Capitolo 24

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CAPITOLO 24

IL DISPOTISMO ILLUMINATO
Considerato sotto questa luce, il Dispotismo illuminato rappresenta la continuazione
dell’assolutismo monarchico del Seicento, assolutismo interpretato esemplarmente da Luigi XIV re
di Francia, e imitato da Federico Guglielmo I re di Prussia e da Pietro il Grande zar della Russia.
Molte delle riforme attuate dai sovrani illuminati sono state anticipate, almeno in parte, proprio
dal re Sole. Tuttavia nel dispotismo illuminato emergono anche elementi di novità, che recano
l’impronta dell’età dei lumi: in primo luogo il fatto che i sovrani stessi non giustificano più il
proprio potere assoluto con l’investitura divina, ma con la necessità di un’autorità che promuova il
benessere e la felicità dei sudditi (i sovrani “illuminati” dichiarano di essere “al servizio” della
nazione); in secondo luogo nell’assolutismo illuminato c’è un’iniziativa riformatrice più continua,
più decisa, più sistematica: un’iniziativa riformatrice tesa principalmente a rendere più razionale e
più efficiente la “macchina dello Stato” (vale a dire il governo, la burocrazia, il fisco, il sistema
giudiziario, l’esercito, ecc.) e nello stesso tempo a eguagliare (o livellare, secondo i punti di vista) i
sudditi, anche se la fondamentale distinzione tra nobili e non-nobili non viene mai completamente
abolita Rappresenta la fusione tra quegli elementi ereditati dall’assolutismo e le nuove
idee in un’ottica di razionalizzazione della macchina statuale. Un’iniziativa riformatrice più
continua, più decisa, più sistematica: un’iniziativa riformatrice tesa principalmente a rendere più
razionale e più efficiente la “macchina dello Stato”.
Guerra sette anni
 Winston Churchill nel suo “Storia dei popoli di lingua inglese” la definì come la prima vera
guerra mondiale,[2] poiché fu il primo conflitto della storia su scala davvero mondiale. Fu
infatti combattuto non solo sul territorio europeo ma contemporaneamente anche
nelle Americhe, in Asia e inAfrica occidentale, dove le potenze europee avevano dei
possedimenti coloniali.
 All’origine dello scontro europeo vi fu l’alleanza che Maria Teresa d’Austria
aveva stretto con la Francia, in funzione antiprussiana, alla quale Federico II di
Prussia rispose alleandosi con l’Inghilterra. Al fianco dell’Imperatrice si
schierarono in seguito la zarina di Russia Elisabetta, la Sassonia, la Svezia ed
altri Stati imperiali tedeschi. Fu Federico II di Prussia a dare inizio al conflitto
invadendo la Sassonia: da allora gli eventi si svilupparono con alterne vicende
militari fino al 1762.
La guerra nel continente europeo ebbe vicende alterne e vide il genio militare e
l’aggressività di Federico II sfidare la preponderanza delle forze nemiche. Dal 1760 le sorti
della guerra sembravano segnate a danno della Prussia, quando la morte della zarina
Elisabetta (5 gennaio 1762) alterò il corso degli eventi: il suo erede, Pietro III, ostile alla
Francia e all’Austria, firmò la pace con la Prussia (5 maggio 1762). Poco dopo anche la
Svezia si ritirò dalla guerra (22 maggio). Gli equilibri mutati e l’impegno francese rivolto
principalmente nella guerra coloniale convinsero l’Austria a firmare con la Prussia
l’accordo di Hubertsburg che non comportò mutamenti territoriali lasciando alla
Prussia la Slesia, mentre la Sassonia fu restituita all’elettore Augusto III re di Polonia.
riportava l’assetto geo-politico dell’Europa allo status quo ante, cioè alla situazione esistente, nel 1756, alla
vigilia del conflitto. A seguito degli accordi sottoscritti, la Prussia si vedeva riconfermata come stato sovrano
nella sua integrità territoriale e manteneva il possesso della Slesia.
Nei continenti americano e asiatico la guerra tra Francia e Gran Bretagna volse presto a
favore della seconda. Le forze militari inglesi risultarono preponderanti in Canada, nei
Caraibii e in India. L’intervento in guerra della Spagna che nel 1761 aveva stretto un “patto
di famiglia” con la Francia (in entrambi gli stati regnavano i Borbone), non modificò la
situazione. In Asia le truppe della Compagnia inglese delle Indie orientali,
sconfissero i francesi nel vittorioso assedio di Pondicherry nel 1760. In
quello stesso periodo le forze britanniche trionfavano nella battaglia del
Québec, conquistando l’omonima regione canadese, , infliggendo un altro
smacco alle truppe francesi.  Il Trattato di Parigi (febb. 1763) sancì il passaggio del
Canada, delle Antille, del Senegal e delle basi in India dalla Francia all'Inghilterra; la
Spagna acquisì la Louisiana dalla Francia come compensazione per la forzata cessione
della Florida all'Inghilterra. Con un trattato successivo l'Impero confermò alla Prussia il
possesso della Slesia. Essa segnò l'avvio dell'assoluta preminenza coloniale britannica e il
definitivo imporsi della Prussia quale potenza continentale di prima grandezza.

