Rig 2004 1 014
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Giovanni Calabresi*
Sommario
Depositi argillosi di diversa origine ed età, e con storie geologiche complesse, sono molto diffusi in Italia e pongono
numerosi problemi di ingegneria geotecnica legati alla loro natura e alle loro proprietà meccaniche. Negli ultimi decenni,
la comunità dei ricercatori italiani di geotecnica ha ottenuto molti importanti risultati, contribuendo significativamente allo
stato attuale delle conoscenze. Questo lavoro è dedicato al comportamento dei terreni argillosi consistenti ed è diviso in
due parti. Nella prima parte è riportata una sintesi del comportamento meccanico dei terreni argillosi consistenti, ponendo
in evidenza i principali risultati sperimentali ottenuti in Italia, ed in particolare presso il Laboratorio Geotecnico dell’Uni-
versità di Roma La Sapienza. Sono così trattati i pionieristici lavori degli anni ’60 riguardanti la verifica sperimentale della
teoria dello stato critico per miscele di terre argillose naturali, le prove effettuate per valutare gli effetti delle discontinuità
sulla resistenza al taglio, le ricerche sugli effetti dei processi di rigonfiamento, alterazione e destrutturazione sulle proprietà
meccaniche e infine gli studi più recenti sulla localizzazione delle deformazioni e sulla rigidezza a piccole deformazioni.
Nella seconda parte sono descritte alcune opere in vera grandezza che hanno interessato depositi argillosi consistenti, cer-
cando di trarre conclusioni di carattere generale dall’osservazione del loro comportamento. I casi trattati sono divisi in fon-
dazioni, superficiali e profonde, scavi e gallerie, pendii naturali e fronti di scavo. Infine, è descritto il comportamento os-
servato e gli studi condotti per molti anni sul Duomo di Pienza, opera monumentale di particolare pregio, fondata su de-
positi consistenti. Dai risultati presentati risalta la particolare importanza del contributo italiano allo stato delle conoscenze
sul comportamento delle argille consistenti e i limiti derivanti dalla difficoltà nel portare in conto l’effetto delle disconti-
nuità sul comportamento di insieme del deposito.
Fig. 1 – Argilla di Pietrafitta: (a) sezione orizzontale; (b) sezione verticale [SCIOTTI, 1992].
Fig. 1 – Pietrafitta clay: (a) horizontal section; (b) vertical section [SCIOTTI, 1992].
Fig. 2 – Argilla di Todi: (a) sezione orizzontale; (b) sezione verticale [SCIOTTI, 1992].
Fig. 2 – Todi clay: (a) horizontal section; (b) vertical section [SCIOTTI, 1992].
Fig. 3 – Argilla di Vallericca: (a) sezione orizzontale; (b) sezione verticale [SCIOTTI, 1992].
Fig. 3 – Vallericca clay: (a) horizontal section; (b) vertical section [SCIOTTI, 1992].
BURLAND, 1968], che con strumentazioni sempre più progressi conseguiti nella ricerca sperimentale sulle
sofisticate e apparecchiature originali, svincolate caratteristiche meccaniche delle miscele argillose e
dalle limitazioni di schemi tradizionali e di stati di nella loro sistemazione teorica nella meccanica dei
sforzo assialsimmetrici, e con le prime applicazioni solidi hanno portato a definire un quadro di riferi-
del controllo automatico nella conduzione degli mento per gli studi successivi e un’interpretazione
esperimenti, hanno portato S CHOFIELD e W ROTH razionale, termodinamicamente corretta, del com-
[1968] a definire la Teoria dello Stato Critico, alla portamento osservato.
base dei modelli costitutivi oggi generalmente adot- I terreni coerenti naturali sono però ben diversi
tati (Fig. 4a-b). da una miscela omogenea di caolino, anche se i ca-
Queste ricerche e le teorie cui hanno dato ori- ratteri fondamentali del comportamento meccanico
gine riguardano terre argillose pure, o quasi, in uno e reologico sono sostanzialmente simili. Perciò, no-
stato iniziale prodotto artificialmente. Infatti, il ma- nostante i grandi progressi compiuti negli anni ’60
teriale utilizzato a Cambridge per le sistematiche ri- nella conoscenza della meccanica delle argille, il
cerche sul comportamento meccanico delle argille comportamento dei terreni naturali restava, ed è
era il caolino, fornito in polvere omogenea dall’in- tuttora per molti aspetti, insufficientemente defi-
dustria ceramica, miscelato con acqua distillata. Il nito.
caolino ha un comportamento mediamente plastico Intanto è chiaro che occorre tener conto degli
ed è poco viscoso: un materiale ideale per verificare effetti della composizione granulometrica e minera-
sperimentalmente le ipotesi di comportamento pla- logica. I terreni coerenti naturali sono costituiti
stico incrudente, trascurando la viscosità. I grandi sempre da una miscela di granuli inerti ed attivi, la
cui natura, tanto diversa, influenza sostanzialmente
il comportamento meccanico. È dunque evidente
che le sostanziali differenze di comportamento mec-
canico che esistono tra un’argilla e una sabbia pura
si possono rilevare, attenuate, tra un’argilla legger-
mente limosa e un limo argilloso.
Fig. 5 – (a) Percorsi tensionali di prove non drenate e se- In un terreno argilloso la più importante causa
zione della superficie limite da prove drenate; (b) Percorsi di distinzione nelle proprietà fisico-meccaniche tra
tensionali di prove drenate e non drenate e curva di com- lo stato naturale e quello ricostituito in laboratorio è
pressione isotropa [CALABRESI, 1965]. la “storia” del materiale naturale, deducibile solo
Fig. 5 – (a) Undrained stress paths and yield surface obtained approssimativamente dalla geologia, e non riprodu-
from drained tests; (b) Isotropic compression line and triaxial cibile sperimentalmente. Evidentemente, non sem-
stress paths in the w – log p’ plane [CALABRESI, 1965].
bra possibile ottenere in laboratorio gli effetti pro-
dotti dal tempo sulle microstrutture delle argille, si-
lati di stabilità di Drucker-Prager. La Fig. 7 mostra mulando la sequenza di stati tensionali che si è svi-
i vettori di incremento delle deformazioni plastiche luppata alla scala dei tempi geologici ed è stata ac-
per percorsi tensionali drenati. compagnata da variazioni, di condizioni ambientali,
Il rapporto diretto esistente tra i parametri che soprattutto termiche e chimiche, e di composizione
definiscono il modello di Stato Critico e i limiti di dei fluidi interstiziali, conosciute solo vagamente.
consistenza, dipendenti dalla composizione granulo- A causa dei legami interparticellari e delle inte-
metrica e mineralogica, è un punto di forza della te- razioni tra granuli di minerali argillosi e l’acqua in-
oria proposta a Cambridge (Fig. 8). In linea di prin- terstiziale, gli effetti indotti nella microstruttura da
cipio, sarebbe possibile descrivere quantitativamente una variazione dello stato tensionale sono in gran
il comportamento meccanico di un terreno argilloso parte irreversibili e ne determinano il comporta-
con la sola conoscenza delle proprietà indice, se que- mento successivo. Si dice perciò che un aspetto fon-
sto non fosse influenzato sostanzialmente dall’ori- damentale del comportamento meccanico dei ter-
gine e dalla storia del deposito. Perciò la ricerca spe- reni argillosi è la loro capacità di memorizzare gli
rimentale, non soltanto in Italia, si è indirizzata allo stati tensionali e deformativi sperimentati.
Fig. 6 – (a) Schema dell’apparecchiatura di prova; (b) Apparecchiatura di carico continuo [CALABRESI, 1967].
Fig. 6 – (a) Scheme of testing apparatus; (b) Apparatus for constant rate of loading tests [CALABRESI, 1967].
e – e*100
Iv =
Cc*
dove e100* e Cc* sono l’indice dei vuoti per σ′v = 100
kPa e l’indice di compressibilità intrinseci, cioè rela-
tivi alla curva di compressione del materiale ricosti-
tuito.
