Allegato L - Relazione Di Calcolo Statico C.A CON EDILUS Buono Per Rel Rivedi

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COMUNE DI OLBIA

LAVORI DI SOMMA URGENZA PER IL RIPRISTINO/ADEGUAMENTO/RAZIONALIZZAZIONE


DELLE RETI DI SMALTIMENTO DELLE ACQUE BIANCHE E NERE DEL COMUNE DI OLBIA
NELL'AREA DENOMINATA 'BARATTA'

PROGETTO ESECUTIVO
II LOTTO - ID 1505
Lavori di somma urgenza per il ripristino delle reti di smaltimento acque piovane

ELABORATO: SCALA ALLEGATO


L
DATA
RELAZIONE DI CALCOLO STATICO C. A.
MAGGIO 2018

I PROGETTISTI IL SINDACO
Ing. Fabio Molinari On. Dott. Settimo NIZZI

L'ASSESSORE
Sig. Gesuino SATTA

IL DIRIGENTE SETTORE LAVORI


PUBBLICI E AMBIENTE
Ing. Antonio G. ZANDA

IL R.U.P.
Geom. Patrizia LEI
Sommario
1. GENERALITÀ .................................................................................................................................................................... 2
1.1. Descrizione generale delle opere ............................................................................................................................ 2
1.2. Normative di riferimento e metodo di calcolo ........................................................................................................ 3
1.3. Durabilità e prescrizioni dei materiali ...................................................................................................................... 4
1.3.1. Classi di esposizione ambientale ...................................................................................................................... 4
1.3.2. Copriferro minimo e copriferro nominale ........................................................................................................ 7
2. SCHEMATIZZAZIONE DEL MODELLO DI CALCOLO ........................................................................................................... 8
2.1. Modellazione della struttura e dei vincoli ............................................................................................................... 8
2.2. Sintesi delle funzionalità generali ............................................................................................................................ 8
2.3. Analisi dei carichi ..................................................................................................................................................... 9
2.3.1. Peso proprio struttura (g1) e carichi permanenti (g2) ...................................................................................... 9
2.3.2. Carichi mobili (q1) ............................................................................................................................................. 9
2.4. Combinazioni di carico ........................................................................................................................................... 12
2.4.1. Combinazioni per la verifica allo SLU e SLE ..................................................................................................... 13
3. TERRENO DI FONDAZIONE ............................................................................................................................................ 15
1. GENERALITÀ
Nel seguito, si tratterà delle strutture in calcestruzzo armato relative alla realizzazione di un canale di
smaltimento acque meteoriche. Nella relazione si descrivono i problemi di carattere strutturale che sono stati
affrontati nel corso della progettazione e per essi vengono esposte le modalità di soluzione e le procedure di
calcolo adottate per la determinazione delle dimensioni delle strutture principali.

1.1. Descrizione generale delle opere


L’opera ricade nell’ambito dei lavori di somma urgenza per il ripristino delle reti di smaltimento delle
acque bianche – Lotti I, II e III Zona Baratta.
I calcoli prendono in considerazione:
1. uno scatolare interrato sotto via Amba Alagi con luce netta di 2.10 m e altezza netta 0.86 m;
2. un canale aperto parallelo a via Amba Alagi con luce netta di 2.10 m e altezza netta 2,30 m;

Il n.1 sarà realizzato mediante una piastra di fondazione (sp.20 cm) sulla quale si innesteranno i piedritti
(sp.20 cm) costituiti da setti continui in cemento armato a spessore costante e sui quali si realizzerà la soletta
di copertura (traverso) (sp.23 cm) costituita da una piastra in calcestruzzo armato gettata in opera, anch’essa a
spessore costante.
Il n.2 sarà realizzato mediante una piastra di fondazione (sp.20 cm) sulla quale si innesteranno i piedritti
(sp.20 cm) costituiti da setti continui in cemento armato a spessore costante.

