La Scuola in Tasca Formato A5

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LA SCUOLA IN TASCA

TUTTA LA NORMATIVA SCOLASTICA DA


CONOSCERE PER IL CONCORSO DOCENTI
SPIEGATA PER TEMI
CHIARA, SEMPLICE, ESSENZIALE

A CURA DELLA
SCUOLA DI FORMAZIONE “SAN GIUSEPPE MOSCATI”

Il volume è gratuito e distribuito come omaggio dall’Associazione


Culturale “Scuola di Formazione San Giuseppe Moscati”.
LA SCUOLA IN TASCA
TUTTA LA NORMATIVA SCOLASTICA DA CONOSCERE PER IL
CONCORSO DOCENTI SPIEGATA PER TEMI
CHIARA, SEMPLICE, ESSENZIALE

Progetto Grafico e Redazione: Associazione Culturale “Scuola di


Formazione San Giuseppe Moscati” con sede in Via A. La Falce 85 –
870189 San Lorenzo del Vallo (CS)
2
Stampato presso: Press Up s.r.l. con sede in via E.Q. Visconti n.90 – 00193
Roma

Anno di Stampa: 2019

A norma di legge è vietata la riproduzione, anche parziale, del presente


volume o di parte di esso con qualsiasi mezzo.
Finalità dell’opera

La scelta di un volume dedicato alla legislazione scolastica italiana nasce


dalla consapevolezza di trovarsi di fronte, per chi si approccia alla materia,
ad una “giungla normativa”. A tutti i candidati dei concorsi a cattedre è
richiesta la conoscenza degli argomenti contenuti nelle Avverte Generali
(o Parte Generale), Allegato A del Decreto ministeriale 95 del
2016 (“Prove di esame e programmi del concorso per l’accesso ai ruoli del
personale docente della scuola).
La legislazione scolastica è un ambito assai ostico per tutti coloro i quali
non sono “addetti ai lavori”, ecco perché la decisione è ricaduta su un
manuale che si configura come guida pratica. L’opera è contraddistinta da
un linguaggio semplice, i temi affrontati in modo chiaro e puntuale, dai
principi costituzionali che ispirano e regolano le scelte politiche del 3
legislatore, sino alle raccomandazioni europee ed ai quadri di riferimento
internazionali per le certificazioni delle competenze, passando per
l’ordinamento scolastico, la governance della scuola dell’autonomia e la
disciplina degli studenti con BES e DSA. Inoltre, particolare attenzione è
stata rivolta all’analisi della “Buona Scuola” (legge 107/2015).

Nella speranza di aver offerto un utile contributo per tutti i nostri iscritti,
rivolgiamo loro un caloroso “in bocca al lupo” per tutti i concorsi docenti
cui parteciperanno.
Sommario
CAPITOLO 1 .............................................................................................. 9

L’ORDINAMENTO AMMINISTRATIVO DELLO STATO ............... 9


LA SCUOLA NELLA COSTITUZIONE ............................................. 12
L’OBBLIGO SCOLASTICO ................................................................ 15

CAPITOLO 2 ............................................................................................ 18

UN PO’ DI STORIA: LE ISTITUTIONI SCOLASTICHE .................. 18


LEGGE CASATI .................................................................................. 23
LEGGE COPPINO ................................................................................ 25
RIFORMA GENTILE ........................................................................... 26
RIFORMA MORATTI.......................................................................... 29

Il ministro Fioroni ............................................................................. 32


Il ministro Gelmini ............................................................................ 32 4

CAPITOLO 3 ............................................................................................ 34

L’ORDINAMENTO DELLA SCUOLA .............................................. 34

Il primo ciclo ..................................................................................... 35


Il secondo ciclo .................................................................................. 39

IL CURRICOLO ................................................................................... 41

La parte comune: cultura, scuola, persona ........................................ 41


Finalità generali (Parte Comune)....................................................... 43
L’organizzazione del curricolo (Parte comune) ................................ 46

L’INSEGNAMENTO DI CITTADINANZA E COSTITUZIONE ...... 48


SCUOLA DELL’INFANZIA................................................................ 49
LA SCUOLA DEL PRIMO CICLO ..................................................... 53
INDICAZIONI NAZIONALI PER L’INSEGNAMENTO DELLA
RELIGIONE CATTOLICA (DPR 11 FEBBRAIO 2010) .................... 69

Scuola dell’infanzia ........................................................................... 69


Primo ciclo d’istruzione .................................................................... 70

I LICEI .................................................................................................. 71

Liceo scientifico ................................................................................ 76


Liceo delle scienze umane ................................................................. 77
Liceo classico .................................................................................... 79
Liceo artistico .................................................................................... 80
Liceo musicale e coreutico ................................................................ 84
Liceo linguistico ................................................................................ 85

GLI ISTITUTI TECNICI ...................................................................... 86


GLI ISTITUTI PROFESSIONALI ..................................................... 105 5
IL VOTO IN CONDOTTA ................................................................. 125
GLI ESAMI DI STATO ...................................................................... 127

Primo ciclo ...................................................................................... 127


Secondo ciclo .................................................................................. 132

LA VALORIZZAZIONE DELLE ECCELLENZE ............................ 141


LA SCUOLA NON STATALE .......................................................... 142
LE SCUOLE ITALIANE ALL’ESTERO ........................................... 146

CAPITOLO 4 .......................................................................................... 149

AUTONOMIA SCOLASTICA ........................................................... 149


LA GOVERNANCE DELLA SCUOLA ............................................ 154
LA VALUTAZIONE DELLA SCUOLA ........................................... 161
IL SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE............................. 162

La valutazione dei dirigenti scolastici ............................................. 167

L’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO ............................................ 169


LA LEGGE 107/2015 ......................................................................... 172

CAPITOLO 5 .......................................................................................... 178

L’INCLUSIONE SCOLASTICA........................................................ 178


GLI ALUNNI STRANIERI ................................................................ 187
I MINORI ADOTTATI ....................................................................... 190
L’ISTRUZIONE IN OSPEDALE E DOMICILIARE ........................ 193
IL CPIA PER L’ISTRUZIONE DEGLI ADULTI .............................. 195
L’ISTRUZIONE IN CARCERE ......................................................... 198
I MODELLI DELLA DISABILITA’ .................................................. 200
6
I DSA............................................................................................... 201
Disturbi Evolutivi Specifici ............................................................ 207
Disturbi Evolutivi Globali ............................................................... 209
L’ipercinesia infantile...................................................................... 211

I DISTURBI DELLA CONDOTTA ................................................... 214


IL DOCENTE REFERENTE .............................................................. 215

CAPITOLO 6 .......................................................................................... 220

IL DIRIGENTE SCOLASTICO ......................................................... 220


IL DOCENTE...................................................................................... 222

Il contratto di lavoro ........................................................................ 227


Il periodo di formazione e di prova ................................................. 231

IL REGOLAMENTO D’ISTITUTO................................................... 235


L’OBBLIGO VACCINALE ............................................................... 235
IL SERVIZIO DI MENSA .................................................................. 237
IL BONUS CULTURA ....................................................................... 237
I LIBRI DI TESTO.............................................................................. 238
LO STATUTO DEGLI STUDENTI E DELLE STUDENTESSE...... 238

CAPITOLO 7 .......................................................................................... 240

SCUOLA ED UNIONE EUROPEA. LE COMPETENZE CHIAVE . 240


LA NUOVA RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO ............... 247
L’EQF.................................................................................................. 251
I PROGRAMMI DI SCAMBIO E MOBILITA’: L’ERASMUS+ ..... 257
LA CONOSCENZA DI UNA LINGUA STRANIERA
COMUNITARIA (ESEMPIO INGLESE) .......................................... 261

BIBLIOGRAFIA ..................................................................................... 273 7


8
CAPITOLO 1

L’ORDINAMENTO AMMINISTRATIVO DELLO STATO


Mentre la politica individua gli scopi più generali dello Stato, attraverso la
dialettica interna ai partiti e ai gruppi parlamentari, concretizzandoli nelle
leggi del Parlamento e negli atti del Governo, i modi dell’attuazione degli
stessi sono compito della pubblica amministrazione (PA). L’attività
amministrativa viene svolta dallo Stato sia direttamente, con i propri
organi, sia indirettamente, attraverso enti pubblici istituiti appositamente.
Si intende, per organo amministrativo la persona o il complesso di
persone esercitanti una pubblica potestà. Gli organi, secondo l’attività che
svolgono, si distinguono in tre tipi:
 organi amministrativi consultivi, chiamati a formulare pareri per
altri organi;
9
 organi amministrativi attivi, chiamati al compimento delle
attività che soddisfano i fini stabiliti dalla politica;
 organi amministrativi di controllo dell’attività degli altri organi,
al fine di controllarne la correttezza.
L’organizzazione amministrativa italiana ha, come linee guida, alcuni
precisi principi generali. Per il decentramento, gli organi centrali
attribuiscono parte dei loro poteri e delle loro funzioni a organi locali e
periferici, al fine di rendere maggiormente efficiente l’amministrazione.
Nell’amministrazione diretta, il decentramento è burocratico se le
funzioni vengono affidate ad organi periferici gerarchicamente subordinati
agli organi centrali, oppure funzionale se le competenze vengono affidate
ad enti creati e controllati dallo Stato. Nell’amministrazione indiretta, si
parla di decentramento territoriale quando l’attività amministrativa viene
affidata ad enti pubblici territoriali, mentre istituzionale se la stessa viene
affidata ad altri enti pubblici. Gli enti territoriali godono della capacità di
autogovernarsi, cioè darsi i componenti della loro amministrazione interna,
e dell’autonomia, cioè la capacità di darsi proprie regole; mentre
l’autarchia riguarda gli enti pubblici, e è la capacità di emanare atti
amministrativi. Le competenze degli enti amministrativi riguardano le
materie e/o la parte di territorio. In base al principio di sussidiarietà gli
organismi gerarchicamente superiori intervengono soltanto nei casi in cui,
l’esercizio delle funzioni da parte degli organismi inferiori si rivela
inadeguato per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti (sussidiarietà
verticale, ovvero i privati cittadini (come singoli o associati) provvedono
alla cura degli interessi collettivi, mentre i pubblici poteri intervengono a
supporto della programmazione, coordinamento e gestione delle attività
(sussidiarietà orizzontale) 10
Gli atti degli organi dell’amministrazione centrale hanno efficacia su tutto
il territorio nazionale. Fanno parte dell’amministrazione diretta e centrale
dello Stato: il Presidente della Repubblica e il Governo. Gli atti del
Presidente della Repubblica hanno la forma del decreto, con il contenuto
stabilito del Ministro proponente, la responsabilità ricade sul Governo, per
questo il Presidente della Repubblica non può rifiutarsi di firmarlo.
Successivamente verrà controfirmato dal Ministro proponente.
Le funzioni di indirizzo politico spettano invece al governo, in quanto
organo costituzionale rappresentante la maggioranza politica. La direzione
e l’unità dell’indirizzo di governo spettano al Presidente del Consiglio dei
ministri. Questi ultimi sono organi di vertice a capo dei ministeri di cui si
compone la pubblica amministrazione, mentre la gestione e la direzione
delle amministrazioni dipendenti dai ministeri spetta ai dirigenti.
Il Consiglio di Stato, il Consiglio Nazionale dell’Economia (CNEL) e del
Lavoro e l’Avvocatura dello Stato, rappresentano invece gli organi
consultivi generali. Il Consiglio di Stato è un organo con funzioni
consultive generali e giurisdizionali amministrative. Esso formula pareri
obbligatori sugli atti normativi del governo e dei singoli ministri, sulla
decisione dei ricorsi straordinari decisi dalla presidenza della repubblica,
sui contratti, gli accordi e le convezioni predisposti dai singoli ministri. Il
CNEL ha funzione legislativa sulle materie economiche e del lavoro, ed
esprime pareri per lo più consultivi al governo, al parlamento e agli enti
territoriali. L’Avvocatura dello Stato presta consulenza ed assistenza
legale a tutte le amministrazioni dello Stato.
Per quanto riguarda gli organi centrali di controllo, il più importante è la
Corte dei Conti, cui sono attribuite funzioni di controllo, giurisdizionali,
consultive ed amministrative. Il controllo preventivo sugli atti del governo 11
è diretto a controllare che l’atto di governo non presenti vizi di legittimità
(incompetenza per materia o per territorio, eccesso di potere, violazione di
legge) o non sia conforme alle norme giuridiche. Quest’organo ha anche il
compito del controllo successivo sul bilancio dello Stato, ed il controllo di
efficacia ed efficienza sull’attività della pubblica amministrazione. Svolge
inoltre funzioni giurisdizionali, esprimendosi sulle responsabilità di tipo
contabile del personale della pubblica amministrazione, che gestisce
denaro pubblico.
Con il decentramento burocratico, l’amministrazione centrale trasferisce
alcune sue funzioni agli organi periferici. Questi esercitano i loro atti su un
determinato territorio, e restano sempre subordinati all’organo centrale.
L’attività amministrativa si svolge secondo il rispetto dei principi
costituzionali, che ne stabiliscono il:
 principio di legalità, per cui l’attività della P. A. si svolge nelle
strutture e nelle modalità stabilite dalla legge, che ne detta le
norme fondamentali di funzionamento entro cui le PP. AA.
valutano la convenienza e l’opportunità degli atti da compiere
(discrezionalità della P. A.), che devono sempre essere motivati;
 principio di imparzialità, nel senso che l’attività amministrativa
segue l’interesse della nazione, senza privilegiare nessun soggetto;
 principio di ragionevolezza, riguarda la razionalità operativa,
ispirata dalla logica e dai dati di fatto, contrariamente si registra un
vizio di eccesso di potere, il relazione ai profili di difetto di
motivazione, disparità di trattamento, motivazione contraddittoria;
 principio di buona amministrazione, per cui i soggetti che
operano nella P. A. devono perseguirne l’efficienza e l’efficacia, in
modo tale da raggiungere i fini stabiliti con il miglior risultato e 12

con il minor dispendio di risorse;


 principio di trasparenza, per cui le amministrazioni devono
permettere ai cittadini un facile ed immediato controllo sul suo
operato. Costituiscono elementi di trasparenza: l’obbligatorietà di
motivare gli atti amministrativi, l’identificazione preventiva
dell’ufficio e del dipendente responsabile del procedimento, la
partecipazione dei cittadini al procedimento, la possibilità di
accesso ai documenti amministrativi.

LA SCUOLA NELLA COSTITUZIONE


Le disposizioni costituzioni riferibili al contesto scolastico sono,
principalmente, contenute e desumibili dagli artt. 3, 33, 34,38 e 117.
L’art. 3 dopo aver stabilito al primo comma la pari dignità sociale di tutti i
cittadini, al secondo comma specifica che: ӏ compito della Repubblica
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di
fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo
della persona umana… Poiché la scuola è uno degli ambienti in cui la
persona sviluppa la propria personalità, è compito dello Stato assicurare un
sistema scolastico adeguato all’assolvimento di tale compito che, secondo
tale disposizione, è sia di carattere spirituale che materiale.
L’art. 33 stabilisce, al primo comma la libertà di insegnamento: “l'arte e la
scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento”, mentre al secondo
attribuisce allo Stato l’obbligo di provvedere alla sistemazione del sistema
scolastico: “la Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed
istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi; al terzo comma si
conferisce la possibilità di istituire le scuole paritarie: “enti e privati hanno 13
il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo
Stato”. Soltanto con la l. n. 62 del 2000 si è avuta una prima attuazione
normativa del terzo comma, stabilendo che le istituzioni scolastiche
paritarie svolgono un servizio pubblico, proprio perché si collocano entro
un sistema di “norme generali” dettate dalla Repubblica e per tutti i
soggetti in essa operanti. Il quarto comma all’art. 33 istituisce invece
l’esame di Stato a conclusione di ogni grado scolastico e per l’accesso al
successivo e per l’abilitazione all’esercizio professionale.
L’art. 34 dispone al primo comma la parità di accesso per tutti i cittadini:
“la scuola è aperta a tutti” e ne stabilisce l’obbligatorietà e la gratuità al
secondo comma: “l’ istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è
obbligatoria e gratuita”. Per la situazioni di svantaggio economico e per
garantire il diritto allo studio a cittadini che dimostrano un notevole
impegno negli studi, anche nei gradi superiori, il terzo e quarto comma
dispongono: “i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto
di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo
questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre
provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”. L’art. 38 invece
stabilisce l’obbligo per lo Stato di provvedere al diritto allo studio nei
confronti dei cittadini con svantaggi fisici: ”gli inabili ed i minorati hanno
diritto all’educazione e all’avviamento professionale” (terzo comma), a cui
provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato (quarto
comma).
L’art. 117 attribuisce allo Stato la competenza legislativa esclusiva in
riferimento a:
 norme generali dell'istruzione;
 la determinazione dei livelli essenziali di prestazione dell’IeFP. 14

Fanno eccezione le Regioni a Statuto speciale e le Province autonome di


Trento e Bolzano.
Per quanto riguarda le competenze concorrenti in materia di istruzione,
tra Stato e Regioni: lo Stato stabilisce i principi generali (durata e tipologia
dei corsi, esami e certificazioni, valore legale dei titoli, obiettivi di
apprendimento, crediti), mentre le Regioni l'organizzazione sul territorio.
Sempre l’art. 117 della Costituzione sancisce l'autonomia delle istituzioni
scolastiche in materia didattica, organizzativa e di sperimentazione, ricerca
e sviluppo, nel rispetto delle norme nazionali e regionali.
L’OBBLIGO SCOLASTICO
La legge n. 9 del 1999 (“Disposizioni urgenti per l’elevamento
dell’obbligo di istruzione”) aveva elevato, a decorrere dall’anno scolastico
1999-2000, l’obbligo d’istruzione dagli otto ai dieci anni; mentre la legge
n.144 1999 (“Obbligo di frequenza di attività formative”) istituiva
l’obbligo di frequenza di attività formative fino al compimento del
diciottesimo anno di età, da assolvere: nel sistema di istruzione scolastica;
nel sistema della formazione professionale di competenza regionale;
nell’esercizio dell’apprendistato (abrogata). Successivamente, la legge n.
53 del 2003 (“Delega al Governo per la definizione delle norme generali
sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di
istruzione e formazione professionale) ha sostituito il concetto di
“obbligo” con quello di “diritto all’istruzione e alla formazione”,
diritto assicurato a tutti per almeno dodici anni o, fino al conseguimento di 15
una qualifica entro il diciottesimo anno di età, da realizzare attraverso il
sistema di istruzione e in quello si istruzione e formazione professionale.
Da questa legge si perviene al Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 76
("Definizione delle norme generali sul diritto-dovere all'istruzione e alla
formazione, a norma dell'articolo 2, comma 1, lettera c., della legge 28
marzo 2003, n. 53") che, all’art. 1 (“Diritto-dovere all'istruzione e alla
formazione”) stabilisce: l’apprendimento in tutto l’arco della vita
promosso dalla Repubblica, al fine di assicurare a tutti pari opportunità di
raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le
competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti
con le attitudini e le scelte personali, adeguate all'inserimento nella vita
sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali,
nazionale ed europea (c. 1); il diritto il diritto all'istruzione e alla
formazione, per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di
una qualifica di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età.
Tale diritto si realizza nelle istituzioni del primo e del secondo ciclo del
sistema educativo di istruzione e di formazione, costituite dalle istituzioni
scolastiche e dalle istituzioni formative accreditate dalle Regioni e dalle
Province autonome di Trento e Bolzano, anche attraverso l'apprendistato di
cui all'articolo 48 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, ivi
comprese le scuole paritarie riconosciute ai sensi della legge 10 marzo
2000, n.62, secondo livelli essenziali di prestazione definiti a norma
dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione” (c. 3).
La legge finanziaria n. 296/2006 ("Disposizioni per la formazione del
bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007”) ha
ristabilito, all’art. 1 c. 622, che: “L'istruzione impartita per almeno dieci
anni è obbligatoria ed è finalizzata a consentire il conseguimento di un 16
titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica
professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età.
L'età per l'accesso al lavoro è conseguentemente elevata da quindici a
sedici anni” e che: “l'adempimento dell'obbligo di istruzione deve
consentire, una volta conseguito il titolo di studio conclusivo del primo
ciclo, l'acquisizione dei saperi e delle competenze previste dai curricula
relativi ai primi due anni degli istituti di istruzione secondaria superiore”.
Il d. P. R. 139/2007 oltre a ribadire l’obbligo di istruzione per almeno dieci
anni, consente di conseguire il titolo anche nei centri provinciali per
l’istruzione per gli adulti, nei CTP per coloro che hanno compiuto i 16
anni, annuncia le linee guida, la formazione dei docenti, il sostegno, il
monitoraggio, la valutazione e la certificazione dei percorsi. Contiene tre
allegati: il primo è un documento tecnico, in cui vengono accolte le
Raccomandazioni del Parlamento e del Consiglio europeo del 18 dicembre
2006 sulle competenze chiave per l'apprendimento permanente; il
collegamento con il quadro europeo dei titoli e delle qualifiche (EQF); gli
assi culturali; l’interdipendenza tra saperi e competenze; le metodologie
istituzionali per favorire l’obbligo; il secondo stabilisce gli assi culturali; il
terzo le competenze chiave di cittadinanza.
Per quanto riguarda l’obbligo nei percorsi di Istruzione e Formazione
professionale (IeFP), la legge 133/2008 (“Disposizioni in materia di
organizzazione scolastica”) precisa che: ”l’obbligo si assolve anche nei
percorsi di istruzione e formazione professionale…”.
Secondo la Circolare Ministeriale n. 22 del 21 dicembre 2015, l’obbligo di
istruzione si assolve, dopo l’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di
istruzione, attraverso una delle seguenti modalità:
 frequenza del primo biennio di uno dei percorsi di istruzione 17
secondaria di secondo grado nelle scuole statali e paritarie,
compresi i percorsi di istruzione e formazione professionale
erogati dai Centri di formazione professionale accreditati dalle
Regioni e dagli istituti professionali in regime di sussidiarietà
integrativa e complementare;
 stipula, a partire dal quindicesimo anno di età, di un contratto di
apprendistato, ai sensi dell’art 43 del decreto legislativo 15 giugno
2015, n. 81;
istruzione parentale. In questo caso, a garanzia dell’assolvimento
dell’obbligo di istruzione, il minore è tenuto a sostenere l’esame di
idoneità alla classe terza dell’indirizzo di studi prescelto.
CAPITOLO 2

UN PO’ DI STORIA: LE ISTITUTIONI SCOLASTICHE


All’indomani dell’Unità d’Italia, il governo doveva far fronte ad un
sistema scolastico frammentato e ad una situazione sociale che vedeva un
alto tasso di analfabetismo che cresceva man mano che si scendeva nella
Penisola, con punte che toccavano al Sud il 90-95%.
Il Regno di Sardegna era stato la prima ad adottare importanti riforme
organiche atte a condurre le scuole nell’alveo della gestione statale. Nello
Stato Pontificio l’istruzione era invece integralmente affidata alle cure
degli istituti religiosi, come anche nel Regno di Napoli, in cui soltanto con
i governi di Carlo III e Ferdinando IV di Borbone avevano iniziato a
impostare una gestione statale.
I primi licei, impostati secondo il modello statale e laico di matrice
18
francese, furono introdotti con la legge del 4 settembre 1802, affiancandoli
ai ginnasi di modello austriaco. In seguito al Piano d'istruzione generale
(1808) veniva istituito un liceo in ogni capoluogo di dipartimento e un
ginnasio in ogni comune con più di 10000 abitanti. Con la fine del periodo
napoleonico e l’avvento della Restaurazione (1815), le innovazioni
scolastiche vennero in parte abolite.
Con la legge Casati (1859), valida per il Regno di Sardegna e
successivamente estesa a tutto lo Stato ha inizio la storia della scuola
elementare italiana. Il regio decreto, esprimeva, tra i principi che tutti i
bambini dovevano saper “leggere, scrivere e far di conto…”, sancendo
l’obbligatorietà e la gratuità dell’istruzione elementare per il corso
inferiore, impartita dallo stato ma gestita dai comuni, cui spettava anche il
compito di reclutare i maestri. La scuola elementare, della durata di quattro
anni, era divisa in due bienni, successivamente si poteva accedere ad un
percorso formativo che si divaricava in formazione tecnica e formazione
ginnasiale, quest’ultima però a pagamento.
Punto debole della Casati consisteva nella gestione dell’istruzione
elementare a carico dei comuni, comportando la penalizzazione dei
comuni con minori risorse, specie al Sud, che non riuscivano a dotarsi di
maestri sufficientemente preparati. Se nella forma l’istruzione elementare
diventava pubblica e si configurava come scuola dell’obbligo, nella
sostanza le situazioni di disagio continuavano e il tasso di analfabetismo si
manteneva alto, perché non era prevista nessuna sanzione per le famiglie
che non mandavo i figli a scuola.
I primi programmi scolastici furono diffusi nel 1860, per opera del
ministro Terenzio Mamiani, tra le materie fondamentali era incluso
l’insegnamento religioso, mentre nel 1867 subirono una profonda revisione 19
con l’educazione civica che prese diverso spazio all’insegnamento
religioso.
L’anno dopo, la legge Coppino (1877) certifica il cambio di rotta
effettuato dal nuovo governo della Sinistra storica. La durata della scuola
elementare viene estesa a 5 anni, obbligatorio nel primo ciclo triennale, ma
soprattutto sanziona le famiglie che non adempiono all’obbligo scolastico.
Si iniziano a vedere i primi risultati delle riforme, l’analfabetismo scende
sensibilmente; il dibattito si riflette sulla proposta della scuola media
unica, avversata però sia dalle considerazioni di Salvemini che di Gentile,
che consideravano la scuola come specchio delle diversità sociali.
La legge Orlando del 1904 estese ulteriormente l'obbligo scolastico fino al
dodicesimo anno di età, prevedendo l'istituzione di un "corso popolare"
formato dalle classi quinta e sesta, subito dopo la scuola elementare;
imponeva inoltre ai Comuni di istituire scuole almeno fino alla quarta
classe.
La legge Daneo-Credaro (1911) affidava, finalmente, la gestione della
scuola elementare allo Stato, sottraendola alle dinamiche dei comuni.
Anche i maestri furono pagati direttamente dallo Stato e l’abbandono
scolastico divenne un fenomeno maggiormente controllato.
Durante il fascismo, il ministro della Pubblica Istruzione che diede un
impianto organico all’intero sistema scolastico fu il filosofo idealista
Giovanni Gentile. La sua riforma (1923) prevedeva per la scuola
elementare un percorso articolato in cinque anni, obbligatori e uguali per
tutti. La scuola elementare aveva scansione 3+2, preceduta da un grado
preparatorio di tre anni (scuola materna), e seguita da un grado successivo
chiamata scuola media inferiore, diversificata, seguito dalla scuola media
superiore, di tre anni per il liceo classico, di quattro per il liceo scientifico, 20
di tre o quattro anni per i corsi superiori dell'istituto tecnico, dell'istituto
magistrale e dei conservatori. L’obbligo era innalzato a 14 anni di età
Dopo la scuola elementare, una prima diversificazione dei percorsi
avveniva nelle scuole medie, un "doppio canale": il primo consentiva il
proseguimento degli studi alle scuole superiori (per accedervi lo studente
doveva superare uno specifico esame di cultura generale al termine della
scuola elementare); il secondo immetteva direttamente lo studente, al
termine dei tre anni, nel mondo del lavoro, non permettendo successivi
percorsi.
La riforma Gentile prevedeva, per i programmi delle elementari, il
ripristino dell’insegnamento della religione cattolica, e valorizzava il
canto, il disegno e lo studio delle tradizioni popolari. Nonostante le pesanti
critiche, sia verso il fascismo che verso l’impianto gentiliano, questo, per
decenni, sarà lo sfondo su cui si muoverà la scuola italiana, tanto che lo
stesso governo alleato, durante la Guerra di liberazione (1944-45) dovette
redigere dei programmi di compromesso per la scuola elementare, con una
composizione dei cicli rimasta inalterata.
Nella Costituzione della Repubblica Italiana (art. 34) l'istruzione pubblica
è dichiarata gratuita e obbligatoria per almeno 8 anni. Allo stesso tempo
viene sancita la possibilità di istituire scuole "senza oneri per lo stato".
Permaneva però la sistemazione precedente: scuola elementare
quinquennale, tre anni successivi divisi in scuola media, che permetteva di
continuare gli studi e una scuola di avviamento professionale che, una
volta terminata chiudeva ad ulteriori sbocchi formativi e immetteva al
mondo del lavoro dipendente. Soltanto nel 1962 si pervenne all’istituzione
della scuola media unica, che permetteva l’accesso a tutte le scuole
superiori. Essa estendeva l’obbligo scolastico fino al quattordicesimo anno 21
d’età, unificando tutte le scuole successive alle elementari. Nel 1968 viene
istituita la Scuola materna statale.
Con la legge 820/71 nasce la scuola a tempo pieno. Si perviene ai decreti
delegati del 1974, frutto delle richieste di democraticità all’interno delle
istituzioni scolastiche. I decreti delegati n. 416, 417, 418, 419, 420 (ora
confluiti nel T.U. delle leggi sulla scuola, d. lgs. 297/94) riguardano:
l’istituzione ed il riordinamento degli organi collegiali della scuola; lo
stato giuridico del personale della scuola; la corresponsione di un
compenso per gli straordinari; sperimentazione, ricerca, aggiornamento
culturale e professionale, stato giuridico del personale non insegnante delle
scuole. Dai decreti delegati ha infatti inizio quel processo di riduzione del
verticismo dell’istituzione. Inizia anche ad avviarsi una legislazione
scolastica che pone maggiore attenzione verso gli alunni portatori di
handicap, con la legge n.51/77 che, per la prima volta, introduce il
principio dell’integrazione scolastica, mediante l’assegnazione d’insegnati
di sostegno, la possibilità di attivare interventi individualizzati secondo le
esigenze dei singoli alunni in situazione di svantaggio. Nel 1979 dai
programmi della scuola media viene eliminato il latino come disciplina
autonoma, mentre i programmi della scuola elementare vengono riformati
nel 1985 e nel 1990 viene abbandonata la figura dell’insegnante unico.
Nel 1996 a capo del dicastero della Pubblica Istruzione viene posto Luigi
Berlinguer, che si pone quattro obiettivi fondamentali: l'innalzamento
dell'obbligo scolastico, la riforma dell'esame di maturità, l'autonomia
scolastica ed il riordino dei cicli. Così il governo presenta "Legge Quadro
in materia di Riordino dei Cicli dell'Istruzione" (1997), che si proponeva di
stravolgere l’intero sistema scolastico italiano, prevedendo due cicli
scolastici. Il ciclo primario, della durata di 6 anni e diviso in 3 bienni, 22
avrebbe dovuto “concorrere alla formazione dell’uomo e del cittadino nel
rispetto e nella valorizzazione delle diversità individuali, sociali e
culturali”; il ciclo secondario, sempre di 6 anni, si articolava nelle aree
umanistica, scientifica, tecnica, tecnologica, artistica e musicale, con la
funzione di consolidare le competenze apprese nel primo ciclo, e arricchire
la formazione globale degli studenti. Con la legge n. 425/97 venne
riformato l’esame di maturità secondo tre prove scritte e un colloquio
orale: la prima prova riguarda la Lingua Italiana, la seconda una delle
materie caratterizzanti dell’indirizzo di studio, mentre la terza è basata su
più discipline; anche la valutazione cambia, passando dai sessantesimi ai
centesimi e si introduce il credito formativo. La commissione esaminatrice
è stabilità per metà di membri interni e metà più il presidente di membri
esterni.
di un irrigidimento, attraverso la non ammissione degli studenti con a
carico debiti formativi non saldati nel triennio. Inoltre sono reintrodotti i
rimandi estivi che sostituiscono i debiti formativi.

LEGGE CASATI
La legge Casati era costituita da numerosi articoli ordinati in cinque titoli:
 Titolo: I "Dell'Ordinamento della Pubblica Istruzione" definiva
l'organizzazione della scuola a livello centrale e locale;
 Titolo II: "Dell'Istruzione Superiore" dettava norme in materia di
studi universitari e accademici;
 Titolo III: "Dell'Istruzione Secondaria Classica" istituiva e
regolava il ginnasio ed il liceo;
 Titolo IV: "Dell'Istruzione Tecnica" istituiva e regolava le scuole
23
tecniche e gli istituti tecnici;
 Titolo V: "Dell'Istruzione Elementare" istituiva e regolava le
scuole elementari.
Nella legge veniva dato ampio spazio all’istruzione secondaria ed
universitaria, mentre quella elementare era lasciata alla discrezione dei
comuni, confermando il carattere elitario della riforma. Inoltre tracciava
una netta separazione tra formazione tecnica, atta a formare la classe
operaia specializzata, e quella classica, di stampo umanistico, rivolta alla
formazione della classe dirigente.
L'istruzione elementare, a carico dei comuni, era articolata in due cicli: un
ciclo inferiore biennale, gratuito ed obbligatorio, istituito in ogni luogo
dove ci fossero almeno 50 alunni, e un ciclo superiore, sempre biennale,
presente solo nei comuni sede di istituti secondari o con popolazione
superiore a 4.000 abitanti.
Soltanto l’istruzione secondaria classica permetteva l’accesso a tutte le
facoltà universitarie. Essa era articolata nel ginnasio, di cinque anni, a
carico dei comuni, seguita dal liceo, della durata di tre anni, a carico dello
Stato. Gli istituti secondari superiori erano presenti in ogni capoluogo di
provincia.
L'istruzione secondaria tecnica era invece articolata in una scuola tecnica,
di tre anni, gratuita ed a carico dei comuni, seguita dall'istituto tecnico, di
tre anni, a carico dello Stato. Il secondo era diviso in sezioni, delle quali,
quella fisico-matematica, permetteva l'iscrizione alla facoltà di scienze
matematiche, fisiche e naturali.
Per quanto riguardava la formazione dei maestri elementari, furono
istituite le scuole normali della durata triennale. In queste scuole si 24
accedeva all’età di 15 anni per le donne e 16 per gli uomini. Il
reclutamento dei maestri elementari era demandato a comuni, che spesso
erano privi delle risorse finanziarie, pertanto il personale a disposizione era
poco qualificato. Mentre le famiglie più agiate preferivano usufruire di
un’educazione privata e domestica, numerosissimi erano i figli delle classe
più povere che non andavano a scuola.
A livello universitario, alla tre facoltà di origine medievale, teologia,
giurisprudenza e medicina, furono aggiunte quelle di lettere e filosofia e di
scienze fisiche, matematiche e naturali. A quest’ultima fu annessa la
scuola di applicazione, per la formazione dei nuovi ingegneri, della durata
di tre anni.
L’insegnamento della “dottrina religiosa” era impartito, nelle scuole
elementari, dal maestro, affiancato dal parroco; nelle scuole secondarie
tecniche e classiche invece era affidata a un “direttore spirituale”,
nominato direttamente dal vescovo, mentre nelle scuole normali, in cui era
anche materia d’esame, a un docente titolare di cattedra.
La legge Casati realizzò, a livello amministrativo, un’organizzazione
accentrata. L’intero impianto faceva capo al Ministero della Pubblica
istruzione, con il ministro affiancato dal Consiglio superiore della Pubblica
istruzione, composta da 21 membri di nomina regia. A livello locale, le
università erano affidate a un rettore, mentre gli istituti secondari a un
provveditore agli studi, a livello elementare a un ispettore scolastico. In
ogni provincia veniva istituito un consiglio provinciale scolastico,
presieduto dal provveditore, e formato dall’ispettore scolastico, dal preside
del liceo, dai direttori del ginnasio, delle scuole e degli istituti tecnici, dai
membri nominati dalla deputazione provinciale e dal comune capoluogo di
provincia. 25
La Casati sostanzialmente fallì nella scuola elementare. Oltre alle scarse
risorse di cui disponevano molti comuni, l’altro punto critico fu il non
specificare quali pene impartire a chi non rispettava l’obbligatorietà del
primo ciclo di studi elementare.

LEGGE COPPINO
La “rivoluzione parlamentare” del 1876, aveva portato al potere la “sinistra
storica”, che avviò un ampio piano di riforme per l’ammodernamento della
struttura del Paese.
Sul piano scolastico la legge Coppino (1877), dava, all’obbligatorietà
scolastica una maggiore consistenza sul piano attuativo. Questa riguardava
tutti i bambini dai sei ai nove anni, relativo alle prime due classi.
La legge stabilì, per i genitori che disattendevano l’obbligo precise
sanzioni. La seconda importante svolta fu lo svuotamento
dell’insegnamento religioso, sostituiti da corsi riguardanti la dimensione
dell’uomo, in ossequio ai dettami positivistici del tempo.
La Coppino, tra l’altro, introdusse il principio per cui i fanciulli dovessero
apprendere a leggere e scrivere, e le prime nozioni riguardanti i doveri
dell’uomo e del cittadino; l’insegnamento abbandonava i canoni del
dogmatismo per fondarsi sul piano concreto. I cattolici accusarono il
governo di voler introdurre l’ateismo nelle scuole.
La scuola, voluta dal governo di Sinistra, e ispirata dai precetti positivisti,
mirava, per quanto riguarda il metodo, di partire dall’osservazione per poi
sviluppare l’osservazione razionale, secondo lo spirito della scienza
sperimentale.
26

RIFORMA GENTILE
La riforma Gentile (1923) fu elaborata dal filosofo neoidealista, Giovanni
Gentile assieme a Giuseppe Lomabardo Radice, all’inizio del fascismo. La
riforma privilegiava la formazione classica e umanistica, come unico
mezzo d’istruzione per formare le future classi dirigenti fasciste. La
riforma pervase il sistema scolastico italiano per decenni, quella che lo
stesso Mussolini definì come “la più fascista delle riforme”, rimase
sostanzialmente inalterata sino all’abolizione della scuola di avviamento
professionale e all’introduzione della scuola media unificata nel 1962.
La scuola elementare, veniva così articolata da Gentile: un ciclo unico di
tre gradi, preparatorio (della durata di tre anni), inferiore (anche di tre
anni) e superiore (due anni). Terminava all’età di 14 anni.
Le scuole erano separate, in maschili e femminili, in quest’ultimo furono
aggiunti i corsi di Lavoro domestico in tutte le classi, e di Economia
domestica accompagnata da opportune esperienze per il ciclo superiore.
Dopo il quinto anno, le classi erano dette classi integrative di avviamento
professionale.
Gentile ridava lustro all’insegnamento della religione cattolica
nell’istruzione elementare, affidata a docenti che dovevano essere
considerati idonei dell’autorità ecclesiastica. Lo studio della religione era
particolarmente intenso nei due anni del ciclo inferiore (classi quarta e
quinta), in cui erano trattate l’agiografia, i dogmi del Vangelo, i principi
della vita religiosa, i sacramenti e i riti. Non potevano assolutamente essere
previsti insegnamenti di altre confessioni religiose, né sostituire,
nell’orario scolastico, l’insegnamento della religione cattolica con altri
insegnamenti. 27
Per il filosofo tutti i cittadini dovevano possedere una conoscenza
religiosa, soprattutto a livello popolare, unico livello spirituale
raggiungibile per le classi più umili. Nei licei invece, luogo in cui
dovevano essere formate le classi dirigenti, Gentile stabiliva, al posto della
religione, lo studio della filosofia, in particolare quella idealista, ritenuta il
più alto traguardo intellettuale.
Per quanto riguarda il grado preparatorio, questo era considerato come un
corso dal carattere ricreativo, per disciplinare nel bambino le prime
manifestazioni dell’intelligenza. Erano previste attività riguardanti il canto,
il disegno, i giochi ginnici, esercizi di costruzione e lavori di giardinaggio.
Nel grado inferiore erano ritenuti particolarmente formativi il canto, il
disegno e la ginnastica, così come aritmetica elementare, il dettato, la
scrittura, la lettura, la traduzione del dialetto, le poesie da imparare a
memoria, gli inni nazionali e i rudimenti di geografia.
Nei primi due anni l’istruzione privilegiava l’aspetto pratico ed
applicativo, attraverso corsi di: educazione sanitaria, letture per la vita
domestica e sociale, disegno applicato; la geografia invece era incentrata
sull’ordinamento centrale e locale dello Stato, l’agricoltura e le migrazioni.
Oltre alle materie del quarto e quinto anno, nelle classi seste, settime e
ottave, era prevista la frequenza di almeno tre materie biennali, scelte dagli
studenti tra quelle proposte dal Ministero, cui potevano aggiungersi corsi
istituiti da comuni, province e privati.
A conclusione di ogni ciclo un esame certificava la promozione del
bambino al ciclo successivo.
All'esame di ammissione, poteva presentarsi chi aveva compiuto almeno
dieci anni di età, scegliendo tra: 28
 il ginnasio,
 il liceo scientifico
 il liceo femminile
 l'istituto tecnico
 l'istituto magistrale
 la scuola complementare di avviamento professionale.
L'accesso all'università era consentito soltanto dal liceo classico, che
permetteva di accedere ad ogni facoltà universitaria, mentre il liceo
scientifico non permetteva di iscriversi a Lettere e Filosofia ed alla Facoltà
di Giurisprudenza.
Alla base dell’impostazione di Gentile c’era la concezione elitaria ed
aristocratica della cultura e dell’educazione. L’organizzazione della
scolastica è concepita come selezione dei “migliori”, rigidamente
suddivisa a livello secondario superiore nel ramo classico-umanistico per i
futuri dirigenti e nel ramo professionale per i futuri dipendenti.

RIFORMA MORATTI
Nel 2003 Letizia Moratti apportò consistenti modifiche al sistema
scolastico. Oltre all’anticipo dell’età di accesso nella scuola per l’infanzia
e per le scuole elementari, la sua impostazione è orientata verso
un’impostazione manageriale della gestione della scuola.
Gli aspetti principali riguardano:
 riforma degli ordinamenti e sviluppo e valorizzazione
dell’autonomia delle istituzioni scolastiche;
 istituzione del Servizio nazionale di valutazione del sistema
29
scolastico;
 sviluppo delle tecnologie multimediali e della alfabetizzazione
nelle tecnologie informatiche;
 sviluppo dell’attività motoria e delle competenze ludico-sportive
degli studenti;
 valorizzazione professionale e giuridica del personale docente;
 iniziative di formazione iniziale e continua del personale;
 valorizzazione professionale del personale amministrativo, tecnico
ed ausiliario;
 interventi di orientamento contro la dispersione scolastica;
 interventi di adeguamento delle strutture di edilizia scolastica.
La scuola dell’infanzia, di durata triennale, veniva anticipata. Potevano
accedere i bambini che avessero compiuto i tre anni entro il 30 aprile
dell’anno scolastico in considerazione. Essa doveva concorrere
all’educazione affettiva, cognitiva, morale, religiosa e psicomotoria degli
alunni.
Alla scuola primaria possono accedere i bambini che abbiano compiuto i
sei anni di età entro il 31 agosto, e quelli che li avrebbero compiuti entro il
30 aprile dell’anno scolastico di riferimento.
Nella scuola primaria deve essere promossa l’acquisizione di conoscenze
ed abilità fondamentali, metodologie scientifiche nello studio del mondo
naturale, capacità affettiva, relazione ed educazione ai principi della
convivenza civica.
La scuola secondaria di primo grado è invece basata sulla crescita delle
capacità autonome di studio, all’alfabetizzazione informatica e utilizzo
delle tecnologie, allo studio di una seconda lingua dell’UE,
all’orientamento per il successivo percorso formativo. 30
A conclusione del primo ciclo di istruzione, scuola primaria e scuola
secondaria di primo grado, gli alunni vengono sottoposti ad un esame di
Stato, con cui possono accedere ai licei oppure agli istituti professionali.
Il sistema dei licei comprende:
 artistico;
 classico;
 economico;
 linguistico;
 musicale;
 scientifico;
 tecnologico;
 delle scienze umane.
Tutti i licei hanno durata quinquennale, con l’attività didattica organizzata
in due periodi biennali ed un ultimo anno. A conclusione vi è un esame di
Stato, titolo necessario per accedere all’università, oppure agli istituti di
alta formazione artistica, musicale e coreutica. La novità maggiore consiste
nella possibilità per gli studenti di compiere il secondo ciclo di istruzione
non soltanto nei licei, ma anche nella formazione, il “doppio canale”, in
cui istruzione e formazione rientrano nello stesso percorso. Con il sistema
delle cosiddette “passerelle” gli studenti possono passare dai licei alla
formazione e viceversa, attraverso il riconoscimento dei crediti formativi.
L’alternanza scuola-lavoro è probabilmente la maggiore novità della
riforma Moratti. Si tratta di progettare il percorso formativo in
collaborazione con le imprese, le camere di commercio, le associazioni di
rappresentanza, per permettere ai giovani di acquisire le dovute
competenze per essere pronti, una volta finito il liceo, ad immettersi nel 31
mondo del lavoro. Dai 15 e fino ai 18 anni, gli studenti dei licei e del
canale professionale, possono completare la propria formazione secondo il
sistema dell’alternanza, oltre alle lezioni, frequenteranno stage e
svolgeranno tirocini presso enti pubblici e imprese private.

Gli istituti professionali hanno invece una durata che oscilla dai tre a un
massimo di cinque anni. Dopo i tre anni si ottiene una prima qualifica
certificata e riconosciuta a livello europeo, e immediatamente spendibile
nel mondo lavorativo. Lo studente che invece prosegue, può ottenere altre
qualifiche ed accedere ai corsi di formazione professionale superiore; al
termine del quarto anno, se sceglie di iscriversi all’università, deve
frequentare il quinto anno di preparazione all’esame di Stato.
Se lo studente decide di continuare a studiare, può conseguire ulteriori
qualifiche, che gli permettono di trovare un’occupazione o accedere ai
corsi di formazione professionale superiore. Dopo quattro anni di
formazione professionale, lo studente può anche decidere di iscriversi
all’università, ma solo dopo aver frequentato un quinto anno di
preparazione all’esame di Stato.

Il ministro Fioroni
La c.d strategia del cacciavite, metafora utilizzata dallo stesso ministro,
indicava la volontà di apportare precisi interventi correttivi nel sistema
scolastico, ma non di riformarlo in profondità. Le puntuali modificazione
apportate in questo periodo possono essere sintetizzate in:
a) innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni (legge 27 dicembre
2006, n. 296);
32
b) aver ancorato la didattica alle direttive europee sulle competenze
chiave di cittadinanza;
c) stabilito le “Sezioni primavera” nelle scuole dell’infanzia;
d) rilancio dell’istruzione tecnica e professionale.

Il ministro Gelmini
Le maggiori novità dell’attività del ministro hanno riguardato
l’introduzione del Liceo delle scienze umane e del Liceo musicale e
coreutico, l’ampliamento del Liceo artistico, la riforma degli istituti
tecnici e il potenziamento dell’insegnamento della lingua inglese e delle
materie scientifiche (legge n.133/2008 e legge 169/2008).
L’età per l’iscrizione dei figli alla scuola dell’infanzia viene anticipata a
due anni e mezzo. Nella scuola primaria la novità maggiore è stata la
reintroduzione del maestro unico; nella secondaria di primo grado la
reintroduzione della valutazione espressa in numeri su base decimale.
Nella scuola secondaria di secondo grado, la novità, oltre al riordino degli
istituti superiori, è stata il ritorno del voto in condotta nel calcolo della
media e la non ammissione alla classe o ciclo successivo con valutazione
inferiore ai sei decimi. Per quanto riguarda l’istruzione universitaria, la
riforma ha reso la laurea in Scienze della formazione primaria abilitante
all’insegnamento.

33
CAPITOLO 3

L’ORDINAMENTO DELLA SCUOLA


Il sistema scolastico italiano ha una struttura particolarmente articolata ed
estesa. Il diritto/obbligo scolastico viene garantito dalle scuole statali (in
cui sono iscritti la maggior parte degli allievi) e dalle scuole “paritarie”
(Legge 62/2000: "Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto
allo studio e all'istruzione"), molto diffuse per quanto riguarda la scuola
dell’infanzia. Sommariamente e generalmente, il sistema si articola su
quattro livelli/gradi di istruzione, con riferimento all’età degli allievi:
 la scuola dell’infanzia triennale, che coinvolge gli allievi dai 3 ai 5
anni;
 la scuola primaria (o elementare), della durata di cinque anni,
obbligatoria, dai 6 ai 10 anni;
34
 la scuola secondaria di primo grado (o media), triennale e fino ai
14 anni;
 le scuole secondarie di secondo grado (o secondarie superiori),
articolate nei licei, negli istituti professionali e in quelli tecnici,
della durata di cinque anni (i professionali con uscite intermedie
dopo un triennio). La scuola secondaria superiore termina con un
esame di Stato, che consente l’accesso a tutte le Facoltà
universitarie.
Quest’ordinamento è stabilito dall’art. 64 della Legge 133/2008
(“Disposizioni in materia di organizzazione scolastica”), che al comma 4
specifica: “per l'attuazione del piano di cui al comma 3, con uno o più
regolamenti […] si provvede ad una revisione dell'attuale assetto
ordinamentale, organizzativo e didattico del sistema scolastico, attenendosi
ai seguenti criteri: razionalizzare ed accorpare le classi di concorso;
ridefinire i curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola; rivedere i criteri
per la formazione delle classi; rimodulare l’organizzazione didattica della
scuola primaria; rivedere i parametri vigenti per la determinazione degli
organici (docenti e ATA); ridefinire l’assetto organizzativo dei centri per
gli adulti e per i corsi serali; riordinare la rete scolastica, compresa quella
dei piccoli centri. Per i diversi settori scolastici e per gli ambiti di
regolamento, la detta legge prevede l’emanazione di specifici regolamenti,
nella forma di Decreti del Presidente della Repubblica. I regolamenti
attuativi di riferimento sono:
 DPR 81/2009 (“Norme per la riorganizzazione della rete scolastica
e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della
scuola”);
 DPR 89/2009 (“Revisione dell'assetto ordinamentale, 35

organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo


ciclo di istruzione”);
 DPR 122/2009 (“Regolamento recante coordinamento delle norme
vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità
applicative in materia (ai sensi della L.169/2008”)
 DPR 87/2010 (“Regolamento di riordino degli istituti
professionali”);
 DPR 88/2010 (“Regolamento di riordino degli istituti tecnici”);
 DPR 89/2010 (“Regolamento di riordino dei licei”).

