Il Romanzo Del Settecento in Europa

Scarica in formato docx, pdf o txt
Scarica in formato docx, pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 7

Il romanzo del Settecento in Europa

Il secolo del romanzo moderno


Avventure, quotidianità e passioni alla ribalta il successo del romanzo La letteratura
dell'Illuminismo si ispirava all'esigenza di rinnovamento e di divulgazione. Il genere che meglio
rispondeva alla nuova sensibilità fu il romanzo che, proprio durante il Settecento, divenne il
prodotto letterario più diffuso e letto presso il pubblico borghese di tutta Europa. Le ragioni di
questo successo si spiegano con la particolarità del genere romanzesco che, in quanto non
soggetto a regole rigide, apparve idoneo alla rappresentazione dello spirito borghese di una
società che aspirava ad accordare pari dignità a tutti gli individui; il romanzo si adattava, infatti, a
qualsiasi argomento ed era in grado di utilizzare tutti i linguaggi, dal gergo popolare a quello
comune e tecnico, con il risultato di far presa su ogni lettore. La crescente diffusione di romanzi
presso un pubblico sempre più vasto determinò, fin dall'inizio, una buona accoglienza da parte di
editori e librai che, proprio grazie a essi, nel corso del XVIII secolo videro aumentare notevolmente
i loro guadagni.

Il romanzo in Inghilterra e Francia


Il romanzo nacque in Inghilterra, il paese socialmente ed economicamente più avanzato d'Europa,
ma fu la Francia ad avere il primato nella produzione. Mentre in Inghilterra si sviluppò il cosiddetto
romanzo moderno o "borghese", il romanzo francese, rivolto ai gusti e alle aspettative di un
pubblico influenzato dalle idee e dai principi della cultura illuministica, divenne lo specchio di una
società in cui era ancora molto forte la presenza della nobiltà; per questo tra i personaggi figurano
spesso esponenti della nobiltà e contesti aristocratici.

Un nuovo pubblico
Un ruolo decisivo nell'affermazione del romanzo fu svolto dal pubblico che, soprattutto in paesi
socialmente evoluti come l'Inghilterra, si era notevolmente allargato ed era costituito dalla classe
dirigente, dai gruppi di opinione, dagli uomini d'affari, commercianti e professionisti. Ma la
differenza più importante rispetto alle epoche precedenti risiede nel fatto che i lettori amavano
essere informati dei fatti di attualità dalle gazzette e dai giornali e prediligevano la lettura di libri
ispirati alla realtà sociale o incentrati sulle questioni filosofiche emergenti. Essi si dilettavano,
inoltre, di libri che rappresentavano quei mondi esotici che sempre più spesso balzavano
all'attenzione delle cronache attraverso i resoconti di viaggi commerciali o di esplorazioni. Si spiega
così l'enorme successo ottenuto da quello che è convenzionalmente considerato il primo romanzo
moderno, Robinson Crusoe (1719), dell'inglese Daniel Defoe (1660-1731).

Il realismo
La fortuna del genere romanzesco fu dovuta anche all'attenzione verso elementi realistici che la
letteratura aveva fino ad allora ignorato. È il caso, per esempio, della scelta di personaggi,
appartenenti alle classi medie e basse, come protagonisti, della descrizione degli ambienti urbani e
dei suoi abitanti (lavoratori, ladri, prostitute ecc.), e degli interni domestici. Che si tratti di sfarzosi
palazzi nobiliari, eleganti dimore di campagna o piccoli appartamenti di città, anche lo spazio
diviene un motivo centrale del romanzo settecentesco.

