce inquietan-
radicale da “sposarne” la prospettiva este- tativo, suggerendo una forma di scrittura te, ma zittita». Tanto più che la possibilità,
tica in una sorta di delicato e affettuoso diversa dalla forma filosofico-metafisica, da parte dell’uomo, di ridestare il male
mimetismo. Il principio gadameriano del- una forma che non pretenda di «raggiun- sembra implicare una revoca della stessa
la Horizontverschemelzung (fusione gere l’inoggettivabile mediante il concet- scelta originaria, e quindi un fallimento
d’orizzonte), messo da parte e quasi rinne- to». Se lo Heidegger della Introduzione effettivo e après coup della libertà divina.
gato nei contenuti teorici del discorso tori- alla metafisica rispondeva a quella do- Conclusione drammatica e aporetica, que-
nese, ha continuato a funzionare come manda ponendo l’ambiguità di un Essere sta, per Cacciari come per Tilliette, dove il
forma trascendentale del discorso stesso in che è «quasi come il nulla», Pareyson linguaggio della filosofia sembra sfociare
un sottile esercizio di ermeneutica in atto o radicalizza la posizione heideggeriana in- irreversibilmente nel tema religioso della
anche, romanticamente, di filosofia a due terrogandosi sull’origine di quella ambi- Redenzione. G.P./F.Cu.
voci. guità. E l’origine dell’ambiguità è la liber-
Con l’intervento di Xavier Tilliette, si è tà, intesa non già come semplice disposi-
assistito a una fitta pagina da journal inti- zione umana, ma come l’essere stesso,
me: un profilo di Luigi Pareyson al tempo come il “nome” dell’essere. Qui “va a
stesso affettuoso, elegante e non privo di fondo”, dice Cacciari, ogni filosofia del Jean Paul: per una estetica
tratti di ironica malizia. A ricordare il fondamento, perché la libertà così intesa della conoscenza
collega scomparso è stato questa volta l’ non fonda, ma è il puro inizio abissale,
“amico francese”, tutto preso dal ricordo l’Ungrund. E questa radicalizzazione del Una precisa ricostruzione del signifi-
della «figura magra e china», dalla «sem- problema heideggeriano è nello stesso tem- cato dell’opera di Jean Paul, figura
bianza grave e meditativa» che la malattia po un “tradimento”, perché la libertà come originale e controversa nel panorama
avrebbe reso col passare degli anni ancora inizio non è pensabile come puro Ereignis, filosofico-letterario della Germania di
più austera. E’ toccato poi allo stesso Til- come l’av-venire dell’essere, ma va pen- fine ‘700, è stato lo scopo del semina-
liette rievocare le tappe salienti della ricer- sata insieme come inizio e come scelta: la rio dal titolo: IL PENSIERO DI JEAN PAUL.
ca e dell’opera pareysoniana: dai giovanili scelta di Dio che, mentre avviene, de-cide, INTRODUZIONE A UNA DOTTRINA ESTETICA
e pioneristici studi sull’esistenzialismo, ossia ritaglia nella possibilità lo spazio del DELLA CONOSCENZA, tenuto da Gerd Held
all’Estetica, a Verità e interpretazione, bene. Se però la scelta del bene è il rifiuto nei giorni 12-16 ottobre 1992 presso la
dove il problema della libertà si coniuga a del negativo come non-essere, occorrerà sede dell’Istituto Italiano per gli Studi
un’ontologia dell’ “inesauribile”, fino alla
“strana bellezza” e allo “splendore nottur-
no” degli ultimi scritti, dove i temi dell’er-
meneutica e della libertà si aprono sul-
l’orizzonte del pensiero tragico. Lo spiri-
tus rector, l’angelo-guida di quest’ultima
fase è naturalmente Schelling, “felice sco-
perta” dell’età matura e crocevia di tutti i
principali temi pareysoniani. Quello stesso
Schelling a cui Pareyson dedicava, da filo-
logo appassionato, l’ “impareggiabile mo-
numento” degli Schellinghiana rariora. E
il baricentro teorico dell’intervento di Til-
liette va cercato proprio in quel “discorso
temerario” di schellinghiana provenienza
che riconosce in Dio non già l’autore del
male, ma comunque il suo “inventore”, nel
senso che la scelta divina implica il male
come sfondo, come ombra o residuo non
attualizzato. per quanto Pareyson rifiutasse
l’accusa di “demonizzare” Dio, di ripro-
porre l’eresia gnostica, marcionita, del dio
malvagio, resterebbe qui secondo Tilliette
qualcosa di irrisolto, una difficoltà estrema
con cui il cammino di Pareyson si chiude,
quasi rassegnandosi, da credente, di fronte
al mistero doloroso del Crocefisso. Divi-
num est pati.
Dagli ultimi scritti di Pareyson - gli scritti
dell’ultimo decennio - ha preso le mosse
anche l’intervento di Massimo Cacciari,
“allievo lontano” per sua stessa definizio-
ne, ma non per questo meno devoto e
impegnato qui in una sorta di appassionato
dialogo a distanza. La domanda dell’ulti-
mo Pareyson è, secondo Cacciari, la do- Jean Paul (disegno di Vogel von Vogelstein)
57
CONVEGNI E SEMINARI
Filosofici di Napoli. scenza del filosofo, che non andava oltre la giamento possibile di fronte ad esso è ago-
prima edizione della Critica della ragion nico: resistere fino in fondo senza soccom-
Etichettato variamente e sospeso tra la teo- pura. Ma pur essendo la sua polemica bere - senza perdere la propria forma uma-
ria stürmeriana del genio e un certo atteg- indirizzata per lo più agli imitatori kantia- na... La Grecia antica non rifiuta come
giamento romantico, Johann Paul Frie- ni, non si può non sottolineare secondo scandalo la sofferenza; il suo ethos è una
drich Richter, meglio noto con lo pseudo- Held il diverso modo di concepire l’unità sfida al dolore stesso, attraverso cui viene
nimo di Jean Paul, è una figura insolita che in Jean Paul ha le stesse proprietà di un selezionato il più forte, colui che vivendo
all’interno della letteratura tedesca, poco frammento ed è pertanto provvisoria, limi- fa esperienza personale della bellezza e
nota in Italia e superficialmente indagata in tata e parziale. della crudeltà nella forma del doversi do-
Germania. Elaborò lungo tutto l’arco della Il filosofare estetico di Jean Paul, la riabi- minare. L’uomo greco è natura consapevo-
sua opera una lingua originale, bizzarra e litazione della metafora e della sua capaci- le di sé: nella coscienza della lotta contro il
pullulante di allegorie tratte dal pensiero tà di ridurre le immagini in concetti e dolore egli testimonia così, col contegno e
comune come dall’arte. Dare una defini- viceversa, unito all’appello alla forza com- finanche col grido, che chi soffre è vivo,
zione della sua opera, ha osservato Gerd binatoria del Witz, arguzia, non possono benché aggredito dalla “malattia”.
Held, risulta un’impresa vana: gli elementi non riconoscersi attuali. In tal senso, ha La visione giudaico-cristiana entra nell’Oc-
di cui si compone il suo articolato linguag- concluso Held, non è rischioso accostare cidente come rifiuto originario del dolore,
gio sono disclocati e insituabili e non han- Jean Paul a Wittgenstein, anche lui pensa- eskanton di un mondo senza sofferenza e
no senso né valore se non in una assoluta tore per immagini, e ai surrealisti, autori in senza morte, il cui avvento - sulla terra o nei
atipicità. Di Jean Paul è proprio lo sforzo, cui la perdita del centro, e la conseguente cieli - appare garantito dall’esperienza che
comune anche a Novalis, Schiller e Li- predilezione per la molteplicità prospetti- il popolo ebraico ha fatto di un dio di
chtenberg, di superare la soglia tra lettera- ca dell’ellisse, è segno tangibile di una speranza, allontanamento e amore. Jahvé è
tura e poesia. Certo è azzardato definirlo realtà plastica. L.R. il Dio che mette l’uomo alla prova; attra-
anche filosofo: Jean Paul non ha scritto né verso il Suo intervento e il dono della
creato un sistema di pensiero; tuttavia al- Legge il popolo ebraico ha un destino, e
l’interno della sua produzione esistono in- una storia che conduce alla salvezza.
teressanti frammenti filosofici. L’ebreo comunica con un Dio che, se da
Uno degli aspetti più innovativi ed imme- Ermeneutica del dolore una parte gli promette salvezza, dall’altra
diati della sua opera è, secondo Held, il si fa incomprensibile e lontano nella sua
permanente dissidio tra l’io e il mondo, tra Nella sede dell’Istituto Italiano per gli giustizia (libro di Giobbe): la fede ebraica
la fede e la pura verità scientifica. D’altro Studi Filosofici, dal 19 al 23 ottobre vacilla di fronte alla sofferenza innocente.
canto nella Clavis Fichtiana seu Leibgebe- 1992, Salvatore Natoli ha tenuto un Nella Bibbia l’insopportabilità del dolore
riana l’equazione problematica dell’io-non seminario dal titolo: FORME DI VITA E proibisce la rassegnazione di fronte ad esso,
io viene parodiata; il carattere autocritico è STILI DI PENSIERO. INDAGINI DI GENEALOGIA e postula una vita oltremondana che costi-
molto interessante ed è simile ad un’auto- DELLA MORALE. In esso è stato affronta- tuisca il compimento (la redenzione) del
liberazione dalla febbre dell’io. La Clavis, to il “fenomeno” del dolore a partire giusto al di là della sua assurda, incompren-
nel cui titolo c’è una chiara allusione alla dall’interrogazione originaria sul suo sibile sofferenza terrena.
chiave, simbolo per inoltrarsi nei meandri “senso” e all’interno dei principali Prima il Cristo e poi la religione cristiana,
del sistema di Fichte, è al tempo stesso una modelli di significazione che l’Occi- ha osservato Natoli, prendono su di sé il
critica filosofica del linguaggio e del pensie- dente ha elaborato nel corso della bisogno di salvezza - di cancellazione del
ro. Qui Jean Paul, attraverso il Leibgeber, sua storia e che costituiscono l’in- dolore - dell’ebraismo. L’elemento domi-
cioè datore di corpo, figura che compare quietante scenario che ospita e com- nante dell’esperienza ebraico-cristiana del
anche nel Titan, supera il concetto ideali- plica le nostre personali “esperien- dolore è la presenza di un “Tu”-Dio; se
stico del soggetto nel divenire infinito del- ze” de l dol or e . questo Tu scompare, se la sofferenza rima-
l’io puro. Jean Paul, ha notato Held, vuole ne senza Dio, senza la sua giustizia o addi-
scagliarsi soprattutto contro il primo Fi- Salvatore Natoli ha rinvenuto due scene, rittura in virtù della sua necrosi (il Dio
chte, quello della Dottrina della scienza, e due tradizioni che hanno “detto” e “vissu- morto di Nietzsche), il mondo appare infer-
la morte del Leibgeber rappresenta una to” il dolore in Occidente: quella greca e nale, privo sia di bellezza che di felicità.
liberazione dalla separazione interna del quella ebraico-cristiana. La flessione mista Natoli ha poi delineato lo scenario com-
non-io e la realizzazione dell’Uno-Tutto. delle due tradizioni nella vicenda della plesso della modernità, mostrando l’intrec-
Tra il tono serio e quello satirico, ha osser- modernità lascia intatta la loro differenza cio che l’Occidente, come luogo dell’ethos,
vato Held, la Clavis dimostra, secondo come origini storiche di esperienze pecu- costituisce rispetto ai due modelli. Cartesio
l’intento del suo autore, che si può scher- liari, di “stili di vita” individuali e colletti- e Hobbes ne sono gli emblemi; infatti nel
zare e filosofare contemporaneamente; vi, cui il pensiero ha dato “forma”. Seicento ci si avvia ad un progressivo di-
l’umorista non è soltanto un’alternativa al Il greco parte dalla visione della natura stacco da Dio, da quel “senso” del mondo
filosofo idealista, ma è parte di lui. E’ un come mescolanza di generazione e corru- compreso a partire da Lui; la Chiesa si
espediente per difendersi dalla filosofia zione, di felicità e crudeltà: la perenne - trasforma, da comunità in attesa della sal-
contro la filosofia; è il trionfo della meta- ciclica - trasformazione della physis costi- vezza e del giudizio divino, in una istituzio-
fora e dell’allegoria in quanto forme aper- tuisce lo sfondo su cui si alternano nei ne mondana che non custodisce più la
te, plasmabili a piacere e non conchiuse e viventi piacere e dolore, in un rapporto di verità assoluta e unica del dogma. L’esi-
unilaterali come una dottrina filosofica. esaltazione reciproca. Ciò impedisce che genza di assolutezza del fondamento tra-
Anche l’umorismo di Jean Paul si concreta l’uomo si ponga come esistente per-sé, passa nel soggetto, e la politica è il
nelle subitanee oscillazioni polari tra la slegato da ciclo; tuttavia, il tragico lo in- terreno su cui si misura l’azione, col
Phantasiebildenkraft e il realismo magi- chioda al dolore della sua individuazione, criterio della felicità e dell’uguaglianza:
co: di qui l’appello sempre più frequente a alla lotta eroica contro la propria singola la Rivoluzione francese delinea due vie
quella “metafisica dell’occhio” che è la morte che la natura prescrive. L’individua- possibili, quella razional-utopistica del
sola a poter produrre legami multilineari lità tragica, prima di Parmenide e di Plato- giacobinismo, e quella storico-rivolu-
tra oggetti-oggetto e soggetti-soggetto. La ne, è l’ebbrezza di uno stato contradditorio zionaria del marxismo, che l’umanità
critica che egli muove a Kant, invece, non e lacerante. Il greco non può immaginare percorre nella sua terrena perfettibilità...
può essere propriamente definita tale; più un mondo senza dolore: il dolore, non aven- Liquidata la trascendenza come “morte”
che una critica, ha affermato Held, è un do ragione, non ha origine. L’unico atteg- di Dio, scienza e tecnica moderne lascia-
richiamo dovuto alla sua sommaria cono- no intravedere la possibilità estrema di
58 abolire il dolore: il mondo è reso più
CALENDARIO
59
CALENDARIO CALENDARIO
OPINIONI A CONFRONTO
Nella “scheda”: I luoghi della una non meglio precisata prima
di logica, linguaggio e informa- filosofia. L’Università di Gine- fase.
