Allegato A Relazione Tecnica Descrittiva

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PROSCIUGAMENTO AREE SOGGETTE A CRITICITA' IDRAULICA IN VIA

SPIN E VIA BASSON, MESSA IN SICUREZZA IDRAULICA E STRADALE

COMUNE DI CORBOLA Arch. Raffaele PEZZOLATO


Piazza Martiri n.107
45015 Corbola (RO)

Geom. Stefano DONELLO Ing. Daniele CECCHETTIN

RELAZIONE TECNICO DESCRITTIVA


A
Geom. Stefano DONELLO Dr. Ing. Daniele CECCHETTIN
Ingegnere Civile Idraulico

1. SOMMARIO

1. SOMMARIO .................................................................................................................................................... 3

2. PREMESSA. ..................................................................................................................................................... 5

3. OBIETTIVO DEL PROGETTO. ........................................................................................................................... 8

4. CALCOLO IDRAULICO. .................................................................................................................................. 10

5. DETERMINZIONE DEI VOLUMI DI SCAVO. .................................................................................................... 17

6. POSSIBILI INTERVENTI LOCALIZZATI. ............................................................................................................ 18

7. PARTICELLARE DI ESPROPRIO E QUADRO ECONOMICO. ............................................................................. 20

8. SISTEMAZIONE DEL MANTO STRADALE. ...................................................................................................... 20

9. CATEGORIE DI OPERE GENERALI E SPECIALIZZATE. ..................................................................................... 22

10. POSSIBILI INTERFERENZE. .......................................................................................................................... 23

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2. PREMESSA.
La presente relazione è un estratto della relazione descrittiva redatta come allegato al
PROGETTO ESECUTIVO “Prosciugamento aree soggette a criticità idraulica in via Spin e via
Basson, messa in sicurezza idraulica e stradale – STRALCIO VIA SPIN” in Comune di Corbola (Ro) al
fine di effettuare un dimensionamento idraulico dei fossati adiacenti le due strade comunali.
Lo scopo dello studio è quello di verificare attraverso un adeguato rilievo plano altimetrico il
posizionamento dei fossati a lato della strada comunale nello stato di fatto ma anche nello stato
di progetto dopo avere effettuato un dimensionamento idraulico degli stessi per individuare la
sezione ottimale in grado di far defluire le portate meteoriche afferenti dai fossati presenti nelle
circostanti campagne. Le aree oggetto di indagine, e sulle quali è stata formulata l’ipotesi
progettuale, sono due.
Quella denominata “Basson” che ha una estensione di circa 35 hm2 che parte dall’acquedotto
e segue la strada comunale sino a scaricare nel canale consorziale “Paiole”, il quale a sua volta
scarica le sue acque in un altro canale consorziale denominato “Veneto”.

Figura 1: tratto che va dall’acquedotto sino al canale “Paiole” e poi “Scolo Veneto”.

L’altra zona è denominata “Spin 1” e “Spin 2” e la portata delle aree scolanti “Spin 1” e “Spin
2” servite dai tratti 1 e 2 che hanno una estensione superficiale di circa 84 hm2, più quella
dell’area “Spin 3”, viene scaricata alla fine nel canale consorziale “Gozzi”.
Nel presente progetto si è presa in esame solamente una parte della Zona Spin. Si è preso in
esame un tratto particolarmente critico in una curva a gomito dove sono evidenti particolari segni
di cedimenti sulla carreggiata.

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Figura 2: documentazione fotografica della carreggiata dissestata.

Figura 3: altra documentazione fotografica della carreggiata dissestata.

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La zona di progetto ricade interamente all’interno del Comune di Corbola (Ro) il quale, per la
sua interezza, è a sua volta compreso all’interno dell’Unità Territoriale Consorziale denominata
“Isola di Ariano”.

Figura 4: tratti che servono le zone “Spin 1”, Spin 2” e Spin 3” sino allo scarico nel Canale “Gozzi”.

Figura 5: suddivisione in unità territoriali del comprensorio consorziale.

