La Formazione Delle Parole - 2010
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La Formazione Delle Parole - 2010
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Il termine lessico deriva dal greco lekxikòn = libro di parole (léksis significa parola).
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Naturalmente questo travaso non comporta una perdita per gli adulti. Questa operazione potrebbe essere paragonata al
copia-incolla dei programmi di elaborazione testi; non vi è la perdita dell’originale, questi viene solo copiato ed è la
copia ad essere incollata in altra posizione.
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Riflessione sulla lingua – La formazione delle parole –Marino Martignon
b. dall’interno, creando nuove parole da una base lessicale già esistente, secondo modelli
formativi ben definiti.
a. Dall’esterno accogliendo parole straniere
Parole come computer o meeting fino a qualche anno fa non appartenevano certo alla lingua
italiana, oggi ne fanno parte a pieno titolo. Non dobbiamo però pensare che questo fenomeno sia
legato alla nostra epoca, da sempre la lingua di un popolo si arricchisce con parole di altri popoli
con cui viene in contatto. Gli stessi Romani nei loro rapporti con i Greci arricchirono il lessico della
loro lingua (il latino) con vocaboli della lingua greca, parole come: democrazia, monarchia,
politica, ginnastica, palestra, ecc derivano tutte dal greco.
b. Dall’interno, creando nuove parole da una base lessicale già esistente, secondo modelli formativi
ben definiti.
Per questo ambito possiamo distinguere i seguenti procedimenti di formazione di nuove parole:
derivazione (prefissazione e suffissazione)
alterazione
composizione
cavallo cavall- / -o
(radice) / (desinenza)
4.3 Parole derivate (prefissazione e suffissazione)
Il processo che porta alla formazione di parole derivate consiste nell’aggiunta di elementi
modificanti alle parole primitive. Questi elementi si definiscono:
PREFISSI (dal latino PRAEFIXUM “posto prima”) se precedono la parola
dis- + -funzion- + -e disfunzione
(prefisso) (radice) (desinenza)
Prefissazione
E’ importante ricordare che la prefissazione non comporta mai variazione nella categoria
d’appartenenza della parola primitiva (un nome rimane nome, un aggettivo rimane aggettivo,
ecc.). Vediamo ora alcuni tra i prefissi più diffusi.
Prefissi di tipo spazio-temporale
Ante-, anti-, pre-
Ante- e anti- derivano dal latino ANTE- “davanti” indicano perciò qualcosa che viene prima di
qualcos’altro (ante-guerra, anti-pasto, ecc.). Pre- deriva dal latino PRE- “davanti”, ha un
significato simile ad ante- (pre-bellico).
Con-, sin-
Con- deriva dal latino CUM “insieme con”. Sin- deriva invece dal greco syn- “con”. Indicano
unione, compagnia, collegamento.
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Riflessione sulla lingua – La formazione delle parole –Marino Martignon
Para-
Deriva dal greco parà “presso, accanto”. Può indicare affinità, somiglianza, ma anche deviazione,
alterazione, contrapposizione.
para-scolastico (che affianca e integra l’attività scolastica)
para-letteratura
para-dosso (che va contro la comune opinione, che si contrappone all’esperienza comune)
Post-, retro-
Post- deriva dal latino POST “dopo”, mentre retro- deriva dal latino RETRO “dietro”. Possono
avere significato spaziale o temporale.
post-bellico (dopo la guerra)
post-moderno
retro-bottega (dietro il negozio)
Quando il prefisso retro- viene usato per un riferimento temporale allora diventa l’opposto di post-;
se post- indica dopo, posteriormente, retro- indica prima, anteriormente. Retro-datazione
significherà perciò l’apposizione di una data prima del dovuto.