IN PRUSSIA –
FEDERICO II Contro la concezione attribuita a Machiavelli del potere come esercizio
amorale teorizzò l'autonomia della politica, intesa come una scienza naturale autonoma
tesa esclusivamente al conseguimento del potere. Federico II vi espresse l’idea che il
sovrano deve provvedere al bene del suo stato come a un dovere etico ineludibile.
La vecchia aristocrazia terriera prussiana (gli junker) andò a costituire la principale componente
dell’esercito. Federico riuscì in un intento mai visto prima: riuscì a trasformare il ceto nobiliare in
un'aristocrazia militare disciplinata dallo Stato ma che aveva ancora il predominio sul mondo
rurale.
 Non meno importante fu l'opera di Federico II sul piano culturale: promosse la frequenza
obbligatoria delle scuole elementari e riorganizzò l'Accademia berlinese per le Scienze e
le Arti.
. SISTEMA GIUDIZIARIO: abolisce la tortura e limita la pena di morte.
Vennero gettate le basi del codice civile prussiano Semplificò anche il sistema giudiziario,
approntando un codice di procedura e un codice civile  (Corpus iuris federicianum), la
prima opera del genere profondamente e organicamente ispirata ai principi del diritto
romano.
Intervenne anche in materia economica, favorendo lo sviluppo delle attività manifatturiere
e l'incremento della colonizzazione contadina delle province orientali. Di grande risonanza
europea fu la sua decisione di allentare il controllo della censura sulla stampa e l’editoria
la discussione filosofica e Berlino divenne una delle capitali dell’Illuminismo tedesco.
Estese ancora il suo dominio alla Prussia occidentale in virtù della prima spartizione della Polonia
(1772). la guerra di Successione polacca (1733-38), conclusasi con la pace di Vienna e
con la conferma di Augusto III (1733-63) al trono, mentre si fecero sempre più evidenti le
mire prussiane e soprattutto russe sul paese, confermate dall’imposizione di Stanislao II
Augusto Poniatowski (1764-95) come successore di Augusto III.  la Russia, la Prussia e
l’Austria giunsero comunque, attraverso tre successive spartizioni, a cancellare la Polonia
come stato indipendente dalla carta europea. Con la prima spartizione (1772) la Prussia di
Federico II si annetté la Prussia occidentale polacca, la Russia di Caterina II si impadronì
dei bacini dei fiumi Dniepr e Duna, e l’Austria di Maria Teresa incorporò la Galizia.
Caterina II di Russia, la futura zarina sposò l’erede designato Pietro II, che
detronizzò con un colpo di stato.
• Riprese la politica di modernizzazione iniziata da Pietro I il grande.