zione si terrà all’università di Lisbo- vra (“Informazione Filosofica”,
na, dal 16 al 27 Agosto 1993. La n. 7, pagg. 15-16), di Leonardo Teodosio Orlando
scuola è organizzata sotto l’auspicio Distaso, viene presentato un quadro del Ho avuto modo di studiare con Kevin Mul-
del FOLLI (European Foundation for Dipartimento di Filosofia dell’Università ligan durante la mia specializzazione al-
Logic, Language and Information). ginevrina, che pur essendo veridico nelle l’Università di Ginevra. Non solo. Ho avuto
Supporti finanziari alla scuola giun- sue linee generali, pecca di varie unilatera-
gono da più parti, compresa la Com- modo di apprezzare Kevin Mulligan, oltre
lità e di giudizi un po’ corrivi e “tenden-
missione della Comunità Europea at- ziosi”. che per la qualità del lavoro, anche per il suo
traverso il progetto Erasmus, i Natio- In particolare, il quadro che viene traccia- humor e la sua gentilezza, che rendevano
nal Research Councils e alcune indu- to dell’attività filosofica di Kevin Mulli- interessanti ed al contempo simpatici gli
strie sponsors. Il principale obbietti- incontri quasi quotidiani. Ho immediata-
gan rischia di appiattirlo su posizioni, per
vo del programma è la realizzazione
così dire, “vetero-analitiche”, combinate mente riconosciuto stimolante la sua linea di
di un collegamento fra linguistica,
logica e computazione che interessi con una presunta forma rinnovata di mate- ricerca anche se, devo dire, non sempre
la modellizzazione di abilità umane rialismo illuministico che, a detta dell’au- trovavo convincenti le conclusioni cui arri-
linguistiche e cognitive. Il corso que- tore dell’articolo, darebbe adito a “esiti vava seguendo linee di pensiero evidente-
st’anno coprirà una varietà di argo- riduzionistici”: ora, è vero che nell’attivi- mente diverse dalle mie. Bontà mia, non mi
menti attraverso sei aree di interesse: tà filosofica e storiografica di Mulligan permetto di discutere questo punto, non pre-
Logica, Computazione, Linguaggio, viene valorizzata quella tendenza al “filo-
sofare esatto”, le cui radici sono rintrac- tendo di dare distesa spiegazione a questioni
Logica e Computazione, Computa-
zione e linguaggio, Linguaggio e ciabili nella filosofia austro-tedesca tra che vanno sì sotto il campo della rigorosa
Logica. ‘800 e ‘900 e che ha poi innervato sia il argomentazione, ma molto ricadono volen-
Le iscrizioni sono aperte dai primi di neopositivismo del Wiener Kreis, sia le tieri nel dominio della persuasione! Dico
Marzo. pratiche filosofiche consuete nelle scuole questo perché penso che una doverosa quan-
● Informazioni: FOLLI Office, analitiche anglosassoni. Ma nel resoconto to serena replica alle obiezioni portatemi dal
Plantage Muidergracht 24, 1018 TV di Distaso sembra quasi che si attribuisca mio amico fiorentino necessiti di un rendi-
Amsterdam, The Netherlands a Mulligan tutta l’eredità negativa di tale conto non solo di contenuti argomentativi
tradizione - sintetizzabile in una pretesa filosofici - contenuti che andrebbero discus-
avversione ad ogni metafisica che non sia
Dal 22 al 28 agosto si terrà a Mosca il quella connessa ad una visione scientifica si lungo l’arco intero di una carriera filosofi-
XIX. Congresso Mondiale di Filoso- del mondo, che l’autore dell’articolo bolla ca e non nelle poche righe di una pagina- ma
fia, il cui tema sarà: Mankind at a anche di quell’insieme di insegnamenti mi-
sprezzantemente come “scientista”. Ma qui
turning point: philosophical pers- nimali che l’agiografia quotidiana consente
pectives. Direttore del comitato or-
occorre piuttosto intendersi sul significato
ganizzatore sarà il peruviano F. Miro dei termini: mi domando se la “metafisica di cogliere, discernere, ritenere. In altre pa-
Quesada, affiancato anche da F. Jac- descrittiva” di Strawson, o le varie forme role, io, con Kevin Mulligan, durante l’anno
ques (Francia), W. Kluxen (Germa- di “ontologia formale”, non siano anch’es- accademico in cui sono stato a Ginevra, ho
nia), K. Satchidanomda Murti (In- se forme di “metafisica” con piena cittadi- avuto molti colloqui che mi sono serviti a
dia), T. Ntumba (Zaire), E. Sosa nanza nella costellazione analitica e se ad chiarire i contenuti delle sue lezioni, di alcu-
(USA), I. T. Frolow (GUS), V. A. esse possa disinvoltamente assegnarsi l’eti- ni suoi scritti, di molte sue posizioni filoso-
Lektorsky (GUS), M. K. Mamar- chetta di “scientiste”. Ne uscirebbe fuori,
dashvili (GUS), N. V. Motroshilova pertanto, una figura di filosofo analitico fiche. E non nascondo - perché dovrei, non
(GUS) e V. S. Stiopin (GUS). In irriducibilmente chiuso ad ogni apporto sono un “tendenzioso malizioso o velato”,
sezioni plenarie, simposi, dibattiti e proveniente da filosofie “altre” e pronto piuttosto un “tendenzioso perché di un’altra
34 sezioni speciali verrà trattato l’in- alla polemica contro ogni tendenza non tendenza” - che spesso non ero d’accordo
tero ambito della filosofia. assimilabile, dall’ermeneutica al decostru- con quanto sosteneva il mio anglosassone
● Informazioni: International Orga- zionismo, in nome di una concezione “for- interlocutore.
nizing Secretariat, studia ega, viale te” della verità. Si tratta di una immagine La questione potrebbe anche chiudersi qui, in
Tiziano 19, I-00196 Roma. caricaturale e deformante, che non rende un certo senso; ma posso altresì, in altro
affatto giustizia né alla filosofia analitica, senso, chiarire ulteriormente alcune tesi non
né al filosofo in questione e non intende per persuasione, ma per doverosa considera-
L’Istituto Banfi ha organizzato per il
che la ricerca di argomentazioni rigorose e zione di ogni mio contraddicente.
4-5-6- novembre 1993 un Convegno
dal titolo: Banfi tra le due guerre: formalmente corrette è il miglior servizio 1. Che Mulligan sia materialista non sono io
modernità e crisi. Il programma, che si possa rendere all’antagonista filoso- che lo penso ma lui direttamente; di quale tipo
per ora provvisorio, è il seguente: 4 fico, affinché anche lui si senta stimolato a di materialismo si tratti certo lui ne avrà
novembre, Fulvio Papi: “La terza im- chiarire il proprio pensiero, traducendolo un’idea: sta poi ai critici capire e valutare
magine di Banfi”; Guido Davide Neri: in un “linguaggio” eterogeneo rispetto a l’intera questione (che lascio senz’altro fare,
“Il tema della crisi”; Luisa Bonesio: quello usualmente adottato. Infine, mi sem- meglio di quanto possa fare io).
“Le figure dominanti di Nietzsche e bra generico o addirittura poco sensato 2. Non bollo sprezzantemente Mulligan di
Klanges”; Mauro Mocchi: “Banfi e ritenere che Mulligan riduca la volontà scientismo: dico che è scientista. Con questo
Husserl negli anni Venti”; 5 novem- alla nozione di “io volitivo” e questo (sono non penso che “essere scientista” equivalga
bre, Paolo Rossi: “La scienza nella parole dell’autore) sulla scorta di filosofie ad essere portatore di qualche malattia! “Scien-
filosofia banfiana”; Gabriele Scara- «del primo Brentano, del primo Husserl, tismo” è un preciso e legittimo concetto,
muzza: “Arte e avanguardia”; Lucio del primo Wittgenstein e del primo Car- come “illuminismo”, “umanismo”, “radicali-
Perucchi: “Il rapporto con Simmel”; nap»: non capisco da dove Distaso abbia smo”, “razzismo” ed “erotismo”. Stop.
Amedeo Vigorelli: “L’interpretazio- desunto tale stravagante tesi che, al di là 3. (Qui debbo dar ragione al mio amico fio-
ne di Kierkegaard e dei teologi prote- della figura retorica costituita dall’itera-
stanti”; Jean Petitot: “Il rapporto con
rentino: bisogna intendersi sui significati dei
zione anaforica della parola “primo”, non termini, al di là dell’adesione o meno al loro
il razionalismo francese”; Livio Si- ha alcun fondamento testuale. Sia l’ap- portato).
chirollo: “Il comunismo di Banfi”;
proccio di Mulligan che, più in generale, 4. So bene che Mulligan persegue un dialogo
Luisa Bertolini: “Il rapporto con i
neokantiani tedeschi”; Roberto Dio- della filosofia analitica al problema della tra tendenze filosofiche diverse tra loro: è suo
dato: “Banfi e la filosofia cattolica”; volontà non è riducibile a ciò che pensa l’impegno al confronto tra quella che viene
Lorenzo Magnani: Banfi e Poincaré”. Distaso e, in ogni caso, il pensiero degli chiamata “filosofia anglo-americana” e “filo-
● Informazioni: Istituto Banfi, via autori citati, e in particolar modo quello di sofia continentale”; so anche che Mulligan,
Pasteur 11, 42100 Reggio Emilia, tel. Brentano e di Wittgestein, viene da Mulli- per essere anglosassone, è anche molto con-
0522/554360. gan o da altri filosofi analitici (pensiamo tinentale e questo va tutto a favore della
ad esempio a Bernard Williams) conside- completezza della ricerca.
rato nella sua globalità e non soltanto in 5. Sono del tutto d’accordo con l’obiezione
60
OPINIONI A CONFRONTO CALENDARIO
che sarebbe ora di finirla con la banale con-
trapposizione tra una filosofia analitica, por-
tatrice di cio che è “forte”, “vero”, “stabile”,
“significativo”, e una svolazzante filosofia
estetico-ermeneutica che vaneggia immagini
metaforiche di miti e leggende insensate,
insegue poeti per i boschi, si strugge tra il
tragico e il niente, interpreta e non sa cosa
dice. Sono d’accordo: sarebbe ora di finirla.
Ma non l’ho mica inventata io la filosofia
analitica! E non capisco perché non si possa,
finalmente e di nuovo, parlare di filosofia tout
court: che bisogno c’è di aggettivarla? Per
quel poco che ne ho capito, insisto nell’essere
idealmente sintonizzato con tutto lo sforzo
fatto dal “secondo Wittgenstein” per sman-
tellare l’impianto metafisico della filosofia
(analitica anglosassone).
6. Questo mi dà agio di poter rispondere
anche alla questione del “primo” o “secondo”
pensiero di qualcuno. A volte dovremmo
essere un po’ più concilianti con gli storiogra-
fi e gli storici: se ci capiamo meglio dicendo
brevemente che dallo Husserl delle Ricerche
a quello delle Idee, o che tra lo Heidegger di
Essere e tempo e quello di Cosa significa
pensare? ci sono delle differenze, che c’è di
male? D’obbligo è la riflessione su quelle
differenze, che non possono e non devono
ridursi ad abituali tratti convenzionali che
interrompono il dovere di capire. Ma se siamo
d’accordo su questo allora diventa innocente
la semplificazione storiografica: semplifica-
zione problematica, dunque.
7. Ciò mi consente anche di spiegare meglio la
posizione di Mulligan sull’io volitivo. Non ho
detto che la nozione di “io volitivo” Mulligan
la deduce dal “primo” Brentano, dal “primo”
Husserl, dal “primo” Wittgenstein e dal “pri-
mo” Carnap. Piuttosto è esatto dire che Mulli-
gan ritiene corretta la tesi filosofica che la
nozione di “io” abbia senso solo in quanto
quest’io è un “io volitivo”, sganciato dalla
designazione. E’ questa la tesi che Mulligan
ritiene e mette a confronto con le filosofie del
Brentano della Psicologia dal punto di vista
empirico, dello Husserl delle Ricerche logiche,
del Wittgenstein del Tractatus, del Carnap
della Costruzione e della Sintassi. Ma, ripeto,
la nozione di “io volitivo” Mulligan non la
deduce da questi autori, poiché si appoggia per
questo su alcune tesi di B. O’Shaugnessy,
capitalizzate nel monumentale libro The Will.
Dove io abbia desunto la tesi stravagante che
Mulligan “flirta” con i pensieri giovanili dei
filosofi in questione è presto detto. L’ho de-
sunto dalle sue considerazioni fatte durante le
lezioni, in cui egli stesso confessava tali stra-
vaganze: «l’unico Husserl è quello delle Ri-
cerche»; oppure: «il “primo” Brentano è quello
che vale, poi egli si perde strada facendo»;
ancora: «l’unica cosa che valga la pena di
leggere di Wittgenstein - e neanche tanto - è
il Tractatus», tant’è vero che a Ginevra circo-
lava la battuta che, stando a Mulligan, per fare
una buona filosofia si sarebbe dovuto fare un
patto con Mefistofele per non invecchiare.
Anche di Kant, del quale Mulligan si professa
fiero oppositore, l’unico testo che avesse di-
gnità di lettura è la Prima Critica. Quando gli
ho ricordato che Kant aveva anche scritto
altre due Critiche (in particolare una Critica
del Giudizio che compie il percorso critico
lasciato solo interrotto nella Prima), rispon-
deva che non rientravano nei suoi interessi
(evidentemente legati ad una concezione trop-
po marburghese del criticismo kantiano). Per
non parlare di Heidegger (che Mulligan vede
come il fumo agli occhi), del quale si è degna-
to, con tutta evidenza, di commentare solo
alcune parti di Essere e tempo (quelle sull’an- 61
DIDATTICA
DIDATTICA
61
DIDATTICA
parole chiave) sui principali indirizzi, scuole Sentinello. Al centro del dibattito il tema congiunzione paritetica (come sottolinea
e tradizioni (riconducibili, per es., alle voci del rapporto tra uso del manuale e lettura lo stesso titolo dell’opera) dell’elemento
“ermeneutica”, “falsificazionismo”, “strut- dei testi, discusso anche in relazione al storico e di quello antologico.
turalismo”), che sono ormai consolidate nesso, non solo didattico ma squisitamente Ciascun capitolo presenta così una divisio-
nell’odierno dibattito teorico. Una sezione teorico, tra testualità e storia del pensiero. ne in due parti. La prima consiste in un’espo-
dal titolo «Problemi e discussioni» è poi Il 15 aprile dell’anno in corso si è tenuta, sizione storica esauriente, mai semplice-
dedicata ad un ampio ventaglio di nodi presso il Dipartimento di Scienze Filosofi- mente nozionistica, attenta ad inserire gli
della ricerca contemporanea, relativi sia a che dell’Università di Bari, una presenta- autori nel più ampio contesto in cui sono
questioni interne allo sviluppo del pensiero zione pubblica del Testo filosofico, cui nate le loro filosofie, a valorizzare dunque
filosofico, che al rapporto tra riflessione hanno partecipato, oltre a Franco Gallo e i riferimenti al quadro storico-politico, alle
filosofica e scienze naturali e umane. Cia- Amedeo Vigorelli, Davide Bigalli e Fran- forme istituzionali di produzione e di tra-
scuna unità mette a confronto testi rappre- cesco Fistetti. Presentando l’opera ad un smissione del sapere, al rapporto tra la
sentativi di diversi autori. Fra i titoli: “Che pubblico prevalentemente di insegnanti filosofia e gli altri ambiti culturali. Gli
cos’è il linguaggio”, “Le macchine posso- della scuola secondaria, Francesco Fistet- autori cosiddetti “minori” non sono mai
no pensare?”, “Quando una teoria scienti- ti ha sottolineato come essa venga incontro citati in modo puramente elencativo, ma
fica è vera?”. Un dizionario bio-bibliogra- al crescente “bisogno di filosofia”, succes- inseriti nei capitoli su interi periodi o indi-
fico sui principali filosofi contemporanei sivo al fallimento delle ipotesi di assorbi- rizzi filosofici ed esaminati nella misura in
completa questa sezione. mento dell’insegnamento secondario della cui lo consente lo sviluppo di un discorso
L’apparizione del terzo volume del Testo filosofia in quello delle scienze umane. concettualmente organico.
filosofico è stata anche occasione per alcu- Proprio l’attuale crisi di identità delle scien- La seconda parte di ciascun capitolo è
ni incontri non solo di presentazione del- ze umane, e la conseguente esigenza di articolata attraverso un percorso testuale,
l’opera da parte degli autori a un pubblico autoriflessione circa il loro statuto e i loro costruito intorno ai fulcri tematici più rile-
di insegnanti, ma anche di confronto e di metodi, rende tale “bisogno di filosofia” vanti. La parte antologica è corredata inol-
bilancio sul senso dell’insegnare filosofia più stringente. Fistetti ha poi particolar- tre da un ricco apparato esplicativo: cia-
oggi. mente apprezzato la scelta degli autori di scun brano infatti è preceduto da una pre-
Da incontri svoltisi presso i licei di diverse restituire al “testo” la sua indispensabile sentazione relativa alla sua collocazione
città, fra cui Vicenza (Liceo Classico “Za- centralità nell’apprendimento della filoso- nell’opera da cui è tratto oppure all’inqua-
nella”), Caserta (Liceo Scientifico “A. fia e ha osservato come tale opera (una vera dramento di quest’ultima nella produzione
Diaz”), Milano (Liceo Scientifico “Allen- e propria “enciclopedia filosofica”), nella complessiva dell’autore; talora la presen-
de”) è uscito un orientamento dei docenti ricchezza della proposta didattica e nel tazione verte sulle connessioni del tema
complessivamente favorevole all’architet- rigore filologico dell’approfondimento, con altri aspetti del pensiero del filosofo
tura del manuale, sia per l’ampiezza che esalti la funzione “mediatrice” del docente. trattato ovvero tende alla ricostruzione del-
per l’articolazione degli apparati predispo- Fistetti ha sottolineato inoltre come il Testo la storia del problema. Ogni testo è poi
sti per agevolare la lettura dei testi (note, filosofico si presti ad essere utilizzato an- accompagnato da numerose note esplicati-
schede di lettura, dizionario). Si è ricono- che nelle Università per la preparazione ve a pie’ di pagina.
sciuto come tale impianto favorisca una della parte istituzionale dell’esame di sto- Le due parti si presentano organicamen-
didattica che intende superare la lezione ria della filosofia e si rivolga ad una utenza te collegate mediante frequenti richia-
frontale e stimolare negli studenti partico- qualificata e non limitata solo alla scuola mi. Sottolineano gli autori, nella loro
lari attività di ricerca, sorrette dall’aiuto secondaria. Prefazione, come questa connessione fra
competente dell’insegnante. Non sono Davide Bigalli è partito dalla constatazio- le due parti abbia altresì la funzione di
mancate alcune critiche relative a specifi- ne di una difficoltà ad individuare con evitare il pericolo, cui è soggetto ogni
che carenze (per es. la mancanza di un’ade- sicurezza l’oggetto “storia della filosofia” manuale, di «stendere una patina di uni-
guato approfondimento della logica sim- di fronte alla pluralizzazione delle pratiche formità su tutti gli autori e periodi stori-
bolica, l’assenza di testi di tipo storiografi- scientifiche e filosofiche. Egli ha ritenuto ci»: in questo senso, «la scelta antologi-
co, una certa complessità nell’introdurre in questa prospettiva felice la scelta degli ca, cedendo direttamente la parola agli
taluni argomenti), ma, significativamente, autori del Testo filosofico di identificare la autori stessi su punti cruciali delle loro
tali critiche non hanno quasi mai investito pratica filosofica, nelle diverse epoche del- costruzioni filosofiche, mira anche a
l’aspetto della “ponderosità” dell’opera. E’ la storia, con una pratica testuale, non sem- documentare la diversità delle forme let-
emersa invece (come dagli incontri svoltisi pre ristretta agli ambiti scolasticamente terarie, dei modi di scrivere e di argo-
il 4 marzo presso la Facoltà di Magistero di tradizionali della storia della filosofia, e da mentare, impiegati nel corso della storia
Bologna e il 19 marzo presso la Facoltà di rivisitare con finezza di approccio filologi- della filosofia».