Caratteristiche del romanzo moderno


Il romanzo del Settecento rappresentò il mezzo per diffondere idee e opinioni, per conoscere e
discutere problemi sociali, per indagare la psicologia umana, analizzare sentimenti e stati d'animo,
descrivere ambienti. Possiamo così riassumerne le caratteristiche più rilevanti: di personaggi e le
situazioni, anche se insoliti o fuori dall'ordinario, sono sempre concreti e realistici. Nel romanzo
inglese i protagonisti appartengono di solito alla borghesia di cui incarnano la mentalità, attenta in
modo particolare al valore dell'intraprendenza e dell'iniziativa individuale. Nel romanzo francese
non mancano personaggi aristocratici che testimoniano il disagio e l'inquietudine della propria
classe in un'epoca di grandi conflitti sociali; le vicende sono spesso presentate come esperienze
personali, vissute e autentiche, intensificando l'effetto di verosimiglianza grazie alla narrazione in
prima persona; le trame riguarda no problemi di vita concreta (rapporti tra individui e ambiente
sociale, difficoltà economiche), ma anche questioni morali e psicologiche. Un tema tipico del
romanzo inglese del Settecento è quello della lotta per la sopravvivenza o per il miglioramento
delle proprie condizioni economiche e sociali. Nel romanzo francese ricorrono invece temi legati
spesso alla riflessione filosofica; il linguaggio è vivace, concreto, semplice, prevalentemente di uso
comune.

Il romanzo settecentesco: classificazione e generi

Pregi e difetti delle classificazioni


L'ampia produzione di opere narrative inaugurata nel Settecento presenta tematiche che
rispecchiano i diversi generi di romanzo. L'uso di categorie, finalizzato a classificare e a riconoscere
la persistenza nel tempo di certi elementi narrativi, di somiglianze nelle trame e nella psicologia
dei personaggi, va però applicato con flessibilità. Sono infatti frequenti i casi in cui si verifica una
contaminazione di generi diversi. Lo stesso Robinson Crusoe di Daniel Defoe è considerato un
romanzo d'avventura, perché Robinson vive una vicenda che presenta componenti tipiche del
filone avventuroso (il viaggio in una terra lontana e inesplorata, il naufragio, la sopravvivenza su
un'isola selvaggia e piena di insidie), ma è definito anche un romanzo di formazione, perché
Robinson, in seguito al naufragio che lo ha escluso dalla società civile e alla lotta per sopravvivere,
diventa un uomo maturo e ricco di esperienze. Tipica del romanzo settecentesco è la presenza di
tematiche non sempre riconducibili all'Illuminismo; infatti, nella seconda metà del secolo,
emergono temi e ambientazioni già di natura preromantica. I generi che riscossero maggiore
successo sono vari. Vediamoli di seguito.

Il romanzo d'avventura
Il romanzo d'avventura narra vicende impreviste che possono essere più o meno verosimili, ma
che, comunque, non appartengono alla dimensione dell'esistenza quotidiana: nell'avventura
rientrano vari tipi di esperienze, come viaggi ed esplorazioni in terre lontane e sconosciute,
ricerche di tesori, naufragi, pericoli, sfide, duelli. Tra gli esempi più significativi dei romanzi
d'avventura del Settecento ricordiamo, oltre al già citato Robinson Crusoe, I viaggi di Gulliver
(1726) di Jonathan Swift (1667-1745).

Il romanzo di formazione
Il romanzo di formazione descrive il processo di crescita e maturazione di un giovane (o una
giovane) che, attraverso esperienze e incontri significativi, supera le difficoltà che via via gli si
presentano (morte dei genitori, conflitto con nuove figure parentali o con la società, povertà,
emarginazione) e si inserisce con piena dignità nel mondo degli adulti. Più in generale, il romanzo
di formazione è incentrato sull'evoluzione del personaggio verso la maturità e l'età adulta, allo
scopo di mostrare la sua integrazione sociale e raccontare emozioni e sentimenti seguiti nel loro
nascere e nel loro evolversi. Il moderno romanzo di formazione nasce in Germania (il termine
stesso è la traduzione del tedesco Bildungsroman), con Gli anni di apprendistato di Wilhelm Mister
(1796) di Johann Wolfgang Goethe (1749-1832; © U.7), storia di un giovane che fugge da casa per
dedicarsi al teatro, ma che in seguito, abbandonati gli ideali giovanili, accetta di diventare un
modesto ingranaggio della comunità aristocratica di cui entra a far parte.

il romanzo sentimentale
Il romanzo sentimentale narra esperienze amorose e si sofferma sull'analisi degli stati d'animo dei
personaggi, in particolare femminili. Il termine "sentimentale" si distingue da "sentimentalistico"
perché l'indagine è condotta in modo tutt'altro che patetico e lacrimevole. Uno dei primi esempi di
romanzo sentimentale è Pamela o la virtù ricompensata (1740) di Samuel Richardson (1689-1761).