1.2. Normative di riferimento e metodo di calcolo


I calcoli sono stati eseguiti nel rispetto della Scienza delle Costruzioni ed in ottemperanza alle norme
vigenti:
- Legge n. 1086 del 5/11/1971: “Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio armato,
normale e precompresso, e per le strutture metalliche.”
- D.M. 14 Gennaio 2008: “Norme tecniche per le costruzioni”.
- C.M.LL.PP 2 febbraio 2009: “Istruzioni per l’applicazione delle <<Norme tecniche per le costruzioni
di cui al D.M. 14 gennaio 2008".
- Eurocodice 8, parte 5 (UNI EN 1998-5): “Fondazioni, strutture di contenimento e aspetti geotecnici”
- D.M. 11/03/1988: “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni, sulle rocce, la stabilita dei pendii
naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle
opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione.”
- D.M.LL.PP. 14 febbraio 1992: “Norme tecniche per l’esecuzione delle opere in cemento armato normale
e precompresse e per le strutture metalliche.”
- D.M.LL.PP. 16 Gennaio 1996: “Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche”.
- C.M.LL.PP. 10 Aprile 1997: “Istruzioni per l’applicazione delle << Norme tecniche per le costruzioni
in zone sismiche di cui al D.M. 16 Gennaio 1996” e suoi allegati.
Le strutture sono situate in zona sismica 4 e sono classificabili, ai sensi del D.M. 14 Gennaio 2008, di
tipo 2 e appartenente alla classe d’uso II.
Le verifiche sono state effettuate, per quanto riguarda lo scatolare, secondo il metodo agli Stati Limite
come disposto dal D.M. 14 Gennaio 2008 e facendo riferimento per le azioni di calcolo, i materiali e i
prodotti, alle disposizioni relative allo stesso D.M



1.3. Durabilità e prescrizioni dei materiali
La forte importanza che riveste la durabilità dell’opera in funzione dell’ambiente nel quale è inserita, ha
comportato una notevole attenzione alle tipologie dei materiali da utilizzarsi per le strutture da realizzare. Si
consideri, infatti, che il manufatto deve garantire adeguati livelli di sicurezza anche dopo l’inevitabile degrado
dei materiali dovuto al tempo ed all’azione degli agenti atmosferici.
Tutti questi elementi ambientali costituiscono dei fattori importantissimi dai quali non è possibile esulare
quando si stabilisce la tipologia dei materiali che saranno impiegati per la realizzazione dell’opera, pensando
questo nell’ottica di garantire alla stessa una vita media compatibile con l’investimento che si sta realizzando.

1.3.1. Classi di esposizione ambientale


Ai fini di una corretta prescrizione del calcestruzzo, occorre classificare l’ambiente nel quale ciascun
elemento strutturale sarà inserito. Per “ambiente”, in questo contesto, si intende l’insieme delle azioni
chimico-fisiche alle quali si presume che potrà essere esposto il calcestruzzo durante il periodo di vita delle
opere e che causa effetti che non possono essere classificati come dovuti a carichi o ad azioni indirette quali
deformazioni impresse, cedimenti e variazioni termiche.
In funzione di tali azioni, sono individuate le classi e sottoclassi di esposizione ambientale del
calcestruzzo elencate nella tabella che segue. (in grassetto le scelte progettuali)