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Il comprensorio consorziale è infatti suddiviso in 5 unità territoriali (Figura 5) a loro volta


composte da una serie di bacini. All’interno di un bacino possono essere presenti dei sottobacini,
corrispondenti a particolari zone con caratteristiche idrauliche peculiari per cui è necessaria una
specifica individuazione.
La suddivisione in unità territoriali non corrisponde ai territori comunali presenti nel
comprensorio ma alla presenza di vere e proprie “isole” fra di loro separate dal Po e dai suoi rami
deltizi, dal Canalbianco - Po di Levante e dall’Adige e delimitate ad ovest dal Po di Levante - Po di
Brondolo - Canale di Valle, a nord dal Brenta, ad est e a sud dal mare Adriatico.
I fossi oggetto di studio dovrebbero essere almeno in parte di competenza privata, posizionati
prospicienti rispetto alle varie proprietà, e su di essi dette proprietà scaricano le acque
meteoriche derivanti dai rispettivi terreni.
Si evidenzia che la gestione del fossi privati oltre ad essere assoggettata all’art. 913 del Codice
Civile – Scolo delle acque, deve osservare le disposizioni del “Regolamento di polizia rurale”
allegato alla delibera del C.C. n. 170 del 17.10.87 e modificato con delibera del C.C. n. 71 del
29.06.91 del Comune di Corbola (Ro) il quale dispone, tra le altre cose, norme in materia di fossi e
canali privati al capo IV agli articoli:
 Art. 21 – Divieto di impedire il libero deflusso delle acque;
 Art. 22 – Spurgo di fossi e canali.
Nel presente lavoro per la parte idraulica si è effettuato un dimensionamento prendendo come
riferimento il Progetto Preliminare redatto a Novembre del 2014 dal competente Consorzio di
Bonifica Delta del Po. Da tale studio si sono prese in considerazione le sezioni e le superfici
afferenti alle stesse per la definizione delle relative portate.
Il medesimo progetto è stato preso come riferimento per le note informative contenute nelle
relazioni tecnico descrittive redatte in esso.

3. OBIETTIVO DEL PROGETTO.


L’intervento si rende necessario poiché le difficoltà di deflusso delle acque meteoriche ed il
conseguente ristagno idrico, stanno creando problemi di stabilità spondale con conseguenze sulla
carreggiata della strada comunale che è adiacente al fossato.
In effetti la pendenza della sponda non è adeguata secondo i criteri della bonifica idraulica e
quindi a seguito di fenomeni di sottopressione si possono creare fenomeni franosi e cedimenti
della carreggiata. Pertanto è opportuno provvedere inizialmente alla definizione della sezione
ottimale del fossato come intervento propedeutico alla sicurezza stradale sulla carreggiata.
La sistemazione di tali tratti di strada permetterebbe di prolungare percorsi ciclabili esistenti
così come già esistono e che permettono di addentrarsi nel tipico territorio agricolo Polesano.

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Figura 6: sezioni rilevate e sovrapposte alla CTR per la zona Spin.

Figura 7: foto aerea della Zona “Spin” interessata dall’intervento stralcio: da Sez. 50 a Sez. 57a.

Nel presente lavoro le sezioni utilizzate nelle verifiche sono state completamente rilevate ex
novo cercando di rispettare il posizionamento planimetrico delle precedenti già individuate dai
tecnici del Consorzio di Bonifica Delta del Po. Si sono rilevate però complessivamente più sezioni.
Ciò ha permesso un maggior dettaglio del rilievo plano altimetrico e quindi una migliore
conoscenza dell’area di progetto. Sono stati rilevati tutti gli attraversamenti per l’accesso alle

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proprietà dove è evidente la ridotta sezione creata dalle tubazioni anche per problemi di
interrimento parziale delle condotte ed in alcuni casi il posizionamento delle stesse in
contropendenza come risulta dal rilievo effettuato.
Essi riducono di molto la capacità di deflusso delle portate meteoriche nei fossati creando
anche fenomeni di rigurgito a monte degli stessi. Ciò determina zone estese di ristagno idrico,
fenomeni di permeabilità sulle sponde e conseguente instabilità delle stesse. Ciò anche
conseguente a fenomeni di sottopressione dopo lo svaso dei fossati.
La sistemazione di tale viabilità va a completare una viabilità interna adeguata a percorsi
ciclabili all’interno del territorio comunale. Tali percorsi sono collegabili anche con la strada
arginale del Po. Pertanto vi è un percorso ciclopedonale che unisce vari aspetti naturalistici del
territorio comunale. Tutti legati in particolare ai corsi d’acqua come paesaggio tipico del territorio
Polesano.