Lettere a Cagliari) la richiesta agli autori, co ed ermeneutico. Corso di filosofia è il titolo di una nuova
da parte di insegnanti, di indicare percorsi Gli interventi degli insegnanti presenti han- proposta di manuale, realizzata da Giorgio
didattici attraverso i quali poter selezionare no in generale sottolineato la positività di Mancini, Stefano Marzocchi, Giambat-
i materiali, collegando fra loro le unità o una proposta didattica che, affidando al tista Picinali e coordinata da Salvatore
parti di esse. docente un essenziale e qualificato ruolo di Veca. Il Corso di filosofia si articola in un
Il Testo filosofico è stato anche presentato mediazione culturale, sembra finalmente unico volume, Storia, di carattere storico-
all’Università di Padova, nell’ambito di farlo uscire da quella posizione di “minori- introduttivo alle idee e agli snodi della
una tavola rotonda tenutasi il 19 novembre tà” intellettuale cui una pratica burocratica ricerca filosofica, e in tre volumi, Materia-
dello scorso anno, cui hanno partecipato, della scuola lo ha sempre più relegato. li, che contengono materiale antologico,
oltre a Giorgio Luppi, Enrico Berti, Ser- La proposta di Giuseppe Cambiano e di selezionato intorno ad alcune grandi que-
gio Moravia, Ugo Perone, sul tema: “Nuo- Massimo Mori che presentano con la loro stioni ricorrenti del dibattito filosofico. Il
vi impegni e nuove tendenze nei manuali Storia e antologia della filosofia, è quella manuale di Storia, rivolto in particolare
per l’insegnamento della filosofia nella di un approccio allo studio della filosofia, all’approfondimento di una serie di pensa-
scuola secondaria superiore”. Questo di- dove l’inevitabile uso del manuale si co- tori, considerati fondamentali dagli autori,
battito veniva proposto nell’ambito di un niughi con una intensa frequentazione dei anche alla luce dei progetti didattici di
Corso di perfezionamento dell’Istituto di testi degli autori. Tale obbiettivo non è però riforma più recenti, segue il percorso stori-
Storia della Filosofia, rivolto alla forma- conseguito dagli autori mediante la sempli- co della filosofia occidentale dalle origini
zione metodologica e didattica degli inse- ce aggiunta di una appendice antologica fino al pensiero contemporaneo. Da una
gnanti di filosofia e diretto da Giovanni all’esposizione storica, ma attraverso la civiltà ancora dominata dal mito, in cui
62
DIDATTICA
l’uomo cerca di rispondere all’interrogati- scuna epoca di autorappresentarsi, o me- rica e non ancorata nelle strettoie del “tra-
vo circa l’origine delle cose e del mondo, si glio, di fare da sé il proprio ritratto. Il scendentalismo logico”. Questo sarebbe
passa ad una civiltà rivolta alla ricerca secondo approccio, analitico, ritiene al con- appunto il rimedio contro quel grande di-
“insonne” del “conosci te stesso” mediante trario indispensabile concentrarsi sui pro- fetto della cultura che considera la filosofia
l’uso del dialogo. La filosofia come “amo- blemi, indipendentemente dai contesti sto- esclusivamente scientia scientiarum; il
re per il sapere” recupera il nesso tra verità rici; di qui una filosofia che si muove pensiero umano vive della tensione tra l’am-
e linguaggio ormai dissolto dalla sofistica; unicamente per interrogativi, ai quali cerca bizione alla verità - nel tentativo di cogliere
un nesso che, come viene illustrato chiara- di dare una risposta. Due paradigmi, questi, in un sistema tutto il reale - e la storicità
mente nel manuale attraverso le principali che risultano distinti, secondo Veca, ma che, invece, ridimensiona queste pretese.
tappe storiche, rappresenta una delle que- non indipendenti l’uno dall’altro; infatti, L’uomo, infatti, si realizza sempre e ogni
stioni centrali nel dibattito filosofico del essi interagiscono in vista di un unico fine: volta in maniera originale, nell’immedia-
Novecento sul senso dell’essere. Così, alla “l’insegnamento della filosofia”. Insegna- tezza dell’esperienza vissuta. La tempora-
fine del lungo cammino, simbolicamente mento che, ben altro dall’essere una “dieta lità della vita di ogni essere, come essere
tracciato nel manuale, si apre l’illimitato monotona”, si esemplifica nella forma di storico, rappresenta la caratteristica princi-
orizzonte ermeneutico di una filosofia che «conversazione umana nella catena delle pale dell’uomo. Di qui la sua costitutiva
ritrova nel linguaggio una delle parole chia- problematiche del tempo storico», in cui storicità in quanto essere parlante, perché
ve di questa fine secolo. ogni persona convive con una varietà es- solo il movimento dialogico del discorso
Come specifica Veca nella presentazione senziale di fini e di ragioni, spesso conflit- della filosofia, ha osservato Tessitore, può
dell’opera, la parte storica è stata realizzata tuali, attraverso le quali articola il rapporto abbandonare la ricerca dell’essere, per po-
non sulla base del «criterio della esaustività con se stessa e con il mondo. La precisazio- tersi concentrare su quella del senso della
e della completezza dell’informazione su ne è fondamentale, perché caratterizza uno vita che, sulle orme di Humboldt, trova nel
singole scuole, tradizioni ed autori», bensì spazio politico specifico, quello dell’orga- linguaggio il fondamento e l’esito della
di una selezione ragionata, in modo da nizzazione della polis. Apprendere filoso- propria riflessione. (R.I. per il resoconto
consentire un uso effettivo del volume (uni- fia significa dunque, per Veca, intrapren- della presentazione a Napoli del Corso di
co per tutto il triennio, e dunque utilizzabile dere un viaggio verso nuove mete, nuovi filosofia)
anche secondo criteri diversi da quelli di orizzonti, che ravvivando sempre più il
una rigida compartimentazione dei pro- desiderio incessante del conoscere, contri-
grammi). buisce in modo originale ad espandere «il
Fedele alla forma dialogica con cui è impo- cerchio della solidarietà umana». In tal
stato questo Corso di filosofia, il volume senso, l’insegnamento della filosofia abili- Convegni
sulla Storia è affiancato da tre volumi di ta a partecipare, ad essere in compagnia
Materiali, che permettono all’insegnante dell’altro: rinnovamento e tradizione si pre- Organizzato dall’ARIFS ( Associazio-
di organizzare le lezioni in libertà, suffra- sentano, metaforicamente, come due “squa- ne per la Ricerca e l’Insegnamento
gando la propria esposizione con il riman- dre” di una stessa partita, la cui sola intera- di Filosofia e Storia) si è tenuto a
do alle grandi questioni come verità ed zione porta alla vittoria. Brescia dal 19 al 21 Marzo il XVII
etica, bellezza e storia politica e tempo, L’intervento di Giuseppe Galasso ha inte- Convegno nazionale per l’aggiorna-
immagine del mondo, vita e morte, lin- so segnare un goal a favore dell’insegna- mento degli insegnanti sul tema: LA
guaggio, che ricorrono nel tempo all’inter- mento storico (e non storicistico) della filo- FILOSOFIA ITALIANA TRA UMANESIMO E RI -
no delle problematiche filosofiche. sofia, che a suo avviso rappresenta l’unica NASCIMENTO , con il coordinamento
I tre volumi che costituiscono i Materia- forma in grado di conferire rigore e direzio- scientifico di Claudio Cesa e con la
li non vogliono fornire una semplice ne a un pensiero che procede ripercorrendo partecipazione di noti studiosi quali
silloge di testi. I testi filosofici, avverte il sapere filosofico del passato e confidan- Cesare Vasoli, Gianfranco Fioravan-
Veca, sono introdotti invece come «una do nell’attività creativa ed individuale del- ti, Alfonso Ingegno, Paola Zambelli,
sequenza di risposte a un ristretto nucleo la mente umana. Riferendosi al pensiero di Germana Ernst, Michele Ciliberto,
di grandi domande, a quella manciata di Gadamer, e in particolare alla sua filosofia Davide Bigalli, Paolo Galluzzi.
problemi ricorrenti (questioni di verità e ermeneutica come espressione dell’aprirsi
di etica, di bellezza e di storia, di politica dell’uomo al mondo, Galasso legge il nes- L’obiettivo fondamentale del convegno
e di tempo, di immagine del mondo, di so individuo-società in termini dialettici. è stato quello di rivisitare le tradizionali
vita e di morte), in cui da un lato sembra Da qui la necessità non solo di diffondere la categorie interpretative dell’Umanesimo
consistere quella che è stata chiamata la filosofia all’interno del suo stesso mondo, e del Rinascimento alla luce dello speci-
“conversazione umana” nel tempo e a ma di considerarla come sapere privilegia- fico ruolo giocato in quella fase storica
cui, dall’altro, sembrano poter essere to di fronte al progressivo vuoto ideologico dal pensiero filosofico italiano. Nella
personalmente interessati i giovani che che affligge il mondo contemporaneo. Ap- sua introduzione, Cesare Vasoli ha esor-
si avvicinano allo studio della storia del- prendere filosofia significa dunque non dito ricollegandosi al giudizio espresso
le idee e delle teorie filosofiche». solo acquisire specifiche abilità relative da Delio Cantimori alcuni decenni fa
In occasione della presentazione del Corso alla conoscenza del pensiero e allo stile circa lo scarso valore scientifico delle
di filosofia presso la sede dell’Istituto Ita- speculativo dei filosofi, ma vivere insieme tradizionali etichettature della cultura
liano per gli Studi Filosofici di Napoli, si è con gli altri. dei secoli XV e XVI elaborate in base a
tenuta una tavola rotonda, cui hanno parte- L’importante ruolo svolto dalla filosofia discutibili criteri storico-ideologici, a
cipato Giuseppe Galasso, Fulvio Tessito- nel sollecitare la riflessione, e non nel tra- partire dai notissimi studi sul Rinasci-
re e Salvatore Veca. smettere passivamente nozioni in sé com- mento di Burkhardt. Dopo aver ricostru-
L’incontro si è aperto con l’intervento di piute, ha rappresentato il centro dell’inter- ito la genesi e l’evoluzione delle diffe-
Salvatore Veca, che ha richiamato i due vento conclusivo di Fulvio Tessitore. Allo renti interpretazioni di questo concetto,
approcci oggi prevalenti in tema di inse- scopo di proporre un punto di equilibrio Vasoli ha insistito sulla complessità di
gnamento della filosofia. Il primo, storici- nella dimensione storica, in cui sia possibi- quella stagione culturale e sull’avvio di
stico, considera unica via di accesso al le cogliere la poliedricità profonda che profonde trasformazioni che essa deter-
sapere filosofico l’apprendimento della sua affiora nei sistemi filosofici, ogni volta minò in ogni campo. In questa prospetti-
storia, riscontrandola sui testi antologici; diversi, Tessitore predilige una filosofia va, la filosofia italiana dell’epoca, ha
da questo punto di vista, la filosofia si che sia «trascendenza senza metafisica», osservato Vasoli, assunse in modo non
presenta come la serie dei tentativi di cia- una trascendenza basata sulla ricerca empi- subalterno, ma critico il rapporto con la
63
DIDATTICA
cultura classica, intrecciando tradizioni natura di costruzione artificiale atta a fenomeni culturali che lo hanno caratte-
diverse nella prospettiva di un radicale dominare le passioni e a regolamentare i rizzato. Un secondo aspetto ha messo in
rinnovamento del pensiero. rapporti collettivi. In sintesi, Bigalli ha rilievo la varietà degli apporti che si
Gli interventi successivi hanno appro- proposto un approccio al pensiero di intrecciano nella ricerca e nel dibattito
fondito in modo convergente la varietà e Machiavelli non in quanto visione antro- filosofico: non c’è solo platonismo, ma
la complessità di questo quadro di insie- pomorfica del potere identificato nella anche la continuazione e , in qualche
me. Gianfranco Fioravanti ha analiz- persona del Principe ma come fenome- caso, la rivitaliz zazio ne de l-
zato con molta attenzione sia la forza nologia del potere. l’aristotelismo.Anche lo spiritualismo di
teorica e istituzionale della filosofia del- Michele Ciliberto ha messo in rilievo le ascendenza platonica non deve essere
le Università, eredi e mediatrici della ragioni della attuale renaissance del pen- letto come una pura e semplice riaffer-
tradizione aristotelica, dotata di una po- siero di Bruno e del suo spessore pretta- mazione del Cristianesimo, ma come il
derosa macchina dialettica e di un siste- mente filosofico. Centrale è il suo con- tentativo di affrontare una situazione di
ma di sapere complessivo capace di ab- cetto di vita-materia infinita che toglie crescente lacerazione tra religione isti-
bracciare tutte le scienze. L’impatto del- all’uomo qualsiasi primato ontologico e tuzionalizzata e suggestioni spirituali di
la nuova cultura umanistica, che nacque lo colloca in una situazione di ineluttabi- antica origine e tradizione.
al di fuori e contro quella tradizione, fu le finitezza, quale accidente finito tra In tutte le relazioni si è sottolineata la
tale da incidere sulla fortificata cittadel- innumerevoli accidenti finiti entro un grande varietà di spunti della filosofia
la degli studi universitari, determinando universo infinito. Al sapiente tocca il rinascimentale ed insieme la fortissima
nel secolo XVI un rinnovamento interno compito di comunicare alle masse le spinta innovativa. Giunto a piena matu-
dello stesso aristotelismo, a cui si po- mutazioni “vicissitudinali” della realtà razione, il Rinascimento ha messo in
trebbe non senza ragione attribuire la umana e fisica, in aperta e frontale oppo- luce anticipazioni e precorrimenti del
definizione di “aristotelismo umanisti- sizione alle tenebre con le quali - a giu- pensiero moderno, ed in questo la filoso-
co”. dizio di Bruno -la religione cristiana fia italiana del tempo ha ricoperto un
Sulla filosofia umanistica è intervenuto ottenebra le menti degli uomini. Analo- ruolo fondamentale. Per dirla con We-
Alfonso Ingegno, che ha messo in rilie- ga missione profetica permea il pensiero ber, il moderno cominciava a prendere
vo la crisi della scolastica ad opera dei di Tommaso Campanella, di cui Germa- corpo come il mondo del politeismo ed
filosofi più rappresentativi della nuova na Aisler ha messo in rilievo la ricchez- in questo senso il Rinascimento aveva
cultura. L’interesse filologico portò Valla za, la complessità e - anche - le ambigui- già iniziato ad indirizzare le sue ricer-
ed Erasmo ad una rilettura su basi morali tà. Nonostante limiti e contraddizioni che.