Il romanzo epistolare
Il romanzo epistolare presenta una narrazione affidata a uno scambio di lettere tra i personaggi.
Solitamente lo spunto narrativo è offerto dalla figura di un editore (per lo più un amico o un
conoscente del protagonista) che pubblica le lettere di cui è venuto in possesso. Tutti i più noti
romanzi epistolari del Settecento (con la sola eccezione delle Lettere persiane di Montesquieu)
sono anche romanzi dal contenuto sentimentale, come Pamela e Clarissa (1748) di Samuel
Richardson; Giulia o la nuova Eloisa (1761) di Jean-Jacques Rousseau (1712-1778); I dolori del
giovane Werther (1774) di Goethe; Le relazioni pericolose (1782) di Pierre Choderlos de Lacios
(1714-1803).

Il romanzo filosofico
Il romanzo o racconto filosofico (conte philosophique in francese) è caratteristico della Francia
illuministica e consiste nella narrazione di storie spiritose, piene di avventure o aneddoti brillanti
dei quali l'autore si serve per esprimere la propria concezione della vita o per manifestare la
propria opinione su un dato argomento. Tra i più famosi romanzi filosofici ricordiamo; Candido,
ovvero l'ottimisino (4759) di Voltaire (1604-2778); Jacquesil fatalista e il suo padrone (scritto nel
177, ma pubblicato postumo nel 1796) di Denis Diderot (1713-1784).

Il romanzo libertino
Il romanzo libertino, diffuso nella Francia del Settecenio, comprende, da un lato, una serie di
romanzi incentrati su piccanti avventure erotiche (come i romanzi di Restif de la Bretonne e del
marchese de Sade), dall'altro, romanzi in cui il tema del libertinaggio, cioè della libertà sessuale
come pratica diffusa presso il ceto aristocratico, implica un giudizio morale. Principale esempio di
romanzo libertino sono Le relazioni pericolose (1782) di De Laclos.

Il romanzo sperimentale
Il romanzo sperimentale è così definito per le soluzioni formali e strutturali che dissolvono l'ordine
cronologico degli eventi; questo particolare genere, che avrà grande fortuna nel Novecento, fu
inaugurato dall'opera La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo (1760-1767) di Laurence
Sterne (1713-1768), che, al suo apparire, fu attaccata dalla critica ufficiale, riscuotendo comunque
un grande successo presso il pubblico.

Il romanzo gotico
Il romanzo gotico o "nero" si affermò in Inghilterra nella seconda metà del Settecento e fu
influenzato dalle nuove tendenze preromantiche. Narra storie fantastiche, ambientate in scenari
medievali (rovine di castelli, antiche chiese, cimiveri), o in luoghi isolati, misteriosi e sinistri; i
personaggi possono essere anche fantasmi o streghe, mentre la vicenda scaturisce da un intreccio
sapiente di magia, religione, superstizione, passioni nascoste e punite, e muove spesso da un
delitto collegato a una relazione illecita in cui è coinvolto un personaggio insospettabile. Il più noto
romanzo gotico del Settecento è Il castello di Otranto (1764) di Horace Walpole(1717-1794).

L'Inghilterra e la nascita del romanzo moderno


Il romanzo specchio dei valori della borghesia
Robinson Crusoe (1719) di Daniel Defoe (1660-1731) è considerato dalla critica il primo esempio di
romanzo moderno per il realismo con cui è narrata la vicenda e per la capacità dell'autore di
interpretare lo spirito borghese dell'epoca, legato ai valori dell'intraprendenza e dell'iniziativa
individuale. Robinson, infatti, non subisce passivamente la sua condizione di naufrago su un'isola
deserta, ma cerca di ricreare una condizione di vita simile a quella civile, riaffermando la
supremazia dell'uomo sulla natura. La capacità di adattarsi alle circostanze e di lottare per il
miglioramento della propria condizione è comune anche ad altri personaggi dei romanzi di Defoe.
La protagonista di Moll Flanders (1722), per esempio, è costretta a fare anche la ladra pur di
sopravvivere, ma alla fine riesce a costruirsi una nuova esistenza pienamente inquadrata nei
canoni della vita borghese. Un simile percorso "di formazione" si ritrova anche in Tom Jones
(1749) di Henry Fielding (1707-1754), storia di un trovatello che, cacciato di casa per non aver
assecondato i capricci amorosi della padrona, impara a badare a se stesso, si innamora,
corrisposto, di una fanciulla ricca e, alla fine, ritrova anche la vera madre.

