Questo documento descrive gli ematomi genitopuerperali, raccolte ematiche che possono formarsi durante il parto. Vengono descritte le possibili localizzazioni degli ematomi, sopra o sotto il piano dei muscoli elevatori, e i relativi trattamenti, che possono essere conservativi o chirurgici. Viene inoltre discusso il trattamento degli ematomi di grandi dimensioni nel legamento largo o nel retroperitoneo.
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Questo documento descrive gli ematomi genitopuerperali, raccolte ematiche che possono formarsi durante il parto. Vengono descritte le possibili localizzazioni degli ematomi, sopra o sotto il piano dei muscoli elevatori, e i relativi trattamenti, che possono essere conservativi o chirurgici. Viene inoltre discusso il trattamento degli ematomi di grandi dimensioni nel legamento largo o nel retroperitoneo.
Descrizione originale:
come diagnosticare e trattare gli ematomi genitopuerperali
Questo documento descrive gli ematomi genitopuerperali, raccolte ematiche che possono formarsi durante il parto. Vengono descritte le possibili localizzazioni degli ematomi, sopra o sotto il piano dei muscoli elevatori, e i relativi trattamenti, che possono essere conservativi o chirurgici. Viene inoltre discusso il trattamento degli ematomi di grandi dimensioni nel legamento largo o nel retroperitoneo.
Questo documento descrive gli ematomi genitopuerperali, raccolte ematiche che possono formarsi durante il parto. Vengono descritte le possibili localizzazioni degli ematomi, sopra o sotto il piano dei muscoli elevatori, e i relativi trattamenti, che possono essere conservativi o chirurgici. Viene inoltre discusso il trattamento degli ematomi di grandi dimensioni nel legamento largo o nel retroperitoneo.
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EMATOMA GENITO-PUERPERALE
C. CRESCINI
Gli ematomi genitopuerperali debbono essere riconosciuti e trattati
tempestivamente perché possono determinare un significativo sequestro di sangue dal torrente circolatorio. Gli ematomi di piccole dimensioni e stabili possono essere trattati conservativamente con tecnica appropriata. Gli ematomi sotto il piano degli elevatori sono trattabili chirurgicamente mentre per quelli sopra gli elevatori la chirurgia è più complessa e deve essere considerata se disponibile l’embolizzazione.
Le raccolte ematiche intratissutali ( ematomi ) che si possono formare,
anche se raramente, durante il parto ( l’incidenza riportata in letteratura varia da 1:500 a 1:1000) possono interessare due aree anatomiche differenti e di conseguenza avere esiti e richiedere trattamenti diversi. Possono svilupparsi sopra oppure sotto il piano dei muscoli elevatori . Gli ematomi che interessano l’area anatomica caudale rispetto al piano degli elevatori possono essere causati dalla esecuzione di una episiotomia o di una sutura di lacerazione vaginoperineale spontanea con tecnica inadeguata, frequentemente ascrivibile ad una riparazione incompleta che ha lasciato uno spazio morto nel quale un’ arteriola del distretto vascolare dell’arteria pudenda o della vaginale lunga può sanguinare nell’immediato postpartum. Infatti una particolare attenzione deve essere prestata al primo punto di riparazione vaginale dell’episiotomia in modo tale che la gugliata transfigga il tessuto sano a circa 1 cm al di sopra dell’apice Non infrequentemente l’ematoma si può sviluppare rapidamente dopo il parto anche in presenza di un perineo macroscopicamente indenne per la rottura profonda di una struttura vascolare avvenuta durante il passaggio del feto nel canale del parto. Sebbene si riconoscano come fattori di rischio per la formazione di un ematoma genitopuerperale il parto strumentale, la rotazione sacrale dell’occipite, la macrosomia e le manovre di Kristeller , è bene ricordare che ciò può verificarsi che anche in assenza di qualsiasi fattore di rischio dopo un parto vaginale spontaneo. Gli ematomi che si sviluppano sopra il piano degli elevatori possono interessare il legamento largo dislocando l’utero controlateralmente e possono originare da una lesione della bocca uterina o del fornice vaginale. I sintomi caratteristici e patognomonici dello sviluppo di un ematoma genitopuerperale sono il dolore intenso a rapida insorgenza con caratteristiche inusuali in una puerpera , il bisogno di spingere come durante il periodo espulsivo ed il tenesmo. Questi sintomi insorgono precocemente nel post partum e precedono la tachicardia , il pallore e l’ipotensione caratteristici dello shock emorragico che si può manifestare in presenza di voluminoso e progressivo ematoma e con caratteristiche tanto più significative e talvolta drammatiche quanto maggiore è stata la perdita