Sopra-, sovra-, super-
Sopra- e sovra- derivano dal latino SUPRA “sopra”, super- deriva dal latino SUPER. Indicano
preminenza, superiorità, eccedenza rispetto a quella che viene considerata la norma.
sopra-bito (indumento che si indossa “sopra” l’abito”)
sopra-lluogo
sopra-nnaturale (o sovra-nnaturale)
sovra-ccarico
super-alcolico
super-mercato
Sotto-, sub-, infra-, ipo-
Sotto- deriva dal latino SUBCTUS “di sotto”, sub- deriva dal latino SUB “sotto”, infra- dal latino
INFRA “sotto”, ipo- dal greco hypo “sotto”. Sub- e ipo- vengo usati anche con valore intensivo
(sub-normale con il significato di inferiore alla normalità, ipo-glicemia che indica una mancanza di
zuccheri nel sangue)
sotto-scala
sub-acqueo
infra-struttura
infra-suono (vibrazione acustica troppo bassa per essere percepita dall’uomo, si contrappone a
ultra-suono)
infra-settimanale (in questo caso il prefisso infra- equivale a intra-, indica “entro, all’interno”)
ipo-calorico (che fornisce poche calorie)
ipo-vitaminosi (carenza di vitamine nell’organismo)
Vice-, pro-
Vice- deriva dal latino VICE “in vece di”, pro- deriva dal latino PRO “davanti, in luogo di”. Questi
prefissi vengono spesso usati per indicare cariche e funzioni.
vice-questore
vice-preside
pro-console
pro-genitore (in questo caso il prefisso ha un valore temporale, indica anteriorità)
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de-stabilizzare
Ri-, re-
Entrambi i prefissi derivano dal latino RE-. Indicano prevalentemente ripetizione.
ri-creare
ri-tornare
re-plicare
re-agire
Suffissazione
Se la prefissazione non comporta mai variazione nella categoria d’appartenenza della parola
primitiva (un nome rimane nome, un aggettivo rimane aggettivo, ecc.), con la suffissazione
possiamo avere variazione nella categoria di appartenenza della parola che otteniamo dopo
aver aggiunto il suffisso stesso (un nome può diventare aggettivo, un aggettivo diventare
verbo, ecc.).
Vediamo ora alcuni esempi di suffissi :
Da nome a nome (suffissi nominali denominali4)
-aglia
Ha valore collettivo spregiativo (ragazzo -> ragazz-aglia, ferro -> ferr-aglia)
-aio, -aro, -ario, -aiolo
Il suffisso -aio viene usato soprattutto per formare nomi di mestiere (orologio -> orologi-aio), in
alcuni casi ha valore locativo (pollo -> poll-aio). Da sottolineare come per indicare i mestieri tale
suffisso è in declino rispetto al suffisso -ista, oggi più usato (fiore -> fior-ista).
Anche il suffisso –aro è usato per indicare nomi di mestieri (campana -> campana-aro). Non è raro
veder usare questo suffisso anche per formare neologismi (borgat-aro, rockett-aro, panin-aro, ecc.).
Il suffisso –ario compare in nomi di professione (biblioteca -> bibliotec-ario), in nomi comuni con
valore collettivo (vocabolo -> vocabol-ario); nel linguaggio giuridico e burocratico consente di
indicare chi è titolare di un certo diritto (colui che “riceve”, rispetto a colui che “dà”, termini come
locat-ario, benefici-ario, assegnat-ario indicano una persona titolare di un deterrminato diritto).
Infine il suffisso -aiolo viene usato sia per indicare nomi di mestieri (bosco -> bosca-iolo), sia in
espressioni aventi un connotato negativo (borsa – bors-aiolo).
-ata
Questo suffisso se viene unito a nomi di parti del corpo può indicare l’azione compiuta da quella
parte del corpo (occhio -> occhi-ata, dita->dit-ata). Può indicare anche colpo, percossa (bastone
-> baston-ata), ma anche “quantità approssimata contenuta in un recipiente” (cucchiaio ->
cucchiai-ata). Caratteristico il valore spregiativo che tale suffisso assume quando si unisce ad una
parola che ha già base negativa (stupido -> stupid-ata).
-ato
Tale suffisso si trova in particolare in sostantivi che indicano un particolare stato giuridico (celibe-
>celibato), o per indicare un insieme di persone che condividono una medesima condizione (laic-
ato, sindac-ato).
-ema
Tale suffisso è caratteristico della linguistica, indica “la più piccola unità significante del linguaggio
e dell’espressione” (fon-ema, graf-ema, ecc.)