e non metafisiche delle Sacre Scritture. evidenti, filtra nel suo pensiero una co- Alla fine del convegno, Giancarlo Con-
Anche Marsilio Ficino tentò una apolo- stante apertura per le novità in campo ti, presidente dell’ARIFS, ha presentato
gia della religione cristiana attraverso il filosofico e scientifico, come attesta il il programma del prossimo convegno di
suo inserimento in una tradizione mille- suo assiduo confronto con le posizioni di filosofia che riguarderà Platone e avrà
naria, precedente lo stesso Platone, di Machiavelli da un lato e di Galileo dal- come sede il Centro dei Congressi di
tipo spiritualistico, che egli definì come l’altro. Il suo riferimento alla religione - Firenze (Piazza Adua) nei giorni 19 e 20
una sorta di philosophia perennis. Non ambiguamente intesa ora come pura re- novembre 1993. Gli interventi saranno i
dissimile fu l’intenzione di Pico della ligione naturale, ora identificata con il seguenti: venerdì 19 Novembre, ore 9.00,
Mirandola di ricercare alle radici delle Cristianesimo - si tinge di utopia, in Francesco Adorno: “Socrate e Plato-
differenti tradizioni filosofiche un’uni- quanto egli la immagina come cardine di ne”; Giuseppe Cambiano: “Platone, i
ca verità attraverso una operazione di un nuovo ordine sociale armonioso e sofisti e la letteratura socratico-platoni-
sincretismo teorico atto a ricomporre su felice in un momento storico tragico e ca”; Carlo Augusto Viano: “Idee e mito
un unico piano convergente linee di pen- contrassegnato dalla oppressione e dalla in Platone”; Mario Vegetti: “Platone e
siero assai distanti tra loro. In questo violenza. la scienza ”; Marg her ita Isna rdi
contesto, ha notato Paola Zambelli, va Paolo Galluzzi nel suo intervento ha Parente:”Oralità dialettica e politica”.
inserito nella sua originalità e specificità fatto il punto sulle differenti interpreta- Sabato 20 novembre, ore 9.00, Bruno
la figura di Pietro Pomponazzi. Anche in zioni del metodo di Galileo, prendendo Gentili: “Poesia e mito in Platone”; Luc
Pomponazzi c’è una attenzione filologi- le distanze sia da coloro che ne enfatiz- Brisson: “Recenti orientamenti della sto-
ca per i testi della tradizione filosofica, a zano - come fa nei suoi recenti studi il riografia platonica”; Bruno Centrone:
partire dai quali egli sviluppò audaci tesi canadese S. Drake - il momento pratico- “L’immagine di Platone nei manuali sco-
naturalistiche - non solo la negazione sperimentale, sia da coloro che sottoli- lastici”. Sabato 20 novembre, ore 15:
della immortalità dell’anima, ma anche neano i suoi legami con l’aristotelismo. tavola rotonda conclusiva, coordinata da
l’idea della “magia come arte fattiva” e Al contrario, Galluzzi ha riaffermato con Carlo Augusto Viano.
delle forze naturali come le autentiche forza la validità dell’interpretazione di Termine delle iscrizioni: 30 settembre
forze che muovono le sfere celesti -, Koyré, tesa a evidenziare il primato del- 1993. Inviare richiesta di iscrizione, uni-
teorie affidate a manoscritti non pubbli- la elaborazione teorica in Galilei rispet- tamente alla ricevuta di £.75.000 sul c/c
cati ma di circolazione clandestina, per to alla evidenza osservativa, carattere posta le n. 128 082 59 intestato a :
timore della censura ecclesiastica, che che conferisce grande arditezza alla sua A.R.I.F.S. - casella postale 103 - 25100
furono di riferimento per la posteriore avventura intellettuale. Prendendo in Brescia (Causale del versamento: “per
tradizione libertina del sec. XVII. esame le leggi del movimento fisico, quota associativa”). Per ulteriori infor-
Un altro terreno fondamentale di inno- emerge con chiarezza la sostanziale no- mazioni: tel/fax 030.3757341, dalle 15
vazione teorica fu quello della riflessio- vità della rete concettuale di Galileo ri- alle 16, esclusi festivi, prefestivi. F.S.
ne politica, come ha evidenziato Davide spetto a quella tradizionale.
Bigalli nella sua relazione sul pensiero E’ toccato a Cesare Vasoli il compito di
politico del 1500. La grande novità di tirare le fila dei differenti contributi nel-
Machiavelli, ha fatto notare Bigalli, con- la sintesi conclusiva e di evidenziarne
siste nella sua concezione dello Stato, una serie di interessanti convergenze in-
non più definito sulla base della dottrina terpretative. In primo luogo, è emersa la
tradizionale delle differenti forme istitu- necessità di una revisione delle tradizio-
zionali - aristocrazia, monarchia, demo- nali interpretazioni del Rinascimento,
crazia -, ma sul presupposto della sua inadeguate rispetto alla complessità dei
64
RASSEGNA RIVISTE
RASSEGNA RIVISTE
65
RASSEGNA RIVISTE
mo e l’Accademia scettica. révolutions” nel pensiero di Condorcet, di Rethinking the christian philosophy deba-
G. Piazza: una lettura di Esquisse d’un te: an old puzzle and some new points of
tableau historique des progrès de l’esprit orientation , di T. D’Andrea: esame dei
IL CANNOCCHIALE humain di Condorcet, a partire dall’inter- principali interventi nel dibattito sulla “fi-
n. 2, maggio-agosto 1992 pretazione di G. G. Granger (La mathéma- losofia cristiana”.
EDS, Napoli tique sociale du marquis de Condorcet,
PUF, Paris, 1953). Descubrimiento de América: derecho na-
Teoresi del fondamento (II), di P. Miccoli. tural y pensamiento utopico, di M. Fazio:
La crisi euripidea del mito e il post-moder- sul dibattito e sui problemi teorici sollevati
La verità e l’annuncio. Il significato reli- no, di G. M. Cordero: se la Sofistica mette dalla scoperta dell’America: la dignità
gioso del pensiero di Heidegger, di G. in luce la contraddizione che esiste a livello umana degli indigeni, la giustificazione
Sadun Bordoni: la presenza di un tema etico tra normatività e desiderio, volere e delle guerre di conquista, la nascita del
religioso sullo sfondo del pensiero heideg- comportamento ispirato alla norme del- pensiero politico utopistico.
geriano emerge significativamente attra- l’ethos, Euripide, il tragediografo che più
verso il problema della verità. In un’ottica da vicino si ispira al pensiero sofistico, Perché una filosofia politica? Elementi
di questo tipo troverebbero soluzione an- appare certamente inattuale rispetto all’am- storici per una risposta, di M. Rhonhei-
che tutte le difficoltà interpretative relative biente in cui vive, in quanto avverte lo iato mer.
alla “svolta”. tra disposizione razionale e volontà, realiz-
zando una sorta di fallimento del razionali- L’umanesimo del lavoro nel Beato Jose-
La geometria caotica della mente. Com- smo che aporeticamente può essere propo- mariaà Escrivà: Riflessioni filosofiche, di
plessità e creatività del sistema cerebrale, sto al pensatore post-moderno. J. J. Sanguineti.
di F. Ianneo: un approccio interdisciplinare
che, partendo dalle più recenti acquisizioni L’etica del discorso e i suoi nemici, di F. L’antropologia tomista e il body-mind pro-
della neurofisiologia, coglie la complessità Giani: recensione della raccolta di saggi blem (alla ricerca di un contributo man-
strutturale di una personalità mentale. dal titolo: Etiche in dialogo, curata da M. T. cante), di L. Borghi: la relazione mente-
Vasconcelos e M. Calloni (Marietti, Geno- corpo nell’antropologia tomista.
“Il nome della rosa” e la semiotica di Eco, va, 1990), da cui emerge la rilevanza e
di J. Kèlemen. l’attualità intellettuale della filosofia prati- Unidad del conocimiento y fundamenta-
ca, introdotta da due interventi program- cion de la metafisica en la Critica de la
matici di Apel ed Habermas. razon pura, di P. Giralt.
Eticità e modernità. Sul filo della riflessio- La mimesi e la metafora nella poetica di
FENOMENOLOGIA E SOCIETA’ ne weberiana, di G. Balistreri: l’articolo Aristotele, di A. Malo.
Vol. XV, n. 2, 1992 propone una riflessione sulle conclusioni
Edizioni Piemme, Alessandria di Weber sul significato etico della Moder- Ethical theology and its dissolution in Kant,
nità; se da un lato il mondo moderno si di A. Ramos.
Introduzione a “cultura e comunicazio- configura come una rottura dell’unitarietà
ne”, di K. Eder: attraverso una rapidissima della vita e come una parcellizzazione del-
disamina della “svolta culturalistica” che è l’anima che non è più in grado di confor-
stata operata all’interno della sociologia, il marsi ad un cosmo ordinato, oggettivo ed
breve articolo rileva il nesso tra cultura e unitario di valori, dall’altro proprio questa FILOSOFIA
discorso, consentendo di inquadrare me- situazione rende possibile per il soggetto Vol. XLIII, n. 3, settembre-dicembre 1992
glio il ruolo della cultura all’interno delle una scelta soggettiva, ma responsabile, delle Mursia, Milano
varie condizioni sociali. proprie decisioni, scelta che si pone come
vero e proprio destino a cui il soggetto L’attualismo di Gentile e la morte dell’ar-
Il paradosso della “cultura”. Oltre una liberamente si vota. te, di V. Mathieu.
teoria della cultura come fattore consen-
suale, di K. Eder: contrariamente a quanto La forma e il limite, di G. Gallino: l’espe-
sostiene la teoria tradizionale della socio- rienza del Bildungsroman inaugurato da
logia, tanto di Weber, quanto di Parsons, Goethe e l’idea di una normatività dell’iro-
secondo cui la cultura è un fattore che lega ACTA PHILOSOPHICA nia come limite per la forza dirompente
la società, viene dimostrato come in realtà Vol. I, n. 2, 1992 della soggettività romantica.
la cultura sia un elemento di dissociazione. Armando editore, Roma
L’inno della perla: una risposta al proble-
Le teorie contemporanee della giusti- Edmund Husserl ed Edith Stein. La que- ma gnostico, di S. Nosari: all’interno della
zia: vicolo cieco o necessità?, di P. Van stione del metodo fenomenologico, di A. prospettiva gnostica di una ricerca della
Parijs: versione in parte modificata del- Ales Bello: la ricostruzione della forma- coscienza come processo di perfeziona-
l’ultimo capitolo di un opera, Che cos’è zione fenomenologica e della ricezione mento del proprio stato ontologico e libera-
una società giusta?, che l’autore sta ap- della dottrina di Husserl da parte di Edi- zione dalla schiavitu mondana, l’articolo
prontando per la casa editrice Seuil di th Stein. esamina L’inno della perla, versione poe-
Parigi, l’articolo analizza le teorie con- tica del mito soteriologico gnostico.
temporanee della giustizia, sottolinean- Per una metafisica problematica e dia-
do al tempo stesso quali aporie compor- lettica, di E. Berti: il problema della La posizione storiografica del pensiero di
tano le soluzioni proposte. metafisica in rapporto ai recenti inter- Carlo Mazzantini, di A. Rizza.
venti di Habermas, con il suo attuale
Aristotele e i rapporti di dominio, di F. attacco al ritorno metafisico di origine L’”Antibancor” e la filosofia del danaro,
Ingravalle: breve nota sull’XI Symposium gadameriana, e alle posizioni di W. Pan- di M. Pinottini: presentazione del volume
aristotelicum del 25/8-3/9 1987. nenberg, che pone la necessità di un dell’autore: L’Antibancor (Padova, Ed. di
rinnovamento della metafisica.
Senso tragico della storia ed “Heureuses
66
RASSEGNA RIVISTE
Ar, settembre 1992). dell’eterno nella successione; creando il tico” di Gadamer, dalla “teleologia ogget-
tempo l’anima crea il mondo sensibile e il tivistica” di Spaemann e di Jonas e dal
movimento. “rinnovamento della metafisica” di Henri-
RIVISTA DI FILOSOFIA ch. Nello stesso tempo, proprio dal fronte
NEOSCOLASTICA Teologia cosmica e metacosmica nella fi- antimetafisico di stampo heideggeriano
Vol. LXXXIV, n. 2-3, aprile-settembre losofia greca e nello gnosticismo di A. P. emerge la necessità di un “rinnovamento
1992 Bos: se lo gnosticismo ellenistico è pervaso della metafisica”, quale viene proposto da
Vita e Pensiero, Milano. dal desiderio di conoscere l’Origine e il un teologo della speranza come Pannen-
Fondamento dell’uomo e di tutte le cose, b e r g .
L’interpretazione di Platone della scuola appare evidente come il fondamento della
di Tubinga e della scuola di Milano, di H. comprensione piena del fenomeno della Il concetto di metafisica, di P. Faggiotto:
Krämer: l’ autore interviene a proposito Gnosi sia il richiamo alla tradizione della l’articolo tenta di formulare una definizio-
della decima edizione dell’opera di Gio- filosofia greca. ne di metafisica legato alla struttura del-
vanni Reale, Per una nuova interpretazio- l’esperienza umana.
ne di Platone: rilettura della metafisica dei La funzione e la portata della critica alle
grandi dialoghi alla luce delle dottrine non idee nel Parmenide di Platone, di M. Pezzo- Interpretazione esistenziale della metafisi-
scritte (Vita e Pensiero, 1986). lato. ca, di G. Penzo.
Precisazioni metodologiche sulle implican- I metaxù nella Repubblica: loro significato L’inevitabilità della metafisica del post-
ze e sulle dimensioni storiche del nuovo e loro funzione, di C. Marcellino. moderno, di A. Poppi.
paradigma ermeneutico nell’interpretazio-
ne di Platone, di G. Reale: critica di alcuni La struttura del mondo soprasensibile nel- Sull’ingresso della metafisica, di V. Pos-
pregiudizi di natura teoreticistica, storica, la filosofia di Giamblico, di G. Cocco: la senti: la conoscenza dell’essere e l’espe-
ideologica circa il nuovo paradigma inter- moltiplicazione delle ipostasi soprasensi- rienza del Sé in M. Heidegger.
pretativo di Platone offerto dalla Scuola di bili, caratteristica peculiare del neoplatoni-
Tubinga e, in Italia, da quella di Reale. smo di Giamblico, rappresenta il tentativo Metafisica: pensiero forte o pensiero de-
di rifondare ontologicamente e concettual- bole?, di U. Regina: l’uso del termine me-
Una nuova edizione italiana di Platone, di mente il politeismo pagano; più che sulla tafisica in Heidegger.
A. Bausola: presentazione dell’edizione filosofia, la metafisica di Giamblico appa-
dell’opera di Platone a cura di G. Reale: re perciò fondata su problematiche reli- Una via d’accesso alla metafisica: l’ulte-
Tutti gli Scritti (Rusconi, Milano, 1991). giose. riorità come dialettica, di A. Rigobello:
l’articolo ritrova uno spazio per la metafi-
Inmportanza storica e teoretica del pensie- Gli influssi del platonismo sul neostoici- sica in un pensiero che sia ulteriore rispetto
ro neoplatonico nel pensare l’Uno di Wer- smo senecano di M. Natali: benché la for- al dominio analitico dei vari settori del-
ner Beierwaltes, di M. L. Gatti. mazione di Seneca sia decisamente stoica, l’esperienza, propri della riflessione con-
nel suo pensiero sono presenti spunti spiri- temporanea.
