Alfabeto Runico
Alfabeto Runico
Alfabeto Runico
Indice
Origini
Etimologia
Caratteristiche dei segni
Prima serie runica
Alfabeto
Valori fonetici e traslitterazioni
Serie successive
Serie runica breve - vichinga
Serie runica anglosassone
Serie runica medievale
Odino, signore delle rune
Usi religiosi
Preveggenza e valore augurale
Uso moderno
Esoterismo
Misticismo germanico e simbolismo nazista
Letteratura
Declino
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
Origini
Le origini delle rune non sono certe. È probabile che derivino da una scrittura appartenente al gruppo
delle cinque principali varietà di alfabeto italico, derivato dall'alfabeto etrusco. Questa tesi fa risalire la
vera origine delle rune alla colonizzazione greca dell'Italia meridionale in particolare alla città di Cuma,
luogo di incontro tra greci ed etruschi dove questi ultimi appresero l'alfabeto. Importanti iscrizioni furono
scoperte nell'area alpina e prealpina. Scritture simili furono usate per il Retico e il Venetico.
In Italia le uniche iscrizioni runiche risalgono al tempo dei normanni e si trovano nel sud della penisola
in particolare nel Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant'Angelo, in provincia di Foggia, in
Puglia.
Etimologia
Il sostantivo norreno rún, attestato nelle iscrizioni, indica i singoli segni del fuþark ed è conservato nelle
altre lingue germaniche antiche con il significato di "segreto", "mistero"; ancora, nella lingua tedesca, il
verbo raunen significa "bisbigliare, sussurrare". Le rune sono una delle più importanti istituzioni culturali
e linguistiche comuni alle popolazioni germaniche. Va inoltre detto che le prime iscrizioni runiche (II e
III secolo d.C.) sembrano mostrare una lingua essenzialmente unitaria, quasi senza particolarità dialettali
che poi saranno i tratti distintivi delle lingue germaniche, dimostrando in questo modo che in questo
periodo non era ancora avvenuta la seconda rotazione consonantica (zweite Lautverschiebung).
(NO) (IT)
«haraltr:kunukʀ:baþ:kaurua «Harald Re fece fare stele codesta per
kubl:þausi:aft:kurm faþur sin auk Gorm padre suo e per Thyra madre sua,
aft:þąurui:muþur:sina:sa haraltr questo Harald che conquistò la
ias:s<ą>ʀ·uan·tanmaurk ala·auk·nuruiak Danimarca intera e la Norvegia ed i
·auk·tani·<karþi·>kristną» danesi fece cristiani»
ᚠ᛫ᚢ᛫ᚦ᛫ᚫ᛫ᚱ᛫ᚲ᛫ᚷ᛫ᚹ᛫ᚺ᛫ᚾ᛫ᛁ᛫ᛃ᛫ᛇ
ᛈ᛫ᛉ᛫ᛋ᛫ᛏ᛫ᛒ᛫ᛖ᛫ᛗ᛫ᛚ᛫ᛜ᛫ᛞ᛫ᛟ᛭
ᚠ = f;
ᚢ = u;
ᚦ = þ (th), ð;
ᚫ = a;
ᚱ = r;
ᚲ = k;
ᚷ = g;
ᚹ = w, v;
ᚺ = h;
ᚾ = n;
ᛁ = i;
ᛃ = j, y(?);
ᛇ = æ, œ
ᛈ = p;
ᛉ = z;
ᛋ = s;
ᛏ = t;
ᛒ = b;
ᛖ = e;
ᛗ = m;
ᛚ = l;
ᛜ = ng;
ᛞ = d;
ᛟ = o.
Serie successive
La scrittura runica ha presentato, sin dalle sue prime manifestazioni, forme nettamente diversificate, a
seconda che sia stata utilizzata in area continentale, settentrionale o insulare. In ambito insulare, la
tendenza ad adattare la scrittura ai suoni della lingua ha portato ad ampliare il fuþark originario
(composto da 24 segni) con altre rune (24 più 5); in Scandinavia si è verificata la tendenza opposta, con
la semplificazione del fuþark a 16 segni.
Odino, signore
delle rune
La tradizione scandinava attribuisce a Odino il dominio delle rune, quali sorgenti magiche di ogni potere
e sapienza. Il mito della "scoperta" delle rune da parte del dio viene riferito in una strofa del poema
eddico Hávamál, dove si legge:
(NON) (IT)
«Veit ek, at ek hekk «Lo so io, fui appeso
vindgameiði á al tronco sferzato dal vento
nætr allar níu, per nove intere notti,
geiri undaðr ferito di lancia
ok gefinn Óðni, e consegnato a Odino,
sjalfur sjalfum mér, io stesso a me stesso,
á þeim meiði su quell'albero
er manngi veit che nessuno sa
hvers af rótum renn. dove dalle radici s'innalzi.