Classe Ambiente di esposizione Esempi di condizioni ambientali


1 – Nessun rischio di
corrosione delle armature Interni di edifici con umidità relativa molto
o di attacco al X0 molto secco bassa
calcestruzzo
XC1 secco Interni di edifici con umidità relativa bassa
Parti di strutture di contenimento liquidi;
XC2 bagnato, raramente secco
2 – Corrosione delle fondazioni
armature indotta da Interni di edifici con umidità da moderata ad
carbonatazione del XC3 umidità moderata alta; calcestruzzo all’esterno riparato dalla
calcestruzzo pioggia
Superfici soggette a contatto con acqua non
XC4 ciclicamente secco e bagnato
comprese nella classe XC2
Superfici esposte a spruzzi diretti d’acqua
XD1 umidità moderata
3 – Corrosione indotta dai contenente cloruri
cloruri, esclusi quelli XD2 bagnato, raramente secco Piscine; calcestruzzo esposto ad acque
provenienti dall’acqua di industriali contenenti cloruri
mare Parti di ponti; pavimentazioni; parcheggi per
XD3 ciclicamente secco e bagnato
auto
esposizione alla salsedine
marina
XS1 ma non in contatto diretto con Strutture sulla costa o in prossimità
4 – Corrosione indotta
dai acqua di mare
cloruri dell’acqua di
mare XS2 sommerse Parti di strutture marine
XS3 nelle zone di maree, nelle zone Parti di strutture marine
soggette a spruzzi
grado moderato di saturazione, in Superfici verticali esposte alla pioggia e al
XF1
assenza di agenti disgelanti gelo
Superfici verticali di opere stradali esposte al
XF2 grado moderato di saturazione, in gelo e ad agenti disgelanti nebulizzati
5 – Attacco da cicli di presenza di sali disgelanti
nell’aria
gelo/disgelo, con o senza
grado elevato di saturazione, in Superfici orizzontali esposti alla pioggia e al
sali disgelanti XF3
assenza di sali disgelanti gelo
Superfici verticali e orizzontali esposte al
XF4 grado elevato di saturazione, in gelo e a spruzzi d’acqua contenenti sali
presenza di sali disgelanti disgelanti
XA1 aggressività debole
6 – Attacco chimico XA2 aggressività moderata
XA3 aggressività forte

Tabella 1.1: Classi di esposizioni secondo [8]

Tabella 1.2-Requisiti minimi del calcestruzzo in funzione della classe d’esposizione

Le resistenze caratteristiche Rck di tabella 1.2 sono da considerarsi quelle minime in relazione agli usi

indicati nella 1.1. Le miscele non presenteranno un contenuto di cemento minore di 340 kg/m3. La
definizione di una soglia minima per il dosaggio di cemento, risponde all’esigenza di garantire in ogni caso
una sufficiente quantità di pasta di cemento, condizione essenziale per ottenere un calcestruzzo indurito a
struttura chiusa e poco permeabile. Nelle normali condizioni operative, il rispetto dei valori di R ck e a/c di
tabella “Caratteristiche del calcestruzzo” può comportare dosaggi di cemento anche sensibilmente più
elevati del valore minimo indicato.
Facendo riferimento alla 1.1, la classe di esposizione attribuita ai vari elementi strutturali costituenti le
opere è XS1.
Per la realizzazione dell’opera in oggetto saranno impiegati i seguenti materiali:

MATERIALI CALCESTRUZZO ARMATO


Caratteristiche calcestruzzo armato
Nid k T, i E G CErid Stz Rck Rcm %Rck c fcd fctd fcfm N n Ac
[N/m3] [1/°C] [N/mm2] [N/mm2] [%] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2]
Cls C32/40_B450C - (C32/40)
001 25 000 0,000010 33 643 14 018 60 P 40,00 - 0,85 1,50 18,81 1,45 3,72 15 002
LEGENDA:
Nid Numero identificativo del materiale, nella relativa tabella dei materiali.
k Peso specifico.
T, i Coefficiente di dilatazione termica.
E Modulo elastico normale.
G Modulo elastico tangenziale.
CErid Coefficiente di riduzione del Modulo elastico normale per Analisi Sismica [Esisma = E∙cErid ].
Caratteristiche calcestruzzo armato
Nid k T, i E G CErid Stz Rck Rcm %Rck c fcd fctd fcfm N n Ac
[N/m3] [1/°C] [N/mm2] [N/mm2] [%] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2]
Stz Tipo di situazione: [F] = di Fatto (Esistente); [P] = di Progetto (Nuovo).
Rck Resistenza caratteristica cubica.
Rcm Resistenza media cubica.
%Rck Percentuale di riduzione della Rck
c Coefficiente parziale di sicurezza del materiale.
fcd Resistenza di calcolo a compressione.
fctd Resistenza di calcolo a trazione.
fcfm Resistenza media a trazione per flessione.
n Ac Identificativo, nella relativa tabella materiali, dell'acciaio utilizzato: [-] = parametro NON significativo per il materiale.

