(Ebook - Ita) Storia - Storia Della Magia Vol.2 - La Magia in Grecia e Mesopotamia
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amanti erano fuggiti insieme e per vendicare l'affronto Menelao e suo fratello
Agamennone avevano organizzato la spedizione contro Troia. Un dio molto caro
ai greci era Dioniso, protettore della vegetazione e del vino. Frutto
dell'amore fra Zeus e Semele, era costretto a peregrinare continuamente per
non incorrere nella vendetta di Hera; egli viaggiava in allegria, con un
codazzo di Satiri e di Menadi, che danzavano, bevevano, suonavano il flauto e
passavano il tempo in ameni baccanali. Come Apollo era il dio della misura,
della moralitˆà, della compostezza e dell'armonia, Dioniso era il dio della
sensualità, degli eccessi e delle libagioni smodate: i suoi simboli erano
infatti una coppa, un tralcio di vite ed una verga. Dioniso era anche il
protettore del teatro, sia tragico che comico. Il culto del dio era alla base
dei misteri dionisiaci, che la leggenda vuole diffusi da Orfeo. Orfeo era
nato sulle montagne della Tracia; figlio di Eagro e della musa Calliope, aveva
ricevuto dal dio Apollo il dono della musica e del canto, che erano così
melodiosi da affascinare chiunque, addomesticare belve feroci e fermare il
corso dei fiumi. Orfeo sposò la bellissima Euridice, ma il giorno stesso
delle nozze la sposa morì, avendo messo un piede su un serpente nel tentativo
di sfuggire al pastore Aristeo, che era follemente innamorato di lei e voleva
violentarla per vendicarsi di Orfeo. Questi non si rassegnò alla triste sorte
e scese fino all'Ade per riprendersi la sposa. La discesa nel mondo dei morti
fu memorabile. Commosso dal suo canto, il traghettatore di anime Caronte lo
fece passare senza chiedere il rituale obolo, i dannati interruppero i loro
supplizi, gli stessi dei Persefone ed Ade piansero calde lacrime e gli
concessero di riportare in terra l'amata; ma ad un patto: egli non doveva mai
voltarsi a guardarla, durante il viaggio per tornare al mondo dei vivi. Erano
ormai in vista dell'uscita quando Orfeo, non sentendo più i passi della
moglie, volse preoccupato lo sguardo: giusto in tempo per vederla diventare,
di nuovo e per sempre, solo un'ombra. Invano Orfeo supplicò di nuovo Caronte,
invano rimase sulla porta dell'Ade per sette giorni e sette notti: Euridice
non gli fu più ridata. Allora Orfeo partì per l'Egitto, dove studiò la magia
coi sacerdoti egiziani. Tornato in patria, egli si consacrò alla missione di
recuperare i culti del dio Dioniso. Egli indusse gli uomini della Tracia ad
abbandonare i culti sfrenati ed a respingere le lusinghe sessuali delle
Baccanti, che per questo, infuriate, lo uccisero, lo fecero a pezzi e lo
gettarono nel fiume Ebro. Ma la sua testa giunse al mare fino all'isola di
Lesbo, dove venne conservata nel locale tempio di Dioniso; la sua lira fu
invece messa nel tempio di Apollo, ad ispirare altri cantori. Ad Orfeo la
leggenda attribuisce la fondazione dei Misteri Orfici; in realtà l'orfismo,
come dottrina, fece la sua comparsa solo alla fine del V secolo a. C., quindi
parecchi secoli dopo la morte del leggendario eroe. I Misteri, caratteristici
(2) dei Greci e di alcuni popoli orientali, erano pratiche di culto, i cui
rituali venivano tenuti rigorosamente segreti. A questo proposito dobbiamo
distinguere nettamente i culti pubblici, volti alla propiziazione di un dio
per ottenere benefici terreni, da quelli iniziatici, che miravano ad ottenere
soddisfazioni più interiori e spirituali, con un diretto rapporto fra colui
che vi partecipava e la divinità. Soltanto gli iniziati, i Mystoi, avevano
accesso al Mistero. Risalgono al principio del VII secolo i Misteri Eleusini,
derivati dal culto di Demetra-Persefone; sono i più noti ed i più antichi
culti misterici e venivano celebrati ad Eleusi, nell'Attica. Erano nati come
una festa per il raccolto, in onore della dea delle messi Demetra e di sua
figlia Kore Persefone. Il mito delle due dee era intimamente collegato alla
terra: Persefone, mentre passeggiava con le sue ancelle, era stata vista dal
dio dell'Aldilà, che se ne era subito innamorato e l'aveva rapita. La madre,
dopo averla disperatamente cercata invano, aveva pregato Zeus, il padre degli
dei, di renderle la figlia. Ma ormai ella era già sposata con Ade, per cui si
venne al compromesso: per sei mesi Persefone sarebbe rimasta nel mondo dei
morti, per sei mesi sarebbe tornata in terra con Demetra. Madre e figlia si
incontravano di nuovo ogni anno in primavera ad Eleusi e qui sorse un tempio
per commemorare la rinascita della natura. Come un chicco di grano Persefone
viveva sei mesi sotto terra e sei sopra: la base del culto riguardava quindi
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