ematica intrapartum e basso il valore di emoglobina all’ammissione. Trattandosi di ematomi la sintomatologia da shock emorragico non è correlata alla perdita ematica visibile nel postpartum e la diagnosi può essere ritardata soprattutto per quelli a sviluppo sopra il piano degli elevatori. Gli ematomi vaginoperineali sono generalmente riconoscibili sia per la soffusione bluastra vulvare sia con l’esplorazione vaginorettale che consente di apprezzare la tumefazione dolente e tesa a carico della parete vaginale interessata ed il bombè del setto rettovaginale. L’ematoma ad estensione prevalentemente vulvare è di facile riconoscimento con la semplice osservazione esterna e generalmente è meno dolente rispetto alle altre localizzazioni grazie alla lassità e facile diffusione del sangue in tessuti a contenuto prevalentemente adiposo. Gli ematomi a prevalente od esclusivo sviluppo vaginale sono generalmente molto dolorosi, si possono estendere alla fossa pararettale e non essere visibili all’ispezione esterna ed il riconoscimento richiede l’esplorazione vaginorettale. Se l’ematoma è di piccole dimensioni e non supera i 5 cm circa e soprattutto è stabile nel tempo e non si accresce è possibile un trattamento di tipo conservativo in attesa del suo riassorbimento spontaneo .In questo caso può essere utile l’applicazione di un impacco ghiacciato compressivo non a contatto diretto ma con interposizione di un telo sterile e la somministrazione di analgesici per os. Se l’ematoma è di grandi dimensioni, molto teso e tendente alla crescita è consigliabile l’incisione della parete vaginale , lo svuotamento ed il drenaggio in anestesia generale. Generalmente non è riconoscibile la precisa sede vascolare di origine del sanguinamento quindi la sutura in continua o a punti staccati con gugliate profonde ed coinvolgenti l’apice della eventuale episiotomia sarà di tipo compressivo o “ en bloc “. E’ anche consigliabile lasciare per 12-24 ore un drenaggio in aspirazione ed un tamponamento vaginale con apposito pallone monouso ( Vagistop) se disponibile ( fig 1 ) o garza lunga ( evitare sempre di utilizzare garze singole e piccole in vagina per il rischio di garzomi ) . I drenaggi maggiormente utilizzati sono: il Penrose ( passivo ) di silicone che sfrutta la capillarità e la gravità per evacuare il sangue residuo oppure il Redon rotondo in PVC che è collegabile ad un sistema di aspirazione ( soffietto, sistema attivo ) Fig 1 . Vagistop pallone compressivo vaginale La profilassi antibiotica intraoperatoria con cefalosporine monodose è consigliata. EMATOMI A SVILUPPO NEL LEGAMENTO LARGO E NEL RETROPERITONEO Gli ematomi a sviluppo sopra il piano degli elevatori ed a carico prevalentemente del legamento largo sono di più difficile e tardivo riconoscimento e si possono estendere eccezionalmente nel retroperitoneo fino a raggiungere la loggia renale. L’ecografia combinata transvaginale e addominale consente di determinarne la localizzazione e le dimensioni e l’eventuale accrescimento nel tempo. Talvolta puo' essere indicata la Risonanza Magnetica. Poiché il trattamento chirurgico richiede una laparotomia ed è assai improbabile che si possa riconoscere l’esatto punto di sanguinamento, nella maggior parte dei casi è consigliabile un trattamento conservativo con attento monitoraggio dell’estensione e delle dimensioni nel tempo e ,se necessario , si ricorrerà a emotrasfusioni ed alla somministrazione di acido tranexamico . Se l’ematoma del legamento largo è di grandi dimensioni e soprattutto se è in crescita con segni di shock emorragico o addirittura di emoperitoneo è mandatorio procedere in urgenza ad una laparotomia che deve essere eseguita da un operatore esperto in chirurgia pelvica e del retroperitoneo sia per evitare lesioni ureterali sia per procedere ad una legatura dell’arteria ipogastrica se indicato. Se ogni intervento chirurgico emostatico pelvico non dovesse risultare efficace ed il sanguinamento non controllabile chirurgicamente può essere presa in considerazione la somministrazione di fattore VII ricombinante attivato oppure eccezionalmente un tamponamento compressivo pelvico che va rimosso con relaparotomia dopo 48 – 36 ore . Qualora si disponga di un servizio di radiologia interventista di rapida attivazione il riconoscimento e l’embolizzazione dei vasi sanguinanti può con successo sostituire una chirurgia complessa.
Fig. 2 Ematoma genitopuerperale.
BIBLIOGRAFIA Ridgway LE Puerperal emergency .Vaginal and vulvar hematomas . Obstet Gynecol Clin North Am 1955; 22: 275-82 Villella J,Garry D, Levine G, Glanz S., Figueroa R. , Maulik D., Postpartum angiographic embolization for vulvovaginal hematoma. A report of two cases. J Reprod Med 2001; 46:65-7