Poesie Di Fernando Pessoa

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POESIE DI FERNANDO PESSOA

Quel che mi duole

Quel che mi duole non è


Quello che c’è nel cuore
Ma quelle cose belle
Che mai esisteranno.

Sono le forme senza forma

Che passano senza che il dolore

Le possa conoscere,

O sognarle l’amore.

Come se la tristezza

Fosse albero e, una ad una,

Le sue foglie cadessero

Tra il sentiero e la bruma.

Chi sogna di più

Chi sogna di più, mi dirai —

Colui che vede il mondo convenuto

O chi si perse in sogni?

Che cosa è vero? Cosa sarà di più—

La bugia che c’è nella realtà

O la bugia che si trova nei sogni?

Chi è più distante dalla verità —

Chi vede la verità in ombra

O chi vede il sogno illuminato?


La persona che è un buon commensale, o questa?

Quella che si sente un estraneo nella festa?

Quando ero giovane, dicevo a me stesso

Quando ero giovane, dicevo a me stesso:

Come passano i giorni, a giorno a giorno,

E niente di ottenuto o progettato!

Più vecchio dico, con ugual fastidio:

Come, uno dopo l’altro, i giorni vanno,

Senza nulla di fatto e nulla nell’intenzione!

Così, naturalmente, invecchiato

Dirò, e con ugual voce e senso:

Un giorno verrà il giorno in cui ormai

Non dirò più niente.

Chi niente fu né è non dirà niente.

L’amore, quando si rivela

L’amore, quando si rivela,

Non si sa rivelare.

Sa bene guardare lei,

Ma non le sa parlare.

Chi vuol dire quel che sente

Non sa quel che deve dire.

Parla: sembra mentire…

Tace: sembra dimenticare…


Ah, ma se lei indovinasse,

Se potesse udire lo sguardo,

E se uno sguardo le bastasse

Per sapere che stanno amandola!

Ma chi sente molto, tace;

Chi vuol dire quello che sente

Resta senz’anima né parola,

Resta solo, completamente!

Ma se questo potesse raccontarle

Quel che non oso raccontarle,

Non dovrò più parlarle,

Perché le sto parlando…

Il tuo nome ignoro

Il tuo nome ignoro. Il tuo profilo non ricordo.

Le tue parole dimenticai.

Era mattina, nebbia, era Dicembre,

Quando ti trovai e ti persi.

Sogno o rammento?

Non so. Era mattina e la nebbia

Nascondeva quello che c’era e quello che pensavo

Come un falso estremo rifugio

In nessuna parte del quale io stavo.

Sogno, prolisso e intero,


Ma, se tra i tasti la tua mano vagasse,

Così, spogliata dell’esser tua, io so

Che forse potrei trovare

Tra quello che non ho potuto incontrare

Quello che non troverò.

Non sto pensando a niente

Non sto pensando a niente,

e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,

mi è gradita come l’aria notturna,

fresca in confronto all’estate calda del giorno.

Che bello, non sto pensando a niente!

Non pensare a niente

è avere l’anima propria e intera.

Non pensare a niente

è vivere intimamente

il flusso e riflusso della vita…

Non sto pensando a niente.

È come se mi fossi appoggiato male.

Un dolore nella schiena o sul fianco,

un sapore amaro nella bocca della mia anima:

perché, in fin dei conti,

non sto pensando a niente,

ma proprio a niente,

a niente…

Odo, come se il profumo


Odo, come se il profumo

Di fiori mi svegliasse…

È musica — un aiuola

Di influenza e finzione.

Impalpabile ricordo,

Sorriso di nessuno,

Con quella speranza

Che neanche ha speranza…

Che importa, se sentire

È non conoscersi?

Odo, e sento sorridere

Quel che in me niente vuole.

Il mio sguardo è nitido come un girasole

Il mio sguardo è nitido come un girasole.

Ho l’abitudine di camminare per le strade

guardando a destra e a sinistra

e talvolta guardando dietro di me…

E ciò che vedo a ogni momento

è ciò che non avevo mai visto prima,

e so accorgermene molto bene.

So avere lo stupore essenziale

che avrebbe un bambino se, nel nascere,

si accorgesse che è nato davvero…

Mi sento nascere a ogni momento

per l’eterna novità del Mondo…


Credo al mondo come a una margherita,

perché lo vedo. Ma non penso ad esso,

perché pensare è non capire…

Il Mondo non si è fatto perché noi pensiamo a lui,

(pensare è un’infermità degli occhi)

ma per guardarlo ed essere in armonia con esso…

Io non ho filosofia: ho sensi.

Se parlo della Natura, non è perché sappia ciò che è,

ma perché l’amo, e l’amo per questo

perché chi ama non sa mai quello che ama,

né sa perché ama, né cosa sia amare…

Amare è l’eterna innocenza,

e l’unica innocenza è non pensare…