Procedure Movimentazione Paziente
Procedure Movimentazione Paziente
Procedure Movimentazione Paziente
PREMESSA
Il tipo di manovra più adatta sarà in relazione alle caratteristiche del paziente:
necessita di massima assistenza o deve solo essere stimolata la sua attiva
collaborazione?
Per la scelta del comportamento più idoneo è necessario consultare il piano di
assistenza personalizzata del paziente.
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Nella movimentazione di un paziente non autosufficiente, agire da soli o comunque non riflettendo
su quello che si sta per fare può essere pericoloso per il rachide. Infatti le azioni che si devono
compiere devono essere intraprese applicando le corrette manovre di movimentazione, riflettendo
quindi su come creare una buona base di appoggio e un giusto equilibrio, scomponendo il
movimento in più fasi, pensando alle prese giuste, disponendo correttamente le attrezzature.
Il tipo di manovra più adatta sarà in relazione alle caratteristiche del paziente: necessita di massima
assistenza o deve solo essere stimolata la sua attiva collaborazione? Per la scelta del comportamento
più idoneo è necessario consultare il piano di assistenza personalizzata del paziente.
Le metodiche di trasferimento possono variare in relazione all’entità / tipologia della disabilità del
paziente: a tal fine è utile suddividere questi ultimi in due categorie:
Il paziente non può aiutare il movimento né con gli arti superiori né con gli arti inferiori (es.:
tetraparetico, anziano allettato, paziente in anestesia generale, in coma, paziente che oppone
resistenza alla mobilizzazione, ecc.).
Il paziente può sfruttare una residua capacità di movimento (es.: emiplegico, paraplegico, paziente
in fase di recupero funzionale, ecc.).
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GERARCHIA DI INTERVENTI
- Fase 1 - Posizionamento del paziente con le gambe incrociate, il braccio più vicino all’operatore
abdotto e l’altro sull’addome.
- Fase 2 - Rotazione del paziente
1 – Il paziente è in posizione supina, con la gamba più distante, rispetto alla posizione
dell’operatore, accavallata sull’altra; l’operatore, posto dal lato verso il quale avviene la rotazione,
effettua la presa a livello del bacino e della scapola (dietro la spalla) (vedi modalità a – b);
2 – ruota il paziente, controbilanciandone il peso con il peso del proprio corpo (vedi modalità e).
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- per questa manovra sono sempre necessari due operatori. Lo spostame nto va scomposto in due
fasi.
GERARCHIA DI INTERVENTI
- per questa manovra sono necessari due operatori, la manovra va scomposta in tre fasi.
1 – Il braccio del sollevatore viene abbassato affinchè gli operatori facciano il minor sforzo
possibile; devono essere agganciate prima le spalle dell’imbragatura e, in un secondo momento, le
fasce che passano sotto gli arti inferiori (vedi modalità a).
2 – Il paziente deve essere mantenuto in posizione semi-orizzontale prima di essere spostato verso
la carrozzina; il cambio postura avviene in prossimità della carrozzina, abbassando prima il braccio
mobile del sollevatore e poi azionando il meccanismo a leva (vedi modalità e).
3 – Il braccio mobile del sollevatore viene abbassato, prima vengono spostate le fasce sotto le cosce
e poi viene rimossa l’imbragatura stessa.
- PER QUESTA MANOVRA SONO SEMPRE NECESSARI DUE OPERATORI. SONO POSSIBILI DUE
MODALITÀ : LA MODALITÀ 2 È DA CONSIDERARE MENO SOVRAFFATICANTE QUANDO IL LETTO
NON È REGOLABILE IN ALTEZZA .
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GERARCHIA DI INTERVENTI
- per questa manovra sono sempre necessari due operatori. Sono possibili due modalità: la
modalità 2 è da considerare meno sovraffaticante quando il letto non è regolabile in altezza.
1 – i due operatori, ai lati del paziente, effettuano la “presa a sgabello” (vedi 6.4 – punto 3) (vedi
modalità a – b – c – f - g).