Il primo ciclo
Il primo ciclo comprende: la scuola elementare e la scuola media (resa
unica nel 1962 con la legge n. 1859, che ha unificato i precedenti segmenti
separati delle diverse scuole secondarie). Le scuole elementari e media e
sono state aggregate dalla legge n. 53 del 2003 nel “primo ciclo”. La
scuola “primaria” (ex scuola elementare) dura 5 anni, mentre la scuola
“secondaria di I grado” (l’ex scuola media triennale) ha durata tre anni. Il
D.lg. articola le “40 ore” settimanali del modello classico di tempo pieno
in orario obbligatorio (27 ore), facoltativo (3 ore nelle elementari, 6 ore
nelle medie), tempo della mensa e del dopo mensa (fino a 10 ore nelle
elementari, fino a 7 nelle medie). La Legge 176/2007 ha invece ripristinato
il modello classico del tempo pieno.
La scuola dell’infanzia della durata triennale non è obbligatoria. Possono
iscriversi i bambini che compiono i tre anni di età entro il 30 aprile, mentre
l’orario annuale va da un minimo di 875 ad un massimo di 1700 ore. Le
sezioni della scuola dell’infanzia sono costituite da un numero di bambino
compreso tra 18 e 26, qualora non fosse possibile ridistribuire i bambini tra 36
scuole viciniori, eventuali iscrizioni in eccedenza sono ripartite tra le
diverse sezioni della stessa scuola senza superare, comunque, le 29 unità
per sezione, escludendo dalla redistribuzione le sezioni che accolgono
alunni con disabilità. L’orario di funzionamento è di 40 ore settimanali,
con possibilità di estenderle sino a 50 o ridurle sino a 25, nella fascia oraria
del mattino. Per bambini di età inferiore ai 3 anni è attivata la “Sezione
primavera”, previo accordo in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni,
ai sensi dell’art.1, cc.630 e 634 della Legge 296/2006. Si tratta di strutture
intermedie tra nido e scuole dell’infanzia, per i bambini tra i 24 e i 36
mesi, gestita, a seconda dei casi, dallo Stato, dai comuni o dai privati.
Le classi di scuola primaria sono costituite da un numero di alunni
compreso tra 15 e 26, elevabile sino a 27; le pluriclassi (classi in cui si
trovano insieme alunni di età diverse, dai 6 ai 10 anni) sono costituite da
non meno di 8 e non più di 18 alunni. L’organico viene assegnato sulla
base di 27 ore settimanali per le classi a tempo ordinario e di 40 ore
settimanali per le classi a tempo pieno. È completato con l’assegnazione di
posti di sostegno per le classi ove siano inseriti bambini con la
certificazione di handicap. Per quanto riguarda l’insegnamento della lingua
inglese, alla prima classe sono assegnate 33 ore annuali, 66 per la seconda
classe e 99 per gli ultimi tre anni (riferibile al livello A1+ del QCER).
Il d. P. R. n. 89/2009 ha anche ripristinato la figura del docente di
riferimento per ogni classe (escluso il tempo pieno, dove si conferma
l’assegnazione di due docenti per ogni classe). L’Atto di indirizzo del
MIUR dell’8 settembre 2009 garantisce comunque una certa autonomia
progettuale, fermo restando il principio stabilito dalla legge n. 169/2008
che mira a ridurre la frammentarietà dei docenti presenti nelle classi.
Le classi prime di scuola secondaria di primo grado sono costituite da un 37
numero compreso tra 18 e 27 alunni, elevabili sino a 28, mentre si procede
alla formazione di un'unica prima classe quando il numero degli alunni
iscritti non supera le 30 unità. Le classi seconde e terze devono essere
costituite in numero pari a quello delle prime e seconde di provenienza,
sempre che' il numero medio di alunni per classe sia pari o superiore a 20
unità. Possono stabilirsi classi, per ciascun anno di corso, con numero di
alunni inferiore a quello minimo, non inferiore però a 10 unità, nel caso di
scuole e sezioni dei comuni montani, nelle piccole isole, nelle aree
geografiche abitate da minoranze linguistiche. Il tempo-scuola è sviluppato
secondo quattro modelli, scelti dalle famiglie:
 le 24 ore settimanali, introdotte dalla Legge 169/2008;
 le 27 ore introdotte dal Dlgs 59/2004;
 le 30 ore, come aggiunta di 3 ore di attività opzionali rimesse alla
scelta delle famiglie e alla disponibilità di organico;
 le 40 ore, di 8 ore su 5 giorni, con incluso l’orario per il servizio
mensa (art.1, Legge 176/2007). L’autorizzazione del tempo pieno
è vincolata a uno specifico progetto formativo integrato e alla
presenza dei servizi mensa.
Il nuovo Regolamento (d. P. R. 89/2009) prevede invece un orario
annuale obbligatorio delle lezioni di 990 ore, corrispondenti a 29 ore
settimanali, più 33 ore destinate all’approfondimento di materie letterarie,
per un totale di 30 ore settimanali. Nell’orario prolungato le ore
ammontano a 36 settimanali elevabili a 40 e comprensive del tempo
mensa. L’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, introdotto
dall’art.1 Dlgs 137/2008 convertito con modificazioni dalla Legge
169/2008, viene inserito nell’area disciplinare storico-geografica. 38

Orario di funzionamento settimanale Primo Ciclo


Scuola primaria*
40 ore (su richiesta
delle famiglie e in
30 ore
24 ore base alla disponibilità
(disponibilità di
(min. 15 27 ore dei posti,
organico dei
iscritti) dell’organico dei
docenti)
docenti e dei servizi
attivati)
Scuola secondaria di primo grado
30 ore 36 ore (disponibilità 40 ore (su
dei posti e dei servizi richiesta delle
attivati, con obbligo famiglie)
di due-tre rientri
pomeridiani, con o
senza mensa)
*Le singole istituzioni scolastiche, sulla base della delibera del proprio consiglio di istituto,
definiscono l’organizzazione dell’orario scolastico in sei o cinque giorni settimanali, con o
senza rientri pomeridiani per le classi a 24, 27 e 30 ore.

Il secondo ciclo
Le classi prime degli istituti e scuole di istruzione secondaria di II grado
sono costituite, di norma, con non meno di 27 allievi, senza superare il
numero di 30 studenti per classe; si costituisce una sola classe quando le
iscrizioni non superano le 30 unità. Il numero delle classi del primo anno e
di quelle iniziali successive al primo biennio, si determina tenendo conto 39

del numero complessivo degli alunni iscritti, indipendentemente dai diversi


indirizzi e corsi di studio. Le classi del primo anno di corso di sezioni
staccate, scuole coordinate, sezioni di diverso indirizzo o specializzazione
funzionanti con un solo corso debbono essere costituite con un numero di
alunni di norma non inferiore a 25. Le cattedre costituite con orario
inferiore all'orario obbligatorio di insegnamento dei docenti, definito dal
contratto collettivo nazionale di lavoro, sono ricondotte a 18 ore
settimanali.
Orario di funzionamento settimanale Secondo Ciclo
Primo Secondo Quinto
Scuole
biennio biennio anno
Licei
o Artistico 34 35 35
o Classico 27 31 31
o Linguistico 27 30 30
o Musicale 32 32 32
o Scientifico 27 30 30
o Scienze Umane 27 30 30
Istituti Tecnici 32 32 32
Istituti Professionali 32 32 32
Quote di autonomia e margini di flessibilità (in percentuale)
Primo Secondo Quinto 40

Biennio biennio anno


Licei
o Autonomia 20 30 20
Istituti Tecnici
o Autonomia 20 20 20
o Flessibilità --- 30 35
Istituti Professionali
o Autonomia 20 20 20
o Flessibilità 25 35 40
IL CURRICOLO

La parte comune: cultura, scuola, persona


La consapevolezza del repentino passaggio da una società stabile ad una
segnata dai continui cambiamenti costringe la scuola a ripensare alle sue
funzioni, al fine di dotare gli studenti, sin dall’infanzia, di idonei strumenti
per affrontare il «il saper stare al mondo». La piena attuazione delle
previsioni costituzionali agli artt. 2-3 richiede l’impegno dei docenti e di
tutti gli operatori della scuola, rispettando le differenze e le identità di
ciascuna persona, vista la presenza sempre più forte di alunni stranieri e il
riconoscimento internazionale dei soggetti con BES, per far sì, come l’art.
4 della Costituzione dispone, che ognuno possa «svolgere, secondo le
proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che
concorra al progresso materiale e spirituale della società».
Contemporaneamente, si sono fortemente diffuse le nuove tecnologie 41

dell’informazione e della comunicazione che, se ben sfruttate, offrono


immense opportunità all’istituzione scolastica nell’assolvimento del suo
ruolo educativo. I nuovi modi d’insegnamento/apprendimento e le nuove
risorse a disposizione possono essere efficacemente conciliati con le
competenze e i saperi di base che restano irrinunciabili, perché fondamenta
per l’uso consapevole del sapere diffuso, chiavi che rendono possibile ogni
esperienza di apprendimento. I cambiamenti hanno investito anche il
mondo del lavoro, mestieri, tecniche e strumenti tradizionali rischiano di
diventare rapidamente obsoleti, anche in questo caso la scuola è chiamata a
formare ragazzi ed adolescenti duttili, capaci di affrontare l’incertezza del
futuro, fa acquisire strumenti di pensiero che favoriscano l’imparare ad
imparare, non contenuti specifici e particolari ma bussola negli itinerari
personali.
La persona è al centro della finalità della scuola, inteso come soggetto in
apprendimento secondo le proprie peculiarità; la definizione e la
realizzazione delle strategie educative e didattica devono sempre partire
della singolarità e dalla complessità di ogni studente, la sua articolata
identità, le sue aspettative, i suoi bisogni, i suoi talenti, le sue fragilità nel
contesto delle fasi di sviluppo e di formazione. La progettazione e la
conseguente attività didattica è posta per persone, non per individui astratti
o studenti ideali, ma soggetti che vivono qui ed ora, nella globalità dei loro
aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali,
religiosi.
La scuola segue una doppia linea formativa: verticale e orizzontale; con la
prima ci si riferisce ad una formazione che possa poi continuare lungo 42
l’intero arco della vita, mentre con la seconda si indica la necessità di
un’attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici con
funzioni a vario titolo educative, come la famiglia. L’obiettivo non è
quello di accompagnare lo studente passo dopo passo ma, al contrario,
renderlo capace di effettuare scelte autonome e proficue, unendo il
compito «dell’insegnare ad apprendere» a quello «dell’insegnare a essere»,
al fine di formare cittadini in grado di partecipare consapevolmente alla
costruzione di collettività più ampie e composite, siano esse quella
nazionale, quella europea, quella mondiale. La nostra scuola è chiamata a
formare cittadini italiani che siano allo stesso tempo cittadini europei e più
in generali globali, l’orizzonte nazionale, in questa nuova società, è
limitato, le sfide che le nuove generazioni saranno chiamate ad affrontare
investono l’’intera umanità e il destino di ognuno è segnato da quello del
pianeta, consapevoli che ogni persona è detentrice di una responsabilità
unica e singolari nei confronti di tutte le altre persone. La scuola è
chiamata a contribuire alla consapevolezza della necessità di un nuovo
umanesimo, secondo alcuni obiettivi, oggi prioritari:
 Ricomporre gli oggetti della conoscenza, superando la
frammentarietà delle discipline;
 Promuovere i saperi di un nuovo umanesimo, cioè essere coscienti
della nuova società;
 Porre le discipline e le culture come cura ai grandi problemi dei
nostri tempi.
Gli obiettivi sono complessi e richiedono un vero e proprio cambiamento
culturale, proprio per questo essi devono essere realizzati sin dalle prime
fasi della formazione degli alunni.
43
Finalità generali (Parte Comune)
La finalità generale della scuola è lo sviluppo armonico e integrale della
persona, all’interno dei principi della Carta costituzionale e della
tradizione culturale europea, nella promozione della conoscenza e nel
rispetto e valorizzazione delle diversità individuali. La scuola italiana,
statale e paritaria, come la Costituzione sancisce, svolge la funzione
sociale della formazione di ogni persona per la crescita civile del Paese.
L’istruzione obbligatoria è assicurata a tutti i cittadini per almeno otto anni
(art.34) ora elevati a dieci, in collaborazione con la famiglia (art.30) e con
le altre formazioni sociali ove si svolge la personalità di ciascuno (art. 2).
È tutela la libertà di insegnamento (art. 33) e l’ordinamento scolastico è
centrato sull’autonomia funzionale delle scuole (art. 117). Il primo ciclo
scolastico è costituito da: scuola dell’infanzia (non obbligatorio), scuola
primaria e scuola secondaria di secondo grado.
Lo Stato, al fine di garantire a tutti i cittadini pari condizioni di accesso,
stabilisce le norme generali, cui tutte le scuole devono attenersi: fissazione
degli obiettivi generali, gli obiettivi di apprendimento, i traguardi per lo
sviluppo delle competenze dei bambini e ragazzi per ciascuna disciplina.
Il sistema scolastico italiano ha recepito, come orizzonte di riferimento, il
quadro delle competenze-chiave per l’apprendimento permanente definite
dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea
(Raccomandata 2006/962/CE): 1) comunicazione nella madrelingua
(capacità di esprimere e interpretare concetti, pensieri, sentimenti, fatti e
opinioni in forma sia orale sia scritta e di interagire adeguatamente e in
modo creativo sul piano linguistico in un’intera gamma di contesti
culturali e sociali, quali istruzione e formazione, lavoro, vita domestica e 44
tempo libero); 2) comunicazione nelle lingue straniere (condivide
essenzialmente le principali abilità richieste per la comunicazione nella
madrelingua. La comunicazione nelle lingue straniere richiede anche
abilità quali la mediazione e la comprensione interculturale. Il livello di
padronanza di un individuo varia inevitabilmente tra le quattro dimensioni
e tra le diverse lingue e a seconda del suo retroterra sociale e culturale, del
suo ambiente e delle sue esigenze ed interessi); 3) competenza matematica
e competenze di base in scienza e tecnologia (l’abilità di sviluppare e
applicare il pensiero matematico per risolvere una serie di problemi in
situazioni quotidiane. Partendo da una solida padronanza delle competenze
aritmetico-matematiche, l’accento è posto sugli aspetti del processo e
dell’attività oltre che su quelli della conoscenza. La competenza
matematica comporta, in misura variabile, la capacità e la disponibilità a
usare modelli matematici di pensiero e di presentazione); 4) competenza
digitale (consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le
tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero e la
comunicazione. Essa implica abilità di base nelle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione (TIC): l’uso del computer per
reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare
informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative
tramite Internet); 5) imparare a imparare (l’abilità di perseverare
nell’apprendimento, di organizzare il proprio apprendimento anche
mediante una gestione efficace del tempo e delle informazioni, sia a livello
individuale sia in gruppo. Questa competenza comprende la
consapevolezza del proprio processo di apprendimento e dei propri
bisogni, l’identificazione delle opportunità disponibili e la capacità di
sormontare gli ostacoli per apprendere in modo efficace. Questa 45
competenza comporta l’acquisizione, l’elaborazione e l’assimilazione di
nuove conoscenze e abilità come anche la ricerca e l’uso delle opportunità
di orientamento. Il fatto di imparare a imparare fa sì che i discenti
prendano le mosse da quanto hanno appreso in precedenza e dalle loro
esperienze di vita per usare e applicare conoscenze e abilità in tutta una
serie di contesti: a casa, sul lavoro, nell’istruzione e nella formazione. La
motivazione e la fiducia sono elementi essenziali perché una persona possa
acquisire tale competenza); 6) competenze sociali e civiche (includono
competenze personali, interpersonali e interculturali e riguardano tutte le
forme di comportamento che consentono alle persone di partecipare in
modo efficace e costruttivo alla vita sociale e lavorativa, in particolare alla
vita in società sempre più diversificate, come anche a risolvere i conflitti
ove ciò sia necessario. La competenza civica dota le persone degli
strumenti per partecipare appieno alla vita civile grazie alla conoscenza dei
concetti e delle strutture sociopolitici e all’impegno a una partecipazione
attiva e democratica); 7) spirito di iniziativa e imprenditorialità
(concernono la capacità di una persona di tradurre le idee in azione. In ciò
rientrano la creatività, l’innovazione e l’assunzione di rischi, come anche
la capacità di pianificare e di gestire progetti per raggiungere obiettivi. È
una competenza che aiuta gli individui, non solo nella loro vita quotidiana,
nella sfera domestica e nella società, ma anche nel posto di lavoro, ad
avere consapevolezza del contesto in cui operano e a poter cogliere le
opportunità che si offrono ed è un punto di partenza per le abilità e le
conoscenze più specifiche di cui hanno bisogno coloro che avviano o
contribuiscono ad un’attività sociale o commerciale. Essa dovrebbe
includere la consapevolezza dei valori etici e promuovere il buon
governo); 8) consapevolezza ed espressione culturale (riguarda 46
l’importanza dell’espressione creativa di idee, esperienze ed emozioni in
un’ampia varietà di mezzi di comunicazione, compresi la musica, le arti
dello spettacolo, la letteratura e le arti visive).
Il profilo che segue descrive, in forma essenziale, le competenze riferite
alle discipline di insegnamento e al pieno esercizio della cittadinanza che
un ragazzo deve mostrare di possedere al termine del primo ciclo di
istruzione. Il conseguimento delle competenze delineate nel profilo
costituisce l’obiettivo generale del sistema educativo e formativo italiano.

L’organizzazione del curricolo (Parte comune)


Il curricolo d’istituto è espressione di libertà di insegnamento ed
autonomia scolastica, esplicita le scelte della comunità scolastica e
l’identità dell’istituto. Ogni scuola predispone il curricolo all’interno del
Piano dell’offerta formativa con riferimento al profilo dello studente al
termine del primo ciclo di istruzione, ai traguardi per lo sviluppo delle
competenze, agli obiettivi di apprendimento specifici per ogni disciplina.
Dal curricolo i docenti individuano le attività didattiche più efficaci, le
strategie più idonee, facendo attenzione all’integrazione ed aggregazione
delle discipline. I docenti, in stretta collaborazione, promuovono attività
significative nelle quali gli strumenti e i metodi caratteristici delle
discipline si confrontano e si intrecciano tra loro, evitando trattazioni di
argomenti distanti dall’esperienza e frammentati in nozioni da
memorizzare. Nelle Indicazioni le discipline non sono aggregate in aree
precostituite per non favorire un’affinità più intensa tra alcune rispetto ad
altre, volendo rafforzare così trasversalità e interconnessioni più ampie e
assicurare l’unitarietà del loro insegnamento.
L’itinerario scolastico, nel primo ciclo di studi, è progressivo e continuo, 47
così come testimonia la presenza sempre più diffusa degli istituti
comprensivi. Vengono fissati i traguardi per lo sviluppo delle competenze
relativi ai campi di esperienza ed alle discipline, e sono prescrittivi,
dovendo garantire l’unità del sistema nazionale e la qualità del servizio,
con le scuole che possono scegliere l’itinerario più opportuno. I campi del
sapere, le conoscenze e le abilità ritenuti indispensabili al raggiungimento i
traguardi per lo sviluppo delle competenze sono individuati dagli
obbiettivi di apprendimento, organizzati in nuclei tematici e definiti in
relazione a periodi didattici lunghi. Gli insegnanti sono responsabili della
valutazione, della cura della documentazione, della scelta degli strumenti,
secondo quanto deliberato dagli organi collegiali. Le verifiche intermedie e
le valutazioni periodiche e finali devono essere coerenti con gli obiettivi e i
traguardi previsti dalle Indicazioni e declinati nel curricolo. La valutazione
precede, accompagna e segue i percorsi curricolari, mentre alle singole
istituzioni scolastiche compete anche la responsabilità
dell’autovalutazione. Il sistema nazionale di valutazione ha il compito di
rilevare la qualità dell’intero sistema scolastico, fornendo alle scuole, alle
famiglie e alla comunità sociale, al Parlamento e al Governo elementi di
informazione essenziali circa la salute e le criticità del nostro sistema di
istruzione. Sulla base dei traguardi fissati a livello nazionale, spetta
all’autonomia didattica delle comunità professionali progettare percorsi per
la promozione, la rilevazione e la valutazione delle competenze. Le
certificazioni nel primo ciclo descrivono e attestano la padronanza delle
competenze progressivamente acquisite, sostenendo e orientando gli
studenti verso la scuola del secondo ciclo.

48
L’INSEGNAMENTO DI CITTADINANZA E COSTITUZIONE
Il tradizionale insegnamento dell’Educazione civica è stato riformato e
compreso nel nuovo insegnamento denominato Cittadinanza e
Costituzione valido sia nel primo che nel secondo ciclo di istruzione. A
decorrere dall’anno a. s. 2008/2009 tutti gli studenti devono acquisire
quelle conoscenze e competenze relative a Cittadinanza e Costituzione
nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale (art. 1. c. 1, legge
n. 169 del 30 ottobre 2008). La scuola ha il compito di sviluppare negli
studenti quelle competenze che conducono alla cittadinanza attiva, ispirati
ai valori della responsabilità, legalità, partecipazione e solidarietà. Il
compito è attribuito a tutti gli insegnanti in relazione ai curricoli e in
particolare ai docenti dell’area storico-geografica e storico-sociale. Questa
necessità rientra tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo
sostenibile. Per quanto riguarda la valutazione dell’insegnamento, essa
ricadrà negli insegnamenti dell’ambito storico-geografico nel primo ciclo
di istruzione.

SCUOLA DELL’INFANZIA
La scuola dell’infanzia, statale e paritaria, si rivolge a tutte le bambine e i
bambini dai tre ai sei anni di età, si pone la finalità di promuovere nei
bambini lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza e li
avvia alla cittadinanza. L’identità è intesa come consolidamento delle
dimensioni del proprio io, sperimentare ruoli e forme di identità (figlio,
alunno, compagno, membro di una comunità); l’autonomia è la fiducia in
sé ed in quello che si sa fare, partecipare alle decisioni; acquistare
competenza significa giocare, muoversi, manipolare, curiosare,
49
domandare, imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione,
l’osservazione e il confronto tra proprietà, quantità, caratteristiche, fatti.
Vivere le prime esperienze di cittadinanza, come scoperta dell’altro da sé,
rendersi conto della necessità di stabilire regole condivise, sapersi
comportare verso gli altri, l’ambiente e la natura. Nel curricolo della scuola
dell’infanzia non è soltanto specificato l’organizzazione delle attività
didattiche, ma tutti i momenti scolastici, compresi l’ingresso, il pasto, il
riposo, in modo da dare regolarità alla vita scolastica come «base sicura»
per nuove esperienze e nuove sollecitazioni. L’apprendimento è
organizzato secondo l’azione, l’esplorazione, il contatto con gli oggetti, la
natura, l’arte, il territorio, in una dimensione ludica, da intendersi come
forma tipica di relazione e di conoscenza. Nel gioco, particolarmente in
quello simbolico, i bambini si esprimono, raccontano, rielaborano in modo
creativo le esperienze personali e sociali. Molto importante sarà
l’organizzazione degli spazi e dei tempi, come elemento di qualità
pedagogica dell’ambiente educativo.
Ogni campo di esperienza offre un insieme di oggetti, situazioni,
immagini e linguaggi, riferiti ai sistemi simbolici della nostra cultura,
capaci di evocare, stimolare, accompagnare apprendimenti
progressivamente più sicuri:
1. il sé e l’altro: è il campo di esperienza della vita quotidiana, dei
suoi interrogativi sulle trasformazioni personali e sociali,
sull’ambiente, sul futuro, sugli orientamenti morali. A questa età si
definisce e si articola l’identità di ciascun bambino, come
consapevolezza del proprio corpo, della propria personalità, del
proprio stare con gli altri e esplorare il mondo. Questo campo
rappresenta l’ambito elettivo in cui i temi dei diritti e dei doveri, 50
del funzionamento della vita sociale, della cittadinanza e delle
istituzioni trovano una prima «palestra» per essere guardati e
affrontati concretamente. Il bambino sviluppa il senso dell’identità
personale, percepisce le proprie esigenze e i propri sentimenti, sa
esprimerli in modo sempre più adeguato, gioca in modo
costruttivo e creativo con gli altri, sa argomentare, confrontarsi,
sostenere le proprie ragioni con adulti e bambini. Si orienta nelle
prime generalizzazioni di passato, presente, futuro e si muove con
crescente sicurezza e autonomia negli spazi che gli sono familiari,
modulando progressivamente voce e movimento anche in rapporto
con gli altri e con le regole condivise. Riconosce i più importanti
segni della sua cultura e del territorio;
2. il corpo e il movimento: vive la propria corporeità, ne percepisce il
potenziale comunicativo ed espressivo, mature precise condotte
che gli consentono d una buona autonomia nella gestione della
giornata a scuola. Controlla l’esecuzione del gesto, valuta il
rischio, interagisce con gli altri nei giochi di movimento, nella
musica, nella danza, nella comunicazione espressiva;
3. immagini, suoni, colori: Il bambino comunica, esprime emozioni,
racconta, utilizzando le varie possibilità che il linguaggio del
corpo consente. Inventa storie e sa esprimerle attraverso la
drammatizzazione, il disegno, la pittura e altre attività
manipolative; utilizza materiali e strumenti, tecniche espressive e
creative; esplora le potenzialità offerte dalle tecnologie. Esplora i
primi alfabeti musicali, utilizzando anche i simboli di una
notazione informale per codificare i suoni percepiti e riprodurli; 51
4. i discorsi e le parole: Il bambino usa la lingua italiana, arricchisce
e precisa il proprio lessico, comprende parole e discorsi, fa ipotesi
sui significati. Sa esprimere e comunicare agli altri emozioni,
sentimenti, argomentazioni attraverso il linguaggio verbale che
utilizza in differenti situazioni comunicative. Ascolta e comprende
narrazioni, racconta e inventa storie, chiede e offre spiegazioni,
usa il linguaggio per progettare attività e per definirne regole.
Ragiona sulla lingua, scopre la presenza di lingue diverse,
riconosce e sperimenta la pluralità dei linguaggi, si misura con la
creatività e la fantasia. Si avvicina alla lingua scritta, esplora e
sperimenta prime forme di comunicazione attraverso la scrittura,
incontrando anche le tecnologie digitali e i nuovi media;
5. la conoscenza del mondo: i bambini esplorano la realtà, riflettono
e descrivono le proprie esperienze, le rappresentano e le
riorganizzano, ponendo le basi per la successiva elaborazione di
concetti scientifici e matematici che saranno proposti nella scuola
primaria. Esplorando oggetti, materiali e simboli, osservando la
vita di piante ed animali, i bambini elaborano idee personali da
confrontare con quelle dei compagni e degli insegnanti. Imparano
a fare domande, a dare e a chiedere spiegazioni, a lasciarsi
convincere dai punti di vista degli altri, a non scoraggiarsi se le
loro idee non risultano appropriate;
6. oggetti, fenomeni, viventi: I bambini elaborano la prima
«organizzazione fisica» del mondo esterno attraverso attività
concrete che portano la loro attenzione sui diversi aspetti della
realtà; toccando, smontando, costruendo e ricostruendo, affinando 52
i propri gesti, i bambini individuano qualità e proprietà degli
oggetti e dei materiali, ne immaginano la struttura e sanno
assemblarli in varie costruzioni;
7. numero e spazio: Il bambino raggruppa e ordina oggetti e materiali
secondo criteri diversi, ne identifica alcune proprietà, confronta e
valuta quantità; utilizza simboli per registrarle; esegue misurazioni
usando strumenti alla sua portata. Ha familiarità sia con le
strategie del contare e dell’operare con i numeri sia con quelle
necessarie per eseguire le prime misurazioni di lunghezze, pesi, e
altre quantità. Individua le posizioni di oggetti e persone nello
spazio, usando termini come avanti/dietro, sopra/ sotto,
destra/sinistra, ecc.
LA SCUOLA DEL PRIMO CICLO
Il primo ciclo d’istruzione comprende la scuola primaria e la scuola
secondaria di primo grado, il suo fine è l’acquisizione delle conoscenze e
delle abilità fondamentali per sviluppare le competenze culturali di base
nella prospettiva del pieno sviluppo della persona. A tal riguardo, la
scuola, e le altre istituzioni, concorrono alla rimozione di ogni ostacolo alla
frequenza; cura l’accesso facilitato per gli alunni con disabilità; previene
l’evasione dell’obbligo scolastico e contrasta la dispersione; valorizza il
talento e le inclinazioni di ciascuno; persegue con ogni mezzo il
miglioramento della qualità del sistema di istruzione.
Il compito specifico del primo ciclo è quello di promuovere
l’alfabetizzazione di base attraverso l’acquisizione dei linguaggi e dei
codici che costituiscono la struttura della nostra cultura, in un orizzonte
allargato alle altre culture con cui conviviamo e all’uso consapevole dei 53
nuovi media. La scuola primaria mira all’acquisizione degli apprendimenti
di base, come primo esercizio dei diritti costituzionali, ponendosi come
scuola formativa, utilizza gli alfabeti peculiari di ogni disciplina per
esercitare differenti stili cognitivi. Nella scuola secondaria di primo grado
si realizza l’accesso alle discipline come punti di vista sulla realtà e come
modalità di conoscenza, interpretazione e rappresentazione del mondo. Le
discipline non vanno presentate come separate, ma come chiavi
interpretative, perché problemi e fatti complessi richiedono il dialogo tra i
diversi orizzonti disciplinari.
È compito peculiare di questo ciclo scolastico porre le basi per l’esercizio
della cittadinanza attiva, potenziando e ampliando gli apprendimenti
promossi nella scuola dell’infanzia. Obiettivi irrinunciabili in questo senso
sono: la costruzione del senso di legalità e l’etica della responsabilità.
Accanto ai valori e alle competenze inerenti la cittadinanza, la scuola del
primo ciclo include nel proprio curricolo la prima conoscenza della
Costituzione della Repubblica italiana.
Nel processo di apprendimento l’alunno reca con sé una grande ricchezza
di esperienze e conoscenze, acquisite in luoghi diversi dalla scuola,
pertanto la sfida è valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni. La
scuola deve progettare e realizzare percorsi didattici specifici per
rispondere ai bisogni educativi degli allievi. Particolare attenzione va
rivolta agli alunni con cittadinanza non italiana i quali, ai fini di una piena
integrazione, devono acquisire sia un adeguato livello di uso e controllo
della lingua italiana per comunicare e avviare i processi di apprendimento,
sia una sempre più sicura padronanza linguistica e culturale per proseguire
nel proprio itinerario di istruzione. Occorre inoltre favorire l’esplorazione
e la scoperta, per promuovere la ricerca di nuove conoscenze ed 54
incoraggiare l’apprendimento collaborativo, consapevoli della dimensione
sociale dell’apprendimento, favorito anche dall’’utilizzo delle nuove
tecnologie. Gli alunni dovranno inoltre sviluppare la competenza
dell’imparare ad imparare, concentrandosi prima di tutto sulla
consapevolezza del proprio modo di apprendere, in modo da sviluppare
autonomia nello studio. La modalità di lavoro che più incoraggia la ricerca
e la progettualità, è il laboratorio, che può essere attivato sia nei diversi
spazi e occasioni interni alla scuola sia valorizzando il territorio come
risorsa per l’apprendimento.
Traguardi per lo sviluppo
Traguardi per lo sviluppo
delle competenze al
delle competenze al
Discipline termine della scuola
termine della scuola
secondaria di primo
primaria
grado
L’allievo partecipa a scambi L’allievo interagisce in modo
comunicativi (conversazione, efficace in diverse situazioni
discussione di classe o di gruppo) comunicative, attraverso modalità
con compagni e insegnanti dialogiche sempre rispettose delle
rispettando il turno e formulando idee degli altri; con ciò matura la
messaggi chiari e pertinenti, in un consapevolezza che il dialogo,
registro il più possibile adeguato oltre a essere uno strumento
alla situazione. Ascolta e comunicativo, ha anche un grande
comprende testi orali «diretti» o valore civile e lo utilizza per
«trasmessi» dai media cogliendone apprendere informazioni ed
il senso, le informazioni principali elaborare opinioni su problemi
e lo scopo. Legge e comprende riguardanti vari ambiti culturali e 55
testi di vario tipo, continui e non sociali. Usa la comunicazione
continui, ne individua il senso orale per collaborare con gli altri,
Italiano globale e le informazioni ad esempio nella realizzazione di
principali, utilizzando strategie di giochi o prodotti, nell’elaborazione
lettura adeguate agli scopi. Utilizza di progetti e nella formulazione di
abilità funzionali allo studio: giudizi su problemi riguardanti
individua nei testi scritti vari ambiti culturali e sociali.
informazioni utili per Ascolta e comprende testi di vario
l’apprendimento di un argomento tipo «diretti» e «trasmessi» dai
dato e le mette in relazione; le media, riconoscendone la fonte, il
sintetizza, in funzione anche tema, le informazioni e la loro
dell’esposizione orale; acquisisce gerarchia, l’intenzione
un primo nucleo di terminologia dell’emittente. Espone oralmente
specifica. Legge testi di vario all’insegnante e ai compagni
genere facenti parte della argomenti di studio e di ricerca,
letteratura per l’infanzia, sia a voce anche avvalendosi di supporti
alta sia in lettura silenziosa e specifici (schemi, mappe,
autonoma e formula su di essi presentazioni al computer, ecc.).
giudizi personali. Scrive testi Usa manuali delle discipline o testi
corretti nell’ortografia, chiari e divulgativi (continui, non continui
coerenti, legati all’esperienza e alle e misti) nelle attività di studio
diverse occasioni di scrittura che la personali e collaborative, per
scuola offre; rielabora testi ricercare, raccogliere e rielaborare
parafrasandoli, completandoli, dati, informazioni e concetti;
trasformandoli. Capisce e utilizza costruisce sulla base di quanto
nell’uso orale e scritto i vocaboli letto testi o presentazioni con
fondamentali e quelli di alto uso; l’utilizzo di strumenti tradizionali
capisce e utilizza i più frequenti e informatici. Legge testi letterari
termini specifici legati alle di vario tipo (narrativi, poetici,
discipline di studio. Riflette sui teatrali) e comincia a costruirne
testi propri e altrui per cogliere un’interpretazione, collaborando
regolarità morfosintattiche e con compagni e insegnanti. Scrive
caratteristiche del lessico; correttamente testi di tipo diverso
riconosce che le diverse scelte (narrativo, descrittivo, espositivo,
linguistiche sono correlate alla regolativo, argomentativo)
varietà di situazioni comunicative. adeguati a situazione, argomento, 56
È consapevole che nella scopo, destinatario. Produce testi
comunicazione sono usate varietà multimediali, utilizzando in modo
diverse di lingua e lingue differenti efficace l’accostamento dei
(plurilinguismo). Padroneggia e linguaggi verbali con quelli iconici
applica in situazioni diverse le e sonori. Comprende e usa in
conoscenze fondamentali relative modo appropriato le parole del
all’organizzazione logico-sintattica vocabolario di base (fondamentale;
della frase semplice, alle parti del di alto uso; di alta disponibilità).
discorso (o categorie lessicali) e ai Riconosce e usa termini
principali connettivi. specialistici in base ai campi di
discorso. Adatta opportunamente i
registri informale e formale in base
alla situazione comunicativa e agli
interlocutori, realizzando scelte
lessicali adeguate. Riconosce il
rapporto tra varietà
linguistiche/lingue diverse
(plurilinguismo) e il loro uso nello
spazio geografico, sociale e
comunicativo. Padroneggia e
applica in situazioni diverse le
conoscenze fondamentali relative
al lessico, alla morfologia,
all’organizzazione logico-sintattica
della frase semplice e complessa,
ai connettivi testuali; utilizza le
conoscenze metalinguistiche per
comprendere con maggior
precisione i significati dei testi e
per correggere i propri scritti.
L’alunno comprende brevi a. L’alunno comprende
messaggi orali e scritti relativi ad oralmente e per iscritto
ambiti familiari. Descrive i punti essenziali di
oralmente e per iscritto, in modo testi in lingua standard
semplice, aspetti del proprio su argomenti familiari o
vissuto e del proprio ambiente ed di studio che affronta 57
elementi che si riferiscono a normalmente a scuola e
bisogni immediati. Interagisce nel nel tempo libero.
gioco; comunica in modo Descrive oralmente
comprensibile, anche con situazioni, racconta
Lingua inglese e espressioni e frasi memorizzate, in avvenimenti ed
seconda lingua scambi di informazioni semplici e esperienze personali,

comunitaria di routine. Svolge i compiti espone argomenti di


secondo le indicazioni date in studio. Interagisce con
lingua straniera dall’insegnante, uno o più interlocutori
chiedendo eventualmente in contesti familiari e
spiegazioni. Individua alcuni su argomenti noti.
elementi culturali e coglie rapporti Legge semplici testi
tra forme linguistiche e usi della con diverse strategie
lingua straniera. Riconducibile al adeguate allo scopo.
Livello A1 del Quadro Comune Legge testi informativi
Europeo di Riferimento per le e ascolta spiegazioni
lingue del Consiglio d’Europa. attinenti a contenuti di
studio di altre
discipline. Scrive
semplici resoconti e
compone brevi lettere o
messaggi rivolti a
coetanei e familiari.
Individua elementi
culturali veicolati dalla
lingua materna o di
scolarizzazione e li
confronta con quelli
veicolati dalla lingua
straniera, senza
atteggiamenti di rifiuto.
Affronta situazioni
nuove attingendo al suo
repertorio linguistico;
usa la lingua per
apprendere argomenti 58
anche di ambiti
disciplinari diversi e
collabora fattivamente
con i compagni nella
realizzazione di attività
e progetti. Autovaluta
le competenze acquisite
ed è consapevole del
proprio modo di
apprendere.
Riconducibile al
Livello A2 del Quadro
Comune Europeo di
Riferimento per le
lingue del Consiglio
d’Europa.
b. L’alunno comprende
brevi messaggi orali e
scritti relativi ad ambiti
familiari. Comunica
oralmente in attività
che richiedono solo uno
scambio di
informazioni semplice
e diretto su argomenti
familiari e abituali.
Descrive oralmente e
per iscritto, in modo
semplice, aspetti del
proprio vissuto e del
proprio ambiente.
Legge brevi e semplici
testi con tecniche
adeguate allo scopo.
Chiede spiegazioni,
svolge i compiti 59
secondo le indicazioni
date in lingua straniera
dall’insegnante.
Stabilisce relazioni tra
semplici elementi
linguistico-
comunicativi e culturali
propri delle lingue di
studio. Confronta i
risultati conseguiti in
lingue diverse e le
strategie utilizzate per
imparare.
Riconducibile al
Livello A1 del Quadro
Comune Europeo di
Riferimento per le
lingue del Consiglio
d’Europa.
L’alunno riconosce elementi L’alunno si informa in modo
significativi del passato del suo autonomo su fatti e problemi
ambiente di vita. Riconosce e storici anche mediante l’uso di
esplora in modo via via più risorse digitali. Produce
approfondito le tracce storiche informazioni storiche con fonti di
presenti nel territorio e comprende vario genere – anche digitali – e le
l’importanza del patrimonio sa organizzare in testi. Comprende
artistico e culturale. Usa la linea testi storici e li sa rielaborare con
del tempo per organizzare un personale metodo di studio.
informazioni, conoscenze, periodi Espone oralmente e con scritture –
e individuare successioni, anche digitali – le conoscenze
contemporaneità, durate, storiche acquisite operando
periodizzazioni. Individua le collegamenti e argomentando le
relazioni tra gruppi umani e proprie riflessioni. Usa le
contesti spaziali. Organizza le conoscenze e le abilità per
informazioni e le conoscenze, orientarsi nella complessità del
tematizzando e usando le presente, comprende opinioni e 60
Storia
concettualizzazioni pertinenti. culture diverse, capisce i problemi
Comprende i testi storici proposti e fondamentali del mondo
sa individuarne le caratteristiche. contemporaneo. Comprende
Usa carte geo-storiche, anche con aspetti, processi e avvenimenti
l’ausilio di strumenti informatici. fondamentali della storia italiana
Racconta i fatti studiati e sa dalle forme di insediamento e di
produrre semplici testi storici, potere medievali alla formazione
anche con risorse digitali. dello stato unitario fino alla nascita
Comprende avvenimenti, fatti e della Repubblica, anche con
fenomeni delle società e civiltà che possibilità di aperture e confronti
hanno caratterizzato la storia con il mondo antico. Conosce
dell’umanità dal paleolitico alla aspetti e processi fondamentali
fine del mondo antico con della storia europea medievale,
possibilità di apertura e di moderna e contemporanea, anche
confronto con la contemporaneità. con possibilità di aperture e
Comprende aspetti fondamentali confronti con il mondo antico.
del passato dell’Italia dal Conosce aspetti e processi
paleolitico alla fine dell’Impero fondamentali della storia mondiale,
romano d’Occidente, con dalla civilizzazione neolitica alla
possibilità di apertura e di rivoluzione industriale, alla
confronto con la contemporaneità. globalizzazione. Conosce aspetti e
processi essenziali della storia del
suo ambiente. Conosce aspetti del
patrimonio culturale, italiano e
dell’umanità e li sa mettere in
relazione con i fenomeni storici
studiati.
L’alunno si orienta nello spazio Lo studente si orienta nello spazio
circostante e sulle carte e sulle carte di diversa scala in
geografiche, utilizzando riferimenti base ai punti cardinali e alle
topologici e punti cardinali. coordinate geografiche; sa
Utilizza il linguaggio della geo- orientare una carta geografica a
graficità per interpretare carte grande scala facendo ricorso a
geografiche e globo terrestre, punti di riferimento fissi. Utilizza
realizzare semplici schizzi opportunamente carte geografiche,
cartografici e carte tematiche, fotografie attuali e d’epoca, 61
progettare percorsi e itinerari di immagini da telerilevamento,
viaggio. Ricava informazioni elaborazioni digitali, grafici, dati
geografiche da una pluralità di statistici, sistemi informativi
fonti (cartografiche e satellitari, geografici per comunicare
Geografia
tecnologie digitali, fotografiche, efficacemente informazioni
artistico-letterarie). Riconosce e spaziali. Riconosce nei paesaggi
denomina i principali «oggetti» europei e mondiali, raffrontandoli
geografici fisici (fiumi, monti, in particolare a quelli italiani, gli
pianure, coste, colline, laghi, mari, elementi fisici significativi e le
oceani, ecc.). Individua i caratteri emergenze storiche, artistiche e
che connotano i paesaggi (di architettoniche, come patrimonio
montagna, collina, pianura, naturale e culturale da tutelare e
vulcanici, ecc.) con particolare valorizzare. Osserva, legge e
attenzione a quelli italiani, e analizza sistemi territoriali vicini e
individua analogie e differenze con lontani, nello spazio e nel tempo e
i principali paesaggi europei e di valuta gli effetti di azioni
altri continenti. Coglie nei paesaggi dell’uomo sui sistemi territoriali
mondiali della storia le progressive alle diverse scale geografiche.
trasformazioni operate dall’uomo
sul paesaggio naturale. Si rende
conto che lo spazio geografico è un
sistema territoriale, costituito da
elementi fisici e antropici legati da
rapporti di connessione e/o di
interdipendenza.
L’alunno si muove con sicurezza L’alunno si muove con sicurezza
nel calcolo scritto e mentale con i nel calcolo anche con i numeri
numeri naturali e sa valutare razionali, ne padroneggia le
l’opportunità di ricorrere a una diverse rappresentazioni e stima la
calcolatrice. Riconosce e grandezza di un numero e il
rappresenta forme del piano e dello risultato di operazioni. Riconosce e
spazio, relazioni e strutture che si denomina le forme del piano e
trovano in natura o che sono state dello spazio, le loro
create dall’uomo. Descrive, rappresentazioni e ne coglie le
denomina e classifica figure in relazioni tra gli elementi. Analizza
base a caratteristiche geometriche, e interpreta rappresentazioni di dati 62
ne determina misure, progetta e per ricavarne misure di variabilità
costruisce modelli concreti di vario e prendere decisioni. Riconosce e
tipo. Utilizza strumenti per il risolve problemi in contesti diversi
Matematica
disegno geometrico (riga, valutando le informazioni e la loro
compasso, squadra) e i più comuni coerenza. Spiega il procedimento
strumenti di misura (metro, seguito, anche in forma scritta,
goniometro…). Ricerca dati per mantenendo il controllo sia sul
ricavare informazioni e costruisce processo risolutivo, sia sui
rappresentazioni (tabelle e grafici). risultati. Confronta procedimenti
Ricava informazioni anche da dati diversi e produce formalizzazioni
rappresentati in tabelle e grafici. che gli consentono di passare da
Riconosce e quantifica, in casi un problema specifico a una classe
semplici, situazioni di incertezza. di problemi. Produce
Legge e comprende testi che argomentazioni in base alle
coinvolgono aspetti logici e conoscenze teoriche acquisite (ad
matematici. Riesce a risolvere esempio sa utilizzare i concetti di
facili problemi in tutti gli ambiti di proprietà caratterizzante e di
contenuto, mantenendo il controllo definizione). Sostiene le proprie
sia sul processo risolutivo, sia sui convinzioni, portando esempi e
risultati. Descrive il procedimento contro-esempi adeguati e
seguito e riconosce strategie di utilizzando concatenazioni di
soluzione diverse dalla propria. affermazioni; accetta di cambiare
Costruisce ragionamenti opinione riconoscendo le
formulando ipotesi, sostenendo le conseguenze logiche di una
proprie idee e confrontandosi con il argomentazione corretta. Utilizza e
punto di vista di altri. Riconosce e interpreta il linguaggio matematico
utilizza rappresentazioni diverse di (piano cartesiano, formule,
oggetti matematici (numeri equazioni…) e ne coglie il
decimali, frazioni, percentuali, rapporto col linguaggio naturale.
scale di riduzione…). Sviluppa un Nelle situazioni di incertezza (vita
atteggiamento positivo rispetto alla quotidiana, giochi…) si orienta
matematica, attraverso esperienze con valutazioni di probabilità. Ha
significative, che gli hanno fatto rafforzato un atteggiamento
intuire come gli strumenti positivo rispetto alla matematica
matematici che ha imparato ad attraverso esperienze significative
utilizzare siano utili per operare e ha capito come gli strumenti 63
nella realtà. matematici appresi siano utili in
molte situazioni per operare nella
realtà.
L’alunno sviluppa atteggiamenti di L’alunno esplora e sperimenta, in
curiosità e modi di guardare il laboratorio e all’aperto, lo
mondo che lo stimolano a cercare svolgersi dei più comuni fenomeni,
spiegazioni di quello che vede ne immagina e ne verifica le cause;
succedere. Esplora i fenomeni con ricerca soluzioni ai problemi,
un approccio scientifico: con utilizzando le conoscenze
l’aiuto dell’insegnante, dei acquisite. Sviluppa semplici
Scienze
compagni, in modo autonomo, schematizzazioni e
osserva e descrive lo svolgersi dei modellizzazioni di fatti e fenomeni
fatti, formula domande, anche sulla ricorrendo, quando è il caso, a
base di ipotesi personali, propone e misure appropriate e a semplici
realizza semplici esperimenti. formalizzazioni. Riconosce nel
Individua nei fenomeni proprio organismo strutture e
somiglianze e differenze, fa funzionamenti a livelli
misurazioni, registra dati macroscopici e microscopici, è
significativi, identifica relazioni consapevole delle sue potenzialità
spazio/temporali. Individua aspetti e dei suoi limiti. Ha una visione
quantitativi e qualitativi nei della complessità del sistema dei
fenomeni, produce viventi e della loro evoluzione nel
rappresentazioni grafiche e schemi tempo; riconosce nella loro
di livello adeguato, elabora diversità i bisogni fondamentali di
semplici modelli. Riconosce le animali e piante, e i modi di
principali caratteristiche e i modi di soddisfarli negli specifici contesti
vivere di organismi animali e ambientali. È consapevole del
vegetali. Ha consapevolezza della ruolo della comunità umana sulla
struttura e dello sviluppo del Terra, del carattere finito delle
proprio corpo, nei suoi diversi risorse, nonché dell’ineguaglianza
organi e apparati, ne riconosce e dell’accesso a esse, e adotta modi
descrive il funzionamento, di vita ecologicamente
utilizzando modelli intuitivi ed ha responsabili. Collega lo sviluppo
cura della sua salute. Ha delle scienze allo sviluppo della
atteggiamenti di cura verso storia dell’uomo. Ha curiosità e
l’ambiente scolastico che interesse verso i principali 64
condivide con gli altri; rispetta e problemi legati all’uso della
apprezza il valore dell’ambiente scienza nel campo dello sviluppo
sociale e naturale. Espone in forma scientifico e tecnologico.
chiara ciò che ha sperimentato,
utilizzando un linguaggio
appropriato. Trova da varie fonti
(libri, internet, discorsi degli adulti,
ecc.) informazioni e spiegazioni sui
problemi che lo interessano
L’alunno esplora, discrimina ed L’alunno partecipa in modo attivo
elabora eventi sonori dal punto di alla realizzazione di esperienze
vista qualitativo, spaziale e in musicali attraverso l’esecuzione e
riferimento alla loro fonte. Esplora l’interpretazione di brani
Musica
diverse possibilità espressive della strumentali e vocali appartenenti a
voce, di oggetti sonori e strumenti generi e culture differenti. Usa
musicali, imparando ad ascoltare se diversi sistemi di notazione
stesso e gli altri; fa uso di forme di funzionali alla lettura, all’analisi e
notazione analogiche o codificate. alla produzione di brani musicali.
Articola combinazioni timbriche, È in grado di ideare e realizzare,
ritmiche e melodiche, applicando anche attraverso l’improvvisazione
schemi elementari; le esegue con la o partecipando a processi di
voce, il corpo e gli strumenti, ivi elaborazione collettiva, messaggi
compresi quelli della tecnologia musicali e multimediali, nel
informatica. Improvvisa confronto critico con modelli
liberamente e in modo creativo, appartenenti al patrimonio
imparando gradualmente a musicale, utilizzando anche sistemi
dominare tecniche e materiali, informatici. Comprende e valuta
suoni e silenzi. Esegue, da solo e in eventi, materiali, opere musicali
gruppo, semplici brani vocali o riconoscendone i significati, anche
strumentali, appartenenti a generi e in relazione alla propria esperienza
culture differenti, utilizzando musicale e ai diversi contesti
anche strumenti didattici e auto- storico-culturali. Integra con altri
costruiti. Riconosce gli elementi saperi e altre pratiche artistiche le
costitutivi di un semplice brano proprie esperienze musicali,
musicale, utilizzandoli nella servendosi anche di appropriati
pratica. Ascolta, interpreta e codici e sistemi di codifica. 65
descrive brani musicali di diverso
genere.
L’alunno utilizza le conoscenze e L’alunno realizza elaborati
le abilità relative al linguaggio personali e creativi sulla base di
visivo per produrre varie tipologie un’ideazione e progettazione
di testi visivi (espressivi, narrativi, originale, applicando le
rappresentativi e comunicativi) e conoscenze e le regole del
rielaborare in modo creativo le linguaggio visivo, scegliendo in
immagini con molteplici tecniche, modo funzionale tecniche e
Arte e immagine materiali e strumenti (grafico- materiali differenti anche con
espressivi, pittorici e plastici, ma l’integrazione di più media e
anche audiovisivi e multimediali). codici espressivi. Padroneggia gli
È in grado di osservare, esplorare, elementi principali del linguaggio
descrivere e leggere immagini visivo, legge e comprende i
(opere d’arte, fotografie, manifesti, significati di immagini statiche e in
fumetti, ecc.) e messaggi movimento, di filmati audiovisivi e
multimediali (spot, brevi filmati, di prodotti multimediali. Legge le
videoclip, ecc.). Individua i opere più significative prodotte
principali aspetti formali dell’opera nell’arte antica, medievale,
d’arte; apprezza le opere artistiche moderna e contemporanea,
e artigianali provenienti da culture sapendole collocare nei rispettivi
diverse dalla propria. Conosce i contesti storici, culturali e
principali beni artistico-culturali ambientali; riconosce il valore
presenti nel proprio territorio e culturale di immagini, di opere e di
manifesta sensibilità e rispetto per oggetti artigianali prodotti in paesi
la loro salvaguardia. diversi dal proprio. Riconosce gli
elementi principali del patrimonio
culturale, artistico e ambientale del
proprio territorio ed è sensibile ai
problemi della sua tutela e
conservazione. Analizza e descrive
beni culturali, immagini statiche e
multimediali, utilizzando il
linguaggio appropriato.
L’alunno acquisisce L’alunno è consapevole delle
consapevolezza di sé attraverso la proprie competenze motorie sia nei 66
percezione del proprio corpo e la punti di forza sia nei limiti.
padronanza degli schemi motori e Utilizza le abilità motorie e
posturali nel continuo adattamento sportive acquisite adattando il
alle variabili spaziali e temporali movimento in situazione. Utilizza
contingenti. Utilizza il linguaggio gli aspetti comunicativo-relazionali
corporeo e motorio per comunicare del linguaggio motorio per entrare
ed esprimere i propri stati d’animo, in relazione con gli altri,
Educazione fisica anche attraverso la praticando, inoltre, attivamente i
drammatizzazione e le esperienze valori sportivi (fair play) come
ritmico-musicali e coreutiche. modalità di relazione quotidiana e
Sperimenta una pluralità di di rispetto delle regole. Riconosce,
esperienze che permettono di ricerca e applica a se stesso
maturare competenze di giocosport comportamenti di promozione
anche come orientamento alla dello «star bene» in ordine a un
futura pratica sportiva. Sperimenta, sano stile di vita e alla
in forma semplificata e prevenzione. Rispetta criteri base
progressivamente sempre più di sicurezza per sé e per gli altri. È
complessa, diverse gestualità capace di integrarsi nel gruppo, di
tecniche. Agisce rispettando i assumersi responsabilità e di
criteri base di sicurezza per sé e per impegnarsi per il bene comune.
gli altri, sia nel movimento sia
nell’uso degli attrezzi e trasferisce
tale competenza nell’ambiente
scolastico ed extrascolastico.
Riconosce alcuni essenziali
principi relativi al proprio
benessere psico-fisico legati alla
cura del proprio corpo, a un
corretto regime alimentare e alla
prevenzione dell’uso di sostanze
che inducono dipendenza.
Comprende, all’interno delle varie
occasioni di gioco e di sport, il
valore delle regole e l’importanza
di rispettarle.
L’alunno riconosce e identifica L’alunno riconosce nell’ambiente 67
nell’ambiente che lo circonda che lo circonda i principali sistemi
elementi e fenomeni di tipo tecnologici e le molteplici relazioni
artificiale. È a conoscenza di alcuni che essi stabiliscono con gli esseri
processi di trasformazione di viventi e gli altri elementi naturali.
risorse e di consumo di energia, e Conosce i principali processi di
del relativo impatto ambientale. trasformazione di risorse o di
Conosce e utilizza semplici oggetti produzione di beni e riconosce le
e strumenti di uso quotidiano ed è diverse forme di energia coinvolte.
Tecnologia
in grado di descriverne la funzione È in grado di ipotizzare le possibili
principale e la struttura e di conseguenze di una decisione o di
spiegarne il funzionamento. Sa una scelta di tipo tecnologico,
ricavare informazioni utili su riconoscendo in ogni innovazione
proprietà e caratteristiche di beni o opportunità e rischi. Conosce e
servizi leggendo etichette, utilizza oggetti, strumenti e
volantini o altra documentazione macchine di uso comune ed è in
tecnica e commerciale. Si orienta grado di classificarli e di
tra i diversi mezzi di descriverne la funzione in
comunicazione ed è in grado di relazione alla forma, alla struttura
farne un uso adeguato a seconda e ai materiali. Utilizza adeguate
delle diverse situazioni. Produce risorse materiali, informative e
semplici modelli o organizzative per la progettazione
rappresentazioni grafiche del e la realizzazione di semplici
proprio operato utilizzando prodotti, anche di tipo digitale.
elementi del disegno tecnico o Ricava dalla lettura e dall’analisi
strumenti multimediali. Inizia a di testi o tabelle informazioni sui
riconoscere in modo critico le beni o sui servizi disponibili sul
caratteristiche, le funzioni e i limiti mercato, in modo da esprimere
della tecnologia attuale. valutazioni rispetto a criteri di tipo
diverso. Conosce le proprietà e le
caratteristiche dei diversi mezzi di
comunicazione ed è in grado di
farne un uso efficace e
responsabile rispetto alle proprie
necessità di studio e
socializzazione. Sa utilizzare
comunicazioni procedurali e 68
istruzioni tecniche per eseguire, in
maniera metodica e razionale,
compiti operativi complessi, anche
collaborando e cooperando con i
compagni. Progetta e realizza
rappresentazioni grafiche o
infografiche, relative alla struttura
e al funzionamento di sistemi
materiali o immateriali, utilizzando
elementi del disegno tecnico o altri
linguaggi multimediali e di
programmazione.
INDICAZIONI NAZIONALI PER L’INSEGNAMENTO DELLA
RELIGIONE CATTOLICA (DPR 11 FEBBRAIO 2010)

Scuola dell’infanzia
Per coloro che se ne avvalgono, le attività in seno all’insegnamento della
religione cattolica aprono alla dimensione religiosa, valorizzando la
riflessione sul patrimonio delle esperienze, contribuendo a rispondere ai
bisogni di significato di cui gli studenti hanno bisogno, favorendo la loro
maturazione personale. Ogni campo di esperienza, precedentemente
individuato. È così integrato:
1. il sé e l’altro: nei racconti del Vangelo scopre la figura e
l’insegnamento di Gesù, apprende che Dio è padre di tutti e la
Chiesa è la comunità di uomini e donne unita nel suo nome, così
da contribuire a sviluppare un positivo senso di sé e delle relazioni
con gli altri; 69
2. il corpo e il movimento: scopre l’esperienza religiosa nei segni
corporali, che manifestano la propria interiorità, le emozioni e
l’immaginazione;
3. immagini, suoni e colori: riconosce linguaggi simbolici
caratteristici dell’esistenza dei cristiani, in modo di poter
esprimere il proprio vissuto religioso;
4. i discorsi e le parole: apprende termini del linguaggio cristiano, sa
narrare i contenuti dei testi biblici;
5. la conoscenza del mondo: osserva il mondo con meraviglia e
curiosità, riconoscendolo come creazione e dono di Dio.
Primo ciclo d’istruzione
L’insegnamento della religione cattolica permette agli alunni di riflettere e
interrogarsi sul senso della loro esperienza, al fine di elaborare un progetto
di vita integrato al modo reale. L’alunno si interroga sulla propria identità
e sul senso della sua esistenza, consente l’acquisizione e l’uso di strumenti
culturali che consente la comunicazione anche su realtà altrimenti
indicibili e inconoscibili. Di notevole importanza è poi il confronto con la
forma storica della religione cattolica, perché permette di cogliere
importanti aspetti della dimensione identitaria della comunità di
appartenenza e favorisce il dialogo con persone di culture e religioni
diverse. La religione cattolica è inoltre parte integrante del patrimonio
storico, culturale e umano della società italiana e, come previsto
dall’Accordo di revisione del Concordato, la Scuola Italiana si avvale della
collaborazione della Chiesa Cattolica per trasmettere e far conoscere i 70
principi del cattolicesimo a tutti gli studenti che vogliono avvalersene,
stanti le disposizioni concordatarie, la libertà di coscienza.

