Letteratura Italiana Eugenio Montale
Letteratura Italiana Eugenio Montale
Letteratura Italiana Eugenio Montale
16/02 - II LEZIONE
L’io vede ciò che gli altri non vedono perché troppo occupati a lavorare.
L’artista, in questi decenni, tra fine otto e inizio novecento, sente una
sorta di coscienza della realtà , di colui che denuncia tutte le storture
della società borghese. Denuncia non solo dai connotati politici ma
molto oltre, è la denuncia di Leopardi senza alcuna soluzione possibile.
Secondo Leopardi noi componenti dell’umanità siamo condannati ad un
carcere biologico che ci porta in modo inevitabile alla morte. Siamo
condannati a soffrire. Montale recupera questa attitudine alla riflessione
nel rapporto con la natura, tema che lui affronta nei “Limoni”, la prima
poesia degli Ossi di Seppia.
Negli Ossi di Seppia, Montale, da un lato, condivide questa
considerazione negativa che Leopardi già aveva espresso nei confronti
della realtà che ci circonda, ma in particolare studiando un filosofo
francese, Emile Boutroux, il caposcuola di una corrente filosofica che si
sviluppa in Francia nel secondo ottocento, chiamata contingentismo
(filosofia che agisce in Montale sia negli Ossi che nelle Occasioni).
Secondo il contingentismo non si può affermare in modo assoluto che il
rapporto tra i fenomeni fisici, e anche tra le istanze spirituali, sia
costretto in modo assoluto in un rapporto di causa-effetto. Secondo
Boutroux non esiste un rapporto di causa-effetto, ma ci possono essere
situazioni in cui, in questo rapporto di necessità , si hanno degli spiragli,
ovvero quei momenti nei quali l’uomo può intravedere la liberazione
dalla contingenza. Nelle Occasioni questi momenti di liberazione dalla
contingenza saranno soprattutto gli oggetti (le Occasioni sono piene di
oggetti) e anche figure umane, soprattutto femminili. Sono tre donne, in
sostanza, che si contendono la scena delle Occasioni. Una è Anna degli
Uberti, una fanciulla che Montale conosce a Monterosso, in una località
di mare quando lui ha 24 anni, lei 16. L’ultima estate che Anna
trascorrerà a Monterosso sarà quella del ‘23, poi non tornerà più .
Negli Ossi, Montale farà di questa Anna degli Uberti o Annetta/ Arletta
la figura di una fanciulla che lui da per morta, lui la descrive come
appartenente al regno dell’aldilà , delle ombre. Annetta sarà un ricordo
che in certi momenti privilegiati epifanici di certe poesia, giunge
dall’aldilà , in modo intermittente, regalando all’io un momento di
sollievo, di evasione dal tempo. Anna degli Uberti ha ancora un ruolo
nelle Occasioni.
A proposito della prima poesia della seconda raccolta, “Il Balcone”,
Montale dirà ad Irma Brandeis di parlare di lei in quella poesia. In
seguito, In alcune interviste dirà poi invece che intendeva Annetta. Quei
pochi accenni che si possono ricavare, la come la finestra sul mare,
sembrano ad alludere ad Annetta.
Probabilmente come spesso farà Montale, specialmente nelle Occasioni,
il tu femminile è una mescolanza di più di una donna.
Montale è caratterizzato da un carattere incerto e indeciso. Quella volta
che nella sua vita entrò Drusilla Tanzi, (già sposata con un docente
universitario di storia dell’arte) a Firenze nel ‘29. Questa signora era
caratterizzata dall’avere grandi doti manageriali. Il loro rapporto sarà
l’unico rapporto costante che Montale avrà per il resto della sua vita. Si
sposeranno nel ‘62, lei nel ‘66 morirà . Il rapporto di convivenza con
Drusilla, precedente all’evento del matrimonio, sarà caratterizzato dagli
innamoramenti che via via, Montale avrà con donne con le quali non
riesce mai a fare scelte decisive. Scelte decisive che avrebbe potuto fare
in primis con Irma Brandeis. Costei era una giovane donna, una
studiosa, apparteneva ad una famiglia di origine austriaca emigrata
negli Stati Uniti. Lei durante le vacanze estive veniva in Italia. Lei lesse
gli Ossi di Seppia, pubblicati in prima edizione nel ’25, gli piacquero
talmente che sentì il bisogno di conoscerne il poeta. Montale dal ’29 vive
a Firenze e sarà il direttore del Gabinetto Vieusseux, un centro culturale.
Montale sin dalla sua giovinezza, fu un appassionato di canto e uno dei
suoi primi sogni era proprio quello di diventare un cantante lirico e
prese lezione da Ernesto Sivori, un affermato cantante di Genova. Nel
’19 Sivori muore e Montale con queste morte, decide che la sua carriera
di cantante lirico sarebbero terminato li. Più avanti dirà di essersi reso
conto di non avere avuto la grinta necessaria per farsi largo in quel
campo. L’interessa per la musica rimase però sempre.