MATERIALI ACCIAIO
Caratteristiche acciaio
M7
fyk,1/ ftk,1/ fyd,1/
Nid k T, i E G Stz ftd s M1 M2 M3,SLV M3,SLE NCn
fyk,2 ftk,2 fyd,2 Cnt
t
[N/m3] [1/°C] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2]
Acciaio B450C - (B450C)
210 450,00 391,30
002 78 500 0,000010 80 769 P - - 1,15 - - - - - -
000 - -
LEGENDA:
Nid Numero identificativo del materiale, nella relativa tabella dei materiali.
k Peso specifico.
T, i Coefficiente di dilatazione termica.
E Modulo elastico normale.
G Modulo elastico tangenziale.
Stz Tipo di situazione: [F] = di Fatto (Esistente); [P] = di Progetto (Nuovo).
ftk,1 Resistenza caratteristica a Rottura (per profili con t ≤ 40 mm).
ftk,2 Resistenza caratteristica a Rottura (per profili con 40 mm < t ≤ 80 mm).
ftd Resistenza di calcolo a Rottura (Bulloni).
s Coefficiente parziale di sicurezza allo SLV del materiale.
M1 Coefficiente parziale di sicurezza per instabilità.
M2 Coefficiente parziale di sicurezza per sezioni tese indebolite.
M3,SLV Coefficiente parziale di sicurezza per scorrimento allo SLV (Bulloni).
M3,SLE Coefficiente parziale di sicurezza per scorrimento allo SLE (Bulloni).
M7 Coefficiente parziale di sicurezza precarico di bulloni ad alta resistenza (Bulloni - NCnt = con serraggio NON controllato; Cnt = con
serraggio controllato). [-] = parametro NON significativo per il materiale.
fyk,1 Resistenza caratteristica allo snervamento (per profili con t <= 40 mm).
fyk,2 Resistenza caratteristica allo snervamento (per profili con 40 mm < t ≤ 80 mm).
fyd,1 Resistenza di calcolo (per profili con t ≤ 40 mm).
fyd,2 Resistenza di calcolo (per profili con 40 mm < t ≤ 80 mm).
NOTE [-] = Parametro non significativo per il materiale.

TENSIONI AMMISSIBILI ALLO SLE DEI VARI MATERIALI


Tensioni ammissibili allo SLE dei vari materiali
Materiale SL Tensione di verifica d,amm
[N/mm2]
Cls C32/40_B450C Caratteristica(RARA) Compressione Calcestruzzo 19,92
Quasi permanente Compressione Calcestruzzo 14,94
Acciaio B450C Caratteristica(RARA) Trazione Acciaio 360,00
LEGENDA:
SL Stato limite di esercizio per cui si esegue la verifica.
d,amm Tensione ammissibile per la verifica.

I valori dei parametri caratteristici dei suddetti materiali sono riportati anche nei “Tabulati di calcolo”,
nella relativa sezione.
Tutti i materiali impiegati dovranno essere comunque verificati con opportune prove di laboratorio
secondo le prescrizioni della vigente Normativa.
I diagrammi costitutivi degli elementi in calcestruzzo sono stati adottati in conformità alle indicazioni
riportate al par. 4.1.2.1.2.2 del D.M. 14/01/2008; in particolare per le verifiche effettuate a pressoflessione
retta e pressoflessione deviata è adottato il modello riportato in fig. (a).

Diagrammi di calcolo tensione/deformazione del calcestruzzo.

I valori di deformazione assunti sono:

c2 = 0,0020; cu2 = 0,0035.