Traguardi per lo sviluppo delle Traguardi per lo sviluppo delle


competenze al termine della scuola competenze al termine della scuola
primaria secondaria di primo grado
L’alunno riflette su Dio Creatore e Padre, sui L’alunno è aperto alla sincera ricerca della verità e
dati fondamentali della vita di Gesù e sa sa interrogarsi sul trascendente e porsi domande di
collegare i contenuti principali del suo senso, cogliendo l’intreccio tra dimensione
insegnamento alle tradizioni dell’ambiente in cui religiosa e culturale. A partire dal contesto in cui
vive; riconosce il significato cristiano del Natale vive, sa interagire con persone di religione
e della Pasqua, traendone motivo per interrogarsi differente, sviluppando un’identità capace di
sul valore di tali festività nell’esperienza accoglienza, confronto e dialogo. Individua, a
personale, familiare e sociale. Riconosce che la partire dalla Bibbia, le tappe essenziali e i dati
Bibbia è il libro sacro per cristiani ed ebrei e oggettivi della storia della salvezza, della vita e
documento fondamentale della nostra cultura, dell’insegnamento di Gesù, del cristianesimo delle
sapendola distinguere da altre tipologie di testi, origini. Ricostruisce gli elementi fondamentali
tra cui quelli di altre religioni; identifica le della storia della Chiesa e li confronta con le
caratteristiche essenziali di un brano biblico, sa vicende della storia civile passata e recente
farsi accompagnare nell’analisi delle pagine a lui elaborando criteri per avviarne una interpretazione
più accessibili, per collegarle alla propria consapevole. Riconosce i linguaggi espressivi
esperienza. Si confronta con l’esperienza della fede (simboli, preghiere, riti, ecc.), ne
religiosa e distingue la specificità della proposta individua le tracce presenti in ambito locale,
di salvezza del cristianesimo; identifica nella italiano, europeo e nel mondo imparando ad
Chiesa la comunità di coloro che credono in apprezzarli dal punto di vista artistico, culturale e
Gesù Cristo e si impegnano per mettere in spirituale. Coglie le implicazioni etiche della fede
pratica il suo insegnamento; coglie il significato cristiana e le rende oggetto di riflessione in vista di
dei Sacramenti e si interroga sul valore che essi scelte di vita progettuali e responsabili. Inizia a
hanno nella vita dei cristiani. confrontarsi con la complessità dell’esistenza e
impara a dare valore ai propri comportamenti, per
relazionarsi in maniera armoniosa con se stesso,
con gli altri, con il mondo che lo circonda

71
I LICEI
Le Indicazioni nazionali degli obiettivi specifici di apprendimento per i
licei rappresentano la declinazione disciplinare del Profilo educativo,
culturale e professionale dello studente a conclusione dei percorsi liceali.
Per ogni discipline sono state redatte delle linee generali che comprendono
una descrizione delle competenze attese al termine del percorso; seguono
gli obiettivi specifici di apprendimento articolati per nuclei disciplinari
relativi a ciascun biennio e al quinto anno. I contenuti degli assi culturali
previsti dall’allegato al Decreto ministeriale rappresentano un idoneo
tentativo di verticalizzazione del curriculum di studi finalizzato al
conseguimento di un patrimonio di saperi e competenze comune ai
percorsi liceali, tecnici e professionali e ai percorsi dell’istruzione e
formazione professionale, declinato a seconda della specificità dei
percorsi. Sono stati individuate alcune discipline cardine – lingua e
letteratura italiana, lingua e cultura straniera, matematica, storia, scienze –
ed alcuni nuclei comuni relativi soprattutto, ma non solo, al primo biennio
che trovano, pur nella diversità di impostazione punti di identità e contatto
al fine di garantire il raggiungimento di alcune conoscenze e competenze
comuni. Le Indicazioni sono state organizzate facendo riferimento alle
prospettive europee al fine di costruire una “società della conoscenza”,
stabilendo le possibili connessioni interdisciplinari, elencando i nuclei
fondamentali di ciascuna disciplina, considerato che lo sbocco naturale
(anche se non esclusivo) di uno studente liceale è proprio negli studi
superiori e che il raggiungimento di una solida base di conoscenze e
competenze. Il Profilo educativo culturale e professionale dello studente
(allegato A al Regolamento dei licei) chiama innanzitutto in causa “il
concorso e la piena valorizzazione di tutti gli aspetti del lavoro scolastico 72
puntualmente richiamati nel testo delle Indicazioni, che sottolineano,
innovandoli, i capisaldi della tradizione degli studi liceali. Inoltre il Profilo
individua i risultati di apprendimento comuni all’istruzione liceale, divisi
nelle cinque aree: metodologica (aver acquisito un metodo di studio
autonomo e flessibile, che consenta di condurre ricerche e approfondimenti
personali e di continuare in modo efficace i successivi studi superiori,
naturale prosecuzione dei percorsi liceali, e di potersi aggiornare lungo
l’intero arco della propria vita. Essere consapevoli della diversità dei
metodi utilizzati dai vari ambiti disciplinari ed essere in grado valutare i
criteri di affidabilità dei risultati in essi raggiunti. Saper compiere le
necessarie interconnessioni tra i metodi e i contenuti delle singole
discipline); logico-argomentativa (saper sostenere una propria tesi e saper
ascoltare e valutare criticamente le argomentazioni altrui. Acquisire
l’abitudine a ragionare con rigore logico, ad identificare i problemi e a
individuare possibili soluzioni. Essere in grado di leggere e interpretare
criticamente i contenuti delle diverse forme di comunicazione); storico
umanistica (conoscere i presupposti culturali e la natura delle istituzioni
politiche, giuridiche, sociali ed economiche, con riferimento particolare
all’Italia e all’Europa, e comprendere i diritti e i doveri che caratterizzano
l’essere cittadini. Conoscere, con riferimento agli avvenimenti, ai contesti
geografici e ai personaggi più importanti, la storia d’Italia inserita nel
contesto europeo e internazionale, dall’antichità sino ai giorni nostri.
Utilizzare metodi (prospettiva spaziale, relazioni uomo-ambiente, sintesi
regionale), concetti (territorio, regione, localizzazione, scala, diffusione
spaziale, mobilità, relazione, senso del luogo...) e strumenti (carte
geografiche, sistemi informativi geografici, immagini, dati statistici, fonti
soggettive) della geografia per la lettura dei processi storici e per l’analisi 73
della società contemporanea. Conoscere gli aspetti fondamentali della
cultura e della tradizione letteraria, artistica, filosofica, religiosa italiana ed
europea attraverso lo studio delle opere, degli autori e delle correnti di
pensiero più significativi e acquisire gli strumenti necessari per
confrontarli con altre tradizioni e culture. Essere consapevoli del
significato culturale del patrimonio archeologico, architettonico e artistico
italiano, della sua importanza come fondamentale risorsa economica, della
necessità di preservarlo attraverso gli strumenti della tutela e della
conservazione. Collocare il pensiero scientifico, la storia delle sue scoperte
e lo sviluppo delle invenzioni tecnologiche nell’ambito più vasto della
storia delle idee. Saper fruire delle espressioni creative delle arti e dei
mezzi espressivi, compresi lo spettacolo, la musica, le arti visive.
Conoscere gli elementi essenziali e distintivi della cultura e della civiltà
dei paesi di cui si studiano le lingue); scientifica, matematica e tecnologica
(comprendere il linguaggio formale specifico della matematica, saper
utilizzare le procedure tipiche del pensiero matematico, conoscere i
contenuti fondamentali delle teorie che sono alla base della descrizione
matematica della realtà. Possedere i contenuti fondamentali delle scienze
fisiche e delle scienze naturali (chimica, biologia, scienze della terra,
astronomia), padroneggiandone le procedure e i metodi di indagine propri,
anche per potersi orientare nel campo delle scienze applicate. Essere in
grado di utilizzare criticamente strumenti informatici e telematici nelle
attività di studio e di approfondimento; comprendere la valenza
metodologica dell’informatica nella formalizzazione e modellizzazione dei
processi complessi e nell’individuazione di procedimenti risolutivi);
linguistica e comunicativa (Padroneggiare pienamente la lingua italiana e
in particolare: dominare la scrittura in tutti i suoi aspetti, da quelli 74
elementari (ortografia e morfologia) a quelli più avanzati (sintassi
complessa, precisione e ricchezza del lessico, anche letterario e
specialistico), modulando tali competenze a seconda dei diversi contesti e
scopi comunicativi; saper leggere e comprendere testi complessi di diversa
natura, cogliendo le implicazioni e le sfumature di significato proprie di
ciascuno di essi, in rapporto con la tipologia e il relativo contesto storico e
culturale; curare l’esposizione orale e saperla adeguare ai diversi contesti.
Aver acquisito, in una lingua straniera moderna, strutture, modalità e
competenze comunicative corrispondenti almeno al Livello B2 del Quadro
Comune Europeo di Riferimento. Saper riconoscere i molteplici rapporti e
stabilire raffronti tra la lingua italiana e altre lingue moderne e antiche.
Saper utilizzare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per
studiare, fare ricerca, comunicare).
L’articolazione delle Indicazioni per materie di studio mira ad evidenziare
come ciascuna disciplina concorra ad integrare un percorso di acquisizione
di conoscenze e di competenze molteplici, seguendo la definizione di
“competenza” data dal Parlamento europeo e dal Consiglio del 23 aprile
2008 come comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e
capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di
studio e nello sviluppo professionale e personale (Quadro europeo delle
qualifiche per l’apprendimento permanente). Le Indicazioni sono formate
da due paragrafi (competenze attese al termine del percorso e obiettivi
specifici in itinere finalizzati al loro raggiungimento), che chiariscono la
relazione tra contenuti e competenze disciplinari. La scheda per la
certificazione dell’assolvimento dell’obbligo (D.M. n. 9/2010) richiede di
esprimere una valutazione rispetto al livello raggiunto in sedici
competenze di base, articolate in quattro assi culturali: linguaggi, 75
matematico, scientifico-tecnologico, storico sociale. Il percorso liceale
offre allo studente “gli strumenti culturali e metodologici per una
comprensione approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con
atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, di fronte alle
situazioni, ai fenomeni e ai problemi, ed acquisisca conoscenze, abilità e
competenze sia adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore,
all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, sia coerenti con
le capacità e le scelte personali” (art. 2, c. 2, del regolamento recante
“Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei ai
sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112,
convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”). Il sistema dei licei consente
allo studente di pervenire a risultati di apprendimento sia comuni che
specifici dei singoli percorsi (specificati nell’Allegato B delle Indicazioni
nazionali).

Liceo scientifico
Il percorso è indirizzato allo studio del nesso tra cultura scientifica e
tradizione umanistica; favorisce l’acquisizione delle conoscenze e dei
metodi matematici, fisici e delle scienze naturali. Oltre a dover
raggiungere i risultati di apprendimento comune per tutti i licei, gli
studenti dovranno: aver acquisito una formazione culturale equilibrata nei
due versanti linguistico-storico-filosofico e scientifico; comprendere i nodi
fondamentali dello sviluppo del pensiero, anche in dimensione storica, e i
nessi tra i metodi di conoscenza propri della matematica e delle scienze
sperimentali e quelli propri dell’indagine di tipo umanistico; saper cogliere
i rapporti tra il pensiero scientifico e la riflessione filosofica; comprendere
76
le strutture portanti dei procedimenti argomentativi e dimostrativi della
matematica, anche attraverso la padronanza del linguaggio logico-formale;
usarle in particolare nell’individuare e risolvere problemi di varia natura;
saper utilizzare strumenti di calcolo e di rappresentazione per la
modellizzazione e la risoluzione di problemi; aver raggiunto una
conoscenza sicura dei contenuti fondamentali delle scienze fisiche e
naturali (chimica, biologia, scienze della terra, astronomia) e, anche
attraverso l’uso sistematico del laboratorio, una padronanza dei linguaggi
specifici e dei metodi di indagine propri delle scienze sperimentali; essere
consapevoli delle ragioni che hanno prodotto lo sviluppo scientifico e
tecnologico nel tempo, in relazione ai bisogni e alle domande di
conoscenza dei diversi contesti, con attenzione critica alle dimensioni
tecnico-applicative ed etiche delle conquiste scientifiche, in particolare
quelle più recenti; saper cogliere la potenzialità delle applicazioni dei
risultati scientifici nella vita quotidiana.

o Opzione Scienze applicate


Nell’ambito della programmazione regionale dell’offerta formativa, può
essere attivata l’opzione “scienze applicate” che fornisce allo studente
competenze particolarmente avanzate negli studi afferenti alla cultura
scientifico-tecnologica, con particolare riferimento alle scienze
matematiche, fisiche, chimiche, biologiche e all’informatica e alle loro
applicazioni. A conclusione di questo percorso di studi, gli studenti:
avranno appreso concetti, principi e teorie scientifiche anche attraverso
esemplificazioni operative di laboratorio; elaborato l’analisi critica dei
fenomeni considerati, la riflessione metodologica sulle procedure
sperimentali e la ricerca di strategie atte a favorire la scoperta scientifica; 77
analizzato le strutture logiche coinvolte ed i modelli utilizzati nella ricerca
scientifica; individuato le caratteristiche e l’apporto dei vari linguaggi;
compreso il ruolo della tecnologia come mediazione fra scienza e vita
quotidiana; utilizzato gli strumenti informatici in relazione all’analisi dei
dati e alla modellizzazione di specifici problemi scientifici e individuare la
funzione dell’informatica nello sviluppo scientifico; applicato i metodi
delle scienze in diversi ambiti.

Liceo delle scienze umane


È indirizzato allo studio delle teorie esplicative dei fenomeni collegati alla
costruzione dell’identità personale e delle relazioni umane e sociali. A
conclusione del percorso gli studenti: avranno acquisito le conoscenze dei
principali campi d’indagine delle scienze umane mediante gli apporti
specifici e interdisciplinari della cultura pedagogica, psicologica e socio-
antropologica; raggiunto attraverso la lettura e lo studio diretto di opere e
di autori significativi del passato e contemporanei, la conoscenza delle
principali tipologie educative, relazionali e sociali proprie della cultura
occidentale e il ruolo da esse svolto nella costruzione della civiltà europea;
saputo identificare i modelli teorici e politici di convivenza, le loro ragioni
storiche, filosofiche e sociali, e i rapporti che ne scaturiscono sul piano
etico-civile e pedagogico-educativo;
sapranno confrontare teorie e strumenti necessari per comprendere la
varietà della realtà sociale, con particolare attenzione ai fenomeni
educativi e ai processi formativi, ai luoghi e alle pratiche dell’educazione
formale e non formale, ai servizi alla persona, al mondo del lavoro, ai
fenomeni interculturali; avranno gli strumenti necessari per utilizzare, in
maniera consapevole e critica, le principali metodologie relazionali e 78
comunicative, comprese quelle relative alla media education.

o Opzione economico-sociale
Nell’ambito della programmazione regionale dell’offerta formativa,
l’attivazione dell’opzione economico-sociale consente allo studente di
acquisire competenze particolarmente avanzate negli studi afferenti le
scienze giuridiche, economiche e sociali. Alla fine del percorso di studio,
gli studenti dovranno: conoscere i significati, i metodi e le categorie
interpretative messe a disposizione delle scienze economiche, giuridiche e
sociologiche; comprendere i caratteri dell’economia come scienza delle
scelte responsabili sulle risorse di cui l’uomo dispone (fisiche, temporali,
territoriali, finanziarie) e del diritto come scienza delle regole di natura
giuridica che disciplinano la convivenza sociale; individuare le categorie
antropologiche e sociali utili per la comprensione e classificazione dei
fenomeni culturali; sviluppare la capacità di misurare, con l’ausilio di
adeguati strumenti matematici, statistici e informatici, i fenomeni
economici e sociali indispensabili alla verifica empirica dei principi
teorici; utilizzare le prospettive filosofiche, storico-geografiche e
scientifiche nello studio delle interdipendenze tra i fenomeni
internazionali, nazionali, locali e personali; saper identificare il legame
esistente fra i fenomeni culturali, economici e sociali e le istituzioni
politiche sia in relazione alla dimensione nazionale ed europea sia a quella
globale; avere acquisito in una seconda lingua moderna strutture, modalità
e competenze comunicative corrispondenti almeno al Livello B1 del
Quadro Comune Europeo di Riferimento.

Liceo classico
79
Il percorso è indirizzato allo studio della civiltà classica e della cultura
umanistica. Favorisce una formazione letteraria, storica e filosofica idonea
a comprenderne il ruolo nello sviluppo della civiltà e della tradizione
occidentali e nel mondo contemporaneo sotto un profilo simbolico,
antropologico e di confronto di valori. A conclusione del percorso gli
studenti dovranno: aver raggiunto una conoscenza approfondita delle linee
di sviluppo della nostra civiltà nei suoi diversi aspetti (linguistico,
letterario, artistico, storico, istituzionale, filosofico, scientifico), anche
attraverso lo studio diretto di opere, documenti ed autori significativi, ed
essere in grado di riconoscere il valore della tradizione come possibilità di
comprensione critica del presente; avere acquisito la conoscenza delle
lingue classiche necessaria per la comprensione dei testi greci e latini,
attraverso lo studio organico delle loro strutture linguistiche
(morfosintattiche, lessicali, semantiche) e degli strumenti necessari alla
loro analisi stilistica e retorica, anche al fine di raggiungere una più piena
padronanza della lingua italiana in relazione al suo sviluppo storico; aver
maturato, tanto nella pratica della traduzione quanto nello studio della
filosofia e delle discipline scientifiche, una buona capacità di argomentare,
di interpretare testi complessi e di risolvere diverse tipologie di problemi
anche distanti dalle discipline specificamente studiate; saper riflettere
criticamente sulle forme del sapere e sulle reciproche relazioni e saper
collocare il pensiero scientifico anche all’interno di una dimensione
umanistica.

Liceo artistico
È indirizzato allo studio dei fenomeni estetici e alla pratica artistica.
Favorisce l’acquisizione dei metodi specifici della ricerca e della
80
produzione artistica e la padronanza dei linguaggi e delle tecniche relative.
A conclusione del percorso gli studenti dovranno: conoscere la storia della
produzione artistica e architettonica e il significato delle opere d’arte nei
diversi contesti storici e culturali anche in relazione agli indirizzi di studio
prescelti; cogliere i valori estetici, concettuali e funzionali nelle opere
artistiche; conoscere e applicare le tecniche grafiche, pittoriche, plastico-
scultoree, architettoniche e multimediali e saper collegare tra di loro i
diversi linguaggi artistici; conoscere e padroneggiare i processi progettuali
e operativi e utilizzare in modo appropriato tecniche e materiali in
relazione agli indirizzi prescelti; conoscere e applicare i codici dei
linguaggi artistici, i principi della percezione visiva e della composizione
della forma in tutte le sue configurazioni e funzioni; conoscere le
problematiche relative alla tutela, alla conservazione e al restauro del
patrimonio artistico e architettonico.

o Indirizzo Arti figurative


A conclusione del percorso, gli studenti dovranno: aver approfondito la
conoscenza degli elementi costitutivi della forma grafica, pittorica e/o
scultorea nei suoi aspetti espressivi e comunicativi e acquisito la
consapevolezza dei relativi fondamenti storici e concettuali; conoscere e
saper applicare i principi della percezione visiva; saper individuare le
interazioni delle forme pittoriche e/o scultoree con il contesto
architettonico, urbano e paesaggistico; conoscere e applicare i processi
progettuali e operativi e utilizzare in modo appropriato le diverse tecniche
della figurazione bidimensionale e/o tridimensionale, anche in funzione
della necessaria contaminazione tra le tradizionali specificazioni 81
disciplinari (comprese le nuove tecnologie); conoscere le principali linee di
sviluppo tecniche e concettuali dell’arte moderna e contemporanea e le
intersezioni con le altre forme di espressione e comunicazione artistica;
conoscere e saper applicare i principi della percezione visiva e della
composizione della forma grafica, pittorica e scultorea.

o Indirizzo Architettura e ambiente


A conclusione del percorso, gli studenti dovranno: conoscere gli elementi
costitutivi dell’architettura a partire dagli aspetti funzionali, estetici e dalle
logiche costruttive fondamentali; avere acquisito una chiara metodologia
progettuale applicata alle diverse fasi da sviluppare (dalle ipotesi iniziali al
disegno esecutivo) e una appropriata conoscenza dei codici geometrici
come metodo di rappresentazione; conoscere la storia dell’architettura, con
particolare riferimento all’architettura moderna e alle problematiche
urbanistiche connesse, come fondamento della progettazione; avere
acquisito la consapevolezza della relazione esistente tra il progetto e il
contesto storico, sociale, ambientale e la specificità del territorio nel quale
si colloca; acquisire la conoscenza e l’esperienza del rilievo e della
restituzione grafica e tridimensionale degli elementi dell’architettura; saper
usare le tecnologie informatiche in funzione della visualizzazione e della
definizione grafico-tridimensionale del progetto; conoscere e saper
applicare i principi della percezione visiva e della composizione della
forma architettonica.

o Indirizzo Audiovisivo e multimediale


A conclusione del percorso, gli studenti dovranno: avere approfondito la
conoscenza degli elementi costitutivi dei linguaggi audiovisivi e 82
multimediali negli aspetti espressivi e comunicativi, avere consapevolezza
dei fondamenti storici e concettuali; conoscere le principali linee di
sviluppo tecniche e concettuali delle opere audiovisive contemporanee e le
intersezioni con le altre forme di espressione e comunicazione artistica;
conoscere e applicare le tecniche adeguate nei processi operativi, avere
capacità procedurali in funzione della contaminazione tra le tradizionali
specificazioni disciplinari; conoscere e saper applicare i principi della
percezione visiva e della composizione dell’immagine.

o Indirizzo Design
A conclusione del percorso, gli studenti dovranno: conoscere gli elementi
costitutivi dei codici dei linguaggi grafici, progettuali e della forma; avere
consapevolezza delle radici storiche, delle linee di sviluppo e delle diverse
strategie espressive proprie dei vari ambiti del design e delle arti applicate
tradizionali; saper individuare le corrette procedure di approccio nel
rapporto progetto-funzionalità contesto, nelle diverse finalità relative a
beni, servizi e produzione; saper identificare e usare tecniche e tecnologie
adeguate alla definizione del progetto grafico, del prototipo e del modello
tridimensionale; conoscere il patrimonio culturale e tecnico delle arti
applicate; conoscere e saper applicare i principi della percezione visiva e
della composizione della forma.

o Indirizzo Grafica
A conclusione del percorso, gli studenti dovranno: conoscere gli elementi
costitutivi dei codici dei linguaggi progettuali e grafici; avere
consapevolezza delle radici storiche e delle linee di sviluppo nei vari
ambiti della produzione grafica e pubblicitaria; conoscere e applicare le 83
tecniche grafico-pittoriche e informatiche adeguate nei processi operativi;
saper individuare le corrette procedure di approccio nel rapporto progetto -
prodotto - contesto, nelle diverse funzioni relative alla comunicazione
visiva e editoriale; saper identificare e usare tecniche e tecnologie adeguate
alla progettazione e produzione grafica; conoscere e saper applicare i
principi della percezione visiva e della composizione della forma grafico-
visiva.

o Indirizzo Scenografia
A conclusione del percorso, gli studenti dovranno: conoscere gli elementi
costitutivi dell’allestimento scenico, dello spettacolo, del teatro e del
cinema; avere consapevolezza delle radici storiche e delle linee di sviluppo
nei vari ambiti della progettazione e della realizzazione scenografica; saper
individuare le corrette procedure di approccio nel rapporto spazio scenico
– testo – regia, nelle diverse funzioni relative a beni, servizi e produzione;
saper identificare e usare tecniche e tecnologie adeguate alla definizione
del progetto e alla realizzazione degli elementi scenici; saper individuare le
interazioni tra la scenografia e l’allestimento di spazi finalizzati
all’esposizione (culturali, museali, etc.); conoscere e saper applicare i
principi della percezione visiva e della composizione dello spazio scenico.

Liceo musicale e coreutico


Questo percorso, articolato nelle rispettive sezioni, è indirizzato
all’apprendimento tecnico-pratico della musica e della danza e allo studio
del loro ruolo nella storia e nella cultura. Guida lo studente ad
approfondire e a sviluppare le conoscenze e le abilità e a maturare le
competenze necessarie per acquisire, anche attraverso specifiche attività
84
funzionali, la padronanza dei linguaggi musicali e coreutici sotto gli aspetti
della composizione, interpretazione, esecuzione e rappresentazione,
maturando la necessaria prospettiva culturale, storica, estetica, teorica e
tecnica. A conclusione del percorso, gli studenti, per la sezione musicale,
dovranno: eseguire ed interpretare opere di epoche, generi e stili diversi,
con autonomia nello studio e capacità di autovalutazione; partecipare ad
insiemi vocali e strumentali, con adeguata capacità di interazione con il
gruppo; utilizzare, a integrazione dello strumento principale e monodico
ovvero polifonico, un secondo strumento, polifonico ovvero monodico;
conoscere i fondamenti della corretta emissione vocale; usare le principali
tecnologie elettroacustiche e informatiche relative alla musica; conoscere e
utilizzare i principali codici della scrittura musicale; conoscere lo sviluppo
storico della musica d’arte nelle sue linee essenziali, nonché le principali
categorie sistematiche applicate alla descrizione delle musiche di
tradizione sia scritta sia orale; individuare le tradizioni e i contesti relativi
ad opere, generi, autori, artisti, movimenti, riferiti alla musica e alla danza,
anche in relazione agli sviluppi storici, culturali e sociali; cogliere i valori
estetici in opere musicali di vario genere ed epoca; conoscere e analizzare
opere significative del repertorio musicale; conoscere l’evoluzione
morfologica e tecnologica degli strumenti musicali.
Per la sezione coreutica, gli studenti, a conclusione del percorso dovranno:
eseguire ed interpretare opere di epoche, generi e stili diversi, con
autonomia nello studio e capacità di autovalutazione; analizzare il
movimento e le forme coreutiche nei loro principi costitutivi e
padroneggiare la rispettiva terminologia; utilizzare a integrazione della
tecnica principale, classica ovvero contemporanea, una seconda tecnica,
contemporanea ovvero classica; saper interagire in modo costruttivo 85
nell’ambito di esecuzioni collettive; focalizzare gli elementi costitutivi di
linguaggi e stili differenti e saperne approntare un’analisi strutturale;
conoscere il profilo storico della danza d’arte, anche nelle sue interazioni
con la musica, e utilizzare categorie pertinenti nell’analisi delle differenti
espressioni in campo coreutico; individuare le tradizioni e i contesti
relativi ad opere, generi, autori, artisti, movimenti, riferiti alla danza, anche
in relazione agli sviluppi storici, culturali e sociali; cogliere i valori estetici
in opere coreutiche di vario genere ed epoca; conoscere e analizzare opere
significative del repertorio coreutico.

Liceo linguistico
È indirizzato allo studio di più sistemi linguistici e culturali, il loro
approfondimento e a sviluppare conoscenze e abilità maturando
competenze per acquisire la padronanza comunicativa di tre lingue oltre
l’italiano. Al termine del percorso di studio, oltre ai risultati di
apprendimento comune, gli studenti dovranno: avere acquisito in due
lingue moderne strutture, modalità e competenze comunicative
corrispondenti almeno al Livello B2 del QCER; avere acquisito in una
terza lingua moderna strutture, modalità e competenze comunicative
corrispondenti almeno al Livello B1 del QCER; riconoscere in un’ottica
comparativa gli elementi strutturali caratterizzanti le lingue studiate ed
essere in grado di passare agevolmente da un sistema linguistico all’altro;
essere in grado di affrontare in lingua diversa dall’italiano specifici
contenuti disciplinari; conoscere le principali caratteristiche culturali dei
paesi di cui si è studiata la lingua, attraverso lo studio e l’analisi di opere
letterarie, estetiche, visive, musicali, cinematografiche, delle linee
fondamentali della loro storia e delle loro tradizioni; sapersi confrontare 86
con la cultura degli altri popoli, avvalendosi delle occasioni di contatto e di
scambio.

GLI ISTITUTI TECNICI


Le linee guida definiscono il passaggio al nuovo ordinamento degli istituti
tecnici a norma dell’articolo 8, comma 3, del regolamento emanato con
d.P.R. 15 marzo 2010. Esse esplicitano il nesso tra l’identità degli istituti
tecnici e gli indirizzi dell’Unione europea nel richiamare la
Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio d’Europa 18 dicembre
2006 sulle “Competenze chiave per l’apprendimento permanente” e la
Raccomandazione 23 aprile 2008 sulla costituzione del “Quadro europeo
delle qualifiche per l’apprendimento permanente” (EQF). Il rinnovamento
degli istituti tecnici è stato inquadrato all’interno della cooperazione
europea, al fine di costituire un sistema condiviso di istruzione e
formazione tecnico-professionale (Vocational Education and Training -
VET). L’EQF consente di mettere in relazione, in una struttura a otto
livelli, i diversi titoli, come qualifiche, diplomi e certificazioni, rilasciati
nei Paesi membri. L’attenzione è rivolta ai risultati di apprendimento
(outcome-based approach), con al centro il soggetto in apprendimento,
chiamato a sviluppare, attraverso il contributo dell’istruzione secondaria, il
pensiero critico, le competenze per “imparare ad imparare” e le
metodologie dell’apprendimento attivo, aperto al rapporto con il mondo
del lavoro.
Il rilancio dell’istruzione tecnica si fonda sulla consapevolezza del
fondamentale ruolo della scuola e della cultura, anche in riferimento al
progresso economico e sociale, specie in un Paese a forte vocazione 87
manifatturiera come l’Italia. Negli istituti tecnici gli studenti acquisiscono
non solo le competenze necessarie al mondo del lavoro e delle professioni,
ma anche le capacità di comprensione e applicazione delle innovazioni che
lo sviluppo della scienza e della tecnica continuamente produce. Le
discipline mantengono la loro specificità e sono chiamate a far acquisire
gli scopi indicati dal Regolamento coadiuvati dell’utilizzo di metodi
induttivi, di metodologie partecipative, un’intensa e diffusa didattica di
laboratorio, da estendere anche alle discipline dell’area di istruzione
generale con l’utilizzo, in particolare, delle tecnologie dell’informazione e
della comunicazione, di attività progettuali e di alternanza scuola-lavoro
per sviluppare il rapporto col territorio e le sue risorse formative in ambito
aziendale e sociale.
Il secondo ciclo di istruzione e formazione ha come riferimento unitario il
profilo educativo, culturale e professionale (PECUP), definito
dall’allegato A del D. Lgs. n.226/2005, che sottolinea, in continuità con il
primo ciclo, la dimensione trasversale ai differenti percorsi di istruzione e
di formazione frequentati dallo studente, come le conoscenze disciplinari e
interdisciplinari (il sapere) e le abilità operative apprese (il fare
consapevole), nonché l’insieme delle azioni e delle relazioni interpersonali
intessute (l’agire) siano la condizione per maturare le competenze che
arricchiscono la personalità dello studente e lo rendono autonomo
costruttore di se stesso in tutti i campi della esperienza umana, sociale e
professionale.
Il riordino dell’istruzione tecnica ha dovuto fare i conti con la
frammentarietà che in questi anni l’ha segnata, la volontà è stata quella di
organizzare il percorsi degli istituti tecnici in moda da garantire uno 88
“zoccolo comune”, caratterizzato da saperi e competenze riferiti
soprattutto agli insegnamenti di lingua e letteratura italiana, lingua inglese,
matematica, storia e scienze.
L’impianto dei nuovi ordinamenti degli istituti tecnici richiede che la
progettazione formativa sia sostenuta da forme organizzative che pongano,
al centro delle strategie didattiche collegiali, il laboratorio e la didattica
laboratoriale, la costruzione dei percorsi di insegnamento/ apprendimento
in contesti reali, quali l’alternanza scuola-lavoro, il raccordo con le altre
istituzioni scolastiche (reti) e con gli enti locali (convenzioni), anche per
realizzare progetti condivisi. A tal fine gli istituti tecnici si sono dotati di
dipartimenti, come articolazioni funzionali del collegio dei docenti, di
supporto alla didattica e alla progettazione, ma anche per valorizzare la
dimensione collegiale e co-operativa dei docenti, strumento prioritario per
innalzare la qualità del processo di insegnamento/apprendimento.
Gli istituti tecnici possono dotarsi anche di un comitato tecnico scientifico
(CTS), formato da docenti e da esperti del mondo del lavoro, delle
professioni e della ricerca scientifica e tecnologica. Si tratta di un
organismo con funzioni consultive e propositive per l’organizzazione delle
aree di indirizzo e l’utilizzazione degli spazi di autonomia e flessibilità; è
lo strumento per consolidare i rapporti della scuola con il mondo del
lavoro e delle professioni. Infatti la valorizzazione dell’istruzione tecnica
richiede un raccordo più stretto e organico della scuola con i soggetti
istituzionali e sociali del territorio e, in particolare, con il sistema
produttivo, il mondo del lavoro e delle professioni, da diversi anni infatti si
verifica un mancato incontro (mismatch) tra domanda e offerta di lavoro:
da un lato, le imprese non trovano i tecnici qualificati, dall’altro, il tasso di 89
disoccupazione o sotto-occupazione dei nostri giovani è tra i più elevati
dell’Unione europea perché i titoli di studio acquisiti non rispondono ai
fabbisogni del mondo del lavoro. Le linee guida accentuano la rilevanza
dell’istruzione tecnica come canale formativo dotato di una propria identità
culturale e pedagogica, fondata sulla filiera scientifica e sulle tecnologie
che caratterizzano gli indirizzi di studio.
Come esplicitato dal Regolamento, l’identità degli istituti tecnici è formata
sia dell’area di istruzione generale sia dell’area di indirizzo. La prima,
comune a tutti i percorsi, ha l’obiettivo di fornire ai giovani - a partire dal
rafforzamento degli assi culturali che caratterizzano l’obbligo d’istruzione
- una preparazione adeguata su cui innestare conoscenze teoriche e
applicative nonché abilità cognitive proprie dell’area di indirizzo. Nel
primo biennio il peso dell’area di istruzione generale è maggiore, per poi
decrescere nel secondo biennio e nel quinto anno. Le competenze
linguistico-comunicative, l’asse dei linguaggi, sono comuni a tutti i
contesti di apprendimento; l’asse matematica promuove l’acquisizione di
competenze che pongono lo studente nelle condizioni di possedere una
corretta capacità di giudizio e di sapersi orientare consapevolmente nei
diversi contesti del mondo contemporaneo; l’asse scientifico-tecnologico
rende gli studenti consapevoli dei legami tra scienza e tecnologia, della
loro correlazione con il contesto culturale e sociale, con i modelli di
sviluppo e la salvaguardia dell’ambiente, collocandosi perciò in un
orizzonte generale; l’asse storico-sociale contribuisce alla comprensione
critica della dimensione culturale dell’evoluzione scientifico-tecnologica e
sviluppa il rapporto fra discipline tecniche e l’insegnamento della storia.
Nel primo biennio, grazie alla quota prevista dall’autonomia scolastica, gli
istituti tecnici possono progettare percorsi didattici pluridisciplinari in 90
termini di apprendimento per competenze, da articolare in forme coerenti
con le scelte generali del piano dell’offerta formativa e con le indicazioni
del curricolo del primo ciclo di istruzione.
Il rapporto fra la formazione scientifica e tecnologica si risolve in modo
differenziato nel percorso quinquennale in quanto, nel primo biennio, sono
presenti le discipline sia tecnologiche sia scientifiche che non hanno,
invece, una autonoma presenza nel triennio successivo: ne primo biennio il
collegamento tra i due tipi di discipline è molto stretto, nel secondo
biennio e nell’ultimo anno sono presenti unicamente discipline
tecnologiche. Le scienze integrate (scienza della terra e biologia, chimica,
fisica) e le scienze applicate (tecnologie informatiche, tecnologie e
tecniche di rappresentazione grafica) richiedono espressamente un
cambiamento del metodo di approccio nella progettazione e
programmazione didattica e curriculare. L’insegnamento delle scienze
integrate, sul piano curriculare, intende ricondurre il processo
dell’apprendimento verso lo studio della complessità del mondo naturale,
permettendo agli studenti di valutare la propria creatività, di apprezzare le
proprie capacità operative e di sentire più vicini i temi proposti. Nel primo
biennio, l’integrazione delle scienze mira a potenziare il legame tra sapere
scientifico di base, acquisto nella scuola media, in vista di orientare gli
studenti alla scelta degli studi successivi a livello post-secondario, così
l’insegnamento delle scienze integrate può essere una grande occasione per
avvicinare le nuove generazioni alla scienza.
Come evidenziato dalla Decisione n. 1904/2006/CE del Parlamento
europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006, che ha istituito il
programma "Europa per i cittadini", la promozione della cittadinanza
europea attiva e dell’appartenenza ad una società fondata sui principi di 91
libertà, democrazia e rispetto dei diritti dell’uomo, diversità culturale,
tolleranza e solidarietà, è un compito di cui anche la scuola deve farsi
carico. Nei percorsi di istruzione tecnica, già nel primo bienni, i
tradizionali programmi di Educazione civica sono stati superati
dall’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” con prevalente
riferimento a principi e valori afferenti l’asse scientifico-tecnologico che li
caratterizza e ai risultati di apprendimento previsti per l’area di istruzione
generale e per le aree di indirizzo. Nel primo biennio si studia infatti la
Costituzione italiana, l’Unione europea e le organizzazioni internazionali, i
concetti di norma giuridica, le fonti del diritto e la loro codificazione. A
questo fine assolvono discipline quali Storia, Diritto ed Economia e, per il
settore economico, Geografia.
“Scienze e tecnologie applicate” è la nuova disciplina, introdotta nel
secondo anno degli indirizzi del settore tecnologico, per avviare i giovani
allo studio delle filiere produttive di interesse, si riferisce all’asse
scientifico-tecnologico e attinge competenze anche dall’asse storico
sociale per evidenziare come l’incontro fra scienza e tecnologia.
Introducendo gli studenti al linguaggio, ai contenuti e i metodi
caratterizzanti l’indirizzo, viene perciò affidato al docente che svolge il
maggior numero di ore di disciplina di indirizzo nel triennio; appartiene al
primo biennio, come disciplina di avviamento di indirizzo.

PRIMO BIENNIO
 Settore Economico
o Indirizzo “Amministrazione, finanza e marketing”
 Articolazione “Relazioni internazionali per il 92
Marketing”
 Articolazione “Sistemi informativi aziendali”
o Indirizzo “Turismo”
Quest’ambito di studi si caratterizza, in generale, per un'offerta formativa
relativa ad un settore che ha come sfondo il mercato e affronta lo studio
dei macro fenomeni economico-aziendali nazionali e internazionali, la
normativa civilistica e fiscale, il sistema azienda nella sua complessità e
nella sua struttura, con specifica attenzione all'utilizzo delle tecnologie e
forme di comunicazione più appropriate, anche in lingua straniera. Sin dal
primo biennio sono presenti discipline di indirizzo per poi svilupparsi nel
successivo triennio in modo approfondito.
L’indirizzo “Amministrazione, finanza e marketing” ha come obiettivo la
promozione di competenze relative alla gestione aziendale e
all’interpretazione dei risultati economici, con le specificità relative alle
funzioni in cui si articola il sistema azienda (amministrazione,
pianificazione, controllo, finanza, commerciale, sistema informativo,
gestioni speciali). Si divide, a sua volta, in due articolazioni specifiche:
“Relazioni internazionali per il Marketing”, che approfondisce aspetti
relativi alla gestione delle relazioni commerciali internazionali riguardanti
differenti realtà geo-politiche e settoriali e per assicurare le competenze
necessarie a livello culturale, linguistico e tecnico; “Sistemi informativi
aziendali”, che si concentra sulla gestione del sistema informativo
aziendale, alla valutazione, alla scelta e all’adattamento di software
applicativi, alla realizzazione di nuove procedure, con particolare riguardo
al sistema di archiviazione, della comunicazione in rete e della sicurezza
informatica.
Il secondo indirizzo del settore economico, “Turismo” integra le 93
competenze dell’ambito professionale specifico con quelle linguistiche e
informatiche per operare nel sistema informativo dell’azienda e contribuire
all’innovazione e al miglioramento dell’impresa turistica, con particolare
attenzione è rivolta alla formazione plurilinguistica.

- Attività e Insegnamenti di area generale


o Lingua e letteratura italiana
 Primo biennio. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di
base attese: attività e Insegnamenti di area
generale; leggere, comprendere ed interpretare
testi scritti di vario tipo; produrre testi di vario
tipo in relazione ai differenti scopi comunicativi;
utilizzare gli strumenti fondamentali per una
fruizione consapevole del patrimonio artistico e
letterario.

o Lingua inglese
 Primo biennio. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di
base attese: l’utilizzo della lingua inglese per i
principali scopi comunicativi ed operativi; la
produzione di testi di vario tipo in relazione ai
differenti scopi comunicativi. L’articolazione
dell’insegnamento è riconducibile al livello B1 del
QCER.
o Storia 94
 Primo biennio. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di
base attese: comprendere il cambiamento e le
diversità dei tempi storici in una dimensione
diacronica attraverso il confronto fra epoche e in
una dimensione sincronica attraverso il confronto
fra aree geografiche e culturali; collocare
l’esperienza personale in un sistema di regole
fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti
garantiti dalla Costituzione, a tutela della persona
della collettività e dell’ambiente.
o Matematica
 Primo biennio. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di
base attese: utilizzare le tecniche e le procedure
del calcolo aritmetico ed algebrico
rappresentandole anche sotto forma grafica;
confrontare ed analizzare figure geometriche,
individuando invarianti e relazioni; individuare le
strategie appropriate per la soluzione di problemi;
analizzare dati e interpretarli sviluppando
deduzioni e ragionamenti sugli stessi anche con
l’ausilio di rappresentazioni grafiche, usando
consapevolmente gli strumenti di calcolo e le
potenzialità offerte da applicazioni specifiche di
tipo informatico. 95
o Diritto ed economia
 Primo biennio. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di
base attese: collocare l’esperienza personale in un
sistema di regole fondato sul reciproco
riconoscimento dei diritti garantiti dalla
Costituzione, a tutela della persona della
collettività e dell’ambiente; riconoscere le
caratteristiche essenziali del sistema socio
economico per orientarsi nel tessuto produttivo del
proprio territorio.
o Scienze integrate (Scienze della Terra e Biologia)
 Primo biennio. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di
base attese: osservare, descrivere ed analizzare
fenomeni appartenenti alla realtà naturale e
artificiale e riconoscere nelle varie forme i
concetti di sistema e di complessità; analizzare
qualitativamente e quantitativamente fenomeni
legati alle trasformazioni di energia a partire
dall’esperienza; essere consapevole delle
potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel
contesto culturale e sociale in cui vengono
applicate.

- Attività e Insegnamenti obbligatori di indirizzo 96


o Scienze Integrate (Fisica)
 Primo biennio. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di
base attese: osservare, descrivere ed analizzare
fenomeni appartenenti alla realtà naturale e
artificiale e riconoscere nelle varie forme i
concetti di sistema e di complessità; analizzare
qualitativamente e quantitativamente fenomeni
legati alle trasformazioni di energia a partire
dall’esperienza; essere consapevole delle
potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel
contesto culturale e sociale in cui vengono
applicate.
o Scienze Integrate (Chimica)
 Primo biennio. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di
base attese: osservare, descrivere ed analizzare
fenomeni appartenenti alla realtà naturale e
artificiale e riconoscere nelle varie forme i
concetti di sistema e di complessità; analizzare
qualitativamente e quantitativamente fenomeni
legati alle trasformazioni di energia a partire
dall’esperienza; essere consapevole delle
potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel
contesto culturale e sociale in cui vengono
applicate.
o Geografia 97
 Primo biennio. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di
base attese: comprendere il cambiamento e le
diversità dei tempi storici in una dimensione
diacronica attraverso il confronto fra epoche e in
una dimensione sincronica attraverso il confronto
fra aree geografiche e culturali; osservare,
descrivere ed analizzare fenomeni appartenenti
alla realtà naturale e artificiale e riconoscere nelle
varie forme i concetti di sistema e di complessità.
o Informatica
 Primo biennio. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di
base attese: individuare le strategie appropriate per
la soluzione di problemi; utilizzare e produrre testi
multimediali; analizzare dati e interpretarli
sviluppando deduzioni e ragionamenti sugli stessi
anche con l’ausilio di rappresentazioni grafiche,
usando consapevolmente gli strumenti di calcolo e
le potenzialità offerte da applicazioni specifiche di
tipo informatico; essere consapevole delle
potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel
contesto culturale e sociale in cui vengono
applicate.
o Seconda Lingua Comunitaria
 Primo biennio. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di 98
base attese: utilizzare una lingua straniera per i
principali scopi comunicativi ed operativi;
produrre testi di vario tipo in relazione ai
differenti scopi comunicativi. L’articolazione
dell’insegnamento è riconducibile al livello A2 del
QCER.
o Economia Aziendale
 Primo biennio. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di
base attese: riconoscere le caratteristiche
essenziali del sistema socio economico per
orientarsi nel tessuto produttivo del proprio
territorio; individuare le strategie appropriate per
la soluzione di problemi; collocare l’esperienza
personale in un sistema di regole fondato sul
reciproco riconoscimento dei diritti garantiti dalla
Costituzione, a tutela della persona della
collettività e dell’ambiente.

 Settore Tecnologico
o Indirizzo “Meccanica, Meccatronica ed Energia”
 Articolazione “Meccanica e Meccatronica”
 Articolazione “Energia”
o Indirizzo “Trasporti e Logistica”
 Articolazione “Costruzione del mezzo”
 Articolazione “Conduzione del mezzo”
 Articolazione “Logistica” 99
o Indirizzo “Elettronica ed Elettrotecnica”
 Articolazione “Elettronica”
 Articolazione “Elettrotecnica”
 Articolazione “Automazione”
o Indirizzo “Informatica e Telecomunicazioni”
 Articolazione “Informatica”
 Articolazione “Telecomunicazioni”
o Indirizzo “Grafica e Comunicazione”
o Indirizzo “Chimica, Materiali e Biotecnologie”
 Articolazione “Biotecnologie ambientali”
 Articolazione “Biotecnologie sanitarie”
o Indirizzo “Sistema Moda”
 Articolazione “Tessile, Abbigliamento e Moda”
 Articolazione “Calzature e Moda”
o Indirizzo “Agraria, Agroalimentare e Agroindustria”
 Articolazione “Produzioni e Trasformazioni”
 Articolazione “Gestione dell’ambiente e del
territorio”
 Articolazione “Viticoltura ed enologia”
o Indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”
 Articolazione “Geotecnico”

In tutti gli indirizzi e le articolazioni, i risultati di apprendimento sono


definiti a partire dai processi produttivi reali e tengono conto della
continua evoluzione che caratterizza l’intero settore, sia sul piano delle
metodologie di progettazione, organizzazione e realizzazione, sia nella
scelta dei contenuti, delle tecniche di intervento e dei materiali. Lo studio 100
delle tecnologie approfondisce i contenuti specifici degli indirizzi, e gli
elementi metodologici e organizzativi orientano alla visione sistemica
delle filiere produttive e dei relativi segmenti. Le discipline di indirizzo
sono previste sin da primo biennio in funzione orientativa, per poi
svilupparsi in modo approfondito nel successivo triennio. L’indirizzo
“Meccanica, Meccatronica ed Energia” integra competenze scientifiche e
tecnologiche nel settore meccanico, dell’energia e in quello
dell’automazione. La prima articolazione, “Meccanica e Meccatronica”, si
concentra sulle tematiche generali connesse alla progettazione, gestione e
realizzazione di apparati e sistemi; la seconda, “Energia”, approfondisce le
specifiche problematiche collegate alla conversione e utilizzazione delle
fonti energetiche. L’indirizzo “Trasporti e Logistica” approfondisce
attività inerenti a progettazione, realizzazione, manutenzione dei mezzi,
assistenza e procedure di spostamento e trasporto. Presenta tre
articolazioni: “Costruzione del mezzo” approfondisce relativi alla
costruzione e manutenzione dei mezzi; “Conduzione del mezzo” si occupa
delle problematiche relative alla conduzione e all’esercizio del mezzo di
trasporto; “Logistica” guarda in particolare alle problematiche relative alla
gestione e al controllo degli aspetti organizzativi del trasporto. L’indirizzo
“Elettronica ed Elettrotecnica” promuove competenze nel campo dei
materiali, della progettazione, costruzione e collaudo, relativamente ai
sistemi elettrici ed elettronici, agli impianti elettrici e ai sistemi di
automazione. L’articolazione “Elettronica” approfondisce la progettazione,
realizzazione e gestione di sistemi e circuiti elettronici; “Elettrotecnica” la
progettazione, realizzazione e gestione di sistemi e impianti elettrici, civili
e industriali; “Automazione “si occupa dell’approfondimento sulla
progettazione, realizzazione e gestione di sistemi di controllo. L’indirizzo 101
“Informatica e Telecomunicazioni” unisce competenze di carattere
scientifico e tecnologico nell’ambito dei sistemi informatici.
L’articolazione “Informatica” approfondisce l’analisi, la comparazione e la
progettazione di dispositivi e strumenti informatici e lo sviluppo delle
applicazioni informatiche; quella “Telecomunicazioni” si concentra
sull’analisi, comparazione, progettazione, installazione e gestione di
dispositivi e strumenti elettronici e sistemi di telecomunicazione.
L’indirizzo “Grafica e Comunicazione” integra competenze specifiche nel
campo della comunicazione interpersonale e di massa, con particolare
riferimento all’uso delle tecnologie per produrla. L’indirizzo “Chimica,
Materiali e Biotecnologie” sviluppa competenze specifiche nel campo dei
materiali, delle analisi strumentali chimico-biologiche, nei processi di
produzione. L’articolazione “Chimica e Materiali” approfondisce le
competenze relative alle metodiche per la preparazione e per la
caratterizzazione dei sistemi chimici, all’elaborazione, realizzazione e
controllo di progetti chimici e biotecnologici e alla progettazione, gestione
e controllo di impianti chimici; “Biotecnologie ambientali” sviluppa
competenze sul governo e in controllo di attività nel rispetto della
normativa ambientale e della sicurezza e dello studio sulle interazioni fra
sistemi energetici e ambiente; la terza articolazione, “Biotecnologie
sanitarie”, approfondisce le competenze relative alla metodiche per la
caratterizzazione dei sistemi biochimici, biologici, microbiologici e
anatomici. L’indirizzo “Sistema Moda” promuove competenze specifiche
nell’ambito delle diverse realtà ideativo-creative, progettuali, produttive e
di marketing del settore tessile, abbigliamento, calzature e moda.
L’articolazione “Tessile, Abbigliamento e Moda” guarda alle materie
prime, ai prodotti e processi per la realizzazione di tessuti tradizionali e 102
innovativi e di accessori moda; “Calzature e Moda” è invece in relazione
alle materie prime, ai processi e prodotti per la realizzazione di calzature e
di accessori moda. L’indirizzo “Agraria, Agroalimentare e Agroindustria”
integra competenze nel campo dell’organizzazione e della gestione delle
attività produttive, trasformative e valorizzative del settore. L’articolazione
“Produzioni e Trasformazioni” si occupa delle problematiche collegate
all’organizzazione delle produzioni animali e vegetali, alle trasformazioni
e alla commercializzazione dei relativi prodotti; “Gestione dell’ambiente e
del territorio” delle problematiche della conservazione e tutela del
patrimonio ambientale; “Viticoltura ed enologia” delle problematiche
collegate all’organizzazione specifica delle produzioni vitivinicole.
L’indirizzo Costruzioni, ambiente e territorio” integra competenze nel
campo dei materiali, delle macchine e dei dispositivi utilizzati nelle
industrie delle costruzioni, nell’impiego degli strumenti per il rilievo,
nell’uso degli strumenti informatici per la rappresentazione grafica e per il
calcolo, nella valutazione tecnica ed economica dei beni privati e pubblici
e nell’utilizzo ottimale delle risorse ambientali. L’articolazione
“Geotecnico” si concentra sulla ricerca e lo sfruttamento degli idrocarburi,
dei minerali di prima e seconda categoria e delle risorse idriche.
- Attività e Insegnamenti di area generale
o Per le discipline Lingue e letteratura italiana, Lingua
inglese, Storia, Matematica, Diritto ed economia, Scienze
integrate (Scienze della Terra e Biologia), fare riferimento
al Settore economico.