Nella Fig. 10 sono mostrate le curve di Com- tificata dai rapporti tra le diverse grandezze che de-
pressione per Sedimentazione (SCL) e di Compres- scrivono la curva di compressione dei campioni in-
sione Intrinseca (ICL) individuate da B URLAND disturbati e di quelli ricostituiti. Ad esempio, il rap-
[1990]; la prima descrive lo stato di depositi argillosi porto tra la tensione di snervamento del terreno na-
normalmente consolidati dalle tensioni litostatiche; turale e la tensione verticale efficace misurata sulla
la seconda è la curva di compressione vergine di ar- ICL in corrispondenza dell’indice dei vuoti allo
gille ricostituite, ricavata da prove su campioni di snervamento (σ’vy/ σ*ve), il rapporto tra gli indici di
argille rimaneggiate e consolidate a partire da un compressibilità del terreno naturale e di quello rico-
indice di porosità molto elevato. stituito (Cc/Cc*) e il rapporto tra gli indici di rigon-
La Fig. 11 mostra le curve di compressione edo-
metrica di campioni indisturbati delle argille di
Todi, Vallericca, Pietrafitta e Corinto [BURLAND et
al., 1996]. Le curve di compressione edometrica
mostrano che il punto corrispondente allo snerva-
mento cade a destra della ICL: lo snervamento cioè
avviene per pressioni maggiori di quelle individuate
dalle curve di compressione intrinseca in virtù della
maggiore stabilità conferita alla microstruttura
dalla deposizione naturale. L’influenza della strut-
tura naturale sulla compressibilità può essere quan-
Pietrafitta 1.440 0.523 0.118 1.132 0.81 0.130 2.74 1.55 0.91
Vallericca 1.105 0.405 0.085 0.773 0.40 0.080 2.47 1.00 1.06
Corinto 0.681 0.142 0.022 0.600 0.22 0.019 5.79 1.55 1.16
fiamento del terreno ricostituito e di quello naturale equilibrio può essere dell’ordine di alcuni decenni.
(Cs*/Cs). Legami interparticellari forti comportano Sull’argomento, sono ben noti gli studi eseguiti da
valori di σ’vy/ σ*ve > 5 e di Cs*/Cs >2; a microstrut- Skempton negli anni ’60-’70 [1964; 1970; 1977]
ture stabili corrisponde invece un rapporto Cc/Cc* sulla progressiva perdita di equilibrio di trincee fer-
♠ 1. I valori assunti dai rapporti summenzionati roviarie nell’argilla di Londra, realizzate all’inizio
per le tre argille sono indicativi di legami interpar- del secolo, fenomeno attribuito a una lenta equaliz-
ticelari deboli, sebbene l’argilla di Vallericca sia ca- zazione delle pressioni interstiziali [VAUGHAN e WAL-
ratterizzata dal più alto valore del rapporto Cs*/Cs, e BANCKE, 1973].
da microstrutture stabili (Tab. I). La Fig. 12 mostra Una forte riduzione della tensione efficace pro-
le curve di compressione edometrica ottenute su duce, con il rigonfiamento, una destrutturazione
campioni dell’argilla di Todi fatti preventivamente delle argille consistenti. Allo stato attuale non è pie-
rigonfiare per tempi prolungati secondo diverse namente conosciuta l’influenza delle condizioni chi-
modalità [RAMPELLO, 1989]. Gli indici di rigonfia- miche sullo stato finale raggiunto e sulla velocità di
mento delle diverse curve sono simili tra loro e pros- evoluzione del processo. Natura e quantità degli
simi a Cs*, confermando che i legami interparticel- ioni presenti nell’acqua assumono un ruolo fonda-
lari sono deboli e che le differenze tra l’argilla natu- mentale. DI MAIO [1996; 1996b] e DI MAIO e ONO-
rale e quella ricostituita sono dovute essenzialmente RATI [2000], riprendendo e sviluppando linee di ri-
ad una differente disposizione tra le particelle. cerca antiche e consolidate [SCOTT, 1963; MITCHELL,
Un campione di argilla sovraconsolidata, posto 1976], con nuove esperienze e metodologie, ha
in edometro a prolungato contatto con acqua, con
bassi valori dello sforzo applicato, rigonfia sensibil-
mente (Fig. 13). A causa della bassissima permeabi-
lità delle argille il rigonfiamento avviene molto len-
tamente. In natura, il tempo necessario perché
dopo una riduzione degli sforzi applicati una massa
di grandi dimensioni raggiunga nuove condizioni di
Fig. 15 – Argilla di Todi: relazione tra S e UIB in (a) condizioni edometriche e (b) in condizioni isotrope [DESIDERI e RAM-
PELLO, 1994].
Fig. 15 – Todi clay: relationship between S and UIB under (a) one-dimensional and (b) isotropic conditions [DESIDERI and RAMPELLO, 1994].
terstiziali; al contrario, se Cvs è ottenuto da misure sistenza non drenata e la pressione media efficace,
di pressione interstiziale, gli spostamenti misurati Cu/p′0 (Fig. 17). Per campioni ricostituiti e normal-
evolvono più lentamente di quanto previsto dalla mente consolidati il rapporto Cu/p′0 è costante; nella
teoria [DESIDERI e RAMPELLO, 1994]. È stato anche Figura, sono indicate le regressioni relative a cam-
osservato che la differenza tra osservazioni e previ- pioni indisturbati e campioni sottoposti a processi
sioni aumenta al crescere del grado di sovraconso- di rigonfiamento ed alterazione di entità crescente.
lidazione [RAMPELLO e VIGGIANI, 1994]. DESIDERI e Si osserva che tali processi producono, a parità di
RAMPELLO [1994] hanno mostrato che queste diffe- contenuto d’acqua a rottura, una riduzione del rap-
renze non sono giustificabili con la non linearità porto Cu/p′0, senza comunque raggiungere le condi-
del legame costitutivo, o con le variazioni del coef- zioni di completo rimaneggiamento relative ai cam-
ficiente di permeabilità e neppure con l’influenza pioni ricostituiti e normalmente consolidati.
del peso proprio o lo sviluppo di deformazioni fi- È stato anche osservato che, a seguito dei pro-
nite. Infatti, l’ipotesi di legame costitutivo indipen- cessi di rigonfiamento ed alterazione, si ha una ri-
dente dal tempo implica un legame univoco tra va- duzione significativa della coesione efficace c′, fino
riazioni di pressioni interstiziali e spostamenti, con al 70%, ma piccole variazioni dell’angolo di resi-
S sempre maggiore di UIB. Per descrivere il com- stenza al taglio ϕ’ (Figg. 18-19) La diminuzione di
portamento osservato sperimentalmente è perciò coesione efficace si può essenzialmente attribuire
necessario assumere la viscosità strutturale. In ri- all’incremento di contenuto in acqua prodotto dai
gonfiamento, i fenomeni di natura viscosa giocano processi summenzionati [Calabresi e S CARPELLI ,
un ruolo più importante che in consolidazione, 1985; RAMPELLO, 1989].
tanto più rilevante quanto più elevato è il grado di
sovraconsolidazione (Fig. 16).
