Chirurgia Laparoscopica Del Fegato-1
Chirurgia Laparoscopica Del Fegato-1
Chirurgia Laparoscopica Del Fegato-1
INDICAZIONI E CONTROINDICAZIONI
TECNICA
Tale disposizione può variare in base alla posizione della lesione e all’esperienza del
chirurgo. Gli accessi A-B-C devono essere di 10 mm per consentire la visione del fegato da
varie angolazioni. Ulteriori trocars (uno o due) possono essere inseriti al bisogno o per
consentire un approccio “a quattro mani” (four-handed approach). Con tale tecnica il primo
chirurgo utilizza il bisturi ad ultrasuoni, mentre l’aiuto lega e coagula i vasi intraepatici.
Al termine della resezione, il pezzo operatorio viene posto entro un sacchetto (endobag,
figura) che ne consente l’estrazione senza danneggiamenti. L’estrazione del pezzo
Clinica di Chirurgia dei Trapianti – Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti – Ancona
Via Conca 71 - Torrette - www.ospedaliriuniti.marche.it - Tel. 071-5965727
LAPAROSCOPIA DIAGNOSTICA
Un altro esempio di utilità della laparoscopia diagnostica sono i tumori della colecisti
in pazienti anziani, nei quali la diagnostica per immagini preoperatoria non è in grado di
precisare il coinvolgimento parenchimale epatico. La laparoscopia diagnostica può in questi
casi modificare la strategia chirurgica da radicale a palliativa od escludere l’intervento
chirurgico nei casi particolarmente avanzati. La procedura diagnostica prevede
l’inserimento di una videocamera con accesso peri-ombelicale ed un altro accesso per
l’esecuzione della biopsia. L’ecografia in corso di laparoscopia risulta indispensabile per
evidenziare lesioni epatiche profonde e per mostrare i rapporti con i dotti biliari e le
strutture vascolari quali le vene epatiche.
BIOPSIA EPATICA
Le biopsie del fegato o di noduli del fegato vengono routinariamente eseguite per via
transparietale sotto guida ecografica senza necessità della visione diretta chirurgica diretta
né con tecnica laparoscopica. Esistono però delle condizioni particolari del paziente o della
malattia epatica per cui non è possibile eseguire una biopsia al fegato per via percutanea.
Queste condizioni sono principalmente:
-) La lesione da sottoporre a biopsia si trova in prossimità di grossi vasi (vena cava, vene
sovraepatiche, vena porta) per cui la procedura risulterebbe a elevato rischio di
sanguinamento
-) La lesione da sottoporre a biopsia si trova in posizione non agevole, per cui difficilmente
raggiungibile con il tradizionale ago da biopsia o con rischio di perforare organi addominali
o il polmone
-) Lo stato di scoagulazione grave del paziente (es. in caso di cirrosi epatica) rende la
biopsia ad elevato rischio di sanguinamento
In tali situazioni si può rendere utile l’esecuzione di una biospia epatica per via
laparoscopica, per mezzo della quale si minimizzano i rischi di complicanze della biopsia
epatica laparoscopica e si possono meglio trattare gli eventuali sanguinamenti sopravvenuti.
Per via laparoscopica si può inoltre eseguire una biopsia a cuneo del fegato di maggiori
dimensioni rispetto all’agobiopsia e quindi con maggiore garanzia diagnostica.
FENESTRAZIONE CISTI
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Vengono normalmente utilizzati 4 accessi. La resezione inizia con una incisione sulla
capsula glissoniana a circa 2 cm dalla lesione. Si procede quindi alla dissezione in
profondità utilizzando il bisturi ad ultrasuoni. A volte un quinto trocar si rende utile per
spostare la lesione da resecare, in modo da creare uno scalino che consente di utilizzare
l’uncino, le forbici coagulanti o un irrigatore-aspiratore che può fungere anche da retrattore.
Vengono utilizzate clip per sezionare le strutture maggiori. Per resezioni wedge minori, non
sono usualmente utilizzati drenaggi addominali.