- Attività e Insegnamenti obbligatori di indirizzo


o Per le discipline Scienze Integrate (Fisica) e Scienze 103
Integrate (Chimica) fare riferimento al Settore economico.
o Tecnologie e tecniche di rappresentanza
 Primo biennio. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di
base attese: analizzare dati e interpretarli
sviluppando deduzioni e ragionamenti sugli stessi
anche con l’ausilio di rappresentazioni grafiche,
usando consapevolmente gli strumenti di calcolo e
le potenzialità offerte da applicazioni specifiche di
tipo informatico; osservare, descrivere ed
analizzare fenomeni appartenenti alla realtà
naturale e artificiale e riconoscere nelle varie
forme i concetti di sistema e di complessità.
o Tecnologie informatiche
 Primo biennio. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di
base attese: individuare le strategie appropriate per
la soluzione di problemi; analizzare dati e
interpretarli sviluppando deduzioni e ragionamenti
sugli stessi anche con l’ausilio di rappresentazioni
grafiche, usando consapevolmente gli strumenti di
calcolo e le potenzialità offerte da applicazioni
specifiche di tipo informatico; essere consapevole
delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel
contesto culturale e sociale in cui vengono
applicate.
o Discipline e tecnologie applicate 104
 Primo biennio. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di
base attese: individuare le strategie appropriate per
la soluzione di problemi; osservare, descrivere ed
analizzare fenomeni appartenenti alla realtà
naturale e artificiale e riconoscere nelle varie
forme i concetti di sistema e di complessità; essere
consapevole delle potenzialità e dei limiti delle
tecnologie nel contesto culturale e sociale in cui
vengono applicate.
GLI ISTITUTI PROFESSIONALI
Gli istituti professionali costituiscono un’articolazione dell’istruzione
tecnica e professionale, essi sono dotati di propria identità culturale,
metodologica ed organizzativa. Questa è caratterizzata dall’integrazione
dell’istruzione generale con la cultura professionale, al fine di sviluppare
negli studenti saperi e competenze necessarie all’assunzione di ruoli
tecnici operativi nei settori produttivi e di servizio di riferimento. L’offerta
formativa degli istituti professionali si articola in un’area di istruzione
generale e in aree di indirizzo. La prima ha l'obiettivo di fornire ai giovani
la preparazione di base, acquisita attraverso il rafforzamento e lo sviluppo
degli assi culturali, che caratterizzano l'obbligo di istruzione: asse dei
linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale; le aree di
indirizzo, presenti sin dal primo biennio, hanno l’obiettivo di promuovere
competenze spendibili in vari contesti di vita e di lavoro. Le attività e gli 105
insegnamenti relativi a “Cittadinanza e Costituzione” fanno parte di tutti
gli ambiti disciplinari e si sviluppano particolarmente in quelli di interesse
storico-sociale e giuridico-economico. Concluso in percorso quinquennale,
i risultati di apprendimento consentono l’inserimento ne mondo del lavoro
e/o il prosieguo degli studi. Il percorso negli istituti professionali
consentono l’acquisizione di competenze basate sull'integrazione tra i
saperi tecnico-professionali e i saperi linguistici e storico-sociali. In
particolare, al termine del percorso negli istituti professionali, gli studenti
riescono a: agire in riferimento ad un sistema di valori, coerenti con i
principi della Costituzione, in base ai quali essere in grado di valutare fatti
e orientare i propri comportamenti personali, sociali e professionali;
utilizzare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo
le esigenze comunicative nei vari contesti; riconoscere gli aspetti
geografici, ecologici, territoriali, dell’ambiente naturale ed antropico, le
connessioni con le strutture demografiche, economiche, sociali, culturali e
le trasformazioni intervenute nel corso del tempo; stabilire collegamenti
tra le tradizioni culturali locali, nazionali ed internazionali, sia in una
prospettiva interculturale sia ai fini della mobilità di studio e di lavoro;
utilizzare i linguaggi settoriali delle lingue straniere previste dai percorsi di
studio per interagire in diversi ambiti e contesti di studio e di lavoro;
riconoscere il valore e le potenzialità dei beni artistici e ambientali;
individuare ed utilizzare le moderne forme di comunicazione visiva e
multimediale; utilizzare le reti e gli strumenti informatici nelle attività di
studio, ricerca e approfondimento disciplinare; riconoscere i principali
aspetti comunicativi, culturali e relazionali dell’espressività corporea ed
esercitare in modo efficace la pratica sportiva per il benessere individuale e
collettivo; comprendere e utilizzare i principali concetti relativi 106
all'economia, all'organizzazione, allo svolgimento dei processi produttivi e
dei servizi; utilizzare i concetti e i fondamentali strumenti delle diverse
discipline per comprendere la realtà ed operare in campi applicativi;
padroneggiare l'uso di strumenti tecnologici; individuare i problemi
attinenti al proprio ambito di competenza e impegnarsi nella loro soluzione
collaborando efficacemente con gli altri; utilizzare strategie orientate al
risultato, al lavoro per obiettivi e alla necessità di assumere responsabilità
nel rispetto dell'etica e della deontologia professionale; compiere scelte
autonome in relazione ai propri percorsi di studio e di lavoro lungo tutto
l'arco della vita nella prospettiva dell'apprendimento permanente;
partecipare attivamente alla vita sociale e culturale a livello locale,
nazionale e comunitario. I percorsi sono articolati in due bienni ed un
quinto anno: nel primo biennio lo studente deve raggiungere sapere e
competenze relativi agli assi culturali dell’obbligo d’istruzione, anche
attraverso l’ampia flessibilità degli orari che garantisce la
personalizzazione dei percorsi, anche al fine dell’eventuale rilascio della
qualifica professionale al temine del terzo anno in regime di sussidiarietà
d'intesa con Regioni e Province autonome; il secondo biennio è invece
articolato in due annualità, tra loro distinte. Le discipline dell’area di
indirizzo consentono di far raggiungere, nel quinto anno, una adeguata
competenza professionale di settore. L’istruzione professionale si
distingue per il forte legame con il territorio, fattore imprescindibile per
l’elaborazione del piano dell’offerta formativa, modellata da tre parole-
chiave: menti d’opera, professionalità e laboratorialità. Per menti
d’opera il riferimento è alla straordinaria tradizione di iniziativa e
intelligenza dell’“impresa molecolare” italiana, ma anche il superamento
dello stereotipo della sequenzialità del rapporto teoria-pratica. La 107
professionalità tocca invece la valorizzazione della cultura del lavoro, nella
sua più ampia accezione, sia come insieme di procedure, sia come
dimensione etica. Per laborialità, infine, si intendo il metodo attivo, il
learning by doing.

 Istituti professionali
o Settore Servizi
 Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale
 Servizi socio-sanitari
 Articolazione “Arti ausiliarie delle
professioni sanitarie, Odontotecnico”
 Articolazione “Arti ausiliarie delle
professioni sanitarie, Ottici”
 Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità
alberghiera
 Articolazione “Enogastronomia”
 Articolazione “Servizi di sala e di
vendita”
 Articolazione “Accoglienza turistica”.
 Servizi commerciali
o Settore industria ed artigianato
 Produzioni artigianali ed industriali
 Articolazione “Industria”
 Articolazione “Artigianato”
108
 Manutenzione ed assistenza tecnica

 Per quanto riguarda il settore “Servizi”, questo si caratterizza per


una cultura che consente di agire con autonomia e responsabilità
nel sistema delle relazioni tra il tecnico, il destinatario del servizio
e le altre figure professionali coinvolte nei processi di lavoro. A
conclusione del percorso di studio, gli studenti sono in grado di:
riconoscere nell'evoluzione dei processi dei servizi, le componenti
culturali, sociali, economiche e tecnologiche che li caratterizzano,
in riferimento ai diversi contesti, locali e globali; cogliere
criticamente i mutamenti culturali, sociali, economici e tecnologici
che influiscono sull'evoluzione dei bisogni e sull'innovazione dei
processi di servizio; essere sensibili alle differenze di cultura e di
atteggiamento dei destinatari, al fine di fornire un servizio il più
possibile personalizzato; sviluppare ed esprimere le proprie qualità
di relazione, comunicazione, ascolto, cooperazione e senso di
responsabilità nell'esercizio del proprio ruolo; svolgere la propria
attività operando in équipe e integrando le proprie competenze con
le altre figure professionali, al fine di erogare un servizio di
qualità; contribuire a soddisfare le esigenze del destinatario,
nell’osservanza degli aspetti deontologici del servizio; applicare le
normative che disciplinano i processi dei servizi, con riferimento
alla riservatezza, alla sicurezza e salute sui luoghi di vita e di
lavoro, alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente e del
territorio; intervenire, per la parte di propria competenza e con
l’utilizzo di strumenti tecnologici, nelle diverse fasi e livelli del
processo per la produzione della documentazione richiesta e per 109
l’esercizio del controllo di qualità.
 Per quanto riguarda il settore “Industria e artigianato”, questo si
caratterizza per una cultura tecnico-professionale, che consente di
operare efficacemente in ambiti connotati da processi di
innovazione tecnologica e organizzativa in costante evoluzione. A
conclusione del percorso di studio, gli studenti sono in grado di:
riconoscere nell'evoluzione dei processi produttivi, le componenti
scientifiche, economiche, tecnologiche e artistiche che li hanno
determinati nel corso della storia, con riferimento sia ai diversi
contesti locali e globali sia ai mutamenti delle condizioni di vita;
utilizzare le tecnologie specifiche del settore e sapersi orientare
nella normativa di riferimento; applicare le normative che
disciplinano i processi produttivi, con riferimento alla riservatezza,
alla sicurezza e salute sui luoghi di vita e di lavoro, alla tutela e
alla valorizzazione dell'ambiente e del territorio; intervenire, per la
parte di propria competenza e con l’utilizzo di strumenti
tecnologici, nelle diverse fasi e livelli del processo dei servizi;
svolgere la propria attività operando in équipe; riconoscere e
applicare i principi dell'organizzazione, della gestione e del
controllo dei diversi processi produttivi assicurando i livelli di
qualità richiesti; riconoscere e valorizzare le componenti creative
in relazione all'ideazione di processi e prodotti innovativi
nell'ambito industriale e artigianale; comprendere le implicazioni
etiche, sociali, scientifiche, produttive, economiche, ambientali
dell'innovazione tecnologica e delle sue applicazioni industriali,
artigianali e artistiche.
110
PRIMO BIENNIO
 Settore Servizi. Area comune
o Disciplina: Lingua e Letteratura italiana. L’obiettivo
prioritario è di far acquisire allo studente le seguenti
competenze di base attese: padroneggiare gli strumenti
espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire
l’interazione comunicativa verbale in vari contesti;
leggere, comprendere ed interpretare testi scritti di vario
tipo; produrre testi di vario tipo in relazione ai differenti
scopi comunicativi; utilizzare gli strumenti fondamentali
per una fruizione consapevole del patrimonio artistico e
letterario.
o Lingua inglese (Riconducibile al livello B1 del QCER).
L’obiettivo prioritario è di far acquisire allo studente le
seguenti competenze di base attese: utilizzare una lingua
straniera per i principali scopi comunicativi ed operativi;
produrre testi di vario tipo in relazione ai differenti scopi
comunicativi.
o Storia. L’obiettivo prioritario è di far acquisire allo
studente le seguenti competenze di base attese:
comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi
storici in una dimensione diacronica attraverso il
confronto fra epoche e in una dimensione sincronica
attraverso il confronto fra aree geografiche e culturali;
collocare l’esperienza personale in un sistema di regole
fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti garantiti 111
dalla Costituzione, a tutela della persona, della collettività
e dell’ambiente.
o Matematica. L’obiettivo prioritario è di far acquisire allo
studente le seguenti competenze di base attese: utilizzare
le tecniche e le procedure del calcolo aritmetico ed
algebrico rappresentandole anche sotto forma grafica;
confrontare ed analizzare figure geometriche,
individuando invarianti e relazioni; individuare le strategie
appropriate per la soluzione di problemi; analizzare dati e
interpretarli sviluppando deduzioni e ragionamenti sugli
stessi anche con l’ausilio di rappresentazioni grafiche,
usando consapevolmente gli strumenti di calcolo e le
potenzialità offerte da applicazioni specifiche di tipo
informatico.
o Diritto ed economia. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di base
attese: collocare l’esperienza personale in un sistema di
regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti
garantiti dalla Costituzione, a tutela della persona, della
collettività e dell’ambiente; riconoscere le caratteristiche
essenziali del sistema socio economico per orientarsi nel
tessuto produttivo del proprio territorio.
o Discipline integrate (Scienze della terra e Biologia).
L’obiettivo prioritario è di far acquisire allo studente le
seguenti competenze di base attese: osservare, descrivere
ed analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e 112
artificiale e riconoscere nelle varie forme i concetti di
sistema e di complessità; analizzare qualitativamente e
quantitativamente fenomeni legati alle trasformazioni di
energia a partire dall’esperienza; essere consapevole delle
potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel contesto
culturale e sociale in cui vengono applicate.
L’indirizzo “Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale” consente di far
acquisire allo studente le competenze relative alla valorizzazione,
produzione e commercializzazione dei prodotti agrari ed agroindustriali, in
relazione ai molteplici ruoli richiesti dalla moderna agricoltura, quindi
anche in riferimento alle questioni ambientali, agli assetti territoriali, al
sostegno agli insediamenti alle zone extraurbane e a quelle intermedie.
- Attività e Insegnamenti obbligatori di indirizzo
o Discipline: Scienze Integrate (Fisica): L’obiettivo
prioritario è di far acquisire allo studente le seguenti
competenze di base attese: osservare, descrivere ed
analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e
artificiale e riconoscere nelle varie forme i concetti di
sistema e di complessità; analizzare qualitativamente e
quantitativamente fenomeni legati alle trasformazioni di
energia a partire dall’esperienza; essere consapevole delle
potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel contesto
culturale e sociale in cui vengono applicate.
o Scienze Integrate (Chimica). L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di base
attese: osservare, descrivere ed analizzare fenomeni
appartenenti alla realtà naturale e artificiale e riconoscere 113
nelle varie forme i concetti di sistema e di complessità;
analizzare qualitativamente e quantitativamente fenomeni
legati alle trasformazioni di energia a partire
dall’esperienza; essere consapevole delle potenzialità e dei
limiti delle tecnologie nel contesto culturale e sociale in
cui vengono applicate.
o Tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
L’obiettivo prioritario è di far acquisire allo studente le
seguenti competenze di base attese: analizzare dati e
interpretarli sviluppando deduzioni e ragionamenti sugli
stessi anche con l’ausilio di rappresentazioni grafiche ,
usando consapevolmente gli strumenti di calcolo e le
potenzialità offerte da applicazioni specifiche di tipo
informatico; essere consapevole delle potenzialità e dei
limiti delle tecnologie nel contesto culturale e sociale in
cui vengono applicate; utilizzare e produrre testi
multimediali.
o Ecologia e pedologia. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di base
attese: osservare, descrivere ed analizzare fenomeni
appartenenti alla realtà naturale e artificiale e riconoscere
nelle varie forme i concetti di sistema e di complessità;
analizzare qualitativamente e quantitativamente fenomeni
legati alle trasformazioni di energia a partire
dall’esperienza.
o Laboratori Tecnologici ed esercitazioni. L’obiettivo
prioritario è di far acquisire allo studente le seguenti 114
competenze di base attese: osservare, descrivere ed
analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e
artificiale e riconoscere nelle varie forme i concetti di
sistema e di complessità; analizzare qualitativamente e
quantitativamente fenomeni legati alle trasformazioni di
energia a partire dall’esperienza; essere consapevole delle
potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel contesto
culturale e sociale in cui vengono applicate.
L’indirizzo “Socio-sanitario” consente di far acquisire allo studente le
competenze relative all’organizzazione e attuazione di adeguati interventi
alle esigenze socio-sanitarie di persone e comunità, per la promozione
della salute e del benessere bio-psico-sociale, con particolare riferimento ai
servizi sociali e sanitari relativi ad attività di servizio per l’inclusione
sociale e per il benessere di persone e comunità, nei settori della
mediazione familiare, immigrazione, fasce sociali deboli, attività di
animazione socio-educative. L’indirizzo presenta due articolazioni: “Arti
ausiliarie delle professioni sanitarie, Odontotecnico” e “Arti ausiliarie delle
professioni sanitarie, Ottici”: nella prima articolazione gli studenti
acquisiscono le competenze di ottica ed oftalmica; nella seconda
articolazione gli studenti acquisiscono le competenze necessarie per
predisporre, nel laboratorio odontotecnico, nel rispetto della normativa
vigente, apparecchi di protesi dentaria.
- Attività e Insegnamenti obbligatori di indirizzo (Servizi socio-
sanitari)
o Discipline: per Scienze Integrate (Fisica) e Scienze
Integrate (Chimica) fare riferimento all’indirizzo “Servizi
per l’agricoltura e lo sviluppo rurale”. 115
o Scienze umane e sociali. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di base
attese: collocare l’esperienza personale in un sistema di
regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti
garantiti dalla Costituzione, a tutela della persona, della
collettività e dell’ambiente; padroneggiare gli strumenti
espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire
l’interazione comunicativa verbale in vari contesti;
riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio
economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio
territorio.
o Elementi di storia dell’arte ed espressioni grafiche.
L’obiettivo prioritario è di far acquisire allo studente le
seguenti competenze di base attese: utilizzare gli strumenti
fondamentali per una fruizione consapevole del
patrimonio artistico e letterario; utilizzare e produrre testi
multimediali.
o Educazione musicale. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di base
attese: utilizzare gli strumenti fondamentali per una
fruizione consapevole del patrimonio artistico e letterario;
utilizzare e produrre testi multimediali.
o Metodologie operative. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di base
attese: collocare l’esperienza personale in un sistema di
regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti
garantiti dalla Costituzione, a tutela della persona della 116
collettività e dell’ambiente; padroneggiare gli strumenti
espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire
l’interazione comunicativa verbale in vari contesti;
riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio
economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio
territorio; Utilizzare gli strumenti fondamentali per una
fruizione consapevole del patrimonio artistico e letterario.
o Seconda lingua straniera (Riconducibile al livello A2 del
QCER). L’obiettivo prioritario è di far acquisire allo
studente le seguenti competenze di base attese: utilizzare
una lingua straniera per i principali scopi comunicativi ed
operativi; produrre testi di vario tipo in relazione ai
differenti scopi comunicativi.
Articolazione “Arti ausiliarie delle professioni sanitarie, Ottico”
o Disciplina: Discipline Sanitarie (Anatomia,
fisiopatologia oculare e igiene). L’obiettivo prioritario
è di far acquisire allo studente le seguenti competenze
di base attese: osservare, descrivere ed analizzare
fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale e
riconoscere nelle varie forme i concetti di sistema e di
complessità; essere consapevole delle potenzialità e
dei limiti delle tecnologie nel contesto culturale e
sociale in cui vengono applicate.
o Ottica, ottica applicata. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di base
attese: osservare, descrivere ed analizzare fenomeni
appartenenti alla realtà naturale e artificiale e 117
riconoscere nelle varie forme i concetti di sistema e di
complessità; individuare le strategie appropriate per la
soluzione di problemi; essere consapevole delle
potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel contesto
culturale e sociale in cui vengono applicate.
o Esercitazioni lenti oftalmiche. L’obiettivo prioritario è
di far acquisire allo studente le seguenti competenze di
base attese: osservare, descrivere ed analizzare
fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale e
riconoscere nelle varie forme i concetti di sistema e di
complessità; individuare le strategie appropriate per la
soluzione di problemi; analizzare qualitativamente e
quantitativamente fenomeni legati alle trasformazioni
di energia a partire dall’esperienza; essere consapevole
delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel
contesto culturale e sociale in cui vengono applicate.
Articolazione “Arti ausiliarie delle professioni sanitarie, odontotecnico”
o Discipline: Anatomia, fisiologia, igiene. L’obiettivo
prioritario è di far acquisire allo studente le seguenti
competenze di base attese: osservare, descrivere ed
analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e
artificiale e riconoscere nelle varie forme i concetti di
sistema e di complessità; individuare le strategie
appropriate per la soluzione di problemi.
o Rappresentazione e modellazione odontotecnica.
L’obiettivo prioritario è di far acquisire allo studente le
seguenti competenze di base attese: osservare, 118
descrivere ed analizzare fenomeni appartenenti alla
realtà naturale e artificiale e riconoscere nelle varie
forme i concetti di sistema e di complessità;
individuare le strategie appropriate per la soluzione di
problemi; essere consapevole delle potenzialità e dei
limiti delle tecnologie nel contesto culturale e sociale
in cui vengono applicate.
o Esercitazioni di laboratorio odontotecnico: L’obiettivo
prioritario è di far acquisire allo studente le seguenti
competenze di base attese: osservare, descrivere ed
analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e
artificiale e riconoscere nelle varie forme i concetti di
sistema e di complessità; individuare le strategie
appropriate per la soluzione di problemi; essere
consapevole delle potenzialità e dei limiti delle
tecnologie nel contesto culturale e sociale in cui
vengono applicate.
L’indirizzo “Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera”
consente di far acquisire allo studente le competenze tecniche, economiche
e normative nelle filiere dell’enogastronomia e dell’ospitalità alberghiera,
in particolare mira a sviluppare la migliore sinergia tra i servizi di
ospitalità e di accoglienze e i servizi enogastronomici, anche attraverso la
progettazione di attività atta a valorizzare il patrimonio delle risorse
ambientali, artistiche, culturali, artigianali del territorio e la tipicità dei
prodotti enogastronomici. L’indirizzo è poi organizzato in tre diverse
articolazioni: “Enogastronomia” per l’acquisizione di competenze che
permettono la valorizzazione, produzione, trasformazione, conservazione e 119
presentazione dei prodotti enogastronomici, promuovendo la tipicità delle
tradizioni locali ma anche individuando le nuove tendenze
enogastronomiche; “Servizi di sala e di vendita” per l’acquisizione di
competenze che mettono gli studenti nella condizione di svolgere attività
operative e gestionali in relazione all’amministrazione, produzione,
organizzazione, erogazione e vendita di prodotti e servizi enogastronomici
e capire quelle che sono le richieste del mercato; “Accoglienza turistica”
per le competenze relative all’organizzazione e gestione delle attività di
ricevimento delle strutture turistico-alberghiere.
- Attività e Insegnamenti obbligatori di indirizzo (Servizi per
l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera)
o Discipline: per Scienze Integrate (Fisica) e Scienze
Integrate (Chimica) fare riferimento all’indirizzo “Servizi
per l’agricoltura e lo sviluppo rurale”.
o Scienza degli alimenti. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di base
attese: osservare, descrivere ed analizzare fenomeni
appartenenti alla realtà naturale e artificiale e riconoscere
nelle varie forme i concetti di sistema e di complessità;
analizzare qualitativamente e quantitativamente fenomeni
legati alle trasformazioni di energia a partire
dall’esperienza.
o Laboratorio di servizi enogastronomici – Settore cucina.
L’obiettivo prioritario è di far acquisire allo studente le
seguenti competenze di base attese: comprendere il 120
cambiamento e le diversità dei tempi storici in una
dimensione diacronica attraverso il confronto fra epoche e
in una dimensione sincronica attraverso il confronto fra
aree geografiche e culturali; riconoscere le caratteristiche
essenziali del sistema socio economico per orientarsi nel
tessuto produttivo del proprio territorio.
o Laboratorio di servizi enogastronomici – Settore sala e
vendita. L’obiettivo prioritario è di far acquisire allo
studente le seguenti competenze di base attese:
riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio
economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio
territorio; padroneggiare gli strumenti espressivi ed
argomentativi indispensabili per gestire l’interazione
comunicativa verbale in vari contesti.
o Laboratorio di servizi di accoglienza turistica. L’obiettivo
prioritario è di far acquisire allo studente le seguenti
competenze di base attese: utilizzare gli strumenti
fondamentali per una fruizione consapevole del
patrimonio artistico e letterario; utilizzare e produrre testi
multimediali.
L’indirizzo “Servizi Commerciali “consente di far acquisire allo studente
le competenze professionali che gli consentono di supportare
operativamente le aziende del settore sia nella gestione dei processi
amministrativi e commerciali sia nell’attività di promozione delle vendite,
come la promozione dell’immagine aziendale.
- Attività e Insegnamenti obbligatori di indirizzo (Servizi 121
commerciali)
o Discipline: per Scienze Integrate (Fisica) e Scienze
Integrate (Chimica) fare riferimento all’indirizzo “Servizi
per l’agricoltura e lo sviluppo rurale”.
o Informatica e laboratorio. L’obiettivo prioritario è di far
acquisire allo studente le seguenti competenze di base
attese: individuare le strategie appropriate per la soluzione
di problemi; utilizzare e produrre testi multimediali;
analizzare dati e interpretarli sviluppando deduzioni e
ragionamenti sugli stessi anche con l’ausilio di
rappresentazioni grafiche, usando consapevolmente gli
strumenti di calcolo e le potenzialità offerte da
applicazioni specifiche di tipo informatico; essere
consapevole delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie
nel contesto culturale e sociale in cui vengono applicate.
o Tecniche professionali dei servizi commerciali.
L’obiettivo prioritario è di far acquisire allo studente le
seguenti competenze di base attese: riconoscere le
caratteristiche essenziali del sistema socio economico per
orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio;
analizzare dati e interpretarli sviluppando deduzioni e
ragionamenti sugli stessi anche con l’ausilio di
rappresentazioni grafiche, usando consapevolmente gli
strumenti di calcolo e le potenzialità offerte da
applicazioni specifiche di tipo informatico.

 Settore Industria e artigianato 122


o Discipline: per le discipline delle attività di insegnamento
dell’area generale fare riferimento al settore “Servizi”.
L’indirizzo “Produzioni industriali e artigianali” consente di far acquisire
allo studente le competenze in grado di destreggiarsi nei processi di
lavorazione, fabbricazione, assemblaggio e commercializzazione di
prodotti industriali e artigianali nelle filiere dei settori produttivi generali
(economia del mare, abbigliamento, industria del mobile e
dell’arredamento, grafica industriale, edilizia, industria chimico-biologica,
produzioni multimediali, cinematografiche e televisive ed altri) sviluppate
in relazione al territorio. L’articolazione “Industria” si concentra sulle
metodiche proprie della produzione e organizzazione industriale;
l’articolazione “Artigianato” approfondisce le metodiche relative
all’ideazione, progettazione, realizzazione e commercializzazione di
oggetti, in piccola e grande serie, ottenuti con e tecniche e metodi
artigianali.
- Attività e Insegnamenti obbligatori di indirizzo (Produzioni
industriali e artigianali)
o Discipline: Tecnologie e tecniche di rappresentazione
grafica. L’obiettivo prioritario è di far acquisire allo
studente le seguenti competenze di base attese: analizzare
dati e interpretarli sviluppando deduzioni e ragionamenti
sugli stessi anche con l’ausilio di rappresentazioni
grafiche, usando consapevolmente gli strumenti di calcolo
e le potenzialità offerte da applicazioni specifiche di tipo
informatico; osservare, descrivere ed analizzare fenomeni
appartenenti alla realtà naturale e artificiale e riconoscere
nelle varie forme i concetti di sistema e di complessità. 123
o Per Scienze Integrate (Fisica) e Scienze Integrate
(Chimica) fare riferimento all’indirizzo “Servizi per
l’agricoltura e lo sviluppo rurale”.
o Tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
L’obiettivo prioritario è di far acquisire allo studente le
seguenti competenze di base attese: individuare le
strategie appropriate per la soluzione di problemi;
analizzare dati e interpretarli sviluppando deduzioni e
ragionamenti sugli stessi anche con l’ausilio di
rappresentazioni; grafiche, usando consapevolmente gli
strumenti di calcolo e le potenzialità offerte da
applicazioni specifiche di tipo informatico; essere
consapevole delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie
nel contesto culturale e sociale in cui vengono applicate.
o Laboratori tecnologici ed esercitazioni. L’obiettivo
prioritario è di far acquisire allo studente le seguenti
competenze di base attese: osservare, descrivere ed
analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e
artificiale e riconoscere nelle varie forme i concetti di
sistema e di complessità; analizzare qualitativamente e
quantitativamente fenomeni legati alle trasformazioni di
energia a partire dall’esperienza; essere consapevole delle
potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel contesto
culturale e sociale in cui vengono applicate.
L’indirizzo “Manutenzione e assistenza tecnica” consente di far acquisire
allo studente le competenze per gestire, organizzare ed effettuare interventi 124
di installazione e manutenzione ordinaria, di diagnostica, riparazione e
collaudo relativamente a piccoli sistemi, impianti e apparati tecnici, anche
marittimi, nelle filiere dei settori produttivi generali, come elettronica,
elettrotecnica, meccanica e termotecnica, anche nella fase di post-
commercializzazione.
- Attività e Insegnamenti obbligatori di indirizzo (Manutenzione
e assistenza tecnica)
o Per Tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica,
Tecnologie dell’informazione e della comunicazione,
Laboratori tecnologici ed esercitazioni, Scienze Integrate
(Fisica) e Scienze Integrate (Chimica) fare riferimento
all’indirizzo “Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.
IL VOTO IN CONDOTTA
Con il D.M. 16 gennaio 2009, n. 5 il Ministero dell'Istruzione ha
reintrodotto il voto in condotta nella secondaria di primo e secondo grado.
 Nella scuola primaria il voto in condotta è espresso in decimi;
 nella scuola secondaria di I e II grado è espresso attraverso un
voto numerico accompagnato da una nota di spiegazione e fa
media.
Il voto in condotta è espresso dal Consiglio di Classe su proposta del
docente coordinatore di classe. Secondo le linee dettate dal Miur: “la
valutazione espressa in sede di scrutinio intermedio o finale non può
riferirsi ad un singolo episodio, ma deve scaturire da un giudizio
complessivo di maturazione e di crescita civile e culturale dello studente in
ordine all’intero anno scolastico”. In particolare viene assegnato tenendo
conto di specifici criteri che considerano diverse dimensioni: 125
a) Comportamento, cioè l’atteggiamento tenuto nel contesto
scolastico, dal modo di relazionarsi con docenti e compagni alla
partecipazione mostrata nelle attività didattiche e nelle iniziative
scolastiche.
b) Frequenza, si tiene conto delle assenze fatte, dei ritardi, delle
uscite anticipate. In caso di numero di assenze eccendenti il 25%
dei giorni di scuola, è automaticamente applicato il 5 in condotta e
la conseguente bocciatura.
c) Impegno, come la puntualità nello svolgimento dei compiti, delle
verifiche scritte e orali. Sono considerati particolarmente gravi e
sanzionabili con il 5 in condotta: gli atteggiamenti violenti, i furti,
il disturbo prolungato delle lezioni, le firme falsificate.
Il 5 in condotta, cioè l’insufficienza, deve essere debitamente motivato con
giudizio sintetico e verbalizzato al momento dello scrutinio sia intermedio
che finale. Il Miur ha anche definito i profili degli studenti, grazie a cui i
docenti possono orientarsi per formulare la valutazione.
Profilo Voto
Studenti che sono sempre stati corretti nei comportamenti con i professori,
i compagni e il personale scolastico; hanno partecipato attivamente alla
vita scolastica; non hanno ricevuto note disciplinari; hanno utilizzato in 10
maniera responsabile il materiale e le strutture della scuola e non hanno
totalizzato un numero eccessivo di assenze o ritardi.
Studenti che sono generalmente corretti nei confronti di insegnanti,
compagni e personale della scuola; non hanno ricevuto note disciplinari;
9
hanno partecipato attivamente alle lezioni e non hanno totalizzato un
numero eccessivo di assenze o ritardi.
126
Studenti che hanno manifestato un comportamento nei confronti dei
docenti, dei compagnie del personale della scuola sostanzialmente
corretto, anche se in alcune occasioni sono stati ripresi, hanno ricevuto 8
sporadiche note disciplinati e ammonizioni anche verbali e si sono resi
responsabili di qualche ritardo non giustificato.
Studenti che hanno dimostrato comportamenti poco corretti nei confronti
dei professori, dei compagni e del personale della scuola; sono stati ripresi
in più occasioni dagli insegnanti ed hanno ricevuto frequenti note 7
disciplinari; sono stati spesso assenti e non hanno effettuato i compiti
assegnati in maniera puntuale e costante.
Studenti che hanno manifestato un comportamento non corretto nei
confronti dei docenti, dei compagni e del personale della scuola; hanno
6
totalizzato spesso assenze e/o ritardi non giustificati; sono stati ripresi
ripetutamente per atteggiamenti e comportamenti non consoni alla
situazione ed hanno ricevuto spesso note disciplinari per violazioni non
gravi; hanno utilizzato in maniera negligente le strutture e il materiale
scolastico.
Studenti che non hanno portato rispetto a insegnanti, compagni e
personale della scuola e sono stati spesso assenti dalle lezioni senza una
giustificazione plausibile; sono stati ripresi spesso per il proprio
5
atteggiamento ed hanno ricevuto note disciplinari per violazioni gravi;
hanno utilizzato in maniera irresponsabile il materiale scolastico e non
hanno mai svolto i compiti assegnati.

Inoltre, secondo una sentenza del Tar Campania (n. 6508 dell’8
novembre), anche i comportamenti tenuti furi dall’orario scolastico
possono essere valutati per esprimere la valutazione. I giudici hanno,
infatti, rilevato come l’articolo 7 del D.P.R. 122/2009 non circoscrive il
127
comportamento al territorio o all’orario, ma considera il complessivo
atteggiamento dell’alunno e il suo porsi nell’ambito del percorso scolastico
considerato a tutto tondo. Primo compito della scuola, infatti, è quello di
contribuire alla crescita personale e culturale di chi la frequenta.

GLI ESAMI DI STATO

Primo ciclo
Il d.lgs. n.62/2017 ha stabilito nuove norme in materia di valutazione e
certificazione nel primo ciclo e di esami di stato del primo e del secondo
ciclo.
Nella scuola primaria, gli alunni sono ammessi alla classe successiva e alla
prima classe della scuola secondaria di primo grado anche in presenza di
livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima
acquisizione. Nella scuola secondaria di primo grado è possibile
promuovere anche in casi in cui le conoscenze e le competenze delle
discipline “non sono del tutto consolidate o sono in corso di acquisizione”,
da migliore con percorsi di recupero e consolidamento che le scuole
devono obbligatoriamente attivare.
Sono ammessi all’esame di Stato, in via generale, anche nel caso di
parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in una o più
discipline, gli studenti che:
 hanno frequentato almeno 3/4 del monte ore annuale
personalizzato, fatte salve eventuali deroghe dal Collegio docenti
deliberate;
 non sono incorsi nella sanzione disciplinare del non esame di Stato
(d. P. R. n. 249/1998, art. 4, commi 6 c 9 bis); 128

 hanno partecipato, entro il mese di aprile, alle prove nazionali di


italiano, matematica e inglese predisposte dall'INVALSI.
Pur in presenza di questi criteri, il Consiglio di classe, con adeguata
motivazione e delibera a maggioranza, in caso di mancata acquisizione dei
livelli di apprendimento in una o più discipline, può non ammettere
all’esame di Stato un alunno. Agli alunni ammessi all’esame di Stato, in
sede di scrutinio finale, viene attribuito dal Consiglio di classe un voto di
ammissione espresso in decimi. Il voto di ammissione è stabilito da
criteri/descrittori stabiliti dal Collegio dei docenti, non può essere
formulato sulla media aritmetica dei voti e deve tener conto
dell’andamento complessivo del triennio. Il voto di ammissione può anche
essere inferiore ai sei decimi.
La commissione d’esame è composta dai docenti del Consiglio di classe e
presieduta dal D. S. o, in sua assenza, da un docente suo collaboratore.
L’esame di Sato si svolge tra il termine delle lezioni ed entro il 30 giugno,
con il D. S. che ne definisce il calendario. Nella riunione preliminare della
commissione vengono stabiliti in particolare: la durata delle singole prove,
che non può comunque superare le 4 ore, l’ordine di successione delle
prove scritte e quello delle classi per il colloquio finale.
L’esame di Stato è composto da tre prove scritte ed un colloquio. Le prove
scritte sono: italiano o lingua nella quale si svolge l'insegnamento;
competenza logico-matematica; competenze nelle lingue straniere studiate.
a) Per la prova di italiano, volta ad accertare la padronanza della
lingua, la capacità di espressione e l’esposizione del pensiero, la
Commissione deve predisporre almeno tre terne di tracce che
comprano le tre diverse tipologie di: testo narrativo o descrittivo, 129
testo argomentativo, comprensione e sintesi di un testo (letterario,
divulgativo, scientifico), Nel giorno della prova, la commissione
sorteggia la terna di tracce.
b) Per la prova di matematica, volta ad accertare la capacità di
rielaborazione e di organizzazione delle conoscenze, delle abilità e
delle competenze acquisite dalle alunne e dagli alunni, con
riferimento alle aree previste dalle Indicazioni nazionali, la
commissione deve predisporre almeno tre tracce, riferite alla
tipologia dei problemi e ai quesiti a risposta aperta. La
commissione sorteggia la traccia il giorno della prova.
c) Per la prova di lingue straniere, volta ad accertare le competenze
di comprensione e produzione scritta dell’inglese (livello A2) e
della seconda lingua comunitaria (livello A1), le commissioni
devono predisporre almeno tre tracce, scegliendo tra le tipologie
(anche combinabili all’interno della stessa traccia): questionario di
comprensione di un testo a risposta chiusa o aperta;
completamento, riscrittura o trasformazione di un testo;
elaborazione di un dialogo; lettera o email personale; sintesi di un
testo. La commissione sorteggia la traccia il giorno della prova.
d) Il colloquio è volto a valutare il livello di acquisizione delle
conoscenze, abilità e competenze descritte nel profilo finale dello
studente previsto dalle Indicazioni nazionali. Viene condotto
collegialmente dalla sottocommissione, tiene conto delle
competenze sviluppate con l’insegnamento di “Cittadinanza e
Costituzione”, e per i percorsi a indirizzo musicale è prevista
anche la prova pratica di strumento.
Sulla base dei criteri definiti dalla commissione nella riunione preliminare, 130
la sottocommissione corregge e valuta le prove scritte, attribuendo ad ogni
prova e al colloquio un voto espresso in decimi, anche la prova in lingue
straniere prevede un unico voto. Su proposta della sottocommissione, la
commissione delibera la valutazione finale espressa in decima. Questa si
ottiene dalla media, arrotondata per eccesso, tra il voto di ammissione e la
media non arrotondata dei voti delle prove e del colloquio, e si considera
superato se il candidato ottiene una votazione complessiva di almeno sei
decimi e, in caso di votazione uguale a dieci decimi, la commissione, con
voto unanime e in relazione alle valutazioni conseguite nel percorso
scolastico del triennio e agli esiti delle prove d'esame, può attribuire la
lode.
Possono sostenere l’esame di Stato come privatisti, gli alunni che
compiono il tredicesimo anno di età entro il 31 dicembre dell’anno in cui
svolgono la prova, a condizione che abbiano conseguito l’ammissione alla
prima classe della scuola secondaria di primo grado, con richiesta da
presentare entro il 20 marzo, in modo da poter svolgere le prove
INVALSI. I candidati privatisti non hanno un voto di ammissione e il voto
finale si ottiene attraverso la media degli esiti delle prove scritte e del
colloquio.
I candidati con disabilità partecipano alle prove standardizzate nazionali,
in cui possono essere previsti dal consiglio di classe strumenti
compensativi o misure dispensative e, se non sufficienti, specifici
adattamenti della prova o l’esonero della prova. Le prove di esame
vengono sostenute dai candidati con disabilità con l’ausilio di attrezzature
tecniche e/o sussidi didattici. La sottocommissione, per lo svolgimento 131
dell’esame di Stato, sulla base del PEI, predispone prove differenziate
volte a valutare i progressi dell’alunno con disabilità rispetto ai livelli di
apprendimento inziale. Le prove differenziate hanno valore equivalete e
consentono il conseguimento del diploma finale; se non si presentano agli
esami, viene rilasciato un attestato di credito formativo, che costituisce
comunque titolo valido per l’iscrizione alla scuola secondaria di secondo
grado o ai corsi di istruzione e formazione professionale, ai soli fini del
riconoscimento di ulteriori crediti formativi.
I candidati con DSA (legge n. 170/2010) sono valutati ed ammessi
all’esame finale sulla base del PDP, prevedendo misure dispensative e
strumenti compensativi, con la commissione che può attribuire tempi più
lunghi per lo svolgimento delle prove, o l’utilizzo di apparecchiature e
strumenti informatici nel caso questi siano già stati impiegati durante le
verifiche nell’anno scolastico e se ritenute funzionali e non pregiudizievoli
delle prove scritte. Per la prova scritta di lunga straniera, l’alunno in
possesso della certificazione che prevede la dispensa dallo scritto, svolge
la prova in forma orale.
Per il superamento dell’esame di Stato, le prove differenziate sulla base del
PEI o del PDP, hanno valore equivalente alle prove ordinarie, anche per gli
alunni con DSA per cui sono previste misure dispensative.

Secondo ciclo
Le nuove norme in materia di valutazione previste dal d. lgs. n. 62/2017
entreranno in vigore dall’a.s. 2018/2019.
Sono ammessi gli studenti che, salvo quanto previsto dal d. P. R. n.
249/1998, art. 4, c. 6, abbiano:
 frequentato per almeno per almeno 3/4 del monte ore annuale
132
personalizzato (salvo le deroghe previste dall’art. 14, c. 7, del d. P.
R. n. 122/09);
 conseguito una valutazione pari a sei decimi in tutte le discipline,
salvo la possibilità per il Consiglio di classe di ammettere l’alunno
con voto inferiore a 6 in una o gruppo di discipline valutate con
l’attribuzione di un voto unico;
 la sufficienza in condotta;
 la partecipazione alle prove INVALSI (prorogata al 1° settembre
2019, legge n. 108/2018);
 lo svolgimento dell’alternanza scuola lavoro (prorogata al 1°
settembre 2019, legge n. 108/2018);
La prova INVALSI riguarda le discipline di italiano, matematica ed
inglese ed è computer based. Le prestazioni degli studenti vengono
valutate sia con un punteggio numerico su scala quantitativa, sia per
quanto riguarda il livello di competenza su una scala qualitativa da 1 a 5,
che descrive quello che gli alunni sanno fare con quello che sanno. Per gli
alunni disabili, il consiglio di classe stabilisce gli strumenti compensativi e
le misure dispensative necessarie allo svolgimento fino all’adattamento
della prova. Per gli alunni con DSA, il Consiglio di classe può disporre di
strumenti compensativi coerenti con il PDP; in caso di studenti con DSA
dispensati dalla prova scritta di lingua straniera o esonerati
dall’insegnamento, questi non sostengono la prova di lingua inglese.
L’ammissione all’esame dei candidati interni è disposta dal consiglio di
classe, presieduto dal D. S. o da un suo delegato. La deroga, straordinaria
per casi eccezionali. è prevista per assenze documentate e continuative e 133
che comunque non pregiudichino il fatto di poter valutare gli alunni;
mentre il superamento del limite di frequenza, comprensivo delle deroghe,
comporta l’esclusione automatica dallo scrutinio finale e la non
ammissione né alla classe successiva, né all’esame finale. In caso di
ammissione con voti inferiori a 6 in una disciplina o gruppo di discipline
valutate con attribuzione di un voto unico, il consiglio di classe, con
adeguata motivazione, può deliberare l’ammissione.
Se un alunno, non è mai incorso in non ammissioni nelle classi II e III, e,
in queste classi ha riportato una valutazione non inferiore a 7 in ogni
disciplina e non inferiore a 8 nel comportamento, ed ha riportato nello
scrutinio finale della classe quarta una votazione non inferiore ad 8 in
ciascuna disciplina e nel comportamento, può chiedere l’abbreviazione
per merito e l’ammissione all’esame di Stato.
Per quanto riguarda i candidati esterni, per l’ammissione all’esame di
Stato, devono:
 aver compiuto il diciannovesimo anno di età entro l’anno solare in
cui si svolge l’esame e dimostrare di essere in regola con l’obbligo
di istruzione;
 essere in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo
grado;
 essere in possesso di un titolo di corso di studio di istruzione
secondaria di secondo grado di durata almeno quadriennale o di
diploma professionale di tecnico;
 aver cessato la frequenza dell’ultimo anno di corso prima del 15
marzo;
134
 aver partecipato alla prova INVALSI (prorogato al 1° settembre
2019, legge n. 108/2018);
 aver svolto attività assimilabili all’alternanza scuola-lavoro
(prorogato al 1° settembre 2019, legge n. 108/2018).
Oltre a tali requisiti preliminari, i candidati esterni devono sostenere un
esame preliminare volto ad accertare il possesso della preparazione
richiesta dalla materie dell’anno o degli anni per i quali non hanno la
promozione o l’idoneità alla classe successiva, o delle discipline del quinto
anno, oppure se pur essendo in possesso di idoneità o promozione
all’ultimo anno, non l’abbiamo frequentato. Al fine del superamento deve
ottenersi una valutazione non inferiore a sei decimi per ogni prova
sostenuta.
La domanda di ammissione agli esami di Stato deve essere presentata
all’Ufficio scolastico regionale, che assegna i candidati agli istituti
scolastici statali o paritari. Anche i candidati extracomunitari che non
hanno frequentato l’ultimo anno in Italia o in istituzioni scolastiche italiane
all’estero, possono sostenere l’esame di Stato secondo le modalità previste
per tutti i candidati esterni.
Per gli studenti con disabilità i criteri di ammissione sono i medesimi di
quelli previsti per gli altri studenti. Gli studenti con DSA sono ammessi
all’esame di Stato sulla base del PDP e secondo i criteri previsti per tutti
gli studenti.
Il credito scolastico viene attribuito dal consiglio di classe nel secondo
biennio e nell’ultimo anno fino ad un massimo di 40 punti (12 punti al
terzo anno, 13 punti al quarto anno, 15 punti al quinto anno) secondo la
media dei voti conseguito negli scrutini finali dei tre anni di riferimento, 135
prevedendo cinque fasce nel terzo e quarto anno e sei fasce nell’ultima
classe.
Ripartizione crediti scolastici
Media Fasce credito III Fasce credito IV Fasce credito ultimo
Voti anno anno anno
<6 --- --- 7-8
=6 7-8 8-9 9-10
6< M ≤ 7 8-9 9-10 10-11
7< M ≤ 8 9-10 10-11 11-12
8< M ≤ 9 10-11 11-12 13-14
9< M ≤10 11-12 12-13 15-15

*Nel caso di abbreviazione per merito, il credito scolastico del quinto anno viene
attribuito nella stessa misura del quarto anno. Nel caso dei candidati esterni viene
attribuito dal consiglio della classe innanzi al quale i medesimi sostengono
l’esame preliminare, sulla base della documentazione del curriculum scolastico e
dei risultati delle prove preliminari

La Commissione d’esame è costituita da 7 membri, tre docenti interni, tre


esterni e dal presidente esterno, secondo il criterio di una commissione
ogni due classi per ogni istituto scolastico, e nominati dall’USR
competenti per territorio. Essa, nell’espletamento dei lavori, tiene conto
del Documento del 15 maggio da parte del Consiglio di classe e
contenente i metodi, i mezzi, gli spazi, i tempi del percorso formativo, i
criteri, gli strumenti di valutazione adottati, gli obiettivi raggiunti, i
progetti svolti nell'ambito di “Cittadinanza e Costituzione” ed ogni
elemento che il consiglio ritiene utile per l’esame di Stato.
Le prove d’esame sono tre, articolare in due prove scritte e una prova
orale:
136
a) la prova di italiano, consiste nella redazione di un elaborato con
diverse tipologie testuali (analisi del testo, composta da 2 tracce;
testo argomentativo, composto da 3 tracce; riflessioni sul
tematiche di attualità, composto da 2 tracce). La prova, come
stabilito dal Documento di lavoro per la preparazione delle tracce
della prima prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del
secondo ciclo di istruzione, deve accertare la padronanza della
lingua italiana, le capacità espressive, logico-linguistiche e critiche
del candidato. Detto documento stabilisce anche le indicazioni
generali per la valutazione degli elaborati e gli indicatori specifici
per le singole tipologie di prova;
b) la seconda prova verte sulle discipline caratterizzanti i percorsi di
studio, può essere scritta, grafica, scritto-grafica, compositiva-
esecutiva musicale e coreutica secondo quanto definito dal D. M.
n.10/2015 (“Regolamento recante norme per lo svolgimento della
seconda prova scritta degli esami di Stato conclusivi dei corsi di
studio di istruzione secondaria di secondo grado”).
i. Per il liceo classico la prova consiste nella traduzione, in
italiano ovvero nella lingua in cui si svolge
l'insegnamento, di un testo latino o greco.
ii. Per il liceo scientifico la prova consiste nella soluzione di
un problema a scelta del candidato tra due proposte e nella
risposta ad alcuni quesiti.
iii. Per il liceo delle scienze umane la prova consiste nella
trattazione di un argomento afferente gli ambiti
disciplinari antropologico, pedagogico, sociologico.
iv. Per il liceo artistico la prova consiste nell’elaborazione di 137
un progetto, relativo allo specifico indirizzo del Liceo
artistico, che tiene conto della dimensione pratica e
laboratoriale delle discipline coinvolte.
v. Per il liceo linguistico la prova consiste nell'analisi di uno
dei testi proposti e consta della parte con risposte a
domande aperte o anche chiuse, relative al testo scelto dal
candidato fra quelli proposti e della parte di redazione di
un testo in forma di narrazione o descrizione o
argomentazione afferente alla tematica trattata nel testo
scelto.
vi. Per i licei musicali e coreutici la prova consiste in due
parti, la prima ha ad oggetto una delle seguenti tipologie:
analisi di una composizione; composizione di un brano
attraverso un basso dato; realizzazione e descrizione di un
percorso digitale del suono; progettazione di
un'applicazione musicale. La seconda parte consiste nella
prova di strumento. Mentre per la sezione coreutica, la
prima parte ha per oggetto l’esibizione collettiva e la
realizzazione di una accompagnatoria; la seconda parte
consiste in una esibizione individuale.
vii. Per gli istituti tecnici – settore economico la prova
consiste nell’analisi di testi e documenti economici, o in
un’analisi di casi aziendali o in una simulazione aziendale.
viii. Per gli istituti tecnici – settore tecnologico, la prova
consiste nell’analisi di problemi tecnologico-tecnici, o
nell’analisi di caratteristiche di macchine e
apparecchiature, o nell’ideazione e progettazione di 138
componenti e prodotti delle diverse filiere, o nell’analisi di
processi tecnologici di produzione, gestione e controllo di
qualità dei processi produttivi, o nello sviluppo di
strumenti per l'implementazione di soluzioni a problemi
organizzativi e gestionali dei processi produttivi, o nella
gestione di attività produttive e del territorio nel rispetto e
tutela dell'ambiente.
ix. Per gli istituti professionali – settore servizi la prova
consiste nella definizione, analisi ed elaborazione di un
tema relativo al percorso professionale, o nell’ analisi e
soluzione di problematiche della propria area
professionale (caso aziendale), o nell’individuazione e
predisposizione delle fasi per la realizzazione di un
prodotto o di un servizio, o nell’ individuazione di
modalità e tecniche di commercializzazione dei prodotti
e dei servizi.
x. Per gli istituti professionali – settore industria e
artigianato la prova consiste nell’analisi e problemi
tecnici relativi alle materie prime, ai materiali e ai
dispositivi del settore di riferimento, o nella diagnosi
nella predisposizione, conduzione e mantenimento in
efficienza di macchine, impianti e attrezzature, o
nell’organizzazione dei servizi tecnici nel rispetto delle
normative sulla sicurezza personale e ambientale, o
nell’individuazione e predisposizione delle fasi per la
realizzazione di un prodotto artigianale o industriale, o
nell’ individuazione di modalità e tecniche di 139
commercializzazione dei prodotti o anche dei servizi.
c) la prova orale consiste in un’analisi, su proposta della
Commissione, di testi, documenti, esperienze, progetti, al fine di
accertare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle
singole discipline, le capacità argomentative e critiche. Inoltre, gli
studenti dovranno esporre l’esperienza di alternanza scuola-lavoro
supportata da una breve relazione e/o elaborato multimediale.
Infine verranno valutate le conoscenze relative all’insegnamento di
“Cittadinanza e Costituzione”.
Per gli studenti disabili, le prove d’esame e la relativa equipollenza sono
stabilite dal Consiglio di classe nella predisposizione del PEI, con la
Commissione d’esame che predispone una o più prove differenziate. In
caso di prove equipollenti viene rilasciato il titolo di studio conclusivo del
secondo ciclo di istruzione, e nel diploma non viene menzionato lo
svolgimento di prove differenziate. In caso di prove non equipollenti/non
partecipazione all’esame/non svolgimento di una o più prove consegue
un’attestazione di credito formativo.
Per gli studenti con DSA, la Commissione, sulla base della
documentazione fornita dal Consiglio di classe e del PDP, può prevedere
nello svolgimento delle prove: tempi più lunghi, strumenti compensativi
che non pregiudicano la validità delle prove medesime. In caso di
candidati dispensati dalle prove scritte ordinarie di lingua straniera (se
questa è oggetto della seconda prova scritta) la commissione predispone
una prova orale sostitutiva e nel diploma finale non viene menzionata la
dispensa; mentre nei casi di candidati esonerati dall’insegnamento della
lingua straniera, questi seguono un percorso differenziato con prove
differenziate e non equipollenti che consente il rilascio del solo attestato 140
di credito formativo.