4. CALCOLO IDRAULICO.
Per il calcolo idraulico è stata effettuata un’elaborazione sulla base dell’estensione superficiale
dell’area interessata e sulla stima delle varie grandezze idrauliche in gioco. Per il dettaglio del
calcolo si rimanda all’Allegato B – Relazione di Calcolo Idraulico.
Per poter determinare con attendibilità in sede di progetto le portate meteoriche da smaltire,
è necessario conoscere il regime idrologico delle precipitazioni che vanno ad interessare la rete
dei fossati oggetto di studio e quindi tutta l’area che caratterizza il bacino in esame.
Il valore da assegnare ad una portata di piena in una determinata sezione della rete è
strettamente legata all’intensità di precipitazione che si considera, definendo questa grandezza
come il rapporto tra l’altezza h e la durata t della precipitazione: j = h/t.
La varietà degli eventi possibili, essendo questi marcati da diversa frequenza, pone il problema
di scegliere tra questi quello cui fare riferimento per poter dimensionare correttamente i canali.
L’evento di riferimento da poter selezionare tra i possibili, si deve caratterizzare per un valore
della frequenza probabile, vale a dire il numero di volte N in un determinato intervallo di tempo
Δt. Questo rapporto definisce il tempo di ritorno Tr = Δt/N (return time).
Attualmente per le reti di bonifica, le ultime indicazioni in riferimento al regime ideologico, è di
utilizzare un tempo di ritorno per la determinazione della portata massima di 50 anni.
In questo studio è stata effettuata una verifica per un tempo di ritorno pari a 5 anni, utilizzato
in generale in bonifica idraulica per l’uguagliamento del franco di bonifica, e di 50 anni invece per
il superamento del franco di bonifica.
Per il progetto in questione sono state utilizzate le elaborazioni delle misure delle
precipitazioni effettuate nell’Analisi Regionalizzata dei dati pluviometrici relativamente alla

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stazione di Adria – Bellombra (Ro) geograficamente più vicina a Corbola (Ro) rispetto alla stazione
di Pradon di Porto Tolle (Ro) utilizzata nel progetto preliminare redatto dal Consorzio di Bonifica
Delta del Po. Le due equazioni usate sono rispettivamente:
 Tr = 5 anni h = 37,90·t0,222
 Tr = 50 anni h = 56,50·t0,224

Per determinare le portate di piena che caratterizzano le reti idrauliche da calcolare, nella
relazione idraulica sono stati utilizzati due metodi:
1. il metodo CINEMATICO, per valutare l’ordine di grandezza delle portate e per sviluppare
un progetto di massima;
2. Il metodo dell’INVASO per effettuare il progetto definitivo.

Gauckler
TIPO DI CANALE DA Bazin Kutter Strickler Manning
PROGETTARE ϒB (m½) mK (m½) n (s/m⅓)
KS (m⅓/s)
Canali rivestiti con
0.16 0.12 - 0.53 70 - 90 0.011 - 0.014
calcestruzzo regolare

Canali in terra molto regolari


0.46 0.55 - 0.75 60 0.018
senza vegetazione

Canali in terra abbastanza


regolari con depositi limitati 0.60 - 0.85 0.55 - 0.85 50 0.020 - 0.022
sul fondo

Canali in terra regolari con


vegetazione contenuta 1.30 1.50 40 0.025
(inerbimento)

Canali in terra con


1.75 2.00 35 0.030
vegetazione discreta

Canali in abbandono 2.00 - 2.30 3.00 30 0.035

Tabella 1: valori dei coefficienti di scabrezza per canali.

La forma delle sponde è di tipo a trapezio con pendenza consigliata delle stesse tale da avere il
coefficiente n = 1,5 per contenere il rischio di erosioni delle sponde (Figura 8).
La scelta del coefficiente di scabrezza delle sponde, infine, va fatta in base alla frequenza e al
tipo di manutenzione che si intende adottare nei canali da progettare. Per questo si può far
riferimento alla precedente Tabella 1.

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Figura 8: Sezione generica a forma a trapezio.