Plotino e Ficino: autorelazione del pensie- tualistici di origine platonica, che incrina-
ro, di W. Beierwaltes: Ficino rappresenta no, sul piano storico-filosofico, il trionfan- Critica del neoparmenidismo e semantiz-
senz’altro uno degli interpreti più signifi- te materialismo, preparando la successiva zazione dell’essere di C. Vigna: un con-
cativi del pensiero plotiniano, sia per la sua ripresa della tradizione spiritualista. fronto con il pensiero di E. Severino.
acutezza interpretativa, che per la sua pro-
fonda conoscenza della lingua greca che gli Originalità filosofica dei Pensieri di Mar- Tomismo e democrazia, di J. F. Nothomb:
permise di entrare in sintonia con il grande co Aurelio, di L. Crovi. il senso della democrazia in Maritain.
pensatore tardo-antico. In particolare, la
questione relativa all’autorelazione del John Niemeyer Findlay, un platonico fra i Appunti per un profilo storico-filosofico
pensiero, sia rispetto al pensiero divino e neopositivisti: ritratto biografico, di M. del pensiero di Hegel, di M. Roncoroni.
assoluto, sia rispetto a quello umano e Marchetto.
finito, viene sviluppata da Ficino in rappor- L’educazione alla verità: il valore del “sen-
to a Plotino e alla luce della mediazione so comune” in Vico e in Pareyson, di F.
agostiniana. Russo.
L’interpretazione di Plotino della teoria PER LA FILOSOFIA Il filosofo scienziato Ludovico Geymonat,
platonica dell’anima, di T. A. Szlezak: Anno IX, n. 26, settembre-dicembre 1992 di D. Coviello.
all’interno dei concetti della tradizione pla- Massimo, Milano
tonica l’articolo sviluppa l’analisi della te-
oria dell’anima plotiniana. Tema della rivista: “Le vie della metafisi-
ca”.
Interpretazione e critica di Plotino della CON-TRATTO
concezione del tempo dei suoi predecesso- Per una metafisica problematica e dialetti- Anno I, n. 1, dicembre 1992
ri, di A. Trotta: in Enneade III, 7 Plotino ca, di E. Berti: nel nostro secolo le dichia- Il Poligrafo, Padova
elabora il proprio concetto di tempo come razioni di “morte” della metafisica di tipo
vita dell’anima in rapporto al mondo attra- nietzcheano e heideggeriano hanno avuto La parte tomista della rivista è dedicata al
verso una lunga preparazione, che passa una valida alternativa nelle proposte di una tema: “Nichilismo e Gnosi”; la parte con-
anche da un’analisi delle dottrine post- razionalità dialogica ed argomentativa of- temporanea è dedicata al tema: “Ermeneu-
platoniche del tempo, allo scopo di sotto- ferte dalla seconda generazione della Scuola tiche leopardiane”.
lineare la relazione problematica tra tempo di Francoforte, in particolare da Haber-
e movimento e mettere in luce il primato mas ed Apel. L’articolo discute perciò la Le radici del pensiero debole: nihilismo e
ontologico della successione temporale nei recente presa di posizione di Habermas fondamenti della matematica, di G. Basti e
confronti del movimento stesso. L’essere contro il “ritorno alla metafisica” rap- A. Perrone.
del tempo è fondato per Plotino nell’anima presentato dal “neoaristotelismo ermeneu-
del mondo come atto che svolge l’unità Nichilismo. Genesi filosofica e rifles-
67
RASSEGNA RIVISTE
si sulla cultura contemporanea, di E. fisica e della conoscenza. determinata azione compiuta da chi spiega
Corradi: l’articolo si sviluppa attorno e rivolta a chi ascolta, entrambi “attori
a tre nodi tematici: il rapporto tra nichi- Trotsky e le orchidee selvatiche, di R. Ror- sociali”. Le due funzioni della spiegazione,
lismo e carattere complesso del nostro ty: un articolo autobiografico sulla genesi quella “normativa” e quella di “identifica-
tempo; la genesi filosofica del nichili- delle proprie idee. zione”, hanno in comune il fatto di produr-
smo e i suoi principali sviluppi; i riflessi re (o riprodurre) una forma di organizza-
del nichilismo sulla mentalità post-mo- Il presente respira attraverso la storia, di zione dell’ordine sociale.
derna. M. Cruz.
Tracce della differenza ontologica: Kant,
Dominio dell’istante, dominio della morte Narrazione e futuro. A proposito di Temps Hegel, Heidegger, di F. Cassinari: il saggio
alla ricerca di uno schema gnostico, di E. et Récit e dell’unità della storia, di G. Mari. sostiene un’analogia di struttura e di motivi
Samek Lodovici: la concezione gnostica nell’atteggiamento ermeneutico di Heideg-
del tempo e dell’istante appare connessa al Il soggetto come identità e l’identità del ger nei confronti di Kant ed Hegel. Attra-
pensiero rivoluzionario marxista; per i soggetto di S. Moravia. verso l’esame dei testi di questi filosofi in
compagni e per la società del rivoluziona- rapporto alla lettura datane da Heidegger,
rio, dominio della morte significa un nuo- Narrazione e “fragilità”. Su alcune varia- l’autore chiarisce come sia possibile trova-
vo modo di pensare l’istante, cioè di perce- zioni in Paul Ricoeur, di P. A. Rovatti. re decisive chiavi di accesso per la com-
pire il tempo. prensione del pensiero heideggeriano nella
Narrazione e tradizione, di C. Sini: la serie sua originalità, nonché per cogliere in esso
Gnosi antica e “sapientia” tomista. Ele- dei cinque interventi è dedicata alla figura alcune aporie, soprattutto quella relativa
menti per un confronto speculativo, di A. di Paul Ricoeur ed al tema “narrazione, alla nozione di “superamento” della meta-
Porcarelli. tempo, soggetto”. fisica.
Scrittura e poesia. Conversazioni con Ed- Elogio di Epimeteo. di U. Curi. Heidegger a Zollikon, di C. La Rocca.
mond Jabès, a cura di E. Manfredotti.
Soggetto (l’io e l’altro), di S. Givone. Lettura sintomale ed ermeneutica psicoa-
Cammino di un lettore. Conversazione con nalitica, a cura di I. Domanin: resoconto
Cesare Galimberti di A. Folin. Individuo. persona, diritti: quale base ra- del convegno su Louis Althusser, tenutosi
zionale per l’etica?, di E. Lecaldano: i due a Milano presso l’Università degli Studi (5-
Leopardi platonicus?, di M. Cacciari. ultimi articoli affrontano il tema della di- 6 Febbraio 1992).
mensione della soggettività sulla scorta dei
Indifferenza e natura. Una presenza gno- risultati emersi in un seminario organizza-
stica in Giacomo Leopardi, di R. Panatto- to da IRIDE.
ni: l’accostamento, comunque problemati-
co, tra Leopardi e la gnosi antica viene qui Variazioni barocche, di F. Jarauta: sulla REVUE PHILOSOPHIQUE DE LOUVAIN
proposto attraverso il riferimento alla li- base della trattazione di Benjanin, il breve Vol. 90, novembre 1992
bertà umana in rapporto alla natura. intervento sottolinea l’importanza del ba- Editions de l’institut supérieur de philo-
rocco nella genesi della modernità. sophie
“Quasi una finta imago”, di A. Folin: la
meditazione leopardiana sul concetto di Reale relativismo, di E. LePore: il realismo Tema della rivista: “Metafisica e ontolo-
immagine. di Putnam. gia”.
Il segno e il velo della differenza. Sull’Indi- A proposito di de Finetti, di M. G. Sandrini. Le concept de philosophie première dans
ce dello Zibaldone, di A. Calzolari e M. R. la Métaphysique d’Aristote, di J. Follon:
Torlasco. Lecaldano e la legge di Hume, di M. Vaca- una lettura ontoteologica della filosofia
tello: recensione di E. Lecaldano: Hume e prima di Aristotele, quale scienza delle
Notturno, di A. Prete: il tema del notturno la nascita dell’etica contemporanea (La- cause prime e perciò delle sostanze divine;
nei Canti leopardiani. terza, Bari, 1991). secondo l’interpretazione tradizionale essa
è perciò eziologia e teologia, ma anche
Etimologie della Ginestra, di G. Scalia. ontologia, dato che le cause prime si riferi-
scono all’essere.
68
RASSEGNA RIVISTE
l’autore sostiene che, al di là di pochi casi l’animale. aspetti del pensiero di Husserl, con partico-
limite, il rapporto tra Essere ed Uno sia lare attenzione al concetto di noema.
regolato dalla complementarietà. René Descartes et Pierre Charron, di M.
Adam: l’articolo analizza in che senso il Conceptions of freedom: Hegel, Sartre and
Une nouvelle approche de la philosophie pensiero di Charron (1541-1603), accanto confucianism, di Y. Chen.
d’Ernst Cassirer, di S. Loft: recensione di a quello di Montaigne, possa essere consi-
J. M. Krois: Cassirer: symbolic forms and derato una fonte di quello cartesiano. Sartre conception of freedom, di W. L. Mc
history (Yale University Press, New Ha- Bride.
ven, London 1991).
LES ETUDES PHILOSOPHIQUES Innocence, guilt and totalitarianism, di M.
Coup d’oeil sur la philosophie italienne ottobre-dicembre 1992 L. Pfeiffer: una breve riflessione su Huma-
contemporaine: le “trascendentalismo del- PUF, Paris nisme et Terreur (1947) di M. Merleau-
la prassi” et la philosophie critique de M. Ponty.
Dal Pra, di L. Rizzerio. Tema della rivista: “Poesia e filosofia nel-
l’idealismo tedesco”. Heidegger and the fundamental ontology
of language, di R. Raj Singh.
Sensibilité et dualisme dans les Lettres sue
l’éducation esthétique de l’homme, di M. The world of language: Merleau-Ponty
REVUE PHILOSOPHIQUE Castillo: il superamento del dualismo kan- and Mead, di P. L. Bourgeois e S. B.
DE LA FRANCE ET DE L’ETRANGER tiano tra ragione e sensibilità è ottenuto da Rosenthal: il pensiero di Merleau-Ponty e
n. 4, ottobre-dicembre 1992 Schiller attraverso la scoperta della dimen- Mead affonda le proprie radici in una con-
PUF, Paris sione estetica che apre anche una curvatura cezione olistica, che rifiuta un approccio
politica nella sua riflessione. semplicemente riduzionista alla questione
Tema della rivista: “Cartesio e la tradizione del linguaggio.
umanista”. Poésie, philosophie et science chez Frie-
drich von Hardenberg (Novalis), di D. Communication in the context of cultural
L’image de l’homme chez Descartes et Lancerau. diversity, di C. O. Schrag: la questione del
chez le cardinal de Bérulle, di J. L. Vieil- rapporto tra comunicazione e comunità a
lard-Baron: la differenza tra la posizione di Enthousiasme et ironie. La dialectique ar- partire da Ragione ed Esistenza di Jaspers.
Cartesio e quella di Bérulle sulla concezio- tistique selon K. W. F. Solger, di J. Colette:
ne dell’uomo appare emblematica di un le considerazioni sull’arte e sull’artista di Allegory and maxim: power and faith, pas-
cambiamento avvenuto nella cultura e nel- Solger nel dialogo Erwin (1815) e nelle sions and virtues. Queen Christina of Swe-
la mentalità nel corso di quegli anni. Se per Lezioni d’estetica (1829). den, a citizen of the world: from Stockholm
Bérulle l’uomo, pur rivestendo un ruolo to Paris to baroque Rome, di M. Kroneg-
centrale nell’universo, come per Cartesio, Hölderlin: fragment d’une esthétique spé- ger.
si colloca all’interno di una visione rinasci- culative, di J. L. Vieillard-Baron: la sintesi
mentale della cosmologia, per Cartesio esso tra l’atto del poetare e quello del filosofare Is philosophy as a rigorous science still
partecipa del meccanicismo dell’universo. vengono esaminati a partire dalla Dichter- topical today?, di A. Ales Bello.
Anche per quanto riguarda l’analisi della beruf (1801) e dalle esplicazioni teoriche
volontà umana e delle passioni la visione di redatte ai tempi dell’Empedocle (1798-
Bérulle è in un certo senso antiumanista, 1800).
perché si riconnette alla tradizione agosti-
niana, mentre per Cartesio il libero arbitrio Poésie et mysticisme dans la dernière phi- JOURNAL OF THE HISTORY
è la più nobile delle funzioni umane. losophie de Schelling, di M. C. Challiol. OF PHILOSOPHY
Vol. XXX, n. 4, ottobre 1992
Descartes philosophe et écrivain, di J. La- Empédocle et Zarathustra: sept versions Washington University, St. Louis
fond: l’articolo ricostruisce con precisione de la morte libre, di M. Kerkhoff.
l’interesse mostrato da Cartesio nei con- Plotinus’ account of participation in En-
fronti del dibattito coevo relativo al ruolo e nead VI 4-5, di S. K. Strange: un aspetto
alle forme della letteratura. non sufficientemente analizzato dalla criti-
ca plotiniana, eppure di grande importan-
Doute pratique et doute spéculatif chez PHENOMENOLOGICAL INQUIRY zaper una corretta e completa comprensio-
Montaigne et Descartes, di G. Rodis-Lewis. Vol. XVI, ottobre 1992 ne della metafisica plotiniana, è il proble-
The World Institute ma della partecipazione del sensibile alle
L’homme et le langage chez Montaigne et of Advanced Phenomenological Research idee, questione al centro anche del com-
Descartes, di F. de Buzon: il rapporto che and Learning mento di Proclo al Parmenide platonico. Si
lega Cartesio a Montaigne è piuttosto com- Belmont tratta di un’analisi .
plesso: più che accettare completamente o
completamente rigettare alcuni aspetti del- A phenomenological interpretation of John Mathematical construction, symbolic co-
la filosofia di Montaigne, Cartesio utilizza Locke’s distinction between sensible and gnition and the infinite intellect: reflec-
alcuni suoi argomenti, ad esempio scettici, intellegible ideas, di Y. Tomida: l’interpre- tions on Maimon and Maimonides, di D. R.
in una direzione opposta allo scetticismo. tazione della teoria lockeane delle idee alla Lachterman.
L’unica tematica in cui Cartesio evoca espli- luce della teoria husserliane del significa-
citamente Montaigne è la questione del to. Leibniz’s adamic language of thought di
linguaggio e della differenza tra l’uomo e M. Losonsky: prendendo spunto dalla di-
Husserl and his analytic interpreters: some versità di posizione tra Locke e Leibniz sul
revealing questions, di R. Cobb-Stevens: problema del linguaggio, l’articolo vuole
scopo dell’articolo è cogliere il senso ed ricostruire ed evidenziare l’importanza
esaminare criticamente le recenti interpre- dell’adesione di Leibniz alle linee di fondo
tazioni date dalla scuola analitica ad alcuni della teoria adamica del linguaggio; attra-
69
RASSEGNA RIVISTE
verso un breve excursus sulla storia di frammento scoperto nel 1913 e la cui reda-
questa posizione, l’articolo mostra come zione é stata generalmente attribuita a He- Borges y la filosofia del tiempo, di M.
essa non si proponga soltanto come teoria gel, l’articolo prende in considerazione i Schultz.
del linguaggio, ma anche come teoria del più recenti interventi critici attorno al fram-
pensiero mento, con particolare attenzione allo stu- Cinco curisidades desde la novela gotica,
dio di F. P. Hansen “Das älteste System- di J. Seoane.
Hume on the duties of humanity, di R. programm des deutschen Idealismus”.
