Apollonio Rodio III Secolo A.C.
Apollonio Rodio III Secolo A.C.
Apollonio Rodio III Secolo A.C.
“Argonautiche”: unico grande poema epico del periodo ellenistico conservato per intero che
testimonia l’impegno del suo autore nel rinnovamento della tradizione → modello omerico
sottoposto a infrazioni → ridefinizione del genere epico secondo la cultura alessandrina:
sperimentazione poetica e ricerca di originalità rispetto ai modelli
Notizie sulla vita scarse e incerte → dalla voce del lessico “Suda” dedicata al poeta, 2
scarne biografie premesse o posposte nei manoscritti alle “Argonautiche” e dal frammentario
papiro di Ossirinco 1241 che contiene una lista dei bibliotecari di Alessandria → dopo
Zenodoto e prima di Eratostene rivestì la carica di “direttore” della biblioteca di Alessandria
→ carica associata al compito di precettore dell’erede al trono: Tolomeo III Evergete (280 →
nascita → 246 → salita al trono)
Primi anni del III secolo a.C. → nascita ad Alessandria (alcuni lo danno originario di
Naucrati)
Lascia Alessandria e si trasferisce a Rodi dove si dedica a una revisione della propria opera
→ si pensa per il contrasto che lo avrebbe opposto ad un altro personaggio di spicco
dell’ambiente alessandrino: Callimaco, oppure per il clamoroso insuccesso registrato dalla
prima lettura pubblica di fronte ai poeti e agli eruditi del Museo delle “Argonautiche” →
appellativo “Rodio”
Tarda età → morte a Rodi
Opere
Un’epica nuova
“Argonautiche” = poema unitario e continuo che ha per tema le gesta degli eroi antichi →
intenzione dell’autore di riallacciarsi alla grande tradizione epica e di creare un’epica nuova
attraverso sistematiche infrazioni rispetto al modello omerico con l’introduzione di
innovazioni nella struttura, nei temi, nella tecnica narrativa, nei personaggi e nelle forme
espressive
Omero = codice di riferimento per la propria scrittura, ma da rimotivare e rivivere in una
prospettiva diversa, reinventandolo con forme e tematiche nuove
Carica innovativa:
● Centro del poema epico: vicenda d’amore → marginale nel modello omerico, ma
centrale nella poetica alessandrina e accompagnata da profondità e finezza nel
raffigurare le dinamiche psichiche dei personaggi coinvolti nella vicenda → influsso di
altri generi letterari: tragedia
● Struttura → numero di versi inferiore alla metà di un poema epico pur trattando una
sezione di storia mitica più ampia di quella dell’”Iliade”, articolazione in 4 libri e
struttura ad anello garantita con la partenza e l’arrivo nello stesso luogo → adesione
alle indicazioni di Aristotele che nella “Poetica” aveva assimilato la lunghezza ideale
di un poema epico a quella complessiva di una tetralogia = 4 drammi rappresentati in
un giorno negli agoni drammatici: 3 tragedie e 1 dramma satiresco
● Proemio = aspetto imprescindibile di ogni poema epico, seguito da un lungo catalogo
degli Argonauti nel quale il poeta passa in rassegna e presenta gli eroi che
parteciparono alla spedizione → modello omerico del catalogo delle navi nell’”Iliade”,
rivisitato in quanto i personaggi sono inseriti nell’azione dell’arrivo alla spiaggia
d’imbarco e per l’attenzione per la psicologia, la provenienza familiare e i trascorsi
biografici (motivi che li hanno spinti ad affrontare la spedizione → motivo
alessandrino del bozzetto quotidiano)
Tensione tra fedeltà e allontanamento del codice omerico in una dialettica tra continuità e
discontinuità → scarti originariamente interpretati come una mal riuscita opera di imitazione
omerica → presunta polemica tra Apollonio e Callimaco per la diversa interpretazione del
genere epico
Piena aderenza di Apollonio ai canoni della poetica alessandrina → erudizione: elemento
estraneo allo spirito dell’epos → scelta di dedicare il poema al mito degli Argonauti che
aveva alimentato uno dei più antichi cicli epici del mondo greco per fornire anche in seguito
materia di canto alla poesia di ogni genere: lirica e tragedia (“Medea” di Euripide”: ulteriori
sviluppi della vicenda di Giasone e della figlia di Eeta)
Deve precedentemente ricercare e collezionare le numerose fonti che hanno trattato questo
mito e scegliere tra le varie versioni proposte → presenza di esplicite citazioni o di allusioni
ad altre varianti
Ritmo variabile: si alternano parti narrate distesamente, per lo più dialogate in cui il tempo
della storia e il tempo del racconto tendono a coincidere, e parti esposte in forma sintetica in
genere narrative in cui il tempo del racconto è accelerato rispetto al tempo reale della storia
→ alternanza che conferisce maggiore o minore rilievo alle diverse sezioni dell’opera
assegnando uno spazio espressivo considerevole ai momenti più significativi in cui si
affrontano i temi principali → massima dilatazione del tempo narrativo: momenti dedicati a
Medea e al tema erotico
Stilema peculiare dell’epica omerica: “scene tipiche” nelle quali azioni di carattere tecnico
vengono seguite nel loro svolgersi graduale → nei poemi epici sono ripetute più volte con
fissità formulare, in Apollonio sono descritte in maniera dettagliata solo la prima volta che
ricorrono nel racconto limitandosi nelle successive occorrenze a una menzione
estremamente succinta → procedere irregolare della narrazione = scarto dal codice omerico:
racconto sintetico e allusivo estraneo a un’epica arcaica nata per la fruizione orale che
adotta un modo di narrare ampio e disteso → aspetto che accomuna le “Argonautiche” a un
prodotto tipico dell’età alessandrina: epillio = racconto denso e asciutto che provoca
intenzionali sproporzioni tra le varie sezioni dell’opera, presuppone integrazioni e deduzioni
da parte di un pubblico colto
Tempo si arresta totalmente cadendo il posto alla descrizione che comporta una pausa
nell’azione: descrizioni di oggetti e ambienti (presenti nell’epica antica) e descrizione
introduttiva dei personaggi (gusto alessandrino), oppure alle similitudini
Il narratore
Dall’eroe all’antieroe
Medea