Si sottolinea che in ambedue i tratti presi in esame vi sono molti attraversamenti tombinati per
l’accesso alle proprietà. Tali tratti rappresentano dei restringimenti delle sezioni tali che nelle
condizioni di moto uniforme in cui si utilizza sia il Metodo Cinematico che il Metodo dell'Invaso
risulta non semplice rappresentare adeguatamente tale situazione. Essi ovviamente provocano
condizioni di rigurgito a monte del restringimento.

Figura 9: distribuzione e numerazione delle sezioni con HEC RAS per la Zona “Spin”.

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Proprio per esaminare le conseguenze dei restringimenti è stata effettuata una verifica
idraulica utilizzando un modello matematico unidimensionale denominato HEC RAS River Analysis
System, versione 4.1.0 dell’Hydrologic Engineering Center USACE, cioè il Centro di Ingegneria
Idrologica del Genio Militare statunitense a Davis in California, che può analizzare, tra le varie
applicazioni, i profili in condizioni di moto permanente e valutare profili e distribuzione delle
portate in moto vario con eventuali nodi presenti lungo il corso d’acqua oggetto di studio.
Il programma è distribuito gratuitamente a chiunque ne faccia richiesta ed è stata utilizzata la
versione 4.1.0. Nelle simulazioni condotte, il suddetto programma è stato applicato nelle
condizioni di moto permanente. Per il dettaglio dell’applicazione del modello si rimanda
all’Allegato B – Relazione di Calcolo Idraulico.
Nel modello in corrispondenza degli attraversamenti con le tubazioni sul fondo, si sono inserite
opportunamente delle sezioni con un restringimento pari alla larghezza del fondo del canale in
quel punto in modo da verificare l’area liquida e quindi la sezione adatta della tubazione.

CORBOLA SPIN Plan: SPIN Tr 50 anni 26/10/2020


SEZIONE 48bis
.015 .015 .015
10.5 Legend

EG PF 1
WS PF 1
Ground
10.0
Bank Sta

9.5
Elevation (m)

9.0

8.5

8.0

7.5
0 2 4 6 8 10
Station (m)

Figura 10: Sezione topografica 48bis - sezione 23 HEC RAS - valori portata del Metodo dell'Invaso.

Dal confronto dei risultati ottenuti dai due metodi di calcolo Cinematico e Invaso con la verifica
effettuata con HEC RAS, i valori del modello unidimensionale sono più vicini ai risultati ottenuti
con il Metodo Cinematico.

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Tr = 50 anni
SEZIONE h (Cinematico) m h (Invaso) m h (HEC RAS) m
38 0,25 0,09 0,62
39 0,18 0,14 0,65
40 0,27 0,16 0,70
41 0,57 0,45 0,81
42 0,66 0,48 0,94
43 0,85 0,70 1,17
44 1,02 0,94 1,21
47 1,12 0,97 1,22
49 1,14 0,97 1,22
51 1,15 0,96 1,24
52 1,15 0,95 1,25
54 1,15 0,95 1,24
56 1,15 0,94 1,25
58 1,18 0,89 1,26
59 1,17 0,97 1,26
60 1,20 0,91 1,27
61 1,19 0,89 1,29
Tabella 2: confronto dei risultati delle altezze ottenute con il modello HEC RAS e con i valori
del Metodo dell'Invaso e del Metodo Cinematico per un Tr = 50 anni – Zona Spin.

Nella successiva Tabella 3 si è stimato, sulla base della sezione liquida in corrispondenza al
restringimento posto, il raggio della tubazione che meglio si adegua a tale sezione liquida.
Considerato che la portata si mantiene praticamente costante su tutto il tratto adiacente alla
strada, che il diametro ottimale è il medesimo per ogni attraversamento: DN = 1400 mm. Con tale
tubazione si ritiene che il rigurgito a monte possa essere ovviamente molto contenuto.
All’imbocco ed allo sbocco delle tubazioni degli attraversamenti sarebbe opportuno prevedere
un rivestimento con materiale lapideo adeguato poiché si potrebbero verificare fenomeni erosivi a
seguito dei moti turbolenti delle correnti che si possono instaurare.

Figura 11: sezione tipo dell’attraversamento con tubazione e protezione spondale.