GERARCHIA DI INTERVENTI
Per questa manovra sono necessari tre operatori. La manovra va scomposta in due fasi.
1 – la barella viene posizionata, ben frenata, nello spazio in fondo al letto, non tra i letti. I tre
operatori, tutti dallo stesso lato del paziente, posizionano le mani rispettivamente sotto le spalle,
sotto il bacino e a livello delle ginocchia del paziente che viene spostato al bordo del letto con un
movimento in sincronia (vedi modalità a – b).
2 - Gli operatori, con movimento in sincronia, effettuano il trasferimento del paziente sulla barella
(vedi modalità a – b - c).
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GERARCHIA DI INTERVENTO
È necessario un numero pari di operatori ( due per l’opzione 1 / quattro per l’opzione 2), la manovra
va scomposta in tre fasi.
1 – due operatori, posti accovacciati ai lati del paziente, gli fanno assumere la posizione seduta (
vedi 5.2 – punto 1 )
2 – opzione 1 – sono presenti due operatori che effettuano la presa a sgabello ( vedi 6.4 – punto 3 )
- opzione 2 – sono presenti quattro operatori: i primi due effettuano la presa crociata, gli altri due
la presa sottopoplitea
GERARCHIA DI INTERVENTI
- Fase 1 - Posizionamento del paziente con le gambe incrociate e il braccio più vicino
all’operatore abdotto e l’altro sull’addome.
- Fase 2 - Rotazione del paziente
1 – L’operatore, posto dal lato verso il quale avviene la rotazione, effettua la presa a livello del
bacino e della scapola (dietro la spalla) (vedi modalità a – b );
2 – ruota il paziente, controbilanciando il peso del paziente con il peso del proprio corpo (vedi
modalità e).
- Il paziente flette gli arti inferiori, solleva il bacino spingendo sui piedi appoggiati al letto, flette
il capo e si spinge verso il cuscino.
- Gli operatori pongono una mano sotto il bacino del paziente e l’altra dietro le sue spalle e
aiutano lo scorrimento del paziente verso il cuscino (vedi modalità a – b – e).
- Il paziente flette gli arti inferiori, solleva il bacino spingendo sui piedi e sulle mani appoggiate
al letto e spinge verso il cuscino.
- L’operatore effettua la presa sottoscapolare e accompagna lo scorrimento verso l’alto (vedi
modalità b – e).
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GERARCHIA DI INTERVENTI
11.1 - Manovra manuale : verificare nel piano assistenziale il numero di operatori indicato per
effettuare la manovra.
1. posizio namento
di letto,
carrozzina ed
eventuali ausili
(vedi modalità g
– h – i – l)
3. l’operatore agevola lo spostamento delle gambe e del tronco del paziente, lo invita a fare
pressione con l’avambraccio sul letto; l’operatore posiziona la mano craniale dietro il tronco del
paziente con presa avvolgente, e fa pressioni con la mano caudale sull’avambraccio del
paziente, aiutandolo a raggiungere la posizione seduta (vedi modalità a – b – e)
4. il paziente assume la posizione eretta coadiuvato dall’operatore che guida il movimento del
tronco in avanti, se necessario afferrando la cintura del paziente
(uso di ausili tipo cintura ergonomica), se necessario fissando le
ginocchia del paziente con le proprie gambe. L’operatore
accompagna il
movimento di
raddrizzamento in
sincronia con la
residua azione motoria
del paziente;
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il paziente esegue piccoli passi per girare il corpo, in modo da potersi sedere sulla carrozzina e,
quando è girato e pronto per sedersi, porta in avanti il tronco e si siede; l’operatore si sposta in
sincronia ai movimenti del paziente e, sempre con la stessa posizione delle mani, ne frena e guida la
discesa verso la carrozzina (vedi modalità a – c).
11.3 - Opzione 2 : manovra effettuata da due operatori; la manovra va scomposta in quattro fasi:
- Fase 1 – posizionamento degli ausili
- Fase 2 – posizionamento del paziente sul fianco
- Fase 3 – posizionamento del paziente seduto
- Fase 4 – effettuazione del passaggio letto / carrozzina.