Il rigonfiamento dei terreni argillosi consi- 2.3. Resistenza al taglio ed effetto delle macrostrutture
stenti, con la conseguente alterazione di caratteri
essenziali del loro comportamento meccanico, par- I depositi di argille consistenti e sovraconsoli-
ticolarmente in termini di resistenza, deformabi- date sono in genere interessati dalla presenza di
lità, fragilità, resta per molti aspetti poco cono- macrostrutture che possono influenzarne significa-
sciuto ed è tuttora un argomento di ricerca di rile- tivamente il comportamento meccanico. Per acqui-
vante interesse. sire una migliore conoscenza dei caratteri macro-
Nella ricerca sperimentale eseguita a Roma, i strutturali dei terreni argillosi naturali occorre cam-
processi di rigonfiamento ed alterazione sono stati biare campo di osservazione e spostarsi dal labora-
simulati in laboratorio cercando procedure che per- torio alla campagna.
mettessero di ottenere incrementi di contenuto BISHOP et al. [1965] e MARSLAND [1971a] hanno
d’acqua confrontabili con le osservazione effettuate svolto estese ricerche sperimentali sulla resistenza
in sito su strati superficiali alterati [RAMPELLO, 1989]. dell’argilla di Londra, mettendo chiaramente in evi-
Nel rigonfiamento, la perdita di resistenza non dre- denza la significativa influenza delle dimensioni del
nata può raggiungere il 95% ed è accompagnata da campione sul valore della coesione non drenata Cu:
un aumento delle deformazioni a rottura e da una
riduzione della fragilità. L’influenza dei processi di
rigonfiamento sulla resistenza non drenata si può
mettere in evidenza diagrammando il contenuto
d’acqua a rottura in funzione del rapporto tra la re-
nelle prove di compressione triassiale, al crescere comportamento meccanico sono iniziate negli anni
delle dimensioni dei campioni, diminuiscono il va- ’70 [ESU, 1966; ESU et al., 1971; D’ELIA, 1973; ESU e
lore della resistenza non drenata e la dispersione dei D’ELIA, 1976] approfittando della circostanza che
risultati (Fig. 20). L’osservazione si può spiegare se si l’Enel, per la coltivazione della miniera di lignite a
suppone che nell’argilla siano presenti microfessure, cielo aperto di S. Barbara, stava procedendo
superfici di discontinuità o di intrinseca debolezza all’escavazione della copertura sterile del giaci-
non rilevabili visivamente, ad una distanza confron- mento, formata dall’argilla plio-pleistocenica di ori-
tabile con le dimensioni dei campioni in prova. gine lacustre del bacino della Valdarno, per uno
In Italia, le ricerche sulle macrostrutture pre- spessore di oltre 110 m. L’argilla di S. Barbara è
senti nei terreni argillosi e sulla loro influenza sul stata sovraconsolidata da successivi depositi, preva-
Fig. 20 – Argilla di Londra: influenza del rapporto tra dimensioni dei campioni e spaziatura delle fessure sulla resistenza
al taglio [MARSLAND, 1971a].
Fig. 20 – London clay: influence of the ratio of sample size to the fissure spacing on the strength measured in laboratory tests [MARSLAND,
1971a].
quota (m s .l.m.)
mensioni del campione in prova (Fig. 21). Si può 180
supporre che le microfessure, che generalmente di-
vengono visibili dopo essiccamento, siano state ge-
nerate dagli stati tensionali derivanti dalla consoli-
dazione, o da fenomeni diagenetici o epigenetici.
Non è chiaro se, e in che misura, esse siano collegate
al sistema di giunti e discontinuità macrostrutturali 160
che hanno prodotto la suddivisione della massa ar-
gillosa in blocchi di dimensioni decimetriche.
Comunque, dalle ricerche sulla coesione non
drenata delle argille consistenti emerge chiara-
mente il limitato grado di affidabilità di questa 140
grandezza. Da tempo si è giustamente osservato che
la coesione non-drenata deve considerarsi una ri-
sposta del materiale alle sollecitazioni applicate, e
non una proprietà meccanica, in quanto si tratta,
come è ben noto, di una grandezza dipendente da-
gli stati tensionali applicati e la sua misura è forte- 120
mente influenzata dalle condizioni sperimentali.
Tuttavia in molti problemi applicativi, per l’indeter-
700
minatezza delle pressioni interstiziali prodotte da
una rapida o complessa variazione degli sforzi ap-
plicati, non è possibile trovare soluzioni razionali in
termini di tensioni efficaci. Essendo dunque inevita-
bile riferirsi alla coesione non drenata, è essenziale 600
C u (kP a )
guite su campioni rappresentativi del comporta- blocchi di grosse dimensioni in grande quantità e
mento d’insieme del deposito, e quindi di dimen- dove i fronti di scavo continuamente rinnovati per-
sioni tali da contenere un numero statisticamente si- mettevano di rilevare i caratteri macrostrutturali e
gnificativo di discontinuità. Tuttavia, nelle applica- di studiare il comportamento di terreni argillosi
zioni correnti, si ricorre di norma a prove di strutturalmente complessi. Sono così divenute og-
laboratorio su campioni di piccole dimensioni getto di sistematici studi le argille di Todi, di Pietra-
(φ = 38 mm). In questi casi, la presenza di disconti- fitta, di Vallericca.
nuità produce una elevata dispersione delle misure Gli effetti delle macrostrutture sui parametri di
(Fig. 22), e il valore operativo della resistenza non resistenza in termini di tensioni efficaci si sono stu-
drenata dovrebbe essere scelto come il limite infe- diati per oltre due decenni, a partire dalla metà de-
riore delle misure sperimentali. gli anni ’70. Il comportamento osservato sperimen-
Le ricerche su S. Barbara si sono poi estese ad talmente mostra immediatamente la grande fragi-
altri depositi argillosi sovraconsolidati dell’Italia lità delle argille consistenti. In prove di taglio di-
Centrale, sufficientemente omogenei, geologica- retto lo spostamento relativo a rottura è dell’ordine
mente recenti (Pliocene, Pleistocene), di origine la- di pochi millimetri (Fig. 23). Il picco della tensione
custre o marina, dove miniere o cave offrivano la tangenziale media sulla superficie di rottura è se-
possibilità di prelevare ripetutamente materiale in guito da un’immediata e sostanziale riduzione della
Fig. 22 – Argilla di Londra: confronto tra valori di resistenza non drenata ottenuti da prove di carico su piastra (D = 865
mm) e valori misurati in laboratorio su campioni di (a) 98 mm e (b) 38 mm di diametro [MARSLAND, 1974].
Fig. 22 – London clay: comparison between values of undrained strength back-analysed from 865 mm dia. plate loading tests and Cu
values from laboratory tests on (a) 98 mm dia. and (b) 38 mm dia. specimens [MARSLAND, 1974].
stenza successiva al picco corrisponda alla rottura Fig. 24 – Shear strength along the joints compared with peak
dei legami interparticellari sulla superficie di rot- and residual strengths: (a) S. Barbara clay [CALABRESI and
MANFREDINI, 1973]; (b) Todi clay [CALABRESI, 1980].
tura con la conseguente perdita della coesione [CA-
LABRESI, 1980]. Infatti, se si esaminano gli stati ten-
sionali che seguono immediatamente la caduta di tando le prove triassiali in questi termini, si è osser-
resistenza (condizioni di post-picco), si rileva che vato che la resistenza sulla superficie di rottura de-
essi rappresentano con buona approssimazione le cresce rapidamente ad un valore all’incirca co-
condizioni di iniziale scorrimento lungo superfici di stante per uno scorrimento relativo di pochi
discontinuità preesistenti, quali i giunti di deposi- millimetri, definendo la resistenza di post-picco
zione (Fig. 24). (Fig. 25). Anche per l’argilla di Londra ad Ashford
Nelle prove triassiali la rottura avviene per con- Common, è stato osservato che la resistenza al ta-
centrazione (o localizzazione) delle deformazioni glio di campioni contenenti fessure pre-esistenti è
in una regione limitata del campione sollecitato, prossima all’inviluppo di post-picco, dando con-
con la formazione di una banda di scorrimento o di ferma delle ipotesi formulate precedentemente
una vera e propria superficie di rottura; nelle con- [CALABRESI, 1980].