Shaver: il dibattito tra doveri della giustizia Receptions Geschichte und Interpretation De la filosofia a la literatura: el caso de
e doveri dell’umanità nel XVIII sec. (Berlin, New York 1989). Richard Rorty, di C. Thiebaut: il neoprag-
matismo di Rorty occupa un posto centrale
Fichte, Lask and Lukács’s hegelian marxi- all’interno delle discussioni relative al rap-
sm, di T. Rockmore: nella formazione di ARCHIV FÜR GESCHICHTE DER porto tra filosofia analitica e tradizione
Lukács l’approdo al marxismo non avvie- PHILOSOPHIE continentale. Attraverso questa sintesi egli
ne soltanto sulla base dei presupposti hege- n. 3, 1992 realizza un legame forte tra filosofia e
liani, ma risulta fondamentale anche la Walter de Gruyter, Berlin, New York letteratura.
meditazione sulla filosofia classica tede-
sca. Più in particolare la soluzione marxia- Anmerkungen zur schottischen Aufklärung La construccion del texto, di M. E. Va-
na del problema kantiano della cosa in sé (in Aberdeen). Neue Briefe von Baxter, squez: l’articolo si propone di chiarire il
appare come il frutto della riflessione sul Beattie, Fordyce, Reid und Stewart, di H. senso del rapporto tra letteratura e filoso-
pensiero di Fichte, attraverso la mediazio- F. Klemme. fia.
ne di Lask.
Markt, Motive, moralische Institutionen.
Bergson’s concept of order, di R. Lorand: Zur Philosophie Adam Smiths, di G. Stre-
il concetto di ordine è fondamentale in tutta minger.
la filosofia occidentale e soprattutto nel LES ETUDES PHILOSOPHIQUES (luglio-
pensiero di Bergson. L’articolo prende in Go-carts of judgement: exemplars in kan- settembre 1992, PUF, Paris). Tema della
esame appunto la posizione del filosofo tian moral education, di R. B. Louden: gli rivista: “La teoria computazionale dello
francese, tenendo presenti i due presuppo- esempi morali individuali occupano nella spirito; filosofia e scinze cognitive”. Se-
sti bergsoniani: ci sono due tipi di ordine; il riflessione morale di Kant un ruolo supe- gnaliano, tra gli altri articoli, un intervento
disordine non esiste. riore a quello generalmente riconosciuto di H. Putnam: La nature des états mentaux.
ad essi, benché non possano essere consi-
derarti sufficienti per un’educazione mo- FILOSOFIA E TEOLOGIA (Vol. VI, n. 3,
rale. settembre - dicembre 1992) affronta il tema:
“Religione e Sacro tra moderno e postmo-
ZEITSCHRIFT FÜR PHILOSOPHISCHE derno”, con interventi su Hegel (Religione
FORSCHUNG e filosofia in Hegel, di S. Rostagno), su
Vol, 46, n. 3, luglio-settembre 1992 Lukács (Menschwerdung e Gottesreich nel
Vittorio Klostermann Verlag, Frankfurt DAIMON giovane Lukács, di L. La Porta), su Adorno
a/M n. 5, 1992 (Filosofia e modernità in Th. Adorno, di I.
Universidad de Murcia Poma), su Habermas (Religione e teoria
Sind Tiere Bewussthaber?, di H. Schmitz. critica. Il potenziale critico della religione
Tema della rivista: “Filosofia e letteratu- di fronte al progetto di Habermas, di J. M.
Fichte und die Metaphysik des Unendli- ra”. Mardones).
chen, di W. Pannenberg: l’articolo segue le
tappe dello sviluppo della filosofia della Elegy and identity, di S. Campbell: l’arti- AESTHETICA (n. 36, dicembre 1992, Cen-
religione di Fichte. colo sviluppa, a partire dal Rinascimento, tro Internazionale Studi di Estetica, Paler-
l’analisi di esempi storici circa la rottura mo) presenta un volume monografico cu-
Kein Platz für phänomenale Qualitäten dell’identità dovuta alla morte . rato da A. Van Sevenant dal titolo: La
und Leib- Umwelt-Interaktion?, di G. Poh- decostruzione e Derrida.
lenz: l’analisi trascendentale e le tendenze El autor, la ficcion, la verdad, di A. Cam-
della scienza empirica. pillo: a partire dalle considerazioni di Der- IDEE (Anno VII, n. 21, settembre-dicem-
rida e Foucault sul rapporto tra autore, vita bre 1992, Milella, Lecce) presenta, tra gli
Hegels Idee von Europa, di D. Innerarity. ed opera, l’articolo propone un’analisi sto- altri, un intervento di R. Convertini su
rica della categoria di autore, allo scopo di L’idea di tempo tra filosofia e psichiatria.
Aesthetica und Anaesthetica, di B. Recki: ripensare la relazione tra filosofia e lettera-
recensione di O. Marquard: Aesthetica und tura occidentale. REVUE DE METAPHYSIQUE ET DE
Anaesthetica. Philosophische Überlegun- MORALE (A. Colin, Paris) ha presentato,
gen (Paderborn 1989) “Back from Moscow, in the URSS”, di J. nell’annata 1992, i seguenti numeri mono-
Derrida. grafici: “Gli Universali” (1/1992); “Neu-
Das Verschwinden des Originals, di H. J. roscienze e filosofia; il problema della co-
Gawoll: dopo aver ricostruito le vicende Idylle und Müssiggang in der Literatur des scienza” (2/1992); “Dossografia antica”
relative alla attribuzione dello älteste Sy- 18. Jahrhunderts, di R. Münster. (3/1992); “Cassirer” (4/1992).
stemprogramm des deutschen Idealismus,
La letencia o la ficcion de verdad. Sobre el NUOVA CIVILTA DELLE MACCHINE
método del discurso de M. Blanchot, di A. (Anno XI, n. 1, 1993, Nuova Eri, Roma)
Poca: attraverso l’esperienza di Blanchot presenta le riflessione di alcuni autori sul
della scrittura, l’articolo analizza il rappor- tema: “La felicità”. L’ambiguità del con-
to tra soggetto e linguaggio; importantii cetto di felicità è tale da stimolare forte-
riferimenti a Bataille, Klossowski, Deleu- mente la riflessione filosofica, ma anche
ze, Foucault, Derrida. quella psicologica, scientifica e storica.
Ecco perché, accanto ad interventi più stret-
70 tamente filosofici, troviamo alcuni articoli
NOVITÀ IN LIBRERIA
NOVITÀ IN LIBRERIA
71
NOVITÀ IN LIBRERIA
73
NOVITÀ IN LIBRERIA
74
NOVITÀ IN LIBRERIA
75
NOVITÀ IN LIBRERIA
siero, dello sviluppo della sua filo- cana e improntano le sue istituzioni pp.240, F 165
Kaulbach, Ernest N. sofia e del suo stile. politiche centrali. Testimonianza privilegiata della ri-
Imaginative prophecy nascita delle arti, delle lettere e delle
in the B-text of Piers Plowman Kremer-Marietti, Angèle Lachelier, Jules scienze che segna l’avvento della di-
D. S. Brewer, febbraio 1993 Nietzsche et la rhétorique Du fondement de l’induction: nastia Han, lo Hauinan Zi (Libro del
pp.192, £ 29,50 PUF, gennaio 1993 et autres textes maestro di Huainan) riflette le conce-
Un’esplorazione della teoria psicolo- pp.272, F 210 Fayard, febbraio 1993 zione sintetica dell’uomo, della so-
gica araba (in particolare di Avicen- Il libro offre una visione sistematica F 160 cietà e della natura nel II secolo a.C.
na) sottesa al “Piers Plowman” che del rapporto fra Nietzsche e la retori- Lachelier, della Scuola Normale Su- a partire dai principi posti dai pensa-
illumina i rapporti fra agenti e altre ca, mentre la sua filosofia emerge periore, attraverso i suoi corsi alla tori taoisti.
figure apparentemente non psicolo- come una grande impresa ermeneuti- Normale, con il modo con cui ha
giche. Il libro descrive anche il conte- ca, nella quale si annegano il gioco e svolto i propri compiti di ispettore Le Diraison, Serge
sto in cui la psicologia araba raggiun- il simbolo, il segno e l’immagine. generale delle lettere e della filosofia, Zernik, Eric
se un poeta inglese del XIV secolo. con le sue pubblicazioni, ha contribu- Le corps des philosophes
Krieger, Martin ito a restaurare gli studi di filosofia PUF, febbraio 1993
Keal, Paul (a cura di) Geist, Welt und Gott nell’università francese nel primo ter- pp.272, F 144
Ethics and foreign policy bei Christian August Crusius. zo del XIX secolo. Il testo si accosta al corpo attraverso
Allen & Unwin (UCL Press), Erkenntnistheoretisch- quattro problematiche che costitui-
febbraio 1993 psychologische, kosmologische Lamport, F. J. scono altrettanti momenti importanti
pp.260, £ 11,95 und religionsphilosophische Justice and difference della filosofia occidentale: Platone o
Pensato per mettere in relazione le Perspektiven im Kontrast in the works of Rousseau: il Rieducatore del corpo; Descartes o
questioni etiche con gli affari inter- zum Wolffschen System ”Bienfaisance” and “Pudeur” il corpo senz’ombra; Nietzsche o il
nazionali, il libro si concentra sulle Königshausen & Neumann, Cambridge University Press, corpo a corpo; Merleau-Ponty o le
questioni morali sollevate dalla con- febbraio 1993 gennaio 1993 pieghe della carne, del corpo sogget-
duzione della politica estera austra- pp.548, DM 98 pp.276, £ 35 to alla carne del mondo.
liana. Il saggio esamina a fondo l’originali- Secondo Rousseau, il miglior rappor-
tà delle teorie sul mondo di Crusius to fra disuguali è quello di “benefi- Lecourt, Dominique
Kenny, Anthony elaborate a delimitazione della meta- cenza”, del dare, ricevere e ricambia- Duroux, Françoise
Aquinas on mind fisica di Wolff, e la conoscenza divi- re benefici. Il ibro affronta il proble- Canguilhem, philosophe
Routledge, gennaio 1993 na, mettendone in luce il significato ma, insito nei suoi scritti, se sia effet- et historien des sciences
pp.192, £ 30 per lo sviluppo della filosofia di Kant. tivamente possibile l’esistenza di un Albin Michel, febbraio 1993
Il testo discute parti della teoria del- rapporto giusto e generoso fra ine- F 140
l’Aquinate valide ancora oggi. Il li- Kristeller, Paul guali. In questo volume sono raccolte le
bro si concentra su una attenta lettu- Greek philosophers comunicazioni del congresso orga-
ra della sezioni della “Summa Theo- of the hellenic age Landsberg, Paul-Louis nizzato a Parigi nel 1990 dal Collège
logiae” dedicate all’intelletto e alla Columbia University Essai sur l’expérience de la mort: international de philosophie; l’opera
volontà umana e ai rapporti fra ani- gennaio 1993 Le problème moral du suicide cerca di dare conto della complessità
ma e corpo. pp.128, £ 14,95 Seuil, febbraio 1993 del pensiero di Canguilhem passando
Centrato sulla storia della filosofia pp.155, F 28 per tutte le sue dimensioni, scientifi-
Kervégan, Jean-François antica fra il III e il I secolo a.C., il Meditazioni di questo filosofo perso- ca, filosofica, etica e politica.
Hegel, Carl Schmitt: saggio si basa su scritti primari greci nalista, allievo di E. Mounier, nato
le politique entre spéculation e latini dei filosofi in questione e su nel 1901 e morto nel 1944, a proposi- Leibniz, Gottfried W.
et positivité frammenti, parafrasi e testimonianze to di questa prova e di questa tenta- Saggi di teodicea
PUF, gennaio 1993 delle loro opere perdute. zione umana. Rizzoli, aprile 1993
pp.35, F 272 pp.520, L. 16.000
Il testo propone un confronto fra il Kuksewicz, Zd (a cura di) Laurent, Alain La Teodicea si presenta come l’opera
sistema hegeliano e il pensiero di Aegidius Aurelianiensis: Histoire de l’individualisme di una vita, il tentativo compiuto da
Carl Schmitt (1888-1985), facendo Quaestiones super De PUF, febbraio 1993 Leibniz di esporre in modo sistemati-
come se Schmitt avesse tentato di generatione et corruptione pp.128, F 38 co la parte più rilevante del suo pen-
ricostruire un hegelismo senza dialet- Grüner, febbraio 1993 L’individualismo riposa sulla con- siero, di mettere ordine in meditazio-
tica e senza ragione speculativa. pp.237, DM 130 vinzione che l’umanità sia composta ni la cui traccia risale agli anni della
non da insiemi sociali (nazioni, clas- gioventù.
Ketelhodt, Friederike von Labarrière, Pierre-Jean si...), ma da individui, da esseri vi-
Verantwortung für Natur L’utopie logique venti indivisibili e irriducibili gli uni Lenk, Hans
und Nachkommen L’Harmattan, gennaio 1993 agli altri, gli unici che sentano, pensi- Philosophie und Interpretation.
Centaurus-Vlg.-Ges. pp.143, F 80 no e agiscano veramente. Vorlesungen zur Entwicklung
febbraio 1993 Vivace nei periodi di mutamento cul- konstruktionistischer
pp.214, DM 48 turale, la tradizione utopica si arric- Lawson, Thomas E Interpretationsansätze
chisce oggi di aspetti complementari McCauley, Robert N. Suhrkamp, febbraio 1993
Knuuttila, Simo che mettono in opera una logica dia- Rethinking religion: pp.288, DM 20
Modalities in medieval philosophy lettica, logica che sviluppa anche un Connecting cognition
Routledge, febbraio 1993 rapporto all’origine liberato dalla fis- and culture Lesch, W. - Schwind, G.
pp.256, £ 35 sità delle rappresentazioni. Cambridge University (a cura di)
I saggi sulle nozioni modali hanno gennaio 1993 Das Ende der alten
sempre avuto un ruolo importante Lacey, J. Michael pp.240, £ 12,95 Gewißheiten. Theologische
nell’analisi filosofica. La storia di Haakonssen, Knud (a cura di) In questo libro gli autori cercano di Auseinandersetzung
questi concetti è la storia di una varie- A culture of rights: elaborare un approccio cognitivo alla mit der Postmoderne
tà di premesse che hanno dato forma The Bill of Rights in philosophy, religione, fornendo una panoramica Matthias-Grünewald-Vlg.,
a una parte del discorso razionale. politics and law critica di approcci già affermati allo febbraio 1993
1791 and 1991 studio della religione e fanno una pp.168, DM 36
Kraut, Richard (a cura di) Cambridge University perentoria dichiarazione in favore
The Cambridge companion to Plato gennaio 1993 della combinazione di interpretazio- Lesher, J. H. (a cura di)
Cambridge University gennaio 1993 pp.496, £ 14,95 ni e spiegazioni. Xenophanes of Colophon:
pp. 596, $ 12,95 Questi saggi, di autorevoli studiosi di Fragments.