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SEZIONE SEZ. HEC RAS h (HEC RAS) m Sez. liquida (m²) r tubo (m)
38 32 0,62
39 31 0,65
40 30 0,70
41 29 0,81
42 28 0,94
43 27 1,17
44 26 1,21
47 25 1,22
47bis 24 1,20
1,44 0,68
48bis 23 1,20
48 22 1,22
49 21 1,22
49bis 20 1,19
1,46 0,68
50bis 19 1,22
50 18 1,24
51 17 1,24
52 16 1,25
52bis 15 1,22
1,22 0,62
53bis 14 1,22
53 13 1,24
54 12 1,24
54bis 11 1,21
1,22 0,62
55bis 10 1,22
55 9 1,24
56 8 1,25
56bis 7 1,23
1,35 0,66
57bis 6 1,23
57 5 1,25
58 4 1,26
59 3 1,26
60 2 1,27
61 1 1,29
Tabella 3: sezione liquida nei restringimenti e determinazione del raggio della condotta per
l’attraversamento nella Zona Spin.

Rimane da definire lo scarico finale sul canale di bonifica che risulterebbe sottodimensionato
per la portata in arrivo. Ciò deve essere valutato assieme al Consorzio di Bonifica poiché un
aumento del diametro di scarico implica un maggiore contributo sulla rete della bonifica idraulica
nello Scolo Ghozzi e quindi potrebbero innescarsi fenomeni di criticità. Già nello studio condotto
dal Consorzio delta del Po era previsto l’aumento del diametro di scarico con il raddoppio delle
condotte.

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Figura 12: esempio di indicazioni consigliate in presenza di tubazioni che riducono la sezione.

Figura 13: esempio di tubazioni in acciaio di vario diametro da usare per gli attraversamenti.

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5. DETERMINZIONE DEI VOLUMI DI SCAVO.


Poiché l’intervento più consistente consisterà nella movimentazione di terreno derivante
dall’allargamento e approfondimento delle sezioni oltre che dal rifacimento degli attraversamenti
per adeguare il diametro delle tubazioni, si è effettuata una stima dei volumi di sterro e riporto
per ciascuno dei due tratti.
È stata calcolata nella successiva Tabella 4 la quantità di terreno da movimentare per la Zona
“Spin”.
Gli allargamenti, come si può vedere dalle tavole allegate, è obbligato avvengano a lato
campagna poiché la presenza della strada e soprattutto la sua maggiore altezza rispetto alla quota
campagna rendono impossibile l’allargamento su tale lato.

SEZIONE SEZ. STERRO (m²) SEZ. RIPORTO (m²) D (m) V sterro (m³) V riporto (m³)
38 0,020 0,00 0,00
39 2,300 0,20 56,00 64,96 5,60
40 1,090 0,04 80,00 135,60 9,60
41 1,880 0,13 164,00 243,54 13,94
42 1,530 0,01 179,00 305,20 12,53
43 1,620 0,01 138,00 217,35 1,38
44 2,980 0,00 150,00 345,00 0,75
47 3,390 1,04 95,10 302,89 49,45
47bis 6,550
71,94 55,02
48bis 6,530
48 3,560 0,82 11,00 55,50 4,51
49 3,840 0,70 66,00 244,20 50,16
49bis 4,760
59,55 44,16
50bis 7,150
50 4,700 0,83 10,00 59,25 4,15
51 5,230 0,03 135,00 670,28 58,05
52 6,300 0,96 42,00 242,13 20,79
52bis 5,680
50,13 36,28
53bis 5,460
53 6,250 0,55 9,00 52,70 2,48
54 6,010 0,80 50,00 306,50 33,75
54bis 7,310
68,25 52,86
55bis 6,340
55 5,580 0,96 10,00 59,60 4,80
56 6,390 0,84 67,00 401,00 60,30
56bis 8,020 0,00
101,88 83,42
57bis 8,960 0,00
57 5,560 0,51 12,00 87,12 3,06
58 5,310 0,81 42,00 228,27 27,72
59 2,830 0,14 68,00 276,76 32,30
60 1,890 0,37 77,00 181,72 19,64
61 1,170 0,00 55,00 84,15 10,18
TOTALE 4915,45 696,87
Tabella 4: determinazione dei volumi di sterro e riporto per il fossato in Zona Spin completa.