dizioni di post-picco si verifica uno scorrimento re- La ricerca sperimentale eseguita negli ultimi
lativo tra le porzioni del campione separate dalla anni a Roma in collaborazione con l’Imperial Col-
superficie di rottura. Il comportamento post-picco lege su quattro depositi di argille consistenti ha
dovrebbe quindi essere descritto in termini di ten- mostrato che l’inviluppo di resistenza di post-picco
sione tangenziale sul piano di rottura e di scorri- è prossimo all’inviluppo di resistenza dei corri-
mento relativo tra le due parti intatte. Interpre- spondenti campioni ricostituiti e normalmente
consolidati (Fig. 26) [BURLAND et al., 1996]. La resi- 2.4. Localizzazione delle deformazioni
stenza di post picco può quindi essere ottenuta in
maniera relativamente agevole da prove su terreno La rottura fragile, con una caduta di resistenza
ricostituito. che può superare il 90% dello sforzo massimo, costi-
La resistenza di post-picco può essere utilizzata tuisce un aspetto fondamentale del comportamento
meccanico delle argille consistenti e pone problemi
per l’analisi di numerosi problemi di stabilità in ar-
di notevole importanza, tanto sotto il profilo teo-
gille consistenti. Ad esempio, le tensioni efficaci li-
rico, quanto sotto quello applicativo.
tostatiche ricavate da BISHOP et al. [1965] sono con-
La caduta di resistenza determinata dal com-
gruenti con l’ipotesi che durante i processi di scarico portamento fragile è associata a uno stato di defor-
per erosione e la formazione di fessure si sia mobi- mazione fortemente disomogeneo, caratterizzato
litata la resistenza di post-picco. Infatti, la resistenza dalla progressiva localizzazione delle deformazioni
operativa dedotta da analisi a ritroso di frane di in una zona (o banda) di piccolo spessore, o dalla
primo scorrimento nell’argilla di Londra [SKEMP- formazione e propagazione di vere e proprie super-
TON, 1970] è prossima a quella di post-picco. Si è in- fici di discontinuità.
fine osservato che la resistenza non drenata opera- Com’è noto, la determinazione delle sollecita-
tiva di un deposito argilloso fessurato è prossima zioni che inducono la formazione di una superficie
alla resistenza di post-picco e deriva da una combi- di rottura e la previsione della sua propagazione in
nazione della presenza di fessure e della rottura un materiale fragile costituiscono un difficile pro-
progressiva legata al comportamento fragile del blema (teorico e computazionale) di meccanica dei
materiale [BURLAND, 1990]. solidi, non soltanto di meccanica delle terre. Le dif-
ficoltà aumentano evidentemente quando si studia
il comportamento di un materiale naturale, non
omogeneo né isotropo.
Lo studio dei fenomeni di localizzazione delle
deformazioni è relativamente recente, e le cono-
scenze sull’argomento sono tuttora in corso di evo-
luzione. L’analisi teorica è particolarmente com-
plessa nel caso dei terreni consistenti, che costitui-
scono una classe di confine tra rocce sciolte e lapi- glio in terreni argillosi. In particolare, l’impiego di
dee. A trenta anni esatti dal pionieristico lavoro di trasduttori di spostamento locali e di trasduttori di
PALMER e RICE [1973], nel quale si proponeva di as- pressione interstiziale miniaturizzati applicati local-
similare la rottura progressiva nelle argille sovra- mente ha consentito di individuare degli indicatori
consolidate alla propagazione per taglio di una su- della formazione e dello sviluppo delle bande di ta-
perficie di frattura, si deve rilevare che tanto glio in prove di compressione triassiale [CALABRESI et
nell’ambito della meccanica del continuo [VARDOU- al., 1990; RAMPELLO, 1991; VIGGIANI et al., 1993a] e in
LAKIS e SULEM, 1995], quanto in quello della mecca- prove di compressione in condizioni di deforma-
nica della frattura [SCAVIA, 1995], non si è ancora zione piana [VIGGIANI et al., 1993b; VIGGIANI, 1994;
pervenuti a modelli completamente soddisfacenti di VIGGIANI et al., 1995]. La Fig. 27 mostra l’individua-
interpretazione del fenomeno. zione delle condizioni di localizzazione in una prova
Anche grazie al lavoro dei ricercatori del triassiale consolidata non drenata eseguita sull’ar-
gruppo di Roma, nell’ultimo decennio si sono com- gilla di Todi; gli indicatori adoperati sono due in-
piuti significativi progressi nell’osservazione speri- dici di omogeneità della deformazione, derivati
mentale della formazione e sviluppo di bande di ta- dalle misure interne di spostamento, e la differenza
Fig. 27 – Argilla di Todi: relazioni tensioni-deformazioni, differenza di pressione interstiziale e indici di omogeneità delle
deformazioni per una prova di compressione triassiale non drenata [CALABRESI et al., 1990].
Fig. 27 – Todi clay: stress-strain response, pore water pressure difference and strain homogeneity indexes for an undrained triaxial
compression test [CALABRESI et al., 1990].
fra le pressioni interstiziali misurata alla base ed a tipo stereofotogrammetrico (Fig. 29a), sia basate
metà altezza del provino. Analogamente, per l’ar- sulla correlazione di immagini digitali (Fig. 29b).
gilla di Vallericca sollecitata in condizioni di defor- Interessanti osservazioni sul fenomeno della localiz-
mazione piana, l’inizio della localizzazione e il com- zazione delle deformazioni nelle argille consistenti
pleto sviluppo di una superficie di discontinuità sono state anche eseguite avvalendosi delle mo-
possono valutarsi dalla misura locale delle deforma- derne tecniche di tomografia computerizzata (X-ray
zioni in direzione parallela al piano di deforma- CT). In questo caso, è possibile effettuare un’intera
zione e dalla misura dello spostamento laterale scansione del provino nel corso di una prova di
della porzione inferiore del provino, che poggia su compressione triassiale. A partire da dati tomogra-
un carrello libero di subire spostamenti laterali nel fici, è possibile ricostruire immagini come quella di
piano di deformazione (Fig. 28). Fig. 30.
Più recentemente, lo sviluppo delle bande di ta-
glio in un campione di argilla sottoposto a compres-
sione in condizioni di deformazione piana è stato 2.5. Resistenza al taglio ed effetto delle microstruttura
analizzato in dettaglio mediante tecniche di misura
di campo degli spostamenti e, per successiva La resistenza di picco delle argille consistenti e
interpolazione e derivazione spaziale, delle defor- sovraconsolidate appare fortemente dipendente dai
mazioni. La Fig. 29 mostra alcuni risultati ottenuti legami interparticellari formatisi durante la deposi-
per l’argilla di Beaucaire utilizzando tecniche sia di zione e gli eventi geologici successivi. L’influenza
Fig. 28 – Argilla di Vallericca: curva carico spostamento e uniformità delle deformazioni per una prova di compressione
piana non drenata [VIGGIANI et al. 1993b].
Fig. 28 – Vallericca clay: load-displacement curve and uniformity of deformations for an undrained plane strain compression test
[VIGGIANI et al., 1993b].
Fig. 29 – Argilla di Beaucaire: osservazione della localizzazione delle deformazioni mediante (a) tecniche di tipo stereofo-
togrammetrico, o (b) basate su correlazione di immagini digitali [VIGGIANI, 2003].