Il voto finale viene espresso in centesimi, derivante dalla somma del


credito scolastico (fino a 40 punti), del punteggio ottenuto nella prima
prova secondo la griglia di valutazione (fino a 20 punti), del punteggio
ottenuto nella seconda prova secondo le griglie di valutazione (fino a 20
punti), del punteggio del colloquio (fino a 20 punti). Il punteggio minimo
per superare l’esame è 60/100, quello massimo conseguibile è 100/100 a
cui, la commissione, può anche attribuire, all’unanimità, la lode se: il
punteggio massimo è conseguito senza fruire della integrazione di
punteggio, se è stato conseguito il credito scolastico massimo con voto
unanime del Consiglio di classe, se è stato conseguito il massimo
punteggio in ogni prova d’esame.
Nei casi di voto senza lode, la commissione può integrare il punteggio
ottenuto con ulteriori crediti (fino a 5) se: il credito scolastico del
candidato è almeno pari a trenta punti e se il risultato complessivo nelle
prove d’esame è almeno di cinquanta punti.
Al superamento dell’esame di Stato verrà rilasciato il diploma con
allegato il curriculum, attestante l’indirizzo, la durata del corso di studi e
il punteggio ottenuto, mentre la parte allegata riporta:
 l’elenco delle discipline studiate con il monte ore per ciascuna di
esse;
 i livelli di apprendimento conseguiti nelle prove INVALSI;
 la certificazione sulle abilità di comprensione e uso della lingua
inglese;
 le competenze, le conoscenze e le abilità anche professionali
acquisite; 141

 le attività svolte in ambito extra-scolastico;


 le attività di alternanza scuola-lavoro;
 altre eventuali certificazioni conseguite, ai sensi di quanto
previsto dall’articolo 1, comma 28, della legge n. 107/2015.

LA VALORIZZAZIONE DELLE ECCELLENZE


La normativa che disciplina la valorizzazione delle eccellenze è stata
introdotta dalla legge n. 1 dell’11 gennaio 2007, poi modificato dal D. Lgs.
n.262 del 29 dicembre 2007 (Disposizioni per incentivare l'eccellenza
degli studenti nei percorsi di istruzione). In particolare, l’art. 2 definisce i
criteri e le procedure, specificando che la valorizzazione delle eccellenze
riguarda gli studenti dei corsi di istruzione superiore delle scuole statali e
paritarie. L’art. 3 stabilisce le procedure di confronto, le competizioni
nazionali, internazionali, le olimpiadi e certamina (latino, greco
antico, matematica e fisica). I risultati raggiunti sono riconosciuti
attraverso la certificazione delle eccellenze, con l’acquisizione di un
credito formativo e può anche darsi una forma di incentivo (benefit e
accreditamenti per l'accesso a biblioteche, musei, istituti e luoghi della
cultura; ammissione a tirocini formativi; partecipazione ad iniziative
formative organizzate da centri scientifici nazionali con destinazione
rivolta alla qualità' della formazione scolastica; viaggi di istruzione e visite
presso centri specialistici; benefici di tipo economico; altre forme di
incentivo secondo intese e accordi stabiliti con soggetti pubblici e privati).
Per quanto riguarda i benefit di tipo economico, questi non sono sottoposti
ad alcun regime fiscale, in quanto perseguono le finalità di interesse
generale ed hanno valore meramente culturale. I programmi per la 142
promozione dell’eccellenza sono definiti prima dell’inizio di ogni anno
scolastico con apposito decreto del Ministero dell’Istruzione, Università e
Ricerca.

LA SCUOLA NON STATALE


Il principio della parità scolastica tra soggetti erogatori dell’istruzione è
stato introdotto dalla legge n.62 del 10 marzo 2000. Sono scuole paritarie
le istituzioni scolastiche non statali e degli enti locali che, dalla scuola
dell’infanzia, corrispondono agli ordinamenti generali dell’istruzione,
predispongono un’offerta formativa che soddisfa la domanda delle
famiglie e rispettano i requisiti di qualità ed efficienza fissati dalla legge.
La parità viene riconosciuta alla scuola previa istanza prodotta all’Ufficio
scolastico regionale competente per territorio; le Regioni a statuto speciale
e le province autonome di Trento e Bolzano esercitano le loro attribuzioni
in conformità ai rispettivi Statuti speciali e relative norme di attuazione.
L’istanza di riconoscimento della parità può essere inoltrata: per scuole già
funzionanti e riconosciute (materne autorizzate, elementari parificate,
medie e secondarie superiori legalmente riconosciute e pareggiate); per le
scuole già funzionanti allo stato di private; per scuole che attiveranno il
funzionamento all’inizio dell’anno scolastico successivo a quello di inoltro
della richiesta. L’istanza deve comunque essere inoltrata entro il 30 marzo
dell’anno scolastico precedente. Ad accertare il possesso dei requisiti è
l’Ufficio scolastico regionale, con provvedimento espresso adottato dal
dirigente generale preposto all’ufficio, entro il 30 novembre dell’anno
scolastico successivo a quello della presentazione dell’istanza. Per le
scuole già riconosciute, l’istituzione di corsi di indirizzi diversi ovvero la 143
soppressione di corsi, il dirigente generale emana apposito decreto
sostitutivo del precedente. Gli uffici scolastici regionali ai sensi dell’art.1
comma 5 della legge 62 del 2000, accertano la permanenza dei requisiti
attraverso verifiche periodiche e comunque non oltre ogni triennio. In caso
di esito negativo di uno o piò requisiti, il dirigente generale preposto
all’USR indica gli interventi idonei per consentire il tempestivo ripristino
dei requisiti mancanti. Se la mancanza persiste, il dirigente dispone la
sospensione o la revoca del riconoscimento, avendo cura di tutelare i
diritti, per l’anno scolastico in corso, degli alunni frequentanti e del
personale in servizio.
La scuola paritaria è costituita da uno o più corsi completi. In fase
d’istituzione di nuovi corsi completi, il riconoscimento della parità ha
efficacia anche nei confronti di singole classi; in presenza di impreviste
evenienze (nuove iniziative indicate nel piano dell’offerta formativa,
ripetenze o nuove iscrizioni che superano la capienza della classe e
richiedono lo sdoppiamento) il gestore lo comunica all’USR che
provvederà agli eventuali accertamenti in vista della necessaria
programmazione degli esami finali del corso.
Le scuole paritarie possono altresì essere sede di esame d’idoneità che
consente all’alunno di conseguire il titolo di studio valido per l’iscrizione
alla classe richiesta. Gli studenti che hanno effettuato la preparazione in
scuole o corsi privati è fatto divieto di sostenere esami di idoneità presso
scuole paritarie che dipendono dallo stesso gestore o da altro avente
comunanza di interesse. Se ricorrono gravi ed eccezionali motivi
concernenti fatti e situazioni che investono la funzionalità della scuola in
relazione ai suoi istituzionali compiti educativi e formativi, il direttore
dell’USR può, con motivato decreto, disporre che presso la scuola non si 144
effettuano esami di idoneità; per gli studenti che hanno già presentato
domanda, l’ufficio scolastico regionale assegna un termine per la loro
ripresentazione ad altra scuola.
Agli esami conclusivi dei corsi di studio, possono partecipare anche
candidati esterni, con numero massimo determinato dal coordinatore
didattico della scuola e di regola non superiore alla metà degli alunni
interni frequentanti la relativa classe terminale.
Al personale docente della scuola paritaria è richiesto il possesso
dell’abilitazione prescritta per l’insegnamento impartito. Il soggetto
gestore deve predisporre il progetto educativo su cui verrà basato il piano
dell’offerta formativa che è elaborato dal collegio dei docenti, tenendo
conto delle richieste dei genitori e degli studenti e viene approvato dal
gestore. Per le finalità contenute nel progetto educativo, le istituzioni
scolastiche paritarie promuovono o aderiscono ad accordi di rete tra scuole
dipendenti dallo stesso o diverso gestore, anche se operano in regioni
diverse.
Diversamente, le scuole non paritarie permettono l’assolvimento
dell’obbligo d’istruzione, ma non possono rilasciare titoli di studio aventi
valore legale, né attestati intermedi né finali con valore di certificazione
finale. Ogni anno vengono aggiornati gli elenchi regionali di queste scuole.
Ai finni dell’iscrizione ai registri vengono richiesti: un progetto educati e
l’offerta formativa, la disponibilità di locali, arredi e attrezzature conformi
alla normativa vigente, l’impiego di personale docente e di un coordinatore
delle attività educative e didattiche in possesso di titoli professionali
coerenti con gli insegnamenti impartiti e con l’offerta formativa della
scuola.
Con D.P.R. 18 aprile 1994, n. 389 è consentita la creazione di scuole e 145
istituzioni straniere in Italia. Queste possono riguardare scuole di
qualunque ordine o grado e organismi culturali di qualunque tipo, da
presentare al Ministero della pubblica istruzione, ovvero al Ministero per i
beni culturali ed ambientali. Gli attestati rilasciati non hanno valore legale
dei titoli di studio rilasciati dalle scuole statali pareggiate o legalmente
riconosciute in Italia. L’autorizzazione è concessa previo parere del
Ministero degli affari esteri, mentre in casi di urgenza determinata da
particolari contingenze, il prefetto competente per territorio può, con
provvedimento motivato, ordinare la chiusura provvisoria di scuole e
organismi e il Ministero competente può ordinare la soppressione o la
chiusura definitiva entro trenta giorni dall'adozione del provvedimento
prefettizio.
LE SCUOLE ITALIANE ALL’ESTERO
La rete delle istituzioni scolastiche italiane all’estero fa capo al Ministero
degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Queste scuole
hanno come fine la promozione della lingua e della cultura italiana, il
mantenimento dell’identità culturale dei figli dei connazionali e dei
cittadini di origine italiana. Tutti gli ordini e i gradi della scuola sono
compresi in questa rete. Si annoverano:
8 istituti statali omnicomprensivi (sedi di Addis Abeba, Asmara, Atene,
Barcellona, Istanbul, Madrid, Parigi e Zurigo);
43 scuole italiane paritarie (presenti in tutte le aree geografiche del
mondo);
7 sezioni italiane presso scuole europee: 3 a Bruxelles ed 1 a
Lussemburgo, Francoforte, Monaco di Baviera e Varese;
146
79 sezioni italiane presso scuole straniere, bilingui o internazionali (63 in
UE, 19 in Paesi non UE, 1 nelle Americhe, 2 in Asia e Oceania);
2 scuole non paritarie con sedi a Smirne e Basilea.
Le scuole statali all’estero conformano il proprio ordinamento a quello
delle corrispondenti scuole del sistema nazionale di istruzione e
formazione, perciò redigono il POF triennale e impartiscono
l’insegnamento della religione cattolica secondo le stesse disposizioni
applicate nel territorio nazionale. Inoltre, il Ministero degli Esteri può
autorizzare l’insegnamento di altre religioni. A capo di ogni scuola statale
all’estero vi è un dirigente scolastico. Spetta al Ministero promuovere
iniziative atte a: inserire gli studenti italiani nei sistemi scolastici locali,
formare i docenti locali con riferimento alle linee guida e alla indicazioni
nazionali.
Anche questi istituti scolastici sono soggetti al sistema di valutazione, per
vagliare la qualità dell’offerta formativa, l’impatto degli interventi
legislativi, la qualità dell’insegnamento offerto dai docenti, la performance
del personale amministrativo e dei dirigenti scolastici inviati all’estero. Il
Ministero degli affari esteri e il ministero dell’istruzione possono
riconoscere la parità scolastica alle scuole italiane all’estero non statali
che hanno requisiti analoghi alle scuole paritarie nel territorio nazionale.
Ogni scuola paritaria individua un coordinatore dell’attività didattica, che
si raccorda con il dirigente assegnato all’ambasciata o all’ufficio
consolare. I due ministeri possono riconoscere e istituire anche sezioni
italiane all’interno di scuole straniere o internazionali. Tutte le scuole
indicate possono realizzare forme di collaborazione con soggetti pubblici o
privati ovvero il Ministero degli Esteri in collaborazione con il Ministero
dell’istruzione può avviare forme di cooperazione e partenariato tra settore 147
pubblico e privato.
L’apprendimento della lingua e della cultura italiana è incentivato con:
interventi per favorire il bilinguismo, corsi e moduli curricolare o
extracurriculari, corsi di lingua e cultura italiana.
I dirigenti scolastici possono essere assegnati a scuole statali all’estero,
ambasciate o uffici consolari; i docenti ad una o più attività scolastiche
all’estero; il personale amministrativo è destinato a scuole statali all’estero,
a rappresentanze diplomatiche o a uffici consolari. Oltre a questi profili
professionali, possono essere inviati anche lettori presso università e
istituzioni scolastiche straniere che collaborano alle attività di
insegnamento, di assistenza studenti e di ricerca nell’ambito della lingua e
della cultura italiana. Il personale da destinare all’estero è scelto tra i
dipendenti con contratto a tempo indeterminato che, dopo il periodo di
prova, abbiano prestato in Italia almeno tre anni di effettivo servizio nel
ruolo corrispondente a quello da svolgere all’estero. La permanenza
all’estero non può superare, nell’arco dell’intera carriera, due periodi
ciascuno dei quali di sei anni scolastici consecutivi e comunque separati da
almeno sei anni scolastici di effettivo servizio nel territorio nazionale.
L’orario di lavoro corrisponde a quello in Italia, con docenti e lettori che
hanno unità orarie di sessanta minuti. Gli insegnamenti obbligatori che
non costituiscono cattedra o posto di insegnamento sono ripartiti tra i
docenti già in servizio con abilitazione specifica o affine o con titolo di
studio valido per l’insegnamento della disciplina. Oltre allo stipendio e
agli assegni di carattere fisso e continuativo previsti per il territorio
nazionale è previsto uno speciale assegno di sede, non avente carattere
retributivo. Il Ministero degli affari esteri può far cessare in qualsiasi
momento il servizio all’estero per ragioni di servizio o per incompatibilità 148
di permanenza nella sede. Una volta rientrato nel territorio nazionale, il
personale docente è riassegnato all’ambito territoriale che ricomprende
l’istituzione scolastica di ultima titolarità, mentre il personale
amministrativo è riassegnato alla scuola di ultima titolarità o, in subordine,
ad altra scuola della medesima provincia. Per quanto riguarda il rientro in
Italia del personale dirigente scolastico, questo è riassegnato alla scuola di
ultima titolarità o, in subordine, ad altra scuola della medesima regione.
Tutte le controversie sono di competenza del foro di Roma.
CAPITOLO 4

AUTONOMIA SCOLASTICA
La disciplina della c.d. autonomia scolastica ha origine nella legge n.
59/1997 (“Delega al governo per il conferimento di funzioni e compiti alle
Regioni e agli Enti Locali per la riforma della Pubblica Amministrazione e
la semplificazione amministrativa”). In particolare, viene previsto, all’art.
21, per le istituzioni scolastiche, un’autonomia di carattere:
amministrativo, organizzativo, didattico con previsione degli organici
funzionali di istituto, finanziario (flessibilità), Ricerca, sperimentazione e
Sviluppo. L’autonomia scolastica è subordinata al previo riconoscimento
della personalità giuridica alle scuole che, entro e non oltre il 31 dicembre
2000, abbiano raggiunto una dimensione disciplinata dal d. P. R. n.
233/1998 (“Regolamento recante norme per il dimensionamento ottimale
149
delle istituzioni scolastiche e per la determinazione degli organici
funzionali dei singoli istituti, a norma dell'art. 21 Legge n. 59 del
16.07.97”). In particolare, la popolazione scolastica stabilita è di 500-900
alunni, riconducibili a 300 in precise aree geografiche. Secondo la legge n.
111 del 2011, art. 19, c. 4, “per garantire un processo di continuità
didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall’anno
scolastico 2011-2012 la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola
secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la
conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite
separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli
istituti compresivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con
almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole,
nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità
linguistiche. Per le istituzioni scolastiche autonome, con un numero
inferiore a 500 unità, ridotto a 300, non possono essere assegnati dirigenti
scolastici con incarichi a tempo indeterminato, ma sono conferite in
reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche
autonome (c. 5). Con la legge n. 183/2011 vengono innalzati il tetto di 500
a 600 e quello di 300 a 400.
Il d. P. R. 275/1999 (“Regolamento recante norme in materia di
Autonomia delle istituzioni scolastiche ai sensi dell'art.21, della legge 15
marzo 1999, n.59) disciplina l’autonomia scolastica e detta le funzioni
trasferite alle istituzioni scolastiche. In particolare, all’art. 1 stabilisce che
le istituzioni scolastiche sono espressioni di autonomia funzionale,
provvedono alla definizione e alla realizzazione dell'offerta formativa;
interagiscono tra loro e con gli enti locali promuovendo il raccordo e la
sintesi tra le esigenze e le potenzialità individuali e gli obiettivi nazionali 150
del sistema di istruzione. Al comma 2 si specifica in cosa si sostanzia
l’autonomia scolastica: “nella progettazione e nella realizzazione di
interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della
persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e
alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti,[…], coerentemente
con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione…”. L’art. 3
riguarda il Piano dell’offerta formativa (POF), documento fondamentale
costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche,
in cui si specifica la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa
ed organizzativa (c. 1), riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed
economico della realtà locale (c. 2). Viene elaborato dal collegio docenti,
sulla base degli indirizzi generali definiti dal consiglio di circolo o istituto
tenuto conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle
associazioni anche di fatto dei genitori (e degli studenti per le scuole
secondarie superiori) (c. 3).
L’autonomia didattica (art. 4) è finalizzata al perseguimento degli
obiettivi generali del sistema nazionale d’istruzione, nel rispetto della
libertà di insegnamento, della libertà delle scelte educative delle famiglie e
del diritto di apprendere, e consiste in otto aspetti essenziali: articolazione
modulare del monte ore annuale, definizione di unità di insegnamento non
coincidenti con l’unità oraria delle lezioni, attivazione di percorsi
individualizzati, articolazione modulare di gruppi di alunni
indipendentemente delle classi e dai corsi di provenienza, aggregazione di
discipline in aree e ambiti disciplinari, programmazione di percorsi
formativi che coinvolgono più discipline ed attività, predisposizione di
iniziative di recupero, sostegno, continuità e orientamento, individuazione
di modalità e criteri di valutazione. 151
Il sistema scolastico italiano si è sempre basato sulla nozione di
Programma, come strumento di un sistema altamente centralizzato ed
omogeneo, prescrittivo e valido sull’intero territorio nazionale. I
programmi ministeriali prevedevano: le discipline di insegnamento e le
loro finalità, l’indicazione dei contenuti, delle metodologie, i criteri di
verifica e valutazione. La legge n. 517/1997 ha invece introdotto la logica
della programmazione curricolare, prevedendo attività scolastiche
integrative, autonomamente decise dalle scuole. In questo mutato quadro,
il Ministero definisce, a norma dell’art. 205 del decreto legislativo n.
297/1994:
 gli obiettivi generali del processo formativo;
 le discipline e le attività costituenti la quota nazionale dei curricoli
e il relativo monte ore annuale;
 l'orario obbligatorio annuale complessivo dei curricoli
comprensivo della quota nazionale obbligatoria e della quota
obbligatoria riservata alle istituzioni scolastiche;
 i limiti di flessibilità temporale per realizzare compensazioni tra
discipline e attività della quota nazionale del curricolo;
 gli standard relativi alla qualità del servizio;
 gli indirizzi generali circa la valutazione degli alunni, il
riconoscimento dei crediti e dei debiti formativi;
 i criteri generali per l'organizzazione dei percorsi formativi
finalizzati all'educazione permanente degli adulti.
All’interno del POF, le istituzioni scolastiche determinano la quota definita
152
a livello nazionale, integrandola con la quota loro riservata, con le attività
e le discipline liberamente scelte. Il curricolo della singola istituzione
scolastica è definito anche attraverso un’integrazione tra sistemi formativi
sulla base di accordi con le Regioni e gli Enti locali (d. P. R. n. 275/99, art.
8, c. 5). Da sottolineare come l’autonomia scolastica non significhi
autonomia istituzionale, poiché, i singoli istituti scolastici, non possono
determinare integralmente: gli ordinamenti degli studi, i programmi
didattici, l’ammontare delle risorse finanziarie, il reclutamento dei docenti.
Inoltre, il sistema pubblico di istruzione è ispirato a dei principi
fondamentali e regole generali. In particolare, nella predisposizione del
POF intervengono sia l’ordinamento scolastico nazionale, con le sue
finalità, obiettivi di apprendimento, discipline ed orari stabiliti dal d. P. R.
275/1999, art. 8 e dalla legge n. 53/2003 agli artt. 2 e 7; sia le Regioni e gli
Enti locali nelle competenze in materia di programmazione dell’offerta
formativa, secondo il d. lgs. n. 112/1998.
In coerenza con il POF, il Collegio dei docenti e il Consiglio di Istituto
godono anche di autonomia organizzativa (art. 5) in riferimento ad
esempio all’impego dei docenti (c. 1), agli adattamenti del calendario
scolastico (c. 2), all’orario complessivo del curricolo e quello delle singole
discipline ed attività (c. 3). Per quanto riguarda l’autonomia di ricerca,
sperimentazione e sviluppo (art. 6) essa è esercitata dalle singole
istituzioni scolastiche, o tra loro associata, curando anche: la progettazione
formativa e la ricerca valutativa; la formazione e l'aggiornamento culturale
e professionale del personale scolastico; l'innovazione metodologica e
disciplinare; la ricerca didattica sulle diverse valenze delle tecnologie
dell'informazione e della comunicazione e sulla loro integrazione nei
processi formativi; la documentazione educativa e la sua diffusione 153
all'interno della scuola; gli scambi di informazioni, esperienze e materiali
didattici; l'integrazione fra le diverse articolazioni del sistema scolastico.
L’autonomia amministrativa (art. 14) sposta diverse competenze dagli
organi centrali alle istituzioni scolastiche, e riguarda: iscrizioni, frequenze,
certificazioni, documentazione, valutazione, riconoscimento degli studi
compiuti, valutazione crediti e debiti formativi, partecipazione a progetti
territoriali e internazionali, scambi educativi, disciplina degli alunni;
amministrazione e gestione del patrimonio e delle risorse finanziarie;
formazione ed aggiornamento del personale; stato giuridico ed economico
del personale.
L’autonomia finanziaria è disciplinata dalla legge n. 59/97 (modificato
dal d. l. n. 240/200 conv. In legge n. 306/2000). Prevede, da parte dello
Stato, l’erogazione di una dotazione finanziaria “essenziale” al
funzionamento amministrativo e didattico. Questa si scinde in:
 una assegnazione ordinaria, determinata in relazione a parametri
fissi;
 una assegnazione perequativa, integrativa ed eventuale.
L’assegnazione degli organici del personale docente è rimessa
all’amministrazione statale e, nonostante le detta legge attribuisca una
quota di personale docente alle singole istituzioni scolastiche, ed altre
disposizioni normative (legge n. 662/1996 art. 1, c. 72; d. P. R. n.
233/1998; d. P. R. n. 252/1998; D. M. n. 71/1999) lo stabilissero,
l’organico funzionale non è mai stato, sostanzialmente, attuato. Così anche
la legge n. 35 del 2012, in Attuazione dell’autonomia, all’art. 50 prevedeva
l’organico dell’autonomia e l’organico di rete, per il supporto nelle attività
di alunni disabili e per contrastare la dispersione scolastica, determinati 154

sulla base del fabbisogno degli ultimi tre anni; ancora, nelle Linee
Programmatiche, nel 2014, il Ministero rilevava la necessità di reperire le
risorse finanziarie per attuare l’autonomia dell’organico funzionale.

LA GOVERNANCE DELLA SCUOLA


Gli organi preposti al governo della scuola sono:
 Il Consiglio d’Istituto
 La Giunta Esecutiva
 Il Collegio dei Docenti
 Il Comitato di Valutazione
 I Consigli di classe, interclasse, intersezione
Per quanto riguarda il Consiglio d’Istituto, la sua composizione varia a
seconda della popolazione scolastica. Per le scuole con fino a 500 alunni
esso è composto di 14 componenti. Ne fanno parte: il dirigente scolastico,
6 rappresentanti dei docenti, 1 rappresentante del personale ATA, 6
rappresentanti genitori (3 genitori e 3 studenti nel secondo ciclo
d’istruzione). Per le scuole con una popolazione scolastica superiore a 500
alunni, il numero è elevato a 19 componenti. Ne fanno parte: il dirigente
scolastico, 8 rappresentanti dei docenti, 2 rappresentanti del personale
ATA, 8 rappresentanti dei genitori (4 genitori e 4 studenti nel secondo
ciclo d’istruzione).
I rappresentanti dei docenti vengono eletti nel proprio seno, quelli del
personale ATA dal corrispondente personale di ruolo o non di ruolo in
servizio; i rappresentanti dei genitori dagli altri genitori o da chi ne fa le
veci; i rappresentanti degli studenti nel corso delle elezioni d’istituto. 155
Ai sensi del T. U. n. 297/1994 (“Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297
- Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione,
relative alle scuole di ogni ordine e grado), all’ art. 10 vengono stabilite le
funzioni del Consiglio d’Istituto, su proposta della Giunta Esecutiva (GE):
1. elabora e adotta gli indirizzi generali e determina le forme di
autofinanziamento;
2. delibera il bilancio preventivo e il conto consuntivo e dispone in
ordine all’impiego dei mezzi finanziari per quanto concerne il
funzionamento amministrativo e didattico dell’istituto;
3. ha potere deliberante sull’organizzazione e la programmazione
della vita e dell’attività della scuola in riferimento all’adozione del
regolamento interno dell’istituto, all’acquisto, rinnovo e
conservazione delle attrezzature tecnico scientifiche e dei sussidi
didattici, all’adattamento del calendario scolastico alle specifiche
esigenze ambientali, ai criteri generali per la programmazione
educativa, ai criteri per la programmazione delle attività
parascolastiche, interscolastiche, extrascolastiche con particolare
riguardo ai corsi di recupero e di sostegno, alle libere attività
complementari, alle visite guidate, ai viaggi d’istruzione, alla
promozione di contatti con altre scuole o istituti al fine di
realizzare scambi di informazioni e di esperienze e di
intraprendere eventuali iniziative di collaborazione, alla
partecipazione dell’istituto ad attività culturali, sportive e
ricreative, a forme e modalità per lo svolgimento di iniziative
assistenziali che possono essere assunte dall’istituto;
4. indica i criteri generali relativi alla formazione delle classi,
all’assegnazione ad esse dei singoli docenti, all’adattamento 156
dell’orario delle lezioni e delle altre attività scolastiche alle
condizioni ambientali e al coordinamento organizzativo dei
consigli di intersezione, interclasse e di classe;
5. stabilisce i criteri per l’espletamento dei servizi amministrativi;
6. consente l’uso delle attrezzature della scuola da parte di altre
scuole;
7. delibera le iniziative dirette all’educazione alla salute e alla
prevenzione delle tossicodipendenze.
Al Consiglio d’istituto spetta inoltre di deliberare in tutti quei casi di
attività negoziale stabiliti dal Decreto Interministeriale n. 44/2001
(“Regolamento concernente le «Istruzioni generali sulla gestione
amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche») individuate all’art.
33.
La Giunta Esecutiva viene eletta in seno al Consiglio d’Istituto. Si
compone del dirigente scolastico (che ne fa parte e la presiede di diritto)
del direttore dei servizi generali ed amministrativi (che ne fa parte e di
diritto ne svolge le funzioni di segretario), da un docente, da un impiegato
del personale ATA, da 2 genitori (1 genitore ed 1 studenti nel secondo
ciclo d’istruzione). Rispetto a quanto deliberato dal Consiglio d’Istituto, la
Giunta Esecutiva ha compiti di attività istruttoria ed esecutiva, in
particolare quello di proporre al consiglio di circolo o di istituto il
programma delle attività finanziarie della istituzione scolastica, correlato
da una relazione e dal parere di regolarità contabile da parte del collegio
dei revisori, che il consiglio dovrà deliberare entro il 15 dicembre
dell’anno precedente quello di riferimento.
Il Collegio dei docenti è invece composto dal personale docente di ruolo e
non di ruolo in servizio e viene presieduto dal D. S. che, in sua assenza, 157
non può delegare alcun membro del collegio; di norma, le funzioni di
segretario vengono attribuite ad un membro del collegio. Il collegio si
insedia all’inizio di ogni anno scolastico e si riunisce ogni volta che il
dirigente scolastico ne consideri l’esigenza, oppure quando ne fanno
richiesta un terzo dei componenti e, comunque, almeno ogni trimestre o
quadrimestre. Le riunioni si tengono in orario di servizio ma non
coincidenti con l’orario delle lezioni. È un organo con funzioni attive,
consultive e propositive. In particolare, è l’organo che delibera, con
competenza pressoché esclusiva, per quanto concerne il contenuto, in
materia didattica, provvede all’elaborazione del POF in base agli indirizzi
generali e delle scelte decise dal Consiglio d’Istituto. Fermo restando
queste competenze esclusive, per il resto ha competenza concorrente di
tipo propositivo o consultivo.
A) In quanto organo attivo, può adottare provvedimenti
amministrativi in forma di delibera, nelle materie:
1. di funzionamento didattico del circolo o dell’istituto;
2. di elaborazione del POF e del Piano annuale delle attività;
3. della Programmazione dell’azione educativa e didattica;
4. della divisione dell’anno scolastico in trimestri o quadrimestri;
5. di definizione delle aree di competenza delle FFSS (Funzioni
Strumentali) al POF;
6. di approvazione degli accordi di rete con altre scuole;
7. di adozione dei libri di testo;
8. di scelta dei sussidi didattici;
9. di iniziative di sperimentazione, aggiornamento e formazione dei
docenti;
10. di elezione dei suoi rappresentanti nel Consiglio d’Istituto e dei 158
docenti che fanno parte del Comitato per la valutazione del
servizio del personale docente;
11. di programmazione delle iniziative per il sostegno degli alunni
portatori di handicap;
12. di adozione delle iniziative previste dagli articoli 115 e 116 del
297/1994 nelle scuole dell’obbligo che accolgono alunni figli di
lavoratori stranieri residenti in Italia e di lavoratori italiani
emigrati;
13. di individuazione dei mezzi per il recupero nei casi di scarso
profitto o di irregolare comportamento degli alunni, su iniziativa
dei docenti della rispettiva classe e sentiti gli specialisti che
operano in modo continuativo nella scuola con compiti medico,
socio – psico – pedagogici e di orientamento.
B) Come organo consultivo e propulsivo esprime pareri e formula
proposte, nelle seguenti materie:
14. formazione e composizione delle classi;
15. assegnazione dei docenti alle classi, tenendo conto principalmente
della salvaguardia della continuità didattica;
16. formulazione dell’orario delle lezioni;
17. svolgimento di tutte le attività scolastiche;
18. valutazione, entro il mese di giugno e in sede di verifica del POF,
dell’attività svolta dalle FFSS;
19. valutazione periodica dell’andamento dell’azione didattica,
proponendo, ove necessario, opportune misure per il
miglioramento dell’attività scolastica;
20. sospensione dal servizio e sospensione cautelare del personale
docente quando ricorrano ragioni di particolare urgenza; 159
21. iniziative dirette all’educazione alla salute e alla prevenzione delle
tossicodipendenze.

I consigli di classe/interclasse sono luoghi dedicati all’incontro tra le


diverse componenti scolastiche, allo scopo di avere un preciso e puntuale
controllo sull’andamento dell’azione didattica, ma anche finalità di tipo
consultivo. Il consiglio di intersezione riguarda la scuola dell’infanzia,
mentre quello di interclasse la scuola primaria. Essi sono composti da tutti
i docenti e un rappresentante dei genitori per ogni sezione; viene
presieduto dal dirigente scolastico, che può anche delegare un docente
facente parte del consiglio. Il consiglio di classe riferito alla scuola
secondaria inferiore (scuola media) è composto da tutti i docenti della
classe e da quattro rappresentanti dei genitori, viene presieduto dal
dirigente scolastico o da un docente da lui delegato e facente parte del
consiglio. Infine, il consiglio di classe della scuola secondaria superiore è
composta da tutti i docenti della classe, due rappresentanti dei genitori e
due rappresentanti degli studenti, viene presieduto dal dirigente scolastico,
o un docente da questi delegato, purché facente parte del consiglio.
Per quanto riguarda il piano operativo, i consigli di classe hanno
competenze che si riferiscono a:
1. approvazione della Programmazione educativa e didattica della
classe (PEI e PDP);
2. approvazione di progetti didattici extracurricolari;
3. programmazione delle visite guidate e dei viaggi d’istruzione;
4. realizzazione delle attività alternative all’insegnamento della
religione cattolica;
5. programmazione delle attività di recupero, sostegno e 160
potenziamento;
6. organizzazione della Simulazione della III prova e del Colloquio
dell’esame di stato;
7. parere relativo alle proposte di adozione dei libri di testo;
8. formulazione dei criteri per l’elaborazione del Documento del Cc
(in cui vengono annunciati i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi
e i tempi del percorso formativo, i criteri, gli strumenti di
valutazione adottati e gli obiettivi raggiunti, ed ogni elemento
ritenuto utile ai fini dello svolgimento dell’esame di Stato) ed
approvazione dello stesso;
9. approvazione della Relazione finale della classe;
10. valutazione intermedia e finale dell’alunno;
provvedimenti disciplinari a carico degli alunni previsti dal regolamento
d’istituto.

LA VALUTAZIONE DELLA SCUOLA


L’Invasi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di
istruzione e di formazione) è un istituto di ricerca con personalità giuridica
di diritto pubblico con sede a Roma. L’istituto nasce negli anni in cui in
diversi paesi vengono previsti enti che monitorano l’evoluzione dei sistemi
scolastici, come l’OCSE di Pisa, creato nel 1997. Precursore
dell’INVALSI è stato il CEDE (Centro Europeo dell’Educazione)
costituito nel 1974, e nel 1999 viene convertito in INVALSI, il cui ultimo
riordinamento risale al 2009 ad opera del ministro Gelmini, e dal 2016 è
parte del SISTAN (Sistema Statistico Nazionale). In generale, l’istituto ha
161
il compito di predisporre ed effettuare le verifiche periodiche sugli esiti di
apprendimento (Prove nazionali INVALSI), elaborare i risultati e, dopo
ogni rilevazione annuale, pubblicare un Rapporto che mostra l’andamento
complessivo e oggetto di riflessione per la politica, il mondo della scuola,
la famiglia, i media, oltre ad un più dettagliato Rapporto tecnico per
“addetti ai lavori”. Inoltre, l’INVALSI guida la partecipazione italiana alle
indagini valutative internazionali, rappresentandola negli organismi
internazionali del settore come l’IEA (International Organization for
Evaluation of Educational Achievement) e l’OCSE (Organization of
Economic Co-operation ad Development).
Particolarmente importante è il Settore della Ricerca valutativa, questo si
occupa delle rilevazioni nazionali da cui dipende la messa in atto delle
prove (Area “Prove”), dell’acquisizione, analisi e pubblicazione dei dati
delle Rilevazioni nazionali e internazionali sugli apprendimenti (Area
“Statistica”), della valutazione delle scuole sia attraverso i questionari che
alle visite di valutazione esterna (Area “Valutazione”), della
partecipazione italiana alle indagini internazionali (Area “Indagini
Internazionali”).
L’Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca
Educativa) è un ente di ricerca del Ministero dell’Istruzione con sede a
Firenze, ed articolato in tre nuclei territoriali ubicati a Napoli, Roma e
Torino. Nasce nel 1925 come Mostra didattica nazionale sui prodotti delle
scuole nuove, sino a diventare, nel 1974 Biblioteca di Documentazione
Pedagogica e nel 2001 Indire, con una breve parentesi nel 2007 in cui
diviene Anas (Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia
Scolastica) per poi tornare, nel 2012, nella sua formulazione originale.
Assieme all’invalsi e al Corpo Ispettivo del Miur fa parte del Sistema 162
Nazionale di Valutazione, ed è, inoltre, Agenzia nazionale Erasmus+. I
suoi compiti principali riguardano la promozione dell’innovazione nella
scuola con l’introduzione delle Tecnologie della Comunicazione, lo studio
dei modelli e degli approcci metodologici didattici, i programmi di
aggiornamento del personale scolastico, i criteri per l’autovalutazione delle
scuole e il supporto nei Piani di Miglioramento, la riqualificazione degli
spazi educativi.

IL SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE


Il Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di
istruzione e formazione è stato emanato con d.P.R. n.80 del 28 marzo
2013, mentre la D.M. n.11 del 18 settembre 2014 stabilisce che il S.N.V è
finalizzato al miglioramento della qualità dell'offerta formativa e degli
apprendimenti. Il procedimento di valutazione delle scuole si articola in
quattro fasi (art.6): autovalutazione, valutazione esterna; azioni di
miglioramento e rendicontazione sociale . Il sistema nazionale di
valutazione contribuisce ad offrire al sistema scolastico un fondamentale
servizio nell’amministrazione e controllo degli indicatori di efficacia e
efficienza della sua offerta formativa sempre in ottica migliorativa.
Fornisce inoltre, all’Amministrazione Scolastica le informazioni necessarie
alla progettazione di interventi per il sostegno delle scuole in difficoltà;
valuta i dirigenti scolastici e consente, alla società civile e ai decisori
politici, di monitorare la situazione in merito alla rendicontazione e
all’identità complessiva del sistema di istruzione e formazione.
A livello organizzativo, il Sistema nazionale di valutazione si fonda:
sull’Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e 163
formazione) con il compito di predisporre gli strumento per
l’autovalutazione e la valutazione esterna delle scuole, a cui è attribuito
anche il coordinamento funzionale del S.N.V.; sull’Indire (Istituto
nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa) con
funzioni di supporto alle scuole nei progetti di miglioramento; su Ispettori
nominate dal ministro, con il compito di guidare i nuclei di valutazione
esterna.
La prima fase, l’autovalutazione, si basa su un fascicolo elettronico di dati
messi a disposizione dal Ministero dell’Istruzione (“Scuola in chiaro”),
dall’Invalsi e dalle istituzioni scolastiche e termina con un rapporto di
autovalutazione compilato da ciascuna scuola, tramite un format
elettronico già predisposto dall’Invalsi e un piano di miglioramento.
La seconda fase, la valutazione esterna, è coordinata dal dirigente tecnico
sulla base di protocolli e indicatori sempre definiti dall’Invalsi.
La terza fase, le azioni di miglioramento, viene eventualmente sostenuta
dall’Indire, ma ci si può avvalere anche delle Università, di enti o
associazioni scelti dalle scuole stesse.
L’ultima fase, la rendicontazione dei risultati del processo, risponde a
principi di trasparenza e condivisione sempre al fine del miglioramento del
servizio scolastico, in riferimento alla comunità di appartenenza secondo la
normativa sulla governance della scuola.
La valutazione risponde ad esigenze migliorative, non premiali o punitive
secondo la performance degli istituti scolastici, basato su un sistema di
valutazione interna (l’autovalutazione) analogo per tutte le scuole, stabilita
da un fascicolo chiamato “Scuola in chiaro”. Questa fase prevede, inoltre,
la redazione del Rapporto di autovalutazione preliminare 164
all’individuazione di 2-4 percorsi di miglioramento. Il modello valutativo
di riferimento è quello proposto da Daniel Stufflebeam, indicato con
l’acronimo CIPP (Context, Input, Process, Product): la valutazione del
contesto verifica i bisogni, i problemi e le risorse di una specifica
situazione educativa; la valutazione dei dati di ingresso consente di
verificare le strategie e i piani di lavoro scelti in fase progettuale per
l’implementazione dell’azione educativa; la valutazione dei processi
consente di monitorare le attività; la valutazione dei dati in uscita permette
invece la verifica, a breve e lungo termine, dei risultati, consentendo di
analizzare la coerenza dei prodotti di un programma in funzione dei
bisogni rilevati nel contesto.
Durante la descrizione-realizzazione dei piani di miglioramento si
distinguono: l’approccio, che descrive come si è giunti ad individuare
l’azione che si intende intraprendere, e risponde alla domanda “quale
visione della scuola?”; lo sviluppo, cioè il piano pratico e le fasi operative
in riferimento ai soggetti coinvolti e alle azioni stabilite, indicando quali
risultati si vogliono raggiungere e come questi verranno misurati; i
risultati, cioè la descrizione di come si intende effettuare il monitoraggio
dell’azione di miglioramento; la valutazione e il riesame, infine,
descrivono gli strumenti che si intendono utilizzare per la valutazione
finale dei risultati conseguiti, confrontando i valori conseguito con quelli
che il Gruppo di lavoro si era prefissati, rilevando eventuali elementi di
criticità da correggere attraverso il riesame.
Più particolarmente, l’Indire fornisce il supporto alle istituzioni scolastiche
nella definizione e attuazione dei piani di miglioramento della qualità
dell'offerta formativa e dei risultati degli apprendimenti degli studenti,
autonomamente adottati dalle stesse (art. 4). A livello gestionale cura il 165
sostegno ai processi di innovazione, centrati sulla diffusione e l’utilizzo
delle nuove tecnologie, attuando progetti di ricerca orientati dal
miglioramento della didattica e interventi di consulenza e formazione in
servizio del personale della scuola. La Circolare n. 47 del 21 ottobre 2104
ha posto la valutazione come priorità del Governo, che ne ha rilevato il
valore strategico, mentre la Direttiva n. 11 del 2014 ha completato il
disegno delineato dal Regolamento sull’autonomia scolastica (d.P.R. n.
275/1999), integrando e rafforzando obiettivi quali: la riduzione
dell’abbandono, della dispersione e dell’insuccesso scolastico, la riduzione
delle differenze tra scuole e aree geografiche, il rafforzamento delle
competenze di base e la valorizzazione degli esiti a distanza.
La normativa di riferimento segue il modello indicato da quello che viene
chiamato “ciclo PDCA (o di Deming), studiato per il miglioramento
continuo della qualità in un’ottica di lungo periodo, in cui ricerca,
progettazione, test, attuazione e verifica sono sempre intrecciate e le
quattro fasi del PDCA (Plan-Do-Check-Act) ruotano costantemente al fine
di migliorare la performance delle istituzioni scolastiche. La fase P (“Plan
o Pianificazione”) prevede la chiara definizione degli obiettivi, partendo
dalle esigenze dei destinatari e dal contesto di riferimento. La fase D (“Do
o Esecuzione”) prevede che le attività pianificate vengano eseguite
attraverso una attenta progettazione e monitorata da precisi indicatori. La
fase C (“Check o Verifica”) verifica il risultato delle fasi precedenti. La
fase A (“Act o Azioni”) stabilisce le eventuali correzioni e stabilisce i
nuovi livelli di performance.
Nell’autovalutazione gli strumenti maggiormente utilizzati sono: il CAF
(Common Assessment Framework) e il DASI (Dynamic Approach to
School Improvement). Il primo è una griglia di autovalutazione di Total 166
Quality Management, un modello organizzativo adottato da diversi
ambienti, soprattutto aziendali, nella gestione della qualità, mentre il
secondo nasce specificatamente per i contesti scolastici.
Secondo il d.lgs. n. 150 del 27 ottobre 2009 il Piano di miglioramento è il
documento attraverso cui la scuola: esplicita le azioni che intende
realizzare in un determinato periodo per migliorare il proprio
funzionamento; dettagli i motivi delle scelte; progetta gli specifici
interventi. A tal fine, L’Indire si occupa:
 della pubblicazione di un sito per il miglioramento;
 del modello del Piano di miglioramento;
 degli Elenchi regionali dei Consulenti per il miglioramento;
 degli strumenti a supporto del miglioramento.
Il PdM si articola in quattro sezioni: nella prima si stabiliscono gli obiettivi
strategici alla luce delle priorità scelte nel RAV e si effettua la valutazione
sulla rilevanza dell’intervento; nella secondo vengono pianificate le attività
necessarie per raggiungere gli obiettivi stabiliti; la terza è dedicata alle
azioni del PdM quali la valutazione dello sviluppo e le azioni di
condivisione interna e quelle di diffusione esterna; la quarta verte sulla
composizione e le modalità di funzionamento dell’Unità di
Autovalutazione (dirigente scolastico, responsabile della valutazione,
docenti individuati all’interno del collegio docenti).