I diagrammi costitutivi dell’acciaio


sono stati adottati in conformità alle
indicazioni riportate al par. 4.1.2.1.2.3 del
D.M. 14/01/2008; in particolare è adottato
il modello elastico perfettamente plastico
rappresentato in fig. (b).
La resistenza di calcolo è data da
fyk/f. Il coefficiente di sicurezza gf si
assume pari a 1,15.

1.3.2. Copriferro minimo e copriferro nominale


Ai fini di preservare le armature dai fenomeni di aggressione ambientale, dovrà essere previsto un
idoneo copriferro; il suo valore, misurato tra la parete interna del cassero e la generatrice dell’armatura
metallica più vicina, individua il cosiddetto “copriferro nominale”.
Il copriferro nominale cnom è somma di due contributi, il copriferro minimo cmin e la tolleranza di
posizionamento h. Vale pertanto: cnom = cmin + h.
I valori di copriferro minimo in funzione delle classi di esposizione del calcestruzzo sono indicati in
1.3. La tolleranza di posizionamento delle armature h, nel caso di strutture gettate in opera, dovrà essere
assunta pari ad almeno 10 mm. Considerando la classe di esposizione ambientale della sottostruttura, si
dovranno adoperare dei copriferri adeguati come prescritti nella tavola delle prescrizioni dei materiali
allegata al progetto. In breve sarà utilizzato un copriferro di 4 cm con opportuni distanziatori.
Ambiente Classe di esposizione Cmin (mm)
Molto secco X0 15
Umido senza gelo XC1 XC2 20
Debolmente aggressivo XC3 XA1 XD1
Umido con gelo XF1
Marino senza gelo XS1 XD2
30
Moderatamente aggressivo XA2 XC4
Umido con gelo e sali disgelanti XF3
30
Marino con gelo XF2
Fortemente aggressivo XS2 XS3XA3 XD3 XF4 40

Tabella 1.3 – Copriferro minimo e classi di esposizione

2. SCHEMATIZZAZIONE DEL MODELLO DI CALCOLO

2.1. Modellazione della struttura e dei vincoli


Per il n.1 l’analisi della struttura è stata condotta studiando una porzione di scatolare di lunghezza
unitaria (1 metro).
Per il n.2 il modello della struttura viene creato automaticamente dal codice di calcolo, individuando i
vari elementi strutturali e fornendo le loro caratteristiche geometriche e meccaniche.
Viene definita un’opportuna numerazione degli elementi (nodi, aste, shell) costituenti il modello, al
fine di individuare celermente ed univocamente ciascun elemento nei “Tabulati di calcolo”.
Il calcolo degli spostamenti e delle caratteristiche della sollecitazione, è stato condotto utilizzando un
software per la risoluzione dei sistemi strutturali con il metodo degli elementi finiti (F.E.M.) del quale si
riportano qui sotto le caratteristiche.
Denominazione

Nome del Software EdiLus


Versione 40.00d
Caratteristiche del Software Software per il calcolo di strutture agli elementi finiti per Windows
Intestatario della licenza Ing. Michele Fancello
Numero di serie 11122212
Produzione e Distribuzione ACCA software S.p.A.
Contrada Rosole 13
83043 BAGNOLI IRPINO (AV) - Italy
Tel. 0827/69504 r.a. - Fax 0827/601235
e-mail: [email protected] - Internet: www.acca.it