-eria
E’ il suffisso più usato per indicare negozi ed attività commerciali (latte -> latt-eria, salumi ->
salum-eria), può avere anche valore collettivo (fante -> fant-eria).
-eto
Questo suffisso ha valore locativo-collettivo, indica un’area in cui si concentra una particolare
specie vegetativa (olive -> oliv-eto, vigne -> vign-eto).
-iere,- iera
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La parola di partenza appartiene alla categoria dei nomi, la parola che otteniamo alla categoria dei nomi.
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Il suffisso -iere viene usato innanzitutto per indicare nomi di mestieri (pompa -> pomp-iere, porta
-> port-iere). Il suffisso -iera viene usato non tanto per gli esseri animati quanto per gli oggetti,
troviamo così zucchero -> zuccher-iera, denti -> dent-iera.
-ile
Ha valore locativo-collettivo con particolare riferimento a stalle e recinti che raccolgono animali
(cane -> can-ile).
-ista
Come indicato sopra, tale suffisso consente di indicare chi svolge una particolare attività (dent-ista,
camion-ista, marm-ista, ecc.), chi segue una determinata ideologia (social-ista, comun-ista, ecc.), o
ha un certo atteggiamento (disfatt-ista). I derivati ottenuti con il suffisso -ista sono piuttosto diffusi.
Suffissi utilizzati in ambito scientifico
Nel linguaggio medico alcuni suffissi hanno un significato specifico: -ite indica infiammazione
acuta (tendin-ite), -osi stato patologico, acuto o cronico, ma non infiammatorio (nevr-osi, scler-osi,
ecc.), -oma può indicare tumefazioni (emat-oma), infiammazioni circoscritte (granul-oma),
formazioni tumorali a carattere benigno o maligno (epiteli-oma, carcin-oma).
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La parola di partenza appartiene alla categoria degli aggettivi, la parola che otteniamo alla categoria dei nomi.
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La parola di partenza appartiene alla categoria dei nomi, la parola che otteniamo alla categoria degli aggettivi.
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La parola di partenza appartiene alla categoria dei verbi, la parola che otteniamo alla categoria dei nomi.
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Questo suffisso viene usato per indicare operazioni di tipo tecnico (lavare -> lav-aggio; montare ->
mont-aggio).
-ando
Indica l’imminenza di una cosa (laureare -> laure-ando), ma può anche esprimere l’idea del
dovere, della necessità (sforzare -> sforz-ando).
-ante, -ente
Questi suffissi consentono di ottenere, partendo da una base verbale, un sostantivo riferito a una
persona che compie una certa azione (cantare -> cant-ante).
-mento
E’ uno dei suffissi più diffusi per ottenere sostantive partendo da base verbale. Indica un’azione e il
risultato che ne consegue (pagare -> paga-mento; abbattere -> abbatti-mento).
-zione, -sione
Anche questi suffissi sono piuttosto diffusi (collocare ->colloca-zione; dividere -> divi-sione).
4.4 Alterazione
Con la derivazione abbiamo visto come sia possibile, mediante l’uso di suffissi e prefissi,
ottenere delle parole che hanno un significato sostanzialmente diverso dalla parola di partenza
ecco così che libro diventa libraio, bosco diventa boscaiolo, ecc. Diversamente l’alterazione, con
questa, infatti, non avviene una radicale modifica nel significato del termine che ottengo libro
diventa libr-etto, librone, libraccio, ecc. mantenendosi all’interno di un ambito di significati
similari. Il suffisso che aggiungiamo si limita ad alterare il significato della parola d’origine,
fornendo indicazioni che riguardano la dimensione, il valore, ecc.
Naturalmente l’alterazione non consente una modifica della categoria grammaticale
d’appartenenza dell’elemento alterato rispetto all’elemento di partenza.
Il fenomeno dell’alterazione è legato unicamente all’uso di suffissi, non esistono prefissi
alterativi.
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La parola di partenza appartiene alla categoria dei nomi, la parola che otteniamo alla categoria dei verbi.
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La parola di partenza appartiene alla categoria dei verbi, la parola che otteniamo alla categoria degli aggettivi.