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Quindi complessivamente per tutta la Zona “Spin” vi sarà un volume V ≈ 4.220 m3 che dovrà
essere asportato con le dovute cautele. Vale a dire esso dovrà essere adeguatamente analizzato
per capire se potrà essere riutilizzato in sito o se dovrà essere portato nelle discariche autorizzate.
Per il tratto preso in esame nel presente progetto stralcio dalla sezione 50 sino alla sezione
57a, dalla successiva Tabella 4 si ricava che il volume da movimentare è circa V ≈ 1.779 m3.

Sezione Distanza (m) A sterro (m²) A riporto (m²) V sterro (m²) V riporto (m²)
49 0.00 3.84 0.70 42.70 7.65
50 10.00 4.70 0.83 670.28 58.05
51 135.00 5.23 0.03 242.13 20.79
52 42.00 6.30 0.96 56.48 6.80
53 9.00 6.25 0.55 306.50 33.75
54 50.00 6.01 0.80 57.95 8.80
55 10.00 5.58 0.96 424.94 63.90
56 71.00 6.39 0.84 59.75 6.75
57 10.00 5.56 0.51 142.61 17.03
57a 26.00 5.41 0.80 0.00 0.00
V sterro (m²) V riporto (m²)
2003.33 223.52
Tabella 5: determinazione dei volumi di sterro e riporto per il fossato in Zona Spin da Sez. 50 a Sez. 57a.

6. POSSIBILI INTERVENTI LOCALIZZATI.


Un intervento localizzato si ritiene necessario: il rivestimento in materiale lapideo a protezione
dall’erosione delle sponde in corrispondenza dell’imbocco e dello sbocco delle condotte negli
attraversamenti.

Figura 14: esempio grafico di imbocco/sbocco di tubazioni protetto da materiale lapideo da usare per gli
attraversamenti.

Altri tipi di interventi che potrebbero essere valutati su tratti più o meno lunghi, sono presidi al
piede o protezione di sponda qualora siano rilevate zone che dal punto di vista geotecnico
evidenziano criticità. Al momento non vi sono indicazioni in tal senso. Possono essere realizzati in

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varie modalità: rivestimenti in pietrame, con materiali geosintetici o con inerbimenti particolari e
presidio al piede con pali di legno, oppure presidi con fascinate in legno o presidi con sasso.

Figura 15: presidio al piede di sponda utilizzando pali di legno e rivestimento in pietrame.

Figura 16: presidio al piede con pali di legno e gabbione cilindrico in pietra e rivestimento di sponda
utilizzando rete tridimensionale rinforzata.

Sono ovviamente numerose le tipologie di intervento per stabilizzare le sponde dei fossati ed
evitare fenomeni erosivi dovuti alla corrente o a fenomeni si sottopressione in caso di svaso
rapido. Il loro utilizzo deve essere valutato attentamente in uno studio più approfondito che
analizzi gli aspetti geotecnici del terreno, locali fenomeni erosivi dovuti alla corrente e possibili
fenomeni di scivolamento e cedimento delle sponde in particolare legati al traffico pesante ed alla
stabilità della carreggiata stradale.
Tali interventi tornerebbero utili soprattutto per ridurre la pendenza delle sponde e quindi
contenere gli allargamenti delle sezioni di progetto. Ovviamente sono interventi che richiedono un
onere economico rilevante. Oltre alla movimentazione di terreno comunque da effettuare, si deve

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aggiungere il costo delle protezioni di sponda e dei presidi al piede. Potrebbe essere effettuato in
zone limitate in alternativa all’allargamento delle sezioni.

7. PARTICELLARE DI ESPROPRIO E QUADRO ECONOMICO.


Per la stima del quadro economico, si sottolinea che per realizzare l’intervento è necessario
effettuare un’azione espropriativa abbastanza rilevante. Tra le possibili ipotesi valutate in sede di
studio di fattibilità, si è poi optato per la seguente possibile soluzione: si prevede l’esproprio da
parte dell’ente comunale sino all’asse del fosso di progetto acquisendone pertanto la proprietà. In
tal modo si occuperà della porzione (metà fosso di progetto) a ridosso della carreggiata stradale
lasciando in carico ai privati dall’asse fosso sino al ciglio opposto a lato campagna.
Sarebbe opportuno però che l’adeguamento delle sezioni nello stato di progetto sia completo,
poiché altrimenti non sarebbero verificati i calcoli idraulici effettuati.
Per ciascuna delle ipotesi studiate nello studio di fattibilità tecnico ed economica, il possibile
scenario ritenuto adeguato è legato anche all’eventuale smaltimento o meno delle terre da scavo
e se queste, in caso di smaltimento, debbono essere considerate o meno come rifiuto. Ciò può
essere stabilito solo dopo opportune analisi.
Vista la zona e la mancanza di scarichi si ritiene non dovrebbe sussistere tale pericolo. Pertanto
si possono schematizzare come segue la possibile soluzione: esproprio sino ad asse fosso di
progetto e smaltimento delle terre come terre da scavo e non rifiuto.
Si rimanda all’Allegato C per il particellare di esproprio e all’Allegato D per il quadro
economico.