Le prime riforme attuate riguardavano la Chiesa Ortodossa, proprietaria di immense estensioni di


terra; nel 1764 furono confiscate tutte le proprietà ecclesiastiche, che servivano per risanare le
finanze. .
L’alleanza tra monarchia, nobiltà e alti ceti urbani saldatasi sotto Caterina II gravò sui
contadin ridursi i già esigui spazi di libertà individuale, si dimostrò sorda alle rivendicazioni dei
contadini, i quali rimasero in una condizione servile di enorme miseria sotto il dominio dei grandi
proprietari, i cui poteri furono persino rafforzati.
.La manifestazione più grave dell’insoddisfazione nelle campagne fu la rivolta guidata da
Pugacëv, costrinsero Caterina II a un intervento militare massiccio, che non senza
difficoltà represse nel sangue la sollevazione. Il regno di Caterina II fu
particolarmente celebre per la durissima oppressione esercitata nelle
campagne, nelle quali i contadini potevano essere venduti anche senza la terra
alla quale erano ascritti, come se fossero stati degli schiavi. Questa situazione
condusse ad una rivolta contadina capeggiata da un cosacco: Pugacev.

L'Austria: Maria Teresa

 Venne tentato con scarso risultato di limitare gli abusi della nobiltà,
costringendola a contribuire parzialmente al pagamento delle imposte e
sottoponendola alla giurisdizione dei tribunali ordinari; vennero quindi istituite
le scuole di Stato, mentre in precedenza l’istruzione era appannaggio esclusivo
degli istituti religiosi
 Nel 1761 intraprese la riforma del Directorium, sostituito da una “Cancelleria riunita
austriaca e boema” le cui varie sezioni provvedevano alle diverse esigenze dello stato. 
GIURISDIZIONALISMO: la Chiesa cattolica viene considerata un’istituzione interna allo Stato,
soggetta quindi alla giurisdizione dello Stato (lo Stato deve proteggere e finanziare la Chiesa ma
deve anche dirigere e regolare la vita della Chiesa - non si ammette che la Chiesa cattolica abbia
un’autonomia rispetto allo Stato; questa politica era stata “inaugurata” da Luigi XIV con le leggi
sulla Chiesa Gallicana): soppressione degli ordini religiosi contemplativi e confisca dei loro beni; lo
Stato interviene nella nomina di vescovi e parroci; organizza e dirige i seminari; definisce i confini
delle diocesi; abolisce le decime e stipendia vescovi e parroci (Giuseppe II fu definito il “re
sagrestano”). Dal punto di vista dei rapporti con la Chiesa viene applicato il giurisdizionalismo. In
Austria si impongono i seminari statali, come luogo di formazione del clero cattolico, gestiti dallo
Stato, perché l’Impero vuole garantire che il clero sia preparato dal punto di vista religioso, ma
anche rispettoso delle prerogative statali e pubbliche. SISTEMA GIUDIZIARIO: Uniformità e
centralizzazione: viene istituita una Corte Suprema a Vienna e tribunali locali retti da giudici
imperiali scelti in base alla competenza (con esami). Viene abolita la tortura e limitata la pena di
morte. LEGISLAZIONE: vengono redatti nuovi codici: codice civile, codice penale, codice di
procedura; si stabilisce l’eguaglianza giuridica dei sudditi, cioè l’abolizione delle distinzioni di ceto
di fronte alla legge. RELIGIONE: con la Patente di tolleranza si concede la libertà di culto a tutte le
confessioni cristiane e agli ebrei.

’amministrazione del territorio dell’impero suddiviso in distretti o circoscrizioni. Riorganizzò