Il presente volume contiene dodici storia, filosofia, giurisprudenza e teo- Le Blanc, Charles Univ. of Toronto, febbraio 1993
nuovi saggi che trattano delle idee rie politica, si propongono di fornire Mathieu, Rémy pp.380, $ 45
di Platone sul sapere, sulla realtà, nuove prospettive sui mutevoli e Mythe et philosophie à l’aube Senofane di Colofone fu un poeta
la matematica, la politica, l’etica, mutati contenuti del pensiero e della de la Chine Impériale: filosofo che visse in varie città del-
l’amore, la poesia e la religione. Vi consapevolezza sui diritti che stanno études sur le Hauinan Zi
sono inoltre analisi dello sfondo al centro della cultura politica ameri- Université de Montreal
intellettuale e sociale del suo pen- De Boccard, gennaio 1993
76
NOVITÀ IN LIBRERIA
l’antico mondo greco tra la fine del pp.240, £ 59 pp.412, Dfl 160 Theology and american poetics
VI e l’inizio del V secolo a.C. Nel suo “Trattato sull’etica” Male- Il libro sostiene che a dispetto delle Macmillan, gennaio 1993
branche elabora una scienza detta- tendenze antifunzionalistiche di Wit- pp.208, £ 35
Lévy, Carlos gliata, “sperimentale” dell’etica in tgenstein, espresse chiaramente nel- Il saggio colloca il sublime america-
Cicero academicus: recherche due parti: l’etica della virtù e l’eti- l’idea di filosofia come attività di no in ciò che apparentemente è trivia-
sur les Académiques ca del dovere. Vengono distinte sei analisi linguistica, in realtà la sua le: nei piccoli oggetti comuni, nelle
et sur la philosophie cicéronienne fonti di motivazione (dalla perce- filosofia è costruita su un particolare persone umili e di bassa estrazione,
Ecole française de Rome zione alla passione) ed esplorati i schema concettuale (oscillante). insomma in ciò che il filosofo Stanley
gennaio 1993 nostri doveri verso noi stessi, ver- Cavell chiamava l’”ordinarietà” del
pp.697, F 590 so gli altri e verso Dio. Montaigne, Michel de linguaggio americano. Letture radi-
Troppo spesso considerato un trattato The complete essays cali di opere di Ralph Waldo Emer-
dedicato esclusivamente ai problemi Marin, Louis Penguin Books, febbraio 1993 son e di Herman Melville.
della conoscenza, le Accademiche De pouvoirs de l’image: gloses pp.1344, £ 9,99
vengono da C. Lévy nuovamente po- Seuil, febbraio 1993 Nessuno nella civiltà occidentale ha Musgrave, Alan
ste nella doppia prospettiva della filo- pp.255, F 150 mai tentato di fare ciò che intraprese Common sense, science
sofia ellenistica e dell’itinerario per- Testi che per la maggior parte appar- Montaigne. Questi si muove di pen- and scepticism: An historical
sonale di Cicerone, nello stesso tem- tengono all’età della rappresentazio- siero in pensiero, spesso allontanan- introduction to the theory
po filosofo e uomo politico. ne, vengono qui letti e riscritti secon- dosi da un’idea solo per ritornarvi of knowledge
do il genere della glossa: letture, ri- dopo esservisi imbattuto altrove. In Cambridge University
Lütterfelds, W. (a cura di) scritture che li spostano altrove e li questi saggi, Montaigne espone il suo febbraio 1993
Evolutionäre Ethik zwischen aprono su un oggetto che va a ruba e progetto per una vita e una morte pp.324, £ 12,95
Naturalismus und Idealismus. di cui tuttavia non cessano di parlare saggia dell’uomo. Questa opera epistemologica costitu-
Eine moderne Theorie e di scrivere: l’immagine. isce una ricognizione introduttiva, di
der Moral Montaleone C., Sini C. base storica, del dibattito fra dogma-
Wissenschaftl. Buchges. Matteï, Jean-François Remo Cantoni tismo e scetticismo, schierandosi qua-
febbraio 1993 Pythagore et les pythagoriciens filosofia a misura della vita si sempre per lo scetticismo per di-
pp.252, DM 45 PUF, febbraio 1993 Guerini, marzo 1993 mostrare che il desiderio di sgomi-
Il volume mostra come l’etica evolu- pp.128, F 38 pp.224, L. 32.000 narlo spesso a portato a dottrine ide-
zionistica, nell’ampio arco tensivo Il libro costituisce più un’esposizione La figura di Remo Cantoni (1914- alistiche o antirealistiche.
delle posizioni filosofiche contrap- di un sistema coerente con una pro- 1978), allievo di Antonio Banfi e
poste, venga discussa in modo estre- spettiva illumminante che parte da esponente di spicco della “scuola ban- Neumann, Walter G.
mamente controverso. Il saggio vuo- alcuni testi di Platone, che non una fiana”, docente di Filosofia morale, Kritishe Theorie der Kultur heute.
le portare un contributo al dibattito semplice intuizione delle dottrine pi- ricordato attraverso i contributi di al- Der Mensch zwischen revolutionärer
per rendere fruttuosa un’etica evolu- tagoriche. cuni intellettuali. Selbsterhaltung und evolutionärer
zionistica e tenta una mediazione fra Selbstverwicklichung
le concezioni etiche idealistiche e McBride, Joseph Moro, Tommaso Die Blaue Eule, febbraio 1993
quelle naturalistiche. Albert Camus: L’utopia pp.140, DM 34
Philosopher and litterateur o la migliore forma di Repubblica
Macherey, Pierre Macmillan Press, febbraio 1993 Laterza, marzo 1993 Newman, Andrew (a cura di)
Avec Spinoza: pp.288, £ 19,99 pp.200, L. 8.000 The physical basis of predication
études sur la doctrine Il libro segna una riaffermazione del- La prima costruzione immaginaria Cambridge UP, febbraio 1993
et l’histoire du spinozisme la scrittura di Camus che indaga la di uno Stato ideale. Nell’Inghilter- pp.256, £ 30
PUF, gennaio 1993 natura e le origini filosofiche del pen- ra del primo Cinquecento si deli- Il testo difende un’immagine realisti-
pp.272, F 172 siero di Camus sull’”autenticità” e nea la struttura economica, sociale ca degli universali metafisici, dove
Una lettura di Spinoza “al presente” “l’assurdo”, concetti espressi in “Il e religiosa di uno Stato ideale, quel- l’idea di universale viene caratteriz-
che consente di riformulare problemi mito di Sisifo” e “l’Outsider”, dimo- lo appunto esistente nella immagi- zata prendendo in considerazione il
attuali che noi ci poniamo qui e oggi, strando che egli non fu solo una figu- naria isola di Utopia. linguaggio e la logica, l’idea di possi-
attraverso il riesame di alcuni punti ra letteraria, ma anche un filosofo. bilità, le gerarchie di universali e cau-
dottrinali, dai paradossi della cono- Morris, Charles W. salità. La tesi è che né il linguaggio né
scenza immediata alla questione del- Mele, Alfred R. Symbolism and reality: la logica siano buone guide alla natu-
la fine della storia. Irrationality: A study in the nature of mind ra della realtà.
An essay on “Akrasia”, John Benjamins Publishing
Mahajan, Gurpreet self-deception, and self-control Company, gennaio 1993 Nuttall, Jon
Explanation and understanding Oxford University pp.128, £ 32 Moral questions:
in the human sciences gennaio 1993 Il libro si propone di dimostrare che il An introduction to ethics
OUP India, gennaio 1993 pp.194, £ 12,95 pensiero e la mente non sono entità, Polity Press, febbraio 1993
pp.136, £ 8,95 L’autore dimostra che certe forme di né processi che comportano una so- pp.240, £ 11,95
Il saggio affronta diverse questioni irrazionalità (azione incontinente e stanza psichica distinta dal resto della Il testo discute valori e giudizi ed
importanti che hanno dominato il di- inganno di sé) rifiutate da molti filo- realtà, ma li si può spiegare come il esamina l’educazione morale e reli-
battito nella filosofia delle scienze sofi perché logicamente o psicologi- funzionamento di parti dell’esperien- giosa e la punizione. Nuttall osserva
sociali e costituisce una trattazione camente impossibili, sono in effetti za in quanto simboli di un organismo la moralità sessuale con capitoli dedi-
lucida delle faccende legate all’ade- possibili. di altre parti dell’esperienza. cati alla pornografia, all’aborto, alla
guatezza delle diverse forme di spie- ricerca fetale e ai bambini, e analizza
gazione. Merleau-Ponty, Maurice Mourelatos, Alexander P. D. le questioni morali concernenti la
Il visibile e l’invisibile (a cura di) morte, i diritti degli animali e le teorie
Mahon, Michael Bompiani, marzo 1993 The pre-socratics: morali.
Houcault’s Nietzschean pp.320, L. 34.000 A collection of critical essays
genealogy. Truth, power La discussione delle impostazioni fi- Princeton University, O’Meara, Dominic J.
and the subject losofiche di Kant, di Husserl e di gennaio 1993 Plotinus: An introduction
State Univ. of New York Sartre problematizza la contrapposi- pp.580, £ 13,95 to the “Enneads”
febbraio 1993 zione fra il “visibile e l’invisibile” su La presente raccolta vuole introdurre Clarendon, gennaio 1993
pp.288, $ 19 cui è fondata la metafisica occidenta- il lettore ad alcune delle scuole preso- pp.152, £ 22,50
Il primo studio di ampio respiro sul- le: si profila una nuova considerazio- cratiche più rispettate nel XX secolo. Introduzione all’opera di Plotino,
l’impatto degli scritti di Friedrich ne dell’Essere, un diverso stile di Vi sono traduzioni di opere importan- autore del III secolo a.C. Punti impor-
Nietzsche sul pensiero di Michel Fou- pensiero e di scrittura filosofica. ti di studiosi europei fino a questo tanti della sua filosofia vengono di-
cault. momento non disponibili in inglese, scussi in relazione a testi scelti, si
Milkov, Nikolay oltre agli argomenti principali e agli tratteggia la sua grande influenza sul-
Malebranche, Nicholas Kaleidoscopic mind. approcci attuali. la tradizione intellettuale occidenta-
Treatise on ethics (1684) An essay in post-Wittgensteinian
Kluwer Academic Publishers, philosophy Munk, Linda
febbraio 1993 Editions Rodopi, febbraio 1993 The trivial sublime:
77
NOVITÀ IN LIBRERIA
le. Informazioni bibliografiche per comme pratique philosophique za” la civiltà unidimensionale denun- re come un grande sforzo di com-
ulteriori letture. PUF, febbraio 1993 ciata dalla filosofia. prendere il modo in cui le sfere del-
l’economia, del diritto e della politica
O’Meara, John J. Philp, Mark - Fitzpatrick, Reboul, Olivier costituiscono sistemi tra loro distinti
Studies in Augustine Martin - St Clair, William Garcia, Jean-François solo “operativamente”, ma come “eti-
and Eriugena (a cura di) Rhétorique de... camente” siano funzioni dirette alla
Catholic University of America The political and philosophical Université de Strasbourg realizzazione degli individui.
febbraio 1993 writings of William Godwin gennaio 1993
pp.375, £ 53,95 Pickering & Chatto pp.116, F 90 Rocca, Ettore
Il libro si propone di rendere disponi- febbraio 1993 Una raccolta di testi che mettono in L’essere e il giallo.
bile a studiosi e studenti lo sviluppo £ 395 evidenza il ruolo dell’argomentazio- Saggio su Merleau-Ponty
del pensiero di uno dei maggiori stu- L’opera contiene tutti i maggiori scritti ne nel campo della comunicazione. Pratiche, marzo 1993
diosi di Agostino, John J. O’Meara. I politici, filosofici ed educazionali di pp.150, L. 18.000
23 saggi puntano principalmente agli William Godwin, uno dei più grandi Redeker, Hans Come e dove sorge la domanda filo-
interessi filosofici che contribuirono filosofi della sua epoca. Il suo lavoro Helmut Plessner sofica e perché la domanda sull’espe-
alla conversione di Agostino al cri- sul governo e sulla libertà individua- oder die verkörperte Philosophie rienza o sull’essere è al tempo filoso-
stianesimo e all’uso di Agostino fatto le, “Political justice”, ne fece l’espo- Duncker und Humblot fia che si interroga sulla sua stessa
da John Scotus Eriugena. nente di spicco del radicalismo ingle- febbraio 1993 possibilità sono gli interrogativi, cen-
se nell’ultima metà del XVIII secolo. pp.241, DM 84 trali per la filosofia del Novecento,
Oliner, Pearl M. filo conduttore per accostarsi al per-
Oliner, Samuel P. Platon Reimmann, Jacob Fr. corso di pensiero di Merleau-Ponty.
Baron, Lawrence Le Souci du bien Historia universalis atheismi
Blum, Lawrence A. Arléa, febbraio 1993 et atheorum falso Rousseau, Jean-Jacques
Krebs, Dennis L. pp.125, F 85 et merito suspectorum Il contratto sociale
Smolenske, M. Zuzanna (a cura di) A cura di M. Gondicas Introduzione di W. Schröder Rizzoli, marzo 1993
Embracing the other: Due dei dialoghi socratici più noti, Frommann-Holzboog pp.222, L. 9.000
Philosophical, psychological, Liside e Carmide, volti a definire il febbraio 1993 Il ritratto di una società etica e politi-
and historical perspectives bene, aspirazione primordiale dell’uo- pp.722, DM 490 ca insieme, in cui l’individuo non
on altruism mo, in piena luminosità di coscienza. obbedisca ad alcuna volontà estranea
New York University Rescher, Nicholas o superiore, ma a una volontà genera-
gennaio 1993 Platone Rationalität. le che egli stesso sceglie e che quindi
pp.456, £ 44,95 Apologia di Socrate Eine philosophische Untersuchung viene a coincidere che la sua.
Il presente testo è nato primariamente a cura di Elisa Avezzù über das Wesen
come risposta alla recente ricerca sulla Marsilio, marzo 1993 und die Rechtfertigung Rousseau, Jean-Jacques
manifestazione di un altruismo della pp.136, L. 12.000 von Vernunft Le fantasticherie
vita reale, e cioè ai saggi sui salvatori Königshausen & Neumann del passeggiatore solitario
non ebrei di ebrei durante la Seconda Pöltner, Günther febbraio 1993 Einaudi, marzo 1993
Guerra Mondiale. Il libro affronta que- Evolutionäre Vernunft. pp.300, DM 48 pp.151, L.18.000
stioni in diverse discipline, pur restan- Eine Auseinandersetzung Il testo di questo libro comprende Meditazioni sui temi della religione,
do centrato su argomenti comuni. mit der evolutionären tutto il materiale dell’edizione ingle- dell’educazione, del diritto sociale; ar-
Erkenntnistheorie se. In più qui sono state aggiunte una gomenti tutti che gli avevano causato
Pagano, Maurizio Kohlhammer, febbraio 1993 trentina di pagine di nuovi materiali, inimicizie ed amarezze. Rousseau si
Hegel. La religione pp.240 che chiariscono e spiegano i rapporti interroga, e cerca di spiegare a se stes-
e l’ermeneutica del concetto fra diversi ambiti di problemi. so l’origine di tali delusioni, ma lo
Ed. Scientifiche, marzo 1993 Quéran, Odile supera con lo slancio entusiasta che
pp.246, L 32.000 Trarieux, Denis (a cura di) Reuland, Eric - Abraham, Werner egli porta ai suoi ideali umani e religio-
Si individua nel nesso tra i due mo- Les discours du corps: (a cura di) si.
menti, logico e ermeneutico, il punto une anthologie Knowledge and language:
focale del pensiero di Hegel; una ri- Presse Pocket, febbraio 1993 Vol. I. From Orwell’s problem Rovatti, Pier Aldo
costruzione del primo confronto del- pp.50 to Plato’s problem Trasformazioni del soggetto
la teologia cattolica con Hegel, con- Una raccolta di testi sulla rappresen- Kluwer Academic Publishers Il Poligrafo, marzo 1993
dotta da un contemporaneo del filo- tazione del corpo, il suo ruolo nella gennaio 1993 pp.144, L. 26.000
sofo, Franz Anton Staudenmaier. costituzione dell’identità e il proble- pp.264, £ 77 I saggi che compongono il volume
ma della sua conoscenza. Primo volume di un’opera in tre volu- hanno al loro centro la discussa pro-
Pallavidini, Renato mi, indaga il ruolo della struttura con- posta di una “pensiero debole”. Que-
Hegel critico dell’autoritarismo Quine, Willard Van Orman cettuale nei processi cognitivi, esplo- sta proposta, formulata nel 1983, si
Arnaud, marzo 1993 La poursuite de la verité randolo da diversi punti di vista, fra articolava intorno al nome di Friedri-
pp.160, L. 25.000 Seuil, febbraio 1993 cui la filosofia del linguaggio, la lin- ch Nietzsche, ma anche a quello di
Il confronto critico con la Rivoluzio- pp.153, F 99 guistica, la psicologia e l’estetica. Husserl, Lacan, Serres; si trattava del
ne francese alle origini dei modelli Il saggio condensa, con approfondi- problema di un luogo diverso da dare
teorici del giovane Hegel. menti, l’insieme delle idee di questo Reuland, Eric - Abraham, Werner alla soggettività, dinanzi a una modi-
filosofo americano sulla significazio- (a cura di) ficata descrizione del potere. La let-
Panaccio, Claude ne cognitiva, la referenza oggettiva e Knowledge and language: tura di questo lavoro permette di rico-
Le mots, le concepts le basi della conoscenza. Vol. II. Lexical and conceptual struire qualcosa come un corpo omo-
et les choses: la sémantique structure geneo di domande: bisogno, sogget-
de Guillaume d’Occam Raulet, Gérard Kluwer Academic Publishers, tività, potere e pratica del pensiero.
et le nominalisme d’aujourd’hui Herbert Marcuse: gennaio 1993
Vrin, gennaio 1993 Philosophie de l’émancipation pp.264, £ 67 Runzo, Joseph (a cura di)
pp.288 F 172 PUF, gennaio 1993 Secondo volume di un’opera in tre Is god real?
