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PROMESSI SPOSI CAPITOLO 1°
1. Il dominio spagnolo si esercitava attraverso guarnigioni
stabili di soldati, e la presenza dei bravi. 2. L’incontro avviene in uno dei borghi di lecco, il 7 novembre 1628. 3. Il curato riconosce i bravi dall’abito, il portamento, dai due lunghi mustacchi arricciati in punta, dalla cintura lucida di cuoio con attaccate due pistole, un piccolo corno ripieno di polvere, dal manico di coltellaccio che spuntava fuori dal taschino e uno spadone. 4. Don Abbondio si domandò se tra i bravi e lui ci fosse qualche uscita di strada, e si chiese se avesse peccato contro qualche potente. 5. Che il matrimonio tra Renzo e lucia non si sarebbe dovuto svolgere né l’indomani, né mai. 6. Cerca di rispondere dicendo che a lui non sarebbe rientrato niente in tasca, e dicendo che erano persone giuste e ragionevoli. 7. Significa che aveva paura di don Rodrigo e che non voleva avere guai. 8. Per incutere timore a don Abbondio. 9. Il curato non è un uomo molto coraggioso e sentire il nome di don Rodrigo lo ha terrorizzato. 10. Don Abbondio non conosce don Rodrigo, ma qualche volta è capitato che ha dovuto difendere costui dicendo che a volte si comportava anche da signore. 11. Perpetua è la donna che lo accudisce da anni, una donna che non ha trovato marito e che con il tempo ha imparato a sopportare i brontolii del padrone. 12. È una donna dal carattere forte e deciso. 13. Gli dice di scrivere una lettera dove racconta l’accaduto all’arcivescovo. 1) a. V. b. F. c. F. d. V. e. F. 2) È decisa: r. 481 Valuta realisticamente la situazione: r. 481 Propone vie di uscita praticabili: r. 473
1. A. presentazione diretta da parte del narratore
2. C. la preminenza della caratterizzazione psicologica e comportamentale.
1) ‘’ che insegnavano la modestia alle fanciulle ‘’ ; ‘’
accarezzavano di tempo in tempo le spalle a qualche marito, a qualche padre ‘’ 2) r. 21-29 3) in modo ironico prende in giro i nobili con i loro molteplici titoli. 4) Perché si capisce che don Abbondio non è una vittima della paura, ma è lui che preferisce vivere nella quiete, che è rappresentata dalla casa. 5) r. 197 – 226 è usato ironicamente; r. 373-386-499 è usato nel suo senso proprio. 6) Gli stati d’animo che si rivelano in don Abbondio sono paura, insicurezza e confusione. Il curato non finisce mai le frasi per paura di dire qualcosa che possa alterare i bravi. 7) Rappresentano delle minacce, e i bravi lasciano alcune frasi a metà per incutere timore. 8) r. 451-453; r. 464
10) Don Abbondio stava tornando bel bello dalla solita
passeggiata, camminava guardandosi in torno con quel suo modo di fare un po' goffo e allo stesso tempo attento. Scalciava i ciottoli da terra, con le braccia dietro la schiena a tenere il breviario. Il curato non è mai stato una persona irrequieta, ha un carattere molto debole e non fatica per non farlo notare. A volte viene meno alle sue responsabilità, è schivo e pauroso. È una persona con uno stile di vita tranquillo, ozioso e abitudinario, infatti ha scelto di diventare curato non per vocazione ma per evitare ogni problema. Don Abbondio, si chiama come il santo patrono di Como, e come lui ama il quieto vivere.