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4.5 Composizione
Per la formazione di nuove parole oltre alla derivazione e all’alterazione ci si serve della
composizione. Nella composizione il nuovo termine si ottiene mediante la combinazione di due
o più parole distinte. Le parole che si ottengono attraverso il procedimento della composizione si
definiscono composti o parole composte.
Le parole che si uniscono per formare il composto possono appartenere alla stessa categoria
grammaticale:
capo + treno (nome + nome)
grigio + verde (aggettivo + aggettivo)
sali + scendi (verbo + verbo)
o, come avviene nella maggior parte dei casi, appartenere a categorie grammaticali diverse:
basso + rilievo (aggettivo + nome)
lava + piatti (verbo + nome)
cassa + forte (nome + aggettivo)
Le parole che possiamo ottenere dall’unione di due o più termini possono essere:
nomi (apriscatole)
aggettivi (sordomuto)
avverbi (oggigiorno)
verbi (benedire)
Qualche difficoltà può nascere quando dobbiamo indicare al plurale i nomi composti, per
chiarimenti rinviamo al modulo dedicato al Nome.
Prefissoidi e suffissoidi
Abbiamo visto come i nomi derivati si ottengono aggiungendo al nome primitivo un prefisso,
un suffisso o entrambi, abbiamo visto anche come esistono dei nomi, detti composti, che si
ottengono dall’unione di più parole aventi un loro significato autonomo. Ebbene esistono delle
parole composte, usate in particolare in ambito scientifico, ottenute grazie all’uso di elementi
che nella lingua greca e latina erano delle parole o radici di parole 10. Tali elementi, pur
mantenendo un loro preciso e costante significato, non compaiono isolati nella lingua italiana,
devono sempre accompagnarsi ad un’altra parola. In base alla posizione che andranno ad
occupare nella parola composta tali elementi si definiscono prefissoidi (primo elemento della
parola composta) e suffissoidi (secondo elemento della parola composta).
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Tali elementi derivano soprattutto dal greco e dal latino ma non esclusivamente, in alcuni casi possono derivare da
altre lingue straniere.
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Riflessione sulla lingua – La formazione delle parole –Marino Martignon
Nella lingua italiana esistono anche parole formate dall’unione di un prefissoide con un
suffissoide:
atropo- (dal greco àntrhropos, “uomo”) + -logia (dal greco logia, “studio”) -> antropologia (“studio
dell’uomo e delle comunità umane”)
La comune origine linguistica, greca e latina, di termini scientifici appartenenti a diverse lingue
nazionali ha fatto si che tali termini fossero simili nelle diverse lingue, consideriamo la parola
“biologia” (dal greco bìos, “vita” e logia, “studio”, quindi scienza che studia gli esseri viventi), tale
termini ha il suo corrispondente nel francese “biologie”, nello spagnolo “biologia”, nell’inglese
“biology”, e nel tedesco “Biologie”.
Data la loro larga diffusione, conoscere il significato di prefissoidi e suffissoidi è di grande
importanza aumentare il nostro bagaglio lessicale, ci consente, con relativa facilità, di comprendere
e ricordare il significato di molte parole nuove che incontriamo.
Vediamo di seguito alcuni tra i prefissoidi e suffissoidi più usati nella lingua italiana,
distinguendoli a seconda dell’origine greca o latina.
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Riflessione sulla lingua – La formazione delle parole –Marino Martignon
Altre parole vengono abbandonate perché sostituite da un termine di una lingua straniera che
viene considerato più adatto, ad esempio oggi, in particolare tra i giovani, sempre più di frequente si
sente usare il termine inglese “shopping” al posto di “fare acquisti”, e come questo vi sono molti
altri esempi di termini italiani ritenuti non più idonei e sostituiti dai corrispondenti inglesi,
aquascooter per moto d’acqua, art director per direttore artistico, audience per ascolto, ecc.
Dobbiamo dire che negli ultimi anni molti termini della lingua inglese, in parte anche per la
notevole diffusione del computer e della terminologia ad esso collegata, sono entrati a far parte
della lingua usata dagli italiani, tale tendenza mi sembra irreversibile anche per il numero sempre
più frequente di contatti tra gli appartenenti alla comunità europea e la conseguente necessità di
trovare una lingua comune.
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