Il passo è in larga parte oscuro, soprattutto perché manca in questo caso il riferimento esplicativo
nell'Edda in prosa di Snorri. L'autosacrificio di Odino, qui descritto, nel quale il dio si sarebbe
volontariamente impiccato ad un albero e trafitto con una lancia, rispecchia perfettamente le modalità dei
sacrifici umani che venivano tributati al dio nella Scandinavia precristiana. Le vittime venivano infatti
impiccate e quindi trafitte a colpi di lancia, come attestato ad esempio nella Saga di Gautrekr. L'Hávamál
non specifica la natura dell'albero a cui il dio si sarebbe appeso, ma si ritiene comunemente di poterlo
identificare con Yggdrasill, il frassino cosmico della mitologia norrena. Il nome significa "destriero di
Yggr", dove Yggr, "terribile", è un epiteto dello stesso Odino. Il termine drasill, "destriero", è a sua volta
leggibile nella letteratura scaldica come una kenning (metafora poetica) a indicare la forca alla quale
venivano appesi gli impiccati.
Nel rito descritto si riconoscono anche motivi inerenti all'iniziazione sciamanica, derivati probabilmente
dal mondo finnico. Si riteneva infatti che gli sciamani acquistassero i loro poteri di mediatori col mondo
soprannaturale attraverso vari rituali di morte e rinascita, spesso descritti con tinte non diverse dal
racconto dell'Hávamál.
Usi religiosi
Esoterismo
Letteratura
Lettere dell'alfabeto runico formano il codice cifrato nel manoscritto ritrovato del romanzo Viaggio al
centro della Terra scritto da Jules Verne.
Declino
L'avvento del cristianesimo nelle popolazioni germaniche portò
all'introduzione dell'alfabeto latino e del codice manoscritto,
cambiando il modo di conservazione e tradizione della cultura,
prima essenzialmente orale. Le rune erano infatti utilizzate
soltanto per iscrizioni, mentre l'introduzione del libro e della
cultura scritta avvenne per mezzo dell'alfabeto latino. Le rune
continuarono inizialmente a essere usate nelle incisioni e la
Scandinavia fu il luogo dove sopravvissero più a lungo, anche nel
basso medioevo, soprattutto per iscrizioni funerarie. Per interesse
antiquario furono anche registrati elenchi di rune sui manoscritti
(runica manuscripta) e furono messi per iscritto i poemi runici, in
cui ogni strofa (in alfabeto latino a parte l'iniziale) inizia con la
runa e il nome della runa, cui segue una spiegazione.[3] Il Codex
Runicus è un'eccezione perché scritto interamente in rune attorno
al 1300, sempre per interesse antiquario in un periodo in cui le
rune erano già in declino. Un altro esempio di rune scritte su un
manoscritto è la firma del poeta anglosassone Cynewulf. Codex Runicus, una pergamena
datata 1300 contenente brani della
legge scanica, interamente scritta
Note con rune.
Bibliografia
Mario Polia, Le rune e gli dei del nord, 4ª ed., Rimini, Il Cerchio, 2005, ISBN 88-8474-089-4.
Aldo L. Prosdocimi, Sulla formazione dell'alfabeto runico. Promessa di novità documentali
forse decisive, in Corona Alpium II. Miscellanea di studi in onore di Carlo Alberto Mastrelli,
Firenze, Istituto di Studi per l'Alto Adige, 2003, pp. 427–440, SBN IT\ICCU\URB\0460769.
Aldo L. Prosdocimi, Luogo, ambiente e nascita delle rune: una proposta, in Vittoria Dolcetti
Corazza e Renato Gendre (a cura di), VI seminario avanzato di Filologia Germanica, letture
dell'Edda. Poesia e prosa, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2006, ISBN 88-7694-925-9.
Giovanna Bellini e Umberto Carmignani, Runemal. Il grande libro delle rune. Origine, storia,
interpretazione, Torino, L'Età dell'Acquario, 2009, ISBN 978-88-7136-301-1.
Anna Marinetti e Aldo L. Prosdocimi, Varietà alfabetiche e scuole scrittorie nel Veneto
antico. Nuovi dati da Auronzo di Cadore, in Tra protostoria e storia. Studi in onore di
Loredana Capuis, Roma, Edizioni Quasar, 2011, pp. 305–324, ISBN 978-88-7140-458-5.
Marco Battaglia, I Germani. Genesi di una cultura europea, Roma, Carocci, 2013,
ISBN 978-88-430-6761-9.
Altri progetti
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