Swift e il romanzo d'avventura


Un altro famoso romanziere inglese del Settecento fu Jonathan Swift (1667-1745), autore dei
Viaggi di Gulliver (1726), romanzo d'avventura e di viaggio con intento satirico, le cui vicende si
svolgono su un piano fantastico e allegorico. Erroneamente considerato un libro per l'infanzia, I
viaggi di Gulliver furono invece concepiti dall'autore con ben altri intenti: le terre lontane e
sconosciute, abitate da esseri fantastici, in cui si avventura Gulliver, il protagonista, non sono che
un'allegoria della società europea, rappresentata in modo caricaturale in tutti i suoi difetti, limiti,
errori. Swift lancia una corrosiva satira contro l'umanità intera, incline a usare la ragione per fini
perversi e distruttivi.

Richardson e il romanzo sentimentale


In Inghilterra nacque anche il primo esempio di romanzo "sentimentale": Pamela o la virtù
ricompensata (1740), di Samuel Richardson (1689-1761). L'opera è costruita sullo scambio
epistolare tra una giovane e ingenua domestica, Pamela, e i suoi genitori; la grande novità
dell'opera consiste nella capacità dell'autore di analizzare in modo approfondito la psicologia dei
personaggi, anche grazie alla narrazione in prima persona che, sfruttando l'espediente dello
scambio epistolare, crea una comunicazione diretta tra la protagonista e il lettore. Tipica dei
romanzi di Richardson è la figura della fanciulla ingenua, costretta a sfuggire alle minacce di un
seduttore di classe sociale più elevata, il quale diventa il simbolo della corruzione del ceto
aristocratico.

Sterne e lo sperimentalismo
Una via originale nella narrativa settecentesca, quella intrapresa da Laurence Sterne (1713-1768)
con la vita e le opinioni di Tristam Shanay, gentiluomo (pubblicato a più riprese tra il 1760 e i)
176»). L'opera delinea in un quadro umoristico di una famiglia della piccola nobiltà inglese:
L'assenza di una trama romanzesca" e di un protagonista in azione, la forma narrativa sperimentali
che segue il libero fluire dei pensieri e, soprattutto, la finzione del romanzo che parla del romanzo
(delle proprie leggi e del funzionamento della narrazione) sono tutti elementi che rendono
impossibile una classificazione dell'opera, che costituisce un'importante anticipazione delle
sperimentazioni del romanzo del Novecento.

Il romanzo francese, tra riflessione filosofica e passione amorosa


I protagonisti del romanzo francese
Anche la Francia del Settecento conobbe una notevole produzione di nuovi romanzi, rispondenti ai
gusti e alle aspettative di un pubblico influenzato dalle idee e dai principi diffusi dalla cultura
illuministica. Il nuovo romanzo francese ha però caratteristiche diverse da quello inglese, perché è
lo specchio di una società prevalentemente aristocratica. Non solo gli autori dei romanzi non di
rado sono esponenti della nobiltà o dell'alto clero, ma anche gli stessi protagonisti sono spesso
aristocratici che testimoniano il proprio disagio e la propria inquietudine in un'epoca di grandi
conflitti sociali. Nobile è, per esempio, il protagonista del romanzo in sette volumi Memorie e
avventure di un uomo di qualità (1728-1731), scritto dall'abate Antoine François Prévost (1697-
1763), in cui il marchese di Rénoncour riferisce le sue avventure sentimentali e svela la natura
travolgente della passione amorosa. L'ultimo volume del romanzo è La vera storia del cavaliere
Des Grieux e di Manon Lescaut, che ebbe una diffusione autonoma dall'opera e incontrò un
grande successo di pubblico, alimentato certamente dallo scalpore suscitato dalla libera
trattazione dell'argomento amoroso.