8. SISTEMAZIONE DEL MANTO STRADALE.


Come si è evidenziato in fase di sopralluogo recente, i problemi di cedimenti della strada
possono essere legati principalmente alle caratteristiche del terreno ed ai carichi stradali
importanti che percorrono tale strada. Il periodo siccitoso di quest’estate ha infatti incrementato i
fenomeni di cedimento del terreno.
È già stato evidenziato al Comune di Corbola (Ro) che, visto l’onerosità degli espropri e le
possibili lungaggini che ne possono derivare, una valida alternativa potrebbe essere una adeguata
manutenzione dei fossati ed il ripristino del cassonetto stradale con conseguente asfaltatura. Si
evidenziano problemi di cedimento stradale anche in tratti non affiancati dal fossato.
Eventualmente si può predisporre un adeguato presidio al piede della sponda nei punti di
particolare criticità.

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Evitando le spese di esproprio si potrebbero ottimizzare le risorse disponibili. D’altra parte è


già stato evidenziato anche in sede di fattibilità che dal punto di vista idraulico l’intervento
sarebbe opportuno se eseguito nel suo complesso.
Comunque nell’intervento in oggetto è prevista la sistemazione del manto stradale per il tratto
compreso all’incirca tra la Sezione 50 e la Sezione 50g. Sebbene siano state rilevate in dettaglio
più sezioni del manto stradale come evidenziato nella successiva Figura 17, il rifacimento del
manto stradale riguarda il tratto più compromesso tra le sezioni rilevate.

Figura 17: disposizione planimetrica delle sezioni rilevate del manto stradale da Sezione 50 a Sezione 55.

Figura 18: prima sezione di intervento è la Sezione 50 con Binder e tappeto.

Figura 19: ultima sezione di intervento è la Sezione 50g con Binder e tappeto.

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9. CATEGORIE DI OPERE GENERALI E SPECIALIZZATE.


Ai sensi del D.P.R 207/2010 nel presente paragrafo con riferimento all' art. 61 comma 3 del
suddetto D.P.R. ALLEGATO A - CATEGORIE DI OPERE GENERALI E SPECIALIZZATE, classifichiamo
l'intervento in oggetto nelle categorie di “opere” previste per lo stesso.
Per "opera" o per "intervento" si intende un insieme di lavorazioni capace di esplicare funzioni
economiche e tecniche.
La qualificazione in ciascuna delle categorie di opere generali, individuate con l’acronimo "OG", è
conseguita dimostrando capacità di svolgere in proprio o con qualsiasi altro mezzo l’attività di costruzione,
ristrutturazione e manutenzione di opere o interventi per la cui realizzazione, finiti in ogni loro parte e
pronti all’uso da parte dell’utilizzatore finale, siano necessarie una pluralità di specifiche lavorazioni. La
qualificazione presuppone effettiva capacità operativa ed organizzativa dei fattori produttivi, specifica
competenza nel coordinamento tecnico delle attività lavorative, nella gestione economico-finanziaria e
nella conoscenza di tutte le regole tecniche e amministrative che disciplinano l’esecuzione di lavori pubblici.
Ciascuna categoria di opere generali individua attività non ricomprese nelle altre categorie generali.
La qualificazione in ciascuna delle categorie di opere specializzate, individuate con l’acronimo "OS", è
conseguita dimostrando capacità di eseguire in proprio l’attività di esecuzione, ristrutturazione e
manutenzione di specifiche lavorazioni che costituiscono di norma parte del processo realizzativo di
un’opera o di un intervento e necessitano di una particolare specializzazione e professionalità.
La qualificazione presuppone effettiva capacità operativa ed organizzativa dei fattori produttivi
necessari alla completa esecuzione della lavorazione ed il possesso di tutte le specifiche abilitazioni tecniche
ed amministrative previste dalle vigenti norme legislative e regolamentari.
Per il presente progetto intervenendo nella sistemazione idraulica del fossato adiacente alla strada e
nella sistemazione del manto stradale a seguito dei cedimenti del terreno, sono due le Categorie
interessate e descritte di seguito.
1. OG 3: STRADE, AUTOSTRADE, PONTI, VIADOTTI, FERROVIE, LINEE TRANVIARIE,
METROPOLITANE, FUNICOLARI, E PISTE AEROPORTUALI, E RELATIVE OPERE
COMPLEMENTARI.
Riguarda la costruzione, la manutenzione o la ristrutturazione di interventi a rete che
siano necessari per consentire la mobilità su "gomma", "ferro" e "aerea", qualsiasi sia il
loro grado di importanza, completi di ogni opera connessa, complementare o
accessoria anche di tipo puntuale, del relativo armamento ferroviario, nonché di tutti
gli impianti automatici, elettromeccanici, elettrici, telefonici, elettronici e per la
trazione elettrica necessari a fornire un buon servizio all’utente in termini di uso,
informazione, sicurezza e assistenza. Comprende in via esemplificativa le strade,
qualsiasi sia il loro grado di importanza, le autostrade, le superstrade, inclusi gli
interventi puntuali quali le pavimentazioni speciali, le gallerie artificiali, gli svincoli a
raso o in sopraelevata, i parcheggi a raso, le opere di sostegno dei pendii, i rilevati, le