Nel ’48 Montale si trasferisce a Milano per lavorare come giornalista per
il Corriere della Sera, per il quale scrive recensioni di opere liriche.
Nell’estate del ’33, va a bussare alla sua porta, Irma Brandeis. Nasce
rapidamente una storia, fu un colpo di fulmine.
Nella prima fase della storia d’amore, Montale riesce a nascondere ad
Irma, l’esistenza dell’altra donna, non ne parla. Quando Irma riparte per
l’America, instaureranno un rapporto epistolare che dura 5 anni, dal ’33
al ’38.
L’estate successiva Montale è costretto a svelare la verità ad Irma, la
quale voleva invece convincere il poeta a seguirla negli Stati Uniti, infatti
gli aveva procurato anche un posto di lavoro come docente in
un’università negli States.
Il fatto che si trattasse di Irma Brandeis, verrà svelato molti anni dopo
da un amico e studioso di Montale nel 1982 durante un convegno.
Almeno fino alla “Bufera”, quindi fino alla terza raccolta montaliana, si
può parlare di un canzoniere e dell’esistenza di un rapporto molto
stretto tra tutte le raccolte.
*Più volte Montale ha precisato che il disagio a cui lui si riferisce non è
di tipo storico e quindi coincidente con il fascismo, come molti lettori
invece sostenevano. Ciò che ha alimentato la sua poesia è stato un
DISAGIO ESISTENZIALE, avvertito da sempre, sin da bambino. È su
questo disagio esistenziale che lui fonderà la sua POESIA METAFISICA.
Questa poetica negli Ossi inerisce alla ricerca dell’anello che non tiene,
alla maglia rotta, cioè alla RICERCA DEL MIRACOLO. Questo dovere è
ispirato dalla filosofia del contingentismo, sviluppatosi nel secondo
Ottocento in Francia. Essa mette in discussione il positivismo, cioè la
teoria della necessità , del rapporto ineliminabile tra causa e effetto dei
fenomeni.
Montale riprende questa filosofia nella forma della seconda modalità del
miracolo, che non è necessario. Talvolta possiamo intravedere una via di
fuga (nei Limoni ad esempio essa è data da una forma umana che l’io
intravede nella terza strofa).
Il fatto che la poesia di Montale sia così piena di oggetti rappresenta una
delle grandi novità che il poeta porta nella tradizione lirica. Il rapporto
con la tradizione metrica non sarà di novità assoluta ma di distanza e
vicinanza con una presenza notevole della tradizione.
Una delle novità più grandi sarà appunto questo affollamento di oggetti
quotidiani., ai quali Montale riuscirà sempre a far mantenere loro un
livello aulico.
Grande novità .
Il Balcone
Testo formato da tre strofe, tre quartine ottonari (accento forte sulla
settima sillaba). Composto nel ’33.
+ PARAFRASI
03/03 IV LEZIONE
Il Balcone conferma l’interesse che Montale ha sempre dimostrato per le
situazioni in limine, quelle che si situano in un contesto tra un dentro e
un fuori. Ciò accade in molte delle poesie di Ossi di Seppia, tra cui anche
nella poesia di apertura, In limine.
L’io si sente prigioniero di un muro e lui auspica per il tu femminile una
via di uscita oltre questo muro. Il tema del muro compare in varie altre
poesie degli Ossi, come Meriggiare pallido e assorto, in cui l’io si rende
conto che le vita non è altro che un seguitare un muro irto di cocci
aguzzi di bottiglia. Muro che separa. Separazione fra chi vive e chi invece
guarda gli altri vivere. Si dente prigioniere chi è al di qua del muro. Ciò si
può condensare nell’immagine della finestra, che non si ritrova solo in
Montale ma anche in Leopardi o Pavese ad esempio. Il tema della
finestra rapprende e concentra dal punto di vista metaforico una
condizione che noi vediamo in montale ma che è la condizione più
diffusa dell’artista moderno, ovvero il sentirsi escluso dalla vita
borghese. La finestra sarà presente in varie poesia delle Occasioni, è
proprio una costante montaliana, e non solo sua.
(TEMA DELL’ARTISTA CHE GUARDA GLI ALTRI VIVERE: Thomas Mann,
Henry James)
Montale stesso aveva assicurato ad Irma Brandeis che il tu femminile al
quale si rivolgesse nella poesia fosse lei. Ciò è molto probabile che sia
vero perché la poesia è datata al ’33, anno di inizio della loro relazione.
Anche se molto più avanti, qualche decennio dopo, a un critico Montale
dirà trattarsi di Anna degli Uberti, la compagnia di alcune estati
montaliane alle Cinque Terre, colei che per il fatto di non tornare più nel
luogo di vacanza con la famiglia sarà considerata morta dal poeta. La sua
figura è presente negli Ossi e in alcune delle Occasioni.