Fig. 29 – Beaucaire clay: observation of strain localisation (a) using stereophotogrammetric procedures or (b) correlating digital images
[VIGGIANI, 2003].
della microstruttura naturale sulla resistenza al ta- forti legami che si sono sviluppati tra le particelle
glio è stata studiata riproducendo in laboratorio, su argillose. La distanza tra i due inviluppi normaliz-
terreni ricostituiti, i processi di sovraconsolidazione zati è una misura degli effetti microstrutturali sulla
e confrontando la resistenza osservata con quella resistenza al taglio. BURLAND et al. [1996] hanno pro-
dei corrispondenti terreni naturali. La differenza posto di quantificare questa differenza mediante
tra gli inviluppi a rottura del terreno naturale e di due indici: il rapporto x/x* tra le intercette norma-
quello ricostituito si può attribuire al diverso valore lizzate di coesione e il rapporto T fra i valori della
dell’indice dei vuoti (a parità di stato tensionale), e resistenza normalizzati in corrispondenza delle con-
a differenze microstrutturali, sia in termini di le- dizioni di stato critico per il terreno ricostituito. I va-
gami interparticellari, sia in termini di mutua dispo- lori maggiori dei due indici si osservano per le due
sizione tra le particelle. Per evidenziare le diffe- argille di origine marina (Vallericca e Corinto),
renze microstrutturali, è necessario eliminare gli ef- mentre la resistenza delle argille di origine lacustre
fetti di differenti porosità, normalizzando gli stati (Pietrafitta e Todi) è più simile a quella del corri-
tensionali rispetto alla tensione efficace equivalente, spondente terreno ricostituito (Tab. II).
letta sulla curva di compressione vergine del mate- L’applicazione di stati di sforzo sufficiente-
riale ricostituito, in corrispondenza dell’indice dei mente intensi a un terreno argilloso sovraconsoli-
vuoti a rottura. La Fig. 31 mostra questo confronto dato determina un danneggiamento, o una per-
per quattro depositi argillosi consistenti. In tutti i dita, dei legami interparticellari formatisi natural-
casi l’inviluppo normalizzato del terreno indistur- mente. Il progressivo danneggiamento microstrut-
bato si colloca in alto e a destra del corrispondente turale conferisce al terreno proprietà meccaniche
inviluppo per il terreno ricostituito a causa dei più prossime a quelle del terreno ricostituito artificial-
Fig. 30 – Argilla di Beaucaire: osservazione della localizzazione delle deformazioni mediante tecniche di tomografia com-
puterizzata [VIGGIANI et al., 2003].
Fig. 30 – Beaucaire clay: observation of strain localisation via X-ray micro tomography [VIGGIANI et al., 2004].
mente. In Fig. 32 sono rappresentati i percorsi ten- buon accordo tra il comportamento meccanico
sionali normalizzati seguiti dall’argilla di Valle- dell’argilla di Vallericca e quello descritto dal pro-
ricca dopo percorsi di consolidazione monodimen- prio modello costitutivo. L’introduzione di modelli
sionale spinti a pressioni medie (2.6 MPa) o elevate costitutivi di questo tipo in codici di calcolo agli ele-
(6.7 MPa) [AMOROSI, 1996; Amorosi e R AMPELLO, menti finiti permette di analizzare il comporta-
1998]. Il danneggiamento microstrutturale indotto mento di opere in vera grandezza tenendo conto
dalla consolidazione a pressioni elevate induce una degli effetti indotti dalla degradazione microstrut-
significativa riduzione della resistenza normaliz- turale [TAMAGNINI et al., 1999].
zata, pur senza produrre il completo rimaneggia-
mento del materiale. Nella Figura 33 si osserva che
2.6. Deformabilità
l’inviluppo normalizzato dei campioni parzial-
mente destrutturati durante la fase di compres- Poiché le argille sovraconsolidate sono terreni
sione a pressioni elevate si colloca in posizione in- poco compressibili, minore attenzione si era posta
termedia tra quello dei campioni intatti e quello in un primo tempo alla loro deformabilità, in parti-
dei campioni ricostituiti. colare a livelli tensionali lontani dagli stati di rottura
Negli ultimi anni sono stati proposti numerosi e corrispondenti alle condizioni di esercizio delle
modelli costitutivi in grado di descrivere l’effetto opere di ingegneria. Da tempo si è constatato che,
della microstruttura naturale sul comportamento assimilando il terreno ad un corpo linearmente ela-
meccanico di terreni argillosi consistenti. Per esem- stico e assumendo i moduli tangenti all’origine delle
pio, KAVVADAS e AMOROSI [2000] hanno ottenuto un curve tensioni-deformazioni ottenute nelle prove di
Fig. 31 – Inviluppi di resistenza di campioni intatti e ricostituiti di argille consistenti, normalizzati rispetto alla pressione
equivalente intrinseca: (a) argilla di Pietrafitta; (b) argilla di Todi; (c) argilla di Vallericca; (d) marna di Corinto [BURLAND
et al., 1996].
Fig. 31 – Intact and intrinsic strength envelopes normalised by the intrinsic equivalent pressure: (a) Pietrafitta clay; (b) Todi clay; (c)
Vallericca clay; (d) Corinth marl [BURLAND et al., 1996].
2.4
CAU - OCR=1
2.0
naturale CID - R=1.6-2.4
1.6
q/p*e
1.2
destrutturata
0.8
0.4
ricostituita
0.0
0.0 0.4 0.8 1.2 1.6 2.0 2.4
p'/p*e
Fig. 32 – Argilla di Vallericca: inviluppi di resistenza nor- Fig. 33 – Argilla di Vallericca: inviluppi di resistenza di
malizzati di campioni indisturbati e di campioni destrut- campioni intatti, destrutturati e ricostituiti, normalizzati
turati mediante compressione anisotropa a pressioni ele- rispetto alla pressione equivalente intrinseca [RAMPELLO e
vate [AMOROSI e RAMPELLO, 1998]. AMOROSI, 2003].
Fig. 32 – Vallericca clay: normalised strength envelopes of intact Fig. 33 – Vallericca clay: strength envelopes of intact,
samples and of destructured samples [AMOROSI and RAMPELLO, destructured and reconstituted samples, normalised by the
1998]. intrinsic equivalent pressure [RAMPELLO and AMOROSI, 2003].
laboratorio convenzionali, le previsioni degli spo- molto più elevata di quella misurata in prove con-
stamenti del terreno e delle strutture interagenti venzionali e le relazioni sforzi-deformazioni sono
sono sistematicamente e fortemente errate per ec- fortemente non lineari.
cesso. Per alcuni depositi argillosi consistenti e sovra-
Questa discordanza è stata a lungo attribuita consolidati, si sono confrontate le misure di rigi-
agli effetti delle operazioni di prelievo e alla incapa- dezza ottenute mediante l’impiego di trasduttori
cità di riprodurre in laboratorio lo stato tensionale locali in prove triassiali con le misure effettuate
iniziale ed i percorsi di carico seguiti da un ele- nell’apparecchiatura di colonna risonante [R AM-
mento di terreno nell’interazione con le opere di in- PELLO e PANE, 1988; RAMPELLO, 1989; GEORGIAN-
gegneria civile [MARSLAND, 1971b]. Le ricerche spe- NOU et al., 1991] (Fig. 34). I risultati sperimentali
rimentali compiute all’Imperial College di Londra mostrano un buon accordo dei valori del modulo di
hanno portato a riconoscere nelle tecniche di mi- taglio per tutto il campo di sovrapposizione delle
sura delle deformazioni in laboratorio la causa prin- deformazioni. Pertanto, con l’accoppiamento tra
cipale della differenza tra i valori del modulo otte- prove statiche e dinamiche, è possibile definire i
nuti nelle prove e quelli ricavati dall’analisi a ritroso parametri di deformabilità delle argille consistenti
di opere in vera grandezza [ST JOHN, 1975; JARDINE in tutto il campo delle deformazioni di interesse
et al., 1986; BURLAND, 1989]. Con la misura locale nella maggior parte dei problemi applicativi.
degli spostamenti, resa possibile dall’impiego di tra- Le osservazioni sperimentali hanno messo in
sduttori interni alle celle triassiali, si è constatato evidenza la necessità di ricorrere all’uso di modelli
che anche ai bassi livelli di deformazione che gene- di comportamento che riproducano la non linearità
ralmente interessano i problemi di ingegneria nei a partire da bassi livelli di deformazione per miglio-
terreni consistenti (εs = 0.01-0.1 %) la rigidezza è rare decisamente la previsione delle deformazioni e
Fig. 34 – Variazione del modulo di taglio, normalizzato rispetto al suo valore iniziale, in funzione della deformazione: (a)
argilla di Todi [RAMPELLO e PANE, 1988]; (b) argilla di Pietrafitta; (c) argilla di Vallericca; (d) marna di Corinto [GEORGIANNOU
et al., 1991].