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ferrovie di interesse nazionale e locale, le metropolitane, le funicolari e le linee


tranviarie di qualsiasi caratteristica tecnica, le piste di decollo di aereomobili ed i
piazzali di servizio di eliporti, le stazioni, le pavimentazioni realizzate con materiali
particolari, naturali ed artificiali, nonché i ponti, anche di complesse caratteristiche
tecniche, in ferro, cemento armato semplice o precompresso, prefabbricati o gettati in
opera.
2. OG 8: OPERE FLUVIALI, DI DIFESA, DI SISTEMAZIONE IDRAULICA E DI BONIFICA.
Riguarda la costruzione e la manutenzione o la ristrutturazione di interventi, puntuali e
a rete, comunque realizzati, occorrenti per la sistemazione di corsi d’acqua naturali o
artificiali nonché per la difesa del territorio dai suddetti corsi d’acqua, completi di ogni
opera connessa, complementare o accessoria, nonché di tutti gli impianti
elettromeccanici, elettrici, telefonici ed elettronici necessari. Comprende in via
esemplificativa i canali navigabili, i bacini di espansione, le sistemazioni di foci, il
consolidamento delle strutture degli alvei dei fiumi e dei torrenti, gli argini di qualsiasi
tipo, la sistemazione e la regimentazione idraulica delle acque superficiali, le opere di
diaframmatura dei sistemi arginali, le traverse per derivazioni e le opere per la
stabilizzazione dei pendii.
3. SPECIALIZZATE OS 10: SEGNALETICA STRADALE NON LUMINOSA
Riguarda la fornitura, la posa in opera, la manutenzione o ristrutturazione nonché la
esecuzione della segnaletica stradale non luminosa, verticale, orizzontale e
complementare.
La necessità di intervenire sul manto stradale è richiesta espressamente dal codice della strada
per garantire la sicurezza al transito dei mezzi. Infatti ai sensi dell'art. 14 del D.Lgs n° 285 del 30
aprile 1992 “ CODICE DELLA STRADA”, gli enti proprietari delle strade hanno poteri e compiti da
assolvere per garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione provvedendo alla loro
manutenzione, gestione e pulizia delle loro pertinenze e arredo, delle attrezzature, impianti e
servizi, provvedono inoltre al controllo tecnico dell'efficienza delle strade e relative pertinenze,
all' apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta.

10. POSSIBILI INTERFERENZE.


Non risulterebbero evidenti interferenze con sottoservizi. Si segnala la presenza di linea
telefonica e linea elettrica ma la posizione delle stesse è tale che non dovrebbe essere interessata
da spostamenti provvedendo all’allargamento della sezione del fossato come da progetto.

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