2.2. Sintesi delle funzionalità generali


Il pacchetto consente di modellare la struttura, di effettuare il dimensionamento e le verifiche di tutti
gli elementi strutturali e di generare gli elaborati grafici esecutivi.
È una procedura integrata dotata di tutte le funzionalità necessarie per consentire il calcolo completo
di una struttura mediante il metodo degli elementi finiti (FEM); la modellazione della struttura è realizzata
tramite elementi Beam (travi e pilastri) e Shell (platee, pareti, solette, setti, travi-parete).
L’input della struttura avviene per oggetti (travi, pilastri, solai, solette, pareti, etc.) in un ambiente
grafico integrato; il modello di calcolo agli elementi finiti, che può essere visualizzato in qualsiasi momento
in una apposita finestra, viene generato dinamicamente dal software.
Apposite funzioni consentono la creazione e la manutenzione di archivi Sezioni, Materiali e Carichi;
tali archivi sono generali, nel senso che sono creati una tantum e sono pronti per ogni calcolo, potendoli
comunque integrare/modificare in ogni momento.
L'utente non può modificare il codice ma soltanto eseguire delle scelte come:
• definire i vincoli di estremità per ciascuna asta (vincoli interni) e gli eventuali vincoli nei nodi
(vincoli esterni);
• modificare i parametri necessari alla definizione dell’azione sismica;
• definire condizioni di carico;
• definire gli impalcati come rigidi o meno.
Il programma è dotato di un manuale tecnico ed operativo. L'assistenza è effettuata direttamente dalla
casa produttrice, mediante linea telefonica o e-mail.

Il calcolo si basa sul solutore agli elementi finiti MICROSAP prodotto dalla società TESYS srl. La
scelta di tale codice è motivata dall’elevata affidabilità dimostrata e dall’ampia documentazione a
disposizione, dalla quale risulta la sostanziale uniformità dei risultati ottenuti su strutture standard con i
risultati internazionalmente accettati ed utilizzati come riferimento.
Tutti i risultati del calcolo sono forniti, oltre che in formato numerico, anche in formato grafico
permettendo così di evidenziare agevolmente eventuali incongruenze.
Il programma consente la stampa di tutti i dati di input, dei dati del modello strutturale utilizzato, dei
risultati del calcolo e delle verifiche dei diagrammi delle sollecitazioni e delle deformate.

2.3. Analisi dei carichi

2.3.1. Peso proprio struttura (g1) e carichi permanenti (g2)


Il peso proprio delle strutture è determinato automaticamente dal programma di calcolo, mentre i
carichi permanenti agenti, sono stati applicati esplicitamente dopo apposito calcolo.

2.3.2. Carichi mobili (q1)


Carichi veicolari sulla soletta superiore
Si sono adottati i carichi stabiliti convenzionalmente dalla normativa specifica per il calcolo dei ponti
stradali di prima categoria. I carichi di riferimento sono descritti nel paragrafo 5.1.3.3 del D.M. 14/01/2008.
In particolare lo schema di carico 1 è costituito da carichi concentrati su due assi in tandem e da carichi
uniformemente distribuiti; i carichi concentrati sono pari a:

Q1k = 300 kN ad asse (300 + 300 = 600 kN) su corsia n.1 di larghezza convenzionale pari a 3 m ;
Q2k = 200 kN ad asse (200 + 200 = 400 kN) su corsia n.2 di larghezza convenzionale pari a 3 m ;

Q3k = 100 kN ad asse (100 + 100 = 200 kN) su corsia n.3 di larghezza convenzionale pari a 3 m ;

Si ipotizza che tali carichi siano applicati su un’impronta rettangolare pari a 2.4 x 1.60 m (1.6 m
sviluppo parallelo alla corsia di traffico, 2.4 m sviluppo perpendicolare), ovvero pari all’ingombro
complessivo esterno del tandem. Per quanto riguarda i carichi uniformemente distribuiti (associati ai carichi
tandem) si considera prudenzialmente il carico q1k = 9 kN/m2 applicato a tutte le colonne di carico.
Si utilizza solo il carico della corsia n.1 vista la larghezza dello scatolare pari a 2.50 mt. I carichi
tandem vengono posizionati ortogonalmente all’asse del sottovia e vengono ripartiti sia in direzione
longitudinale che trasversale dal piano stradale al piano medio della soletta superiore. Si assume che la
diffusione avvenga con un angolo di 30° attraverso il rilevato stradale (in accordo al punto C5.1.3.3.7.1
della circolare ministeriale del 02/02/2009) e con un angolo di 45° nella soletta superiore del tombino.
L’effetto dei carichi tandem sulla soletta superiore viene pertanto messo in conto attraverso la
determinazione di un carico equivalente distribuito qeq a cui si somma il carico uniforme q1k = 9 kN/m2.
Ai fini del calcolo della ripartizione dei carichi accidentali si assume cautelativamente un'altezza di
ricoprimento Hr=0.20m.