Fig. 34 – Variation of non dimensional shear modulus with shear strain: (a) Todi clay [RAMPELLO and PANE, 1988]; (b) Pietrafitta clay;
(c) Vallericca clay; (d) Corinth marl [GEORGIANNOU et al., 1991].
Fig. 35 – Modulo di taglio iniziale normalizzato rispetto alla pressione equivalente intrinseca: (a) argilla di Vallericca [RAM-
PELLO e VIGGIANI, 2001]; (b) argilla di Pietrafitta [RAMPELLO et al., 2002].
Fig. 35 – Small-strain shear modulus normalised by the intrinsic equivalent pressure: (a) Vallericca clay [RAMPELLO and VIGGIANI, 2001];
(b) Pietrafitta clay [RAMPELLO et al., 2002].
Fig. 38 – Fondazioni su pali della ciminiera e dell’isola produttiva della centrale termoelettrica di Pietrafitta [RAMPELLO, 1994].
Fig. 38 – Piled raft foundations under the chimney and the productive area at Pietrafitta [RAMPELLO, 1994].
osservate invece negli stessi pali nelle condizioni di palo trasferisce alla punta un a porzione molto bassa
esercizio. Le linee indicano la distribuzione dello del carico applicato; lungo il tratto immerso nella
sforzo normale ottenuta con il metodo delle curve di discarica, rivestito con un lamierino bitumato, si tra-
trasferimento, sfruttando le informazioni raccolte sferisce al terreno circa il 40% del carico applicato.
nelle prove di carico a rottura eseguite su altri pali. Nelle condizioni di esercizio invece, sotto i carichi
Si osserva che nel corso delle prove di collaudo il trasmessi dalle strutture dell’impianto, l’effetto
Fig. 40 – Profilo dello sforzo normale lungo pali appartenenti ad un gruppo in condizioni di esercizio [RAMPELLO et al.
2004].
Fig. 40 – Load transfer profiles on piles within the group under working load conditions [RAMPELLO et al., 2004].
Fig. 41 – Profilo di rigidezza iniziale in asse alla ciminiera 3.2. Scavi e opere in sotterraneo
[RAMPELLO et al., 2004].
Fig. 41 – Small-strain shear modulus profile under the chimney Questo stesso tipo di approccio è stato recente-
centre line [RAMPELLO et al., 2004]. mente seguito per l’analisi di uno scavo profondo.
Fig. 42 – Confronto tra cedimenti misurati e cedimenti calcolati della ciminiera [RAMPELLO et al., 2004].
Fig. 42 – Comparison between measured and computed settlements of the chimney [RAMPELLO et al., 2004].
Per l’immissione delle gallerie ferroviarie della scavo successivo dall’alto per stadi, applicando pro-
linea Alta Velocità nel nodo di Bologna è in fase di gressivamente i contrasti necessari (Fig. 45).
costruzione un grande ambiente sotterraneo, nel Fino alla profondità di circa 50 m il terreno è
quale le due gallerie monobinario provenienti da prevalentemente costituito da strati di argilla consi-
Firenze si raccordano per immettersi nella nuova stente, intercalati da alcuni livelli limo-sabbiosi. Ol-
stazione sotterranea di Bologna per l’Alta Velocità. tre questa profondità, circa 20 m sotto il la quota di
Il fondo scavo è situato ad una profondità di circa 29 massimo scavo, è presente uno strato ghiaioso, sede
m rispetto al piazzale di manovra della stazione esi- di un acquifero (Fig. 46).
stente. Nello spazio sovrastante il progetto prevede Il comportamento dell’opera è stato analizzato
la costruzione di un parcheggio multipiano. La tec- modellando le successive fasi di scavo tra le paratie
nica prevista ed adottata per realizzare l’opera è e la realizzazione delle strutture orizzontali di con-
quella ben nota e comunemente utilizzata per que- trasto [CALABRESI et al., 2002]. Nelle analisi, il com-
ste opere: costruzione delle paratie di contorno e portamento degli strati argillosi è stato descritto con
Fig. 43 – Confronto tra cedimenti misurati e cedimenti calcolati dell’isola produttiva [RAMPELLO et al., 2004].
Fig. 43 – Comparison between measured and computed settlements of the productive area [RAMPELLO et al., 2004].
Fig. 45 – Sezione trasversale e longitudinale dello scavo del Camerone Salesiani [CALABRESI et al., 2002].
Fig. 45 – Cross section and longitudinal section of the Camerone Salesiani excavation [CALABRESI et al., 2002].
Fig. 46 – Profilo stratigrafico in prossimità del Camerone Salesiani [CALABRESI et al., 2002].
Fig. 46 – Soil profile at the Camerone Salesiani site [CALABRESI et al., 2002].
Fig. 47 – Spostamenti calcolati per lo scavo del Camerone Salesiani [CALABRESI et al., 2002].
Fig. 47 – Computed displacements for the Camerone Salesiani excavation [CALABRESI et al., 2002].
cola per rendere economicamente vantaggioso il ri- cia dell’intervento di chiodatura sulle convergenze
corso a una TBM. Il valore del fattore N, media- misurate (Fig. 52).
mente pari a 4, dava affidamento per la stabilità del
fronte, ma la forte pressione sul sostegno provviso-
rio della sezione parzializzata determinò gravi pro- 3.3. Fronti di scavo e pendii naturali
blemi esecutivi. Le macrostrutture delle argille, in
Nell’equilibrio dei pendii emergono soprattutto
particolare micro-fessure e giunti la cui spaziatura
media è di ordine decimetrico, erano all’origine dei i problemi posti dalle discontinuità, dalle eteroge-
problemi incontrati. Tra le soluzioni adottate per neità e dalla fragilità intrinseca dei terreni argillosi
superare le difficoltà esecutive, oltre i tradizionali consistenti. Nel caso dei fronti di scavo si aggiunge
interventi con infilaggi al fronte e sostegni delle l’effetto della diminuzione della tensione media con
centine del prerivestimento, si è sperimentata una il conseguente aumento del rapporto tra sforzi di ta-
tecnica di chiodatura rapida radiale con profilati glio e di compressione. Lo scarico tensionale in-
metallici di 6 m di lunghezza, semplicemente inse- dotto dallo scavo produce in genere un amplia-
riti a pressione con una apposita attrezzatura (Figg. mento delle fessure preesistenti, in direzione orto-
49-50). L’intervento, che aveva lo scopo di incre- gonale al loro piano, e, per propagazione, una loro
mentare la resistenza al taglio dell’ammasso, ridotta estensione nel proprio piano.
dalla presenza delle discontinuità, si dimostrò effi- Tra le esperienze acquisite nel campo dei pendii
cace. Gli spostamenti del terreno indotti dallo scavo vale la pena di ricordare quelle di Santa Barbara e
della galleria, misurati nel corso dei lavori, sono Todi che hanno messo in evidenza alcuni aspetti co-
stati confrontati con quelli valutati mediante muni del comportamento dei terreni argillosi consi-
un’analisi agli elementi finiti, in condizioni di defor- stenti, soprattutto relativamente al ruolo delle di-
mazione piana, nelle quali il comportamento dei scontinuità naturali.
terreni argillosi era descritto mediante il modello di La ricerca sulle condizioni di equilibrio dei fronti
Cam clay modificato [CALABRESI et al., 1991]. L’ana- di scavo nella miniera di Santa Barbara fu una tappa
lisi ha fornito una valutazione soddisfacente degli fondamentale del processo di studio delle argille
spostamenti del terreno sovrastante la galleria, seb- consistenti in Italia. Lo scavo era eseguito da mac-
bene l’estensione in pianta della conca di subsi- chine a noria che profilavano la scarpata in due ban-
denza sia risultata alquanto sovrastimata (Fig. 51). cate di pendenza uniforme alte oltre 25 m (Fig. 53).