l’amministrazione della giustizia attraverso una rete capillare di corti che facevano capo
alla Corte aulica di Vienna. Attuò un’importante opera di riorganizzazione fiscale mediante
l’abolizione dei residui feudali e l’istituzione del catasto. Fra il 1786 e il 1788 promulgò un
nuovo codice civile e penale che rispecchiava princìpi illuministici quali l’eguaglianza delle
pene indipendentemente dal ceto di appartenenza e l’abolizione della pena di morte e
della tortura. Dopo la morte di Maria Teresa nel 1780, diede pieno corso alle riforme. Il 13
ottobre 1781 emanò la “Patente di tolleranza”, concedendo libertà di culto a protestanti e
ortodossi e riconoscendo per la prima volta i diritti civili agli ebrei. Nello stesso anno, nel
quadro di una politica giurisdizionalistica radicale che fu significativamente definita
“giuseppinismo”, decise la soppressione degli ordini religiosi contemplativi e la confisca dei
loro beni. Anche di fronte alla reazione papale, il sovrano si dimostrò risoluto nel
proseguire la sua azione, disponendo la nomina di parroci e vescovi e ridefinendo le
circoscrizioni delle diocesi e delle parrocchie per favorire l’opera sociale del clero di
assistenza ai bisognosi; impose tasse agli enti ecclesiastici; abolì il diritto di censura
ecclesiastica e concesse una certa libertà di stampa; introdusse il matrimonio civile. Attuò
un’importante opera di riorganizzazione fiscale mediante l’abolizione dei residui feudali e
l’istituzione del catasto. FISCO: imposizioni fiscali sulla base del reddito fondiario - viene redatto
un catasto dei terreni - vengono imposte tasse anche ai nobili e al clero.
Investiti dall’avversione della cultura illuministica e dall’azione dalle monarchie
assolutistiche cattoliche decise ad affermare il primato dello stato sulla chiesa, i gesuiti
furono considerati come un obiettivo da colpire. La vicenda che condusse alla
soppressione della Compagnia di Gesù è sintomatica della debolezza dell'autorità papale.
I governi di numerosi stati europei consideravano l'ordine il più pericoloso alleato dei
pontefici e la Compagnia fu sempre più considerata il principale ostacolo alle politiche
riformiste e giurisdizionaliste dei sovrani.Accusati di regicidio, di pervertire l'ordine sociale,
di corrompere la gioventù e di essere artefici della supremazia del papa sul potere
monarchico,

Un provvedimento preso dalla quasi totalità delle corti europee, comprese


quelle di Spagna e Portogallo, fu la cacciata dai propri territori dei Gesuiti, che
poterono continuare la loro opera solo nella Russia ortodossa e nella Prussia
luterana. Nel 1759 il Portogallo espulse i gesuiti dal suo territorio e dai suoi domini
coloniali. A esso fecero seguito la Francia, la Spagna e altri paesi. Nel 1773 Clemente XIV
decise la soppressione dell’ordine. Paradossalmente, a lasciare aperte le porte ai gesuiti,
specialmente per i loro meriti nel campo dell’insegnamento, furono sovrani non cattolici
come Federico II di Prussia e Caterina II di Russia. Nel 1814, nel clima del rinnovato
accordo fra trono e altare che fu caratteristico della Restaurazione, Pio VII restaurò
l’ordine. 
Il '700 riformatore in Italia. A metà Settecento l’Italia, come la Germania, non conosceva l’unità
politica ed era divisa in tanti Stati. Austria e Spagna si contendevano l’influenza in Italia: l’Austria
controllava Granducato di Toscana e Lombardia, la Spagna controllava il ducato di Parma e il
Regno di Napoli.
Pietro Leopoldo Toscana In Toscana, seguendo le teorie della fisiocrazia, provvide alla
liberalizzazione del commercio dei grano abolendo i vincoli annonari che bloccavano le
colture cerealicole. Ad adottare integralmente questa parte del programma fisiocratico. Sempre
di indirizzo liberista sono: ♦la soppressione delle corporazioni di arti e di mestieri (1771)
♦eliminazione di tutte le dogane interne (1781). Coronamento di un’opera di riorganizzazione
delle istituzioni giudiziarie basata su ideali di laicismo e di razionalizzazione, promulgò un
nuovo codice penale, in cui venivano significativamente aboliti, in nome dei princìpi
illuministici, la pena di morte, la tortura.  La Toscana sarà quindi il primo Stato in Europa
ad abolire la pena di morte, adottando i principi degli Illuministi fra i quali Cesare
Beccaria che con la sua opera Dei delitti e delle pene ne era il portavoce. 

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