Il Balcone, dal punto di vista tematico e dell’anno di composizione, si
inserisce nell’atmosfera e nelle forme (misure metriche brevi) della
sezione dei Mottetti, sezione particolarmente dedicata al dialogo muto
dell’io con le figure femminili, per lo più assenti.
Se le Occasioni vengono considerate una sorta di canzoniere d’amore, si
piò allora affermare che Il Balcone inaugura a pieno l’atmosfera
dell’intera raccolta.
La caratteristica di Montale è, sin dagli Ossi, l’ambiguità ; incertezza del
tu. (vedi “Ripenso al tuo sorriso”, le iniziali alludono ad una figura
maschile ma potrebbe benissimo essere letta come una poesia d’amore
per una donna. AMBIGUITA’ VOLUTAMENTE PRESENTE.)
I SEZIONE: Vecchi versi
9/03 V LEZIONE
23/03 VI LEZIONE
Bagni di Lucca, testo breve che appartiene alla prima sezione delle
Occasioni, ci offre un elemento che è bene evidenziare, ovvero
l’intitolazione geografica in Toscana.
La Toscana, e Firenze in particolare, negli anni dal ’27 al ’48, sono i
luoghi di residenza di Montale però non sono il suo luogo d’origine.
Anche Bagni di Lucca si inserisce in quel contesto di viaggio, di
dislocazione geografica e di segnalazione del “qui ed ora” dove l’io si
trova.
(Buffalo era ambientata a Parigi.)
La collocazione/dislocazione geografia dei testi, sia che si tratti di luoghi
lontani sia di luoghi toscani, ci interessa soprattutto perché ci riporta
nella tematica e nel contesto delle Occasioni, occasioni da intendersi
come quei momenti in cui la realtà può sprigionare un qualche
significato.
In queste collocazioni geografiche individuiamo un ulteriore elemento
di differenza tra questa raccolta e la prima, Ossi di Seppia.
Il primo libro di Montale vuole esprimere il significato di un’intera
esistenza, se pur scritto in un’età molto giovane.
In tutte le poesie l’io si pone come colui che pronuncia, sull’esistenza,
delle opinioni definitive, pronuncia un’idea della vita che l’io pone come
esistenziale e definitiva.
Invece, con il secondo libro e con queste intitolazioni geografiche, noi
abbiamo soprattutto occasioni e appunti che riguardano percorsi di
viaggio e quindi anche la abdicazione da parte dell’io a denunciare
riflessioni esistenziali di tipo assoluto.
Questa caratteristica delle Occasioni si può individuare anche nella
presenza di personaggi femminili che hanno una loro storia.
I personaggi femminili degli Ossi di Seppia si possono individuare,
cercare di capire, decifrare, segnalare come appartenenti a quella certa
donna o a quell’altra che Montale ha veramente conosciuto, però esse
tendono ad essere delle emanazioni dell’io.
Invece, i personaggi femminili delle Occasioni sono personaggi che
hanno una loro identità , una loro storia, un passato, un presente e un
futuro e quindi si pongono come veri personaggi.
Il testo, Bagni di Lucca, si situa nella prima sezione ed individua dei
componimenti brevi, la cui successione verrà interrotta dal lungo testo,
Carnevale di Gherti.
La caratteristica di tutti questi testi brevi è di segnalare la differenza
rispetto al paesaggio degli Ossi, si trovano infatti, ambienti invernali,
serali o notturni, “vetrini” e con la caratteristica dell’ambiguità
stagionale, come in questo caso, un autunno che sembra inverno.
Questa incertezza da parte dell’io, del tempo e del luogo, è segnalata già
dalla prima strofa.
Fra il tonfo dei marroni
e il gemito del torrente
che uniscono i loro suoni
èsita il cuore.
Marmi, rameggi –
e ad uno scrollo giù
foglie a èlice, a freccia,
nel fossato.
Cave d’autunno
su cui discende la primavera lunare
e nimba di candore ogni frastaglio,
schianti di pigne, abbaglio
di reti stese e schegge,
ritornerà ritornerà sul gelo
la bontà ̀ d’una mano,
varcherà ̀ il cielo lontano
la ciurma luminosa che ci saccheggia.
Verso Vienna
Il convento barocco
di schiuma e di biscotto
adombrava uno scorcio d’acque lente
e tavole imbandite, qua e là sparse
di foglie e zenzero.
Emerse un nuotatore, sgrondò sotto
una nube di moscerini,
chiese del nostro viaggio,
parlò a lungo del suo d’oltre confine.
Additò il ponte in faccia che si passa
(informò) con un solo di pedaggio.
Salutò con la mano, sprofondò,
fu la corrente stessa…
Ed al suo posto,
battistrada balzò da una rimessa
un bassotto festoso che latrava,
fraterna unica voce dentro l’afa.
Il carnevale di Gerti
QUARTA SEZIONE