Diffusione del carico tandem in direzione longitudinale (parallela all’asse stradale)


La larghezza di diffusione del carico tandem in direzione longitudinale è pari a:
Ldl = 1.6 m + 2x [tan30° x Hr + tan45° x Spessore soletta/2]
Nel caso in esame risulta:
Ldl = 1.60 + 2*(0,20 * tg30° + 0,125 ) = 2,35 m

Diffusione del carico tandem in direzione trasversale (ortogonale all’asse stradale)


In direzione trasversale alla strada detta Ldt la larghezza di diffusione del carico trasversale dal piano
stradale alla quota del piano medio della soletta superiore, assumendo che detta diffusione avvenga con
angolo di diffusione di 30° attraverso il rilevato stradale e di 45° sino al piano medio della soletta superiore

risulta:

Ldt = 2.40 + 2*(0,20 * tg30° + 0,125 )= 3,33m


Calcolo del carico distribuito equivalente al tandem
Avendo definito Ldl e Ldt si può valutare l’intensità del carico qeq equivalente all’effetto indotto dai
carichi tandem sulla soletta superiore:
Considerando il carico tandem dovuto alla prima colonna di carico

qeq = 2 x Q1k/( Ldl x Ldt,max) = 76,67 kN/m


cui si sovrappone il carico q = 9 kN/m uniforme su tutta la soletta (corrispondente al carico q1k).

Spinte sui paramenti verticali
In generale occorre considerare, di volta in volta, le spinte più appropriate a seconda della deformabilità
della parete. Nel caso di muri per i quali si possano accettare significative deformazioni, è possibile
assumere, sia in condizioni statiche sia in condizioni sismiche, un regime di spinte attive.
Altrimenti è in genere necessario assumere condizioni di spinta a riposo.
E’ necessario distinguere tra:
muri indeformabili;
muri deformabili;
muri molto deformabili;
Nella prima classe di muri (muri indeformabili) possono essere inclusi i manufatti aventi pareti
adeguatamente contrastate, quali, ad esempio, gli scatolari.
Quindi assumeremo condizioni di spinta a riposo.
Ad una generica profondità z, nel caso di terreno puramente granulare, lo sforzo
orizzontale totale σ0(z) sulla parete è dato da:
σ0(z)= K0 *[σv(z)-u(z)]+u(z)

σv(z) = sforzo verticale totale alla generica profondità, ossia il peso della colonna di terreno e di acqua
soprastante la quota z. (nell’ipotesi di sovraccarico comprende anche la diffusione del carico tandem come
meglio descritto sotto)
u(z) = pressione dell’acqua alla generica profondità

In cui, nel caso di piano campagna orizzontale, il coefficiente di spinta a riposo K 0 se non diversamente
definito, può essere assunto pari a

K0=(1-sinϕ)

Dove ϕ è l’angolo di attrito in termini di tensioni efficaci del materiale.

In accordo con il punto C5.1.3.3.7.1 d ella circolare ministeriale 02/02/2009 per il calcolo delle spinte
generate dal sovraccarico sul rilevato si può considerare applicato lo schema di carico 1, in cui per semplicità
i carichi tandem possono essere sostituiti da carichi uniforme mente distribuiti equivalenti, applicati su una
superficie rettangolare larga 3.0 m e lunga 2.20 m. Anche in questo caso si tiene in conto la diffusione del
carico attraverso il rilevato sia in direzione longitudinale che trasversale. Al tandem si somma il carico
uniformemente distribuito agente sulla i-esima corsia di carico qik = 9 kN/m2 .