Montesquieu e il romanzo epistolare


Le Lettere persiane (1721) di Montesquieu (1689-1755), che costituirono un importante modello
per i maggiori esponenti del romanzo epistolare del Settecento (Richardson, Rousseau, Goethe,
Laclos), sono un'amara critica della società francese dell'ancien régime. Attraverso il punto di vista
di due stranieri, l'autore analizza la situazione sociale e politica della Francia, criticando con ironia
il dispotismo e il fanatismo che contraddistinguono la società europea, senza risparmiare la
religione cattolica e il papa.

Voltaire e il romanzo filosofico


Il romanzo filosofico (conte philosophique) riflette il dibattito scaturito dalla diffusione delle idee e
dei principi propugnati dalla cultura illuministica. Il più celebre conte philosophique è Candido
ovvero l'ottimismo (1759) di Voltaire (1694-1778), pubblicato anonimo a Ginevra, nel quale
l'autore critica il falso ottimismo del tedesco Gottfried Leibniz (1646-1716), sostenitore della teoria
secondo la quale quello in cui viviamo è «il migliore dei mondi possibili». Con ironia Voltare
dimostra l'irrazionalità delle vicende umane contrapponendole a un mondo ideale e perfetto, nel
quale gli uomini sono tutti uguali e felici, Il percorso di formazione, compiuto dal protagonista del
romanzo, Candido, che lo porterà dall'ingenuità alla disillusione, passa attraverso un lungo viaggio
che lo condurrà a Eldorado - il paese d'oro - dove potrà toccare con mano un mondo privo di
difetti, di discordie, di violenze, di lotte sociali. Attraverso fantasmagoriche avventure, Candido
giungerà a una nuova visione della vita. Altro noto romanzo filosofico di Voltare è Zadig ovvero il
destino (1747), ambientato nella Francia della seconda metà del Settecento e incentrato sulla
storia di un uomo saggio e tollerante, Zadig.

Diderot e il romanzo sperimentale e filosofico


In Jacques il fatalista e il suo padrone (1773, ma pubblicato postumo nel 1786), Denis Diderot
(1713-1784) inaugura una scrittura romanzesca sperimentale in cui i livelli del racconto si
sovrappongono, i personaggi diventano narratori e le digressioni dal tema centrale (il resoconto
degli amori di Jacques), più volte annunciato e sempre differito, costituiscono il vero nucleo del
romanzo. Esso è costruito sui dialoghi intercorsi tra un servo, Jacques, e il suo padrone su
questioni filosofiche durante un viaggio attraverso la Francia.

Rousseau e la valorizzazione del sentimento


I romanzi di Rousseau (1712-1778) si caratterizzano per una maggiore attenzione ai temi
sentimentali e alla dimensione soggettiva, che anticipano le tendenze preromantiche che si
sarebbero imposte nel giro di pochi anni. Giulia o la nuova Eloisa (1761) è incentrato sul tema del
conflitto tra la passione d'amore e le convenzioni sociali e segna, secondo la critica, il passaggio
dallo spirito illuministico a una nuova sensibilità che esalta il valore del sentimento e pone
l'accento sul mondo interiore dei personaggi. Anche le Confessioni (1782) di Rousseau mettono in
primo piano l'analisi dell'interiorità dell'autore e inaugurano di fatto il genere dell'autobiografia,
destinato ad avere successo a cavallo tra Settecento e Ottocento.

La fortuna del romanzo libertino


Nella Francia del Settecento grande accoglienza ebbe anche il romanzo libertino, di ambientazione
aristocratica e incentrato sulle relazioni d'amore. Le relazioni pericolose (1782) di Pierre-Ambroise
Choderlos de Laclos (1741-1803) è l'opera più famosa di questo filone. Il romanzo erotico-libertino
non è un'opera leggera di materia piccante: i comportamenti dei personaggi, per lo più improntati
a una certa libertà sessuale, vengono lucidamente analizzati fin nelle loro tragiche conseguenze, in
modo da suscitare nel lettore una seria riflessione sulla morale e sulla società. Anche Le 120
giornate di Sodoma (1782-1785) del marchese Donatien-Alphonse-François de Sade (1740-1812),
pur se incentrate sull'esaltazione di comportamenti sessuali trasgressivi e perversi, esprimono una
concezione morale della vita, anche se radicalmente lontana dal senso comune. La ricerca della
libertà attraverso la soddisfazione degli impulsi naturali, il rifiuto del potere e l'ateismo sono i
cardini del pensiero di de Sade.