La valutazione dei dirigenti scolastici


Questa ha una funzione sia formativa che orientativa, nel senso sia di
identificazione dei punti di forza e di criticità di ogni singola scuola e sia
di aiuto agli stessi Dirigenti Scolastici per il miglioramento del governo
167
dello scuola. Permette di valutare le prestazioni del D.S. in relazione al
contesto in cui esercita la sua leadership. Il sistema di valutazione dei D.S.
è riassumibile in quattro fasi lavoro:
a) nella fase negoziale, il Dirigente Scolastico negozia con il
Direttore USR (Ufficio Scolastico Regionale) gli obiettivi
quantitativi da raggiungere nel percorso pluriennale di valutazione,
con particolare priorità alla promozione del miglioramento dei
tassi di apprendimento degli studenti e alla lotta contro
l’abbandono scolastico; a questi possono essere aggiunti altri
obiettivi individuati in ambito regionale e al POF della scuola.
b) Nella fase di lavoro, il D.S., per raggiungere gli obiettivi negoziati,
predispone un piano finalizzato a individuare le azioni più
appropriate.
c) Nella fase di valutazione del Team, questo segue il D.S. per tutto il
periodo oggetto di valutazione, esprimendo le proprie osservazioni
in merito alla qualità del percorso definito dal D.S. e proponendo
possibili miglioramenti.
d) Nella fase di definizione del giudizio, il Direttore dell’USR in base
alla relazione del Team esprime il giudizio di valutazione finale.
La definizione degli obiettivi passa dall’individuazioni delle variabili
essenziali, dalla previsione dei tempi e delle modalità di raggiungimento,
dalla selezione delle procedure di regolazioni in itinere e di quelle che
consentono di verificare l’affidabilità dei risultati, che rispondono a due
presupposti fondamentali: la misurazione, effettuata tramite parametri
standardizzati e la congruenza e coerenza della definizione degli obiettivi
a livello di singola scuola con gli obiettivi generali definiti ai livelli
nazionale e regionale. I parametri quantitativi vengono definiti in relazione 168
alle caratteristiche della singola scuola, del quadro socio-demografico e
delle condizioni di contesto, comunque sempre equivalenti o superiori agli
standard minimi nazionali o regionali. Gli obiettivi generali affidati al D.S.
sono obiettivi di sistema, qualificabili come “obiettivi di missione”, nel
senso di prioritari ed ineludibili, ed in base a questi, il D.S. propone e
concorda con il Direttore USR gli “obiettivi di leadership”, attraverso cui
viene delineato un percorso di miglioramento della scuola, e possono
riguardare: lo sviluppo dell’offerta formativa, l’efficacia dell’attività
didattica, l’innovazione delle pratiche educative, l’aggiornamento dei
docenti, ecc.
Il Sistema di Valutazione prevede diverse figure e diversi enti coinvolti e
tra loro coordinati: il Direttore dell’USR, il Nucleo di Supporto alla
Valutazione, il Dirigente Scolastico, il Team di Valutazione, i Ministero
Istruzione Università e Ricerca, l’Istituto Nazionale per la Valutazione del
Sistema educativo di Istruzione e formazione (INVALSI).
L’esito della valutazione e la sua formulazione sono affidati al Direttore
USR, essa si basa sulla valutazione di prima istanza formulata dal Team di
valutazione (composto da un Dirigente Tecnico, da un Dirigente
Amministrativo e da un Dirigente Scolastico, anche se si può prevedere
una certa flessibilità), discussa con il D.S. e proposta al Direttore USR in
termini descrittivi. La valutazione è espressa in quattro livelli: eccellente
(riconoscimento retribuzione di risultato e accesso a posizioni complesse
con conseguente retribuzione di posizione), positivo (riconoscimento
retribuzione di risultato) difficoltà (sospensione temporanea della
retribuzione di risultato con indicazione di supporti per il miglioramento),
negativo (art. 20, cc. 11,12,13 CCNL).
169

L’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO


L’alternanza scuola-lavoro è stata istituita dalla legge n. 53 del 28 marzo
2003 (“Delega al Governo per la definizione delle norme generali
sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di
istruzione e formazione professionale”). Si tratta della possibilità di
svolgere i corsi del secondo ciclo di istruzione alternando periodi studio
con quelli di lavoro, il c.d. doppio canale, sia nei licei che nel sistema di
istruzione e formazione professionale. Il decreto legislativo che sostanzia
questo strumento è il n. 77/2005 (“Definizione delle norme generali
relative all'alternanza scuola/lavoro, a norma dell'articolo 4 della legge 28
marzo 2003, n. 53”), che all’art. 1 stabilisce che “gli studenti che hanno
compiuto il quindicesimo anno di età […] possono presentare la richiesta
di svolgere, con la predetta modalità […]l'intera formazione dai 15 ai 18
anni o parte di essa, attraverso l'alternanza di periodi di studio e di lavoro,
sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa”. I percorsi si
realizzano, fattualmente, sulla base di apposite convenzioni con le imprese,
con le associazioni di rappresentanza, con le camere di commercio
industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati. Deve
essere prevista la figura del tutor, sia interno (funzione assolta da un
docente) per l’assistenza e la guida degli studenti; sia esterno, per
l’inserimento dello studente nel contesto operativo e nel percorso di
formazione sul lavoro. Le attività svolte e le competenze acquisite
all’interno del sistema di alternanza maturano dei crediti, validi sia ai fini
della prosecuzione del percorso scolastico o formativo per il
conseguimento di un diploma o una qualifica, sia per i possibili passaggi
tra i sistemi, compreso quello nei percorsi di apprendistato (art. 6, c. 1). 170
Nei Regolamenti del secondo ciclo d’istruzione, gli strumenti didattici per
la realizzazione dei percorsi di studio sono costituiti da stage, tirocini e
alternanza per quanto riguarda gli istituti tecnici: dall’alternanza per
quanto riguarda gli istituti professionali; dall’alternanza e dai tirocini, a
partire dal secondo biennio per quanto riguarda i licei.
In particolare:
 lo stage consiste nel trascorrere un periodo di tempo all’interno di
una realtà lavorativa allo scopo di verificare, integrare e
rielaborare quanto appreso a scuola;
 il tirocinio, è considerato come l’opportunità di inserimento
temporaneo nel mondo del lavoro, per acquisire nuove competenze
ed esperienza per la crescita professionale;
 l’alternanza scuola-lavoro è invece una metodologia didattica
che permette agli studenti di compiere i propri percorsi formativi
alternando periodi di studio in aula e forme di apprendimento in
contesti lavorativi. I due percorsi hanno valore formativo
equivalente.
Diversamente, l’apprendistato si caratterizza invece per essere un
contratto di lavoro a tempo indeterminato, e finalizzato alla formazione ed
occupazione dei giovani, regolato da precisi obblighi tra le parti e distinto
dalle altre forme di apprendimento (d. lgs. n. 81/2015, art. 41). In caso di
cessazione anticipata del contratto di apprendistato, viene assicurato il
rientro nel percorso scolastico, con il periodo precedente considerato nel
conteggio del monte ore da assolvere nelle esperienze di alternanza.
La Buona Scuola (legge 107/2015) ha reso obbligatorio il periodo di
alternanza scuola-lavoro nel secondo ciclo di istruzione. Nell’ultimo 171
triennio degli istituti tecnici e professionali sono previste almeno 400 ore,
e almeno 200 ore nei licei (c. 33), a partire dalle classi terze, da svolgere
nel periodo scolastico, durante le vacanze estive, in Italia o all’estero (c.
35). I percorsi di alternanza possono svolgersi anche in modalità IFS
(Impresa Formativa Simulata), grazie alle reti digitali. A conclusione del
percorso, le competenze acquisite verranno inserite nel curriculum dello
studente e saranno considerate in sede di esame di Stato (c. 30). Viene
prevista, per la tutela degli studenti in regime di alternanza, la Carta dei
diritti e dei doveri (c. 37), mentre i soggetti partner tra quelli iscritti nel
Registro nazionale per l’alternanza scuola lavoro vengono scelti dai D. S.
che possono, per incrementare il legame scuola-imprese-territorio, dotarsi
di Laboratori territoriali per l’occupabilità, anche ai fini del successivo
inserimento dei giovani nel mercato del lavoro.
LA LEGGE 107/2015
La “Buona Scuola” (legge n. 107 del 13 dicembre 20015) si compone di
un solo articolo e di 212 commi. Per facilità di consultazione, possiamo
raggruppare i contenuti del provvedimento secondo il criterio di
omogeneità tematica.
 L’oggetto e le finalità vengono stabiliti nei commi 1-4:
affermazione del ruolo centrale della scuola nella società della
conoscenza; innalzamento dei livelli di istruzione e delle
competenze degli studenti; contrasto alle disuguaglianze socio-
culturali e territoriali; prevenzione e recupero dei casi di
abbandono e dispersione scolastica; scuola aperta; garanzia del
diritto allo studio.
 L’autonomia scolastica e l’offerta formativa (commi 5-27):
istituzione dell’organico dell’autonomia e predisposizione del 172
PTOF.
 Il percorso formativo degli studenti (commi 28-32): gli
insegnamenti opzionali, i docenti cui affidare il coordinamento
delle attività formative.
 Scuola lavoro territorio (commi 33-44): l’alternanza scuola-
lavoro, la Carta dei diritti e dei doveri degli studenti, il registro
nazionale per l’alternanza scuola-lavoro.
 Gli istituti tecnici superiori (commi 45-55).
 L’innovazione digitale e la didattica laboratoriale (commi 56-
62): il Piano Nazionale della scuola digitale.
 L’organico dell’autonomia (commi 63-77).
 Le competenze del dirigente scolastico (commi 78-94): l’efficace
ed efficiente gestione delle risorse umane, finanziarie,
tecnologiche e materiali, la trasparenza e la pubblicità, la
valutazione del dirigente.
 Il Piano straordinario di assunzioni (commi 95-114).
 Il periodo di formazione e prova (commi 115-120).
 La carta elettronica per l’aggiornamento (commi 121-125).
 La valorizzazione e il merito del personale docente (commi
126- 130).
 I contratti a tempo determinato (commi 131-132).
 Comandi e distacchi (commi 133-135).
 L’open data (commi 136-144): il Portale Unico dei Dati della
Scuola.
173
 Lo School Bonus (commi 145-150): le donazioni alle scuole
statali e paritarie.
 La detraibilità delle spese sostenute per la frequenza scolastica
(comma 151).
 Il Piano di verifica dei requisiti di riconoscimento della parità
scolastica (comma 152).
 Le scuole innovative (commi 153-158): il piano di finanziamento
per la costruzione di scuole innovative.
 La sicurezza la valorizzazione degli edifici scolastici (commi
159-179): l’Osservatorio per l’edilizia scolastica, la Giornata
nazionale per la sicurezza nelle scuole.
 La delega al governo (commi 180-191), le deroghe (commi 192-
198), le norme abrogate e soppresse (commi 199-200), le
disposizioni finanziarie (commi 201-210), le clausole di
salvaguardia e l’entrata in vigore (commi 211-212).
Vengono di seguito analizzate le tematiche più significative ai fini
concorsuali.
L’attuazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, deve realizzarsi
attraverso: le forme di flessibilità previste dal d. P. R. 275/1999
(articolazione modulare del monte orario annuale di ciascuna disciplina;
potenziamento del tempo scolastico; programmazione plurisettimanale e
flessibile dell'orario complessivo del curricolo e di quello destinato alle
singole discipline), l’organico dell’autonomia, la dotazione organica di
personale amministrativo, tecnico e ausiliario, il PTOF, il nuovo ruolo del
D. S., le nuove forme di valutazione, la dotazione finanziaria.
Per quanto riguarda l’organico dell’autonomia, esso è costituito da:
 i posti comuni; 174

 per il sostegno
 per il potenziamento dell’offerta formativa.
Attraverso le attività di insegnamento, potenziamento, sostegno,
organizzazione, progettazione e coordinamento, i docenti dell’organico
dell’autonomia con concorrono alle realizzazione del PTOF (Piano
triennale dell’offerta formativa).
Secondo i commi dal 64 al 72, vengono individuati i titolari e le modalità
della determinazione dell’organico dell’autonomia (triennio 2016/2019).
La determinazione triennale dell’organico dell’autonomia, su base
regionale, viene definita dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della
ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il
Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, sentita la
Conferenza unificata (c. 64). Il riparto della dotazione organica è
effettuato: a) per i posti comuni, in base al numero delle classi; b) per i
posti del potenziamento, in base al numero di alunni; c) per i posti di
sostegno, in base al numero degli alunni disabili. L’URS dovrà verificare
che il PTOF rispetti il limite organico assegnato a ciascun’istituzione
scolastica, per poi trasmettere al MIUR gli esisti della verifica.
È prerogativa del D. S. proporre gli incarichi ai docenti di ruolo, anche
tenendo conto delle candidature presentate dai docenti medesimi (c. 79).
La proposta di incarico è formulata in coerenza con il PTOF, se accettata
ha durata triennale e rinnovata, purché in coerenza con il POF.
Nell’effettuare la proposta di incarico, il D. S. tiene conto del curriculum,
delle esperienze e delle competenze professionali, con la possibilità di
svolgere colloqui (c. 80).
Lo scopo della Programmazione triennale dell’offerta formativa 175
(PTOF) è il “potenziamento dei saperi e delle competenze delle
studentesse e degli studenti e per l'apertura della comunità scolastica al
territorio con il pieno coinvolgimento delle istituzioni e delle realtà locali”
(c. 2). Deve essere predisposto entro il mese di ottobre dell’anno scolastico
precedente al triennio di riferimento (c. 12), è rivedibile annualmente, ed
elaborato dal collegio dei docenti, tenendo conto degli indirizzi per le
attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti
dal dirigente scolastico, e deve essere approvato dal consiglio d’istituto (c.
14). Alla base del PTOF, e in linea con quanto disposta dal d. P. R.
n.80/2013, vi sono altresì: le Azioni individuate dal Piano di
Miglioramento per il raggiungimento degli obiettivi di processo e dei
traguardi connessi alle priorità indicate nel Rapporto di Autovalutazione
(RAV) e gli obiettivi formativi prioritari (indicati nel c. 7) che la singola
istituzione intende perseguire nel triennio di riferimento.
I commi dal 117 al 120 sono dedicati alla valutazione dell’anno di prova,
mentre i commi 127-129 alla valorizzazione del merito dei docenti. La
valutazione dell’anno di prova è affidata a un comitato di valutazione,
mentre si rimanda al MIUR per l’individuazione degli obiettivi e le
modalità di valutazione di essi e per i criteri per la valutazione del
personale docente ed educativo nel periodo di formazione e prova. Il
comitato di valutazione, così come previsto dal d. lgs. n. 297/1994 all’art.
11, ha durata di tre anni, viene presieduto dal D. S. ed è costituito da: tre
docenti dell’istituzione scolastica (due scelti dal collegio docenti ed uno
dal consiglio d’istituto), due rappresentanti dei genitori (per la scuola
dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione) ovvero un rappresentante
degli studenti e un rappresentante dei genitori (per il secondo ciclo 176
d’istruzione), scelti dal consiglio d’istituto, e da un componente esterno
(individuato dall’USR tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici). Il
comitato è chiamato a individuare i criteri per la valorizzazione dei docenti
in base alla qualità dell’insegnamento, al contributo dato al miglioramento
dell’istituzione scolastica, al successo formativo degli studenti, ai risultati
ottenuti in riferimento alle competenze degli alunni, all’innovazione
didattica e metodologica. Infine, il comitato è chiamato ad esprimersi
sull’esito del periodo di formazione e prova per il personale dicente ed
educativo.
In riferimento invece alla valorizzazione del merito, detta “bonus”,
riguarda la retribuzione accessoria ed è limitata ai docenti di ruolo. A tal
fine, viene istituito un fondo annuale di 200 milioni di euro, viene
specificato che spetta al D. S. il compito di assegnare il bonus, in base a
quanto individuato dal comitato e correlata da una “motivata valutazione”.
Al comma 93 vengono invece specificate le modalità di valutazione dei
D. S., ai sensi dell’ ’art.25 del D.lgs.165/2001 e ss.mm.ii. Per quanto
riguarda la formazione, il c. 124 ne stabilisce il carattere obbligatorio,
permanente e strutturale, da esplicarsi secondo quanto determinato del
Piano di Miglioramento e dalla priorità nazionali indicate nel Piano
Nazionale di formazione. A tal fine è stata istituita una Carta elettronica
dell'importo nominale di euro 500 per ciascun anno scolastico, e
utilizzabile per l’acquisto di libri, testi, pubblicazioni e riviste utili
all’aggiornamento professionale, hardware e software, per l'iscrizione a
corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze
professionali (svolti da enti accreditati presso il MIUR), per
rappresentazioni teatrali e cinematografiche, per l'ingresso a musei, mostre 177
ed eventi culturali e spettacoli dal vivo, nonché per iniziative coerenti con
le attività individuate nell'ambito del piano dell'offerta formativa delle
scuole e del Piano nazionale di formazione.
Al comma 56 viene adottato il Piano nazionale per la scuola digitale “al
fine di sviluppare e di migliorare le competenze digitali degli studenti e di
rendere la tecnologia digitale uno strumento didattico di costruzione delle
competenze in generale”, da sviluppare all’interno del PTOF. Gli obiettivi
perseguiti si riferiscono: all’incremento delle competenze digitali degli
studenti; al potenziamento degli strumenti didattici e laboratoriali; al
miglioramento della governance, della trasparenza e della condivisione di
dati, nonché dello scambio di informazioni; alla formazione dei docenti per
l’innovazione didattica e sviluppo della cultura digitale per
l’insegnamento; alla formazione del personale ATA.
CAPITOLO 5

L’INCLUSIONE SCOLASTICA
Nonostante la previsione costituzionale per cui “la scuola è aperta a tutti”
(art. 34) e la pari dignità sociale di tutti i cittadini, la storia della storia
italiana è stata caratterizzata per decenni, in realtà, da un approccio
esclusivo.
Andando indietro nel tempo e partendo dalla prima legge scolastica
dell’Italia unita, la Casati, notiamo che gli alunni con disabilità non
avevano possibilità di accedere alle scuole elementari pubbliche. Anche
sotto il regime fascista la situazione resta invariata ed, anzi, si stabilisce
che “il preside deve allontanare dall'istituto gli alunni o candidati affetti da
malattie contagiose o ripugnanti” (Regio Decreto n. 653 del 1925 art. 5).
Anche l’inizio dell’Italia repubblicana è segnata da una linea di
178
demarcazione netta tra gli alunni considerati “normali” e quelli “diversi”,
con la Circolare Ministeriale 11771/12 del 1953 che distingueva tra classi
speciali per minorati e quelle di differenziazione didattica “nei quali viene
impartito l'insegnamento elementare ai fanciulli aventi determinate
minorazioni fisiche o psichiche ed istituti nei quali vengono adottati
speciali metodi didattici per l'insegnamento ai ragazzi anormali, es. scuole
Montessori” Invece le classi differenziali “funzionano presso le comuni
scuole elementari ed accolgono gli alunni nervosi, tardivi, instabili, i quali
rivelano l'inadattabilità alla disciplina comune e ai normali metodi e ritmi
d'insegnamento”. Anche la legge n. 1859 del 1962, che istituisce la scuola
media unica, all’art. 12 prevedeva le classi differenziali per alunni disadatti
scolastici (c. 1).
Il primo vero momento di inversione di prospettiva, sul piano
dell’inclusione scolastica, sono state le proposte della Commissione
Falcucci (dal nome del suo presidente, Franca Falcucci) nel documento del
1975, per cui “il superamento di qualsiasi forma di emarginazione degli
handicappati passa attraverso un nuovo modo di concepire e di attuare la
scuola, così da poter veramente accogliere ogni bambino e ogni
adolescente per favorire lo sviluppo personale", un vero e proprio unicum
nel panorama europeo ed internazionale. Nel 1977 vengono finalmente
abolite le classe differenziali (legge n. 517) e viene istituita la figura
dell’insegnante specializzato con la previsione di forme di integrazione e
sostegno per gli alunni portatori di handicap. Con la legge n. 148 del 5
giugno 1990 viene stabilità la contitolarità dell’insegnante di sostegno
nella classe cui viene assegnato (“Ordinamenti della Scuola Elementare”)
mentre la “legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti 179
delle persone handicappate” (legge n. 104 del 1992) consegna lo status
di cittadino alle persone con disabilità. Si tratta di una legge fondamentale,
essa affronta le questioni legate alla disabilità e promuove la piena
integrazione “nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società”. In
particolare: viene garantito il diritto all’educazione e all’istruzione della
persona handicappata dalla scuola materna fino alle istituzioni
universitarie; stabilisce che l’integrazione scolastica punto allo sviluppo
delle potenzialità della persona handicappata nell'apprendimento, nella
comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione; introduce la
personalizzazione del percorso educativo; prevede un servizio di supporto
psico-socio-pedagogico, fornito dall'ASL di residenza o da un altro
soggetto convenzionato, che condivide con la Scuola la responsabilità
della progettazione educativa. Il d. P. R. del 24 febbraio 1994 specifica la
documentazione specialistica per la situazione e la tipologia dell’intervento
individualizzato.
- La diagnosi funzionale descrive analiticamente la
compromissione funzionale dello stato psico-fisico dell’alunno
handicappato, considera perciò sia gli aspetti clinici che quelli
psico-sociali e viene redatta dall’Unità multidisciplinare (medico
specialista, neuropsichiatra infantile, terapisti della riabilitazione e
operatori sociali);
- si procede dunque al Profilo Dinamico Funzionale (PDF), che si
basa sulla diagnosi funzionale, ma, oltre a considerare le difficoltà,
pone l’accento sulle potenzialità del soggetto e costituisce la base
per la redazione del PEI. Il PDF coinvolge l’Unità
multidisciplinare, la famiglia, gli insegnanti curricolari e
specializzati, altre figure specializzate. 180
- Il Piano Educativo Individualizzato contiene, per ogni anno
scolastico, gli interventi che sono progettati alla piena
realizzazione del diritto all’educazione, all’istruzione e
all’integrazione scolastica. Viene redatto dal Gruppo di lavoro per
l’handicap Operativo (GLHO), formato dai docenti, dagli operatori
della ASL o del Comune, dai genitori e da eventuali figure
professionali. Sulla base di questo documento, l’USR assegna il
docente di sostegno ed altri, eventuali, assistenti educativi.
Accanto al GLHO può essere previsto il Gruppo di lavoro per
l’handicap di istituto, di cui fanno parte i docenti, gli studenti, i
rappresentanti delle famiglie e quelli degli operatori dei servizi.
Le Linee Guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità del
2009 ribadiscono come la condizione di handicap non può essere
ricondotta soltanto a un particolare deficit psicofisico, ma la combinazione
e l’interazione della situazione di disabilità con il contesto sociale,
seguendo anche l’approccio definito dall’ICF (International Classification
of Functioning), consapevoli che l’obiettivo di ogni processo di
integrazione sia la costruzione di un vero e proprio progetto di vita. A
livello giuridico ed istituzione le Linee guida, richiedono che l’inclusione
venga prevista e la sua realizzazione attuata in base ad una precisa
progettazione da prevedere nel POF e dalla più generale azione del D. S.
Inoltre, tutti i docenti condividono le responsabilità per quanto riguarda
l’integrazione dei disabili, non soltanto l’insegnante di sostegno.
Dalle esigenze di integrazione nasce una nuova presa di coscienza, da poco
concretizzata nell’inclusione, con cui si intendono non solo alunni con
disabilità formalmente certificate secondo la legge n. 104 del 1992, ma
tutti gli studenti, che per vari motivi, anche temporanei, hanno difficoltà di 181
apprendimento, si parla di Bisogni Educativi Speciali (BES). La legge n.
170/2010 e le Linee Guida applicative del 2011 intervengono invece sulla
valutazione degli interventi didattici da attivare nei casi di riconoscimento
di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Dislessia, disgrafia,
disortografia e discalculia vengono riconosciute come disabilità di origine
neurobiologica specifiche, nel senso che riguardano una precisa funzione e
richiedono interventi di carattere pedagogico-didattici e basati su strumenti
dispensativi o compensativi. La legge indentifica anche un percorso di
gestione del disturbo per:
 una precoce individuazione, attraverso l’osservazione e lo
screening operato dagli insegnanti sin dalla scuola dell’infanzia;
 progettare mirati interventi didattici;
 la comunicazione con le famiglie;
 l’Iter diagnostico presso il SSN o presso le strutture accreditate;
 la Diagnosi di pertinenza del Servizio;
 i provvedimenti compensativi e dispensativi da prevedere.
L’obiettivo è la stesura di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) da
parte del consiglio di classe e condiviso dalla famiglia.
Per quanto riguarda i BES, questi possono essere manifestati da ogni
alunno, in modo continuativo o per determinati periodi, per motivi fisici,
biologico, fisiologici, psico-sociali. L’area BES si articola in tre, grandi,
sotto-categorie: disabilità, disturbi evolutivi specifici e svantaggio socio-
economico, linguistico, culturale. La seconda sotto-categoria comprende,
oltre ai DSA, anche i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della
coordinazione motoria, dell’attenzione e dell’iperattività che spesso non
sono certificate ai sensi della legge 104/92. Inoltre, alcune tipologie di 182

disturbi, anche se non esplicitamente indicate dalla legge 107/2010, danno


diritto alle stesse misure previste per i disturbi esplicitati, si tratta dei
disturbi con specifiche problematiche nell’area del linguaggio o nelle aree
non verbali e tutte quelle problematiche che possono compromettere il
percorso scolastico. I casi di BES sono stati disciplinati dalle Note del
Miur del 22 e 27 dicembre del 2012. Queste prevedono anche la disciplina
degli studenti che presentano problemi di controllo attentivo e/o
dell’attività, gli A.D.H.D. (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) e
quello con potenziali intellettivi non ottimali, spesso descritti con
l’espressione di funzionamento cognitivo limite (o borderline), con QI da
70 e 85 punti.
Per i casi di BES è necessario elaborare un Piano Didattico Personalizzato,
come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti e illustrativo alle
famiglie delle strategie di intervento programmate. A tal fine, le scuole,
tramite determinazioni assunte dai CdC, dopo aver esaminato la
documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di
considerazioni sul piano psicopedagogico e didattico, possono avvalersi
degli strumenti compensativi e delle misure dispensative descritte nelle
Linee guida (D. M. n. 5669/2011). Il PDP deve essere firmato dal D. S. o
da un docente da questi delegato, dai docenti e dalla famiglia. Il percorsi
individualizzati e personalizzati con i relativi strumenti compensativi e
misure dispensative possono essere predisposti anche per alunni che
presentano difficoltà legate alla non conoscenza della lingua italiano, ma
non dalla dispensa dalle prove scritta di lingua straniera, salvo presenza di
uno specifico disturbo, clinicamente diagnosticato (art. 6). 183
Il Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI) ha il compito di: rilevare i
BES presenti nella scuola, raccogliere e documentare gli interventi
didattico-educativi posti in essere, confrontarsi sui casi, offrire consulenze
e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi,
rilevare, monitorare e valutare il livello di inclusività della scuola,
coordinare le proposte formulate dai GLH Operativi ed elaborare il Piano
Annuale per l’Inclusività, per tutti gli alunni con BES al termine di ogni
anno scolastico ed entro il mese di giugno.
Secondo la Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013, nella redazione
del POF devono trovare posto:
a) un concreto impegno programmatico per l’inclusione;
b) i criteri e le procedure di utilizzo “funzionale” delle risorse
professionali presenti, passando da una logica quantitativa di
distribuzione degli organici, ad una qualitativa che tenga conto del
progetto di inclusione;
c) l’impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di prevenzione
concordate a livello territoriale.
Per quanto riguarda l’ultimo punto, viene dato grande risalto ai Centri
Territoriali di Supporto (CTS) come interfaccia fra Amministrazione e le
scuole, e tra le stesse scuole, come rete di supporto al processo di
integrazione e punto di riferimento per lo sviluppo professionale dei
docenti e come centri di ricerca, innovazione e promozione delle migliori
pratiche.

BES
Altri BES (tramite
delibera del 184

consiglio di classe
Disabilità certificata (ai sensi ai sensi
DSA (ai sensi della
della L. n° 104/92 art. 3 della Direttiva
L. n° 170/10)
commi 1 o 3) Ministeriale del
27/12/2012 e C.M.
n° 8/13 e Nota
22/11/2013)
PEI: riduzione di talune
discipline (art. 16 comma 1, L. PDP: strumenti PDP (nel caso in cui
n° 104/92) e prove equipollenti compensativi e/o prescrive strumenti
e tempi più lunghi (art. 16 misure dispensative e compensativi e/o
comma 3, L. n° 104/92); tempi più lunghi. misure dispensative)
Insegnante per il sostegno e/o
assistenti per l’autonomia e la
comunicazione.

Valutazione del profitto Valutazione del Valutazione del


Primo ciclo: profitto profitto
a) Si ottiene il diploma
con valutazione a) La prova Misure dispensative
positiva (art. 16 scritta nelle (tranne quella di
commi 1 e 2 L. n° lingue dispensa dallo scritto
104/92) in caso di straniere di lingue straniere,
accertamento di viene strumenti
miglioramenti rispetto sostituita da compensativi.
ai livelli iniziali degli una prova Possibilità di
apprendimenti relativi orale e si conseguire il
ad un PEI formulato ottiene il diploma.
solo con riguardo alle diploma 185
effettive capacità (Linee guida
dell’alunno; 4.4 allegate al
b) Si ottiene l’attestato D. M.
con i crediti formativi 12/07/2011,
eccezionalmente in art. 6, c. 5);
caso di mancati o b) In caso di
insufficienti progressi esonero dalle
rispetto ai livelli lingue
iniziali degli straniere, si
apprendimenti. ottiene
Permette comunque l’attestato con
l’iscrizione al secondo i crediti
ciclo. formativi
Secondo ciclo: (D.M.
a) La programmazione 12/07/2011
semplificata permette art. 6, c. 6)
di acquisire il diploma
se viene superato
positivamente esame
di Stato con prove
equipollenti e tempi
più lunghi;
b) La programmazione
differenziata da diritto
all’attestato che
certifica i crediti
formativi, rilasciato
dalla Commissione.

186
GLI ALUNNI STRANIERI
Nella integrazione ed inclusione dei soggetti provenienti da altre
culture e/o di origine straniera, la legislazione italiana di riferimento
inizia nel 1999 con la legge n. 40 (“Disciplina dell'immigrazione e norme
sulla condizione dello straniero”), che contiene, tra l’altro, il diritto del
minore straniero ad accedere nelle scuole italiane, poi meglio specificato
da d. lgs. n. 286/1998 (“Testo unico delle disposizioni concernenti la
disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”) e
dal d. P. R. n. 394/1999 (“Regolamento recante norme di attuazione del
testo unico”). La successiva legge n. 189 del 2002 (la “Bossi-Fini”) ha
modificato la normativa in materia di immigrazione ma ha lasciato
pressoché inalterate le procedure per l’accoglienza degli alunni stranieri
nelle scuole. Più consistente e rispondente alle nuove sfide poste in essere
dai processi di globalizzazione e immigrazione è la C. M. n. 24 del 2006 187
(“Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri”) per
cui “l’ educazione interculturale rifiuta sia la logica dell’assimilazione, sia
la costruzione ed il rafforzamento di comunità etniche chiuse ed è orientata
a favorire il confronto, il dialogo, il reciproco arricchimento entro la
convivenza delle differenze”, mentre, nello stesso anno viene istituito,
presso il Ministero dell’Istruzione, l’ Osservatorio nazionale per
l’integrazione degli alunni stranieri e l’educazione interculturale, che
pubblica il fondamentale documento La via italiana per la scuola
interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri (2007). La legge n. 94
del 15 luglio 2009 (“Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”)
subordina il rilascio del permesso di soggiorno CE al superamento di un
test di conoscenza della lingua italiana. La C. M. 2/2010 stabilisce che la
soglia di presenza massima di alunni stranieri per classe, non può superare
il 30%, mentre le modalità di svolgimento dei test per accertare la
conoscenza della lingua italiana sono contenute nel Decreto del Ministero
dell’Interno del 4 giugno 2010 e nel 2014 sono state definite le nuove
Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri (nota
Miur, Prof. n. 4233).
In linea generale, i minori stranieri presenti nel territorio nazione hanno il
diritto/dovere all’istruzione alla stregua dei cittadini italiani,
indipendentemente dalla regolarità della loro situazione di soggiorno.
Sostanzialmente, il d. P. R. n. 394/1999 considera prioritario il diritto
all’istruzione rispetto alle considerazioni di irregolarità eventualmente
presenti nelle posizioni dei genitori. Sempre in base a questo decreto,
all’art. 45 c. 2 viene disciplinata l’iscrizione dei minori stranieri alle classi.
“I minori stranieri soggetti all'obbligo scolastico vengono iscritti alla classe
corrispondente all'età anagrafica, salvo che il collegio dei docenti deliberi 188
l'iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto: a) dell'ordinamento degli
studi del Paese di provenienza dell'alunno, che può determinare l'iscrizione
ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella
corrispondente all'età anagrafica; b) dell'accertamento di competenze,
abilità e livelli di preparazione dell'alunno; c) del corso di studi
eventualmente seguito dall'alunno nel Paese di provenienza; d) del titolo di
studio eventualmente posseduto dall'alunno.
I minori stranieri che sono privi di documentazione anagrafica, o se la
documentazione risulta irregolare o incompleta, sono iscritti con riserva,
questo non pregiudica il conseguimento dei titoli conclusivi dei corsi di
studio delle scuole di ogni ordine e grado.
La ripartizione degli alunni stranieri nelle classi tiene conto delle proposte
formulate dal collegio dei docenti, e comunque sempre cercando di evitare
la costituzione di classi in cui la presenza di alunni stranieri è prevalente.
In base alle competenze dei singoli alunni stranieri, il collegio dei docenti
definisce l’adattamento dei programmi di insegnamento e, prevede, per il
consolidamento della conoscenza della lingua italiana, l’attivazione di
corsi intensivi di lingua italiana. Come stabilito dalle nuove Linee guida
del 2010, i ragazzi stranieri che non parlano italiano vanno inseriti in
classe con gli italiani, che “rappresentano la vera autorità linguistica e il
modello d’uso al quale riferirsi”, questo supportato dai laboratori
linguistici dedicati (8-10 ore settimanali dedicate all’italiano L2 per 3-4
mesi). Se necessario, ed anche attraverso intese con l’ente locale, la scuola
può avvalersi del supporto di qualificati mediatori culturali.
Per l’istruzione o la formazione degli adulti stranieri, il Consiglio di
Istituto o di Circolo, promuove intese con le associazioni straniere, le
rappresentanze diplomatiche consolari dei Paesi di provenienza, ovvero 189
con le organizzazioni di volontariato iscritte nel Registro di cui all'articolo
52, allo scopo di stipulare convenzioni e accordi per attivare progetti di
accoglienza; iniziative di educazione interculturale; azioni a tutela della
cultura e della lingua di origine e lo studio delle lingue straniere più diffuse
a livello internazionale. Le istituzioni scolastiche provvedono
all’istituzione, presso gli organismi deputati all’istruzione e formazione in
età adulta, di corsi di alfabetizzazione di scuola primaria e secondaria; di
corsi di lingua italiana; di percorsi di studio finalizzati al conseguimento
del titolo della scuola dell'obbligo; di corsi di studio per il conseguimento
del diploma di qualifica o del diploma di scuola secondaria superiore; di
corsi di istruzione e formazione del personale e tutte le altre iniziative di
studio previste dall'ordinamento vigente.
I MINORI ADOTTATI
Per contribuire all’integrazione ed inclusione scolastica dei bambini
adottati, sono state diffuse le Linee di indirizzo per favorire il diritto allo
studio degli alunni adottati (2014). Queste sono nate dalla consapevolezza
che la realtà dell’adozione si sta rapidamente diffondendo, ma pone
l’accento sui fattori di rischio e vulnerabilità per il bambino nei contesti
scolastici. Sono state individuate specifiche aree critiche su cui gli istituti
scolastici e la comunità didattica sono chiamati ad intervenire:
 Difficoltà di apprendimento, per cui il vissuto fatto di privazioni
comporterebbe problematiche nella sfera psico-emotiva e
cognitiva tali da interferire sensibilmente con le capacità di
apprendimento. In particolare i deficit riguardano la
concentrazione, l’attenzione, la memorizzazione, la produzione
verbale, scritta e alcune funzioni logiche. 190
 Difficoltà psico-emotive, le esperienze negative possono
ripercuotersi anche a livello di controllo delle proprie emozioni,
come difficoltà nel tollerare le frustrazioni, i comportamenti
aggressivi, il mancato rispetto delle regole, le provocazioni,
l’incontenibile bisogno di attenzione.
 Scolarizzazione nei Paesi d’origine, in cui è molto alto il tasso di
analfabetismo e l’abbandono scolastico.
 Bambini con bisogni speciali o particolari, ad esempio adozione di
due o più minori, bambini di sette o più anni, bambini con
significative problematiche di salute o di disabilità, bambini reduci
da esperienze particolarmente difficili e/o traumatiche.
 Età presunta, infatti, i bambini spesso non sono iscritti all’anagrafe
al momento della nascita.
 Molti bambini vengono adottati quando sono già nel periodo della
preadolescenza o dell’adolescenza.
 La lingua, perché i bambini adottati apprendono velocemente il
vocabolario di base e le espressioni quotidiane, più difficilmente il
linguaggio astratto, indispensabile per le “cognitive/academic
linguistic abilities”. La lingua che si apprende non è additiva (nel
senso di aggiuntiva alla precedente) ma sottrattiva (si sostituisce
alla precedente).
 Identità etnica, cioè integrare l'originaria appartenenza etnico-
culturale con quella della famiglia adottiva e del nuovo contesto di
vita. L’alunno adottato non è equiparabile all’alunno immigrato.
Dal momento che non è possibile prevedere l’arrivo del bambino nei
nuclei familiari adottivi, le famiglie possono iscrivere i bambini in
qualsiasi momento dell’anno. Per quanto riguarda l’inserimento scolastico, 191

ogni bambino adottato deve beneficiare di modalità adatte alle personali


esigenze, per questo le tempistiche sono decise dal Dirigente scolastico,
sentito il Team di docenti, in accordo con la famiglie e con i servizi
pubblici e/o privati che sostengono ed accompagnano la stessa nel
percorso adottivo. Particolare attenzione ricevono bambini aventi tra i 5 e
6 anni, per cui può essere prevista la deroga dall'iscrizione alla prima
classe della primaria al compimento dei sei anni e la possibilità di rimanere
un anno in più nella scuola dell’Infanzia. I minori adottati
internazionalmente che arrivano in Italia in età scolare, vengono inseriti in
classi tenendo conto delle informazioni raccolte nella fase di dialogo
scuola-famiglia. E’ compito dell’insegnante referente, con competenze
sulle tematiche adottive, che nella fase di prima accoglienza deve
presentare alla famiglia adottiva: i progetti inseriti nel POF, le eventuali
esperienze e conoscenze pregresse nel campo dell’adozione, le risorse e gli
strumenti disponibili volti a facilitare l’inserimento dei bambini e dei
ragazzi adottati. Bisogna prevedere la possibile elaborazione del PDP in
ogni momento dell’anno, e se tra l’arrivo del bambino e la fine dell’anno
scolastico il tempo non è sufficiente per stendere il piano, la scuola deve
comunque provvedere a misure didattiche di accompagnamento da
adottare nel PDP dell’anno scolastico successivo.
In caso di minori inseriti negli ultimi anni della primaria o in classi
successive, l’esperienza indica come sarebbe opportuno l’affiancamento di
un facilitatore linguistico, che abbia una formazione sull’insegnamento
dell’Italiano come Lingua 2. In realtà, la formazione di tutto il personale
scolastico è un aspetto imprescindibile per garantire il successo formativo
di questi alunni. Sarà compito degli Uffici Scolastici Regionali attivare 192
interventi di formazione mirati, in sinergia con i Servizi socio-sanitari
territoriali, le Università e gli altri soggetti che si occupano di adozione sul
territorio.
Gli alunni adottati possono mettere in atto strategie difensive come
l’evasione, la seduzione e la ribellione. L’invito agli insegnanti è dunque,
specialmente nelle prime fasi, di costruire opportunità volte
all’alfabetizzazione emotiva nella comunicazione per attivare solo dopo
l’approccio alla lingua specifica dello studio. Nelle prime fasi, il metodo
didattico può giovarsi di un approccio iconico (intelligenza visiva) ed
orale (intelligenza uditiva) per incentivare e mediare le caratteristiche
affettive d’ingresso all’apprendimento.
Tempi e modalità di inserimento:
 Scuola dell’infanzia. E’ auspicabile inserire nel gruppo classe un
alunno adottato internazionalmente non prima di dodici settimane
dal suo arrivo in Italia. Durante le prime quattro settimane è
opportuni attivare una frequentazione di circa due ore,
successivamente può essere alternata la frequentazione .
 Scuola primaria. E’ auspicabile inserire nel gruppo classe un
alunno adottato non prima di dodici settimane dal suo arrivo in
Italia. Al primo ingresso, gli alunni adottati dovrebbero avere la
possibilità di poter usufruire di un orario flessibile.
 Scuola secondaria. E’ auspicabile inserire nel gruppo classe un
alunno adottato non prima di quattro/sei settimane dal suo arrivo
in Italia. Generalmente, solo dopo sei/otto settimane
dall’inserimento, i docenti siano in grado di raccogliere le
informazioni necessarie per l’assegnazione dell’alunno alla classe 193
definitiva.

L’ISTRUZIONE IN OSPEDALE E DOMICILIARE


Per gli studenti affetti da gravi patologie, l’erogazione di servizi scolastici
alternativi viene assicurato dalla scuola in ospedale (SIO) e
dall’istruzione domiciliare (ID). Per assicurare l’erogazione di servizi
alternativi ai giovani in situazione di temporanea malattia questi
rappresentano, infatti, uno specifico ampliamento dell’offerta formativa.
Dalle Linee di Indirizzo Nazionali. Sulla scuola in ospedale e l’istruzione
domiciliare si rileva come la scuola in ospedale persegue un progetto di
tutela globale del bambino/a-ragazzo/a ospedalizzato, che viene preso “in
carico”, non solo come paziente o semplice alunno, ma in modo globale e
condiviso tra tutti gli operatori con cui viene in contatto, secondo il
principio dell’alleanza terapeutica, grazie al quale lo studente è al centro
dell’azione sanitaria ed educativa, svolgendovi parte attiva. Ai sensi
dell’art. 22 del D.lgs. n. 62/2017, per “(…) le alunne e gli alunni, le
studentesse e gli studenti frequentano corsi di istruzione funzionanti in
ospedali o in luoghi di cura per periodi temporalmente rilevanti, i docenti
che impartiscono i relativi insegnamenti trasmettono alla scuola di
appartenenza elementi di conoscenza in ordine al percorso formativo
individualizzato attuato dai predetti alunni e studenti ai fini della
valutazione periodica e finale”. Tutti gli alunni, iscritti a scuole di ogni
ordine e grado, anche paritarie, a seguito di formale richiesta della famiglia
e di idonea e dettagliata certificazione sanitaria, in cui è indicata
l’impossibilità a frequentare la scuola per un periodo non inferiore ai 30
giorni possono usufruire del servizio di istruzione domiciliare. 194
Sull’attivazione, il consiglio di classe deve elaborare un progetto
formativo, in cui sono indicati: il numero dei docenti coinvolti, gli ambiti
disciplinari cui dare la priorità, le ore di lezione previste. Tale progetto
dovrà essere approvato dal collegio dei docenti e dal consiglio d’Istituto e
inserito nel Piano triennale dell’offerta formativa. La richiesta viene
presentata al Comitato tecnico regionale. Generalmente sono previste, a
livello di monte ore, 4/5 ore settimanali per la scuola primaria; 6/7 ore
settimanali per la secondaria di primo e secondo grado. Per gli allievi
temporaneamente malati e curati a casa, con prestazioni domiciliari, la
scuola potrà richiedere al Comitato tecnico regionale il finanziamento di
un progetto di istruzione domiciliare realizzato dagli insegnanti della
scuola stessa. Se la frequenza si registra prevalente nelle sezioni
ospedaliere, saranno gli stessi docenti ospedalieri a procedere alla
valutazione ed effettueranno lo scrutinio, previa intesa con la scuola di
riferimento, che fornisce gli eventuali elementi di valutazione di cui è in
possesso. Se lo studente è ricoverato nel periodo in cui si svolgono gli
esami di Stato. Questi possono essere svolti secondo le modalità di cui al
decreto ministeriale del 10 ottobre 2017, n. 741, per il primo ciclo di
istruzione, e secondo le modalità indicate nell’ordinanza del MIUR di cui
all’art. 12, co. 4 del D.lgs. n. 62/2017.0

IL CPIA PER L’ISTRUZIONE DEGLI ADULTI


La normativa recante l’istruzione per gli adulti e la sua organizzazione è
contenuta nel D.P.R n.263 del 29 ottobre 2012 (Regolamento recante
norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo didattico dei
Centri d'istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali). Essa è
195
promossa nei CPIA (Centri provinciali per l’istruzione degli adulti)
istituiti dallo stesso decreto per garantire l’apprendimento degli adulti
come “elemento essenziale del ciclo dell'apprendimento permanente che
copre l’intera gamma di attività di apprendimento formale, non formale e
informale, sia generale che professionale, intraprese da adulti dopo aver
lasciato il ciclo dell'istruzione e della formazione iniziali” così come
indicato dal Consiglio Europeo (Risoluzione 2011/c 372/01 pubblicata
sulla GUCE del 20 dicembre 2011). L’implementazione
dell’apprendimento permanente, in coerenza con la Raccomandazione del
Consiglio “Percorsi per il miglioramento del livello delle competenze:
nuove opportunità per gli adulti”, viene incentivata dalla Direzione
generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema
nazionale di istruzione (DGOSV) attraverso il Piano nazionale di garanzia
delle competenze della popolazione adulta (2018). La consapevolezza che
le fasi della vita lavorativa ed occupazionale sono ormai mutate, con la
formazione a scuola e all’università non più come periodi propedeutici
all’inserimento nel mondo occupazionale, ma come attività permanente,
aggiornamento continuo, ha condotto il Miur a divulgare il documento.
In particolare i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti sono istituti
scolastici autonomi, con un proprio organico ed assetto didattico e
organizzativo specifico. Da punto di vista amministrativo, il CPIA è
articolato in una sede centrale e in sedi associate di primo livello in cui
vengono erogati percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua
italiana. Per quanto concerne la didattica, i percorsi di istruzione degli
adulti di secondo livello sono erogati nelle sedi degli istituti scolastici di
secondo grado. Inoltre, il CPIA può anche estendere l’offerta formativa
attraverso accordi con enti locali, soggetti pubblici o privati, stimolando le 196
competenze di cittadinanza e le opportunità di occupazione. I percorsi di
istruzione degli adulti si articolano in:
 percorsi di istruzione di primo livello;
 percorsi di istruzione di secondo livello;
 percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana.
I percorsi di istruzione di primo livello (CPIA unità amministrativa)
consentono di: conseguire il titolo di studio conclusivo del primo ciclo;
conseguire la certificazione attestante l’acquisizione delle competenze di
base connesse all’obbligo di istruzione relative alle attività e insegnamenti
generali comuni a tutti gli indirizzi degli istituti professionali e degli istituti
tecnici. I percorsi di secondo livello (CPIA unità didattica) permettono
invece il conseguimento del diploma di istruzione tecnica, professionale ed
artistica. I percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua
italiana (CPIA unità amministrativa) sono finalizzati al conseguimento di
un titolo attestante un livello di conoscenza della lingua italiana non
inferiore al livello A2 del QCER (Quadro comune europeo di riferimento
per la conoscenza delle lingue). è inoltre possibile ampliare l’offerta
formativa, con attività coerenti con le finalità del CPIA e secondo le
esigenze del contesto locale a livello sociale ed economico. I CPIA
possono avvalersi della collaborazione di: università, Regioni, enti
pubblici, associazioni, privati. Infine, in quanto istituzione scolastica che
svolge anche attività di Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo può:
sviluppare gli ambiti, di cui all’articolo 6 del DPR 275 del 1999
(progettazione formativa e la ricerca valutativa, a formazione e
l'aggiornamento culturale e professionale del personale scolastico,
l'innovazione metodologica e disciplinare, la ricerca didattica sulle diverse 197
valenze delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e sulla
loro integrazione nei processi formativi, ecc.); valorizzare il ruolo del
CPIA quale “struttura di servizio”, tramite la predisposizione di alcune
“misure di sistema” (lettura dei fabbisogni formativi del territorio,
costruzione di profili di adulti definiti sulla base delle necessità dei contesti
sociali e di lavoro, interpretazione dei bisogni di competenze e
conoscenze della popolazione adulta, accoglienza e orientamento,
miglioramento della qualità e dell’efficacia dell’istruzione degli adulti);
predisporre misure di sistema destinate a favorire gli opportuni raccordi tra
i percorsi di istruzione realizzati dai CPIA e quelli realizzati dalle
istituzioni scolastiche che erogano percorsi di secondo livello;
implementare il sistema dell’apprendimento permanente attraverso azioni
finalizzate a realizzare il piano nazionale di garanzia delle competenze
della popolazione adulta anche nell’ottica dello sviluppo delle reti per
l’apprendimento permanente.
Dall’anno 2014/2015, la DGOV ha promosso il Piano di Attività per
l’Innovazione dell’Istruzione degli Adulti (P.A.I.DE.I.A.) al fine di:
definire i dispositivi necessari per la produzione del Patto formativo
individuale; progettare le misure di sistema necessarie per il raccordo tra i
percorsi di primo livello e i percorsi di secondo livello; realizzare le
attività di ricerca, sperimentazione e sviluppo e gli interventi di
ampliamento dell’offerta formativa. Il secondo progetto supportato da
PAIDEIA dell’anno 2016/2017 è denominato EDUFINCPIA, ed ha come
leitmotiv il contrasto del deficit educativo della popolazione adulta nel
settore dell’educazione finanziaria, fornendo unità di apprendimento
specifiche.
198

L’ISTRUZIONE IN CARCERE
Secondo l’art. 27 della Costituzione “l’istruzione deve tendere alla
rieducazione del condannato”, mentre l’art.34 prevede che “l'istruzione
inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci
e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi
più alti degli studi”. La legge n.503 del 1958 ha istituito le Scuole
carcerarie elementari per combattere l’analfabetismo. Sino alla riforma del
1975, i corsi scolastici e la maggior parte delle attività negli istituti
penitenziari servivano a rompere l’isolamento e riempire il tempo.
L’Ordinamento penitenziario del 1975 ha dato una maggiore chiarezza in
merito al principio di “rieducazione” che, in conformità al terzo comma
dell’art.27 della Costituzione, ha ritenuto la detenzione non uno stato
definitivo ma transitorio, collegando perciò carcere e società, quindi il fine
rieducativo della pena. Così l’art. 1 dello stesso ordinamento stabilisce
che “"nei confronti dei condannati e degli internati deve essere attuato un
trattamento rieducativo che tenda, anche attraverso i contatti con
l'ambiente esterno, al reinserimento sociale degli stessi" (c. 4). Il primo
comma dell’articolo 19 dell’Ordinamento penitenziaria denota
l’opportunità di erogare in carcere corsi della scuola dell’obbligo, sulla
base dei programmi d’istruzione non differenziati rispetto a quello della
scuole pubbliche. Il motivo è quello di consentire il proseguimento degli
studi una volta usciti. La C. M del 6 agosto 1993 n. 253 ha previsto il
numero minimo per l’attivazione per attivare un corso di scuola
dell’obbligo. Quest'ultima circolare ha introdotto novità anche sotto
l'aspetto della flessibilità didattica, dell'individualizzazione dei corsi di
istruzione in base alle specifiche esigenze dei soggetti. Particolare 199
attenzione è rivolta ai detenuti “giovani-adulti” (18-25 anni) perché in
questa fase l’apprendimento culturale può costituire un forte deterrente per
facilitare il successivo reinserimento sociale. L’art.19 dell’Ordinamento
Penitenziario, al terzo comma recita “con le procedure previste dagli
ordinamenti scolastici possono essere istituite scuole d'istruzione
secondaria di secondo grado negli istituti di penitenziari", mentre la Circ.
Min. del 24 aprile 1989 ha sancito la presenza in ogni regione di almeno
un istituto penitenziario in cui fosse attivo un corso di scuola media
superiore, in modo che il detenuto continui a dipendere dallo stesso
Tribunale di Sorveglianza. Il D.P.R n.230 del 2000 rivela l'intenzione di
aumentare tempi e spazi da dedicare all'ampliamento ed al miglioramento
delle opportunità culturali, anche grazie al coordinamento tra Ministero
della Giustizia, Istruzione e Regioni per facilitare l’attivazione dei corsi di
scuola dell’obbligo in tutti gli istituti penitenziari, con almeno un corsi di
scuola secondaria superiore per ogni regione. L'art. 46 del DPR 230/2000
disciplina l'eventuale esclusione dello studente detenuto dal corso
d'istruzione (o di formazione professionale), nel caso in cui questo un
tenga comportamento che configuri sostanziale inadempimento dei suoi
compiti. Il provvedimento, adottato dal direttore sentito il parere del
“gruppo di osservazione e trattamento e delle autorità scolastiche”, può, in
qualsiasi momento, essere revocato.

I MODELLI DELLA DISABILITA’


La classificazione, in base alla disabilità come condizione patologica
determinata da cause neurobiologiche, richiedenti l’intervento dei
professionisti specifici, è l’ICIDH (Classificazione Internazionale di 200
Menomazioni, Disabilità e Handicap) fatta dall’OMS nel 1980, per cui la
menomazione determina la disabilità e quest’ultima causa l’handicap, Per
cui un non udente è una persona che ha una menomazione uditiva, che gli
procura una disabilità nella comunicazione e questo comporta un handicap.
Cos’ la situazione di menomazione da luogo a diverse tipologie di
disabilità ed implica diversi handicap. La menomazione interessa l’organo,
la disabilità la persona nello svolgimento delle attività secondo i modi
considerati tipici, l’handicap l’interazione individuo-ambiente, cioè la
situazione di svantaggio che pregiudica il raggiungimento della condizione
sociale tipica. Mentre la menomazione, a seconda dei casi, ha un carattere
permanente, la disabilità dipende dall’attività svolta e l’handicap lo
svantaggio nei confronti degli altri individui. Per questo l’ICIDH è
costruito secondo nove macro categorie per la menomazione e le disabilità
e sette per gli handicap.
La revisione di questo modello ha portato all’ICDH-2 (1997) che, per la
prima volta, ha posto l’attenzione sugli aspetti psicosociali nella
definizione della diagnosi, ed ha introdotto il concetto di partecipazione
attiva, sino a pervenire all’attuale modello ICF (1999), che pone al centro
il concetto di salute, intesa a più dimensioni: biologica, individuale e
sociale, mettendo in relazione i fattori personali (funzioni e strutture
corporee) con quelli ambientali (contesto fisico e sociale). L’ICF
sostituisce al termine “menomazione” quello di “attività” e al termine
“handicap” quello di “partecipazione sociale”, per cui la qualità della vita
di ogni persona dipende dall’interazione di sistemi complessi, non
semplicemente allo specifico disturbo strutturale o funzionale, ma sulle
attività, che possono essere sviluppate in riferimento sia alla condizione 201
dell’individuo che alla sua relazione con il mondo esterno. Dal modello
ICF, l’OMS nel 2007 ha diffuso la Classificazione internazionale del
funzionamento, della disabilità e della salute per bambini e adolescenti,
l’ICF-CY. Questi modelli vanno integrati e non sono sostitutivi della
classificazione ICD-10 (Classificazione internazionale delle sindromi e dei
disturbi psichici comportamentali – decima revisione) e del DSM-5
(Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) che forniscono un
modello di riferimento eziologico.