La vecchia questione del nominali- pp.256, F 80 volumi, il testo affronta la natura del- Macmillan, febbraio 1993
smo si ritrova al cuore della filosofia Il pensiero di Marcuse viene confron- l’interfaccia fra struttura concettuale pp.288, £ 40
analitica contemporanea: come pos- tato oggi alla capacità del capitalismo e linguistica, sforzandosi di fornire Raccolta di saggi dedicata al dibattito
sono il discorso e il pensiero artico- di generare “miscugli” che mettano una cornice teoretica del rapporto fra attuale sul realismo teologico. C’è
larsi in un mondo esterno popolato di in scacco ogni critica. La congiunzio- senso come entità linguistiche ed en- una realtà divina, trascendente indi-
cose singole? L’autore mette in paral- ne di un individualismo sfrenato e del tità del mondo reale. pendente dal pensiero umano? Negli
lelo le idee di Occam, francescano dominio planetario della tecnica sem-
inglese, con quelle di Fodor, Good- bra realizzare al di là di ogni “speran- Rizzi, Lino
man e Quine. Eticità e stato in Hegel
Mursia, marzo 1993
Paty, Michel pp.368, L. 40.000
Einstein philosophe: la physique La teoria hegeliana dell’Eticità appa-
78
NOVITÀ IN LIBRERIA
scritti di importanti esponenti di en- Due anni dopo o Ricordi di una singo- Shields, Philip R. ologici di quella che Sorel considera-
trambe le parti, il libro presenta un lare esperienza fra la caduta del muro Logic and sin in the writings va la subalternità del socialismo ri-
dialogo fra realisti e non realisti. e la riconquista” aggiornano lo scritto. of Ludwig Wittgenstein formista al progetto illuministico del-
Univ. of Chicago febbraio 1993 la borghesia.
Rupp, G. (a cura di) Schoeman, Ferdinand David pp.176, $ 31
Was leisten Privacy and social freedom Shields dimostra come una matrice Sorell, Tom
die Geisteswissenschaften Cambridge UP, febbraio 1993 etica e religiosa pervada anche gli The rise of modern philosophy.
für die Zukunft? Beiträge pp.240, £ 30 scritti più tecnici sulla logica e il The new and traditional
zum Modellversuch Il libro attacca la premessa, comune a linguaggio e che per Wittgenstein il philosophies from Machiavelli
“Geisteswissenschaftliches molte filosofie morali, che il controllo bisogno di stabilire limiti chiari è to Leibniz
Studium Fundamentale” sociale in quanto tale sia una forza un’esigenza allo stesso tempo logica Oxford UP, febbraio 1993
an der Universität Bochum intellettualmente e moralmente distrut- ed etica. pp.360, £ 40
Brockmeyer, febbraio 1993 tiva. Il saggio esamina il pensiero di tredi-
pp.168, DM 16,80 Shin, Sang-Hie ci autori in ogni campo della filosofia
Schomberg, Rene von Wahrheitsfrage und Kehre e delle scienze e cerca di dimostrare
Ryle, Gilbert Science, politics and morality bei Martin Heidegger. che la frattura fra le “nuove” filosofie
Gilbert Ryle Kluwer Academic Publishers Die Frage nach der Wahrheit e quelle tradizionali classiche non è
and the philosophy of mind febbraio 1993 in der Fundamentalontologie così totale come si pensa in genere.
Blackwell Publishing pp.180, £ 46 und im Ereignis-Denken
gennaio 1993 Insigni autori di diversi paesi europei Königshausen & Neumann Soulez, Philippe
pp.256, £ 45 e americani forniscono una prospetti- febbraio 1993 La guerre et les philosophes:
Raccolta di scritti di Gilbert Ryle, va incrociata sui problemi decisionali pp.224, DM 48 de la fin des années
professore di filosofia a Oxford dal politici in condizioni di incertezza 20 aux années 50
1945 al 1967. Il libro comprende an- scientifica. Si discutono esempi tratti Smith Ferguson, Martin Universitaire de Vincennes
che due omaggi a Ryle: uno di John dalla biotecnologia e dalle scienze Diogene di Enoanda. febbraio 1993
Mabbot, suo intimo amico, sull’uo- ambientali. L’iscrizione epicurea pp.320, F 140
mo Ryle; l’altro è di David Gallop, Bibliopolis, aprile 1993 Scritti di J. Barnes, J. A. Barash, J.-
suo ex studente, sul Ryle filosofo. Schulte, Joachim pp.660, L. 200.000 M. Besnier e altri.Come il precedente
Experience and expression. L’edizione di Smith, che consta di (Les philosophes et la guerre de 14) il
Sarvepalli Radhakrishnan Wittgenstein’s philosophy introduzione, testo critico, traduzio- presente volume riunisce analisi su-
Indian philosophy: Vol. 1 of psychology ne, commento e indici, è l’unica a gli atteggiamenti individuali o collet-
OUP India, gennaio 1993 Clarendon Press, febbraio 1993 presentare tutti i frammenti noti del- tivi dei filosofi, da Aron a Wittgen-
pp.738, £ 12,95 pp.192, £ 25 l’opera di Diogene, filosofo e filan- stein, di fronte alla problematica del-
L’opera si propone di fornire un reso- Il saggio usa i dibattiti sui concetti tropo che la fece incidere sul muro di l’orrore che il nazismo, ancora oggi,
conto chiaro dei più elevati concetti psicologici degli ultimi manoscritti una stoa a Enoanda nella Licia setten- ci costringe a pensare.
dell’induismo. In essa vi si trovano di Wittgenstein come base per la rico- trionale. Fondata sul controllo di tutti
mescolati concetti orientali e termi- struzione degli argomenti e delle elu- i blocchi di pietra scopeti e riscoperti Southgate, Beverley C.
nologia occidentale, così da rendere cidazioni concettuali di Wittgenstein. dagli inglesi, questa edizione presen- ”Covetous of truth”: The life
accessibile e istruttivo il testo anche a Il testo fornisce prospettive sulla filo- ta centinaia di letture e supplementi and work of Thomas White,
chi si dovesse accostare all’argomen- sofia della psicologia, sull’estetica e inediti. 1593-1676
to per la prima volta. sulla teoria del significato. Kluwer Academic Publishers
Sorel, Georges gennaio 1993
Sarvepalli Radhakrishnan Sen, Amartya Le illusioni del progresso pp.196, $ 60
Indian philosophy: Vol.2 Libertà e benessere Bollati Boringhieri, aprile 1993 Il lavoro è dedicato alla vita e all’ope-
OUP India, gennaio 1993 Marsilio, aprile 1993 pp.240, L. 24.000 ra di Thomas White, importante ed
pp.808, £ 12,95 pp.140, L. 15.000 Pubblicato nel 1908, poco dopo le eclettico pensatore del XVII secolo.
Una proposta di radicale ridefinizio- Considerazioni sulla violenza, que- Ci viene presentato come il capo di
Scheffer, Thomas ne dei criteri utilizzati per identificare sto libro affronta con più ampio respi- un’influente fazione dei cattolici in-
Kants Kriterium der Wahrheit. il tenore di vita viene qui avanzata da ro storico e filosofico gli aspetti ide- glesi, come un accanito oppositore
Eine systematische Interpretation Sen, che ci invita a non separare gli dello scetticismo e come la possibile
der Argumentation strumenti oggettivi da quelli sogget- sintesi del pensiero scolastico con la
für die Anschauungsformen tivi e filosofici che appartengono al “nuova filosofia”.
und Kategorien a priori bagaglio ideale di ciscun individuo.
in der “Kritik der reinen Vernunft” Sparles, Harvey B.
de Gruyter, febbraio 1993
pp.311, DM 136
Schmidt, Amos
✂
Materialismus zwischen
Metaphysik und Positivismus.
Max Horkheimer Frühwerk. Osservazioni ……………………………………………………………………
Darstellung und Kritik
Westdeutscher Vlg.
febbraio 1993 …………………………………………………………………………………
pp.384, DM 62
…………………………………………………………………………………
79
NOVITÀ IN LIBRERIA
Teaching as dialogue: pp.352, DM 39 Tommaso d’Aquino e Ignazio di tazione di Hegel come moderno pensato-
A teacher’s study Come può l’uomo di oggi ancora tro- Loyola. re.
University of America vare la pienezza del senso? Il libro
febbraio 1993 presenta una fenomenologia dei di- Vadée, Michel Wittgenstein, Ludwig
pp.216, £ 21,95 versi concetti di senso che sono stati Marx, penseur du possible Le cours de Cambridge,
Il testo osserva il significato e il conte- elaborati nel corso della storia umana. Méridiens-Klincksieck, 1932-1935: etablis par Alice
sto della conoscenza e afferma che la L’autore li confronta con il concetto di febbraio 1993 Ambrose à partir des notes
natura dell’apprendimento induce spe- senso prospettivo, che a suo parere pp.568, F 180 d’Alice Ambrose
ranza e ispirazione per il futuro; sostie- potrebbe essere portante per l’epoca Il libro dimostra che nella sua critica et de Margaret Macdonald
ne anche che il dialogo permette agli moderna. dell’economia politica, nella sua con- TER, febbraio 1993
studiosi di perseguire il sapere svilup- cezione della storia e nel suo materia- pp.267, F 169
pando forza e ingenerando un senso Torrance, J. (a cura di) lismo filosofico, Marx ammette diver- Oltre agli appunti presi alle lezioni
della finalità. The concept of nature se forme di possibilità: astratte o teori- fra il 1932 e il 1935 in questo volume
Clarendon, febbraio 1993 che, concrete o storiche e soprattutto si troverà il Quaderno giallo in cui
Spat, Werner pp.208, £ 12,50 una possibilità reale, quella di un “re- sono annotate le lezioni e le discus-
Philosophie und Grundprobleme Una serie di saggi di filosofi della gno della libertà”. sioni informali che precedono le dif-
der modernen Astrologie. scienza che trattano le principali fasi ferenti sedute di dettatura del Qua-
Neues zu einem “alten” Thema dello sviluppo storico della concezio- oss, Stephen (a cura di) derno blu. Vi si trovano trattate am-
Die Blaue Eule febbraio 1993 ne scientifica della natura. Essays on the philosophy piamente le questioni sollevate da
pp.173, DM 39 and science of Rene Descartes quest’ultimo, precisate in alcuni pun-
Uebel, Thomas E. Oxford UP, febbraio 1993 ti centrali.
Stalder, Henry J. Overcoming logical pp.336, £ 16
Rational realism. positivism from within. Questi saggi di importanti studiosi di Wöhrle, G. (a cura di)
About relative ration The emergence of Neurath’s Descartes, mai pubblicati prima in Anaximenes aus Milet.
and relative reality naturalism in the Vienna Circle’s inglese, costituiscono una rassegna Die Fragmente zu seiner Lehre
Haag & Herchen, febbraio 1993 protocol sentence debate della ricerca contemporanea sulla fi- Steiner, febbraio 1993
pp.116, DM 19,80 Editions Rodopi, febbraio 1993 losofia e la scienza cartesiana. pp.88, DM 48
pp.377, Dfl 140
Sterling, Marvin C. Warnock, G. J. Wolandt, G. - Breil, R.
Philosophy of religion: Unger, Peter Berkeley (a cura di)
A universalist perspective Identity, consciousness and value Gregg Revivals, febbraio 1993 Ostdeutsche Denker.
University Press of America, Oxford University gennaio 1993 pp.240, $ 35 Vier Jahrhunderte philosophischer
febbraio 1993 pp.358, £ 15 In questa nuova edizione riveduta del- Tradition von Jakob Böhme
pp.234, £ 21,95 Il tema dell’identità personale ha dato la sua introduzione a Berkeley, l’auto- bis Moritz Löwi
Il libro tenta di chiarire e valutare i l’avvio recentemente a vivaci dibatti- re esamina tutte le maggiori opere e Vertrieb., febbraio 1993
concetti chiave della religione come ti filosofici. In un contributo alla di- idee filosofiche di Berkeley e discute i pp.262, DM 36
anche quelli che sono caratteristica scussione, l’autore di questo trattato suoi contributi a questioni ancora di-
esclusiva di particolari tradizioni re- presenta un resoconto psicologica- battute oggi. Il libro vuole essere un Wollgast, Siegfried
ligiose. L’autore vede un’armonia di mente orientato, ma con una base aiuto per il lettore a imparare qualcosa Vergessene und Verkannte.
fondo fra le differenti religioni mon- fisica, della nostra identità nel corso sulla filosofia grazie a questo saggio Zur Philosophie
diali e ne sottolinea i punti di contatto. del tempo. su Berkeley. und Geistesentwicklung
in Deutschland zwischen
Thanbichler, Christian Vacca, Roberto Westphal, Merold 1526 und 1700
Die Abstraktion La via della ragione Hegel, freedom, and modernity Akademie, febbraio 1993
und die Unglaublichkeit Bompiani, marzo 1993 State Univ. of New York Pr., pp.342, DM 130
des Irrtums menschlichen Denkens pp.256, L. 30.000 febbraio 1993
Die Blaue Eule febbraio 1993 Che cos’è la “nuova morale”? A pp.288, $ 19 Wright, Crispin
pp.91, DM 23 questa e ad altre domande si cerca di Westphal è uno dei più insigni com- Truth and objectivity
rispondere ripercorrendo la storia del mentatori contemporanei di Hegel. La Harvard University gennaio 1993
Tiedemann, Paul pensiero e analizzando l’assurdità sua opera propone numerose prospet- pp.262, £ 19,95
Über den Sinn des Lebens. insita nelle “regole fisse”, o il cam- tive stimolanti e riesce straordinaria- Basandosi sulle lezioni Waynflete
Die perspektivische Lebensform mino della “ragione” dalla Bibbia al mente bene a presentare la rilevanza di tenute a Oxford nel 1991, Wright
Wissenschaftl. Buchges. Talmud, o l’autonomia del diritto, o Hegel per tutta una serie di questioni e propone una prospettiva originale sul
febbraio 1993 cercando di saldare il pensiero di pensatori contemporanei, e dunquel’agi- luogo del “realismo” nella ricerca fi-
losofica. Egli propone una nuova cor-
nice per il dibattito sulle affermazioni
✂ dei realisti, che pensano la verità come
assolutamente oggettiva, e gli anti
realisti, per i quali non è così.
ome e cognome ……………………………………………………………… Wuketits, Franz M.
Verdammt zur Unmoral?
Zur Naturgeschichte
ndirizzo ……………………………………………………………………… von Gut und Böse
……………………………………………………………………… Piper, febbraio 1993
pp.240, DM 39,80
elefono ……………………………………………………………………… L’autore presenta l’abbozzo di
un’”etica evoluzionistica”, libera da-
gli astratti principi della filosofia
omputer usato ❏ IBM-Compatibile ❏ Macintosh morale. Egli propugna l’applicazione
❏ Ms-Dos ❏ Windows ❏ System 6.x ❏ System 7.x dell’etica all’interno di precisi confi-
ni biologici e il distacco da ogni rap-
❏ Cd-Rom ❏ Monitor a colori ❏ Floppy 3.5” HD presentazione idealistica.
Zoglauer, Thomas
uono di prenotazione Das Problem der theoretischen
Terme. Eine Kritik
❏ Desidero prenotare fin d’ora n°… copie su floppy disk da 3,5” per Ms-Dos/ an der strukturalistischen
Windows Wissenschaftstheorie
Vieweg, febbraio 1993
❏ Desidero prenotare fin d’ora n°… copie su floppy disk da 3,5” per Macintosh pp.250, DM 80
al prezzo scontato di £ 120.000 (iva esclusa)* La tradizionali proposte risolutive (per
esempio di Sneed e di Stegmüller)
80 verranno indicate in seguito
*le modalità di pagamento