Diffusione del carico tandem in direzione longitudinale (parallela all’asse stradale)


Il carico tandem trasformato in carico uniformemente distribuito assume il valore:
600/(3.00x2.20) = 90.91kN/ m2

Spinta del battente d'acqua presente all'interno dello scatolare

Il calcolo della spinta idrostatica, in condizioni statiche, viene effettuato con:


1
Ew    w  H2 ;
2
in cui:
w: peso unità di volume del liquido;
H: altezza della colonna di acqua. (nel nostro caso pari a 88 cm)
Per quanto riguarda la sovraspinta idrostatica in regime sismico, essa viene supposta costante lungo
l'altezza ed è calcolata secondo la formulazione:

w = w·ST·SS·ag/g;
in cui:
ST = coefficiente di amplificazione topografico;
SS = coefficiente di amplificazione stratigrafico;
ag/g = coefficiente di accelerazione al suolo.

Frenatura

La forza di frenatura q3 è funzione del carico totale agente sulla corsia convenzionale n.1 e risulta pari
a (si veda il paragrafo 5.1.3.5 del D.M. 14/01/2008):

q3 = 0.6 x 2 x Q1k + 0.10 q1k x w1 x L


dove:
Q1k = 300 kN
q1k= 9 kN/m2
w1 = 3.00 m (larghezza della corsia)
L = 2 x Sp + Bi (larghezza della soletta compresi i piedritti)
Nel caso in esame risulta:
q3= 369.99 kN
L’azione di cui sopra, viene distribuita sulla soletta superiore dello scatolare; il valore della frenatura
equivalente da applicare alla soletta, si ottiene distribuendo il valore del carico frenante, alla lunghezza della
soletta e alla larghezza di diffusione del carico (Ldt), con la seguente relazione:
q3dis = (369.99/3.30/3.33) =33,66 kN/m2

2.4. Combinazioni di carico


Le combinazioni di carico, utilizzate per condurre le verifiche agli stati limite ultimi e agli stati
limite di esercizio, sono state originate in ottemperanza con quanto prescritto dalla vigente normativa.
2.4.1. Combinazioni per la verifica allo SLU e SLE
Gli stati limite ultimi delle opere interrate si riferiscono allo sviluppo di meccanismi di collasso,
determinati dalla mobilitazione della resistenza del terreno, e al raggiungimento della resistenza degli
elementi strutturali che compongono l’opera.
Le verifiche agli stati limite ultimi sono eseguiti in riferimento ai seguenti stati limite:

-SLU di tipo geotecnico (GEO) e di equilibrio di corpo rigido (EQU) collasso per carico limite
dell’insieme fondazione-terreno;
-SLU di tipo strutturale (STR) raggiungimento della resistenza negli elementi strutturali.

Trattandosi di opere interrate, le verifiche saranno condotte secondo l’approccio progettuale


“Approccio 1”, utilizzando i coefficienti parziali riportati nelle Tabelle 6.2.I e 5.1.V per i parametri
geotecnici e le azioni.

combinazione 1 s (A1+M1+R1) STR (verifiche degli elementi strutturali)


combinazione 2 s (A2+M2+R2) GEO (carico limite)

Ai fini delle verifiche agli stati limiti di esercizio (fessurazione/stato tensionale) si utilizzano le
combinazioni: frequente, quasi permanente e rara.
Solo nel caso dello scatolare per le verifiche agli stati limite ultimi e di esercizio sono stati adottati
i valori dei coefficienti parziali in Tab. 5.2.V e i coefficienti di combinazione in Tab. 5.2.VI.
3. TERRENO DI FONDAZIONE
Tutti i parametri che caratterizzano i terreni di fondazione sono riportati nei “Tabulati di calcolo”,
nella relativa sezione. Per ulteriori dettagli si rimanda alle relazioni geologica e geotecnica.

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