I DSA
Si parla di disturbi del neuro-sviluppo che riguardano la capacità di
leggere, scrivere e calcolare in modo adeguato e fluente. Sono definiti
dalla sigla F81 nell’ICD-10 e compresi nel capitolo 315 del DSM-IV. I
disturbi specifici di apprendimento più frequentemente riscontrati sono:
- dislessia
- disgrafia
- disortografia
- discalculia
- comorbilità.
Normalmente si manifestano all’inizio dell’età scolare.
 La dislessia è un disturbo specifico della lettura, che comporta
difficoltà nella decodifica di un testo. Il soggetto dislessico ha
un’intelligenza normale, alcuni presentano difficoltò nel
pronunciare le parole o a leggere velocemente, altri a scrivere o
comprendere ciò che leggono, se quest’ultima è una
compromissione totale, si dice alessia. Le ricerca sulle cause della 202
dislessia hanno rilevato sia motivi legati al funzionamento e alla
struttura cerebrale, sia motivi genetici. Per quanto riguarda il piano
neuro-anatomico, le moderne tecniche di neuroimaging (risonanza
magnetica funzionale e tomografia ad emissione di positroni)
hanno mostrato come i bambini dislessici presentino una minore
attività elettrica in alcune parti dell’emisfero sinistro del cervello.
Sul piano genetico, la ricerca ha evidenziato differenze anatomiche
nei centri linguistici dei bambini dislessici. In particolare sono
state rilevate malformazioni corticali microscopiche (ectopie),
sviluppate durante o prima il sesto mese di crescita del feto. I
sintomi più frequenti da cui formulare una diagnosi sono:
insorgenza ritardata di parola, difficoltà nel distinguere la sinistra
dalla destra, difficoltà con la direzione, inversione delle lettere o
delle parole. La dislessia è spesso accompagnata da altri disturbi,
come la disgrafia oppure deficit di attenzione e iperattività
(ADHD), o ancora dal disprassia.
 La disgrafia è un disturbo specifico della grafia, cioè nell’attività
specifica della produzione scritta. Si manifesta durante il periodo
di personalizzazione della scrittura, più o meno intorno alla terza
elementare. Le cause sono state rilevate nell’ordine di lesioni,
turbe neurologiche, deficit sensoriali, errata postura, errata
percezione spaziale. Le manifestazioni più evidenti del disturbo
fanno capo a: fatica nello scrivere, scorretta impugnatura della
penna, scarsa capacità di utilizzare lo spazio a disposizione per
scrivere, ritmo di scrittura estremamente veloce oppure
estremamente lento. La mano del bambino disgrafico compie
movimento “a scatto”, non armonico. 203

 La disortografia è il disturbo specifico della scrittura, colpisce le


competenze ortografiche e quelle fonografiche. A questa è spesso
affiancata la disgrafia. Più specificatamente, il bambino
disortografico ha difficoltà a tradurre correttamente i suoni che
compongono le parole in simboli grafici. Spesso il soggetto
confonde fonemi simili (cioè o suoni alfabetici simili); confonde i
grafemi simili (i segni alfabetici simili); commette omissioni (sia
parole che singole lettere); pratica inversioni (la sequenza di suoni
all’interno di una parola).
 La discalculia è un disturbo specifico dell’abilità di numero e di
calcolo. Si manifesta in bambini a sviluppo tipico, di intelligenza
normale e che non hanno subito danni neurologici. Può essere
associata alla dislessia o altri DSA. Sulla base della legge
n.170/2010, sono distinti due tipi di discalculia. Il primo tipo è
segnato da debolezza nella strutturazione cognitiva delle
componenti numeriche (subitizing, meccanismi di quantificazione,
seriazione, comparazione, strategie di calcolo mentale). Il secondo
tipo riguarda le compromissioni a livello procedurale e di calcolo
(lettura, scrittura e incolonnamento dei numeri, recupero dei fatti
numerici e degli algoritmi del calcolo scritto).
 Quando sono presenti due o più disturbi, si parla di comorbilità.
Questa può verificarsi anche con altri disturbi di sviluppo, questo
comporta che il disturbo risultante sia maggiore alla somma dei
disturbi che lo compongono.
Per la diagnosi della dislessia, le famiglie devono preliminarmente
rivolgersi ad un pediatra e compiere una valutazione diagnostica. Secondo 204
la legge n.56/89 solo medici e psicologi possono realizzare la diagnosi
clinica. I test che vengono somministrati ai bambini riguardano la
valutazione dell’intelligenza, della capacità di scrittura e lettura, della
comprensione del teso e della capacità di calcolo. Dislessia, disortografia e
disgrafia sono diagnosticabili sin dalla fine della seconda elementare,
mentre per la diagnosi della discalculia occorre almeno la fine della terza
elementare.
Particolare attenzione meritano anche gli strumenti e le misure
compensative e dispensative per gli alunni con DSA, poste all’attenzione
del MIUR già dal 2005 e specificate dal DM 5669 del 2011, che
alleghiamo in tabella (A e B).
A. MISURE DISPENSATIVE E INTERVENTI DI
INDIVIDUALIZZAZIONE (DM 5669 12/7/2011 e Linee
Guida allegate)
1. Dispensa dalla presentazione dei quattro caratteri di scrittura nelle prime fasi
dell’apprendimento (corsivo maiuscolo e minuscolo, stampato maiuscolo e
minuscolo)
2. Dispensa dall’uso del corsivo
3. Dispensa dall’uso dello stampato minuscolo
4. Dispensa dalla scrittura sotto dettatura di testi e/o appunti
5. Dispensa dal ricopiare testi o espressioni matematiche dalla lavagna
6. Dispensa dallo studio mnemonico delle tabelline, delle forme verbali, delle
poesie (in quanto vi è una notevole difficoltà nel ricordare nomi, termini tecnici e
definizioni)
7. Dispensa dalla lettura ad alta voce in classe
8. Dispensa dai tempi standard (prevedendo, ove necessario, una riduzione delle
consegne senza modificare gli obiettivi.)
9. Dispensa da un eccessivo carico di compiti con riadattamento e riduzione delle
pagine da studiare, senza modificare gli obiettivi.
10. Dispensa dall’utilizzo di materiali di studio scritti a mano.
11. Dispensa dalla sovrapposizione di compiti e interrogazioni delle varie materie
evitando possibilmente di richiedere prestazioni nelle ultime ore.
205
12. Dispensa parziale dallo studio della lingua straniera in forma scritta, che verrà
valutato in percentuale minore rispetto all’orale non considerando errori
ortografici e di spelling.
13. Modifica opportuna delle “prove di ascolto” delle lingue straniere
14. Integrazione dei libri di testo con appunti su supporto registrato, digitalizzato o
cartaceo stampato (font “senza grazie”: Arial, Trebuchet, Verdana carattere 12-14
interlinea 1,5/2) ortografico, sintesi vocale, mappe, schemi, formulari
15. Nella videoscrittura rispetto e utilizzo dei criteri di accessibilità: Font “senza
grazie” (Arial, Trebuchet, Verdana), carattere 14-16, interlinea 1,5/2, spaziatura
espansa, testo non giustificato.
16. Elasticità nella richiesta di esecuzione dei compiti a casa, per i quali si
cercherà di istituire un produttivo rapporto scuola-tutor-famiglia.
17. Accordo sulle modalità e i tempi delle verifiche scritte con possibilità di
utilizzare diversi supporti (pc, correttore ortografico, sintesi vocale.)
18. Accordo sui tempi e sui modi delle interrogazioni su parti limitate e
concordate del programma, evitando di spostare le date fissate.
19. Nelle verifiche, riduzione e adattamento del numero degli esercizi senza
modificare gli obiettivi non considerando errori ortografici.
20. Privilegiare l’utilizzo verbale corretto delle forme grammaticali sulle
acquisizioni teoriche delle stesse
21. Nelle verifiche scritte, utilizzo di domande a risposta multipla e (con
possibilità di completamento e/o arricchimento con una discussione orale)
riduzione al minimo delle domande a risposte aperte
22. Lettura delle consegne degli esercizi e/o fornitura, durante le verifiche, di
prove su supporto digitalizzato leggibili dalla sintesi vocale.
23. Parziale sostituzione o completamento delle verifiche scritte con prove orali
consentendo l’uso di schemi riadattati e/o mappe durante l’interrogazione.
24. Valorizzazione dei successi sugli insuccessi al fine di elevare l’autostima e le
motivazioni di studio.
25. Favorire situazioni di apprendimento cooperativo tra compagni (anche con
diversi ruoli.)
26. Controllo, da parte dei docenti, della gestione del diario (corretta trascrizione
di compiti/avvisi)
27. Valutazione dei procedimenti e non dei calcoli
28. Valutazione del contenuto e non degli errori ortografici

A. STRUMENTI COMPENSATIVI (DM 5669 12/7/2011 e Linee


guida allegate.)
1. Utilizzo di programmi di video-scrittura con correttore ortografico 206
(possibilmente vocale) per l’italiano e le lingue straniere, con tecnologie di sintesi
vocale (in scrittura e lettura)
2. Utilizzo del computer fornito di stampante e scanner con OCR per digitalizzare
i testi cartacei.
3. Utilizzo della sintesi vocale in scrittura e lettura (se disponibile, anche per le
lingue straniere)
4. Utilizzo di risorse audio (file audio digitali, audiolibri, ecc.).
5. Utilizzo del registratore digitale per uso autonomo
6. Utilizzo di libri e documenti digitali per lo studio o di testi digitalizzati con
OCR.
7. Utilizzo, nella misura necessaria, di calcolatrice con foglio di calcolo
(possibilmente calcolatrice vocale) o ausili per il calcolo (linee dei numeri
cartacee e non)
8. Utilizzo di schemi e tabelle, elaborate dal docente e/o dall’alunno, di
grammatica (es. tabelle delle coniugazioni verbali) come supporto durante compiti
e verifiche.
9. Utilizzo di tavole, elaborate dal docente e/o dall’alunno, di matematica (es.
formulari) e di schemi e/o mappe delle varie discipline scientifiche come supporto
durante compiti e verifiche.
10. Utilizzo di mappe e schemi (elaborate dal docente e/o dallo studente per
sintetizzare e strutturare le informazioni) durante l’interrogazione, eventualmente
anche su supporto digitalizzato (video presentazione), per facilitare il recupero
delle informazioni e migliorare l’espressione verbale.
11. Utilizzo di diagrammi di flusso delle procedure didattiche
12. Utilizzo di altri linguaggi e tecniche (ad esempio il linguaggio iconico e i
video…) come veicoli che possono sostenere la comprensione dei testi e
l’espressione
13. Utilizzo di dizionari digitali su computer (cd rom, risorse on line)
14. Utilizzo di software didattici e compensativi (free e/o commerciali) specificati
nella tabella degli obiettivi
15. Utilizzo di quaderni con righe speciali
16. Utilizzo di impugnatori facili per la corretta impugnatura delle penne

Disturbi Evolutivi Specifici


I disturbi evolutivi specifici comprendono gruppi di condizioni morbose
che si manifestano con specifiche e significative compromissioni
dell’apprendimento. Si ritiene che le cause siano di ordine sia biologico
che non biologico. 207

 Il disturbo specifico del linguaggio è indicato dalla sigla F80


nella classificazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e
si trova nel capitolo 315 del manuale diagnostico americano DSM-
IV. Secondo lo stesso ICD-10 esso è “una condizione in cui
l'acquisizione delle normali abilità linguistiche è disturbata sin dai
primi stadi dello sviluppo. Il disturbo linguistico non è
direttamente attribuibile ad alterazioni neurologiche o ad anomalie
di meccanismi fisiologici dell'eloquio, a compromissioni del
sensorio, a ritardo mentale o a fattori ambientali. È spesso seguito
da problemi associati quali le difficoltà nella lettura e nella
scrittura, anomalie nelle relazioni interpersonali e disturbi emotivi
e comportamentali”. Spesso questi disturbi sono associati a
difficoltà di movimento, coordinazione motoria, funzionamento
cognitivo, disturbi di attenzione. Spesso è un disturbo ereditato,
come dimostrano le ricerche sui geni FOXP2 e USP10. Il disturbo
riguarda tre tipi di disfasie: della comprensione, della produzione e
dell'articolazione. Per la valutazione del disturbo, fino ai tre anni si
utilizza la Scala McArthur o la TPL (Test del Primo Linguaggio),
mentre dai da 3 a 6 anni il TVL (Test di Valutazione del
Linguaggio) e da 6 a 12 anni vi è la 4-12.
 Il disturbo di coordinazione motoria è indicato dalla sigla F82
nell’ICD-10. Si tratta di una compromissione dello sviluppo della
coordinazione motoria non riferibile ad un ritardo intellettivo
generale o ad uno specifico disturbo neurologico congenito o
acquisito. Spesso è associato con altri disturbi quali disturbi del
linguaggio (DSL), iperattività e/o deficit di attenzione (ADHD), 208
disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). il deficit comporta la
stessa difficoltà di rappresentazione interna del proprio corpo, con
conseguenze nel controllo motorio, nell’apprendimento dei
movimenti e nei tempi lunghissimi per compiere azioni semplici.
La causa risiede nella disfunzione del lobo parietale, ritenuto la
sede dell’immaginazione motoria. E’ facilmente individuabile,
giacché i segni sono evidenti: il bambino è goffo e impacciato, ha
difficoltà nelle abilità grosso e/o fino-motorie, sviluppa in ritardo
alcune capacità (come andare in bicicletta), ha difficoltà a
coordinare le parti del corpo, ha un equilibrio precario. Oltre a
queste manifestazioni fisiche, anche caratteristiche
emotivo/comportamentali evidenziamo la presenza di DCM: poco
interesse per attività che richiedono sforzo fisico, poca autostima,
difficoltà a socializzare, riluttanza a staccarsi dalla routine. A
livello didattico, il bambino è lento nello scrivere, ha difficoltà
nelle discipline logico-matematiche. Per la diagnosi, gli specialisti
ricorrono spesso al Protocollo per la valutazione delle abilità
prassiche e della coordinazione motoria (APCM) che analizza:
le funzioni di base, gli schemi di movimento, le funzioni cognitive
adattive.

Disturbi Evolutivi Globali


Sono indicati dalla sigla F84 dell’ICD-10, caratterizzati da
compromissioni qualitative delle interazioni sociali e dalle modalità di
comunicazione, da interessi ed attività limitati e ripetitivi. Sono indicati
come globali perché coinvolgono il funzionamento dell’individuo in tutte
le situazioni. Il manuale distingue tra: disturbo Autistico, disturbo di Rett,
209
disturbo disintegrativo della fanciullezza, disturbo di Asperger, disturbo
generalizzato dello sviluppo non altrimenti specificato (incluso l'autismo
atipico.)
 Il disturbo autistico è caratterizzato da un’evidente
compromissione dell’interazione sociale, scarsa capacità di
sviluppare relazioni con i coetanei, secondo l’età: i più piccoli
possono avere uno scarso o nullo interesse nel fare amicizia; i più
grandi possono essere interessati all'amicizia ma mancare della
comprensione delle convenzioni che regolano l'interazione sociale.
A livello comunicativo, la compromissione è marcata, riduce le
capacità verbali e non verbali. Quando il linguaggio si sviluppa,
l'altezza, l'intonazione, la velocità, il ritmo, o la sottolineatura
possono essere anomali. Molte volte la comprensione del
linguaggio è difficoltosa, come capire domande semplici,
istruzioni, o scherzi. Il gioco d’immaginazione è spesso assente o
notevolmente compromesso. La gamma degli interessi è ristretta,
anche soltanto uno. Possono comportarsi in modo monotonamente
eguale e mostrare resistenza o malessere per cambiamenti banali,
infatti è comune il ricorso a abitudini, rituali e routine, anche se
non necessari. I sintomi si manifestano in almeno una delle aree
interessate (interazione sociale, linguaggio usato per l'interazione
sociale o gioco simbolico o di immaginazione) durante i primi tre
anni. Di solito il disturbo autistico è accompagnato da ritardo
mentale di entità moderata (QI 35-50), anche se non è una
condizione automatica.
 Il disturbo di Rett è spesso associato al ritardo mentale grave o
gravissimo. Si manifesta prima dei 4 anni, è permanente, e la 210
perdita delle capacità è progressiva. I deficit, infatti, si sviluppano
successivamente, mentre dopo la nascita il funzionamento è
normale. Il primo sintomo è il rallentamento della crescita del
cranio, tra i 5 e i 48 mesi di vita.
 Il disturbo disintegrativo della fanciullezza è associato al ritardo
mentale grave. Dopo un periodo di almeno due anni di sviluppo
normale, inizia una marcata regressione di diverse aree:
espressione, linguaggio, capacità sociali o comportamento
adattivo, controllo della defecazione, gioco o capacità motorie.
Nella maggioranza dei casi l’esordio si verifica tra i 3 e 4 anni,
attraverso alcuni precisi sintomi: irritabilità e ansia seguiti da una
perdita del linguaggio e delle altre capacità di prestazione.
 Il disturbo di Asperger ha un esordio piuttosto tardivo. Causa una
compromissione clinicamente significativa nell'area sociale,
lavorativa, o in altre aree importanti del funzionamento. A
differenza del disturbo autistico, non vi sono ritardi clinicamente
significativi del linguaggio, nello sviluppo cognitivo o nello
sviluppo di capacità di auto-accudimento adeguate all'età, nel
comportamento adattivo (tranne che nell'interazione sociale), e
nella curiosità. Durante il periodo scolastico emergono interessi
particolarmente bizzarri e circoscritti che possono perdurare per
tutta la vita.
 Si parla invece di disturbo generalizzato dello sviluppo non
altrimenti specificato (incluso l'autismo atipico) quando vi è
una grave e generalizzata compromissione dello sviluppo
dell'interazione sociale reciproca o delle capacità di 211

comunicazione verbale e non verbale, o quando sono presenti


comportamento, interessi o attività stereotipati, ma non riferibile ai
criteri che comportano disturbo generalizzato dello Sviluppo, la
schizofrenia, il disturbo schizotipico di personalità o il disturbo di
evitamento di Personalità.

L’ipercinesia infantile
L’ICD-10 distingue, all’interno della categoria Sindrome Ipercinetica,
sigla F90 il Disturbo dell’Attività e dell’Attenzione e la Sindrome
Ipercinetica della Condotta.
Per iperattività s’intende un disturbo neurobiologico nella corteccia pre-
frontale. La diagnosi di Ipercinesia infantile avviene nell’ambito dei
Disturbi da Deficit di Attenzione e Iperattività, perché quest’ultima può
presentarsi da sola oppure associata a deficit di attenzione. L’ADHD è
prima di tutto un disturbo evolutivo dell’autocontrollo, caratterizzato
dall’incapacità di mantenere l’attenzione per un certo periodo,
dall’iperattività e dall’impulsività. Per parlare di ADHD, i sintomi devono
presentarsi prima dei 7 anni, coprire i due contesti (disattenzione e
iperattività-impulsività).

Sintomi di iperattività-
Sintomi di disattenzione
impulsività

Spesso fallisce nel prestare attenzione ai dettagli o


compie errori di inattenzione nei compiti a scuola, Spesso muove le mani o i piedi o si
nel lavoro o in altre attività agita nella seggiola
212

Spesso ha difficoltà nel sostenere l’attenzione nei spesso si alza in classe o in altre
compiti o in attività di gioco situazioni dove ci si aspetta che
rimanga seduto

Spesso corre in giro o si arrampica


eccessivamente in situazioni in cui
Spesso sembra non ascoltare quando gli si parla non
direttamente è appropriato (in adolescenti e
adulti può essere limitato ad una
sensazione soggettiva di
irrequietezza)

Spesso non segue completamente le istruzioni e Spesso ha difficoltà a giocare o ad


incontra difficoltà nel terminare i compiti di scuola, impegnarsi in attività tranquille in
lavori domestici o mansioni nel lavoro (non dovute a modo quieto
comportamento oppositivo o a difficoltà di
comprensione

E’ continuamente “in marcia” o


Spesso ha difficoltà ad organizzare compiti o attività
agisce come se fosse “spinto da un
varie
motorino”

Spesso evita, prova avversione o è riluttante ad


impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale Spesso parla eccessivamente
sostenuto (es. compiti a casa o a scuola)

Spesso perde materiale necessario per compiti o


Spesso “spara” delle risposte prima 213
altre attività (es. giocattoli, compiti assegnati,
che venga completata la domanda
matite, libri, ecc.)

Spesso ha difficoltà ad aspettare il


Spesso è facilmente distratto da stimoli esterni
proprio turno

Spesso interrompe o si comporta in


modo invadente verso gli altri (es.
Spesso è sbadato nelle attività quotidiane
irrompe nei giochi o nelle
conversazioni degli altri)

Spesso il disturbo è associato con altri, come il Disturbo Oppositivo


Provocatorio e/o il Disturbo della Condotta, oppure un Disturbo
dell’Apprendimento e delle competenza scolastiche più in generale. Oltre
al malfunzionamento del sistema nervoso centrale, gli studi hanno
evidenziato anche il ruolo dei fattori genetici, oltre che dei fattori
ambientali ed educativi. Generalmente, il disturbo insorge tra i 3 e i 4 anni,
per poi rendersi evidente in età scolare.

I DISTURBI DELLA CONDOTTA


Si parla di disturbo della condotta (DC) quando un soggetto pone in essere
comportamenti che denotano la persistenza dell’assenza del rispetto verso i
diritti degli altri e il mancato adeguamento alle regole familiari, sociali e
del vivere comune in generale. Si tendeva, nel passato, a considerarli come
capricci, da correggere attraverso le punizioni (anche corporali), mentre,
214
attualmente, la ricerca ne ha individuato le connessioni con le
caratteristiche neurobiologiche, con la qualità della relazione con la madre
e l’attaccamento nei primi mesi di vita, con il contesto sociale in cui è
cresciuto ed i relativi modelli educativi. I disturbi comportamentali
possono manifestarsi prevalentemente in due precisi periodi della vita: nel
periodo infantile e in quello adolescenziale. Nel primo periodo, i disturbi
possono insorgere precocemente, dai 24 ai 36 mesi, per poi aggravarsi
nell’adolescenza. Secondo il DSM, arrivato alla V edizione, per parlare di
disturbo della condotta i sintomi (a. aggressione o minacce gravi a persone
o animali; b. danni alle proprietà, c. violazione delle regole familiari e
sociali; d. persistente atteggiamento negativizzante e mentoniero per
ottenere vantaggi o evitare punizioni) devono persistere per almeno 6 mesi.
Per l’ICD-10 i disturbi comportamentali sono identificabili da una
condotta antisociale, aggressiva o provocatoria ripetitiva e persistente i cui
sintomi sono: le manifestazioni aggressive verso le persone o le cose, la
crudeltà verso gli animali, il danneggiamento alle cose o alle proprietà, gli
eccessi d’ira non motivati, l’atteggiamento provocatorio, l’assenza e la
fuga da casa e da scuola. Sempre l’ICD-10 distingue diverse tipologie di
disturbi della condotta secondo un quadro clinico:
Disturbo della condotta limitato al contesto familiare, per cui il
comportamento deviante è praticato solo all’interno del nucleo familiare;
Disturbo della condotta con ridotta socializzazione, caratterizzato dalla
mancata socializzazione con i coetanei, derivante dal fatto che questi lo
emarginano per il suo comportamento e/o disturbo;
Disturbo della condotta con socializzazione normale, in questo caso il
soggetto si comporta correttamente con le persone amiche, ma pone in 215
essere comportamenti antisociali verso adulti, familiari o altri bambini;
Disturbo oppositivo provocatorio, segnalato da un comportamento
ripetitivo e marcatamente ostile, oppositivo e provocatorio verso adulti e
bambini con rapporti di confidenza. Quest’ultimo, da molti non viene
considerato come disturbo della condotta ma potenzialmente evolvibile a
DC.

IL DOCENTE REFERENTE
Sono previste figure specifiche come promotori dell’integrazione ed
inclusione scolastica. La normativa sulla scuola inclusiva contempla,
infatti, il coordinatore o referente dei docenti di sostegno, il referente per
gli alunni con BES e il referente per gli alunni con DSA.
- Spetta al D. S. nominare il referente o coordinatore per il
Sostegno. I compiti che questa figura assume sono molteplici, e
regolamentati dai singoli istituti scolastici. Generalmente
riguardano:
 convocare e presiedere le riunioni del gruppo H;
 collaborare con il dirigente scolastico e il GLH d’Istituto
per l’assegnazione degli alunni alle classi di riferimento e
delle relative ore di sostegno;
 organizzare e programmare gli incontri tra ASP, scuola e
famiglia;
 partecipare agli incontri di verifica iniziale, intermedia e
finale, con gli operatori sanitari;
 issare il calendario delle attività del gruppo H e di quelle
216
di competenza dei Consigli di Classe che riguardano gli
alunni in situazione di disabilità;
 coordinare il gruppo degli insegnanti di sostegno,
raccogliendo i documenti da loro prodotti nel corso
dell’anno scolastico e le buone pratiche da essi
sperimentate;
 gestire i fascicoli personali degli alunni diversamente
abili;
 gestire il passaggio di informazioni relative agli alunni tra
le scuole e all’interno dell’istituto al fine di perseguire la
continuità educativo-didattica;
 favorire i rapporti tra Enti Locali e Ambito territoriale;
 richiedere, qualora ve ne sia la necessità, ausili e sussidi
particolari;
 promuovere le iniziative relative alla sensibilizzazione per
l’integrazione/inclusione scolastica degli alunni, proposte
dal dipartimento.
- Anche la figura del referente d’Istituto per i BES viene definita
dalle singole istituzioni scolastiche. Può essere un docente
curricolare o di sostegno, comunque deve possedere compravate
competenze sui bisogni educativi speciali. Generalmente viene
nominato dal D. S. o attraverso delibera del Collegio docenti, e i
suoi compiti si rifanno a:
 curare il rapporto con gli Enti del territorio (Comune,
ASL, UONPIA, Associazioni, ecc.), CTS, CTI e UST;
 supportare i CdC/Team per l’individuazione di casi di 217

alunni BES;
 raccogliere, analizzare la documentazione (certificazione
diagnostica/segnalazione) aggiornando il fascicolo
personale e pianificare attività/progetti/strategie ad hoc;
 partecipare ai CdC/Team, se necessario, e fornire
collaborazione/consulenza alla stesura di PdP;
 organizzare momenti di
approfondimento/formazione/aggiornamento sulla base
delle necessità rilevate all’interno dell’istituto;
 monitorare/valutare i risultati ottenuti e condividere
proposte con il Collegio dei Docenti e Consiglio d’Istituto;
 gestire e curare una sezione della biblioteca d’istituto
dedicata alle problematiche sui BES;
 gestire il sito web della scuola in merito ai BES e
collaborare con il referente POF di Istituto.
 aggiornarsi continuamente sulle tematiche relative alle
diverse “tipologie” che afferiscono ai BES.
- Infine, il referente d’Istituto per i DSA ha uno specifico status
giuridico (Linee Guida sui DSA del 2011). Viene nominato dal
dirigente scolastico e può essere un docente curricolare o di
sostegno con comprovate competenze sui DSA. Questi sono i
compiti specificati dalle Linee:
 fornisce informazioni circa le disposizioni normative
vigenti;
218
 fornisce indicazioni di base su strumenti compensativi e
misure dispensative al fine di realizzare un intervento
didattico il più possibile adeguato e personalizzato;
 collabora, ove richiesto, all’elaborazione di strategie volte
al superamento dei problemi nella classe con alunni con
DSA;
 diffonde e pubblicizza le iniziative di formazione specifica
o di aggiornamento;
 fornisce informazioni riguardo alle
Associazioni/Enti/Istituzioni/Università ai quali poter fare
riferimento per le tematiche in oggetto;
 fornisce informazioni riguardo a siti o piattaforme on line
per la condivisione di buone pratiche in tema di DSA;
 offre supporto ai colleghi riguardo a specifici materiali
didattici e di valutazione;
 cura la dotazione bibliografica e di sussidi all’interno
dell’Istituto;
 funge da mediatore tra colleghi, famiglie, studenti (se
maggiorenni), operatori dei servizi sanitari, EE.LL. ed
agenzie formative accreditate nel territorio;
 informa eventuali supplenti in servizio nelle classi con
alunni con DSA.

219
CAPITOLO 6

IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Le competenze del D. S. sono regolate dal d. lgs. n.165/2001 (“Norme
generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni
pubbliche”), per cui egli “assicura la gestione unitaria dell'istituzione, ne
ha la legale rappresentanza, è responsabile della gestione delle risorse
finanziarie e strumentali e dei risultati deI servizio. […il dirigente
scolastico organizza l’attività scolastica secondo criteri di efficienza e di
efficacia formative ed è titolare delle relazioni sindacali (art. 25 c. 2). Fino
al 2001, il Capo d’Istituto era differenziato nelle figure del Preside (per le
scuole secondarie di primo e secondo grado) e del Direttore didattico
(scuole primarie). E’ responsabile della gestione complessiva della scuola,
e in particolare:
220
 dirige e coordina le risorse umane organizzando le varie attività
scolastiche;
 elabora il PTOF, sentito il collegio dei docenti e il Consiglio
d’istituto ei i principali attori economici, sociali e culturali del
territorio;
 all’inizio dell’anno scolastico, individua i docenti da destinare
all’organico funzionale;
 individua fino a 3 docenti di ruolo come collaboratori per
l’organizzazione dell’istituzione;
 propone gli incarichi di docenza per la copertura dei posti
assegnati all’Istituzione scolastica;
 garantisce che siano individuati percorsi formativi e iniziative per
il successo formativo di tutti gli alunni;
 individua le imprese e gli enti pubblici per attivare percorsi
formativi;
 valuta il personale docente ed educativo nel periodo di formazione
e di prova;
 assegna annualmente la somma per la valorizzazione del merito
del personale docente, sentito il CdI.
A livello istituzione, il dirigente scolastico è il massimo rappresentate della
scuola, in quanto rappresentante legale. Deve, periodicamente, fornire al
CdI una relazione scritta, in cui fornisce motivazioni sulla coordinazione e
la direzione dell’attività didattica ed amministrativa. Ha inoltre la
responsabilità del personale, compresa la sicurezza di tutti gli utenti
dell’istituto. Nella gestione finanziaria ha il compito di realizzare il
programma annuale (PA), decidere le spese, sino ad un’ eccedenza del
10% la dotazione ordinaria (in caso di spese superiori a 2000 euro ha la 221

facoltà di scegliere il soggetto contraente, previa comparazione di tre


offerte), inviare i revisori dei conti e distribuire nomini, deleghe, incarichi.
In quanto manager è chiamato ad esercitare una leadership autorevole e
diffusa, egli deve essere:
1. leader culturale, in quanto propulsore del progetto culturale da
realizzare con i docenti egli stakeholder;
2. leader strategico, in quanto responsabile dei rapporti con gli
organi collegiali interni e gli enti esterni;
3. leader educativo, perché promotore della comunità di
apprendimento;
4. leader ricettivo, in grado di comprendere le necessità formative
degli studenti, ma anche le richieste del territorio e della società.
E’ altresì responsabile delle relazioni sindacali, dunque spettano al
dirigente scolastico, nel rispetto delle prerogative degli organi collegiali,
poteri di direzione, coordinamento e valorizzazione del capitale umano e
strumentale, al fine di conseguire con efficienza ed efficacia i risultati
previsti. Più precisamente, il dirigente scolastico: designa i docenti di sua
fiducia per alcuni compiti supportato dal Direttore dei servizi generali ed
amministrativi (DSGA), esercita il potere disciplinare verso il personale
docente, quello A.T.A. e gli studenti, convoca ed è presidente del Collegio
dei docenti e dei Consigli di classe, partecipa di diritto alle riunioni del
Consiglio di istituto.

IL DOCENTE
Il rapporto di lavoro del personale docente è regolamentato dalla
222
contrattazione collettiva, nazionale e decentrata, e si svolge su tutte le
materie relative al rapporto di lavoro, salvo i casi di esclusione previsti
dalla legge. L’insegnamento, come peculiare attività del docente, è sia
discrezionale che tecnica, i cui aspetti intrinseci sono regalati da norme
scientifico-artistiche, mentre gli aspetti generali da disposizioni
costituzionali e pubblicistiche e da disposizioni contrattuali per quanto
riguarda gli aspetti di estrinsecazione lavoristica.
Le fonti principali sono: la Costituzione, con particolare riferimento alla
libertà di insegnamento (art. 33, c. 1) e alle disposizioni sulla Pubblica
Amministrazione; il d. Lgs. n. 165/2001 che dispone i rapporti di lavoro
dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche ed estende al lavoro
pubblico privatizzato anche la disciplina delle leggi sul lavoro subordinato
(art. 2, c. 2) disciplinati dal Capo I, Titolo II del Libro V del Codice Civile;
il Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione,
relative alle scuole di ogni ordine e grado (d. Lgs. n. 297/1994); i Contratti
collettivi di lavoro.
La libertà di insegnamento stabilito dall’art. 33 della Costituzione è species
della più generale libertà di pensiero ed espressione (art. 21. c. 1)
Il profilo professionale del docente è stabilito dal CCNL relativo al
personale del Comparto Scuola (2006-2009), ed è costituito da competenze
disciplinari, psicopedagogiche, metodologiche-didattiche organizzativo-
relazionali e di ricerca, documentazione e valutazione tra loro correlate ed
interagenti (art. 27), mentre il T.U. n. 297/1994 definisce la funzione del
docente come esplicazione essenziale dell'attività di trasmissione della
cultura, di contributo all’elaborazione di essa e di impulso alla
partecipazione dei giovani a tale processo e alla formazione umana e
critica della loro personalità (art. 395, c. 1). La libertà di insegnamento è 223
intesa come autonomia didattica e libera espressione culturale del docente,
diretta a promuovere la piena formazione della personalità degli alunni,
garantendo l'autonomia professionale nello svolgimento dell'attività
didattica, scientifica e di ricerca nel rispetto della coscienza morale e civile
degli alunni (artt. 1,2 del d. lgs. n. 297/1994). Lo Stato rende effettiva la
libertà di insegnamento attraverso appositi interventi legislativi
impegnando anche il Dirigente Scolastico (d. Lgs. n. 165/2001, art. 25, c. 3
e l. n. 59/1997, art. 21, c. 16) e all’interno della stessa autonomia scolastica
(c. 9).
Il personale docente è portatore di specifici diritti che scaturiscono dal
rapporto di lavoro, patrimoniali, non patrimoniali, sindacali. I primi
sono sia contemporanei al rapporto di impiego che successivi allo stesso,
in seguito alla cessazione, vi rientrano: la retribuzione, l’equo indennizzo,
il trattamento di quiescenza e previdenza. I principali diritti non
patrimoniali sono invece quelli relativi alla funzione (diritto all’ufficio,
alla prestazione didattica, alla progressione mediante concorso), il diritto
alla sede, ai periodi di riposo, al riposo settimanale e festivo, alla ferie, ai
permessi brevi, ai permessi retribuiti, alle assenze per malattia, ai congedi
per maternità e paternità, all’assenza per infortunio sul lavoro e per
malattie a causa del servizio, ai periodi di aspettativa, all’assistenza di
persone con handicap, alla formazione in servizio, allo studio, al rapporto
di lavoro part-time, alla tutela nell’ambiente di lavoro. Inoltre, il diritto
all’aggiornamento e alla formazione costituisce anche obbligo di servizio
come specificato dal Consiglio di Stato (sentenza n. 1425/2007)
In conseguenza dell’estensione dello Statuto dei lavoratori (l. n. 300/1970)
ai dipendenti della P. A. il personale della scuola, quindi anche i docenti,
sono titolari di diritti sindacali: diritto di associazione sindacale, di 224
sciopero, di manifestazione del pensiero nel luogo di lavoro, a non essere
sottoposto a controlli a distanza sul lavoro, al rispetto ed alla riservatezza,
a non essere sottoposto ad accertamenti sanitari per fini non riconosciuti,
alla repressione della condotta antisindacale, di assemblea e di permessi
retribuiti e non.
Per quanto riguarda i doveri del personale docente, essi sono rinvenibili
nel Codice Civile, nella legge n. 300/1970 (artt. 11-17), nel Codice di
comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni (d.P.R. n.
62/2013), bel CCNL-Scuola 2006/2009 (artt. 26, 88), dalle disposizioni
ricavabili dal d. lgs: n. 297/1994 (artt- 492-508). Il Codice di
comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni individua i
doveri inerenti ai principi di lealtà, imparzialità, buona condotta e
diligenza. Come tutti i dipendenti pubblici, anche i docenti, nel rispetto del
valore della trasparenza, sono obbligati a: garantire la tracciabilità dei
processi decisionali adottati e comunicare al responsabile del proprio
ufficio tutti i rapporti di collaborazione retribuita con soggetti privati negli
ultimi tre anni. Tra i doveri si annoverano anche quelli della fedeltà,
dell’esclusività e di serbare il segreto d’ufficio.
Come stabilito dalla sentenza n. 240/1974 della corte Costituzionale, la
libertà di insegnamento consiste nel garantire la libertà dei contenuti
dell’insegnamento, pertanto l’Amministrazione non può introdursi nel
rapporto didattico, mentre la libertà metodologica del docente è limitata
dal Collegio dei docenti (TAR del Veneto, n. 930/1980) e la libertà di
insegnamento non è insindacabile in ordine ai metodi didattici, ma questi
devono assicurare “l’efficienza del servizio dell’istruzione in vista degli
specifici scopi educativi per cui è stata organizzata” (sentenza n. 405/1971
della Sezione VI del Consiglio di Stato). 225
La libertà di insegnamento si esplicita anche nella scelta ed adozione dei
libri di testo, i cui criteri sono contenuti nel Regolamento dell’autonomia
scolastica (d. P.R. n. 275/1999, art. 4, c. 5) e dalla Carta dei servizi
scolastici (Direttiva n. 254/1995), e riguardano: la coerenza con il POF, la
trasparenza, le tempestività, la validità culturale e la funzione educativa, la
rispondenza alle esigenze dell’utenza.
Per quanto riguarda la questione della vigilanza degli alunni, il quadro
normativo di riferimento è sia di natura legislativa che contrattuale, con
riferimento a: gli artt. 2047 e 2048 del Codice Civile, l’art. 61 della legge
n. 312/1980, l’art. 21 del CCNL-Scuola 2003 e la Tab. A – “Profili ATA”.
Secondo l’art. 2048 del Codice Civile “I precettori e coloro che insegnano
un mestiere o un'arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto
illecito dei loro allievi e apprendisti nel tempo in cui sono sotto la loro
vigilanza” (c. 2) mentre “sono liberate dalla responsabilità soltanto se
provano di non aver potuto impedire il fatto” (c. 3). Le modalità di
vigilanza sugli alunni durante la giornata scolastica, compresi l’ingresso e
l’uscita sono stabilite dal Consiglio di Circolo e/o d’Istituto che delibera
sull’adozione del Regolamento interno (d. lgs. 297/1994, art. 10). Si parla
di responsabilità aggravata sulla base di un colpa presunta, ovvero sulla
presunzione posta dalla legge di una culpa in vigilando, ovvero sulla
presunta negligenza nell’adempimento all’obbligo di vigilanza e/o
sorveglianza, che può essere superata soltanto se il personale della scuola
prova il “caso fortuito” , ovvero un evento straordinario ed imprevedibile
che sorpassa l’uso dell’ordinaria diligenza.
Gli insegnanti sono tenuti alla sorveglianza sugli alunni e rispondono della
loro incolumità nell’esecuzione degli specifici obblighi di servizio definiti
contrattualmente, sia in occasione delle attività dette “d’insegnamento” 226
così come durante i cinque minuti precedenti l’inizio delle lezioni, durante
i quali gli insegnanti sono tenuti a trovarsi in classe per accogliere e
vigilare sugli alunni. La responsabilità dell’Amministrazione scolastica
permane anche al di fuori dell’orario strettamente scolastico, nei casi in cui
viene consentito l’ingresso anticipato nella scuola o la sosta dopo la
scuola, perciò rientrano anche: la ricreazione, gli spostamenti da un locale
all’altro della scuola, il servizio mensa, le uscite didattiche, i viaggi di
istruzione, tutti i casi in cui gli alunni sono espressamente affidati ai
docenti per svolgere ogni attività di insegnamento deliberata in sede di
collegio. L’obbligo di vigilanza sugli allievi non comprende però le
situazioni che vedono coinvolti gli alunni maggiorenni, ma presuppone la
minore età degli allievi. L’obbligo di vigilanza/sorveglianza riguarda
anche il Dirigente Scolastico cui è affidata l’organizzazione di tale
vigilanza, che poi, mediante i provvedimenti relativi all’assegnazione dei
docenti alle classe, e alla predisposizione dell’orario, affida gli allievi ai
docenti. Anche i collaboratori scolastici hanno compiti di sorveglianza, in
particolare nei periodi immediatamente antecedenti e successivi l’orario
delle attività didattiche, durante la ricreazione, durante il pasto nelle mense
scolastiche. Nei casi di “uscita da scuola” è bene ricordare come in nessun
caso la scuola può accettare dichiarazioni liberatorie che autorizzano il
minore a rientrare da solo a casa prima della fine ordinaria dell’orario
didattico, ma è sempre necessario un adulto autorizzato come
accompagnatore.

Il contratto di lavoro
I rapporti di lavoro, siano essi a tempo determinato o indeterminato, del
personale docente sono regolati da contratti individuali, nel rispetto delle
227
disposizioni di legge, della normativa comunitaria e del contratto collettivo
nazionale vigente. Nel contratto devono essere indicati: a) tipologia del
rapporto di lavoro; b) data di inizio del rapporto di lavoro; c) data di
cessazione del rapporto di lavoro per il personale a tempo determinato; d)
qualifica di inquadramento professionale e livello retributivo iniziale; e)
compiti e mansioni corrispondenti alla qualifica di assunzione; f) durata
del periodo di prova, per il personale a tempo indeterminato; g) sede di
prima destinazione, ancorché provvisoria, dell'attività lavorativa.
L’assunzione, a tempo determinato o indeterminato può avvenire con
rapporto di lavoro a tempo pieno o parziale. Gli obblighi del personale
docente si articolano in attività d’insegnamento e in attività funzionali alla
prestazione d’insegnamento.
Quota oraria settimanale
Scuole e istituti
Scuola d'istruzione
Scuola elementare
dell’infanzia secondaria ed
artistica
22 ore + 2 ore dedicate alla
programmazione didattica in tempi
25 ore 18 ore*
non coincidenti con l'orario delle
lezioni
*In caso di orario di cattedra inferiore alle 18 ore settimanali, i docenti sono tenuti al
completamento dell'orario di insegnamento da realizzarsi mediante la copertura di ore di
insegnamento disponibili in classi collaterali non utilizzate per la costituzione di cattedre
orario, in interventi didattici ed educativi integrativi, nonché mediante l'utilizzazione in
eventuali supplenze e, in mancanza, rimanendo a disposizione anche per attività
parascolastiche ed interscolastiche. 228

Le attività funzionali all’insegnamento sono tutti gli impegni inerenti


alla funzione docente previsto dai diversi ordinamenti scolastici, e
comprendono tutte le attività, anche a carattere collegiale di:
programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione,
aggiornamento e formazione, compresa la preparazione dei lavori degli
organi collegiali, la partecipazione alle riunioni e l’attuazione delle
delibere adottate dai predetti organi. Gli adempimenti individuali
prevedono: la preparazione delle lezioni e delle esercitazioni; la correzione
degli elaborati, i rapporti individuali con le famiglie. Le attività di carattere
collegiale sono costituite da: la partecipazione alle riunioni del Collegio
dei docenti, ivi compresa l'attività di programmazione e verifica di inizio e
fine anno e l'informazione alle famiglie sui risultati degli scrutini
trimestrali, quadrimestrali e finali e sull'andamento delle attività educative
nelle scuole materne e nelle istituzioni educative, fino a 40 ore annue; la
partecipazione alle attività collegiali dei consigli di classe, di interclasse, di
intersezione. Gli obblighi relativi a queste attività sono programmati
secondo criteri stabiliti dal collegio dei docenti; nella predetta
programmazione occorrerà tener conto degli oneri di servizio degli
insegnanti con un numero di classi superiore a sei in modo da prevedere un
impegno fino a 40 ore annue; lo svolgimento degli scrutini e degli esami,
compresa la compilazione degli atti relativi alla valutazione.
Il docente in servizio può accettare, sempre nell’ambito del comparto
scuola, rapporti di lavoro a tempo determinato in un diverso ordine o grado
d’istruzione, o per altra classe di concorso, purché di durata non inferiore
ad un anno, mantenendo senza assegni, complessivamente per tre anni, la
titolarità della sede. 229
Il personale docente che è stato assente con diritto alla conservazione del
posto per un periodo non inferiore a 150 giorni continuativi nell’anno
scolastico e rientrato dopo il 30 aprile, è impiegato in supplenze o nello
svolgimento di interventi didattici ed educativi integrativi e di altri
compiti; mentre il supplente per ragioni di continuità didattica è
mantenuto in servizio per gli scrutini e le valutazioni finali. Il periodo di
150 giorni si riduce a 90 in caso di docenti di classi terminali.
I docenti ricoprenti cariche elettive che si avvalgono del regime di
assenze e dei permessi, devono, ogni trimestre, presentare una apposita
dichiarazione circa gli impegni connessi alla carica ricoperta, da assolvere
nel trimestre successivo, nonché a comunicare mensilmente alla stessa
scuola la conferma o le eventuali variazioni degli impegni già dichiarati. In
caso di assenze che non consentono la necessaria continuità didattica, può
essere nominato un supplente per il periodo strettamente indispensabile e
fino al massimo di un mese, prorogabile in base all’esigenza in relazione a
quanto dichiarato nella comunicazione mensile.
L’Amministrazione scolastica costituisce rapporti di lavoro a tempo
parziale sia all'atto dell'assunzione sia mediante trasformazione di rapporti
a tempo pieno su richiesta dei dipendenti interessati, nei limiti massimi del
25% della dotazione organica complessiva di personale a tempo pieno di
ciascuna classe di concorso. La durata minima delle prestazioni lavorative
deve essere pari al 50% di quella a tempo pieno, stabilita da un contratto
scritto e contenente l’indicazione della durata della prestazione lavorativa.
Il tempo parziale si realizza o orizzontalmente (con articolazione della
prestazione di servizio ridotta in tutti i giorni lavorativi) o verticalmente
(con articolazione della prestazione su alcuni giorni della settimana del
mese, o di determinati periodi dell'anno), oppure combinando le due 230
modalità (tempo parziale misto). Il trattamento economico del personale
con rapporto di lavoro a tempo parziale è proporzionale alla prestazione
lavorativa.
In caso di rapporto di lavoro a tempo determinato, qualora il titolare si
assenti in un’unica soluzione a decorrere da una data anteriore di almeno
sette giorni all'inizio di un periodo predeterminato di sospensione delle
lezioni e fino a una data non inferiore a sette giorni successivi a quello di
ripresa delle lezioni, il rapporto di lavoro a tempo determinato è costituito
per l'intera durata dell'assenza. Le domeniche, le festività infrasettimanali e
il giorno libero sono retribuiti; in caso in cui il docente completi tutto
l’orario settimanale ordinario ha diritto al pagamento della domenica.
Il periodo di formazione e di prova
La legge 107/2015 stabilisce che “la formazione in servizio dei docenti di
ruolo è obbligatoria, permanente e strutturale”, considerata non come
momento formale ma come crescita professionale. La formazione in
ingresso è strutturato in 50 ore di formazione, in cui si alternano attività
individuali e quelle di confronto con colleghi consapevoli della necessità
di assumere, nel lavoro dei docenti, un prospettiva collaborativa, come
indicato anche dal Piano Nazionale di Formazione dei docenti normato dal
DM 797/16 per il triennio 2016-2019. I nostri tempi richiedono un
peculiare profilo dell’insegnante, portatore di competenze di ordine:
 culturale e disciplinare, basato sulla conoscenza e padronanza
della struttura epistemologica della disciplina di insegnamento,
del contenuto delle indicazioni nazionali e degli sviluppi della
ricerca; 231
 psico-pedagogico, fondato sulla conoscenza e padronanza dei
principi e degli strumenti che orientano i curricoli verso lo
sviluppo e la valorizzazione delle potenzialità cognitive e affettive
dei ragazzi e delle ragazze per la formazione di cittadini
responsabili capaci di orientarsi nella complessità economica,
sociale, culturale del nostro tempo;
 metodologico/didattico, legato alla padronanza di repertori di
strategie diversificate e alla capacità di utilizzarle con successo in
riferimento a specifici e altrettanto diversificati contesti;
 organizzativo, incentrato sulla capacità di gestire risorse per
raggiungere obiettivi e di progettare in team con uno sguardo
attento all’evoluzione delle politiche scolastiche e formative, sia
in ambito nazionale che europeo;
 relazionale, fondato sulla capacità di porsi in ascolto degli altri
riconoscendone bisogni, di saper dialogare instaurando un clima
positivo nella promozione di apprendimenti, di saper collaborare
con i colleghi e aprirsi al mondo esterno alla scuola;
 riflessivo, inteso come capacità di autocritica e di autovalutazione.
Sono tenuti al periodo di formazione e prova, ai sensi del DM 850/15 art.
2:
 i docenti che si trovano al primo anno di servizio con incarico a
tempo indeterminato, a qualunque titolo conferito, e che aspirino
alla conferma nel ruolo;
 i docenti per i quali sia stata richiesta la proroga del periodo di
formazione e prova o che non abbiano potuto completarlo negli
anni precedenti;
232
 i docenti per i quali sia stato disposto il passaggio di ruolo;
 i docenti che nello scorso anno scolastico non hanno superato
positivamente l’anno di prova.
La legge 107/2015 all’art. 1 c. 116 stabilisce che il superamento del
periodo di formazione e prova è subordinato allo svolgimento del servizio
effettivamente prestato per almeno centottanta giorni, dei quali almeno
centoventi per le attività didattiche. Nel conteggio dei 180 giorni non sono
da computare: i giorni di ferie, di assenza per malattia (compreso
l'infortunio) e di aspettativa per ragioni familiari o altre aspettative (tranne
quelle per le quali sia esplicitamente indicata nella legge che le istituisce la
validità ai fini del periodo di prova); le vacanze estive; i periodi di congedo
di maternità/interdizione dal lavoro (escluso il primo mese), di congedo
parentale o di malattia del bambino, anche se retribuiti, previsti dal T.U.
151/2001; i permessi retribuiti e non retribuiti (es. congedo matrimoniale,
permessi per motivi personali, per lutto, legge 104/92 ecc.).
In caso di passaggio di cattedra (che consente al docente in possesso
della specifica abilitazione alla classe di concorso richiesta di essere
trasferito da una classe di concorso a un'altra, all'interno dello stesso ordine
di scuola) il docente non è tenuto a svolgere l’anno di formazione e la
prova. In caso di passaggio di ruolo (che consente al docente in possesso
della specifica abilitazione di essere trasferito da una classe di concorso a
un'altra, di diverso ordine di scuola) il docente è tenuto a svolgere
nuovamente l’anno di formazione e la prova, cosi come stabilito dalla
C.M. Prot. N.36167 del 5/11/2015.
Il modello formativo per i neo-nocenti si basa sempre sulla legge
107/2015, e si costituisce di quattro fasi della durata complessiva di 50 ore,
e comprende: 233
a) incontri propedeutici e di restituzione finale (a cura dell’USR - 6
h);
b) laboratori formativi (nelle sedi dislocate sul territorio regionale -
12 h);
c) attività peer-to-peer (nella propria sede di servizio - 12 h);
d) formazione online sulla piattaforma INDIRE (20 h).
Il docente nel periodo di formazione deve frequentare un percorso
formativo blended della durata di 50 ore di cui 20 online ed è tenuto a
prestare servizio per almeno 180 giorni durante l’anno scolastico, di cui
almeno 120 per le attività didattiche. Il neo-docente deve: tracciare un
primo bilancio di competenze (in forma di autovalutazione e con la
collaborazione del docente tutor); stabilire con il D. S. un patto per lo
sviluppo professionale; partecipare alle attività proposte nelle plenarie, nei
laboratori e in piattaforma on-line; tracciare un nuovo bilancio di
competenze al termine del periodo di formazione e prova (con la
supervisione del tutor); stendere il portfolio professione nel format
disponibile sulla piattaforma INDIRE (deve essere pronto per il colloquio
finale, consegnato al D. S. assieme ai bilanci per competenze e al
documento che illustra i propri bisogni formativi, in tempo utile per il
colloquio con il Comitato di Valutazione.); infine, il colloquio davanti al
Comitato di Valutazione, chiamato ad esprimere un che esprimerà un
parere motivato sullo svolgimento dell’anno di prova e sulla
professionalità manifestata dal docente neoassunto. Su questa base il D. S.
presenterà una relazione e procederà alla valutazione, emettendo il decreto
di conferma in ruolo.
I criteri con cui si valuta il periodo di prova sono definiti dall’art. 4 del
DM 850/15, e riguardano: 234
 il corretto possesso ed esercizio delle competenze culturali,
disciplinari, didattiche e metodologiche, con riferimento ai nuclei
fondanti dei saperi e ai traguardi di competenza e agli obiettivi di
apprendimento previsti dagli ordinamenti vigenti;
 il corretto possesso ed esercizio delle competenze relazionali,
organizzative e gestionali;
 l’osservanza dei doveri connessi con lo status di dipendente
pubblico e inerenti la funzione docente;
 la partecipazione alle attività formative e il raggiungimento degli
obiettivi previsti dalle stesse.
Il dirigente scolastico rilascia una valutazione conclusiva del periodo di
formazione e prova, correlata da un giudizio favorevole ovvero
sfavorevole. Nel caso di giudizio favorevole il dirigente dell’istituzione
scolastica di titolarità giuridica emana entro il 31/8 dell’A.S. di riferimento
il decreto di conferma in ruolo. In caso di giudizio sfavorevole il
personale docente ed educativo è sottoposto a un secondo periodo di
formazione e di prova, non rinnovabile (l. n. 107/2015 art. 1, c. 119), in cui
è obbligatoriamente disposta una verifica, affidata a un dirigente tecnico,
che dovrà rilasciare una relazione che sarà parte integrante della
documentazione che sarà esaminata in seconda istanza dal Comitato di
Valutazione dei docenti al termine del secondo periodo di prova.

IL REGOLAMENTO D’ISTITUTO
Il regolamento interno che ogni scuola si da, nell’ambito dell’autonomia
scolastica, tenuto conto delle condizioni per il corretto funzionamento
235
dell’istituto, dei diritti e doversi di tutta la comunità scolastica (compresi i
genitori) e in attuazione del POF e del progetto educativo. E’ affidato al
Consiglio d’Istituto, stabilisce le modalità di dialogo tra studenti, docenti e
dirigente scolastico, indica gli obiettivi didattici, l’organizzazione
dell’istituto, i criteri di valutazione, i criteri per l’adozione dei libri di testo,
il diritto di associazione interno, le procedure di sottoscrizione del patto
educativo di corresponsabilità.