Un’analisi parametrica ha inoltre mostrato l’effica- L’osservazione dei movimenti del pendio durante lo
Fig. 54 – Pianta e sezioni della frana nella miniera di S. Barbara - agosto 1968 [ESU e CALABRESI, 1969].
Fig. 54 – Plan view and cross section of August 1968 slide at S. Barbara open pit mine [ESU and CALABRESI, 1969].
Fig. 55 – Spostamenti del blocco e livello dell’acqua nelle discontinuità dopo le precipitazioni dell’agosto 1968 (a) all’inizio
del movimento e (b) alla fine del movimento [D’ELIA et al., 1998].
Fig. 55 – Block displacements and water level in the discontinuities after August 1968 rainfall (a) at the start of movement and (b) at
the end of movement [D’ELIA et al., 1998].
3.4. Opere monumentali (Fig. 59). In realtà il dissesto ha avuto inizio pochi
mesi dopo il completamento della costruzione nel
Il Duomo di Pienza, oltre che un famosissimo 1460, tanto che l’architetto del Duomo, Bernardo
monumento è anche un interessante caso geotec- Rossellino, incontrò qualche problema nei suoi rap-
nico. Qualsiasi visitatore constata immediatamente porti con il committente, papa Pio II, al secolo Enea
che il transetto e la parte absidale sono sensibil- Silvio Piccolomini 1 . Gli interventi di consolida-
mente più bassi della facciata e delle navate e che mento del Duomo si sono succeduti nei secoli men-
una vistosa fessura trasversale separa le due parti tre i lenti movimenti dell’abside proseguivano e i
danni strutturali si ampliavano fino a coinvolgere le Commissione di studio per fare il punto della situa-
volte del transetto e della navata. La storia del zione e fui chiamato a farne parte, pensai, forse un
Duomo, dei suoi dissesti, dei progetti e degli inter- po’ imprudentemente e superficialmente, che po-
venti di consolidamento è sinteticamente riassunta tendo affrontare il problema con gli strumenti della
nella Tab. III. geotecnica, per la prima volta nella storia del monu-
Quando nel 1979 la Soprintendenza dei Beni mento, si sarebbero finalmente trovate le cause del
Ambientali ed Architettonici di Siena formò una movimento della parte absidale che, nonostante i
Fig. 58 – Sezione stratigrafica e coltre di una frana sul versante N-W del colle di Todi [CALABRESI et al., 1980].
Fig. 58 – Soil profile and sliding surface of a landslide on the Todi hill [CALABRESI et al., 1980].
Fig. 60 – Profilo stratigrafico dei terreni di fondazione del Duomo [CALABRESI, 1992a].
Fig. 60 – Soil profile below the Duomo [CALABRESI, 1992a].
Fig. 61 – Pianta del Duomo con indicazione delle faglie [CALABRESI, 1992b].
Fig. 61 – Plan view of the Duomo with fault traces [CALABRESI, 1992b].
programma di ricerca nazionale cofinanziato dal gressi. Ma occorre riconoscere onestamente che le
MIUR, si è effettuato un rilievo degli spostamenti ricerche di laboratorio potranno diminuire solo
superficiali nell’ultimo decennio con interferome- parzialmente le incertezze sul comportamento mec-
tria radar da satellite (SAR). Purtroppo, la man- canico dei depositi naturali che derivano dalla loro
canza di obiettivi riconoscibili dal radar non ha origine e storia geologica, in particolare quelle di-
permesso di rilevare gli spostamenti del versante a pendenti dalla presenza di macrostrutture.
valle della faglia. Vale la pena di ricordare che già nel 1936 Ter-
Perciò il fenomeno che interessa l’area di Pienza zaghi scrisse che le argille consistenti intatte, cioè
ed il suo Duomo resta in parte indecifrato, anche se non interessate da fessure, sono molto rare. Forse
abbastanza ragionevolmente può essere inquadrato quella affermazione era dettata dal desiderio di fre-
tra quelli che derivano dalla presenza di estese su- nare gli entusiasmi dei ricercatori che, studiando in
perfici di discontinuità nei terreni argillosi consi- laboratorio il comportamento dell’elemento di vo-
stenti. lume, avevano già ottenuto alcuni fondamentali ri-
sultati. Anche oggi le caratteristiche macrostruttu-
rali dei depositi naturali, dipendenti dalla loro ori-
4. Conclusioni gine e storia, non sono considerate con la dovuta at-
tenzione. Sono tuttavia questi i fattori che determi-
I terreni argillosi consistenti, affioranti in vaste nano le maggiori zone d’ombra delle nostre attuali
aree d’Italia, sono stati, e continuano ad essere, un conoscenze sul comportamento delle argille consi-
fertile argomento di studi teorici ed applicativi. I ri- stenti e che purtroppo, in varie occasioni, procurano
sultati delle ricerche condotte in Italia per oltre 40 difficoltà, insuccessi ed inattesi rischi, nella realizza-
anni hanno portato un contributo significativo, pie- zione delle opere di ingegneria.
namente riconosciuto, alla conoscenza delle loro ca-
ratteristiche meccaniche, che peraltro resta per
molti aspetti incompleta. I problemi teorici posti dal Ringraziamenti
comportamento fragile e gli effetti che ne derivano
nel comportamento di grandi volumi costituiscono Sono grato all’Associazione Geotecnica Italiana
un argomento di grande interesse, nel quale le per avermi affidato questa Conferenza intitolata al
nuove leve dei ricercatori stanno compiendo pro- prof. Arrigo Croce. Questo titolo ha per me un par-
ticolare significato per i sentimenti di affetto e gra- AMOROSI A. (1996) – Il comportamento meccanico di
titudine che mi hanno legato a lui in tanti anni di un’argilla naturale consistente. Tesi di Dottorato in
collaborazione scientifica. Ingegneria Geotecnica, Università di Roma “La
Voglio anzitutto ringraziare Sebastiano Ram- Sapienza”, Roma.
pello e Luigi Callisto sia per i suggerimenti e l’inso- AMOROSI A. e RAMPELLO S. (1998) – The influence of
stituibile aiuto nella raccolta, preparazione e orga- natural soil structure on the mechanical behaviour of
nizzazione del materiale, sia per le proficue discus- a stiff clay. Proc. 2nd Int. Symp. on the Geotech-
sioni che hanno accompagnato la sintesi e la valuta- nics of Hard Soils - Soft Rocks, Naples, 1, pp.
zione critica dei risultati delle ricerche. 395-402.
Il materiale che ho presentato è per la maggior BERTUCCIOLI P., DI STEFANO D., ESU F. and FEDERICO
parte il frutto delle ricerche di tanti giovani inge- G. (1992) – Initial deformations in high cuts in over-
gneri, che con me hanno lavorato per periodi più o consolidated jointed clays. Proc. 6th Int. Symp. on
meno lunghi, spesso fino ad ore incredibili, ed Landslides, Christchurch, 2, pp. 1265-1270.
hanno lasciato ciascuno una traccia materiale nella BISHOP A.W., WEBB D.L. and LEWIN P.I. (1965) – Un-
progressiva costruzione di un laboratorio sperimen- disturbed samples of London clay from the Ashford
tale, che, iniziato nel 1934 dal mio maestro Carlo Common shaft: strength effective stress relationships.
Cestelli Guidi, è ormai un patrimonio di particolare Géotechnique, 15, pp. 1-31.
valore della nostra Università. I loro nomi compa-
BURLAND J.B. (1989) – Ninth Bjerrum Memorial Lec-
iono nella bibliografia. A tutti loro esprimo qui la
ture: “Small is beautiful” – the stiffness of soils at small
mia gratitudine, non solo per i risultati raggiunti in-
strains. Canadian Geotechnical Journal, 26, n. 4,
sieme, ma anche perché il loro entusiasmo è stato
pp. 499-516.
sempre il principale stimolo alla mia attività univer-
BURLAND J.B. (1990) – On the compressibility and shear
sitaria.
strength of natural clays. Géotechnique, 40, n. 3,
pp. 329-378.