L’OBBLIGO VACCINALE
Il d. l. n. 73/2017 ha reso obbligatorie alcune vaccinazioni per i minori da
0 a 16 anni. L’adempimento dell’obbligo vaccinale è requisito di accesso a
tutti gli asili nido e alle scuole dell’infanzia. Gli studenti delle scuole
elementari, medie, superiori e dei centri di formazione professionale (età
dai 6 ai 16 anni), anche se non vaccinati possono accedere alle scuole,
tuttavia l’ASL di competenza avvia un percorso di recupero della
vaccinazione ed i genitori che, nonostante i solleciti, continuano a non far
vaccinare i figli, incorrono in sanzioni da 100 a 500 euro.

Vaccinazioni non obbligatorie ma


Vaccinazioni obbligatorie
raccomandate
anti-poliomielitica anti-meningococcica B

anti-difterica anti-meningococcica C

anti-tetanica anti-pneumococcica

anti-epatite B anti-rotavirus
236

anti-pertosse

anti-Haemophilus influenzae tipo


b

anti-morbillo

anti-rosolia

anti-parotite

anti-varicella
IL SERVIZIO DI MENSA
E’ un servizio locale a domanda individuale, non obbligatorio per l’ente
nella sua istituzione, né per l’utente che può non avvalersene. Il Comune è
responsabile dell’individuazione dei locali adibiti al servizio, che devono
essere conformi alle norme per l’edilizia scolastica, del servizio che rispetti
le norme igienico sanitarie e garantisca un pasto di qualità, servizio
gestibile direttamente o appaltabile. Compito dell’istituto scolastico è
garantire l’assistenza educativa da parte del personale docente e
dell’assistenza materiale da parte del personale ausiliario. I genitori (o chi
esercita la potestà genitoriale o tutelare) possono scegliere se il proprio
figlio debba consumare il pasto della mensa (dietro pagamento di una
tariffa) oppure il pasto domestico, cioè quello preparato a casa. Gli alunni
affetti da allergia o intolleranza alimentare documentata hanno diritto,
nella fruizione del servizio mensa, del c.d. pasto speciale, preparazioni 237
sostitutive e il più possibili similari al menù giornaliero. E’ anche possibili
rinunciare ad alcuni alimenti per motivi religiosi e su richiesta dei genitori.

IL BONUS CULTURA
Tutti i cittadini che compiono il diciottesimo anno di età ottengono un
bonus di 500 euro spendibile per la promozione dello sviluppo culturale e
della conoscenza. Preliminarmente, lo studente deve possedere un’identità
digitale (SPID) e poi accedere al sito https://www.18app.italia.it, che
permette di generare buoni fino all’importo massimo, stampabile e
presentabili in casse, se si tratta di un acquisto presso un esercizio fisico, o
secondo le modalità per gli acquisiti on-line in caso di esercizio virtuale.
Non c’è un limite d’importo per gli acquisti, ma può essere acquistata una
sola unità per ciascun bene.
I LIBRI DI TESTO
La scelta dell’adozione dei libri di testo è deliberata dal collegio dei
docenti sulla base delle singole richieste dei docenti. La deliberazione deve
avvenire entro la seconda decade di maggio, mentre non è possibili
intervenire su quanto deliberato ad anno scolastico iniziato. I decreti del
ministero determinano i tetti di spesa per ciascun anno della scuola
secondaria, mentre i dirigenti devono vigilare se quanto deliberato dal
Collegio docenti rispetti i vincoli normativi, ma non può interferire sulla
libertà d’insegnamento e l’autonomia professionale dei docenti. Nelle
scuole in cui sono presenti alunni non vedenti o ipovedenti, i D. S. devono
richiedere tempestivamente ai centri specializzati la riproduzione dei libri
di testo e dei materiali didattici.
E’ assolutamente vietato il commercio dei libri di testo, così come stabilito
dall’art. 157/1 del d. lgs. n. 297/94, che prevede provvedimento 238
disciplinari per i trasgressori.

LO STATUTO DEGLI STUDENTI E DELLE STUDENTESSE


E’ la carta fondamentale per tutti gli studenti della scuola secondaria,
documento di cui gli istituti devono tener conto nella predisposizione del
regolamento d’istituto e del progetto educativo. Introdotto con il Ministero
della Pubblica Istruzione a guida di Luigi Berlinguer (d. P. R. 24 giugno
1998, n. 249) è stato modificato nel 2007 (d. P. R. 21 novembre 2007, n.
235). La scuola viene definita come «luogo di formazione e di educazione
mediante lo studio, l'acquisizione delle conoscenze e lo sviluppo della
coscienza critica» ispirata ai valori democratici e volta alla crescita dei
giovani come cittadini, grazie a principi solidi quali la libertà di
espressione, di pensiero, di coscienza e di religione (art. 1). Lo Statuto
all’art. 2 attribuisci i diritti agli studenti alla partecipazione alla vita della
scuola, alla valutazione trasparente e tempestiva, quello di riunione ed
associazione a livello di classe, di corso e di istituto, all’accoglienza e al
rispetto della cultura degli studenti stranieri. I doveri individuati (art. 3)
sono l’obbligo di frequenza, il rispetto verso tutti gli altri utenti della
scuola, l’osservanza dell’organizzazione e delle misure di sicurezza, il
corretto utilizzo dell’attrezzatura scolastica. Gli studenti che non osservano
i doveri stabiliti vanno incontro a delle sanzioni e provvedimenti (art. 4) a
carattere educativo, basati sulla trasparenza e sulla personalità
dell’intervento. Le sanzioni sono sempre temporanee, proporzionate,
graduali, convertibili in attività a favore della comunità scolastica secondo
il principio riparativo e soltanto una grave infrazione può comportare
l’allentamento dello studente e sono stabiliti: fino a 15 giorni dal Consiglio
di classe, se il periodo è superiore ed implica l'esclusione dallo scrutinio 239
finale o la non ammissione all'esame di Stato conclusivo del corso di studi,
dal Consiglio d’istituto. Si può ricorrere contro le sanzioni (art. 5) entro 15
giorni ad un apposito organo di garanzia interno alla scuola che deve
pronunciarsi entro 10 giorni, mentre è il direttore dell’ufficio scolastico
regionale, o un docente delegato, a decidere in via definitiva previo parere
vincolante di un organo di garanzia regionale che si esprime entro 30
giorni.
CAPITOLO 7

SCUOLA ED UNIONE EUROPEA. LE COMPETENZE CHIAVE


Con la Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18
dicembre 2006 (2006/962/CE), recepita dal legislatore italiano con il D.M.
n. 139 del 22 agosto 2007 (“Regolamento recante norme in materia di
adempimento dell’obbligo di istruzione”), sono state definite le
competenze chiave per l’apprendimento permanente. Si tratta di otto
macro competenze che gli Stati membri dovrebbero impegnarsi a
promuovere nelle loro strategie di apprendimento permanente, ovvero nei
sistemi scolastici e formativi, al fine di favorire lo sviluppo personale, la
cittadinanza attiva, l’occupazione e l’inclusione sociale. Le motivazioni
avanzate da Parlamento europeo e Consiglio riguardano prima di tutto la
consapevolezza delle enormi sfide che la globalizzazione comporta e il
240
passaggio da una economia della produzione ad una della conoscenza. Le
otto competenze, come lo stesso documento stabilisce, non sono stabilite
secondo una classificazione gerarchica, ma considerate tutte ugualmente
importanti, e sono:

1. Comunicazione nella madrelingua


Intesa come capacità di esprimere e integrare concetti, pensieri, sentimenti,
fatti e opinioni in forma sia orale sia scritta nei diversi contesti culturali e
sociali. La competenza richiede una ampia conoscenza del vocabolario,
della grammatica e delle funzioni del linguaggio, dei principali tipi di
interazione verbale, dei testi letterari e non letterari, delle caratteristiche
degli stili e dei registri di linguaggio. A livello di abilità questa
competenza richiede la comunicazione sia orale che scritta in diverse
situazioni comunicative e la capacità di adattarla a seconda del contesto;
ma anche utilizzare diversi tipi di testi, elaborare informazioni, usare
sussidi e formulare argomentazioni. A livello sociale, la competenza si
configura in un utilizzo positivo e assertivo della stessa.
2. Comunicazione nelle lingue straniere
Si intende la capacità di comprendere, esprimere e interpretare concetti,
pensieri, sentimenti, fatti e opinioni in forma sia orale sia scritta nei diversi
contesti sociali e culturali. Le abilità implicate sono la mediazione e la
comprensione interculturale, sostenere e concludere conversazioni, leggere
e produrre testi, utilizzare adeguatamente i sussidi, grazie ad un ampia
conoscenza del vocabolario, della grammatica e dei registri linguistici.
3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e
tecnologia
Per competenza matematica si intende l’abilità di sviluppare ed applicare il 241
pensiero matematico per risolvere una serie di problemi nelle esperienze
quotidiane, l’utilizzo modelli matematici di pensiero, come quello logico-
spaziale e di presentazione, come formule, grafici, carte, modelli. Ciò
implica solide conoscenze di calcolo, delle misure, delle strutture degli
elementi matematici.
Per competenza nell’ambito della scienza e tecnologia si intende la
capacità di utilizzare le conoscenze e le metodologie atte alla spiegazione
del mondo circostante legandola a fatti comprovati ed e retti da evidenza
scientifica. Comporta inoltre la comprensione dei cambiamenti determinati
dall’attività umana in vista anche del principio di responsabilità. Le abilità
comprendono l’adeguato utilizzo di strumenti, macchinari, dati scientifici,
basati sulle conoscenze essenziali dei principi del mondo naturale e
l’impatto della scienza e della tecnologia sull’ambiente naturale.
4. Competenza digitale
Consiste nel saper utilizzare, anche con spirito critico, oltre che con
dimestichezza, le tecnologie della società dell’informazione (TSI). La base
di tale competenza consiste in una solida consapevolezza e conoscenza
della natura, del ruolo e delle opportunità delle TSI nel quotidiano: nella
vita privata e sociale come anche al lavoro, ma anche di come queste
possono coadiuvare la creatività e l’innovazione e rendersi conto delle
problematiche legate alla validità e all'affidabilità delle informazioni
disponibili e dei principi giuridici ed etici. Tra le abilità implicate,
possiamo individuare la capacità di cercare, raccogliere e trattare le
informazioni e di usarle in modo critico e sistematico, accertandone la
pertinenza e distinguendo il reale dal virtuale pur riconoscendone le
correlazioni.
5. Imparare a imparare 242
È l’abilità di proseguire nell’apprendimento, organizzarlo in riferimento al
tempo, alle informazioni, alle esigenze. Comporta l’acquisizione,
l’elaborazione e l’assimilazione di nuove conoscenze e abilità come anche
la ricerca e l’uso delle opportunità di orientamento, un processo che deve
essere sempre retto dalla motivazione e dalla fiducia. L’abilità per
imparare ad imparare richiede anzitutto abilità base quali la lettura, la
scrittura e il calcolo e l’uso delle competenze TIC necessarie per un
apprendimento ulteriore, attraverso cui il soggetto in apprendimento è in
grado di procurarsi, elaborare e assimilare altre conoscenze ed abilità,
lungo tutto l’arco della vita.
6. Competenze sociali e civiche
Tali competenze coinvolgono la sfera personale, interpersonale e
interculturale e riguardano tutte le forme di comportamento che
consentono alle persone di partecipare in modo efficace e costruttivo alla
vita sociale e lavorativa, consapevoli della realtà sempre più complessa e
diversificata. In particolare, la competenza sociale implica il benessere
personale e sociale, quello che gli individui devono fare per pervenire alla
salute fisica e mentale. È necessario comprendere codici di comportamento
e le maniere generalmente accettati in diversi ambienti e società, conoscere
i concetti base riguardanti individui, gruppi, la parità e la non
discriminazione tra i sessi. La competenza è basata sull’attitudine alla
collaborazione, l’assertività e l’integrità.
La competenza civica è costituita dalla conoscenza dei concetti
fondamentali di democrazia, giustizia, uguaglianza, cittadinanza e diritti
civili, anche nella loro formulazione nella Carta dei diritti fondamentali
dell'Unione europea e nelle dichiarazioni internazionali. Comprende altresì
la a conoscenza delle vicende contemporanee, delle tendenze nella storia 243
nazionale, europea e mondiale, dell’integrazione europea, delle strutture,
dei principali obiettivi e dei valori dell'UE. Sono richieste abilità di
impegno nella sfera pubblica, di solidarietà e interesse nei confronti dei
problemi presenti nella società attraverso una partecipazione responsabile
ed attiva.
7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità
Riguarda la capacità di tradurre il proprio pensiero e le proprie idee in
azione, implicando perciò la creatività, l’innovazione e l’assunzione di
rischi, la capacità di pianificazione e gestione dei progetti per raggiungere
gli obiettivi, sempre entro l’orizzonte dei valori etici e del buon governo.
Le abilità della competenza concernono una gestione progettuale proattiva,
la capacità di rappresentanza e negoziazione per il lavoro sia individuale
che di gruppo, la capacità di riconoscere i propri punti di forza e i propri
limiti. Le conoscenze riguardano l'abilità di identificare le opportunità
disponibili per attività personali, professionali e/o economiche, ma anche
generali conoscenze sull’economia, delle opportunità che offre e dei nuovi
scenari.
8. Consapevolezza ed espressione culturale
Riguarda il giusto peso da attribuire all’espressione creativa di idee,
esperienze ed emozioni. Presuppone conoscenze di carattere culturale
locale, nazionale ed europeo e della sua collocazione nel mondo, basato
sulle conoscenze di base riguardanti le principali opere culturali.
L’espressione culturale è essenziale nello sviluppo delle abilità creative,
che possono essere trasferite in molti contesti professionali, ma anche
dell’atteggiamento aperto verso la diversità dell’espressione culturale e
della disponibilità a coltivare la capacità estetica.
244
Il legislatore italiano, nel recepire la Raccomandazione e nel tentativo di
conciliare la propria tradizione scolastica ed educativa con le competenze,
ha stabilito gli Assi culturali (D.M. 139/2007 e D.M. 9/2010), che
prevedono le competenze di base che gli studenti dovrebbero acquisire al
termine dell’obbligo d’istruzione, e le Competenze chiave per la
cittadinanza, anche queste da conseguire a conclusione dell’obbligo
scolastico. Le competenze di base sono racchiuse in quattro assi culturali:
Asse dei linguaggi
- Padronanza della lingua italiana
- Utilizzare una lingua straniera per i principali scopi comunicativi e
operativi
- Utilizzare gli strumenti fondamentali per una fruizione
consapevole del patrimonio artistico e letterario
- Utilizzare e produrre testi multimediali
Asse matematico
- Utilizzare le tecniche e le procedure del calcolo aritmetico ed
algebrico, rappresentandole anche sotto forma grafica
- Confrontare ed analizzare figure geometriche, individuando
invarianti e relazioni
- Individuare le strategie appropriate per la soluzione dei problemi
- Analizzare dati e interpretarli sviluppando deduzioni e
ragionamenti sugli stessi anche con l’ausilio di rappresentazioni
grafiche, usando consapevolmente gli strumenti di calcolo e le
potenzialità offerte da applicazioni specifiche di tipo informatico
Asse scientifico-tecnologico
- Osservare, descrivere ed analizzare fenomeni appartenenti alla
realtà naturale e artificiale e riconoscere nelle sue varie forme i 245

concetti di sistema e di complessità


- Analizzare qualitativamente e quantitativamente fenomeni legati
alle trasformazioni di energia a partire dall’esperienza
- Essere consapevole delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie
nel contesto culturale e sociale in cui vengono applicate
Asse storico e sociale
- Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici in una
dimensione diacronica attraverso il confronto fra le epoche e in
una dimensione sincronica attraverso il confronto fra aree
geografiche e culturali
- Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato
sul reciproco riconoscimento dei diritti garantiti dalla
Costituzione, a tutela della persona, della collettività dell’ambiente
- Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio
economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio
territorio.
I quattro Assi culturali non comprendendo tutte le competenze chiave per
l’apprendimento permanente hanno portato il legislatore italiano alla
formulazione di un secondo nucleo di competenze, le competenze chiave
per la cittadinanza:
 Imparare ad imparare, nel senso di organizzare il proprio
apprendimento, in funzione dei tempi, delle proprie strategie, del
proprio metodo di studio e di lavoro.
 Progettare, elaborare e realizzare progetti riguardanti lo sviluppo 246

delle proprie attività di studio e di lavoro.


 Comunicare, comprendere messaggi di genere diverso
(quotidiano, letterario, tecnico, scientifico) e di complessità
diversa, trasmessi utilizzando linguaggi diversi (verbale,
matematico, scientifico, simbolico, ecc.) mediante diversi supporti
(cartacei, informatici e multimediali); rappresentare eventi,
fenomeni, principi, concetti, norme, procedure, atteggiamenti, stati
d’animo, emozioni, ecc. utilizzando linguaggi diversi (verbale,
matematico, scientifico, simbolico, ecc.) e diverse conoscenze
disciplinari, mediante diversi supporti (cartacei, informatici e
multimediali).
 Collaborare e partecipare, interagire in gruppo, comprendere gli
altri punti di vista, fare squadra, gestire le conflittualità,
riconoscere i diritti degli altri.
 Agire in modo autonome e responsabile, inserirsi in modo attivo
e consapevole nella vita sociale, con autonomia e responsabilità.
 Risolvere problemi, saper affrontare situazioni problematiche,
tramite ipotesi e soluzioni coerenti basate sull’individuazione di
fonti e risorse adeguate.
 Individuare collegamenti e relazioni, individuare e
rappresentare, elaborando argomentazioni coerenti, collegamenti e
relazioni tra fenomeni, eventi e concetti diversi, anche appartenenti
a diversi ambiti disciplinari.
 Acquisire e interpretare l’informazione, in modo critico e
247
attraverso diversi strumenti comunicativi, valutando anche
l’attendibilità e l’utilità.

LA NUOVA RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO


Il Consiglio dell’UE ha promulgato una nuova Raccomandazione relativa
alle competenze chiave per l’apprendimento permanente in data 22
maggio 2018. Questa sostituisce la Raccomandazione del 2006,
introducendo nuove competenze chiave. Il testo nasce dalla
consapevolezza delle profonde trasformazioni economiche, sociali e
culturali degli ultimi anni, che implicano una profonda riflessione sulle
competenze imprenditoriali, sociali e civiche, indispensabili per
“assicurare resilienza e capacità di adattarsi ai cambiamenti”. Le
competenze chiave definite dal nuovo documento di Bruxelles sono
sempre 8:
A. Competenza alfabetica funzionale. Come capacità di
individuare, comprendere, esprimere, creare e interpretare concetti,
sentimenti, fatti e opinioni, in forma sia orale sia scritta,
utilizzando materiali visivi, sonori e digitali attingendo a varie
discipline e contesti.
B. Competenza multilinguistica. Come capacità di utilizzare diverse
lingue in modo appropriato ed efficace allo scopo di comunicare.
Questa competenza richiede la conoscenza del vocabolario e della
grammatica funzionale di lingue diverse e la consapevolezza dei
principali tipi di interazione verbale e di registri linguistici. Le
abilità essenziali per questa competenza consistono nella capacità
di comprendere messaggi orali, di iniziare, sostenere e concludere 248
conversazioni e di leggere, comprendere e redigere testi, a livelli
diversi di padronanza in diverse lingue, a seconda delle esigenze
individuali.
C. Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e
ingegneria. La competenza matematica è la capacità di sviluppare
e applicare il pensiero e la comprensione matematici per risolvere
una serie di problemi in situazioni quotidiane. Comprende una
solida conoscenza dei numeri, delle misure e delle strutture, delle
operazioni fondamentali e delle presentazioni matematiche di
base, la comprensione dei termini e dei concetti matematici e la
consapevolezza dei quesiti cui la matematica può fornire una
risposta. La competenza in scienze si riferisce alla capacità di
spiegare il mondo che ci circonda usando l’insieme delle
conoscenze e delle metodologie, comprese l’osservazione e la
sperimentazione, per identificare le problematiche e trarre
conclusioni che siano basate su fatti empirici, e alla disponibilità a
farlo. Comprende i principi di base del mondo naturale, i concetti,
le teorie, i principi e i metodi scientifici fondamentali, le
tecnologie e i prodotti e processi tecnologici, nonché la
comprensione dell’impatto delle scienze, delle tecnologie e
dell’ingegneria, così come dell’attività umana in genere,
sull’ambiente naturale.
D. Competenza digitale. Comprende l’alfabetizzazione informatica e
digitale, la comunicazione e la collaborazione, l’alfabetizzazione
mediatica, la creazione di contenuti digitali (inclusa la
programmazione), la sicurezza (compreso l’essere a proprio agio
nel mondo digitale e possedere competenze relative alla cyber- 249
sicurezza), le questioni legate alla proprietà intellettuale, la
risoluzione di problemi e il pensiero critico.
E. Competenza personale, sociale e capacità di imparare a
imparare. Comprende la capacità di far fronte all’incertezza e alla
complessità, di imparare a imparare, di favorire il proprio
benessere fisico ed emotivo, di mantenere la salute fisica e
mentale, nonché di essere in grado di condurre una vita attenta alla
salute e orientata al futuro, di empatizzare e di gestire il conflitto
in un contesto favorevole e inclusivo.
F. Competenza in materia di cittadinanza. Si riferisce alla capacità
di agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente alla
vita civica e sociale, in base alla comprensione delle strutture e dei
concetti sociali, economici, giuridici e politici oltre che
dell’evoluzione a livello globale e della sostenibilità.
G. Competenza imprenditoriale. Si riferisce alla capacità di agire
sulla base d’idee e opportunità e di trasformarle in valori per gli
altri. Si fonda sulla creatività, sul pensiero critico e sulla
risoluzione di problemi, sull’iniziativa e sulla perseveranza,
nonché sulla capacità di lavorare in modalità collaborativa al fine
di programmare e gestire progetti che hanno un valore culturale,
sociale o finanziario.
H. Competenza in materia di consapevolezza ed espressione
culturali. Implica la comprensione e il rispetto di come le idee e i
significati vengono espressi creativamente e comunicati in diverse
culture e tramite tutta una serie di arti e altre forme culturali.
Presuppone l’impegno di capire, sviluppare ed esprimere le 250
proprie idee e il senso della propria funzione o del proprio ruolo
nella società in una serie di modi e contesti.
Le competenze chiave devono essere tra loro combinate e sviluppate lungo
tutto il corso della vita, attraverso l’istruzione, la formazione e
l’apprendimento permanente. Il documento individua alcune buone
pratiche per fornire supporto al processo d’istruzione, formazione e
apprendimento. Si parla di apprendimento interdisciplinare, partenariati a
diversi livelli, approcci scolastici globali e integrati. L’acquisizione delle
abilità di base può essere promossa integrando l’apprendimento
accademico con l’educazione sociale ed emotiva, le arti, le attività fisiche
salutari. Metodologie di apprendimento quali l’apprendimento basato
sull’indagine e sui progetti, misto, basato sulle arti e sui giochi, per
accrescere la motivazione; mentre metodi di apprendimento sperimentali,
l’apprendimento basato sul lavoro e su metodi scientifici in scienza,
tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) possono promuovere lo
sviluppo di varie competenze. L’utilizzo delle tecnologie digitali per
migliorare l’apprendimento e lo sviluppo delle competenze digitali. Altri
suggerimenti riguardanti gli approcci ed i contesti di apprendimento sono:
le esperienze e imprenditoriali, tirocini in impresa o visite di imprenditori
presso istituti di istruzione e formazione, l’uso di eTwinning, EPALE e/o
portali online simili per sviluppare la competenza multilinguistica.

L’EQF
Il Quadro europeo delle qualifiche e dei titoli per l’apprendimento
permanente è uno schema, adottato con Raccomandazione del Parlamento
europeo e del Consiglio il 23 aprile 2008, con cui tradurre quadri di
251
qualifiche e livello di apprendimento dei diversi paesi. Si applica a tutte le
qualifiche, sia quelle ottenute entro un percorso di istruzione obbligatoria,
sia quelle riguardanti i livelli più alti di istruzione e formazione
accademica/professionale. L’EQF è formato da una griglia con otto livelli
in cui vengono descritte conoscenze e abilità acquisite da chi apprende
(learning outcomes) centrato sugli esisti dell’apprendimento,
comportando, rispetto all’approccio tradizionale basato sui learning inputs
(tipo di istruzione e durata dell’apprendimento), una migliore rispondenza
tra domanda e offerta formativa, la possibilità di facilitare la validazione di
apprendimenti diversi da quelli formali, la possibilità di trasferire ed
utilizzare qualificazione più facilmente negli altri paesi dell’UE, favorendo
così la mobilità transnazionale e le esperienze di lifelong learning. Gli
Stati membri, entro il 2010 hanno stabilito la corrispondenza tra i loro
sistemi nazionali di qualifiche e titoli di studio e il quadro europeo, e dal
2012 tutti i titoli e diplomi nazionali devono menzionare il corrispondente
riferimento all’EQF. Gli otto livelli prendono in considerazione l’intera
gamma delle qualifiche previste, da un livello base a livelli man mano più
avanzati, intendendo il risultato dell’apprendimento con ciò che un
individuo conosce, comprende e sa fare concluso il processo/percorso di
apprendimento. Lo stretto rapporto fra i sistemi nazionali di qualificazione
e la loro migliore comprensibilità reca molti benefici come:
 una mobilità più elevata di studenti e lavoratori, di cui sarà più
semplice descrivere le competenze possedute, con i datori di
lavoro facilitati nell’interpretazione delle qualifiche dei candidati;
 incrementare le possibilità di accesso e partecipazione
all’apprendimento permanente;
 sostenere gli individui in possesso di un’ampia esperienza 252

maturata sul lavoro nella validazione di apprendimenti non formali


e informali, perché si concentra sui risultati dell’apprendimento;
 la trasparenza delle qualifiche rilasciate al di fuori dei sistemi
nazionali, grazie alla progressiva internazionalizzazione delle
qualifiche.
Le definizioni di “qualifica”, “risultati di apprendimento”, “conoscenze”,
“abilità” e “competenze” sono contenute nell’Allegato I della
Raccomandazione. In particolare si intende:
- per “qualifica”: il risultato formale di un processo di valutazione e
convalida, acquisito quando l’autorità competente stabilisce che i
risultati dell’apprendimento di una persona corrispondono a
standard definiti;
- per “risultati di apprendimento”: la descrizione di ciò che un
discente conosce, capisce ed è in grado di realizzare al termine di
un processo d’apprendimento. I risultati sono definiti in termini di
conoscenze, abilità e competenze;
- per “conoscenze”: il risultato dell’assimilazione di informazioni
attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono un insieme di
fatti, principi, teorie e pratiche relative a un settore di lavoro o di
studio. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le
conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche;
- per “abilità”: le capacità di applicare conoscenze e di utilizzare
know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi. Nel
contesto del Quadro europeo delle qualifiche le abilità sono
descritte come cognitive (comprendenti l’uso del pensiero logico,
intuitivo e creativo) o pratiche (comprendenti l’abilità manuale e 253
l’uso di metodi, materiali, strumenti);
- per “competenze”: la comprovata capacità di utilizzare
conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche,
in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e
personale. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le
competenze sono descritte in termini di responsabilità e
autonomia.
Nell’Allegato II sono indicati i descrittori che indicano i risultati

dell’apprendimento relativamente a conoscenze, abilità e competenze.

Conoscenze Competenze
Abilità (Cognitive e
Livelli (Teoriche e/o (Responsabilità ed
pratiche)
pratiche) autonomia

1 abilità di base lavoro o studio, sotto la

conoscenze generale necessarie a svolgere diretta supervisione, in un

di base mansioni /compiti contesto strutturato

semplici

2 Abilità cognitive e

pratiche di base

necessarie all’uso di 254


Conoscenza pratica di informazioni pertinenti Lavoro o studio sotto la

base in un ambito di per svolgere compiti e supervisione con una certo

lavoro o di studio risolvere problemi grado di autonomia

ricorrenti usando

strumenti e regole

semplici

3 Conoscenza di fatti, Una gamma di abilità Assumere la responsabilità

principi, processi e cognitive e pratiche di portare a termine compiti

concetti generali, in necessarie a svolgere nell’ambito del lavoro o

un ambito di lavoro o compiti e risolvere dello studio;

di studio problemi scegliendo e adeguare il proprio


applicando metodi di comportamento alle

base, strumenti, circostanze nella soluzione

materiali ed dei problemi

informazioni

4 Sapersi gestire

autonomamente, nel quadro

di istruzioni in un contesto

Una gamma di abilità di lavoro o di studio, di

Conoscenza pratica e cognitive e pratiche solito prevedibili, ma

teorica in ampi necessarie a risolvere soggetti a cambiamenti;

contesti in un ambito problemi specifici in sorvegliare il lavoro di

di lavoro o di studio un campo di lavoro o routine di altri, assumendo


255
di studio una certa responsabilità per

la valutazione e il

miglioramento di attività

lavorative o di studio

5 Saper gestire e sorvegliare


Conoscenza teorica e
attività nel contesto di
pratica esauriente e Una gamma esauriente
attività lavorative o di
specializzata, in un di abilità cognitive e
studio esposte a
ambito di lavoro o di pratiche necessarie a
cambiamenti imprevedibili;
studio e dare soluzioni creative
esaminare e sviluppare le
consapevolezza dei a problemi astratti
prestazioni proprie e di altri
limiti di tale
conoscenza

6 Gestire attività o progetti,

Abilità avanzate, che tecnico/professionali

Conoscenze avanzate dimostrino padronanza complessi assumendo la

in un ambito di lavoro e innovazione responsabilità di decisioni

o di studio, che necessarie a risolvere in contesti di lavoro o di

presuppongano una problemi complessi ed studio imprevedibili;

comprensione critica imprevedibili in un assumere la responsabilità

di teorie e principi ambito specializzato di di gestire lo sviluppo

lavoro o di studio professionale di persone e

gruppi.

7 Conoscenze altamente

specializzate, parte Abilità specializzate, Gestire e trasformare 256

delle quali orientate alla soluzione contesti di lavoro o di studio

all’avanguardia in un di problemi, necessarie complessi, imprevedibili

ambito di lavoro o di nella ricerca e/o che richiedono nuovi

studio, come base del nell’innovazione al fine approcci strategici;

pensiero originario di sviluppare assumere la responsabilità

e/o della ricerca; conoscenze e di contribuire alla

consapevolezza procedure nuove e conoscenza e alla prassi

critica di questioni integrare la conoscenza professionale e/o di

legate alla conoscenza ottenuta in ambiti verificare le prestazioni

all’interfaccia tra diversi strategiche dei gruppi

ambiti diversi
8 Le abilità e le tecniche

più avanzate e
Dimostrare effettiva
specializzate, comprese
autorità, capacità di
le capacità di sintesi e
innovazione, autonomia,
Le conoscenze più di valutazione,
integrità tipica dello
all’avanguardia in un necessarie a risolvere
studioso e del professionista
ambito di lavoro o di problemi complessi
e impegno continuo nello
studio e all’interfaccia della ricerca e/o
sviluppo di nuove idee o
tra settori diversi dell’innovazione e ad
processi all’avanguardia in
estendere e ridefinire le
contesti di lavoro, di studio
conoscenze o le
e di ricerca
pratiche professionali

esistenti 257

I PROGRAMMI DI SCAMBIO E MOBILITA’: L’ERASMUS+


L’Erasmus+ è il programma dell’UE nei settori dell'istruzione, della
formazione, della gioventù e dello sport per il periodo 2014-2020
(Regolamento n. 1288/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio
del'11/12/2013) al fine di combattere l’abbandono scolastico e la
conseguente disoccupazione, che può insidiare anche la vita degli adulti
poco qualificati. Come disposto dal Trattato di Lisbona (2007), la
soluzione passa dallo sviluppo del capitale sociale fra i giovani, dalla loro
emancipazione e capacità di partecipare attivamente alla società, per
sviluppare la cittadinanza attiva e la vita democratica all’interno dell’UE.
Il programma Erasmus+ è concepito per sostenere le attività dei paesi
aderenti al programma, confermando il principio dell’apprendimento
permanente, collegando l’apprendimento formale, non formale e informale
con i settori dell’istruzione, della formazione e della gioventù, rafforzando
inoltre le opportunità per la cooperazione e la mobilità tra i paesi aderenti.
Il programma è finalizzato a sostenere le azioni, la cooperazione e gli
strumenti coerenti con gli obiettivi della strategia Europa 2020 e le sue
iniziative guida come Youth on the Move (Gioventù in movimento) e
l'agenda per nuove competenze e per l'occupazione. Il programma è basato
sui principi e sugli strumenti dell’UE di trasparenza e riconoscimento, in
riferimento al facile rilevamento delle abilità e delle qualifiche, come
Europass, Youthpass, il quadro europeo delle qualifiche (EQF), il sistema
europeo di accumulazione e trasferimento dei crediti (ECTS), il sistema
europeo di crediti per l'istruzione e la formazione professionale (ECVET),
il quadro europeo di riferimento per la garanzia della qualità dell'istruzione 258
e della formazione professionale (EQAVET), il registro europeo di
certificazione della qualità dell'istruzione superiore (EQAR), l'associazione
europea per la garanzia della qualità nell'istruzione superiore (ENQA), le
reti dell'Unione operanti nel settore dell'istruzione e della formazione che
sostengono questi strumenti, in particolare i centri nazionali
d'informazione sul riconoscimento accademico (NARIC), le reti
Euroguidance e i centri nazionali Europass. Il programma ha una forte
vocazione internazionale, in particolare nel settore dell’istruzione
superiore esso sostiene alcune attività principali che mirano all’operazione
con i paesi partner, come: mobilità internazionale per crediti degli
individui e diplomi di laurea magistrale congiunti che promuovono la
mobilità degli studenti e del personale da e verso i paesi partner; i progetti
di sviluppo delle capacità nell'istruzione superiore che promuovono la
cooperazione e i partenariati, i quali hanno un impatto sulla
modernizzazione e sull'internazionalizzazione degli istituti e dei sistemi di
istruzione superiore dei paesi partner, in particolare dei paesi partner
confinanti con l'UE; il sostegno al dialogo politico tramite la rete di esperti
per la riforma dell'istruzione superiore nei paesi partner confinanti con
l'UE, le associazioni internazionali di ex allievi, il dialogo politico con i
paesi partner ed eventi di attrattiva e promozione internazionale; l’attività
Jean Monnet al fine di stimolare l'insegnamento, la ricerca e la riflessione
nel settore degli studi sull'Unione europea in tutto il mondo.
Erasmus+ è strutturato in attività o azioni chiave. L’azione chiave 1
riguarda la mobilità individuale e sostiene:
 la mobilità degli studenti e del personale, cioè tutte quelle
opportunità per studenti, tirocinanti, giovani, volontari, professori,
insegnanti, formatori, animatori giovanili, personale di istituti di 259
istruzione e organizzazioni della società civile di intraprendere
un'esperienza di apprendimento e/o professionale in un altro paese;
 i diplomi di laurea magistrale congiunti, cioè programmi di studio
internazionali integrati di alto livello forniti da consorzi d’istituti
d'istruzione superiore che assegnano borse di studio complete ai
migliori studenti in tutto il mondo;
 la garanzia per i prestiti destinati agli studenti di master, il
programma può elargire prestiti agli studenti che vogliono
frequentare un intero programma di master all'estero, attraverso
banche nazionali o enti di prestito.
L’azione chiave 2 riguarda la collaborazione in materia di innovazione e
scambio di buone pratiche, e sostiene:
 partenariati strategici transnazionali rivolti a uno o più settori
dell’istruzione, della formazione e della gioventù, che
promuovono l'innovazione, lo scambio di esperienze e del know-
how;
 le alleanze della conoscenza nei rapporti tra gli istituti d’istruzione
superiore e le imprese che mirano a promuovere l'innovazione,
l'imprenditorialità, la creatività, l'occupabilità, lo scambio di
conoscenze e/o l'insegnamento e l'apprendimento
multidisciplinare;
 le alleanze delle abilità settoriali nella progettazione e consegna di
programmi di formazione professionale congiunti, di programmi
di studio e metodologie d’insegnamento e formazione;
 i progetti di sviluppo delle capacità che sostengono la
cooperazione con i paesi partner nei settori dell'istruzione 260

superiore e della gioventù;


 le piattaforme di supporto informatico, come eTwinning, la
piattaforma elettronica per l'apprendimento degli adulti in Europa
(EPALE) e il Portale europeo per i giovani, che offrono spazi di
collaborazione virtuale, banche dati di opportunità, comunità di
prassi e altri servizi online per insegnanti, formatori e
professionisti nel settore dell'istruzione scolastica.
L’azione chiave 3 riguarda il sostegno alla riforma delle politiche e
sostiene:
 le conoscenze nel settore dell'istruzione, della formazione e della
gioventù;
 le iniziative future per stimolare lo sviluppo di politiche innovative
tra le parti interessate;
 gli strumenti di politica europea per facilitare la trasparenza e il
riconoscimento delle qualità e delle competenze, nonché per il
trasferimento di crediti, per promuovere la garanzia della qualità,
per sostenere la convalida dell'apprendimento non formale e
informale, per la gestione e l'orientamento delle conoscenze.
 la cooperazione con organizzazioni internazionali come l'OCSE e
il Consiglio d'Europa;
 il dialogo, le politiche e la promozione del programma tra le parti
interessate.
Tra i principali beneficiari del programma vi sono studenti, tirocinanti,
apprendisti, scolari, studenti adulti, giovani, volontari, professori,
insegnanti, formatori, animatori giovanili, professionisti di organizzazioni 261

attive nei settori dell'istruzione, della formazione e della gioventù,


raggiunti attraverso organizzazioni, istituti, enti o gruppi che organizzano
tali attività.

LA CONOSCENZA DI UNA LINGUA STRANIERA COMUNITARIA


(ESEMPIO INGLESE)
Le Avvertenze Generali per tutte le classi del concorso prevendono anche
la conoscenza di una lingua straniera comunitaria al livello B2 del Quadro
Comune Europeo di Riferimento pe le lingue straniere. Il livello B2 è
definito come ““livello progresso” (o vantage level), successivo al livello
B1 o “livello soglia” (threshold level), e si colloca nella parte più avanzata
della fascia intermedia di competenza, ed è definita dal QCER come
relativa ad un independent user.
Le competenze relative a questo livello si riferiscono a tre macro-domini in
base a quello che i soggetti non madrelingua sanno fare.

Descrizione generale delle competenze per il livello B2


Comprensione Parlato Scritto
Ascolto Interazione Produzione Produzione
Comprende Riesce a orale Scritta
Lettura
discorsi di una comunicare Riesce ad È in grado di
Comprende
certa estensione con un esprimersi scrivere testi
articoli, servizi
e conferenze. È grado di in modo chiari e
giornalistici,
in grado di spontaneità chiaro e articolati su
relazioni su
seguire e scioltezza articolato su un’ampia
questioni di
argomentazioni sufficiente una vasta gamma di
attualità in cui
anche per gamma di argomenti che 262
l’autore prende
complesse interagire in argomenti gli interessano.
posizione ed
purché modo che lo È capace di
esprime un
l’argomento gli spontaneo interessano. scrivere brevi
punto di vista
sia con parlanti Sa relazioni,
determinato.
relativamente nativi. esprimere fornendo
Riesce a
familiare. Riesce a un’opinione informazioni e
comprendere
Capisce la partecipare su un ragioni a
un testo
maggior parte attivamente argomento favore o contro
narrativo
dei notiziari e a una d’attualità, una
contemporaneo
delle discussione indicando determinata
anche se di una
trasmissioni TV in contesti vantaggi e opinione. Sa
certa
che riguardano familiari, svantaggi scrivere lettere
lunghezza.
fatti di attualità. esponendo delle mettendo in
Riesce a capire e diverse evidenza il
la maggior sostenendo opzioni. significato che
parte dei film in le sue attribuisce
lingua standard opinioni personalmente
agli
avvenimenti e
alle esperienze

Il livello B2, per chi sta imparando una lingua, è considerato un traguardo,
un utente è in grado di esporre ed esprimere le proprie opinioni nel caso di
una discussione, che riesce a portare avanti con spiegazioni adeguate,
argomentazioni e commenti, è capace di costruire un ragionamento con
argomentazioni logiche e tra loro connesse. Il livello B2 si distingue dal
B1 per la maggiore indipendenza sia nel rapporto con l’interlocutore che
nella gestione delle attività comunicative. Inizia anche a delinearsi una
263
certa consapevolezza metalinguistica degli aspetti linguistici, semantici,
sociolinguistici e pragmatici.
All’interno del QCER, conoscere una lingua vuol dire soprattutto saperla
usare nei diversi contesti, quindi sul piano delle abilità.
Comprensione Orale
È in grado di comprendere i concetti fondamentali di discorsi formulati in lingua
standard su argomenti concreti o astratti, anche quando si tratta di discorsi
concettualmente e linguisticamente complessi; di comprendere inoltre le
discussioni tecniche del suo settore di specializzazione. È in grado di seguire un
discorso lungo e argomentazioni complesse purché l’argomento gli sia
relativamente familiare e la struttura del discorso sia indicata con segnali espliciti.
È in grado di comprendere ciò che viene detto in lingua standard, dal vivo o
registrato, su argomenti sia familiari sia non familiari che si affrontano
normalmente nella vita, nei rapporti sociali, nello studio e sul lavoro. Solo
fortissimi rumori di fondo, una struttura discorsiva inadeguata e/o l’uso di
espressioni idiomatiche possono pregiudicare la comprensione.
Con qualche sforzo è in grado di afferrare molto di ciò
che si dice in sua presenza, ma può trovare difficile
In una
contribuire efficacemente a una discussione con parlanti
conversazione tra
nativi che non modifichino affatto il loro linguaggio. È in
nativi
grado di seguire un’animata conversazione tra parlanti
nativi.
È in grado di cogliere gli elementi essenziali di discorsi e
Come esponente di
relazioni e di altre esposizioni professionali
un pubblico
concettualmente e linguisticamente complesse.
È in grado di comprendere annunci e messaggi su
In caso di annunci
argomenti concreti e astratti formulati in lingua standard e
e istruzioni
a velocità normale. 264
È in grado di comprendere quasi tutti i testi informativi
radiofonici e molto altro materiale audio registrato o
trasmesso via radio in lingua standard, identificando lo
stato d’animo, l’atteggiamento ecc. di chi parla. È in
Dalla radio e dalle
grado di comprendere registrazioni in lingua standard con
audio-registrazioni
cui può frequentemente avere a che fare nella vita sociale,
professionale e accademica e identificare, oltre al
contenuto informativo, il punto di vista e l’atteggiamento
di chi parla.
È in grado di comprendere quasi tutti i notiziari TV e i
programmi di attualità. È in grado di comprendere
Dalla TV
documentari, interviste in diretta, talk show, commedie e
la maggior parte dei film in lingua standard.
Comprensione Scritta
È in grado di leggere in modo ampiamente autonomo, adattando stile e velocità di
lettura ai differenti testi e scopi e usando in modo selettivo le opportune fonti per
riferimento e consultazione. Ha un patrimonio lessicale ampio che attiva nella
lettura, ma può incontrare difficoltà con espressioni idiomatiche poco frequenti.
È in grado di leggere la corrispondenza che rientra nel
Lettura della
suo campo di interesse e afferrarne con prontezza
corrispondenza
l’essenziale.
È in grado di individuare rapidamente il contenuto e
l’importanza di nuove informazioni, articoli e relazioni
Lettura per riguardo a un’ampia gamma di argomenti professionali
orientarsi per decidere se vale la pena di studiarli più a fondo. È in
grado di scorrere velocemente testi lunghi e complessi,
individuando le informazioni che gli/le servono.
È in grado di comprendere relazioni e articoli relativi a 265
problemi del mondo contemporaneo in cui gli autori
esprimano prese di posizione e punti di vista particolari. È
Lettura per in grado di comprendere articoli specialistici estranei al
informarsi e suo settore, a condizione di potere usare di quando in
argomentare quando il dizionario per trovare conferma di avere
interpretato correttamente i termini. È in grado di trarre
informazioni, concetti e opinioni da fonti altamente
specialistiche relative al suo settore.
È in grado di comprendere istruzioni piuttosto lunghe e
complesse nel proprio settore di competenza, compresi i
Lettura di istruzioni particolari che riguardano le condizioni d’uso e le
avvertenze, a condizione di potere rileggere le parti
difficili.
Produzione Orale
È in grado di produrre descrizioni ed esposizioni chiare e precise di svariati
argomenti che rientrano nel suo campo d’interesse, sviluppando e sostenendo le
idee con elementi supplementari ed esempi pertinenti. È in grado di produrre
descrizioni ed esposizioni chiare e ben strutturate, mettendo opportunamente in
evidenza gli aspetti significativi e sostenendoli con particolari pertinenti.
Produzione di un È in grado di produrre descrizioni chiare e precise su

monologo svariati argomenti che rientrano nel suo campo

articolato: d’interesse.

descrivere
esperienze
È in grado di spiegare il punto di vista su un problema
d’attualità, indicando vantaggi e svantaggi delle diverse
Produzione di
opzioni. È in grado di costruire un ragionamento con
monologo 266
argomentazioni logiche. È in grado di sviluppare
articolato:
un’argomentazione in modo chiaro, illustrando e
argomentare
sostenendo il proprio punto di vista, in modo abbastanza
esteso con elementi ed esempi pertinenti.
È in grado di fare annunci su argomenti molto generali
Produzione di un con chiarezza, scioltezza e spontaneità tali da non
annuncio pubblico richiedere sforzo né creare problemi di comprensione a
chi ascolta.
È in grado di rispondere ad una serie di domande di
precisazione con abbastanza scioltezza e spontaneità da
Produzione di un
non creare tensione né per sé né per gli ascoltatori. È in
discorso rivolto a
grado di fare un’esposizione chiara, preparata in
un pubblico
precedenza, adducendo ragioni pro e contro un certo
punto di vista e indicando vantaggi e svantaggi delle
diverse opzioni. È in grado di allontanarsi
spontaneamente da un testo preparato e riprendere spunti
interessanti proposti dal pubblico, dando spesso prova di
notevole scioltezza e facilità di espressione. È in grado di
fare un’esposizione chiara e sistematica, mettendo in
evidenza i punti salienti e sostenendoli con particolari
pertinenti.
Produzione Scritta
È in grado di scrivere testi chiari e articolati su diversi argomenti che si riferiscano
al suo campo d’interesse, valutando informazioni e argomentazioni tratte da
diverse fonti e sintetizzandole.
È in grado di scrivere la recensione di un film, un libro e
di una rappresentazione teatrale. È in grado di scrivere
descrizioni chiare e articolate su diversi argomenti
familiari che rientrano nel suo campo d’interesse. È in 267
Scrittura creativa
grado di descrivere in modo chiaro e preciso avvenimenti
ed esperienze reali o immaginari, realizzando un testo
coeso che segnali le relazioni tra i concetti. È in grado di
attenersi alle convenzioni proprie del genere.
È in grado di sintetizzare informazioni e argomentazioni
tratte da diverse fonti. È in grado di scrivere una relazione
sviluppando un’argomentazione, fornendo motivazioni a
favore o contro un determinato punto di vista e spiegando
vantaggi e svantaggi delle diverse opzioni. È in grado di
Relazioni
valutare idee e soluzioni diverse a un problema. È in
grado di scrivere un saggio o una relazione per sviluppare
un argomento in modo sistematico, mettendo
opportunamente in evidenza i punti significativi e gli
elementi a loro sostegno.
Interazione Orale
È in grado di interagire con spontaneità e scioltezza tali da consentire una normale
interazione e rapporti agevoli con parlanti nativi, senza sforzi per nessuna delle
due parti. Espone con chiarezza punti di vista sostenendoli con opportune
spiegazioni e argomentazioni. Sa parlare di un’ampia gamma di argomenti di
ordine generale, segnalando con chiarezza le relazioni tra i concetti. Comunica
con buona padronanza grammaticale, dando raramente l’impressione di doversi
limitare in ciò che vuole dire, adottando il livello di formalità adatto alle
circostanze.
È in grado di comprendere nei dettagli ciò che gli/le viene
Comprensione di un
detto in lingua standard, anche in un ambiente rumoroso
interlocutore nativo
che potrebbe compromettere la comprensione.
È in grado di esprimere emozioni di diversa intensità,
mettendo in evidenza il significato che attribuisce ad
avvenimenti ed esperienze. È in grado di interagire con 268
parlanti nativi senza rendersi involontariamente ridicolo/a
Conversazione o irritarli o metterli nella necessità di comportarsi in
modo diverso da come farebbero con un interlocutore
nativo. È in grado di impegnarsi in modo attivo in una
lunga conversazione su quasi tutti gli argomenti di ordine
generale, anche se l’ambiente è rumoroso.
Nel corso di una discussione è in grado di esprimere e
sostenere le proprie opinioni, fornendo opportunamente
spiegazioni, informazioni a sostegno e commenti. Con
Discussione qualche sforzo riesce ad afferrare molto di ciò che viene
informale detto in una discussione che ha luogo tra parlanti nativi
che non modificano affatto il loro linguaggio. È in grado
di prendere attivamente parte a una discussione informale
in un contesto familiare facendo commenti, esponendo
chiaramente il proprio punto di vista, valutando proposte
alternative, avanzando ipotesi e reagendo a quelle
avanzate da altri. È in grado di esprimere con precisione
le proprie idee e opinioni, e di argomentare in modo
convincente. È in grado di seguire una discussione che si
svolge tra parlanti nativi.
È in grado di dare contributi esprimendo e sostenendo la
propria opinione, valutando proposte alternative,
avanzando ipotesi e rispondendo a quelle avanzate da
altri. È in grado di seguire una discussione su argomenti
che rientrano nel suo settore e comprendere nei dettagli i
punti messi in evidenza da chi parla. È in grado di
Discussioni e incontri
partecipare attivamente a discussioni formali su
formali
argomenti di routine. È in grado di esprimere con
precisione le proprie idee e opinioni, presentare 269
argomentazioni e rispondere in modo convincente a
quelle presentate da altri. È in grado di seguire una
discussione, identificando con precisione gli argomenti a
favore e contro i singoli punti di vista.
È in grado di delineare con chiarezza una questione o un
problema, riflettendo su cause e conseguenze, soppesando
Cooperazione
vantaggi e svantaggi di approcci differenti. È in grado di
finalizzata a uno
fare avanzare il lavoro invitando altri a prendervi parte, a
scopo
dire che cosa pensano, ecc.. È in grado di comprendere in
modo affidabile istruzioni dettagliate.
È in grado di spiegare un problema insorto, chiarendo che
Ottenere servizi e chi eroga il servizio o il cliente deve fare una
beni concessione. È in grado di formulare una richiesta di
risarcimento usando un linguaggio persuasivo per
chiedere soddisfazione e definendo chiaramente i limiti
delle eventuali concessioni a cui è disposto/a. È in grado
di affrontare una negoziazione per risolvere una
situazione conflittuale.
È in grado di sintetizzare e riferire dati traendoli da fonti
diverse. È in grado di descrivere una procedura in modo
chiaro e dettagliato.. È in grado di trasmettere
Scambio di
informazioni dettagliate in modo affidabile. È in grado di
informazioni
comprendere e scambiare informazioni e consigli
complessi su tutta la gamma di argomenti che si
riferiscono al suo ruolo professionale.
È in grado di prendere l’iniziativa in un’intervista,
sviluppando e approfondendo i concetti, con poco
bisogno di aiuto, e sollecitazioni dall’intervistatore. È in
Intervistare ed essere
grado di condurre un’intervista sciolta ed efficace, 270
intervistati
allontanandosi in modo spontaneo dalle domande
predisposte e sfruttando le risposte interessanti per
indagare oltre.
Interazione Scritta
È in grado di dare notizie ed esprimere punti di vista per iscritto in modo
efficace e riferendosi a quanto scritto da altri
Nelle lettere è in grado di esprimere emozioni di diversa
intensità, mettendo in evidenza il significato che
Corrispondenza
attribuisce ad avvenimenti ed esperienze e commentando
le notizie e i punti di vista del corrispondente.
È in grado di scrivere messaggi con informazioni di
Appunti messaggi e
interesse immediato da trasmettere ad amici, persone di
moduli
servizio, insegnanti e altre persone frequentate nella vita
di tutti i giorni, riuscendo a far comprendere i punti che
ritiene importanti. È in grado di prendere nota di
messaggi che trasmettono una richiesta o espongono un
problema.

271
272
BIBLIOGRAFIA

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Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri
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Piano nazionale scuola digitale (2017).
Linee di indirizzo nazionali sulla scuola in ospedale e l’istruzione
domiciliare (2019).
Documenti Unione Europea
RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL
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l'apprendimento permanente (2006).
Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (EQF)
(2009).
REGOLAMENTO (UE) N. 1288/2013 DEL PARLAMENTO EUROPEO E
DEL CONSIGLIO
dell'11 dicembre 2013 che istituisce "Erasmus+": il programma
dell'Unione per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport (2013).
RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO del 22 maggio 2018 relativa
alle competenze chiave per l’apprendimento permanente (2018).

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