BURLAND J.B., RAMPELLO S., GEORGIANNOU V.N. and
Note C ALABRESI G. (1996) – A laboratory study of the
1
strength of four stiff clays. Géotechnique, 46, n. 3,
Dai Commentari di Pio II:
pp. 491-514.
“Bisognò scendere fino a 108 piedi nelle viscere della terra per
trovare a mala pena una base che non si presentò neppure
CALABRESI G. (1965) – Studio sperimentale delle caratte-
adatta, né sicura; mentre scavavamo tra le pietre non bene ristiche meccaniche di un’argilla satura normalmente
aderenti per trovare un fondo solido, incontravamo continui consolidata. Geotecnica, 12, n. 5, pp. 3-15.
spacchi ed esalazioni sulfuree. Accorsi alcuni operai mentre CALABRESI G. (1967) – Contributo alla determinazione
tentavamo di ostruire queste esalazioni, perirono sepolti sotto sperimentale della pressione del terreno in condizioni di
il crollo della terra nella buca, non sufficientemente assicura- deformazione trasversale nulla. Rivista Italiana di
ta. Fu per queste difficoltà nel basamento che hanno costruito Geotecnica, 1, n. 3, pp. 182-190.
da un sasso all’altro ampie arcate e su queste hanno innalzato CALABRESI G. (1968a) – Deformazioni plastiche di una
i muri delle pareti, ma non era stata sufficientemente esplora-
terra argillosa. Rivista Italiana di Geotecnica, 2,
ta la solidità delle rocce; queste si presentavano come massi
n. 4, pp. 159-169.
reggenti, ma la loro stabilità è rimasta sempre incerta. A edi-
ficio ultimato, una fessura che si prolunga dal punto più alto CALABRESI G. (1968b) – Comportamento di un alto edifi-
fino al suolo rende infatti sospetta la sicurezza della fondazio- cio fondato su argille sopraconsolidate. Rivista Ita-
ne. L’architetto avanza l’ipotesi che la calce si sia ritirata liana di Geotecnica, 2, n. 2, pp. 57-67.
nell’indurirsi mentre asciugava, formando il cretto e che non C ALABRESI G.(1980) – The effect of sample size on
c'è da temere per la costruzione. Il tempo dirà e mostrerà il strength parameters for intact and fissured stiff clays.
vero e l’ultima parola.” Euromech. Coll. 134, Copenhagen, Technical
University of Denmark.
CALABRESI G. (1992a) – I terreni e le strutture di fonda-
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ing surface model for bonded clays. Proc. 2nd Int. with complex geological histories are widespread in Italy. A civil
Symp. on Pre-Failure Deformation Characteris- engineer is then challenged with multiple problems arising from
both nature and properties of these soils.
tics of Geomaterials, IS Torino ’99, 1, pp. 565-
The significant attention that the Italian Geotechnical
572.
Association (AGI) has dedicated to this topic demonstrates the
TERZAGHI K. (1923) – Die Berechnung der Durchlässig- importance that problems posed by clay soils have always had in
keitsziffer des Tones aus dem Verlauf der Hydrodyna- the Italian geotechnical practice.
mischen Spannungerscheinungen. Akademie der After having studied these problems for many years it may be
Wissenchaften in Wein, Sitzungsberichte, Math. stated that the Italian geotechnical community has obtained many
Klasse, Part Ia, 132, n.3/4, pp. 125-138. significant results contributing substantially to the current
VARDOULAKIS I. and S ULEM J. (1995) – Bifurcation knowledge. This is why this conference is devoted to the behaviour
analysis in geomechanics. Glasgow, Blackie Aca- of clay soils. In the paper, in order to narrow the range of topics
demic & Professional. to discuss, presentation will be limited to stiff clays only. Their
behaviour is only apparently simpler than that of soft clays,
VAUGHAN P.R. and WALBLANCKE H.J. (1973) – Pore
instead, it will be shown that it is actually more complex in many
pressure changes and the delayed failure of cutting aspects.
slopes in overconsolidated clay. Géotechnique, 23, The mechanical behaviour of stiff clays, experimentally
pp. 531-539. observed in the laboratory, is first dealt with in the paper, while
VIGGIANI C. (2001) – Analisi e progetto delle fondazioni some selected case histories involving stiff clay deposits are
su pali. Prima conferenza Annuale “Arrigo presented in the second part.
Croce”, Rivista Italiana di Geotecnica, 35, n. 1, The first part of the paper summarises the experimental
pp. 13-46. research carried out by my research group on the elemental soil
VIGGIANI G.(1994) – Localizzazione delle deformazioni e behaviour. Specifically: the pioneering work carried out in the
sixties on reconstituted clays to validate the critical state theory;
fenomeni di rottura nelle argille consistenti sovracon-
the experiments on natural samples to evaluate the effects of
solidate. Tesi di Dottorato in Ingegneria Geotec-
discontinuities on shear strength; the studies on the influence of
nica, Università di Roma “La Sapienza”, Roma. swelling and weathering processes on shear strength and
VIGGIANI G.(2003) – Comunicazione personale. compressibility; the tests on intact and reconstituted samples to
V IGGIANI G., R AMPELLO S. and G EORGIANNOU V. N . assess microstructural effects on shear strength and
(1993a) – Experimental analysis of localisation phe- compressibility; the recent studies for the evaluation of small-
nomena in triaxial tests on stiff clays. Proc. 1st Int. strain shear stiffness.
Symp. on Geotechnical Engineering of Hard The engineering problems described in the second part of the
paper include studies on documented case histories involving
Soils - Soft Rocks, Athens, 1, pp. 849-856.
deep and shallow foundations, deep excavations, natural slopes
VIGGIANI G., FINNO R.J. and HARRIS W.W. (1993b) – and man made cuts, ending with specific studies performed for an
Experimental observations of strain localisation in important monumental building: the Pienza Cathedral.
plane strain compression of a stiff clay. Proc. 3rd Int. From the results and studies presented in the paper, it may be
Workshop on Localisation and Bifurcation The- concluded that the work done by Italian researchers for over 40
ory for Soils and Rocks, Aussois, pp. 189-198, years has contributed significantly to the understanding of the
Balkema. mechanical behaviour of stiff clays which nevertheless remains
incomplete. Theoretical problems posed by brittle behaviour and
VIGGIANI G., FINNO R.J., RAMPELLO S. and CALABRESI
by the influence of discontinuities on the overall behaviour of
G. (1995) – Discussion on: Cracks, bifurcation and large soil masses constitute topics which are being faced by the
shear bands in saturated clays. by Saada A.S., Bian- new generation of researchers. However, it should be recognised
chini G.F., Liqun Liang. Géotechnique, 45, n. 2, that experimental research will be able to clarify only partially the
pp. 339-343. doubts related to the mechanical behaviour of natural deposits,
VIGGIANI G., LENOIR N., BÉSUELLE P., DI MICHIEL M., particularly those regarding the presence of discontinuities.
MARELLO S., DESRUES J. E KRETZSCHMER M. (2004) As early as 1936 Terzaghi stated that intact stiff clays, with
– X-ray micro tomography for studying localised defor- no fissures or discontinuities, are seldom encountered. Possibly
mation in fine-grained geomaterials under triaxial this statement was intended to cool off the enthusiasm of the
compression. Presentato per la pubblicazione su researchers that were studying the experimental behaviour of
homogeneous samples. Nowadays, the influence of discontinuities
Comptes rendus de Mécanique, Académie des
on the behaviour of natural deposits are still not taken into
Sciences. adequate account, although this is the main factor which casts
VIGGIANI G.M.B. (1992) – Small strain stiffness of fine shadows on our current knowledge and has caused in several
grained soils. PhD Thesis, City University, Lon- occasions hazards, failures or serious problems in civil
don. engineering works.